Piacenza Oltre su Piazza Cittadella: “Il coraggio di scegliere, la responsabilità di fare”

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa firmata da Caterina Pagani e Sandro Spezia, consiglieri comunali di Piacenza Oltre, sulla vicenda di piazza Cittadella.

«Fare significa assumersi responsabilità, decidere, metterci la faccia. Significa sapere che ogni scelta può non incontrare l’approvazione di tutti, ma è necessaria per portare avanti il bene comune.
Chi invece non fa nulla, e non ha mai fatto, resta nell’immobilismo che lo ha sempre contraddistinto, limitandosi a criticare da bordo campo.

La vicenda di Piazza Cittadella è una delle più complesse e spinose che la nostra città si trovi ad affrontare. Un’eredità pesante, una pratica intricata che si trascina da oltre 13 anni, tra ritardi, vincoli tecnici, contenziosi e scelte rimandate. Noi abbiamo scelto di affrontarla, con coraggio e responsabilità.
Abbiamo rimesso il progetto su binari seri, con l’obiettivo di restituire alla città uno spazio urbano finalmente riqualificato e vivo.
Ricordiamo sempre cos’era Piazza Cittadella fino a pochi anni fa: un’area abbandonata a sé stessa, con un terminal bus non più dignitoso, un contesto urbano degradato, poco frequentato e privo di valore sociale. Era un biglietto da visita poco decoroso proprio davanti a Palazzo Farnese, simbolo storico della città.

Invitiamo i cittadini a non lasciarsi influenzare da slogan facili o post semplicistici sui social, spesso diffusi da chi, durante il proprio mandato, non ha fatto nulla e oggi si improvvisa esperto di soluzioni senza alcun senso di responsabilità. La questione è complessa e richiede la massima attenzione e serietà da parte di chi amministra.

E proprio per questo, continueremo a lavorare con trasparenza, serietà e determinazione per consegnare ai piacentini una piazza e un comparto riqualificati, all’altezza delle aspettative e della nostra storia.

La riqualificazione di Piazza Cittadella non è solo un impegno elettorale, ma una delle ragioni per cui abbiamo scelto di sostenere Katia Tarasconi. Preferiamo rigenerare ciò che è degradato piuttosto che consumare nuovo suolo: vogliamo una città più bella e funzionale, e Piazza Cittadella è centrale in questa visione.

È paradossale vedere chi non ha mosso un dito per anni improvvisarsi ora esperto di soluzioni.
È sufficiente un foglio bianco per raccontare ciò che ha fatto la giunta Barbieri: nulla. Nessun progetto, nessuna proposta, nessuna visione.
E in particolare sulla vicenda di Piazza Cittadella e del tema parcheggi, quel foglio rimarrebbe bianco. Come ha ricordato anche un articolo di Libertà, non c’è mai stata alcuna reale iniziativa di recesso, né una proposta alternativa concreta da parte dell’ex amministrazione, contrariamente a quanto qualche voce ha cercato di far credere.

Chi oggi urla “rescissione!” parlando da una posizione di comodo lo fa senza rischiare nulla. Ma un recesso avventato comporterebbe danni economici rilevanti per l’ente, e quindi per i cittadini. Serve responsabilità, non propaganda.

Noi non sbraitiamo ogni giorno sui social per inseguire qualche like: lavoriamo silenziosamente e con serietà. Come ha chiarito l’assessore Matteo Bongiorni, ogni passaggio è stato seguito con attenzione e rigore: non c’è stata alcuna leggerezza né mancanza di vigilanza.
Un ringraziamento va anche agli uffici tecnici, che da mesi portano avanti un lavoro delicato e complesso, troppo spesso oggetto di attacchi gratuiti e strumentali.
Sono persone competenti, con responsabilità precise, che meritano rispetto.

Il confronto con il concessionario Piacenza Parcheggi – GPS è difficile. I tavoli tecnici sono seri e laboriosi, e richiedono uno sforzo costante da parte dell’amministrazione e degli uffici.
Se le condizioni lo renderanno possibile e sicuro per il Comune, sosterremo anche l’ipotesi di rescindere il contratto. Ma questa decisione sarà assunta con prudenza, non sull’onda di pressioni mediatiche o slogan da opposizione.

