Inchiesta Ausl Piacenza. L’assessore Fabi: “Agiremo duramente qualora venissero accertate responsabilità penali o comportamenti non corretti”

Davanti a varie prese di posizione politiche conseguenti alla nuova inchiesta giudiziaria che coinvolge l’Ausl di Piacenza arriva da parte dell’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Massimo Fabi  una risposta per ora molto interlocutoria che lascia intendere come non sarebbe all’orizzonte alcuna azione immediata nei confronti dei vertici dell’azienda sanitaria piacentina. Fabi commentando la notizia ha detto: “Prendiamo atto della conclusione delle indagini della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica su irregolarità riscontrate negli appalti dell’Ausl di Piacenza che riguardano anche dipendenti dell’Azienda stessa. Ribadiamo il pieno rispetto dell’operato della magistratura e confermiamo la doverosa piena collaborazione con gli organi competenti. A maggior ragione, la cura delle persone deve avere come prerequisiti fondamentali trasparenza, legalità e qualità dell’assistenza, né può essere la salute, bene pubblico, oggetto di frode e interesse”.

“Nell’ovvio rispetto del principio di presunzione di innocenza e delle tutele previste dall’ordinamento – conclude l’assessore -, la Regione agirà duramente e con fermezza qualora venissero accertate responsabilità penali o comportamenti non corretti a esito degli accertamenti giudiziari”.

 

 




Ausl Piacenza. Tagliaferri (FdI): “Commissariare subito l’Ausl di Piacenza e sospendere la direttrice Bardasi”

Il Vicepresidente dell’Assemblea legislativa Giancarlo Tagliaferri (FdI) attende ulteriori sviluppi nell’inchiesta per peculato, ed altri gravi reati, condotta dalla Procura e dalla Guardia di Finanza di Piacenza con riferimento alla gestione di procedure ed appalti contestata a numerose figure della locale Ausl, ricordando altresì i recenti eventi di cronaca giudiziaria che hanno dominato sui media locali e regionali in materia sanitaria.

“Commissariare immediatamente l’Ausl di Piacenza e sospendere la Direttrice Generale Bardasi – rimarca il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia – rappresenterebbe un gesto a tutela del buon nome della sanità piacentina, nonché una attività di garanzia nei confronti della dirigente stessa in attesa di nuovi sviluppi”.

E’ particolarmente chiaro il giudizio del consigliere Giancarlo Tagliaferri (FdI) nell’apprendere dell’ulteriore scandalo che riguarda l’Ausl diretta da Paola Bardasi.

“Non voglio assolutamente esprimere ulteriori commenti mentre l’inchiesta della Procura che unitamente alla Guardia di Finanza è nel pieno del suo svolgimento, ma credo che il Commissario potrebbe portare serenità in un ambito ancora scosso dalle precedenti vicende di cronaca giudiziaria, mentre la sospensione della dottoressa Bardasi potrebbe aiutare a chiarire responsabilità e omissioni di un sistema evidentemente tossico per tutti: per i lavoratori onesti, per i pazienti e per la collettività intera”.

Dal tono interlocutorio la risposta arrivata dall’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Massimo Fabi davanti a varie prese di posizione politiche. Fabi commentando la notizia ha detto “Ribadiamo il pieno rispetto dell’operato della magistratura e confermiamo la doverosa piena collaborazione con gli organi competenti”, aggiungendo “qualora venissero accertate responsabilità penali o comportamenti non corretti la Regione agirà duramente e con fermezza a esito degli accertamenti giudiziari”.

Non sembrerebbe dunque essere all’orizzonte alcuna azione immediata.




Ausl di Piacenza. Appalti truccati per oltre 7 milioni: 20 indagati tra funzionari pubblici e manager di multinazionali

Una nuova, grossa, tegola si abbatte sulla Ausl di Piacenza al termine di una articolata indagine della Guardia di finanza. Dopo i medici arrestati per droga, il primario arrestato per violenza sessuale ora venti persone, tra dirigenti, funzionari e dipendenti pubblici dell’azienda sanitaria di Piacenza, oltre a manager di società private – anche multinazionali attive nel settore delle forniture medico-diagnostiche e ortopediche – sono state raggiunte da un avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura di Piacenza.

