Terme di Salso, slitta la liquidazione

Si dovrà attendere ancora qualche giorno per il via libera da parte del consiglio provinciale di Parma alla trasformazione della Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa in srl e sua successiva messa in liquidazione.
La seduta programmata per dopodomani è infatti stata rinviata al lunedì successivo, il 5 giugno.
La società, controllata da comune di Salso, Provincia di Parma e Regione Emilia Romagna era stata ammessa al concordato preventivo nel gennaio del 2016 ma di fatto aveva già ceduto tutte le proprie attività ai privati con l’affitto di rami d’azienda.

In particolare nella gestione di Villa Igea (clinica riabilitativa) e degli istituti termali di Salso e Tabiano era subentrata la piacentina Terme di Salsomaggiore e di Tabiano srl (Tst) che si era presa a carico un centinaio di dipendenti e si era anche impegnata ad acquistare definitivamente le attività affittate entro tre anni.
Per concretizzare questo passaggio serve proprio la messa in liquidazione da parte degli enti pubblici.
I soci della Tst, al momento della sua costituzione, appena prima della stipula dei contratti di affitto di ramo d’azienda, erano alcuni noti imprenditori e società piacentine: la Vittorio Coppellotti partecipazioni srl (25%), Antonio Cerciello, presidente della Nordmeccanica, (10%), Marco Elefanti, docente universitario e già vicepresidente di Enia, Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica, due immobiliari una di Modena, la Cinna srl (25%) ed una lombarda M.E. spa (25%), oltre ad altri soci con quote minimali .

Proprio sulla vicenda delle Terme oggi c’è da registrare anche una interrogazione del vice Presidente della Assemblea legislativa Emilia-Romagna, il leghista Fabio Rainieri, che chiede chiarimenti, alla Regione su presunti rapporti di affari intercorrenti fa il Presidente delle Terme SPA Massimo Garibaldi e l’amministratore delegato di Terme di Salsomaggiore e di Tabiano s.r.l .

La Tst – si legge nella nota stampa di Ranieri – avrebbe già formulato una proposta irrevocabile di acquisto dei rami d’azienda per complessivi 11.500.000 euro.




La Finanza confisca due ville di giostrai

Vivevano in ville di lusso, con giardini sfarzosi ornati da palme ed ulivi ma erano pressoché sconosciuti al fisco. Così alcuni giostrai di etnia Rom, residenti nel Comune di Cadeo erano finiti nel mirino della Guardia di Finanza di Piacenza che lo scorso dicembre avevano sequestrato in via cautelativa due ville per un valore complessivo di 1 milione e duecento mila euro.

Ora il Tribunale di Piacenza ha deciso di sottoporre le abitazioni a confisca dopo aver svolto approfondite indagini sui due capofamiglia che vantano un curriculum criminale di tutto rispetto con condanne definitive per truffa, associazione per delinquere, falso, furto, insolvenza fraudolenta e sostituzione di persona.

Tra l’altro le indagini delle Fiamme Gialle hanno permesso anche di appurare come le ville, risalenti al 2009, fossero del tutto abusive e mai accatastate. Ora gli immobili sono nella disponibilità dell’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.




Massimo Toscani riconfermato alla guida della Fondazione

Nuovo mandato per Massimo Toscani, riconfermato all’unanimità alla guida della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Era stato lo stesso Consiglio Generale ad avanzare ufficialmente la richiesta di ricandidatura a Toscani, nei primi giorni di maggio, al termine dell’iter per la nomina dei nuovi componenti del Consiglio Generale.

Concluso lo scrutinio concluso, un lungo applauso ha sancito la rielezione del presidente, che ha preso la parola illustrando obiettivi e strategie del suo secondo mandato.

