Via libera dalla Giunta Tarasconi al progetto definitivo di riqualificazione di piazza Casali

Passo avanti decisivo per un intervento che cambierà il volto dell’intera area: trasferimento del mercato coperto nelle Ex Scuderie, nuove alberature, nuova illuminazione e valorizzazione del patrimonio storico

La Giunta comunale di Piacenza ha approvato in linea tecnica il Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (Pfte) per la riqualificazione di Piazza Casali, intervento che rientra nel più ampio programma di valorizzazione delle Ex Scuderie di Maria Luigia e che prevede il trasferimento al loro interno del mercato coperto con la demolizione della struttura che lo ospita attualmente.

Il progetto, dal valore complessivo di 1,9 milioni di euro, è stato elaborato dallo studio Arteas Progetti Architetti Associati e rappresenta un passo decisivo nel ridisegno di un’area strategica a nord del centro storico, in continuità con gli interventi già avviati su Piazza Cittadella. L’obiettivo è creare uno spazio pubblico bello oltre che di elevata qualità ambientale e architettonica, che sia in grado di valorizzare al meglio Palazzo Farnese e di restituire piena visibilità al complesso storico della ex chiesa del Carmine e del chiostro, oggi penalizzati dalla presenza della struttura del mercato.

Il progetto prevede, infatti, la demolizione dell’attuale mercato coperto per liberare la vista sul patrimonio storico, la ripavimentazione dell’intera area con materiali in armonia con il luogo e l’utilizzo di superfici drenanti. È inoltre prevista la piantumazione di numerose alberature, disposte in filari paralleli, insieme alla creazione di spazi verdi pensati per offrire ambienti piacevoli e rigeneranti a disposizione della cittadinanza.

L’intervento comprende anche la completa riprogettazione dell’illuminazione pubblica, con elementi specifici per ogni ambito e coerenti con quelli adottati nella piazza adiacente.

La Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio ha espresso parere favorevole, e i verificatori incaricati hanno validato il progetto.

«Con l’approvazione di oggi – commenta l’assessore all’Urbanistica Adriana Fantini – si fa un altro decisivo passo avanti verso la realizzazione di un intervento che guarda alla qualità urbana e al rispetto della memoria storica dei luoghi, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e al tessuto economico locale. Il nuovo assetto di Piazza Casali sarà non solo funzionale, ma anche bello da vivere».

All’approvazione in linea tecnica seguiranno le fasi successive di progettazione esecutiva in coerenza con gli obiettivi previsti dal Documento Unico di Programmazione 2025-2027 e dal Bando Periferie.




Sorvolo del territorio piacentino con il nuovo elicottero della Guardia di finanza

Nella giornata odierna il prefetto di Piacenza, Paolo Ponta, ha partecipato a un sorvolo del territorio provinciale a bordo del nuovo elicottero AW169, recentemente assegnato alla Sezione Aerea della Guardia di finanza di Rimini. Ad affiancarlo c’era il comandante provinciale, colonnello Massimo Amadori.

Il volo ha interessato l’intera provincia, dal capoluogo fino alle aree montane della val Trebbia e val d’Arda, permettendo di illustrare sul campo le potenzialità del moderno mezzo aereo. L’elicottero, altamente tecnologico, è in grado di raggiungere rapidamente anche le zone più difficili dell’Appennino e operare in condizioni estreme. È pensato per missioni di soccorso, ricerca e salvataggio, in stretto raccordo con il Soccorso Alpino della Guardia di finanza.

Come ha spiegato il tenente colonnello Antonio Maggio, comandante della sezione aerea riminese, tra le dotazioni dell’elicottero, spicca il sistema IMSI Catcher per la localizzazione rapida dei dispersi tramite segnale telefonico. Il velivolo può operare in ogni contesto, giorno e notte, ed è dotato di sistemi di videoripresa ad altissima definizione, utili anche per le attività investigative contro reati economici, ambientali e traffici illeciti.

Il prefetto ha elogiato le capacità del servizio aereo e ha ribadito il valore della collaborazione tra istituzioni per rafforzare le risorse al servizio della sicurezza e della protezione civile.