Siamo determinati a portare avanti l’obiettivo di una vera riqualificazione di Piazza Cittadella.
Se dovessero emergere ostacoli insormontabili, valuteremo soluzioni alternative con la stessa ambizione e visione, perché la città ha bisogno di uno spazio degno della sua storia e del suo futuro.

I disagi per i residenti e le attività economiche della zona sono evidenti. Abbiamo il dovere di restituire anche a loro una piazza bella, funzionale, accogliente.
Nessuno vuole lasciare una situazione come quella attuale, e siamo pronti a intervenire con decisione.

L’obiettivo è chiaro: restituire a cittadini e attività una piazza rinnovata, funzionale, vivibile.
Insieme al nuovo mercato coperto, al recupero delle Scuderie di Maria Luigia e alla valorizzazione di Piazza Casali, Piazza Cittadella diventerà un vero biglietto da visita per Piacenza, davanti a uno dei suoi simboli più importanti: Palazzo Farnese».




Il sindaco Tarasconi sul Far West di via IV Novembre: “Il degrado non si combatte con il degrado”

Il sindaco di Piacenza interviene con una nota sulle scene da Far West che si sono verificate ieri sera inn via IV Novembre, in piena città.

“Il degrado non si combatte con il degrado. E quello a cui la nostra città ha assistito ieri sera è, senza ombra di dubbio, degrado allo stato puro: violenza, botte, facce insanguinate, tavoli ribaltati, danni e paura tra i tanti ragazzi e ragazze che stavano semplicemente bevendo qualcosa o mangiando un gelato in centro. Degrado e squallore allo stato puro, indipendentemente dalle responsabilità penali che senz’altro verranno accertate dalle forze dell’ordine intervenute sul luogo dei fatti e che ora stanno svolgendo le indagini del caso.

Parlo di degrado che non si combatte con il degrado, perché giusto un paio d’ore prima degli episodi in questione, a poca distanza da dove sono avvenuti, si riuniva un presidio organizzato dalla Curva Nord, gli ultras del Piacenza Calcio, allo scopo – si legge in una nota dei promotori – di “portare all’attenzione un problema che ormai è noto a tutti, quello dell’insicurezza e della criminalità dilagante”.

Ebbene, stando alle prime ricostruzioni – che dovranno essere confermate dall’Autorità giudiziaria, l’unica titolata a ipotizzare collegamenti e formulare accuse – pare che alcuni giovani che poco prima avevano preso parte al presidio anti-degrado siano poi rimasti coinvolti negli episodi di violenza a cui in tanti hanno assistito e di cui vediamo ampi resoconti sui media locali; episodi che si sono conclusi con il ferimento e il ricovero in ospedale di due giovani di origine nordafricana.

Ora, in attesa di capire come siano andate le cose e chi siano i responsabili, la considerazione che ritengo doverosa è questa: la violenza non è mai la risposta a un problema. Mai e poi mai. La storia dovrebbe avercelo insegnato, ma ciò nonostante ci sono gruppi di persone che si riuniscono e inneggiano – come è avvenuto durante il presidio di cui sopra – a una sorta di ribellione contro un sistema che in qualche modo favorirebbe il dilagare della criminalità, della violenza, del degrado. E lo fanno con toni e concetti che trasudano violenza, durezza, intolleranza in nome di una situazione non meglio definita, tratteggiata in modo generico, superficiale, senza tener conto di ciò che dicono la Prefettura e le forze dell’ordine dati alla mano. Poco dopo il presidio sul Pubblico passeggio – e solo le indagini chiariranno se è stato un caso oppure no – assistiamo ad episodi criminali, violenti, degradati e degradanti. Episodi che hanno visto come protagonisti numerosi giovani prendersela con pochi. Alcuni organi di informazione parlano di “rissa a sfondo razziale”, e anche in questo caso sarà l’Autorità giudiziaria a chiarire se sia vero oppure no.

In ogni caso, promuovere la violenza per affrontare problemi (che si verificano in tutte le città italiane, e che qui a Piacenza sono tutt’altro che sottovalutati) non è il nostro modo di pensare e di agire. Anzi, sono convinta che certi toni, certi messaggi, certi slogan siano parte integrante del problema e ne aumentino la portata come benzina lanciata sul fuoco. E a farne le spese, come è avvenuto ieri sera, sono i cittadini per bene, ovvero quelli che si sono trovati ad assistere a uno spettacolo che oltre ad essere criminale è indecoroso e indegno; a farne le spese sono la sicurezza e l’ordine pubblico, che sono cose serie e complesse, e sono la materia di cui si occupano professionisti seri, preparati e titolati”. 