Nel sottolineare come l’ente abbia tra i suoi fini principali gli interventi nel welfare, nella cultura e nella ricerca scientifica, Massimo Toscani ha ricordato come la Fondazione debba porsi sempre più come soggetto propulsore di iniziative condivise, “capocordata” – così l’ha definita – di soggetti e volontà diverse che si riconoscano in un unico disegno, come avvenuto per l’evento Guercino a Piacenza o per i tanti protocolli di intesa sottoscritti in ambito welfare.

«Oggi è il momento in cui tutti devono contribuire alla buona riuscita di progetti capaci di incidere sul territorio e per la Fondazione il proprio compito non si può esaurire in un sostegno economico», ha dichiarato Toscani, annunciando la volontà anche per la fase erogativa (i progetti per i quali giunge richiesta di contributo), che almeno per certi importi significativi tale erogazione avvenga tramite la predisposizione di bandi.

Dopo aver ringraziato il personale e tutta la struttura della Fondazione, Toscani ha brevemente presentato le linee programmatiche nei settori d’intervento e le strategie economiche e finanziarie del nuovo mandato.

Ha poi sottolineato la necessità di un impegno condiviso da tutti coloro che compongono la Fondazione, dal Consiglio Generale al futuro Consiglio di Amministrazione: «Abbiamo bisogno del vostro sostegno, delle vostre idee e delia vostra partecipazione – ha affermato Toscani – “entrare con qualsiasi funzione negli organi della Fondazione non è un privilegio, ma un servizio che si deve rendere alla collettività. Ci saranno occasioni di confronto aperto e franco, in cui ognuno manifesterà apertamente e con forza ii proprio pensiero e le proprie convinzioni, nella speranza e nell’augurio che possa essere raggiunta una sintesi attorno alla quale operare e lavorare: il Presidente dovrà dunque stimolare la discussione e favorire il dialogo, con tutti».

Il secondo mandato di Toscani giunge dopo la prima nomina del settembre 2014, arrivata dopo le dimissioni della precedente governance. Il rinnovo degli organi della Fondazione non si è ancora concluso: il presidente dovrà presentare al Consiglio Generale la sua squadra, i componenti del Consiglio di Amministrazione che nei prossimi quattro anni lo affiancheranno alla guida dell’ente.




Tenta furto di superalcolici, bloccato dalla Municipale

Voleva farsi una scorpacciata di superalcolici senza pagare ma è andata male ad un 27enne di nazionalità egiziana, residente nella provincia di Lodi.
L’uomo – nei giorni scorsi – si è recato in un supermercato nella zona di via Farnesiana, ha riempito il carrello di bottiglie ed ha poi imboccato la corsia dell’uscita senza acquisti. Scoperto da un addetto alla vigilanza l’egiziano ha abbandonato la refurtiva alcoolica e si è  dato alla fuga.
In via Farnesiana è però stato intercettato da una pattuglia della Polizia Municipale presente in zona, nell’ambito dell’attività territoriale di prevenzione.
Al termine degli accertamenti, il giovane è stato denunciato per tentato furto aggravato.




Torna e raddoppia Artisti da Giardino

E’ già tutto pronto ai Giardini Margherita per ospitare l’atteso appuntamento con “Artisti da Giardino”, il festival di busker, musica, artigianato e cibo di strada organizzato nel parchgli storici Giardini Margherita di Piacenza in programma sabato 27 e domenica 28 maggio.

Un’edizione ricca di novità ed in formato maxi: non più solo una giornata di spettacoli e divertimento, ma un intero fine settimana dedicato alle arti circensi e alla sana vita all’aria aperta, il tutto a due passi dalla stazione e a pochi minuti dal centro.

I veri protagonisti saranno come di consueto gli artisti: l’equilibrio precario dello Gera Circus, lo sproloquio acrobatico degli Acchiappa e Scappa, le esilaranti acropazzie di Miss Jenny Pavone, l’improbabile groove illusionista del Funky Magic Show, le infuocate improvvisazioni de La Wanda, le suggestioni orientali di Flambetta, la complicità incendiaria di  Pimiento Fire e l’elettroselvatica giocoleria di Alberto Fontanella.

