Oltre 24.000 visitatori per la mostra Giovanni Fattori 1825-1908. Il genio dei Macchiaioli

Con 24.052 visitatori termina la mostra Giovanni Fattori 1825-1908. Il “genio” dei Macchiaioli, a cura di Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini, che dal 29 marzo al 29 giugno 2025 ha abitato i due piani di XNL Piacenza. Promossa dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e prodotta da Dario Cimorelli Editore, attraverso 170 opere tra dipinti e incisioni l’esposizione ha messo in luce la figura di Giovanni Fattori (Livorno 1825 – Firenze 1908), protagonista del movimento dei Macchiaioli, nonché uno degli artisti più significativi del panorama figurativo europeo dell’Ottocento che ha saputo dominare tutti i generi pittorici, offrendo un’inedita interpretazione dell’opera dell’autore.

La mostra, riconosciuta di “rilevante interesse culturale e scientifico” dalla Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura ai sensi dell’art.48, comma 6, del D. Lgs. n. 42/2004, è stata affiancata da un ricco palinsesto di attività per bambini, famiglie e adulti al fine di accompagnare il pubblico di Piacenza e non solo alla scoperta dell’universo di Giovanni Fattori. Hanno partecipato più di 500 persone alle visite guidate speciali per valorizzare il dialogo con il contemporaneo e organizzate da XNL Piacenza, 700 fra studenti, bambini e famiglie sono stati coinvolti in percorsi didattici, laboratori ed eventi a loro dedicati. Ponendosi in dialogo con rilevanti realtà artistiche pubbliche e private, come la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, l’Istituto Matteucci e l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, prendendo parte a manifestazioni culturali tra cui la Notte dei Musei e il festival dei Venerdì Piacentini e grazie al coinvolgimento di influenti figure del panorama artistico contemporaneo, come il fotografo tedesco Elger Esser (Stoccarda, 1967), la mostra Giovanni Fattori 1825-1908. Il “genio” dei Macchiaioli si è dimostrata l’occasione per arricchire l’offerta culturale e turistica della città di Piacenza. L’esposizione è stata anche in grado di attrarre all’interno del Centro dedicato alle arti contemporanee un pubblico vasto e diversificato proveniente da tutta Italia, in particolare da Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Livorno.

Un successo di pubblico cui è corrisposta anche una significativa visibilità sui media (oltre 420 uscite), con una trentina di articoli su settimanali, mensili e periodici nazionali come il Giornale dell’Arte, Bell’Italia, Panorama, Alias, Robinson, Focus, Artribune, Touring; 88 servizi sui quotidiani; circa 300 uscite sugli online e diversi passaggi in radio (Rai Radio 2 e 3) e in televisione, sulle tre reti Rai e su La7.

«Siamo soddisfatti per il riscontro di pubblico registrato – è il commento del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi -, e per i dati relativi alla provenienza: tanti piacentini hanno apprezzato la mostra, ma oltre il 60percento dei visitatori è arrivato da tutte le parti d’Italia, a conferma di quanto il nostro territorio, in questi mesi, si sia mantenuto stabilmente entro i radar del turismo culturale nazionale. La mostra dedicata al ‘genio dei macchiaioli’ ha rappresentato un significativo passo in avanti nel percorso di consolidamento di XNL, e soprattutto un successo importante per Piacenza che, nel segno della collaborazione fra istituzioni, ha sviluppato un’operazione di marketing territoriale efficace e, nel contempo, rigorosa dal punto di vista scientifico e di riconosciuto valore culturale».

«Ora che la mostra ha chiuso i battenti tengo in modo particolare a ringraziare tutti i soggetti che in questi mesi hanno concorso alla sua buona riuscita – è il commento del vicepresidente di Fondazione di Piacenza e Vigevano Mario Magnelli, coordinatore della Commissione cultura dell’ente -, gli staff operativi della Fondazione e di XNL, del Comune di Piacenza e del produttore Cimorelli, e prima ancora le istituzioni che l’hanno immaginata e sostenuta insieme a noi, in seno a Rete Cultura Piacenza. Grazie inoltre alla Banca di Piacenza, partner consolidato della rete, per il prezioso supporto alla sezione sul Novecento alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi. Un ringraziamento speciale voglio infine dedicarlo agli attori alla rete sovraprovinciale che è nata lavorando alla mostra, la Fondazione di Livorno in primis, il Comune di Livorno, l’Istituto Centrale per la Grafica, l’Istituto Matteucci. Le cose importanti, ancora una volta, si fanno lavorando nel segno dell’apertura e della collaborazione».