L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, ha portato alla contestazione, a vario titolo, di reati gravi come peculato, turbativa d’asta, abuso d’ufficio, esercizio abusivo della professione e falso ideologico in atti pubblici.

Le indagini, sviluppate dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, hanno riguardato appalti pubblici per un valore di oltre 7 milioni di euro e l’impiego di fondi PNRR pari a 17 milioni, destinati alla realizzazione e all’ammodernamento di strutture sanitarie territoriali.

Attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi dei tabulati, pedinamenti, perquisizioni e l’esame di testimoni, è emerso un quadro articolato di irregolarità nella gestione degli appalti. Le anomalie riguardano l’adozione sistematica di procedure inadeguate – come affidamenti diretti reiterati, proroghe ingiustificate e acquisti in economia – con l’obiettivo di eludere le regolari gare pubbliche, favorendo fornitori prestabiliti.

I finanzieri hanno accertato anche numerosi incontri tra dirigenti pubblici e rappresentanti delle aziende fornitrici, finalizzati a orientare le procedure di acquisto di apparecchiature sanitarie di elevato valore. Un modus operandi che ha sollevato pesanti dubbi sulla correttezza delle assegnazioni.

Particolarmente gravi anche le irregolarità riscontrate nella gestione di quattro progetti finanziati con fondi PNRR, per un totale di 17 milioni di euro. In alcuni casi, per non perdere il finanziamento, i responsabili avrebbero firmato verbali attestanti falsamente la conformità tra i progetti definitivi e quelli di fattibilità, pur in presenza di criticità tecniche ed economiche.

Intanto il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri (FdI) chiede di commissariare subito l’Ausl di Piacenza e sospendere la direttrice Paola Bardasi.

Questa la risposta dell’assessore regionale Massimo Fabi.

Il comunicato della Ausl di Piacenza.

 

 




Il Genio Pontieri di Piacenza domenica impegnato nel disinnesco di due bombe a Parma

L’Esercito Italiano sarà impegnato nel Comune di Parma nell’attività di bonifica di due bombe d’aereo da 500 libbre ciascuna, di fabbricazione americana e risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Il ritrovamento degli ordigni è avvenuto all’interno di un cantiere situato in una ex area militare, durante le operazioni di bonifica sistematica condotte da una ditta specializzata nel rilevamento di ordigni bellici.

In particolare, gli artificieri dell’Esercito del 2° Reggimento Genio Pontieri di stanza a Piacenza entreranno in azione, attraverso il coordinamento dalla Prefettura di Parma e del Comando Forze Operative Nord di Padova, domenica 15 giugno per neutralizzare le due bombe d’aereo. L’operazione prevede la rimozione in sito dei sistemi d’innesco dai due ordigni e successivamente il trasporto dei residuati bellici privi di spolette presso la cava “Laterlite” in località Rubbiano di Solignano dove saranno successivamente fatti brillare. Per far questo gli artificieri dell’Esercito utilizzeranno speciali attrezzature ad alta connotazione tecnologica

In considerazione della complessità dell’intervento e della densità di urbanizzazione dell’aerea interessata, al fine di contenere i disagi alla collettività i militari del Genio dell’Esercito hanno realizzato intorno a ciascun ordigno una speciale struttura protettiva in terra rinforzata (camera di espansione), progettata per contenere gli effetti di un’eventuale esplosione accidentale durante la delicata fase di disinnesco. Questa mitigazione ha consentito di ridurre sensibilmente il raggio della zona di sicurezza (detta “zona rossa”), riducendo a 470 metri di raggio la zona di sgombero. Durante le operazioni di bonifica saranno evacuate circa 6.000 persone.

Dall’inizio dell’anno, gli artificieri del Genio Pontieri hanno distrutto 2 bombe d’aereo, 1 bomba navale di profondità e oltre 150 ordigni bellici di varie dimensioni e tipologie nelle 13 province di competenza tra l’Emilia e la Toscana.

