Giangiacomo Schiavi nel consiglio della Fondazione

Il giornalista Giangiacomo Schiavi e la vigevanese Gemma Zanoletti entrano in carica come nuovi componenti del Consiglio Generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

L’elezione in seno al “parlamentino” di Via Sant’Eufemia, avvenuta oggi, chiude così ufficialmente l’iter per la designazione dei nuovi organi della Fondazione.

L’elezione dei due nuovi componenti si era resa necessaria dopo che, nel giugno scorso, due membri del Consiglio Generale erano stati chiamati a fare parte della squadra del presidente Massimo Toscani: si tratta di Alberto Dosi e Ileana Maestroni, ora componenti del nuovo Consiglio di Amministrazione.

Con l’ingresso di Giangiacomo Schiavi e Gemma Zanoletti sale dunque a quindici il numero di consiglieri designati, come previsto dal nuovo Statuto della Fondazione (in precedenza erano venticinque). I loro nomi vanno infatti ad aggiungersi ai già insediati Claudio Bassanetti, Gianpio Bracchi, Nicoletta Corvi, Massimo Cottica, Carlo Dallagiovanna, Fabio Fornari, Pietro Galizzi, Paolo Claudio Giacobbe, Sergio Giglio, Angelo Grungo, Tiziana Pisati, Pietro Scottini e Milena Tibaldi Montenz.

Giacomo Schiavi è diventato giornalista alla “Libertà” di Piacenza, dove è rimasto dal 1977 al 1981. E’ passato poi al Resto del Carlino come redattore agli interni e all’ufficio centrale: dal 1984 al 1987 è stato cronista parlamentare alla redazione romana per Carlino e Nazione. Chiamato al Corriere della Sera ha ricoperto il ruolo di vicecapocronista dal 1987 al 1989. Trasferito a Milano è stato caporedattore e capocronista dal 1996 al 2004; poi editorialista e  titolare della rubrica “Dalla parte del cittadino” dal 2004 al 2009. Autore del viaggio in camper nei quartieri di Milano, è stato premiato con  l’Ambrogino d’oro del Comune nel 2007.  Dal maggio 2009 al maggio 2015 è stato vicedirettore del Corriere e autore del Manifesto di Milano, un saggio sull’orgoglio del capoluogo lombardo.
Numerose le sue pubblicazioni. Attualmente è tornato a fare l’editorialista per il Corriere.

Gemma Zanoletti, vigevanese, Laureata in Medicina e Chirurgia all’Università di Pavia, ove in seguito si è diplomata Specialista in Pediatria, ha ricoperto numerosi incarichi fino a diventare direttore dell’Unità Operativa per le Prestazioni di Psichiatria e Neuropsichiatria Infantile dell’Asl di Pavia, svolgendo un’attività mirata a individuare percorsi operativi complessi per pazienti psichiatrici e neuropsichiatrici. Nel 2007 è collocata a riposo. Da allora è impegnata nell’ambito del Soroptimist lnternational della Lomellina, di cui è stata socia fondatrice. Fa parte dell’Associazione Alunni del Collegio Ghislieri di Pavia.

Soddisfazione per le nuove nomine è stata espressa dal presidente della Fondazione Massimo Toscani: «Sono sicuro che la professionalità ed il valore dei nuovi consiglieri – ha dichiarato – saranno una risorsa preziosa per il nostro ente».




Per due giorni a Cortemaggiore rivive il Fillmore: concerti, cibo e artigianato

Si chiamano Ladri di Fragole ma in realtà più che rubare, quasi novelli Robin Hood, ci regalano un spicchio di passato. L’associazione di Cortemaggiore farà infatti rivivere il Fillmore, il club che  dalla fine degli anni ’70, portò nella nostra provincia stelle del firmamento musicale, nomi del calibro di Patti Smith, Vasco Rossi, De Gregori, Jovanotti, Carmen Consoli, fino ad arrivare a Jonathan Davis dei Korn. Ma per illocale passò anche tutta la scena punk anni ’90, dai Punkreas alle Porno Riviste e i Derozer o quella alternativa del nuovo millennio capitanata da Tre allegri ragazzi morti e Verdena, per non parlare di blues e jazz, con in testa Michel Petrucciani.

Chiuso da qualche anno, il Fillmore tornerà a vivere almeno nello spirito, venerdì 21 e sabato 22 luglio, in una location se vogliamo ancora più suggestiva. Si tratta del chiostro quattrocentesco dei frati francescani di Cortemaggiore, ai quali verrà devoluto parte del ricavato. Fondi che serviranno per la ristrutturazione.  Nella due giorni si terranno concerti no-stop, dimostrazioni pittoriche, esposizioni di artigianato creativo e sarà possibile mangiare e bere.