A Piacenza frenano i nuovi contratti: -3,2% le previsioni per maggio 

Le aziende della provincia di Piacenza prevedono un calo del 3,2% nei nuovi contratti da attivare a maggio, rispetto allo stesso mese del 2024, per un totale di 2.430 posizioni. In lieve flessione anche le stime per il periodo maggio-luglio, che vedono 8.180 attivazioni contro le 8.280 del 2024, con una diminuzione dell’1,2%.
I dati, elaborati attraverso il sistema informativo Excelsior – promosso da Unioncamere e Ministero del Lavoro in collaborazione con l’Ufficio Studi della Camera di commercio dell’Emilia – mostrano un calo per l’industria (fatta eccezione per le costruzioni) e per i servizi alle imprese, mentre registrano segnali positivi nei comparti commercio, turismo e servizi alla persona. Di seguito l’analisi dettagliata.

Nel settore industriale, la contrazione è prevista sia su base mensile (-9,1%, da 770 a 700 contratti) che su quella trimestrale (-12,9%, da 2.480 a 2.160). Nel dettaglio, il manifatturiero e i servizi pubblici registrano un calo del 16,7% a maggio (da 600 a 500 contratti) e del 17,7% nel trimestre (da 1.980 a 1.630). Le costruzioni rappresentano un’eccezione, con una crescita prevista del 5,6% a maggio (da 180 a 190) e del 10,2% nel trimestre (da 490 a 540).

Nel complesso, i servizi registrano a maggio una lieve diminuzione dello 0,6% (-10 contratti), con un totale di 1.730. Nel periodo maggio–luglio, invece, si prevede un aumento del 3,6%, con 6.010 nuove attivazioni, 210 in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
I servizi alle imprese fanno segnare una flessione significativa: -9,9% a maggio (640 contratti, 70 in meno del 2024) e -8,0% nel trimestre (da 2.500 a 2.300 contratti).

Il commercio appare stabile su base mensile, mentre nel trimestre dovrebbe crescere dell’11,4%, passando da 1.840 a 2.050 contratti (+210).
Il comparto alloggio e ristorazione mostra segnali di vivacità: +18,2% a maggio (da 220 a 260 contratti) e +14,1% nel trimestre, con 890 attivazioni previste (+110 rispetto al 2024).
Anche i servizi alla persona sono in espansione: +23,6% nel mese di maggio, con 210 contratti (+40), e +14,7% nel trimestre (da 680 a 780 attivazioni).

Il 18% delle imprese locali ha in programma nuove assunzioni. Tra queste, il 23% offrirà contratti stabili (a tempo indeterminato o di apprendistato), mentre il restante 77% opterà per formule a termine. Il 35% delle posizioni sarà destinato a giovani under 30, il 27% a lavoratori stranieri, e l’8% a candidati con titolo di studio universitario.

Un dato di rilievo riguarda proprio gli under 30, che a maggio rappresentano il 35% dei nuovi ingressi. In ambito tecnico-specialistico, le figure più richieste sono i tecnici informatici e delle telecomunicazioni, i tecnici della salute, seguiti da quelli delle relazioni di mercato e del settore ingegneristico. Per quanto riguarda i tecnici della salute, la richiesta si estende anche a profili over 30.
Nel settore impiegatizio e dei servizi, i giovani sono particolarmente ricercati come addetti all’accoglienza e all’informazione (74,4%), operatori estetici (56,5%), addetti alle vendite (58,2%) e nel settore ristorazione (47,4%).
Tra gli operai specializzati, le quote di nuovi contratti under 30 sono elevate: 74,2% per fabbri e costruttori di utensili, 59,0% per rifiniture edilizie e lavorazioni alimentari, 56,0% per installazione e manutenzione di impianti elettrici/elettronici.

Maggio 2025 conferma, inoltre, la criticità nella reperibilità delle figure professionali: il 54,2% delle imprese segnala difficoltà di assunzione, nel 36,5% dei casi per scarsità di candidati, nel 12,6% per preparazione inadeguata.
Tra i profili più difficili da trovare spiccano i tecnici della salute (88,5%), i tecnici delle relazioni commerciali (56,9%), quelli ingegneristici (55,3%) e gli specialisti IT e telecomunicazioni (48,5%).
Nel comparto servizi, sono difficilmente reperibili gli operatori sanitari e sociali (74,3%) e gli estetisti (69,6%). Anche il 51,3% degli operatori della ristorazione è considerato difficile da reperire.
Infine, tra gli operai specializzati si segnalano carenze significative per meccanici e manutentori (91,4%), saldatori e montatori metalmeccanici (85,2%) e tecnici dell’impiantistica elettrica/elettronica (89,2%).