La mostra Giovanni Fattori 1825-1908. Il genio dei Macchiaioli è stata promossa da Rete Cultura Piacenza, che comprende Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio dell’Emilia e Diocesi di Piacenza-Bobbio, prodotta da Dario Cimorelli Editore e realizzata con il sostegno della Banca di Piacenza, in collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica, la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, l’Istituto Matteucci, il Comune di Livorno e la Fondazione Livorno.




Katia Tarasconi: “Piacenza merita rispetto. Chi delinque va fermato”

Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza  9nterviene con un comunicato stampa sui recenti fatti di cronaca che hanno interessato la nostra città e annuncia di aver chiesto più forze dell’ordine.

“Piacenza è una città che merita rispetto. E questo rispetto, negli ultimi tempi, è stato calpestato da episodi gravi e inaccettabili: risse, coltellate, aggressioni in pieno giorno, rapine ai danni di ragazzini, spesso presi di mira da gruppi di giovani identificati come “maranza”. Sono episodi sempre più frequenti, che minano la sicurezza, il vivere civile e la serenità delle persone. Io stessa, da piacentina prima ancora che da sindaca, sono preoccupata. Lo dico con chiarezza: chi usa violenza è un delinquente. Punto. Non importa da dove viene, che lingua parla o quali siano le sue idee: se aggredisce, spaccia, picchia o semina paura, è dalla parte sbagliata. Il mondo non si divide tra italiani e stranieri, ma tra chi rispetta le regole e chi le calpesta.

La sicurezza e l’ordine pubblico non sono competenza di un sindaco, ma dello Stato. Eppure, come amministrazione comunale, non ci siamo mai tirati indietro. È un tema che ho voluto seguire in prima persona, mantenendo la delega alla sicurezza proprio perché lo considero prioritario. Abbiamo lavorato per implementare e rendere operativo un sistema di videosorveglianza che oggi conta 164 telecamere collegate a una control-room operativa 24 ore su 24. Abbiamo assunto nuovi agenti di Polizia Locale che oggi sono dotati di body-cam e taser. Abbiamo ottenuto, su mia richiesta al prefetto, il presidio dei militari nella zona della stazione e del Facsal con l’operazione “Strade Sicure”, rafforzato i controlli serali e notturni, aperto una nuova sede della Polizia Locale, abbiamo lavorato per incrementare la collaborazione con i 35 gruppi di vicinato in tutta la città, siamo intervenuti sull’illuminazione in molte zone della città. Abbiamo investito in progetti di educativa di strada, di contrasto al disagio giovanile e di promozione della cultura della legalità, oltre che in interventi di rigenerazione urbana, palestre all’aperto e street art, per rendere più vivibili e più sicuri i nostri quartieri. È tutto quello che un Comune può e deve fare.

Ma oggi non basta più.

Per questo ho scritto al Prefetto di Piacenza e al Ministro dell’Interno, chiedendo ufficialmente più agenti, più forze dell’ordine e un presidio più forte del territorio. E ho chiesto di essere ricevuta dal Ministro. Perché questa non è una questione che riguarda solo Piacenza, ma riguarda tutte le città d’Italia, soprattutto del nord. È un problema che stanno affrontando tutti i sindaci, senza distinzione di schieramento politico, siano di destra, di sinistra o di centro. Per questo serve una riflessione comune, serve una strategia nazionale, condivisa, che superi le bandiere e le ideologie e che vada oltre il Decreto Sicurezza già varato, che evidentemente non è sufficiente. Chi delinque va fermato. E questa è una sfida che si vince solo insieme, con coraggio, con responsabilità e mettendo al primo posto la sicurezza e la coesione delle nostre comunità”.




Fiera di Sant’Antonino: tutto quello che c’è da sapere

Piacenza si prepara a vivere l’edizione 2025 della fiera di Sant’Antonino, che venerdì 4 luglio, dalle 7 alle 24, si snoderà con le sue 265 bancarelle – di cui 33 di prodotti alimentari – lungo l’intero percorso del Pubblico Passeggio, estendendosi a viale Palmerio, piazzale Genova, via Alberici e al tratto di corso Vittorio Emanuele compreso tra piazzale Genova e Stradone Farnese.