Un mix tra le classiche feste della birra ed un live club. Un’idea, racchiusa nel nome Fillmore Summer Festival, che ha riscosso grande successo. Artisti di grande spessore hanno deciso di sposare l’iniziativa inviando messaggi e video di sostegno (vedi interviste qui sotto), come Samuel dei Subsonica, che ha lanciato la provocazione: “Chi non conosce il Fillmore è uno sfigato. Era un luogo di passaggio obbligato, se facevi musica non potevi non andarci almeno una volta nella vita. E voglio ringraziare chi si sta impegnando nel volerlo riportare in auge”.

O ancora Gianluca Grignani, che si è espresso in modo entusiastico: “Ho suonato al Fillmore e ho visto molti concerti. La musica dal vivo, il Fillmore, queste manifestazioni, sono espressioni del rock and roll, della voglia di esprimere se stessi e cambiare le cose. Non è detto che la prossima volta non partecipi anch’io”.

Oppure Andy dei Bluvertigo: “Ricordo ancora il bellissimo locale, un punto di riferimento dove la prima volta ci accolse il tecnico di palco Diego Spagnoli che lavorava con Vasco e alla mia tastiera dovevo mettere degli spessori perché in discesa come quelli del teatro di danza. Un punto di riferimento fondamentale per aggregazione energetica e musicale”, oppure Federico Poggipollini, che sulla sua pagina Facebook ha scritto: “A distanza di anni ricordo ancora con piacere il Fillmore di Cortemaggiore, un locale dove sono passati dei grandissimi nomi e che era davvero un’eccellenza per la musica. Sono contento che i Ladri di Fragole stiano provando a riportarlo in vita”, fino ad arrivare a Pino Scotto che con la sua proverbiale irriverenza ha sentenziato: “Era un luogo meraviglioso travolto dallo tsunami della musica di merda. Ma adesso il Fillmore potrà tornare a risplendere”.

Se tanti musicisti famosi si sono impegnati con un messaggio a distanza, non mancano quelli altrettanto importanti che saranno presenti.

Tra i protagonisti in cartellone Omar Pedrini, ex leader dei Timoria, che porterà a Cortemaggiore i suoi più grandi successi e le canzoni del recente “Come se non ci fosse un domani”, oppure AmbraMarie, che dall’uscita di X-Factor ha percorso con decisione la strada del rock, fino ad arrivare a Mattia Cigalini, l’enfant prodige del jazz di casa nostra (non solo è piacentino ma anche sindaco di Agazzano, il suo paese natale) e poi una schiera di musicisti locali che si alterneranno sul palco presentando ogni tipo di genere, fino ad arrivare ai visual con il mapping sulle pareti del chiostro.

Per sancire l’ideale passaggio di consegne, tra la vecchia e scintillante storia ed il nuovo, ambizioso corso, non mancherà la proiezione della mostra dedicata alla storia del Fillmore, con scatti realizzati negli anni ruggenti dai fotografi Antonello Mori e Pierpaolo Ferreri e raccolti dallo storico titolare Enrico Pighi.

“Volevamo lanciare un segnale forte – ha detto Gianmarco Aimi, il presidente dell’associazione Ladri di Fragole –  che sembra essere stato colto. La musica live si può fare, si deve fare, soprattutto nei piccoli centri per tornare a socializzare e a valorizzare quei luoghi meravigliosi che il nostro territorio ci ha regalato”.

I video

 




Controllore accoltellato sul treno a Santo Stefano Lodigiano

Nuova aggressione ai danni di un controllore ferroviario. Il grave episodio è avvenuto questa mattina, poco dopo le 7,  sul treno regionale Trenord Piacenza – Milano Greco Pirelli, all’altezza di Santo Stefano Lodigiano. A rimanere ferito un controllore di 45 anni colpito con un coltello da un aggressore straniero che poi è riuscito a dileguarsi.

Il controllore è stato soccorso dai sanitari alla stazione successiva, quella di Codogno. Aveva ancora il coltello conficcato nella mano destra. Accortosi del colpo in arrivo aveva tentato di parare il fendente. E’ stato ricoverato in ospedale a Codogno in condizioni non gravi.