Logistica Piacenza, Nippon spa internalizza 80 lavoratori

Nippon spa  internalizza  e assume sotto le proprie dipendenze dal 1 giugno 2025 nel magazzino di Burberry, noto marchio di abbigliamento di lusso, sito in Piacenza, circa 80 lavoratori ad oggi operanti come lavoratori in appalto.

Questo passaggio garantirà maggior stabilità economica e normativa ai lavoratori con la fine degli appalti dopo quasi 15 anni.
Le organizzazioni sindacali FILT Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti ribadiscono la propria soddisfazione del risultato raggiunto con l’azienda e che lo strumento  dell’internalizzazione garantisce stabilità e garanzia per i lavoratori per un lavoro fatto di maggior sicurezza, dignità e diritti nella logistica.




Sei interventi dei carabinieri per incidenti stradali nella giornata del 25 maggio

Giornata intensa per i carabinieri della provincia di Piacenza, impegnati domenica 25 maggio in diversi interventi legati alla sicurezza stradale. Sono stati sei, infatti, gli episodi che hanno richiesto il loro intervento in seguito a incidenti avvenuti sulle strade del territorio.

Il primo, poco prima di mezzogiorno, si è verificato sulla statale 45, in località Ancarano di Rivergaro: uno scontro tra un’auto e una moto ha reso necessario l’intervento della pattuglia del Radiomobile di Bobbio. Il motociclista è stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale di Piacenza. I militari hanno eseguito i rilievi e gestito la viabilità fino alla rimozione dei mezzi incidentati.

Nel primo pomeriggio, i carabinieri di Castell’Arquato sono intervenuti in località Ca’ Orezzi, lungo la SP10bis, nel comune di Gropparello, per un incidente con feriti lievi. Il conducente dell’auto ha riportato una ferita al braccio ed è stato accompagnato al pronto soccorso.

Alle 13:20, in località Grondone Sotto di Ferriere, una lite tra automobilisti a seguito di un incidente senza conseguenze fisiche ha richiesto l’intervento della pattuglia di Bettola. La situazione è stata rapidamente riportata alla calma.

Circa mezz’ora più tardi, alle 14:00, i carabinieri di Agazzano sono stati chiamati in località Casoni di Piozzano per un lieve contatto tra veicoli su una strada stretta. I conducenti hanno gestito autonomamente la rimozione dei mezzi e non è stato necessario ricorrere a cure mediche.

Più tardi, poco dopo le 21:00, un tamponamento a catena ha coinvolto tre veicoli sulla strada provinciale Padana Inferiore, a Castelvetro Piacentino. Sei le persone coinvolte. Sul posto sono intervenute le pattuglie di Monticelli e del Radiomobile di Fiorenzuola d’Arda, che hanno effettuato accertamenti con etilometro. Uno dei conducenti, durante una manovra di sorpasso, ha urtato un veicolo che procedeva in senso opposto, coinvolgendo anche una terza auto. Risultato positivo all’alcoltest, è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza.

Infine, alle 21:50, la pattuglia di San Nicolò a Trebbia è intervenuta nei pressi di Borgonovo Val Tidone, sulla provinciale della Val Tidone, in seguito alla segnalazione di un investimento di fauna selvatica. Un automobilista aveva infatti travolto un cinghiale, trovato senza vita a bordo strada. L’animale è stato rimosso dal personale incaricato, non rappresentando un pericolo per la circolazione.




Linea ferroviaria Milano-Bologna: completati i lavori di manutenzione straordinaria tra Codogno e Piacenza

Si sono conclusi all’alba di oggi, come da programma, i lavori di manutenzione straordinaria realizzati da Rete ferroviaria italiana (Gruppo Fs) lungo la linea convenzionale Milano–Bologna, nel tratto compreso tra le stazioni di Codogno e Piacenza. La circolazione ferroviaria è ripresa regolarmente a partire dalle 4.00. Nei giorni scorsi sulla tratta erano funzionanti autobus sostitutivi.