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Canottaggio: gli atleti della Vittorino ad un soffio dalla Nazionale azzurra

Fine settimana ricco di eventi agonistici per la Vittorino da Feltre, tanto che la squadra di canottaggio si è divisa in due campi di regata per due differenti competizioni.
Sul lago di Piediluco, in provincia di Terni, si sono disputate le selezioni valide per i Campionati mondiali Under 19 e per la Coupe de la Jounesse. I primi atleti biancorossi a scendere in gara sono stati Marco Tinelli e Matteo Sardi nel due senza; i due giovani canottieri della Vittorino, dopo aver superato le qualificazioni, hanno disputato i quarti di finali chiudendo in settima posizione e terminando così la loro corsa per la Nazionale azzurra. In seguito ha poi gareggiato Viola Ferrari; l’atleta biancorossa, ancora nella categoria Under 17, ha superato l’ostacolo delle qualifiche che prevedeva una sola  eliminazione, gareggiando successivamente nei quarti di finale ottimamente conclusi in quinta posizione alle spalle della portacolori della Canottieri Pullino (recente argento europeo). Ottima prestazione, pur non avendo centrato la qualifica azzurra, anche per Dario Guerra che nella regata del singolo ha partecipato a una competizione molto selettiva con cinquantasei partecipanti. L’atleta piacentino ha chiuso brillantemente le qualifiche in seconda posizione, superando una prima grande scrematura, per poi concludere i quarti di finale, contro avversari molto più esperti, in sesta posizione.
Un’altra parte della squadra biancorossa ha invece gareggiato a Ravenna in una competizione regionale. Le iniziali condizioni critiche dovute al forte vento hanno messo in difficoltà i primi canottieri scesi in acqua tra cui Luca Groppi che, gareggiando nel singolo Under 19, ha chiuso in quarta posizione. Nella categoria Allievi C due atleti biancorossi si sono sfidati nella specialità del 7,20, in cui Ettore Tamborlani ha conquistato il terzo posto mentre il compagno di squadra Alberto Molari ha concluso in quinta posizione. Subito dopo hanno gareggiato per la prima volta in doppio Elissa Bosu e Carolina Maralaggia; nonostante la loro limitata esperienza e un affiatamento buono ma ancora da migliorare, le due atlete hanno terminato la gara in seconda posizione. Le successive competizioni sono state annullata dai giudici a causa del forte vento che rendeva impossibile lo svolgimento delle gare in sicurezza.

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La filiale di Farini della Banca di Piacenza ha festeggiato i suoi primi 65 anni

La Banca di Piacenza ha festeggiato il 65° anniversario dell’apertura, avvenuta nel 1960, della Filiale di Farini (comune della nostra montagna che allora si chiamava Farini d’Olmo e contava su una popolazione che superava le 5.000 unità – oggi circa 1.000). “Siamo veramente lieti – scrissero allora gli Amministratori della Banca – di aver portato un novello soffio di vita nella più tipica montagna piacentina, ultima custode delle tradizioni sane della nostra gente”.

Presenti alla “festa di compleanno” il presidente Giuseppe Nenna, il vicepresidente Domenico Capra, il direttore generale e a.d. Angelo Antoniazzi, il vicedirettore generale Pietro Boselli, Elisabetta Molinari della Direzione Rete, Lodovico Mazzoni, responsabile della Direzione crediti, Francesca Michelazzi, responsabile della Direzione personale, Roberto Tagliaferri, responsabile dell’Ufficio Economato e sicurezza e Davide Sartori, responsabile del Coordinamento imprese. Gli ospiti sono stati accolti dal direttore della Filiale Mauro Cioncolini, da dipendenti, soci e clienti, dai componenti del Comitato di credito Giovanni Chinosi e Vittorio Salini. Presenti, tra gli altri, il sindaco Marco Paganelli e il primo cittadino di Ferriere Carlotta Opizzi, il maresciallo dei Carabinieri Matteo Ruggiero, Angelo Zanellotti della Croce Rossa e don Claudio Carbeni, che ha invitato a un momento di preghiera a cui è seguita la benedizione. «Una fedeltà alla montagna lunga 65 anni vi fa onore – ha osservato il parroco – così come vi fa onore l’unire le dinamiche economiche a quelle culturali con l’amore per l’arte che dimostrate quale segnale di attenzione al territorio».