Polizia e carabinieri sono alla caccia dell’uomo che, come si diceva si è dato alla fuga, subito dopo il ferimento. Secondo le prime ricostruzioni potrebbe essere uno straniero, forse di colore, molto probabilmente salito sul treno proprio a Piacenza. Alla richiesta di esibire il biglietto avrebbe estratto il coltello e ferito il ferroviere.




Graduatorie supplenti: sistema in tilt. “Ci vuole un rinvio” dicono i sindacati

Lasciate ogni speranza voi che entrate. Dovrebbe recitare così il sito del Ministero della Pubblica istruzione in cui gli insegnanti precari, in questi giorni, devono inserire la scelta delle scuole dove eventualmente effettuare le supplenze. Si perché nonostante, a parole, il governo Renzi, con la Buona Scuola, avesse abolito il precariato nella realtà dei fatti l’educazione dei nostri figli si basa anche su tutte quelle migliaia di insegnanti, senza abilitazione, inseriti nelle cosiddette Graduatorie di Istituto. Graduatorie triennali che sono scadute e che vanno rinnovate.

I supplenti, nei giorni scorsi, hanno compiuto un primo step e portato in segreteria tutti i documenti utili a stabilire il loro punteggio in graduatoria.

Le segreterie sono impazzite nell’inserire i dati, sia per il poco tempo disponibile, sia per malfunzionamenti del sistema.

Ora è partita la seconda fase e gli insegnati devono indicare le scuole dove proporsi come supplente. Ma il sistema è di nuovo, perennemente, in tilt. Peccato che però il tutto vada fatto entro il 25 luglio pena l’esclusione.

Su quanto sta accadendo abbiamo sentito Salvatore Pizzo, coordinatore del sindacato Gilda insegnanti di Parma e Piacenza.

Cosa sta succedendo Pizzo. Anche voi avete riscontrato problemi?

Il sistema è letteralmente in tilt. Noi come Gilda degli insegnanti abbiamo già denunciato nella precedente tornata di domande (che riguardavano i trasferimenti, lo scorso anno) una gestione anomala nei servizi informatici del ministero. Addirittura abbiamo dovuto far causa per ricevere gli algoritmi che venivano usati per la gestione di queste operazioni. C’era stato addirittura opposto il segreto di Stato che i magistrati non hanno riconosciuto. In questa nuova tornata ci ritroviamo con dei problemi analoghi. Qui tra l’altro non si tratta di trasferimenti di personale. Qui si tratta di persone che devono confermare la   loro posizione lavorativa. Se non lo fanno entro i termini rischiano di diventare dei disoccupati e di lasciare scuole senza insegnanti. E’ un sistema che è andato in titl. Sono appalti pubblici che andranno verificati. Noi come Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza siamo disponibili ad assistere in tutte le sedi giudiziarie i colleghi che dovessero ricevere dei danni da questa gestione fallimentare del sistema scolastico. L’unica strada per risolvere la questione sarebbe un rinvio (sistemando nel frattempo i problemi informatici).

Come mai siamo ancora a parlare di supplenti e di graduatorie di istituto. La Buona scuola non dovrebbe aver eliminato il precariato una volta per sempre?

La Buona Scuola non ha per nulla eliminato i supplenti. La Buona Scuola è una denominazione che da un punto di vista mediatico funziona ma in realtà non fa altro che recepire parzialmente una indicazione dell’unione Europea che stava per mettere l’Italia sotto procedura di infrazione per l’abuso reiterato di contratti a tempo determinato nella scuola. C’erano precari storici da stabilizzare. Si sono semplicemente stabilizzati  dei precari. Ciò non toglie che ci sia un turnover che è evidente e che va sanato con delle stabilizzazioni e non con delle misure tampone. Apprezziamo gli sforzi che si fanno ma non sono sufficienti. Bisogna investire di più sulla scuola.

Quindi i supplenti continuano a servire?

Certo continuano a servire perché altrimenti resterebbero delle cattedre scoperte.

Sulla questione della difficoltà nell’inserire le scuole nel sistema del ministero è intervenuta anche Cisl Scuola con un comunicato a firma di Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola. Il sindacato ha inviato alla Direzione Generale del Personale del Ministero una richiesta di  proroga dei termini di chiusura delle procedure. Una scelta che viene definita pressoché obbligata. “In precedenza – ricorda la Cisl –  analoghe difficoltà le avevano incontrate anche le segreterie scolastiche, costrette a “lavorare” le domande di supplenza in tempi ristrettissimi e in condizioni non certo ottimali quanto a disponibilità di personale e funzionalità dei supporti informatici”.