L’intervento, avviato nella notte tra sabato 21 e domenica 22 maggio, ha previsto il varo di due nuove travate metalliche sul canale Mortizza, tra i comuni di Santo Stefano Lodigiano e San Rocco al Po. Le due strutture supportano rispettivamente i binari in direzione nord e in direzione sud.

Si è trattato di un’operazione complessa di potenziamento infrastrutturale, finalizzata alla completa sostituzione di un ponte ferroviario in ferro risalente al 1927.

A lavorare sul cantiere sono stati circa 60 tecnici di Rfi e delle imprese appaltatrici, supportati da numerosi mezzi d’opera. L’investimento complessivo è stato di circa 7 milioni di euro.




Il Rotary Club Cortemaggiore Pallavicino in visita alla sede AVIO di Colleferro

Nei giorni scorsi, grazie a Tiziana Benzi che l’anno passato aveva organizzato per i soci del Rotary Club Cortemaggiore Pallavicino una visita al Quirinale, una nutrita delegazione si è recata in visita alla sede AVIO di Colleferro.

Il gruppo rotariano è stato accolto nella sede operativa da Claudio Caglià, Responsabile della Sicurezza e dei Servizi Generali della Divisione Spazio, che ha illustrato con competenza le attività più attuali del gruppo AVIO.

La parte più suggestiva dell’esperienza è stata la visita ad AVIO Vecchia, l’antica cittadella industriale un tempo sede del polverificio BPD, dove per decenni sono stati prodotti esplosivi per usi militari e civili. Una città-fabbrica nata nel 1912 in mezzo al nulla per sostenere gli sforzi bellici italiani e che negli anni portò alla fondazione della stessa Colleferro per ospitare le tante persone che arrivavano dalle campagne in cerca di lavoro. La fabbrica è oggi oggetto di un importante progetto di recupero e valorizzazione. Durante la Seconda Guerra Mondiale qui furono impiegate decine di migliaia di persone e dopo gli esplosivi, la fabbrica si ampliò alla meccanica, al tessile e alla chimica.

A guidare il gruppo durante il percorso la dott.ssa Francesca Lillo, di Se.Co.Svim in AVIO S.p.A., Responsabile HSE, Infrastrutture e Servizi Industriali, che con grande passione lo ha condotto tra i reparti storici, oggi deserti ma ancora carichi di memoria e significato.

In occasione della visita, è stato donato ai soci rotariani il volume “Un territorio per la fabbrica e una fabbrica per il territorio”, scritto dalla stessa Lillo e pubblicato da Giunti nel 2025. Il libro ricostruisce la storia del polverificio BPD dalla fondazione al secondo dopoguerra intrecciando evoluzione industriale, vicende belliche e memoria collettiva del territorio. Arricchito da fotografie storiche e tavole tecniche, il volume restituisce un ritratto autentico e profondo di un sito che ha segnato la vita di intere generazioni.

Una testimonianza preziosa che ha permesso di comprendere come la fabbrica non sia stata soltanto un luogo produttivo, ma un vero e proprio motore identitario per la comunità di Colleferro.




Motociclista perde la vita sulla Statale 10

Un’altra tragedia ha colpito le strade della provincia di Piacenza. Nel pomeriggio di oggi, lunedì 26 maggio 2025, un incidente stradale che ha coinvolto una moto e un’automobile ha causato la morte di un motociclista a San Nazzaro di Monticelli d’Ongina. La vittima è un uomo di 56 anni, originario di Forlì, ma residente da anni a Monticelli. Lo schianto fatale è avvenuto lungo la Statale 10 “Padana Inferiore”, nel tratto denominato Circonvallazione Nuova, all’altezza dell’intersezione con via Cattadori, approssimativamente al chilometro 206.200. L’incidente ha visto coinvolti la moto condotta dalla vittima e un’automobile. Le dinamiche dello schianto sono al vaglio dei carabinieri di Monticelli: sembra che la moto viaggiasse da Piacenza in direzione di Castelvetro quando si sarebbe scontrata con l’automobile che, proveniente da via Cattadori, si sarebbe immessa sulla Statale 10, svoltando in direzione di Castelvetro. L’impatto è stato violentissimo. Il 56enne è stato sbalzato dalla moto finendo in un campo a lato della strada e urtando anche contro un palo. Le gravissime lesioni riportate non gli hanno lasciato scampo: i sanitari intervenuti sul posto non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Sul luogo dell’incidente sono giunte l’ambulanza della Pubblica Assistenza di Cortemaggiore, l’auto infermieristica del 118 e l’elisoccorso di Parma ed i Vigili del Fuoco da Piacenza. Sotto shock il conducente dell’auto.

