Caldo estremo: arriva l’ordinanza regionale. Stop al lavoro in edilizia e agricoltura dalle ore 12.30 alle ore 16

Stop al lavoro, in condizioni di caldo estremo o anomalo in determinate fasce orarie, nei cantieri edili e affini, in agricoltura, nel florovivaismo e nei piazzali della logistica.
Con un’ordinanza regionale, scatta in Emilia-Romagna – a partire da mercoledì 2 luglio – il divieto di lavorare in questi settori, in condizioni di esposizione prolungata al sole e svolgendo attività fisica intensa, dalle ore 12.30 alle ore 16, nei giorni e nelle aree in cui le mappe nazionali online del rischio segnalano un livello ‘Alto’. La misura resta in vigore fino al 15 settembre 2025, salvo revoca anticipata.
La Regione ha ritenuto necessario emanare un provvedimento a tutela della salute e dell’igiene pubblica, finalizzato a ridurre l’impatto dello stress termico ambientale sulla salute dei lavoratori impegnati all’aperto senza possibilità di ripararsi dal sole e dalla calura. La prolungata esposizione al sole rappresenta un pericolo per la salute dei lavoratori, perché può causare stress termico e colpi di calore, con esiti talvolta anche gravi.
“Tutelare i lavoratori per noi è una responsabilità e su questo abbiamo registrato grande disponibilità delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali, per un’assunzione comune nello spirito del Patto per il Lavoro e per il Clima- evidenziano il vicepresidente della Regione, Vincenzo Colla, e l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia-. Benché in Emilia-Romagna molte aziende si siano già attivate per trovare soluzioni adeguate- hanno puntualizzato-, serviva un atto in grado di garantire omogeneità delle misure sul territorio regionale e piena tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, compresa la possibilità di astensione dal lavoro nelle ore più calde della giornata. Gli aspetti fondamentali sono la flessibilità in entrata e in uscita dal luogo di lavoro, la rimodulazione degli orari, prevista peraltro dalla contrattazione”.
L’ordinanza
La misura prevede che è fatto divieto di lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12.30 alle ore 16, nei settori agricolo e florovivaistico, nei cantieri edili e affini, nonché nei piazzali della logistica (limitatamente a quelli destinati in via esclusiva e permanente al deposito merci, con esclusione delle pertinenze dei magazzini coperti), ad ogni lavoratrice e lavoratore, senza alcuna differenza di ruoli, inquadramento e applicazione contrattuale, nei giorni e nelle aree in cui la mappa del rischio pubblicata sul sito internet http://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ – riferita a: ‘lavoratori esposti al sole’ con ‘attività fisica intensa’ ore 12 – segnali un livello di rischio “Alto”. L’Inail, nell’ambito del progetto Worklimate (Inail-Cnr), ha reso disponibile sul sito web www.worklimate.it le mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione al caldo, al fine di contenere tale rischio per i lavoratori, tanto più per chi svolge attività fisica intensa.
Con riferimento alle attività svolte dai concessionari di pubblico servizio o connesse a ragioni di pubblica utilità e pronto intervento, i datori di lavoro adottano idonee misure organizzative finalizzate a salvaguardare le prestazioni dei servizi pubblici essenziali.
La mancata osservanza degli obblighi indicati dall’ordinanza comporterà le sanzioni previste per legge (art. 650 c.p.), se il fatto non costituisce più grave reato.
L’ordinanza è pubblicata sul sito della Regione Emilia-Romagna al link https://www.regione.emilia-romagna.it/stop-al-lavoro-in-condizioni-di-caldo-estremo (dove è possibile scaricarla e dove saranno pubblicate tutte le ulteriori informazioni) e sarà trasmessa, per gli adempimenti di legge, ai prefetti e a tutti sindaci dei comuni emiliano-romagnoli, alle Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, dei datori di lavoro e delle associazioni di categoria.




Camion si ribalta lungo il Passo Penice (PC). Interviene il Soccorso Alpino

Nel pomeriggio di oggi la stazione Monte Alfeo del Soccorso Alpino è stata attivata dalla Centrale Operativa del 118 per un incidente avvenuto in una zona boschiva nei pressi della strada statale 481, lungo il Passo Penice, nel territorio comunale di Bobbio (PC).
Un camion che stava percorrendo la salita si è ribaltato, probabilmente a causa del peso del carico che ha compromesso la stabilità del mezzo, facendolo finire fuori strada nella boscaglia sottostante. Alla guida un uomo di 62 anni, originario di Lecco, che fortunatamente è rimasto all’interno della cabina senza essere sbalzato all’esterno.
Sul posto sono intervenuti i tecnici del Soccorso Alpino che hanno collaborato con l’équipe tecnica e sanitaria dell’elisoccorso EliParma. Dopo le prime valutazioni mediche, è stato deciso di trasportare l’infortunato, cosciente e collaborativo, all’ospedale Maggiore di Parma per accertamenti.
Presenti anche i Vigili del Fuoco e i carabinieri di Bobbio, oltre al personale dell’ambulanza intervenuto per i primi soccorsi.