“C’è da augurarsi – dice Maddalena Gissi – che questa situazione, ennesima dimostrazione della distanza che corre tra il dire e il fare, quando si parla di informatizzazione e digitalizzazione dei servizi, non abbia a ripercuotersi negativamente sul regolare avvio dell’anno scolastico, visto che il ritardo nella pubblicazione delle graduatorie aprirebbe la strada al consueto “balletto” delle supplenze conferite fino all’avente diritto, dunque provvisorie e prima o poi da rifare. Un rischio che andrebbe in ogni modo scongiurato.

In queste condizioni, dilazionare i termini è purtroppo una scelta obbligata, ma è chiaro che la prima garanzia da dare è quella di sistemi che assicurino la necessaria affidabilità. Se manca questo, è inevitabile il riproporsi di situazioni che non solo si ripetono, ma ogni volta finiscono per aggravarsi”.




A Piacenza in arrivo altri 246 insegnanti di sostegno

In arrivo nuovi insegnanti di sostegno nelle scuole dell’Emilia Romagna. Lo ha deciso il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale che, in data odierna, ha autorizzato l’immissione in servizio di ulteriori 3.226 insegnanti di sostegno. In totale gli insegnanti diventeranno quindi quasi 9 mila. Si tratta di posti cosiddetti in deroga e sono stati decisi in base alle gravità delle patologie degli studenti presenti sul territorio ed alle richieste dei presidi.

In provincia di Piacenza gli insegnanti di sostegno in deroga saranno 246 per un totale di 590 docenti.

“La crescente richiesta  – ha spiegato il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna, Stefano Versari – ha portato negli ultimi anni ad un incremento dei posti di sostegno percentualmente superiore a quello degli alunni certificati. Infatti negli anni dal 2011/2012 al  2017/2018 gli alunni certificati sono aumentati del 27,2% (passando da 12.786 a 16.261) mentre i posti di sostegno sono aumentati del 44,2% (passando da 6.195 a 8.934). I numeri documentano il fatto che la diminuzione dei posti di sostegno di cui si parla da anni, in Emilia-Romagna non è mai avvenuta, anzi, si è assistito nel tempo ad un sensibile incremento di tali posti. Con ciò – a giudizio di Stefano Versari – si realizzano tutte le condizioni per potere accompagnare ancora più serenamente il percorso degli studenti disabili nelle scuole della nostra regione”.




Studenti delle superiori “si orientano” alla Cattolica

Capire cosa si vuole fare da grandi, una volta finita la scuola superiore, non è sempre semplice. Per aiutare gli studenti a compiere una scelta consapevole e ragionata l’Università Cattolica di Piacenza ha proposto agli studenti del quarto anno di scuola superiore il progetto Summer Campus. Si è trattato di un’esperienza di orientamento universitario e culturale basata su una “full immersion” nel Campus piacentino.

Gli studenti, provenienti da diverse regioni italiane, hanno avuto la possibilità di partecipare ad articolate attività di orientamento psico-attitudinale, hanno visitato l’ateneo e seguito le presentazioni dei corsi di laurea delle facoltà presenti a Piacenza (Scienze agrarie, alimentari e ambientali, Economia e Giurisprudenza, Scienze della formazione).

Ma non sono mancati i momenti conviviali: i ragazzi sono stati accompagnati anche alla scoperta della città di Piacenza e della sua provincia attraverso visite guidate, con la possibilità di assaggiare i prodotti tipici del territorio.

Non è detto che, fra poco meno di un anno, decidano di iscriversi all’Università piacentina ma certamente l’esperienza sarà molto utile per decidere il proprio futuro

 




La polizia “passa al setaccio” la stazione

Ampio dispiegamento di forze, questa mattina, presso la stazione di Piacenza. Varie auto della polizia, sono confluite, intorno alle nove, nel piazzale esterno del terminal ferroviario ed hanno incominciato a passare al setaccio l’atrio, le sale di attesa, i sottopassaggi ed i binari, identificando varie persone con una attenzione particolare nei confronti degli stranieri presenti. Sono anche stati fermati svariati veicoli che, non rispettando i divieti, transitavano davanti all’ingresso principale della stazione.Conrtolli della Polizia in stazione a Piacenza




Bobbio di nuovo “capitale” del cinema

Torna l’atteso appuntamento estivo con il Bobbio Film Festival diretto da Marco Bellocchio. Giunto alla ventunesima edizione, il Festival riconferma il suo alto profilo e la sua offerta culturale.