Colonna sonora rigorosamente dal vivo con la musica tradizionale di Paesi lontani proposta dal Boz Trio, la classe dello swing e le incursioni jazz dei Clarysax o le personalissime reinterpretazioni trasversali degli Old Rag.

Tra le novità di questa seconda edizione di Artisti da Giardino, la tappa della micro – architettura errante, progettata e realizzata dai giovani ingegneri, architetti e artigiani del progetto Building Communi(ci)ties a cura di Rivularia/Praxis e la performance conclusiva del progetto Spazio Aperto che coinvolge giovani attori piacentini e partecipanti di ogni dove, convinti che il teatro possa essere il grimaldello per scardinare pregiudizi e scassinare diffidenze.

Attesissimo il pic nic della domenica con le golosità dei commercianti del quartiere e le prelibatezze di una gastronomia errante a disposizione dei visitatori più affamati.

Ma non mancheranno nemmeno iniziative esclusivamente dedicate ai bambini. Domenica, durante e dopo il pic-nic, vi saranno tre saranno appuntamenti per i più piccoli: Favole da giardino, racconti animati dalla Coop Aurora Domus (Elefante che legge) dalle 11, alle 15 Dal prato al cielo, laboratorio di costruzione di aquiloni a cura di Pappa e Pero e alle 16 Giochi da giardino, laboratorio di costruzione e giochi di movimento a cura del servizio Tagesmutter della Coop. L’Arco.

Ad artisti, educatori e commercianti, si uniranno 30 artigiani che daranno vita ad un mercatino curioso con un’area riservata al vintage e una agli allestimenti floreali più insoliti e ai poetici ritratti en plein air delle Foglie al Vento.

Il 27 e il 28 un altro fine settimana Matto da Galera per riappropriarci finalmente dei Giardini Margherita che vorremmo.




Frutta e verdura protagoniste del week-end

L’ultimo week end di maggio sarà dedicato a frutta e verdura, prodotti per eccellenza della dieta mediterranea, che fanno bene alla salute e all’aspetto per il potere abbronzante molto apprezzato all’inizio della bella stagione.

L’iniziativa – informa Coldiretti regionale – è dei mercati di Campagna Amica dell’Emilia Romagna per aiutare i consumatori a difendersi dall’afa e a prepararsi alla prova costume. Sabato 27 e domenica 28 maggio i mercati di Campagna Amica forniranno tutte le indicazioni utili per un corretto consumo di frutta e verdura che per le loro caratteristiche – spiega Coldiretti Emilia Romagna – costituiscono il perno della dieta mediterranea, adatte in particolare in estate perché molto utili a difendere l’organismo dalle elevate temperature, ma anche importanti per “catturare” i raggi del sole e garantire una tintarella naturale in quanto sono ricche antiossidanti naturali con la vitamina A, C ed E. Questi vegetali – continua Coldiretti regionale – sono dunque alimenti che soddisfano molteplici esigenze del corpo: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l’apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all’azione dei radicali liberi prodotti nell’organismo dall’esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile.

Nella nostra provincia domenica 28, dalle 15.00 alle 18.00, a Podenzano, presso la corte “La Faggiola”, all’interno dell’iniziativa “Biancolatte” si svolgerà la “festa del gelato dolce e salato e dei prodotti della filiera del latte”.

Tanti altri gli appuntamenti in regione. Sabato 27 e domenica 28 maggio, dalle 10.00 alle 20.00, a Lido degli Estensi, nel comune di Comacchio (FE), si svolgeranno assaggi e degustazioni con preparazioni di frutta e verdura e il laboratorio di cosmetica naturale.

Il 27 maggio, dalle 10.00 alle 12.00, in piazza Fontanesi di Reggio Emilia toccherà alla frutta di stagione che verrà frullata direttamente “a pedali”.