Non mancherà, prima di giungere alla basilica patronale dove avrà luogo la celebrazione religiosa con la consegna dell’Antonino d’oro, la tradizionale visita tra gli stand della sindaca Katia Tarasconi, affiancata dall’assessore al Commercio Simone Fornasari, dalla Polizia Locale, dalle autorità cittadine e dai rappresentanti delle associazioni di categoria, con ritrovo alle 9.45 in piazzale Genova e accompagnamento musicale della Banda Ponchielli. Sarà, come sempre, l’occasione anche per ringraziare tutte le realtà che contribuiscono, in sinergia con i diversi Servizi comunali coinvolti, a garantire lo svolgimento in sicurezza dell’evento: dalle Forze dell’ordine al presidio sanitario garantito – con squadre itineranti e postazioni fisse – da Croce Rossa, Croce Bianca e Misericordia, mentre all’eventuale attività del 118 è riservata l’area interna del Palazzetto dello Sport di via Alberici.

I bus navetta gratuiti

Per favorire la massima accessibilità alla manifestazione, si conferma, in collaborazione con Seta, la disponibilità di due linee gratuite di bus navetta, operative dalle 7 alle 23 con passaggi ogni 10 minuti. La prima collegherà la Galleana a via IV Novembre effettuando, a richiesta, queste fermate: all’andata, partenza dal parcheggio dello stadio Garilli e tappe in via Martiri della Resistenza, via Damiani, via Nasolini e parcheggio Cheope; al ritorno, dal Cheope verso via Poggi, viale Dante, via Damiani e via Martiri della Resistenza sino allo stadio. La seconda partirà invece dal parcheggio di via Caduti sul Lavoro 11, per raggiungere viale Patrioti passando da via Falconi, via Millo, via Farnesiana e piazzale Roma; al ritorno, da viale Patrioti proseguirà lungo via Farnesiana, via Millo, via Falconi, via Marinai d’Italia, via Vittime di Strà, via Rio Farnese, via Divisione Partigiana Piacenza, via Mazzoni e via Caduti sul Lavoro.

Alcune linee ordinarie dei bus subiranno, giovedì 3 e venerdì 4 luglio, variazioni di itinerario, consultabili per gli aggiornamenti completi nella sezione dedicata al bacino di Piacenza del portale www.setaweb.it, dove si ricorda che il 4 luglio sarà comunque in vigore l’orario festivo.

Le modifiche alla viabilità

Per quanto riguarda le necessarie limitazioni alla viabilità, dalle ore 15 di giovedì 3 luglio, sino alle 8 del mattino di venerdì 4, saranno riservati agli espositori della fiera gli spazi di sosta appositamente delimitati nel parcheggio di via IV Novembre, mentre già dalle 14 di giovedì 3 luglio sino alle 4 del mattino di sabato 5 sarà istituito il divieto di sosta con rimozione forzata su entrambi i lati in via Alberici, lungo l’intera area di piazzale Genova (dalla rotatoria di via XXIV Maggio a quella di viale Palmerio), in viale Palmerio, nel tratto di corso Vittorio Emanuele tra viale Palmerio e via Venturini, nonché nella parte pedonale di piazzale Libertà (sino al civico 79 del Pubblico Passeggio).

Dalle 16 di giovedì 3 luglio alle 4 del mattino di sabato 5, sarà vietata la circolazione senza eccezioni, per tutti i veicoli, in via Alberici, viale Pubblico Passeggio e nel tratto di piazzale Libertà adiacente al Pubblico passeggio.

Dalle ore 20 di giovedì 3 luglio, alle 4 del mattino di sabato 5, divieto di circolazione per tutti in viale Palmerio, nel tratto di corso Vittorio Emanuele compreso tra viale Palmerio e via Venturini, nel tratto di viale Beverora tra via Mirra e viale Palmerio, in piazzale Genova e in via Cavaciuti.

Dalle ore 20 di giovedì 3 luglio sino alle 4 del mattino di sabato 5, in vicolo Edilizia e via Santa Franca (tra vicolo Edilizia e Stradone Farnese) sarà revocato il senso unico di marcia a favore dei residenti, che potranno transitare in entrambe le direzioni in ingresso e in uscita da via Santa Franca.

Si ricorda, inoltre, che dalle 6 di venerdì 4 luglio sino alle 2 del mattino di sabato 5, all’interno della zona di particolare rilevanza urbanistica (ZPRU), sarà vietata la circolazione ai mezzi con massa complessiva superiore ai 35 quintali.