Forti ripercussioni alla circolazione sulla Statale 10. Per permettere le operazioni di soccorso, i rilievi e gestire la viabilità, Anas ha istituito temporaneamente il senso unico alternato sulla SS 10 al km 206.200.

Purtroppo, questa tragedia si aggiunge a una serie impressionante di incidenti mortali nel piacentino che hanno coinvolto motociclisti: è la quarta vittima in meno di due settimane.




FNP Cisl e Uil Pensionati: “Cau, punto dolente dell’assistenza sanitaria”

I sindacati dei pensionati intervengono sui CAU, i pronto soccorso light che a loro giudizio non stanno funzionando come avrebbero dovuto. La riforma dei servizi territoriali, voluta con il Decreto Ministeriale 77/2022 (DM 77) e concretizzata nell’istituzione dei Centri Assistenziali Unitari (CAU), doveva rappresentare uno snodo fondamentale per garantire cure primarie integrate e coordinate. Tuttavia le promesse sembrano disattese, almeno in parte.

Nonostante la Direzione Generale della AUSL possa formalmente dimostrare di rispettare le norme, emerge chiaramente che, nella sostanza, lo spirito del DM 77 viene ignorato, compromettendo l’efficienza e la qualità della medicina territoriale.

“I cittadini, in particolare pensionate e pensionati, esprimono insoddisfazione e ce lo riferiscono – affermano Aldo Baldini e Pasquale Negro di FNP Cisl e Uil Pensionati. I CAU, pur rispettando apparentemente la cornice normativa, dotandosi ad esempio di sedi adeguate, mancano spesso delle figure sanitarie necessarie a garantirne il funzionamento effettivo”. Alcuni centri risultano privi di personale specializzato, come infermieri dedicati alla continuità assistenziale o operatori socio-sanitari formati per gestire patologie complesse. In alcuni casi, persino la figura del coordinatore del CAU viene affidata a professionisti già oberati da impegni clinici, senza tempo né risorse per supervisionare le attività. La composizione stessa del personale medico presenta fragilità, sollevando interrogativi sulla continuità e qualità dell’assistenza.

Questa carenza di personale adeguatamente qualificato e dedicato, ha inevitabili ripercussioni sull’efficienza della medicina territoriale. Senza un team multidisciplinare capace di collaborare in modo sinergico, i CAU rischiano di diventare poco più che “contenitori vuoti”, incapaci di rispondere alle esigenze dei cittadini. I pazienti si ritrovano ad affrontare lunghe attese e visite frammentate. La situazione penalizza in modo particolare le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli anziani, i malati cronici e i pazienti con bisogni socio-sanitari complessi. L’assenza di figure specifiche, quali assistenti sociali o psicologi, rende difficile gestire casi che richiedono un approccio globale.

Un’altra criticità preoccupante è l’assenza di un vero triage infermieristico. I pazienti vengono gestiti secondo l’ordine di arrivo anziché in base alla priorità clinica, una modalità che espone a rischio sia i pazienti che i professionisti sanitari. Il sistema di triage telefonico del numero unico 116-117, che dovrebbe fornire un filtro preventivo, non è ancora pienamente operativo. La valutazione dei pazienti è affidata sporadicamente a infermieri senza un protocollo sistematico.

Le criticità non sono casuali: i centri rimangono sotto-organizzati e non pienamente efficienti, vanificando gli obiettivi della riforma. Persino l’uso di strumenti digitali appare inadeguato.

Per garantire il successo dei CAU e un’assistenza efficace, è necessario un cambiamento d’approccio.