Il Premio Solidarietà per la vita Santa Maria del Monte per migliorare il dispensario di Dondi, in Congo

«Mi è arrivata con sorpresa a Dondi la notizia dell’attribuzione di questo Premio. Con sorpresa perché il mio servizio nell’est della Repubblica Democratica del Congo non è per me nulla di eroico o straordinario, ma semplicemente la risposta ad una chiamata del Signore che ho vissuto e continuo a vivere come parte integrante del mio essere sacerdote». Queste le prime parole di padre Romano Segalini, vincitore della trentacinquesima edizione del “Premio Solidarietà per la vita Santa Maria del Monte”, promosso dalla Banca di Piacenza e consegnato, come da tradizione, l’ultima domenica di giugno nel corso di una partecipata cerimonia nel suggestivo contesto del piccolo santuario mariano. Parole scritte in una lettera di cui ha dato lettura il nipote Gabriele Segalini.
«Sono grato alla Banca e alla Commissione giudicatrice – prosegue la missiva – per aver voluto accendere l’attenzione non tanto sulla mia persona, ma su questa regione così travagliata da guerre e tensioni, troppo spesso ignorata dai media e sfruttata per le sue enormi ricchezze».
«Nello spirito che ha animato il fondatore della mia Congregazione, San Daniele Comboni, ovvero “Salvare l’Africa con gli africani”, qui a Dondi – racconta il religioso piacentino – attraverso scuole, ospedali, occasioni di formazione per gli operatori pastorali lavoriamo come missionari insieme alla gente per la promozione della persona a 360 gradi. Proprio questa domenica, festa dei Santi Pietro e Paolo, avremo l’onore di ospitare il vescovo della diocesi di Isiro, mons. Dieudonné Madrapile Tanz, per illustrargli il cammino della nostra comunità».
La lettera così conclude: «Il premio Solidarietà per la Vita è un grande aiuto per continuare i progetti, sia nel campo dell’istruzione che soprattutto del dispensario intitolato a Madre Teresa di Calcutta, un piccolo fiore all’occhiello in una zona dove la sanità pubblica è allo sbando. Potremo investire sul personale, migliorare le attrezzature e l’accoglienza. Qui la connessione Internet non è delle migliori e io non sono un grande esperto, chiedo scusa quindi se arrivo a voi solo attraverso queste poche parole. Grazie di cuore a tutti da parte mia e da parte delle persone della comunità. Grazie agli amici della parrocchia di Podenzano che da sempre mi accompagnano e che si sono prodigati anche stavolta, ho saputo, per la segnalazione per questo riconoscimento. Vi aspettiamo a Dondi e, come dico sempre, restiamo uniti nella preghiera. Noi certamente da qui pregheremo per tutti voi».
Questa la motivazione del Premio letta dall’ispettrice volontaria della Croce Rossa Giuliana Ceriati: “Fin dal 1976 padre Romano Segalini opera come missionario comboniano nel nord-est del Congo, un’area a lungo presa di mira dai ribelli che con le loro truppe hanno devastato villaggi, rapito donne e bambini, ucciso senza pietà. Lo stesso missionario piacentino ha rischiato la vita, ma non ha mai voluto abbandonare quella che considera la sua gente. Padre Romano è partito ogni volta da aree in cui non esisteva nulla, lasciandole poi dotate di ospedali, scuole di ogni ordine e grado, chiese e centri educativi affidati a personale locale appositamente istruito. Nonostante le precarie condizioni di salute e l’avanzare dell’età, padre Romano continua la sua missione in Africa con accanto le persone che lui stesso ha formato”.
Il viceprefetto vicario Attilio Ubaldi ha spiegato le ragioni della scelta fatta dalla Commissione giudicatrice del Premio: «Il riconoscimento va a un grande uomo di fede che ben rappresenta la grandezza del padre fondatore della Congregazione di cui fa parte, Daniele Comboni. Grazie alla Banca di Piacenza e a questa comunità così coesa».
Un ringraziamento all’Istituto di credito arrivato anche da Franco Albertini, sindaco del Comune Alta Val Tidone (rappresentato anche dall’assessore Giovanni Dotti e dai consiglieri delegati Alessandro Buroni e Carlo Fontana) che ha ricordato «colui che questa festa della vita ha fortemente voluto e sostenuto negli anni, Corrado Sforza Fogliani». Il primo cittadino ha espresso un ringraziamento anche al presidente della Banca dott. Nenna, al vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio, al viceprefetto vicario, alle autorità politiche, militari, civili, ai colleghi sindaci e ai loro rappresentanti, ai sacerdoti, al Coro di Campremoldo “Voci dal mondo”, alla Polizia municipale, alla Pro loco di Strà-Trevozzo (associazione che ha allestito l’apprezzato buffet campagnolo), agli Amici del Monte e al Gruppo volontari della Protezione civile Tidone-Tidoncello. «Dal Monte si stacca un messaggio che vola in Africa – ha concluso il sindaco Albertini – per accendere nuove luci nel buio della povertà».
Giuseppe Nenna, presidente della Banca di Piacenza (presente anche il vicepresidente Domenico Capra, il direttore generale e a.d. Angelo Antoniazzi, il vicedirettore generale Pietro Boselli e altri dirigenti), ha ricordato l’avv. Sforza Fogliani e mons. Ponzini, ideatori del Premio, che ha rappresentato «trentacinque anni di belle storie», un’iniziativa di cui la Banca «è orgogliosa» e che «continuerà a portare avanti».
Alla cerimonia era presente anche il nuovo parroco di Trevozzo (insediatosi proprio domenica mattina) don François Kitenge Owandji, che ha portato un saluto esprimendo ammirazione per padre Romano, «un figlio della nostra terra che ha consegnato la sua vita per la mia nazione d’origine e di questo lo ringrazio».
Alla manifestazione (condotta da Lavinia Curtoni dell’Ufficio Relazioni esterne dell’Istituto di credito) hanno assistito il tradizionale numeroso pubblico e, oltre a quelli già citati, diversi altri amministratori, tra i quali la senatrice Elena Murelli, il sindaco di Pianello Mauro Lodigiani e il vicesindaco Piacenza Matteo Bongiorni (in rappresentanza del sindaco Katia Tarasconi), il consigliere provinciale Massimiliano Morganti e l’assessore del Comune di Ziano Micaela Manara. Tra le autorità, il comandante dei Carabinieri di Bobbio, Maurizio Piccioni e il presidente della Croce Rossa Giuseppe Colla.
Il premio (oltre alla pergamena con la motivazione, un assegno di 3.500 euro) è stato consegnato al fratello di padre Segalini, Aldo di 91 anni, al termine della messa celebrata dal vescovo emerito della Diocesi di Piacenza-Bobbio mons. Gianni Ambrosio, coadiuvato da don Davide Maloberti.