«Rappresentate una presenza costante nel nostro territorio – ha affermato il sindaco -; grazie per la vostra presenza “umana”, la Banca di Piacenza non è solo una banca, è un volto che si può vedere sempre e che ci dà il piacere di venire ancora in filiale a fare le operazioni».

«Resteremo qui – ha assicurato il presidente Nenna -. Vogliamo continuare a essere vicini ai territori di appartenenza, una strategia che paga, visto che da ormai 90 anni che facciamo utili. La Banca sta andando bene anche nei primi mesi di quest’anno e nel 2024 ha realizzato il miglior risultato di sempre. Segno che il nostro modo di fare banca è quello giusto».

Il direttore generale e a.d. Antoniazzi ha ribadito il buon andamento dell’Istituto: «I primi cinque mesi del 2025 sono stati molto positivi; questo ci rassicura sulla possibilità di raggiungere l’obiettivo che il Piano strategico ha fissato: 95 milioni di utile in tre anni».

«Pur essendo qui da poco – ha chiosato il direttore della Filiale Mauro Cioncolini – ho potuto notare la vicinanza e il calore della gente verso la Banca. Siamo un punto di riferimento per la vallata e cercheremo di essere sempre vicini e veloci nell’aiutare i nostri clienti».

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Soresi (FdI): “Le modifiche ai percorsi dei bus creano disagi concreti”

Quotidiano Piacenza Online ieri, in un articolo dedicato all’argomento, aveva raccolto alcune voci di cittadini fortemente scontenti per le modifiche sperimentali apportate ai percorsi dei bus, con sostanziali tagli in centro storico. Oggi sull’argomento interviene – dopo aver ricevuto diverse segnalazioni di disagio da parte dei cittadini – anche Sara Soresi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Piacenza:

“Le modifiche sperimentali alla rete del trasporto pubblico urbano, recentemente entrate in vigore, stanno creando disagi concreti ai residenti di diverse zone della città”. 

“A segnalarmelo – afferma la capogruppo – sono principalmente i residenti di Borgotrebbia, ma non solo: anche cittadini di altri quartieri, come il Capitolo, che lamentano difficoltà negli spostamenti quotidiani, soprattutto per chi deve raggiungere il centro o rientrare a casa in orari serali”.

“Nel caso di Borgotrebbia – spiega Soresi – molti utenti hanno evidenziato come le nuove fermate più prossime al centro, come quella di Via Castello, siano troppo distanti, specialmente per anziani, persone con difficoltà motorie o semplicemente per chi si sposta con carichi pesanti. Altre criticità riguardano il percorso di rientro verso il quartiere e la soppressione totale delle corse festive, che penalizza ulteriormente chi non dispone di mezzi propri nei giorni di festa”.

“A ciò si aggiunga – considera l’esponente di Fratelli d’Italia – che il quartiere era già stato penalizzato, negli anni, dal taglio di alcune corse nella zona di campo Santo Vecchio”.

«Problemi simili – osserva Soresi – stanno emergendo anche in altre aree della città: è chiaro che questa riorganizzazione, seppur indiscutibilmente necessaria e nata con l’obiettivo di razionalizzare il servizio, rischia di penalizzare fasce fragili della popolazione ed interi quartieri e frazioni. Ecco perché ritengo fondamentale che, prima di procedere alla definizione del piano definitivo, l’Amministrazione comunale apra un confronto reale e concreto con i cittadini, coinvolgendo direttamente residenti, comitati di quartiere e rappresentanti delle frazioni. Servono incontri pubblici dedicati, per ascoltare le esigenze dei vari territori e correggere le criticità emerse da questa prima fase sperimentale».