Vietati i contenitori in vetro e le lattine

In linea con le normative vigenti in materia di pubblica sicurezza, è vietata lungo l’intero percorso della fiera la somministrazione di bevande o alimenti in lattine o contenitori di vetro (fatta eccezione per la vendita di prodotti conservati non destinati al consumo sul posto), così come la detenzione e il consumo da parte dei cittadini. Lo stesso provvedimento varrà, contestualmente alla manifestazione, in tutto il centro storico delimitato dal Pubblico Passeggio, viale Palmerio, viale Beverora, via delle Valli, via Tramello, via Maculani, piazzale Milano, viale Sant’Ambrogio, piazzale Marconi, via La Primogenita e piazzale Roma, comprendendo tutti i pubblici esercizi posti lungo il perimetro sopraccitato.

All’interno dei locali, sarà consentita la somministrazione di prodotti in contenitori di vetro e lattine, esclusivamente per il servizio al tavolo e al bancone, senza possibilità di asporto.




Abbonamenti al bus SETA: dal 4 al 13 luglio sospesa temporaneamente l’emissione delle tessere

SETA informa gli utenti dei bacini provinciali di Modena, Reggio Emilia e Piacenza che da venerdì 4 a domenica 13 luglio saranno sospese temporaneamente le operazioni di emissione e di rinnovo degli abbonamenti al bus presso tutti i canali di vendita: biglietterie aziendali, canali on-line e app, emettitrici automatiche. Durante i giorni di sospensione le biglietterie rimarranno comunque aperte secondo gli orari programmati: sarà possibile acquistare biglietti, pagare sanzioni ed ottenere informazioni sul servizio da parte degli operatori di sportello.

L’interruzione è necessaria per consentire il passaggio al nuovo software per la gestione della bigliettazione, di cui si è dotata SETA al pari di tutte le aziende regionali di trasporto pubblico. La sospensione temporanea di vendita e rinnovo degli abbonamenti costituisce un passaggio tecnico indispensabile a consentire il corretto trasferimento dei dati tra il vecchio ed il nuovo sistema ed assicurare la piena e regolare operatività della rete di vendita aziendale. Il nuovo applicativo per la bigliettazione garantirà un miglioramento nella gestione delle operazioni e rappresenta un ulteriore tassello nel percorso di investimenti per l’innovazione digitale che SETA sta realizzando con l’obiettivo di offrire agli utenti un servizio sempre più efficiente.

Una volta completato l’aggiornamento dei sistemi, a partire da lunedì 14 luglio sarà di nuovo possibile acquistare e rinnovare gli abbonamenti presso le biglietterie aziendali, le emettitrici automatiche, i canali on-line e l’app SETA. Dalla stessa data le tessere MiMuovo potranno essere convalidate esclusivamente tramite i nuovi validatori verdi, presenti su tutti i mezzi urbani ed extraurbani. Con quest’ultimo passaggio, il validatore verde (abilitato anche al pagamento con carte di credito ed alla convalida dei biglietti Qrcode e multicorsa da 6 corse) diventa il validatore unico per tutti i titoli di viaggio SETA (con la sola esclusione dei biglietti cartacei a banda magnetica, che rimangono utilizzabili fino al 31/8/2025).  Entro il mese di luglio, infine, verrà avviata la sostituzione delle vecchie emettitrici automatiche a terra con i nuovi terminali abilitati all’emissione dei biglietti Qrcode ed alla ricarica degli abbonamenti.

“Consapevole che questo passaggio di aggiornamento tecnologico, pur se necessario, possa causare qualche disagio temporaneo, SETA garantisce il proprio impegno affinchè le operazioni siano realizzate con la massima efficacia e nei termini più rapidi possibili”.

Per ogni ulteriore informazione gli utenti possono contattare SETA al numero telefonico ripartito 840 000 216 e tramite WhatsApp al numero 334 2194058.




Carabinieri del NAS arrestano primario a Piacenza per truffa e peculato

I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS) di Parma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Piacenza, hanno arrestato un medico primario dell’Ospedale “Guglielmo da Saliceto” di Piacenza, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale piacentino.