Le reazioni alla rissa di via IV Novembre a Piacenza

Sono svariate le reazioni e le prese di posizione riguardo a quanto accaduto ieri sera in via IV Novembre   a partire da quella del Partito democratico.

“Il Partito Democratico di Piacenza esprime sdegno e profonda preoccupazione per l’episodio accaduto questa notte nella nostra città. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, un gruppo di circa 40 persone ha aggredito due cittadini stranieri con spranghe e bottiglie, al grido di “ripuliamo la città dagli stranieri”. Una violenza brutale, codarda, che nulla ha a che vedere con il vivere civile e che colpisce al cuore i valori su cui si fonda la nostra democrazia.

Episodi del genere non devono essere minimizzati, perché dietro a questi atti si cela un clima d’odio che da tempo sta crescendo e che oggi esplode in forme sempre più gravi e pericolose.

Non possiamo ignorare la responsabilità morale e politica di chi, nei mesi e negli anni, ha alimentato con troppa leggerezza un linguaggio d’odio nei confronti di migranti e cittadini stranieri. Quando la propaganda politica fa del “diverso” il bersaglio quotidiano, quando si usano parole come “invasione” o si parla di “ripulire” le città, si legittimano – direttamente o indirettamente – comportamenti violenti e discriminatori. È nostro dovere denunciarlo con forza.

In un momento storico in cui le tensioni sociali rischiano di essere strumentalizzate per dividere e alimentare paure, è dovere della politica e delle istituzioni respingere con decisione ogni istigazione all’odio e riaffermare i principi di umanità, convivenza e rispetto.

Piacenza è una città che sa accogliere, che ha sempre fatto della coesione il suo punto di forza. Non permetteremo che venga trascinata nel baratro dell’intolleranza e della violenza.

Attendiamo che venga fatta piena luce su questa inquietante vicenda e invitiamo tutte le forze democratiche, le associazioni, le cittadine e i cittadini a dire basta all’indifferenza”.

La comunità islamica: Attendiamo una reazione forte e decisa da parte dell’amministrazione e delle forze politiche

Anche la Comunità islamica di Piacenza prende posizione attraverso un post Facebook.

“Gravissimi fatti contro una famiglia appartenente alla nostra comunità ieri sera a Piacenza. Ci siamo assicurati del loro stato morale e fisico e siamo in costante contatto con la famiglia.
Attendiamo una reazione forte e decisa da parte dell’amministrazione e delle forze politiche della città per fatti che si sono definiti come una spedizione islamofoba e xenofoba contro dei cittadini musulmani di origine algerina.
Questo, confidando nel lavoro degli investigatori che sappiamo che stanno già lavorando in maniera tempestiva sui fatti”.

Manifestazione indetta per il 2 Luglio da Si Cobas, Controtendenza, Collettivo Femminista.

Intanto Si Cobas, Controtendenza, Collettivo Femminista hanno indetto una manifestazione “Antifascista” per Mercoledì 2 luglio alle 21 davanti al Cheope. La stessa comunità Islamica però avverte di “non aderire, né esorta i propri fedeli a partecipare a questo tipo di manifestazioni. La Comunità Islamica di Piacenza avverte i propri fedeli a non essere oggetto di strumentalizzazione per fini di interesse politico”.

Si terrà anche un’assemblea preparatoria al corteo.

Rifondazione Comunista

Questa la nota diffusa dalla segreteria del partito della Rifondazione Comunista di Piacenza – Circolo “Rosa Luxemburg.

“La Curva Nord del Piacenza organizza un sit-in per protestare contro la situazione di degrado e insicurezza in cui verserebbe la città. A pochi metri di distanza, praticamente in contemporanea, circa quaranta persone in camicia nera aggrediscono due fratelli di origine algerina, con spranghe e bottiglie!, al grido di “Ripuliamo la città dagli stranieri”.