Domenica 28 maggio, dalle 10,30 alle 12,30, in largo San Francesco a Modena, saranno presentate creazioni di frutta e verdura con le tecniche di visual food, il nuovo modo di concepire l’allestimento dei piatti che coniuga estetica e funzionalità. Sempre frutta e verdura verranno trasformate in opere d’arte in miniatura, in grado di procurare piacere estetico pur lasciando inalterata la sostanza delle materie e quindi la funzionalità e il valore del cibo. Sempre domenica 28 maggio, a casa Artusi di Forlimpopoli (via Andrea Costa 27) in collaborazione con Rialimenta e Bio Macelleria San Bidente e azienda agricola biologica-simbiotica Mengozzi, verrà illustrato il progetto pilota ‘Il cibo è colore, sapore e forma’ mediante il quale si punta a sensibilizzare ad un utilizzo in cucina, comprese quelle delle mense scolastiche, di materie prime stagionali coltivate e prodotte dalle aziende agricole locali aderenti al Consorzio eco-simbiotico Valbidente mediante il sistema dell’agricoltura bio-simbiotica. Le agrichef Luana e Caterina mostreranno come cucinare e trattare i prodotti del territorio attraverso  metodi di cottura atti a mantenere inalterate le qualità organolettiche degli alimenti.




Via Cittadella trasformata in “un deserto”

Fino allo scorso anno era una delle strade più vivaci del centro cittadino, animata dal via vai di studenti e viaggiatori. Oggi via Cittadella sembra piombata in una profonda crisi da cui difficilmente riuscirà a risollevarsi. A causarla lo spostamento delle corriere  alla Lupa, decisa dalla Giunta uscente guidata da Paolo Dosi.

Basta fare un giro fra gli esercizi commerciali per raccogliere voci unanimi sull’impatto negativo che la scelta ha avuto sui bilanci aziendali.  Giampiero Cremonesi è il decano della via e, con la sua torrefazione Mercato del Caffè, lavora qui da 55 anni. “Da quando hanno spostato le corriere, via Cittadella è diventata un deserto. Non l’ho mai vista così. Prima di prendere decisioni di questa portata avrebbero dovuto parlarne con noi. Con mezzo secolo di esperienza qualche suggerimento avrei potuto darglielo”. Giampiero Cremonesi titolare Torrefazione

Fino allo scorso anno nella torrefazione lavoravano due soci e due dipendenti “ora siamo rimasti in due – ci ha detto Cremonesi – Certo la crisi economica un po’ di flessione l’aveva già portata negli ultimi anni – “ma chiudere la stazione dei bus ci ha dato il colpo di grazia. Nei 12 mesi appena trascorsi abbiamo perso il 40% del nostro fatturato. Un disastro. Piacenza non è Parigi. Dal punto di vista commerciale, non vive, se non marginalmente sul turismo. Ha sempre vissuto, invece, sulle persone che dalla provincia venivano in città, soprattutto per il mercato, il mercoledì ed il sabato.  Molti nostri clienti ora non vengono più o molto raramente. Cittadella è a due passi dal Piazza Cavalli. La nuova stazione è distante da tutto e per tanti anziani dover cambiare bus, prendere le navette, è troppo complicato. Venire in auto non se ne parla nemmeno, vista la mancanza di parcheggi ed il rischio di prendere multe”.Titolare bar via Cittadella

Di parere analogo è anche Maria la barista cinese che, da un paio di anni, gestisce insieme al marito l’attività a pochi metri dall’angolo di via Borghetto: “Prima il gazebo era sempre pieno. Nei giorni di mercato lavoravamo tantissimo. Adesso fare il pienone è un sogno. Gli studenti poi sono totalmente scomparsi. Molti miei colleghi vorrebbero vendere il bar ma – dice Maria abbozzando un sorriso – non c’è nessuno che compri, nemmeno i cinesi”.