Il dirigente medico, Direttore di Unità Operativa Complessa, è gravemente indiziato di peculato continuato e truffa aggravata ai danni dell’Azienda Usl di Piacenza. Secondo le indagini, avviate nel marzo 2025, il professionista – pur formalmente autorizzato all’attività intramoenia e beneficiario di un’indennità annua di esclusività pari a circa 18.000 euro – avrebbe effettuato prestazioni mediche private in giornate e orari non autorizzati, in alcuni casi coincidenti con il normale orario di servizio.

Le visite, non registrate e non comunicate alla struttura sanitaria, venivano svolte in totale autonomia, con prenotazioni gestite direttamente sul telefono cellulare personale e pagamenti effettuati solo in contanti, eludendo ogni tracciabilità e i canali ufficiali previsti per l’attività privata in ospedale.

Un episodio emblematico riguarda il periodo tra il 17 e il 22 maggio 2025, durante il quale il medico avrebbe effettuato 37 visite, incassando 3.510 euro. Il compenso medio per ciascuna prestazione era di circa 100 euro.

Le indagini, supportate da intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno inoltre evidenziato che il medico si sarebbe appropriato anche di farmaci destinati alla dotazione ospedaliera, utilizzandoli per i pazienti seguiti privatamente, in alcuni casi omaggiandoli.

Nel corso della perquisizione domiciliare, effettuata questa mattina con il supporto dei Carabinieri del Comando Provinciale di Piacenza, i militari hanno rinvenuto e sequestrato 30.950 euro in contanti.

Al termine degli accertamenti, l’indagato è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Le indagini proseguono per verificare eventuali ulteriori episodi e coinvolgimenti.




Camera di Commercio dell’Emilia: Un progetto di sviluppo per l’Appennino

Si protrarrà per tre anni il nuovo progetto che la Camera di Commercio dell’Emilia dedica all’Appennino piacentino, parmense e reggiano.

Un’iniziativa di ricerca e animazione territoriale che, per ciascun anno, sarà dedicata a specifiche tematiche, a partire dal focus sull’economia montana, sullo stato delle imprese e del lavoro, con una contemporanea valutazione delle criticità e dei bisogni del tessuto imprenditoriale in aree in cui non si è invertita la tendenza allo spopolamento, ma anche delle possibili azioni che possono ridare slancio a questi territori.

“L’obiettivo primario – sottolinea il Vicepresidente Vicario della Camera di Commercio dell’Emilia, l’imprenditore piacentino Filippo Cella – è quello di individuare concrete prospettive di rilancio senza le quali il tessuto produttivo e il sistema dei servizi continueranno ad impoverirsi, con conseguenze negative non solo sulla montagna e sui suoi abitanti, ma con un impatto rilevante anche sul resto del territorio, con ulteriori concentrazioni di attività, residenze e servizi non facilmente sostenibili”.

“Proprio per questo – prosegue Cella – il nostro progetto si muove in linea con le Strategie Territoriali per le Aree Montane e Interne (STAMI) attivate dalla Regione Emilia Romagna, puntando a dare ulteriore impulso a politiche territoriali che, stimolando nuovo sviluppo in Appennino, generino un sostenibile equilibrio su tutto il territorio”.

“Un’iniziativa che vuole anche contribuire a rafforzare la coesione sociale delle comunità appenniniche e, più in generale, il benessere di tutti i territori provinciali, su cui stiamo lavorando anche attraverso analisi e approfondimenti specifici”.

“Vi sono – secondo Cella – possibilità che non si legano solo alle risorse locali della montagna, ma anche opportunità d’insediamenti che siano semplicemente compatibili e non intacchino queste stesse risorse; centri di ricerca e innovazione, ad esempio, così come le possibilità di smart working, non hanno particolari impatti, ma richiedono infrastrutture, in prevalenza immateriali, che oggi sono molto carenti, quando non del tutto assenti”.

“Per questo progetto – prosegue il Vicepresidente Vicario della Camera di Commercio dell’Emilia – ci avvaliamo delle competenze del Laboratorio di Economia Locale (LEL) dell’Università Cattolica; una realtà che ha sede proprio a Piacenza e che vanta un’esperienza pluriennale in materia di analisi territoriali e supporto tecnico-scientifico”.

La prima annualità del progetto camerale, come si è detto, è dedicata all’economia e al lavoro; “avremo poi altri approfondimenti sui giovani e sul sistema dei servizi e, così come avverrà in questa prima fase, tutti gli stakeholders – conclude Cella – saranno coinvolti, proprio perché l’obiettivo non è semplicemente quello di un censimento, ma l’individuazione di strategie che possano consentire di attrarre nuovi investimenti per lo sviluppo dell’Appennino”.