Durante le due settimane della manifestazione proseguono naturalmente Fare Cinema (il corso di alta formazione cinematografica diretto da Marco Bellocchio che quest’anno vede come docenti di regia i Manetti Bros.) e il seminario residenziale di critica cinematografica. Bobbio si animerà così di artisti, critici cinematografici, addetti ai lavori, appassionati, stagisti… che renderanno più interessante il momento caratterizzante del Festival: l’incontro-confronto del pubblico con i registi dopo le proiezioni dei film serali.

Un Festival che, pur mantenendo intatta la sua prima vocazione e la sua autenticità, si rinnova e si impreziosisce nell’offerta culturale e formativa grazie all’impegno e alla progettualità dell’Associazione Marco Bellocchio e al sostegno di Ministero dei Beni Culturali, Regione Emilia Romagna, Provincia di Piacenza, Comune di Bobbio, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Camera di Commercio di Piacenza. (Scarica il pieghevole).

Programma delle proiezioni
(Le proiezioni si terranno presso il chiostro di San Colombano con inizio alle ore 21,15)

Sabato 22 luglio – La tenerezza, Regia Gianni Amelio

Domenica 23 luglio – La ragazza del mondo, Regia Marco Danieli

Martedì 25 luglio – L’Accabadora, Regia Enrico Pau

Mercoledì 26 luglio – Le ultime cose, Regia Irene Dionisio

Giovedì 27 luglio – Le redoutable, Regia Michel Hazanavicius

Venerdì 28 luglio – Fai bei sogni, Regia Marco Bellocchio

Sabato 29 luglio – La stoffa dei sogni, Regia Gianfranco Cabiddu

Domenica 30 luglio – Cuori puri, Regia Roberto De Paolis

Martedì 1 agosto – Falchi, Regia Toni D’Angelo

Mercoledì 2 agosto – Figli della notte, Regia Andrea De Sica

Giovedì 3 agosto – Tutto quello che vuoi, Regia Francesco Bruni

Venerdì 4 agosto – Napoli ’44, Regia Francesco Patierno

Sabato 5 agosto – Blow-up, Regia Michelangelo Antonioni

Lunedì 31 luglio – Serata “Fare Cinema”

Info Biglietti e abbonamenti

I biglietti e gli abbonamenti possono essere acquistati:on line da martedì 18 luglio nel sito www.comune.bobbio.pc.it

oppure a Bobbio presso l’ufficio IAT (Piazza San Francesco) tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00

Dal 22 luglio al 5 agosto presso l’ingresso del Chiostro di San Colombano in Piazza Santa Fara dalle 19.00 alle 21.30

Per informazioni sull’acquisto di biglietti e abbonamenti: iat.bobbio@sintranet.it

Informazioni:

Per informazioni sui programmi, le attività, gli ospiti del festival consultare il sito www.bobbiofilmfestival.it o scrivere a info@bobbiofilmfestival.it

BOBBIO Film Festival

Per informazioni logistiche è possibile anche rivolgersi allo IAT del Comune di Bobbio,Piazza San Francesco, 29022 Bobbio (Pc), tel 0523 962815




Inquinamento da ozono alle stelle. A Piacenza installati sensori sperimentali

Non c’è proprio pace per i nostri polmoni. Se durante l’inverno l’aria è carica delle dannose polveri sottili, in estate dobbiamo fare i conti con  l’inquinamento da ozono troposferico. Meno noto rispetto alle PM10, rappresenta tuttavia un inquinante altrettanto pericoloso, che colpisce principalmente nei periodi di maggior intensità solare e di calore. Se la presenza dell’ozono nella stratosfera svolge un’importantissima funzione protettiva per la salute umana e dell’ambiente in cui viviamo, fornendo uno schermo in grado di filtrare le radiazioni ultraviolette (UV) potenzialmente cancerogene, alte concentrazioni di questo gas nella troposfera (lo strato sovrastante la superficie terrestre), risultano nocive per la salute dell’uomo oltre che per gli equilibri degli ecosistemi.

E’ risaputo che l’esposizione a questo inquinante, anche a basse concentrazioni, sia causa di problemi ai tessuti dell’apparato respiratorio, provocando irritazione agli occhi e alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare, aggravando anche asma ed altre patologie respiratorie nei soggetti più a rischio: innanzitutto i bambini e gli anziani, seguiti dai soggetti sani che fanno attività all’aperto oltre che persone già affette da malattie polmonari.