Sicuramente sarà una coincidenza, non lo mettiamo in dubbio e sicuramente la destra locale sarà prontissima a giustificare in tal modo l’accaduto, però è paradossale notare che quando l’estrema destra si muove la violenza xenofoba è sempre dietro l’angolo. Purtroppo, negli ultimi anni, non è il primo episodio – pure contro italiani puri – e temiamo non sarà l’ultimo, da quando le parole d’ordine della politica a livello nazionale sono “Prima gli italiani” o “Chiudiamo i porti”, queste realtà fasciste si sentono legittimati a compiere impunemente atti anche violenti. Ora, noi non neghiamo affatto che a Piacenza ci siano problemi di degrado e microcriminalità, anzi, ma non accettiamo assolutamente che le colpe siano addossare solo alla popolazione straniera nè che simili manifestazioni e parole d’odio possano rappresentare una soluzione a determinati problemi. Ci auguriamo, anche, che le istituzioni e le forze dell’ordine intervengano prontamente per fermare questa spirale di violenza prima che sia troppo tardi e che la nostra “bèla Piaseinsa” assurga nuovamente alle cronache per fatti decisamente poco positivi. E proprio per confermare la nostra posizione saremo in piazza il 2 luglio per la manifestazione antifascista organizzata da ControTendenza, contro la presenza dei neofascisti in città e contro la copertura politica che ricevono a livello locale e nazionale”.

La Segreteria di Alternativa per Piacenza

“Alternativa per Piacenza denuncia la brutale aggressione di mercoledì scorso a danno di alcuni giovani cittadini. Come riportano le cronache, un gruppo di persone, vestite di nero come fossero in divisa, ha assalito due ragazzi stranieri, spedendoli all’ospedale. Un episodio grave, un’aggressione organizzata che ricorda le squadracce fasciste, purtroppo nel solco delle sempre più frequenti manifestazioni di intolleranza e vandalismo. I social sono un proliferare di volgarità xenofobe e nostalgiche; su muri, monumenti, panchine compaiono svastiche e scritte ingiuriose. È una deriva che va fermata, prima che ogni pretesto sia valido per applicare la legge della strada, in una escalation di violenza e vendetta destinata a finire in tragedia. Sostituirsi alle forze dell’ordine, pretendendo di imporre il decoro e il rispetto delle regole a cinghiate, significa confondere il patriottismo con la delinquenza spiccia. Farsi giustizia da soli, in una società civile, è da criminali, da qualunque parte la si veda. Esiste un problema sicurezza, il degrado è diffuso. La responsabilità coinvolge però cittadini di ogni specie. Discriminare addossando colpe è parte del problema, benzina gettata sul fuoco. Se il nemico per qualcuno resta “lo straniero” o “il diverso”, noi allora siamo diversi e stranieri, non ci riconosciamo in questa sottocultura fascista e razzista, che la nostra Costituzione relega all’abominio.

L’antifascismo è oggi un dovere ancora più forte, che sarebbe in capo, di fronte a episodi di così chiara matrice, anche a quei politici locali che strizzano l’occhio a certi ambienti. È il tempo di prendere distanze in modo chiaro, il tempo della responsabilità e della fermezza, prima che ci scappi il morto. In un mondo che sembra andare a pezzi, difendere la democrazia, la pace sociale e la sicurezza di tutte e tutti – a partire dalle persone più vulnerabili – è oggi un dovere che deve unire oltre ogni appartenenza”.




Far west notturno a Piacenza: violenta rissa in via IV Novembre con due giovani feriti

Momenti di grande tensione e violenza si sono registrati nella tarda serata di ieri, mercoledì 25 giugno, in via IV Novembre, tra piazzale Genova e via Tononi, nei pressi del palazzo Cheope. Intorno alle 23, una rissa di gruppo ha coinvolto numerosi giovani e richiesto l’intervento di polizia, carabinieri e soccorritori del 118.

Due ragazzi di origine nordafricana, entrambi sui vent’anni, sono rimasti feriti e trasportati in ospedale con diversi traumi. Uno di loro, in particolare, avrebbe riportato lesioni gravi. Ma il bilancio potrebbe essere più ampio: ci sarebbero anche altre persone ferite, tra cui almeno un giovane italiano e, secondo alcune fonti, una ragazza.

Sui fatti stanno indagando i carabinieri del Norm, che al momento non escludono nessuna ipotesi. Le testimonianze raccolte sul posto raccontano versioni contrastanti: secondo alcuni, tutto sarebbe partito da una rapina ai danni dei due nordafricani — derubati di portafogli e telefono mentre si trovavano in auto nei pressi di un bar. A questa prima aggressione sarebbe seguita una vera e propria “spedizione punitiva”, con decine di persone che avrebbero preso parte allo scontro armate di cinghie, bottiglie e oggetti contundenti.