Cambio al vertice dell’Ortopedia e Traumatologia: Maniscalco lascia Piacenza per Chieti, nominato Quattrini

Cambio al vertice dell’Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Piacenza. Dal 1 luglio, il professor Pietro Maniscalco lascerà la direzione della struttura, incarico ricoperto per 16 anni, per assumere un nuovo prestigioso ruolo come professore ordinario all’Università di Chieti.
D’intesa con l’Università di Parma, in attesa del completamento delle procedure accademiche, la direzione aziendale ha designato come facente funzione il professor Fabrizio Quattrini, attuale responsabile della struttura semplice di Traumatologia dello sport.
“La nostra è una scelta di prospettiva, con l’incarico a professionista giovane e di comprovata esperienza – evidenzia il direttore generale Paola Bardasi – che vanta una piena padronanza clinica in tutti gli ambiti della specialistica”.

“Al professor Maniscalco – aggiunge – va il nostro ringraziamento per il lungo e proficuo impegno professionale e umano al servizio dei pazienti e della comunità piacentina. Non possiamo che augurargli un brillante futuro accademico. Non escludiamo anche in futuro di poter collaborare ancora con lui”.
“Non vado via a cuor leggero. A Piacenza – commenta il professor Maniscalco – ho vissuto sedici anni meravigliosi: intensi, difficili, ma anche ricchi di soddisfazioni, per me e per tutto il gruppo (medici, infermieri, operatori socio sanitari, fisioterapisti…) che ho avuto il privilegio di dirigere. Ringrazio tutti per la fiducia, il supporto e l’affetto. È stato un onore essere il primo professore ordinario in servizio all’ospedale di Piacenza. Vado a Chieti a lavorare ma rimarrò a vivere qui con la mia famiglia. Non è quindi il tempo dei rimpianti, né delle polemiche. È invece quello di ripartire, con quell’entusiasmo, grinta e determinazione che credo mi abbiano contraddistinto in 60 anni”.