Moda con anima e radici: il progetto “Lasabi” di Sabina Ferri a Pianello

Nuova puntata della rubrica l’Azienda del mese nata dalla collaborazione editoriale fra QuotidianoPiacenzaOnline e Confcommercio Piacenza. Come sempre il nostro giornale cerca di farvi conoscere più da vicino realtà storiche o di particolare interesse fra quelle iscritte all’associazione di strada Bobbiese

Ci sono legami così forti che alla fine prevalgono su tutto il resto. Così è stato per Sabina Ferri che dopo anni di lavoro nel campo del commercio, fra Milano, Pavia, Venezia, Parma, ha deciso di tornare bella sua Pianello Val Tidone, vicino alla famiglia ed agli amici.

«Un ritorno alle origini – lo descrive Sabina – dopo aver lavorato con crescenti responsabilità per vari gruppi e piccole e grandi catene. Esperienze che mi hanno fatto crescere molto, come quando lavoravo per un importante gruppo svedese e mi confrontavo con colleghi provenienti un po’ da tutto il mondo. Appena potevo però tornavo a casa, a Pianello per stare vicino ai miei genitori ed uscire con i miei amici. Ho sempre amato molto il mio paese e così sotto sotto avevo il desiderio di tornare a viverci. Anzi forse avrei dovuto farlo prima!».

Il primo maggio del 2024 Sabina ha dato concretezza a questo suo desiderio ed ha inaugurato il suo negozio “Lasabi” che si trova in piazza degli Apini a Pianello, appena superato il ponte.

«Alla mia veneranda età, compiuti i 53 anni, ho deciso che era il momento per dare vita al mio progetto, di mettermi a lavorare per me stessa. Ho aperto questo negozietto che è un po’ come il salotto di casa mia posizionato sulla piazza del paese, intimo ed accogliente».

Perché parla di progetto?

«Perché dietro a tutto, oltre alla mia pluriennale esperienza nel settore dell’abbigliamento, c’è un lavoro di attenta ricerca e selezione. Gli articoli che vendo sono  prettamente made in Italy ed anzi direi per la stragrande maggioranza prodotti da aziende emiliane. Quindi c’è anche un aspetto di territorialità, di filiera corta. L’idea è proprio quella di lavorare con aziende vicine che hanno fatto dell’alta qualità la loro cifra stilistica oltre che essere ovviamente attente a tutto ciò che è moda, cambiamento».

Il contrario del fast fashion insomma …

«Direi proprio di si! A partire dai tessuti. Io tratto abbigliamento prodotto con fibre naturali come il lino, il cotone, la seta, la viscosa d’estate estate tessuti e lane, cachemire, cotone pesante d’inverno. E’ uno degli elementi cardine della “filosofia” che ho scelto di sposare e che vede la sostenibilità al centro. Questo vale tanto per i materiali quanto per i processi produttivi. Ho puntato su aziende che sono in larga parte locali, artigianali e condotte da donne. Ad esempio c’è una ragazza del posto che produce borse accessori e borse intrecciando pellami provenienti da scarti di lavorazione. Un’altra di Milano invece realizza sempre borse con tessuti riciclati. Due esempi di ricerca, sostenibilità e riciclo». 

Il suo è un negozio di abbigliamento esclusivamente femminile. Quale è il suo target?

«Tendenzialmente donne fra i 30 ed i 70 anni, anche se oggi è molto più difficile incasellare, classificare. Ho anche clienti più giovani a cui magari piace un jeans, una maglietta, un top. Allo stesso tempo ho avuto anche qualche cliente uomo che ha comprato magari un pantalone, nato come capo femminile ma assolutamente indossabile».

La sua clientela è locale o proviene anche da altre zone?

«Devo dire che gli abitanti del posto mi hanno dato una grande mano e fiducia nel primo anno, sostenendomi. In questo secondo anno la clientela si sta ampliando a persone che provengono da tutta la provincia e non solo. Nel periodo estivo Pianello ha tanti villeggianti, proprietari di seconde case che vengono da Piacenza come da Milano e da altre città vicine e così la clientela si amplia. Inoltre sto facendo parecchio lavoro sui social, per farmi conoscere. Ci vuole tempo ma alla fine le soddisfazioni arrivano».