Altri testimoni parlano invece di un’aggressione premeditata da parte di un gruppo di italiani, alcuni dei quali descritti con maglie nere e atteggiamenti apertamente ostili verso gli stranieri. Secondo alcuni testimoni avrebbero gridato di “voler ripulire la città”.

C’è anche chi ha parlato di un possibile collegamento fra quanto accaduto ed una manifestazione che si era tenuta poco prima in piazzale Genova, organizzata dalla Curva Nord Piacenza 1919 ed intitolata “Tutti in strada contro il degrado” ma al momento si tratta di una mera ipotesi.

C’è anche chi parla di un’escalation alimentata da una “challenge” lanciata via social, rivolta in modo provocatorio contro i nordafricani. Da qui, secondo questa versione, la partecipazione improvvisa di altri gruppi, tra cui anche giovani di origine albanese. Altri ancora ribaltano il racconto: sarebbero stati alcuni ragazzi nordafricani ad aggredire per primi con armi improprie, tra cui bastoni e addirittura un machete.

Si spera che le forze dell’ordine possano chiarire al più presto l’esatta dinamica degli eventi, anche attraverso l’analisi di immagini di videosorveglianza e la raccolta di ulteriori testimonianze. La rissa infatti si è svolta davanti ad attoniti piacentini che erano usciti per trovare un po’ di refrigerio.

L’ipotesi di una rissa per motivi razziali ha fatto rimbalzare la notizia su svariate testate nazionali. Piacenza ancora una volta conquista dunque la ribalta nazionale per un brutto episodio di cronaca.

Sull’argomento intanto ci sono da registrare varie reazioni. 




Forpin, Cristina Repetti presidente raccoglie il testimone di Giuseppe Gallinari

Cristina Repetti è la nuova presidente di Forpin, che nel 2024 ha festeggiato un nuovo record di fatturato. Si è tenuta martedì 24 giugno l’assemblea annuale di Forpin, l’ente di formazione di Confindustria Piacenza. Insieme alla consueta approvazione del bilancio, il Consiglio ha eletto Cristina Repetti presidente del Consorzio. Un emozionato Giuseppe Gallinari ha lasciato la guida dell’ente dopo ventuno anni.

La sua presidenza ha accompagnato una fase di crescita costante di Forpin in termini di ore di corsi erogate, fatturato e dipendenti. I ricavi dell’ente sono passati dagli 1,5 milioni di euro del 2004 agli oltre 4 milioni di euro del 2024.

«Questa è un’assemblea importante, ricorrono i 35 anni di Forpin. Fu allora che Confindustria ebbe l’intuizione di creare questa realtà, idea poi rivelatasi vincente», le parole di un emozionato Giuseppe Gallinari, presidente uscente. «Per questa occasione abbiamo invitato anche i dipendenti, affinché potessero vedere di persona il risultato di un bilancio 2024 particolarmente performante. Abbiamo superato i 4 milioni, un valore che anche solo cinque anni fa sarebbe stato impensabile. Questi risultati non arrivano per caso, sono il frutto di un grande lavoro di squadra, giorno dopo giorno, dando il massimo per l’obiettivo».

Un percorso lungo quello di Gallinari, da oltre vent’anni alla guida dell’ente: «Per me è il momento di lasciare. Nel 2004 fu l’ingegner Giuseppe Parenti a chiamarmi. Mi piace l’idea di chiudere il cerchio con il figlio Nicola. Ringrazio Confindustria, che ha rappresentato il mio primo luogo di lavoro. Poi i presidenti e direttori che si sono succeduti hanno creduto in me, non posso che ringraziarvi. Un pensiero va anche ai CDA e consiglieri che mi hanno supportato. È stata una esperienza estremamente importante a livello professionale e umano. Un grosso in Bocca al lupo a chi mi succederà».

Il testimone passa a Cristina Repetti. Responsabile delle risorse umane in TGR (azienda metalmeccanica a Castel San Giovanni), è attiva da anni nel sistema Confindustria Piacenza. È attualmente al suo secondo mandato come delegata all’education nel Consiglio di presidenza dell’associazione, confermata da Nicola Parenti dopo il quadriennio di Francesco Rolleri.