“Il reparto di Ortopedia e Traumatologia – evidenzia il direttore sanitario Andrea Magnacavallo – è a direzione universitaria. D’intesa con il rettore, abbiamo affidato la guida al professor Quattrini, professionista stimato, conosciuto e competente. Il suo profilo clinico e scientifico è solido, con un’esperienza che gli consente di proseguire con autorevolezza nel percorso di sviluppo del servizio”.
Quarantaquattro anni, originario di Legnano (Milano), Quattrini è in servizio a Piacenza dal 2017.
Specialista in Ortopedia e Traumatologia, Quattrini ha costruito il proprio percorso formativo e professionale in contesti di alto livello, trascorrendo sette anni alla Clinica ortopedica e traumatologica universitaria dell’IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, sotto la direzione del professor Francesco Benazzo, tra i massimi esperti del settore a livello nazionale. A completamento della propria preparazione, ha conseguito un master in patologia del ginocchio.
A Piacenza dal 2022 è alla guida della struttura semplice di Traumatologia dello sport, distinguendosi per un approccio clinico completo e aggiornato. È membro e istruttore per società scientifiche nazionali e internazionali, tra cui AO Trauma – fondazione internazionale di riferimento per la ricerca e la formazione in traumatologia – e SIAGASCOT, società scientifica italiana di riferimento per la chirurgia del ginocchio.
Ricercatore universitario all’Università di Parma dal 2022, insegna nei corsi di laurea in Medicine & Surgery e Fisioterapia con sede a Piacenza. Il passaggio al ruolo di professore associato, previsto per il 1 settembre 2025, segna una nuova tappa in un percorso accademico e professionale coerente e solido.
A 44 anni, il professor Quattrini assume la guida dell’unità operativa con un profilo già maturo e pienamente competente, pronto a dare continuità e sviluppo al progetto di crescita del reparto (dove in questi mesi si stanno inserendo tre nuovi professionisti) integrando l’attività clinica con la didattica e la ricerca, in una prospettiva sempre più orientata all’innovazione e alla qualità delle cure.

Nella foto, da sinistra: il direttore sanitario Andrea Magnacavallo, il direttore uscente Pietro Maniscalco, il direttore facente funzioni Fabrizio Quattrini e il direttore generale Paola Bardasi.




Consegnato il bisturi d’oro a Roberto Scarpioni

E’ stato consegnato questa mattina a Mareto a Roberto Scarpioni, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Nefrologia-Dialisi dell’ospedale di Piacenza il Bisturi d’oro. Come di consueto la cerimonia si è svolta nella chiesa del paese alla presenza di varie autorità, al termine della messa.

Istituito per valorizzare il lavoro di medici e chirurghi il premio è giunto alla sua 51° edizione. Ai premiato viene consegnata un’opera dono del maestro orafo Giulio Manfredi.

Le congratulazioni della sen. Murelli

«Desidero esprimere le mie più sincere congratulazioni al professor Roberto Scarpioni per il prestigioso riconoscimento del Bisturi d’Oro, che gli è stato conferito oggi a Mareto. Un premio che valorizza non solo le sue competenze mediche, ma anche – e soprattutto – l’umanità, la passione e la dedizione con cui ha sempre svolto il suo lavoro.”

Così la senatrice Elena Murelli interviene per celebrare il riconoscimento assegnato al professor Scarpioni, figura di riferimento della sanità piacentina e nazionale. «La sua carriera è costellata di risultati importanti, ma ciò che colpisce davvero è il modo in cui si prende cura dei pazienti, con rispetto, attenzione e un’umanità rara. Servono persone come lui per ispirare i giovani medici e operatori sanitari e per ricordarci che dietro ogni camice c’è una persona che sceglie ogni giorno di mettere al centro il paziente» continua la capogruppo della Lega in commissione Sanità.

“Credo sia fondamentale – afferma Murelli – fare un grande sforzo di comunicazione per valorizzare le eccellenze del nostro ospedale di Piacenza. Troppo spesso bistrattato in questo periodo da episodi negativi ma di cui invece non si conoscono le professionalità straordinarie e i servizi di qualità che abbiamo sul territorio. Dobbiamo raccontarli, promuoverli, farli emergere, perché rappresentano un patrimonio di competenze e di umanità che merita il massimo riconoscimento».

«Al professor Scarpioni – conclude la senatrice – va la mia stima più profonda e il ringraziamento di tutta la comunità piacentina».