L’ozono troposferico è un inquinante di origine sia antropica che naturale che tende a prodursi per effetto della radiazione solare in presenza di inquinanti primari quali gli ossidi d’azoto (NOX) e i composti organici volatili (VOC), prodotti in larga parte da motori a combustione e dall’uso di solventi organici, andando a costituire il cosiddetto smog fotochimico.

Su questo problema interviene Legambiente che chiede una maggiore attenzione da parte di tutti per per prevenire l’inquinamento da ozono, in gran parte determinato da traffico veicolare ed attività industriali, che producono precursori altrettanto tossici come gli ossidi d’azoto.

“Le politiche di moderazione del traffico – sostiene Legambiente – sono da attuare anche in estate, e si devono integrare con la gestione delle emissioni industriali. A caldaie domestiche spente, inoltre, risulta alta la domanda di elettricità per la climatizzazione, con consumi che pesano complessivamente per un terzo sulle emissioni di NOx”.

 In Emilia-Romagna sono già 21 le stazioni di monitoraggio dell’Ozono che hanno superato il limite dei 25 sforamenti di 120 µg/m3.

A guidare questa classifica è Modena con 48 giornate ma Piacenza  segue a ruota con 41 sforamenti registrati dalla centralina installata a Parco Monte Cucco. 38 quelli della centralina di Lugagnano Val D’Arda, 32 quelli di Besenzone

Preoccupanti anche i picchi riscontrati, che superano i 200 µg/m3, a fronte di un valore di informazione di 180 µg/m3 e del valore di allarme di 240 µg/m3. Il picco dell’Ozono si verifica principalmente nelle ore pomeridiane, a partire dalle 13, quando le temperature sono più elevate ed è maggiore l’esposizione solare.

Per sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche connesse all’inquinamento d’Ozono, Legambiente ha aderito, insieme ad altri partner europei,  al progetto CAPTOR (Collective Awareness Platform for Tropospheric Ozone Pollution, finanziato all’interno del programma HORIZON 2020-ICT-10-2015-RIA) che ha come scopo la rilevazione dei livelli di ozono attraverso il coinvolgimento diretto della cittadinanza, mediante l’installazione presso le abitazioni dei volontari autocandidatisi al progetto di alcuni sensori in grado di rilevare le concentrazioni di ozono. 

Il progetto è entrato a luglio nella sua fase operativa: Arpae ha accolto la richiesta di collaborare al progetto consentendo la collocazione degli strumenti presso la stazione di monitoraggio di  “Parco Montecucco” a Piacenza e ciò consentirà il confronto dei dati rilevati con quelli della rete regionale della qualità dell’aria (https://www.arpae.it/Aria).

Da fine mese 3 sensori Captor (foto in allegato) saranno installati presso altrettante abitazioni di volontari del progetto nella provincia di Piacenza. Nell’ambito di CAPTOR è infatti centrale il coinvolgimento della cittadinanza nella lettura e registrazione dei dati, al fine di aumentare la partecipazione e la consapevolezza sulla qualità dell’aria che ci circonda. I sensori installati in Emilia-Romagna saranno parte di una rete europea di  “citizen science” fatta di volontari italiani, spagnoli, francesi ed austriaci. Tutti le informazioni raccolte, oltre che le proposte e le azioni bottom-up provenienti dalla cittadinanza, saranno pubbliche ed a disposizione della comunità scientifica sul sito https://www.captor-project.eu/it/




La preside della Dante: “ho chiesto io il trasferimento. E’ la scelta migliore per tutti”

Nei giorni scorsi avevamo dato notizia di alcune nomine di presidi effettuate dal direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale.

Fra queste spiccava anche lo spostamento dalla Dante Carducci all’Istituto comprensivo di Busseto della dirigente, la professoressa Anita Monti.

Ne è nata subito qualche dietrologia anche perché si sapeva che i rapporti fra la preside ed alcuni docenti si erano fatti sempre più tesi.

Professoressa Monti questo trasferimento è stato un fulmine a ciel sereno, le è stato insomma imposto, o invece se lo aspettava?  

Il trasferimento l’ho richiesto io.

Come mai visto che due anni fa era stata lei a scegliere Piacenza, preferendola ad altre città?

Si sono create delle condizioni per cui mi è sembrato giusto dover chiudere il mio incarico triennale in un altro contesto, dove poter esprimere alcune mie competenze e professionalità. Nella scuola dove ho operato (la Dante Carducci ndr) e dove ho avuto la possibilità di incrociare molte belle persone, tante straordinarie competenze, credo di lasciare una eredità pesante, importante sia dal punto di vista dell’organizzazione sia delle articolazioni progettuali che sono state messe in campo.