Cristina Repetti ha accettato l’incarico: «Grazie per la fiducia che mi avete dimostrato negli ultimi anni. Tengo particolarmente a questo incarico, è per me una grande sfida e un grande onore. La formazione è un pilastro fondamentale della mia azienda e Forpin rappresenta l’eccellenza del nostro territorio in questo ambito. Ci entrerò in punta di piedi, partendo dall’impronta importante che Gallinari ha dato a questa realtà nel corso degli anni. Non mancherà il grande lavoro di squadra: non vedo l’ora di cominciare».

Il CDA di Forpin è stato quindi confermato anche per il prossimo triennio 2025-2027: Luciana Manco, Luigino Peggiani, Salvatore Pesco, Dario Cappellini, Cristina Repetti, Giuseppe Cella, Gian Luca Andrina, ai quali si aggiungono Elena Dallavalle e Maria Grazia Torlaschi.

«Oggi è una giornata speciale, un momento importante per tutti noi di Forpin», le parole di Antonella Vologni, direttrice di Forpin. «Il 2024 è stato anno importante. Abbiamo gestito quasi mille aziende, con una crescita del 16% rispetto al 2023. È la fine di un capitolo importante e l’inizio di un nuovo nella nostra società. Il presidente Gallinari lascia il testimone dopo un percorso straordinario. Ha accompagnato la crescita con passione e dedizione. La società è cambiata profondamente, siamo cambiati nel fatturato e nei collaboratori. Oltre ai numeri e ai bilanci credo che il valore più grande lasciato sia il patrimonio umano fatto di relazioni sincere, rispetto, entusiasmo e voglia di costruire insieme».

Entusiasmo anche del presidente di Confindustria Nicola Parenti: «Complimenti a Forpin per i risultati di bilancio, che non sono mai scontati. Dietro ai numeri ci sono le persone. Appena entrato qui in assemblea ho percepito fin da subito l’emozione dei dipendenti per l’esserci. Complimenti a Giuseppe Gallinari per il suo percorso qui. Insieme a Forpin e Assoservizi puntiamo a formare una nuova cittadella dell’impresa, della formazione e della innovazione. Un progetto molto ambizioso, che verrà realizzato grazie all’impegno di tutti e grazie ai grandi risultati raggiunti anche da Forpin in questi anni».




Oltre un milione di euro di interventi di messa in sicurezza per l’area del torrente Nure

San Giorgio, Vigolzone, Bettola. Sono alcune delle località del piacentino lambite dal torrente Nure, che ha già visto in passato lavori di manutenzione e riqualificazione di sponde e alvei. Ora il corso d’acqua vedrà nuovi, molteplici interventi, sia nella parte pedecollinare che in quella montana, e che coinvolgeranno anche alcuni dei suoi affluenti, a partire dal Lobbia. L’intervento più significativo, da 850mila euro, partirà a breve e riguarderà proprio Bettola e Farini.

In questa porzione di territorio si è svolto oggi un sopralluogo della sottosegretaria alla Presidenza, con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini. Prima tappa, l’incontro a Podenzano, nel Palazzo della Cultura, con i sindaci dell’Unione Val Nure e Val Chero, e dell’Unione Montana Alta Val Nure. Era presente anche Giancarlo Tagliaferri, uno dei due vicepresidenti dell’Assemblea legislativa. Poi le visite sul campo a San Giorgio, Vigolzone e Bettola.

“La Valnure è da tempo oggetto di un lungo lavoro di analisi delle criticità del territorio, a partire dalle tante segnalazioni che abbiamo ricevuto in questi mesi- spiega Rontini-. Siamo partiti dalle priorità e abbiamo programmato e, in alcuni casi, già progettato, tutta una serie di interventi, che si svolgeranno tra quest’anno, il prossimo e il 2027. Si tratta- prosegue la sottosegretaria- di manutenzione ordinaria e straordinaria, grazie a fondi regionali, interventi strutturali, con fondi Fesr, e sostegno ai Comuni con risorse stanziate in base all’articolo 10 della legge regionale 1/2005 e con le ordinanze del Dipartimento di Protezione civile. Il nostro impegno è essere vicini alle comunità, mettendo in sicurezza l’ambiente circostante”.