Aggressione shock ai giardini di via Ottolenghi: tre giovani accoltellati

Attimi di incomprensibile violenza nella tarda serata di sabato 28 giugno, nei giardini pubblici di via Ottolenghi, nel quartiere Galleana di Piacenza. Tre giovani di origine cingalese sono rimasti feriti da coltellate inferte da un gruppetto di coetanei – presumibilmente di origine nordafricana – che, secondo numerose testimonianze, si sarebbero accaniti contro le vittime senza alcuna ragione apparente.
Il fatto è avvenuto intorno alle 23, in un’area verde a quell’ora ancora frequentata da famiglie, bambini e gruppi di amici in cerca di refrigerio nella calda serata estiva.
I tre aggressori sarebbero arrivati ai giardini a bordo di monopattini elettrici, individuando subito le loro vittime, sedute tranquillamente su una panchina. Poco prima dell’attacco – sempre secondo quanto riferito da alcuni testimoni– uno di loro avrebbe urlato in tono provocatorio: «Dove sono i piacentini?», per poi estrarre un’arma da taglio e colpire i tre giovani.
Sul posto sono intervenute rapidamente le volanti della questura, supportate da una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei carabinieri. Ma all’arrivo delle forze dell’ordine, i tre assalitori si erano già dileguati, facendo perdere le proprie tracce.
I feriti, tutti coscienti, sono stati medicati sul posto dagli operatori sanitari del 118 e successivamente trasportati al pronto soccorso dell’ospedale di Piacenza. Nessuno di loro sarebbe in pericolo di vita. I giovani hanno riferito di non conoscere i loro aggressori e di non aver avuto alcun tipo di scontro o contatto con loro prima dell’assalto.
Le indagini, affidate alla polizia, sono in corso. Gli investigatori stanno analizzando le testimonianze raccolte e le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona per risalire all’identità degli autori dell’aggressione. Non si esclude alcuna ipotesi, ma al momento tutto fa pensare a un gesto insensato, probabilmente dettato da rabbia, disagio o volontà di intimidazione.
Un episodio inquietante che riaccende i riflettori sul tema della sicurezza e fa seguito alla rissa della scorsa settimana in via IV Novembre.
(Foto di repertorio)




Coltellate in via Ottolenghi, Fratelli d’Italia: “Ora basta veramente”

“La violenza è sempre sbagliata, specialmente se efferata come avvenuto in via Ottolenghi, oltre che del tutto gratuita e immotivata. Un episodio inquietante, ma non il primo, che fa la fotografia di una città che, a differenza di quanto alcune “anime belle” si ostinano a sostenere, non è affetta dal razzismo, ma dalla delinquenza e dal degrado” lo scrive il coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia, commentando il gravissimo episodio verificatosi nella serata di sabato in via Ottolenghi, dove alcuni nord africani hanno aggredito a coltellate altri ragazzi presenti nell’area verde, passando armati in mezzo a tutti gli astanti.
“E’ del tutto intollerabile che in una città come Piacenza il solo uscire dalla propria abitazione per recarsi in un giardino, oppure passeggiare in via Dante o nei pressi di piazza Cittadella, sia diventato un rischio per la propria incolumità. Spiace – rimarcano gli esponenti locali del partito di Giorgia Meloni – che vi sia in corso in questi giorni un tentativo di “politicizzare” vicende che attengono a tutt’altri ambiti, con il vergognoso e squallido tentativo di ascrivere al centrodestra il clima di intolleranza che si appalesa. Pare invece, a fronte della ennesima resa dei conti stile “O.K. Corral”, che il problema sia il tentativo peloso di minimizzare una situazione che ha assunto una gravità senza precedenti e che richiede, da parte di tutte le persone di buon senso, una reazione di prevenzione decisa e di dura repressione. Ora basta, si, ma basta veramente.”




La comunità islamica di Piacenza sui fatti di via IV Novembre: “No alla strumentalizzazione dei gravi fatti di cronaca”

La comunità islamica di Piacenza interviene con una Nota stampa sulla vicenda di via IV Novembre e invita ad evitare strumentazioni.
Intanto oggi è circolato un messaggio Facebook in cui il segretario nazionale delle comunità islamiche italiane UCOII, Yassine Baradai,esternava il suo forte disappunto nei confronti del sindaco Katia Tarasconi per la dichiarazione diffusa ieri dal primo cittadino di Piacenza sui fatti del Cheope. In particolare a Baradai. Non è piaciuta la frase Non si combatte il degrado con il degrado perché a suo giudizio affermarlo “senza spiegarlo è esattamente riconoscere che i nordafricani sono un degrado”.

Questo invece il testo della comunità islamica piacentina.

“Dopo i recenti fatti di cronaca avvenuti nella serata di mercoledì scorso, che hanno visto il coinvolgimento di giovani in via IV Novembre, sui quali sono in corso i dovuti accertamenti degli investigatori e benché i fatti siano di una gravità inaccettabile per la nostra Città, costatiamo una volontà da parte di piccoli gruppi e singoli di alimentare la divisione e intaccare la coesione sociale cittadina della quale, fino ad ora, Piacenza si è connotata.

Per ciò, in momenti come questi, è necessario l’impegno di tutti per emarginare ogni tipo di pensiero divisivo e di contrapposizione, nonché di partigianeria.
La comunità islamica di Piacenza è da anni impegnata con un lavoro continuo e costante, sopratutto con i giovani, per rafforzare un senso di appartenenza alla comunità cittadina e per contrastare il disagio giovanile. Questo, assieme all’impegno della Chiesa, delle istituzioni, della società civile e di tante donne e uomini volenterosi, è un patrimonio che non può essere deturpato da un evento circoscritto.