Quindi è contenta della scelta?

«L’inizio è stato promettente e posso dire di essere contenta. Chiaramente mi farebbe piacere se ingranasse ancora di più così da poter crescere ulteriormente».

Il sito online che apporto vi dà?

«Rientra anche lui nella parte per così dire social. Mi serve come vetrina. Chi magari vede una foto su Instagram approfondisce su web, cercando prezzi, informazioni e taglie. Arrivano anche ordini ma per ora mia clientela preferisce venire, toccare e provare di persona».

 




Violenza a Piacenza; il Ministro Tommaso Foti (FdI): “Sforzo collettivo per un ritorno alla ragione” 

L’onorevole Tommaso Foti ministro per gli Affari Europei, le politiche di coesione e il Pnrr interviene sui recenti episodi di violenza che si sono susseguiti a Piacenza negli ultimi giorni, attraverso una nota stampa.

“Lasciamo perdere di sostituirci a coloro che meritoriamente indagano per fare chiarezza sugli episodi di violenza – non di razzismo – più gravi che si sono susseguiti in questi giorni a Piacenza. E’ un esercizio tanto inutile quanto destinato ad esacerbare ulteriormente gli animi. Dobbiamo invece e per contro chiederci la ragione per la quale episodi di violenza si susseguano con un ritmo che la nostra città non ha mai conosciuto. La guerra per bande, soprattutto all’interno degli extra comunitari, è un dato oramai acquisito, ancorché sottovalutato nella sua evoluzione. Ma proprio perché tale è lo stato delle cose serve un supplemento di prevenzione e di vigilanza per evitare che la violenza imploda con una virulenza che potrebbe farci scappare anche il morto. E analogamente non è pensabile che i cittadini, tutti i cittadini – piacentini e non – abbiano timore di utilizzare gli spazi pubblici a loro destinati, proprio per paura di essere vittime di violenza o coinvolti, loro malgrado, in risse, accoltellamenti e quanto altro di peggio si porta a dietro la delinquenza. Ma proprio perché la situazione è in ebollizione e si rischia che deflagri, un appello al ritorno alla ragione, alla civile convivenza, al rispetto delle leggi e delle regole, appare dovuto. Non è il tempo di incendiari: occorre dare un segnale forte che la Piacenza che ci appartiene – anche con quella tranquillità che alcuni deploravano, ma che piaceva alla stragrande maggioranza dei cittadini – non sia relegata ad un ricordo del passato. E allora ognuno, per la sua parte, si attivi. Perché non è più tempo di sottovalutare, minimizzare, fare finta di non vedere. E per un ritorno alla ragione, in primo luogo, devono impegnarsi le forze politiche e sociali – tutte e senza divisioni dettate dal retaggio ideologico – perché Piacenza non è la riserva indiana di una fazione, ma è dei suoi cittadini, che giustamente reclamano di essere abbandonati a se stessi e che, invece e per contro, devono avvertire che così non è. Ma serve dimostralo con i fatti, non con la retorica delle prediche inutili”




Cristina Dodici e Leonardo Bragalini nel Consiglio Generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano

Cristina Dodici e Leonardo Bragalini entrano a far parte del Consiglio Generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano. L’elezione, all’unanimità, è avvenuta ieri sera a Palazzo Rota Pisaroni e completa l’iter di rinnovo degli organi che, dall’aprile scorso, ha portato alla composizione del nuovo “parlamentino” dell’ente, alla conferma del presidente uscente Roberto Reggi e all’annuncio del nuovo Consiglio di Amministrazione fino alla nomina del Collegio sindacale. L’elezione di due consiglieri generali si è resa necessaria proprio in virtù del passaggio al CdA di Enrica De Micheli e Luigi Salice, entrati nella squadra del presidente insieme a Mario Magnelli, Luigi Grechi. Robert Gionelli, Luca Groppi, Giovanna Palladini ed Elena Uber. 

«Ho già espresso il mio benvenuto ai nuovi consiglieri e sono certo che grazie alla loro esperienza, professionalità e conoscenza del territorio sapranno fornire un contributo importante in termini di idee e azioni da realizzare a servizio delle comunità di Piacenza e Vigevano – commenta il presidente Roberto Reggi –. Il nostro Consiglio Generale ha una composizione variegata ed esprime competenze trasversali alle diverse aree di intervento della Fondazione. Le sfide attuali e future sui temi strategici ci richiamano a un impegno importante e rendono indispensabile un grande lavoro di squadra, per svolgere al meglio l’attività istituzionale».