Gli interventi in programma

È in partenza un cantiere da 850mila euro (fondi Fesr) che riguarda la parte medio-alta del Nure, da Ferriere a Ponte dell’Olio, passando per Bettola e Farini. Si interverrà sulle difese delle sponde e sul ripristino dell’officiosità idraulica. Più a valle, invece, a San Giorgio Piacentino, con le nuove risorse stanziate nel bilancio regionale, entro il 2026 si interverrà sulla parte più esposta al rischio idraulico, a causa dell’erosione della sponda destra del Nure. Si tratta in questo caso di un’opera da 200-300 mila euro.
Per quanto riguarda il territorio del comune di Gropparello, tutte le segnalazioni – relative a danni legati agli eventi meteo di maggio-giugno 2024 – sono state accolte e inserite nelle ordinanze 1095 e 1109 del Dipartimento della Protezione civile, in alcuni casi si è intervenuti con fondi regionali (articolo 10 legge 1/2005).




Da parte dei sindacati fari puntati sulla MCM dopo le voci di possibile fallimento

Nella giornata di venerdì si è diffusa la notizia secondo cui la filiale italiana di RIFA Precision Machinery ( MCM) sarebbe intenzionata a presentare istanza di fallimento. Da parte dell’azienda non è arrivato, al momento, alcun commento e la situazione proccupa i sindacati che hanno diffuso una nota stampa al riguardo:

“Stando a quanto abbiamo appreso da notizie in rete – scrivono i sindacati – che non hanno ancora trovato conferme da parte aziendale, ma che hanno messo in allarme oltre 300 famiglie – la filiale italiana di RIFA Precision Machinery ( MCM) presenterà istanza di fallimento.
Per prima cosa non abbiamo conferme ma nemmeno smentite di questa scelta che a nostro avviso è totalmente sbagliata, sia nei tempi sia nei modi. A partire da una procedura, quella del fallimento di cui abbiamo avuto notizie – lo ripetiamo – non confermiamo, che contestiamo in toto.
Immediatamente la RSU ha chiesto all’azienda di pronunciarsi in merito alla veridicità della notizia ed alle reali intenzioni sul futuro dell’unità produttiva, ma alla data odierna nessuna comunicazione è pervenuta da parte dei vertici aziendali.
La proprietà la smetta di nascondersi, ripristini la governance e assicuri gli strumenti finanziari necessari a produrre l’importante portafoglio ordini di cui è in possesso.
Da domani dopo le assemblee negli stabilimenti partirà lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori MCM di Vigolzone e Roveleto ed in assenza di risposte decideremo le forme di lotta più opportune per assicurare la continuità produttiva e la salvaguardia occupazionale”.

(Foto da sito internet MCM).




Scoperta a Piacenza una fabbrica clandestina di sigarette: sequestrate 14 tonnellate di Marlboro contraffatte

Un’importante operazione transnazionale contro la produzione illecita di tabacchi lavorati ha coinvolto il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Piacenza, in collaborazione con il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, la Polizia rumena e l’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (OLAF). L’operazione si è svolta sia in Italia sia in Romania, culminando nella scoperta di un vero e proprio impianto industriale clandestino attivo nel capoluogo piacentino.
Il blitz è scattato in un capannone situato nella zona industriale di Piacenza, dove gli investigatori hanno rinvenuto una fabbrica abusiva completamente attrezzata per la produzione di sigarette contraffatte. Il sequestro è stato imponente: 14 tonnellate di sigarette a marchio “Marlboro”, prive del contrassegno dei Monopoli di Stato, oltre 10 tonnellate di tabacco grezzo e numerosi macchinari sofisticati per il confezionamento dei pacchetti.
Due le persone ritenute responsabili: una è stata arrestata, l’altra denunciata a piede libero alla Procura della Repubblica di Piacenza con le accuse di contrabbando e contraffazione di marchi.
L’indagine ha preso avvio dall’analisi di dati e segnalazioni raccolte anche grazie alla cooperazione internazionale di polizia, coordinata da OLAF. Le informazioni hanno fatto emergere l’esistenza di una rete criminale con base in Romania, attiva nella produzione e distribuzione illegale di sigarette destinate al mercato europeo. Il tabacco, acquistato in Polonia, veniva trasportato su gomma fino a Piacenza, dove veniva lavorato e confezionato per l’immissione sul mercato.
I riscontri raccolti in Italia sono stati condivisi in tempo reale con le autorità rumene, che in contemporanea hanno eseguito perquisizioni e sequestri nel proprio territorio. Il bilancio delle operazioni in Romania è ancora più eclatante: 25 tonnellate di sigarette contraffatte sequestrate, oltre ad armi da fuoco, e l’arresto di diversi membri di un pericoloso sodalizio criminale.
A supporto dell’intervento sul territorio piacentino, le Fiamme Gialle bolognesi hanno potuto contare sull’assistenza operativa dei colleghi del Comando Provinciale di Piacenza, che hanno garantito anche la sicurezza dell’area grazie all’impiego delle unità “baschi verdi”.
Le sigarette sequestrate, oltre a rappresentare un grave danno per l’erario, risultano potenzialmente pericolose per la salute dei consumatori, essendo prive di ogni controllo di qualità e dei requisiti previsti dalla normativa europea.