Insieme a tutte le persone che ci hanno creduto, che hanno lavorato alla costruzione di una visione sistemica del fare scuola ci sono state persone che non hanno voluto condividere e non hanno condiviso. Persone che hanno fatto molta più fatica a seguire tutto quello che riguardava alcune modifiche essenziali (anche ai sensi della legge 107) ed altri cambiamento degli ultimi anni.

Insomma non tutto è filato liscio?

Come in tutti i contesti … non è che le cose sempre filano liscio. Ogni volta che si va a modificare, tanto più in ambito scolastico,  ci sono sempre tante frange. C’è qualcuno che sicuramente fa più fatica a seguire le innovazioni.

La sua scelta quindi è stata quella di non arrivare ad uno scontro ancor più frontale con chi non era d’accordo con la sua visone?

Credo sia la scelta migliore per tutti, lasciando quello che di buono è stato costruito insieme e lasciando anche che alcune situazioni, magari, possano essere oggetto di ulteriore approfondimento da parte di chi troverà altre modalità … o sarà anche più accettato dalla comunità.

Mi spiace doverlo sottolineare ma qualche forma di forte pregiudizio e anche – fra virgolette  – un po’ di razzismo c’è stato.

Razzismo perché? Intende che ha influito negativamente il suo non essere piacentina, la sua provenienza geografica da un’altra zona d’Italia (il Lazio ndr)?

Ho usato una parola forte per rendere un clima. Un sistema si costruisce in base alla fiducia. La fiducia è la prima cosa che si deve instaurare nei contesti in cui si lavora. Un dirigente pubblico che opera in un contesto di estrema delicatezza lo sa a prescindere.

Deve dare l’opportunità a tutti, anche quando rileva immediatamente delle situazioni problematiche. Se questa fiducia non è reciproca è chiaro che si fa molta più fatica … diciamo a procedere.

Sicuramente ci sono state, soprattutto nell’ultimo anno, anche a fronte del comportamento irrispettoso, irriguardoso di qualche docente, delle situazioni che hanno fatto sì che io decidessi altrimenti … proprio per non compromettere ulteriormente il clima. E’ stato anche uno dei motivi per cui avevo chiesto la visita ispettiva. Perché, anche quella, era stata chiesta da me.

Quindi l’ispezione, contrariamente a voci che giravano, non l’ha subita ma l’ha richiesta?

L’ho specificato più volte, anche ai suoi colleghi giornalisti che mi avevano contattato al riguardo. Era stata chiesta da me. E’ stata quasi vissuta come uno scandalo. In realtà chiedere una visita ispettiva in un contesto scolastico o pubblico può rientrare nell’ordinarietà delle funzioni che espleto. Al contempo è una delle azioni che si possono mettere in campo all’interno di una struttura che magari per tanto tempo non ha avuto una titolarità, come nel caso della Dante. La Dante ha sofferto per lungo tempo, da questo punto di vista, la mancanza della titolarità. Si sono susseguite delle reggenze per molti anni e ahimè mi tocca dire che ora ritornerà la reggenza e non solo per mia responsabilità.

A proposito di responsabilità c’è qualcosa di cui si pente? A posteriori avrebbe agito diversamente?

Forse ho sbagliato nell’affidarmi molto all’idea che il contesto fosse pronto e fosse più capace di rigenerarsi rispetto ad alcuni aspetti che erano rimasti fermi nel tempo. Invece non sempre è stato facile trovare un glossario comune con cui dialogare.

Credo di aver agito anche seguendo quelle che erano le domande dell’utenza. Una domanda variegata che non ha sempre coinciso con quelle figure che già da tempo rivestivano ruoli apicali all’interno dell’istituto e che avevano, ad esempio, ruoli all’interno del consiglio dell’istituto da troppi anni.  Quando non c’è un cambiamento, per molto tempo, il percorso che deve portare ad un’idea comune … diventa più faticoso.

Lascerà dunque la scuola Dante ma continuerà ad abitare a Piacenza. Come mai? E’ una città in cui si è  trovata bene a vivere o  ha avuto difficoltà di ambientamento ?