Indicata dai sindaci del territorio insieme all’altro candidato Roberto Antenucci, Cristina Dodici è imprenditrice nel settore del co-packing e della logistica agro-industriale. Parallelamente all’attività in azienda, nel corso degli anni ha ricoperto molteplici incarichi istituzionali, in Confindustria Piacenza e in Confindustria regionale e nazionale soprattutto nell’ambito della logistica, e in Camera di Commercio in qualità di consigliera generale. Per dieci anni è stata inoltre presidente della Fondazione Its di Piacenza e consigliera di amministrazione della Fondazione ITL.

L’altro nuovo ingresso, Leonardo Bragalini, è storico dell’arte e imprenditore in ambito editoriale. Dal 2005 al 2020 è stato membro del CdA della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, assumendo la carica di vicepresidente dal 2005 al 2015. Appassionato di pittura del XIX e XX secolo ha condotto numerose ricerche su autori dell’Ottocento e portato avanti collaborazioni con diversi periodici di cultura locale. Bragalini è uno dei due membri cooptati; l’altra candidata era Letizia Anelli.

Ad oggi dunque il nuovo Consiglio Generale risulta composto da sette donne e otto uomini: Daniela Boffino, Leonardo Bragalini, Valter Bulla, Rossella Buratti, Luigi Cavanna, Vincenzo Cerciello, Francesca Colla, Cristina Dodici, Ivano Fortunati, Fabio Leggi, Carlo Marini, Mauro Monti, Anna Muselli, Maria Grazia Sabato e Elena Sisaro.

 




Il piacentino Federico Arcuri in mostra a Trieste

E’ stata inaugurata la scorsa settimana la personale dell’artista piacentino Federico Arcuri. Intitolata la Solitudine delle Attese resterà aperta fino al 31 agosto presso il Grand Hotel Duchi d’Aosta a Trieste. Francesca Schillaci, nel contributo che pubblichiamo qui sotto, descrive la mostra.

L’arte urbana di Federico Arcuri
Flussi di persone in movimento. Si incrociano, alcune si conoscono, altre si ignorano.
Un fluire continuo di masse scandisce un tempo dentro uno spazio, la città, che diventa la cornice di un racconto. Immobilizzare un attimo fuggente, un frammento di transitorietà è uno dei talenti di Federico Arcuri.
La mostra è curata da Barbara Fogar, presenta Paolo Cervi Kervischer e sarà visitabile fino al 31 agosto. Opere di medio e grande formato, principalmente in bianco e nero con giochi di sfumature in grigio dipinti in acrilico, rappresentano la visione della realtà dell’artista che si dipana tra la città, come spazio della “fissazione”.
Flussi di persone in movimento. Partendo dalle fotografie che Arcuri scatta in diversi momenti della sua vita, inizia un processo di osservazione dell’immagine nella sua totalità, per traslarla e reintepretarla sulla tela.
La città diventa il luogo dell’appartenenza, una sorta di teatro nel quale nutrire l’ossessione dell’osservazione. Le persone vengono interiorizzate come esseri fluttuanti e allo stesso tempo decadenti, desiderosi di andare ovunque e in nessun luogo allo stesso tempo. L’artista ne fissa il movimento, rende immutabile la loro transitorietà. Non manca Trieste negli scorci dell’artista che nei suoi viaggi ha scelto anche i palazzi austroungarici tracciandone i lineamenti nei minimi dettagli.
Le geometrie e le architetture urbane fissano lo spazio e il tempo amplificando la sensazione della solitudine e dell’inquietudine che diventano, sulla tela, una visione universale in cui lo sguardo dell’osservatore si specchia e si riconosce. Il gioco delle contraddizioni e degli opposti diventa necessario per accogliere l’altro da sé, in quella forma di osservazione che scava e ama, tanto quanto rigetta e rinnega, portando l’artista a raggiungere il suo personale equlibrio pittorico. Arcuri si muove attraverso differenti stili e necessarie contaminazioni partendo dall’illustrazione per passare all’Art director e alla pittura in bianco e nero, fatti di gesso, carta, scritte a plotter e segni graffianti.
Arcuri è un artista in costante movimento che traduce il suo pensiero nel segno dell’erranza e della falsa apparenza.