La mostra del Guercino ha restituito un po’ di vivacità alla strada soprattutto a ridosso dei week-end, ma le ricadute sono comunque temporanee e per molti insufficienti a compensare Matteo Marenghi Enotecai mancati incassi del dopo spostamento. “Ben vengano iniziative culturali di questo tipo – ci ha risposto Matteo Marenghi, titolare dell’omonima enoteca –  “sono un efficacissimo strumento di marketing territoriale e possono contribuire a far inserire Piacenza, a pieno titolo, nei circuiti di turismo artistico del nostro paese. Un visitatore che viene per il Guercino, può apprezzare Piacenza e magari tornare una seconda volta. Detto questo, i riflessi che l’iniziativa ha avuto sugli incassi della mia enoteca sono stati pressoché nulli”.

I commercianti dell’area, ormai che la frittata è stata fatta, sperano che la futura amministrazione metta subito in campo idee efficaci per il rilancio della via magari creando nuovi spazi gratuiti per il parcheggio nell’area dell’ex caserma Pontieri mentre non convince l’idea del parcheggio sotterraneo, la cui realizzazione viene giudicata troppo lenta, inutilmente costosa e zeppa di ostacoli.




Nido Farnesiana: educatrici inchiodate dalle telecamere

“Se ci vedessero fare così ci arresterebbero”. Sembra quasi una frase premonitrice quella pronunciata da una delle due educatrici piacentine finita ieri in manette per presunti maltrattamenti sui bambini del Nido Farnesiana. La donna era ovviamente inconsapevole del fatto che i carabinieri della stazione Levante avessero piazzato microfoni e telecamere in tutte le stanze dell’asilo.

Le due operatrici piacentine di 53 e 31 anni – lo ricordiamo – sono state arrestate nel primo pomeriggio di ieri e condotte in carcere in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

Questa mattina magistrati e carabinieri hanno tenuta una conferenza stampa per raccontare quanto accadeva fra le mura del Nido. Le maestre, secondo le parole degli inquirenti, i sostituti procuratori Roberto Fontana e Antonio Colonna, avrebbero avuto “un atteggiamento violento e non giustificato” testimoniato appunto da immagini che – hanno detto i pm – “danno conto di modi di agire molto gravi e violenti, ben lontani anche da un semplice abuso di mezzi di correzione. Sono maltrattamenti fisici e verbali. Ancora più grave che si tratti di condotte messe in atto senza motivo, o senza alcun elemento primario da correggere”.

Gli schiaffi e gli insulti avrebbero interessato, in particolare, quattro piccoli. L’indagine, hanno spiegato il colonnello Corrado Scatarretico ed il capitano Stefano Bezzeccheri, è partita ad aprile quando una collega delle due educatrici non è più riuscita a sopportare le azioni delle due nei confronti dei bambini. Per oltre un mese sono state registrati insulti e maltrattamenti su bambini di età compresa tra 12 ed i 20 mesi.  “Cretino e deficiente” gli epiteti più comuni ma anche frasi più pesanti come  “ti apro la testa in due”.  In più schiaffi e un bambino afferrato per le caviglie e fatto uscire a testa in giù dal lettino dove riposava ed anche qualche episodio di razzismo. In una riunione una collega aveva contestato il loro metodi poco ortodossi ma in tutta risposta le due avevano affermato che le educatrici più giovani si sarebbero dovute adattare al loro metodo decisi o potevano licenziarsi.

A questa assurda situazione hanno posto fine ieri i militari che, a fronte di ennesimi maltrattamenti, hanno deciso di agire, arrestandole.