L’invito della comunità rivolto indistintamente a tutti, ribadito oggi anche dall’imam durante la Jumuaa (sermone), quindi è quello di non lasciarsi trascinare in commenti, lamenti e azioni che possano acuire l’odio e i sentimenti di rivalsa verso altri, ma sentirsi uniti nel condannare fermamente ogni tipo di pensiero, emozione e azione negativa senza cadere nella strumentalizzazione da parte di chi vuole accrescere un proprio interesse.

Crediamo che per concorrere a disinnescare dinamiche di violenza, sarà necessario da parte delle varie anime cittadine, contribuire a favorire momenti di dialogo e di sano confronto sui reali problemi che esacerbano i cittadini.
Il bene comune e la coesione sociale devono essere sempre al centro della nostra attenzione e la nostra priorità assoluta in tempi sempre più incerti e connotati da crescenti tensioni”.




Spazio 2 cambia nome e diventa “hub di comunità”

Un nuovo spazio nasce a Piacenza nell’area di via XXIV Maggio 51, nella storica sede di Spazio2, centro di aggregazione del Comune di Piacenza chiamato a diventare, a cura di una nuova rete di gestori, un “Hub di Comunità” ovvero un punto di riferimento per la cittadinanza, con attenzione soprattutto ai giovani, capace di offrire servizi, promuovere la partecipazione e favorire la rigenerazione sociale e culturale.
Il progetto si realizza nell’ambito dell’Agenda trasformativa urbana del Comune di Piacenza, sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna con fondi PR FSE+ 2021-2027. L’Amministrazione comunale ne ha affidato la gestione alla rete costituita dal capofila Consorzio Sol.Co Piacenza, in partnership con le cooperative sociali Officine Gutenberg, Des Tacum, L’Ippogrifo, Eureka, L’Arco, Strade Blu e Consorzio Quarantacinque, che insieme hanno co-progettato lo spazio e lavorato per la sua trasformazione e ridefinizione.
Nel tardo pomeriggio di oggi, venerdì 27 giugno, l’apertura a tutta la cittadinanza e l’inaugurazione, in particolare, della rinnovata palazzina centrale, alla presenza delle istituzioni, con un aperitivo e un live musicale. Al taglio del nastro, occasione per svelare anche il nuovo nome della struttura, “Too Piacenza” e il relativo logo, nonché il progetto comunale Tendenze Factory, sono intervenuti il sindaco Katia Tarasconi, l’assessore alle Politiche Giovanili e Agenda 2030 Francesco Brianzi, l’Assessore regionale alle Politiche Abitative, Lavoro e Politiche Giovanili Giovanni Paglia e il dirigente del Settore Attività Culturali, Economia della Cultura e Giovani della Regione, Gianni Cottafavi. Per la rete di gestori, Paolo Menzani in rappresentanza del Consorzio Sol.Co e Gero Guagliardo di Officine Gutenberg, unitamente ai referenti della rete dei partner: per Tendenze Factory Nicola Curtarelli del Comitato provinciale ARCI Piacenza e per la Rete Giardini Sonori, Jacopo Rossi dell’Associazione Giano.
Durante la serata, arricchita dal live del musicista e cantautore Martino Adriani e da un momento conviviale, è stata ufficializzata la data dell’incontro riservato a tutti coloro che desiderano collaborare con il nuovo spazio, in calendario venerdì 11 luglio alle 18.
Come hanno spiegato i gestori: “Vogliamo diventare un luogo che permetta alla cittadinanza più giovane di esprimere le proprie potenzialità e talenti, facilitare la transizione all’età adulta e il passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro, a partire dai percorsi di vita di ciascun frequentante. Renderlo un luogo accessibile a tutte e a tutti, senza “sbarramenti all’ingresso”, in cui le nuove generazioni, indipendentemente dai propri background e percorsi, possano formarsi e crescere e dove siano aiutate al meglio a comprendere i loro desideri per il futuro. In sintesi, vogliamo dare il nostro contributo nel creare una Piacenza migliore per i giovani, a partire da questo specifico luogo.”
Gli obiettivi della rete sono diversi: realizzare e ospitare iniziative che attraggano i giovani, li coinvolgano in attività di sviluppo personale e delle proprie competenze, colmare il gap con i servizi disponibili avvicinando ragazze e ragazzi al mondo dell’istruzione, della scuola e del lavoro, ponendo particolare attenzione al coinvolgimento della rete cittadina di realtà che lavorano con i giovani e sui temi della formazione, agendo come una sorta di piattaforma.