Senza questi interventi urgenti, i CAU rischiano di rimanere un progetto incompiuto. “Non è possibile, sottolineano le categorie dei pensionati, che i nostri associati ci riportino di essere continuamente sollecitati a recare con sé documentazione cartacea anche se i dati si trovano in un pc della stessa sede. È tempo che la AUSL dimostri con i fatti di avere a cuore il benessere dei propri assistiti, traducendo finalmente in azioni concrete gli obiettivi del DM 77”.




Economia a Piacenza. Le tre sfide per il futuro: pianificazione, turismo e giovani

“La resilienza del sistema Piacenza si è manifestata anche nel 2024, anno di progressivo rallentamento della crescita economica occidentale anche per l’instabilità politica e le conseguenze dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. Le nuove politiche protezionistiche americane e le tensioni geopolitiche sembrano prefigurare ulteriori shock negativi, anche se i negoziati in corso a livello internazionale lasciano ampi margini di incertezza e imprevedibilità. Il Pil piacentino è così cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, raggiungendo i 10,4 miliardi di euro a prezzi correnti, grazie all’aumento lieve del valore aggiunto in agricoltura, nell’industria e nei servizi, a fronte del calo significativo nel settore delle costruzioni. I primi tre mesi del 2025, però, testimoniano un rallentamento economico con un aumento del 143% di ore di cassa integrazione autorizzate rispetto al primo trimestre 2024”.

Questo – in sintesi – il quadro che emerge dal Report 2025 sull’economia locale (curato dal Laboratorio LEL della Cattolica, sotto la responsabilità scientifica di Paolo Rizzi), presentato oggi, lunedì 26 maggio, nel corso della quarta edizione della “Giornata dell’economia piacentina”, svoltasi al PalabancaEventi in una Sala Corrado Sforza Fogliani gremita di autorità civili e militari e di addetti ai lavori con una nutrita rappresentanza delle Associazioni di categoria piacentine.

Dopo sette anni di interruzione – ha ricordato Eduardo Paradiso, che ha coordinato la Giornata -, dal 2022 – su iniziativa della Banca di Piacenza, dell’Università Cattolica e della Camera di Commercio (dallo scorso anno tra i protagonisti dell’iniziativa come Camera di Commercio dell’Emilia, nata nel 2023 dall’integrazione degli Enti camerali di Piacenza, Parma e Reggio Emilia) – è dunque ripresa la pubblicazione del Rapporto annuale sul sistema economico piacentino, distribuito a tutti gli intervenuti al termine dell’incontro.

I SALUTI. Il presidente della Banca Giuseppe Nenna (autore della prefazione al Report) ha portato i saluti dell’Istituto di credito (presente anche con il vicepresidente Domenico Capra, il direttore generale e a.d. Angelo Antoniazzi e il vicedirettore generale Pietro Boselli) ricordando come la Banca sia in controtendenza rispetto alla riduzione generalizzata degli sportelli («noi li apriamo») e alla decrescita degli impieghi («noi li abbiamo aumentati»). Filippo Cella, vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia, ha indicato come «una scelta vincente» per il nostro territorio «l’unione delle forze che ha portato al ritorno di questa giornata»; fatta una veloce disamina dei principali dati sull’andamento dell’economia, ha poi anticipato le proiezioni camerali sul ’26 e ’26 che indicano una crescita del Pil.

Il direttore dell’Ufficio studi di Unioncamere Emilia Romagna, Guido Caselli ha posto l’accento sull’importanza delle relazioni per le quali va ricercato un nuovo equilibrio tra crescita economica e coesione sociale. «Non possiamo certo eliminare instabilità e incertezza – ha chiarito – ma possiamo muoverci all’interno di esse cercando una nuova stabilità». Lorenzo Turci del LEL ha illustrato alcuni dati presi in esame dal Report (andamento popolazione, imprese attive, depositi e prestiti, export), mentre il prof. Rizzi, direttore del LEL, ha sottolineato altri aspetti del Report riguardanti la sostenibilità e la qualità della vita, le presenze turistiche, il numero di laureati («dato negativo»), la transizione ecologica («siamo indietro»).

In fase di commento Gioacchino Garolfi dell’Università dell’Insubria, ha parlato dello sviluppo territoriale («che non si stabilisce per decreto») che si alimenta portando competenze in collina e montagna («mantenendo le scuole in montagna si attraggono le aziende grazie alla presenza di giovani istruiti»).