Credo che Piacenza sia una città molto bella, con delle potenzialità straordinarie. E’ una città di confine e per questo mi aveva attirato, aveva stuzzicato i miei interessi antropologici. Sono molto incuriosita dai contesti dove si possono incrociare tante diversità. Credo che Piacenza abbia questa vocazione. Ma forse in virtù di queste diverse appartenenze, a tratti, si possono anche incrociare dei gruppi che … si difendono. Laddove si è assaliti c’è anche una tendenza alla difesa. La città trovo che sia caratterizzata da mote voci e da molte risorse umane, artistiche, culturali ad ampio raggio. Ha una ubicazione straordinaria che consente di raggiungere qualunque luogo. Questa vicinanza con la Lombardia non è un elemento a sfavore della città ma anzi consente ancora di più di scambiare delle opportunità lavorative e di vita. Piacenza è misteriosa. E’ una città che ti consente scoperte continue. Non manca logicamente qualche aspetto negativo, come accade ovunque. La percezione che ho avuto di questa città, da esterna, è che vi sono crogiuoli, gruppi di persone che talvolta fanno fatica ad interagire fra loro. A parte questo … c’è pane per i denti di chiunque. Una città molto stimolante.

La scelta di spostarsi all’istituto comprensivo di Busseto è stata concordata con Bologna? In che tipologia di scuola andrà ad operare?

E’ un istituto comprensivo dove l’orientamento musicale consente di elaborare percorsi e visoni a lungo termine e di ampio respiro. Questo mi rende molto felice. Io vengo già da questo tipo di esperienze ed avevo già diretto due istituti comprensivi di cui l’ultimo proprio ad indirizzo musicale. Ho avuto l’opportunità, anche alla Dante e alla Carducci, di costruire, o provare a costruire, un percorso musicale che consentisse una demarcazione identitaria più forte alla scuola.

C’è riuscita?

La Dante-Carducci sta compiendo per sé delle scelte importanti. Pur non avendo una connotazione musicale forte, purtuttavia ha all’interno delle risorse umane assolutamente valide che potrebbero consentire di fare un ulteriore salto in questo senso. Proprio l’altro ieri ho ri-firmato una convenzione con il Piacenza jazz club Milestone, quindi lascio anche questo in eredità. Da esterna, avevo intravisto la forte vocazione musicale, non solo della scuola ma anche della città. Il Piacenza jazz festival è uno degli venti culturali più importanti. Questo si incrociava peraltro con la mia storia personale perché sono nata e provengo da un territorio anch’esso a forte vocazione musicale ed avevo fatto esperienze in questo campo. Mi sembrava un vantaggio, un plusvalore, un dono da portare e da poter condividere con la scuola e con il territorio. Non è stato facile farlo passare. Mi spiace che, proprio per il contesto musicale, si siano determinate delle frizioni con qualche docente.

La convenzione è stata come dire una prima volta, sotto la mia dirigenza. Ma la Dante Carducci ha anche aderito al progetto Imun (l’Italian Model United Nations è un progetto grazie a cui migliaia di studenti di scuole medie diventano “Ambasciatori per un giorno” e simulano le assemblee dell’ONU ndr) e ai campi scuola in Basilicata che hanno consentito ai ragazzi di vivere un’esperienza straordinaria. Progetti che hanno avuto un consenso elevatissimo da parte dei genitori.

Non tutti i genitori ne sono stati però entusiasti

Se da parte c’è stato un gruppuscolo di genitori che ha tentato di gettare fango su una attività che è stata molto dinamica all’interno dell’istituto, dall’altra la maggior parte dei genitori e dei docenti hanno trovato una loro rispondenza rispetto allo sviluppo della scuola ed alla costruzione dell’identità della Dante-Carducci.

Altre cose importanti sono stati i laboratori linguistici gratuiti ed i laboratori nelle ore di alternativa alla religione Cattolica che hanno portato risultati straordinari e ci hanno dato l’opportunità di raccontarci a Radio Web del Gioia.

Insomma un’esperienza che l, nonostante tutto, le ha regalato anche soddisfazioni?

Voglio dire che sono stata molto felice di incontrare delle persone straordinarie. Ho voluto molto bene a questa città, tant’è che non me ne vado. Ho voluto bene alle persone che hanno lavorato con grande amore. Nelle cose bisogna crederci e metterci amore ed i risultati arrivano.

Quelli che – con me – sono stati visionari ed hanno creduto in un sogno … li ringrazio, genitori, alunni, docenti ed associazioni.

Sono una persona che lavora nel silenzio e quando ci sono situazioni gravi, ancora di più opero nel silenzio affinché la mediazione sia l’arma più forte e vincente. In alcuni momenti ho trovato docenti poco disponibili al dialogo. Il dialogo si fa solo se le due parti vogliono ascoltarsi reciprocamente. Non è mai univoco.

Carlandrea Triscornia