La capogruppo ha quindi depositato un’interrogazione per chiedere se siano stati organizzati incontri informativi nei quartieri e nelle frazioni interessate prima dell’entrata in vigore delle modifiche; se, nello studio che ha portato a questa riorganizzazione, sia stata valutata non solo la quantità di utenti ma anche la tipologia di utenza, considerando le necessità di anziani, persone con difficoltà motorie o lavoratori con orari particolari; e se l’Amministrazione intenda rivedere questo piano sperimentale tenendo conto delle criticità emerse e delle segnalazioni raccolte dai residenti.

«Il trasporto pubblico è un servizio essenziale, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione: ogni modifica deve tenere conto non solo dei numeri e dei flussi generali, ma anche della qualità della vita delle persone e della loro effettiva possibilità di spostarsi agevolmente nella città», conclude Soresi.




Seconda edizione della Besu Street Fest

Una piazza vera e propria per la Besurica, con verde pubblico, nuovo arredo urbano e magari anche una fontana. È questa la sfida che coinvolge in questi giorni gli studenti del Politecnico di Milano – sede di Piacenza – impegnati nel quartiere per immaginare un nuovo spazio di comunità là dove oggi si trovano solo parcheggi e traffico.

A dare il via all’iniziativa è la seconda edizione della Besu Street Fest, il festival di quartiere promosso dall’associazione Besuricando Aps, che si terrà domenica 15 e lunedì 16 giugno nel piazzale di via Perfetti e nel giardino pubblico dedicato alle vittime di tutte le mafie.

Dopo l’ottimo riscontro ottenuto nel 2023, torna l’appuntamento pensato per animare il quartiere e coinvolgere cittadini di tutte le età attraverso spettacoli, musica, street food e momenti di confronto civico.

Il programma si apre domenica 15 giugno alle 19 con il live painting dell’artista Fabio Guarino, in arte Guari Art, che realizzerà un murales in tempo reale sulla casetta del latte di strada della Besurica, donando poi l’opera al quartiere.

Alle 19.30 sarà la volta del Tadam Street Show, spettacolo di giocoleria e acrobazie pensato per le famiglie ma aperto a tutti.

Il momento centrale della serata arriverà alle 20.30, con la presentazione pubblica del laboratorio urbano realizzato dagli studenti del Politecnico nell’ambito del corso “Temi di pianificazione urbana”. Dopo settimane di lavoro in aula e sul campo, i giovani progettisti illustreranno alcune proposte concrete per trasformare l’area parcheggio di via Perfetti in una piazza di quartiere vera e propria, accessibile, fruibile e pensata per la socialità. Una rappresentanza dell’amministrazione comunale sarà presente per ricevere ufficialmente le proposte.

La serata proseguirà alle 21 con il concerto della Vasco Terapia Band, che porterà sul palco i grandi successi di Vasco Rossi. In chiusura, dj set con Logan.

Lunedì 16 giugno la festa continua con l’aperitivo musicale di dj Catti, seguito dal concerto dei Dejavu, band che proporrà un repertorio di hit italiane e internazionali.

Entrambe le serate saranno accompagnate da food truck, gonfiabili per bambini e stand agricoli a cura di Campagna Amica.

L’iniziativa è promossa dall’associazione Besuricando Aps, in particolare dagli organizzatori Thomas Trenchi, Marco Caviglioni, Daniele Spina e Melany Trenchi, con il sostegno del Comune di Piacenza nell’ambito del bando Piacenza 2030.




Piacenza: meno bus in centro, più disagi per gli utenti

Prima giornata lavorativa (ma non scolastica) dopo la rivoluzione dei bus piacentini che ha portato a drastici tagli delle corse.

La “ghigliottina” dei passaggi ha incontrato il grande favore di alcuni fra gli abitanti di via Sant’Antonino, via Garibaldi, via San Bartolomeo che mal sopportavano l’inquinante e rumoroso andirivieni dei grossi pullman arancioni, ora ridotti fino al 42% e del tutto eliminati nel tratto di via Roma tra la Lupa e via Alberoni.
Durante la presentazione del nuovo orario sperimentale era stato assicurato che questo assetto non avrebbe comportato “disagi”.