Uno spazio, dunque, che intende promuovere formazione, sviluppo delle competenze e internazionalizzazione, rivolgendosi in primis alle giovani generazioni che ne rappresentano il target principale: studenti di scuole superiori, Erasmus e universitari, associazioni giovanili, NEET, ragazzi con background migratorio e di seconda generazione, giovani lavoratori e giovani talenti, giovani imprenditori, produttori e artigiani. I giovani destinatari potranno sviluppare qui i propri talenti e trovare occasioni di aggregazione e di crescita; un’attenzione particolare, inoltre, verrà rivolta alle persone con fragilità, alla riduzione delle diseguaglianze e all’integrazione di gruppi vulnerabili.
Il progetto si rivolge anche a chi lavora con il tessuto giovanile di Piacenza, come scuole superiori ed enti di formazione, imprese e associazioni di categoria, Enti del Terzo Settore, associazioni attive in città e nel quartiere, a cui verrà data la possibilità di instaurare alleanze e parternariati per progettare e avviare nuovi servizi e attività sperimentali e innovative.
A partire dalla fine di giugno (dal 30 l’apertura al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 20) l’invito alla collettività sarà a “pensare a questo spazio come se fosse anche tuo”: cittadine e cittadini potranno comunicare le loro proposte, che riguardino un evento, un festival, un laboratorio che vorrebbero realizzare nella struttura, un’iniziativa da co-progettare insieme ai gestori, il coinvolgimento della propria azienda o ente come sponsor, finanziatore o erogatore di servizi in convenzione, o ancora, la propria disponibilità come volontaria o volontario, con l’obiettivo di sviluppare insieme le diverse idee di una Piacenza migliore per i giovani.
Che cosa troveranno, intanto, nel nuovo spazio? Postazioni ad accesso libero per studiare o lavorare, proposte aggregative ed educative, un punto di riferimento per conoscere le opportunità del territorio rivolte ai giovani, accompagnamento e facilitazione alla progettazione per le associazioni giovanili, workshop e laboratori creativi. E ancora, eventi musicali, artistici, culturali, un club che ospiterà le performance live della scena musicale indipendente locale, sale, attrezzature e supporto per organizzare incontri, feste ed eventi, sportelli di orientamento e di sostegno alle start up, dedicati alla mobilità internazionale, alla facilitazione digitale e di supporto ai talenti.
Per ulteriori informazioni: info@toopiacenza.it
Tra i progetti presentati oggi, Tendenze Factory, che si articolerà in varie tappe a cominciare, dal 5 al 7 settembre nella cornice della ex Caserma Cantore, da Tendenze Showcase, per la direzione artistica di Arci Piacenza: una vetrina di proposte musicali locali, nazionali ed internazionali e, come di consueto, diversi stage ma anche tanto altro.
Si prosegue con Tendenze Lab che partirà ad ottobre e proporrà, fino a settembre 2026, un ricco ventaglio di percorsi:
– un laboratorio di composizione e produzione musicale a cura dello staff di Giardini Sonori, in cui si impareranno tecniche di scrittura, arrangiamento e produzione di musica inedita;
– un corso per tecnico audio/luci tenuto da Doc Servizi;
– un laboratorio coreografico e di performance sotto la guida di Pc Radio Cult, per l’insegnamento di coreografie, adattamento al tema musicale, sperimentazione con la telecamera e prove sul set;
– un laboratorio di videoclip narrativo dell’associazione Noh Studio, in cui i ragazzi verranno guidati nella realizzazione professionale di videoclip a basso budget;
– un laboratorio di podcast, sempre a cura di Noh Studio;
– un laboratorio di broadcast dell’associazione Pc Radio Cult, pensato per portare i ragazzi ad una comprensione completa del processo di creazione e gestione di una stazione radio online, con un equilibrio tra teoria, pratica e competenze tecniche e creative;
– “Container”, ovvero una piattaforma di registrazione e diffusione dei transiti artistici che animeranno la provincia di Piacenza durante tutto il percorso laboratoriale a cura di Dappertutto.
Si arriverà a settembre 2026 e sarà il momento del ritorno del Tendenze Festival