Intanto oggi pomeriggio è prevista una riunione con i genitori come recita il comunicato rilasciato dalla direzione della struttura:

Il Nido Farnesiana informa che l’attività del servizio continua senza interruzioni e che viene garantito alle famiglie tutto il supporto e l’informazione legate alla situazione. Registriamo da parte delle famiglie fiducia e noi con loro chiediamo che sia fatta chiarezza fino in fondo su quanto viene contestato alle due educatrici. In via cautelativa le educatrici coinvolte sono state sospese dal servizio e sostituite da altro personale con titoli ed esperienza adeguate al ruolo. Nel pomeriggio del 26 maggio alle 16 è stata convocata un’assemblea dei genitori per affrontare insieme la situazione. Da parte nostra assicuriamo l’impegno massimo per mantenere un ambiente sereno e un clima educativo a tutela dei bambini e delle famiglie”.




Al Liceo Gioia i contributi volontari diventano obbligatori

Sono sempre più numerose le scuole italiane che, forzando le norme, rendono obbligatorio ciò che dovrebbe essere assolutamente volontario. Se ne sono accorti anche a Piacenza i genitori degli studenti del Liceo Gioia che, recentemente, si sono visti recapitare alcuni bollettini postali per l’iscrizione al prossimo anno scolastico. Uno è relativo alle tasse di iscrizione e quindi non ha destato alcuna perplessità. Il secondo invece riporta come causale “contributo liberale per ampiamento dell’offerta formativa” ed è pari a 90 euro.

Basandosi proprio sulla volontarietà del contributo alcune famiglie, vuoi per difficoltà economiche vuoi per semplice puntiglio, hanno deciso di non procedere con il pagamento di questa quota.

A quanto sembra gli addetti della segreteria hanno in qualche modo abbozzato davanti a tali prese di posizione, quest’anno più numerose del passato. Salvo poi convocare d’urgenza alcuni rappresentanti di classe, consegnargli un elenco di ribelli e chiedere loro di trasformarsi in “esattori” e sollecitare i compagni al pagamento.

Una scelta che ha sollevato non poche perplessità. Innanzitutto perché fornire ai rappresentanti di classe un elenco di studenti “morosi” non sembra essere una scelta pienamente rispettosa della privacy. In secondo luogo perché se si dovevano recuperare le somme sarebbe stato forse più corretto avvisare direttamente i genitori degli studenti piuttosto che i ragazzi stessi.

Insomma da quanto sta succedendo al Gioia (come in tante altre scuole superiori) sembrerebbe evidente come il contributo non sia affatto volontario e liberale ma indispensabile agli istituti per far quadrare i conti. I soldi erogati dal Miur non bastano e così i Consigli di Istituto suppliscono alla mancanza di fondi, pescando direttmente nelle tasche delle famiglie. Discutibile forse, ma accettabile se utile al buon funzionamento della scuola, a patto però che non sia un obbligo.

Lo stesso Ministero del resto è intervenuto in maniera chiara sull’argomento, ribadendo la totale volontarietà (e non obbligatorietà) dei contributi ed invitando a segnalare eventuali abusi all’Ufficio Scolastico Regionale.

Secondo il Ministero sono legittime richieste di rimborsi per spese quali l’assicurazione, i libretti di giustificazioni, le gite scolastiche mentre qualunque esborso per l’arricchimento dell’offerta formativa può avvenire solo su base volontaria.

Molte le circolari emanate al riguardo dal Miur ed il concetto è stato ben chiarito anche dall’Ufficio Scolastico dell’Emilia Romagna. Le scuole non sono titolari di un autonomo potere impositivo e quindi non possono in alcun modo rifiutare l’iscrizione di un ragazzo che non abbia pagato contributi volontari. Le uniche tasse obbligatorie sono e restano quelle di iscrizione, frequenza ed esame.

Insomma come avrebbero detto le colonne portanti del vecchio Gioia i contributi ”volontari ma obbligatori” sono decisamente una “Contradictio in terminis” e come tale non dovrebbe albergare nelle nostre scuole.