Un rapido giro fra alcune delle fermate coinvolte ci ha permesso di raccogliere sensazioni ed opinioni di tutt’altro tenore da parte degli utenti. Siamo partiti da via Romagnosi dove, contrariamente al passato, nessun bus porta più alla stazione ferroviaria.
«Per me è un enorme disagio» – ci ha fatto presente una giovane universitaria con un handicap motorio.

«Dovrò organizzarmi in maniera diversa – ci ha raccontato – facendomi accompagnare in auto dai miei famigliari. Ho infatti scoperto che il bus ora si ferma davanti alla scuola Alberoni e non porta più in piazzale Marconi. Per una persona normodotata fa poca differenza ma per me …. quelle centinaia di metri in più sono una montagna da scalare. Peccato perché io sono una sostenitrice della mobilità sostenibile. Non credo che la strada scelta sia quella giusta. Tagliare le corse mi sembra una soluzione semplicistica».
Alla fermata poco distante di via Borghetto abbiamo raccolto svariate lamentele sia per le conseguenze di questo nuovo orario e dei relativi tagli di corse sia per la scarsa informazione.

«Possibile che nessuno abbia pensato di appendere grossi cartelli esplicativi sulle pensiline» hanno sottolineano alcuni utenti.

«Abbiamo aiutato anziani spaesati perché non hanno più trovato linee storiche che erano abituati a prendere da anni, come la 4 e la 6 e non c’era nemmeno un avviso esplicito. Non è che tutti leggono ii giornali».

Scene similari anche in stazione dove a lamentarsi e trovarsi spaesati sono stati questa volta alcuni lavoratori e pendolari che non hanno più trovato in pensilina le usuali corse.
«E’ stata una caccia non al tesoro … ma al bus» – ci ha spiegato un giovane lavoratore, rientrato a Piacenza dopo un week-end a casa.

«Con i bagagli al seguito farsela a piedi è scomodo e così sono solito prendere l’autobus. Oggi non ho trovato quasi nessuna fra le linee che normalmente uso con fermata in via Borghetto. Mi chiedo chi possa aver concepito questa nuova pianificazione. Togliere l’inquinamento dalle strade è lodevole ma non si fa a discapito dell’utenza. Anziché avvicinare nuovi utenti al trasporto pubblico qui si allontanano quelli che ci sono. Considerando tra l’altro che il centro è abituato soprattutto da anziani per cui le distanze fanno la differenza. Spero ci ripensino».

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Attivati i semafori per l’attraversamento … ma pochi li rispettano

Quella dei bus non è l’unica novità entrata in vigore con questo inizio di giugno. Dopo mesi e mesi di sperimentazione, da ieri, sono stati attivati i due semafori per l’attraversamento fra i giardini Margherita e piazzale Marconi. Sono bastate poche ore dal debutto perché emergessero due criticità. La prima la racconta benissimo la foto pubblicata qui sopra e che coglie un anziano mentre attraversa la strada, rigorosamente sulle strisce, davanti al semaforo, ignorandone però il fiammante colore rosso. Una scena che si ripete con costanza e con tutte le fasce di età. La colpa qui è certamente dei cittadini indisciplinati. Resta da capire come farà un’amministrazione che non riesce a far rispettare divieti come quello dell’uso di bici in via XX Settembre a far si ché l’attraversamento sia realmente regolato dalla sequenza verde, arancione, rosso.
Ben più grave invece il tempo scelto per permettere ai pedoni di attraversare, una manciata di secondi a nostro giudizio assolutamente insufficiente per permettere ad una persona anziana o con mobilità ridotta di effettuare il passaggio in sicurezza una volta premuto il tasto arancione. Colpisce che dopo mesi di calcoli e prove questo aspetto sia passato inosservato.




L’assessore Bongiorni: “Ex Acna, impossibile salvare gli alberi: lo impongono le regole della bonifica”

Negli ultimi giorni, attorno ai lavori di bonifica dell’area ex Acna, si sono levate numerose voci da parte di cittadini e residenti, preoccupati per l’abbattimento di alcune alberature presenti da decenni. Una sensibilità comprensibile a cui risponde l’amministrazione comunale, che chiarisce le ragioni tecniche e normative alla base delle scelte compiute.