Fuga nei campi a Costa Pelata: sequestrati cocaina, eroina, hashish e un taser

Una tranquilla mattinata d’estate si è trasformata in una nuova operazione antidroga a San Giorgio Piacentino. In località Costa Pelata, zona rurale caratterizzata da strade secondarie e campi coltivati, i carabinieri della Stazione locale hanno portato a termine un importante sequestro di sostanze stupefacenti.
Durante un servizio mirato al contrasto dello spaccio, i militari hanno notato un giovane – presumibilmente tra i 20 e i 30 anni – aggirarsi con fare sospetto lungo un viottolo agricolo. Alla vista della pattuglia in divisa, l’uomo ha gettato a terra uno zaino ed è fuggito a piedi nei campi di grano, riuscendo a far perdere le proprie tracce grazie anche alla vegetazione alta e alla conformazione del terreno.
All’interno dello zaino, recuperato dai carabinieri, sono stati rinvenuti quasi 250 grammi di cocaina, circa 160 grammi di eroina, 35 grammi di hashish, 5.880 euro in contanti, un taser funzionante e tutto il materiale per il confezionamento delle dosi: bilancini di precisione, bustine e nastro adesivo.
Secondo una prima stima, lo stupefacente avrebbe potuto generare ricavi per oltre 40mila euro sul mercato nero. Un quantitativo che fa ipotizzare un’attività di spaccio ben strutturata, forse con ramificazioni nei comuni limitrofi.
Gli investigatori sospettano che la zona di Costa Pelata, appartata e poco trafficata, possa essere stata utilizzata come punto di stoccaggio o scambio tra fornitori e pusher. Sono in corso accertamenti per verificare eventuali collegamenti con altri sequestri avvenuti nella provincia e con le reti di micro-spaccio attive soprattutto nei luoghi frequentati da giovani nei fine settimana.




Ziano Piacentino, ruba un’auto e la nasconde tra la vegetazione: denunciato operaio 39enne

È durata poco la fuga dell’autore del furto d’auto avvenuto nel pomeriggio di sabato 21 giugno a Ziano Piacentino. I carabinieri della Stazione di Borgonovo Val Tidone hanno infatti identificato e denunciato in stato di libertà un operaio 39enne, residente in zona, ritenuto responsabile dell’episodio.
Il furto è avvenuto tra le 16.30 e le 17 in località Seminò, nei pressi di un bar, dove un uomo di 68 anni aveva parcheggiato la propria auto per una breve sosta all’interno dell’esercizio pubblico. Al momento di ripartire, il veicolo era sparito. L’uomo si è rivolto subito ai carabinieri, che hanno avviato immediatamente le ricerche.
Dopo poco più di un’ora di indagini e verifiche sul territorio, anche grazie ad alcune testimonianze raccolte in zona, l’auto è stata rinvenuta nascosta tra la vegetazione nelle campagne di Vicobarone. I militari sono poi riusciti a risalire rapidamente all’identità del presunto ladro, raggiungendolo nella sua abitazione. L’uomo ha ammesso le proprie responsabilità, spiegando di aver sottratto l’auto e di averla nascosta in attesa di “tempi migliori”.
Il mezzo è stato restituito al legittimo proprietario, mentre per il 39enne è scattata la denuncia per furto aggravato. Un intervento rapido ed efficace da parte dell’Arma, che ha permesso di risolvere il caso in poche ore.