Oltre 110 mila euro di utili per Piacenza Expo

Buone notizie dal bilancio di Piacenza Expo che chiude il 2016 con un utile pari a  111.571 euro.
“Si tratta del miglior risultato di gestione nella storia della Società – ha dichiarato il presidente Angelo Manfredini -, in un contesto di prolungata crisi economica e in un anno che ha visto altri quartieri fieristici registrare pesanti disavanzi.”

Se da un lato è cresciuto il valore della produzione , raggiungendo quota 2.611.754 euro, dall’altro sono calati  gli oneri finanziari scesi a 140.178 euro. Stabili invece gli ammortamenti pari a 382.315 euro.

Un utile di esercizio che può quasi sembrare paradossale in un periodo di crisi economica ma che si spiega con la strada di contenimento della spesa imboccata dalla società Piacenza Expo e soprattutto con il miglioramento della propria posizione sul mercato, attraendo nuove fiere, grazie alla location, a servizi su misura e ad un buon rapporto qualità/prezzi.

Nel 2016 Piacenza Expo ha realizzato 32 eventi. Dal 2012 al 2016 il numero degli espositori è raddoppiato in una crescita continua: 1.018 nel 2012 e 2.040 nel 2016. Anche i visitatori sono aumentati: 101.513 nel 2012 e 115.646 nel 2016. Di questi ultimi, 30.007 sono stati i visitatori specializzati per fiere industriali, mentre 85.639 sono state le presenze del pubblico generico. Ma c’è un altro dato che emerge da Bilancio Sociale di Piacenza Expo. L’incremento di espositori e visitatori ha avuto un impatto positivo sull’indotto economico locale, risultato pari, nel 2014, a cinque milioni e quattrocentomila euro.

“Le azioni intraprese e i risultati economici del 2016 – ha sottolineato  Manfredini – confermano che Piacenza Expo è un’azienda che produce di più, costa di meno e genera più valore per il territorio. La Società potrebbe crescere ulteriormente se il sistema imprenditoriale locale investisse di più in quelle fiere industriali che puntano a dare visibilità alle nostre filiere eccellenti: Tubitaly e Tomato World, ad esempio, sono due manifestazioni che possono svilupparsi, attraendo visitatori qualificati tramite attività di incoming dall’estero”.

“Dalla lettura dei dati di bilancio – ha affermato il sindaco Paolo Dosi –, emerge come la gestione industriale di Piacenza Expo nel 2016 sia stata caratterizzata da eventi fieristici di qualità, con un notevole aumento del valore della produzione e dei visitatori e margini positivi, dei quali l’utile di 111mila euro ne è il riscontro più evidente. Si tratta di una struttura snella ma solida, con ottime professionalità al suo interno, che dopo alcuni anni di difficoltà può guardare al futuro con maggiore fiducia e aspettative di crescita. Piacenza Expo riveste un ruolo centrale per il marketing territoriale e la sua valorizzazione non potrà che poggiare sull’aumento degli eventi espositivi, anche di livello internazionale, e sulla creazione di appuntamenti che prevedano una forte interazione con le imprese locali”.

Il vicesindaco Francesco Timpano ha invece sottolineato come “nonostante la crisi, Piacenza Expo dispone di marchi che possono crescere e diventare fiere di riferimento. Penso che il nostro quartiere fieristico, ancor più che in passato, possa svolgere per il territorio una funzione importante di promozione dei distretti industriali, artigianali e commerciali, delle eccellenze eno-gastronomiche e delle attrazioni turistiche. Piacenza Expo resta uno strumento imprescindibile per lo sviluppo del sistema economico locale e anche una straordinaria opportunità per rafforzare la coesione della nostra comunità e per fare emergere nuove imprese e i tanti giovani talenti disponibili”.

Al giudizio positivo espresso dal Sindaco e dal Vicesindaco si è associato anche il Presidente della Camera di Commercio Alfredo Parietti che ha espresso compiacimento per le risultanze dell’esercizio 2016 di Piacenza Expo e ha sottolineato il ruolo strategico della Società per l’economia del territorio piacentino.