“Ex Acna è un’area inquinata che deve essere bonificata”. E’ la premessa su cui si basa l’assessore ai Lavori pubblici e vicesindaco Matteo Bongiorni nell’inquadrare le dinamiche specifiche che accompagnano, per l’appunto, un intervento di bonifica.

Si tratta di dinamiche nelle quali – precisa – non si può confondere la volontà di un’Amministrazione comunale con i vincoli e le possibilità di azione che un intervento di bonifica consente”.

E’ necessario tener presente – aggiunge Bongiorni – che ci si sta occupando di un sito attualmente inquinato per contaminazione di suolo da sostanze chimiche e che, attraverso la sua piena messa in sicurezza e riqualificazione, lo si intende riportare in funzionalità e fruizione pubblica”.
E’ un’opera importante sia per complessità sia per valore; un’opera che, oltre al Comune – in qualità di soggetto attuatore esterno -, coinvolge enti sovraordinati quali Arpae per competenza, la Regione Emilia-Romagna come soggetto attuatore e il Ministero che eroga il finanziamento PNRR.
Nell’area in oggetto, il progetto prevede sia scavi sia la messa in sicurezza permanente che viene realizzata con posa di tessuto non tessuto e riporto di terreno vegetale sovrastante, per tutta l’area senza soluzione di continuità. Progetto che viene collaudato alla quota di scavo e alla quota di riporto, e che è soggetto a tre livelli di approvazione da parte degli enti sopra citati.

“Il progetto di bonifica iniziale non contemplava alcuna possibilità di mantenimento di alcun tipo di vegetazione – spiega l’assessore – La qual cosa era stata peraltro chiarita anche in occasione dell’assemblea pubblica tenutasi sul tema nel marzo scorso. Come ulteriore approfondimento, la ditta esecutrice ha prodotto uno studio relativo alle alberature presenti nell’area finalizzato ad analizzare la possibilità del mantenimento in loco di alcune essenze. Una possibilità che naturalmente sarebbe stata preferibile”.

Bongiorni prosegue: “L’ipotesi di conservazione si è rivelata però impraticabile a causa delle prescrizioni stesse della bonifica che, visto l’obbligo di non generare discontinuità tramite posa del tessuto sottostante e di uno stato sovrastante di circa 60 centimetri di terreno, avrebbe provocato in adiacenza agli alberi un alto rischio di insorgenza di patologie compromettendone lo stato di salute e accelerandone i problemi di stabilità.”
Per poter mantenere la vegetazione si sono anche valutate altre soluzioni tecniche, in modo da isolare l’area interessata dagli alberi non ricoprendone il colletto e rispettandone l’apparato radicale. Tale soluzione avrebbe comunque contravvenuto alla continuità di bonifica dell’intera area, nonché previsto a protezione una trincea o cerchiature di cemento alte 70-80 cm e con necessità di fondazione, e con conseguente rischio per l’apparato radicale e creazione di una zona interclusa a livello inferiore.

Una questione tecnica, dunque, che si intreccia però con la questione amministrativa. E lo spiega ancora Matteo Bongiorni: “Tale iniziativa, rappresentando una discontinuità nella messa in sicurezza permanente, avrebbe comportato una richiesta di variante sostanziale agli enti sovraordinati, con necessaria sospensione e notevole ritardo delle opere. Peraltro senza la certezza che tale richiesta fosse accolta, vista la predominanza e priorità della bonifica rispetto a ogni altro aspetto. Compresa la conservazione degli alberi”.

C’è un esempio recente che chiarisce come, spesso, certe scelte vengano determinate da priorità chiare e precise che scavalcano le varie sensibilità: la bonifica bellica che si è conclusa da poco presso il parco della Galleana. In quel caso, per esigenze realizzative, si è dovuti intervenire necessariamente e massivamente su tutta vegetazione nel tempo cresciuta in loco. Non c’era altra possibilità, e di conseguenza si è proceduto in quel senso.

Alla Galleana, come anche all’ex Acna, si procederà con nuove piantumazioni.