I sindacati sui fatti di via IV Novembre: “La violenza non può mai essere giustificata, nemmeno di fronte a eventuali provocazioni”

Continuano le prese di posizione sulla rissa di via IV Novembre.Oggi arrivano quelle dei sindacati che pubblichiamo qui di seguito.

Cisl e Uil Piacenza

Michele Vaghini – Cisl Parma Piacenza e Francesco Bighi – Uil Piacenza, firmano un comunicato congiunto.

“L’episodio di violenza verificatosi in via IV Novembre rappresenta un segnale di allarme, un avvertimento a tutti i piacentini per quella che è una strada da non percorrere nei prossimi anni.
Innanzitutto, sarà fondamentale attendere che le indagini delle forze dell’ordine facciano piena luce sulla dinamica dei fatti, per comprendere responsabilità e circostanze precise di quanto accaduto.
Episodi come questo ci riportano alla mente quanto l’odio basato sulla nazionalità sia un veleno sociale che la storia del Novecento ha tragicamente insegnato essere pretestuoso e distruttivo per l’intera comunità.
Non possiamo permettere che pregiudizi di questo tipo inquinino il tessuto sociale della nostra città.
È importante sottolineare che le migliaia di lavoratrici e lavoratori stranieri che operano quotidianamente nei diversi settori produttivi piacentini – dalla logistica alla metalmeccanica, dal commercio alla ristorazione, dall’agricoltura all’edilizia fino ad arrivare all’assistenza alle persone e alla sanità – non possono e non devono essere accomunati a chi commette reati. Questa distinzione è fondamentale per mantenere la coesione sociale.
La violenza non può mai essere giustificata, nemmeno di fronte a eventuali provocazioni.
Il dialogo e la legalità devono sempre prevalere sulla forza bruta.
In vista delle prossime manifestazioni organizzate nel nostro territorio, ci auguriamo che si svolgano nel pieno rispetto delle regole democratiche e della sicurezza pubblica, come sempre avvenuto durante la festa dei lavoratori, ogni 1° maggio.
Infine, il tema della sicurezza urbana non deve diventare appannaggio esclusivo di una parte politica: riguarda tutti i cittadini e richiede un approccio condiviso, basato su dati oggettivi e soluzioni concrete, non su strumentalizzazioni ideologiche.
La cultura del “farsi giustizia da soli” rappresenta un fenomeno che si allontana completamente dai principi di giustizia e di ristabilimento dell’ordine pubblico, configurandosi invece come un elemento che alimenta ulteriormente le tensioni e la frammentazione del tessuto sociale.
È del tutto legittimo che i cittadini richiedano alle istituzioni competenti maggiore sicurezza e il pieno rispetto delle norme che regolano la convivenza civile, perché la sicurezza è un tema che non dev’essere appannaggio di parti politiche ma è un bene che riteniamo debba considerarsi comune.
Tuttavia, quando si passa dall’esigere interventi istituzionali al sostituirsi alle autorità preposte, si entra in un territorio non solo pericoloso ma anche contrario alla legge.
Questa deriva verso forme di “giustizia privata” diventa ancora più preoccupante quando viene amplificata dalla ricerca di visibilità sui social media, dove la spettacolarizzazione degli episodi finisce per esacerbare ulteriormente le dinamiche conflittuali.
Tali azioni, in realtà, non producono alcun effetto positivo.
Non rappresentano né un deterrente efficace né una soluzione. Rispondere con la rabbia si rivela controproducente perché innesca unicamente meccanismi di odio e contrapposizione, creando un circolo vizioso che allontana sempre di più dalla possibilità di costruire soluzioni costruttive e durature”.

CGIL Piacenza

“La Camera del Lavoro – CGIL di Piacenza condanna fermamente l’aggressione a sfondo razziale avvenuta pochi minuti prima delle 23 di mercoledì 25 giugno in via IV Novembre.

Secondo quanto emerge da notizie di stampa, testimonianze dirette e dalle prime indagini della polizia giudiziaria, si sarebbe trattato di una violenta aggressione a sfondo razziale al termine di una manifestazione dedicata alla sicurezza che si era svolta poco prima al Pubblico Passeggio.

Due ragazzi di 22 e 24 anni, uno studente e un lavoratore, hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere.

In attesa che le indagini facciano piena luce su quanto accaduto è necessario ribadire con forza che Piacenza, decorata con la medaglia d’oro alla Resistenza, è da sempre una comunità capace di includere e integrare, grazie al lavoro, all’associazionismo, al volontariato e alle reti sociali forti e collaborative del territorio.

L’aggressione di mercoledì scorso è un segnale preoccupante che va condannato con determinazione. Come cittadini ci rivolgiamo alle istituzioni, a partire dal Ministero degli Interni, al quale chiediamo risposte in termini di contrasto a episodi di intolleranza razziale inaccettabili.

Episodi come quello avvenuto non sono degni della nostra storia e devono essere respinti e condannati con chiarezza da tutti coloro che rivestono un ruolo pubblico, a partire da movimenti e partiti che fanno della rappresentanza democratica la propria ragion d’essere. Una rappresentanza che, per essere davvero legittima, deve essere incardinata e ispirata ai principi costituzionali: lavoro, antifascismo, inclusione, pari opportunità.

Purtroppo, i fenomeni neofascisti trovano alimento anche nella normalizzazione del linguaggio d’odio.

L’opinione pubblica piacentina, negli ultimi giorni ha assistito a notizie preoccupanti attorno alla presenza di circoli di ispirazione neofascista. Poco dopo, una manifestazione sulla sicurezza pare dimostrarsi la cosa più insicura per una città: sfociare in gravi problemi di ordine pubblico per un’aggressione a sfondo razziale.

Quindi condannare questi episodi è un dovere all’interno di una comunità democratica e costituzionale.

Saremo sempre al fianco dei valori di solidarietà, rispetto, inclusione, partecipazione e antifascismo, che rappresentano le fondamenta della nostra convivenza civile e della nostra Costituzione”.

Le precedenti reazioni si possono leggere qui.