La voce delle imprese è stata affidata a Anna Paola Cavanna, presidente della Laminati Cavanna Spa, che, dopo aver portato al prof. Enrico Ciciotti la sua tesi di laurea di cui era stato relatore, ha ripercorso la storia dell’impresa che dirige (festeggiati i 56 anni di attività nel settore delle lavorazioni conto terzi per il packaging flessibile), un’eccellenza del made in Italy con 60 addetti («tutti a tempo indeterminato»), età media 40 anni, e lavorazione di 50 tonnellate al giorno. La dott. Cavanna ha ringraziato la Banca di Piacenza per il sostegno nella realizzazione di un impianto di recupero di residui chimici della lavorazione e spiegato come «un’azienda per crescere debba comportarsi come una grande squadra».

Oltre alla leggera crescita del Pil citata all’inizio, da registrare la crescita dell’occupazione, con un incremento di oltre 4.000 unità, raggiungendo le 133mila unità nel 2024, migliorando ulteriormente il tasso di occupazione che con il 72,2% ha superato la quota regionale, ben al di sopra della media nazionale (62,2%). Di conseguenza il tasso di disoccupazione è sceso al 5,1%, livello più elevato della media regionale (4,1%) ma considerabile quasi “frizionale”, anche se le 7.400 persone senza lavoro (e i 4.500 ragazzi Neet) rappresentano comunque un problema sociale a cui dare risposte in forma collettiva e partecipata. Anche i tassi di disoccupazione femminile (6,5%) e giovanile (10,8%) si sono ridotti in modo sensibile su livelli lontani da quelli delle aree meno ricche del paese. In questo scenario molto positivo del mercato del lavoro locale, va tuttavia ricordato come questi dati derivano da una quota molto elevata di contratti a tempo determinato (quasi 44 mila nel 2024), che hanno raggiunto il 58,1% del totale delle attivazioni di lavoro, laddove solo il 12% è costituito da contratti a tempo indeterminato (circa 8 mila). Dal 2008 i primi crescono dell’87%, i secondi calano del 20% (mentre il lavoro somministrato è salito anch’esso dell’83%, con conseguenze evidenti sul nuovo fenomeno dei working poor).

Il numero di imprese attive, dopo la modesta crescita del 2022, ha ripreso il proprio andamento di declino ormai decennale con la perdita di 16 unità, con il segno negativo soprattutto nel commercio ma anche nell’agricoltura e nell’industria, a fronte della crescita delle attività professionali e tecniche e delle imprese dei settori dell’intrattenimento, dello spettacolo e dello sport, dei servizi di alloggio e ristorazione e del settore della sanità e dell’assistenza sociale. Prosegue in positivo il rafforzamento del tessuto imprenditoriale in termini di forma giuridica, con le società di capitale che crescono del 2% nell’ultimo anno (+33% negli ultimi quindici anni) e si conferma importante il contributo delle imprese straniere (quasi 4.000) che crescono del 41% nell’ultimo decennio compensando il calo continuo delle imprese autoctone (-11% dal 2014).

Sul fronte dei rapporti con l’estero, si registra un anno positivo, con le esportazioni che segnano un altro record, salendo a 6,9 miliardi di euro con un balzo dell’6,4%, soprattutto grazie all’incremento di vendite in Cina (+20%) e in Europa (+3%), in particolare verso la Germania, la Spagna e la Polonia. Occorre sempre ricordare come il dato debba essere depurato dai flussi attivati dalle piattaforme logistiche del territorio (Piacenza, Castel San Giovanni, Monticelli, Pontenure e Cortemaggiore) che portano all’estero prodotti non locali, ma la crescita delle vendite internazionali dei nostri settori di punta è comunque ragguardevole, a partire dai macchinari (1,3 miliardi di euro), dall’alimentare (650 milioni) e dei mezzi di trasporto merci (350 milioni). Il livello più elevato delle importazioni (rimaste stabili a 7,2 miliardi di euro nel 2024) determina un saldo commerciale negativo nella provincia, a differenza di altre aree della regione, come Parma, Reggio Emilia e Modena. Piacenza ha tuttavia cambiato pelle nei rapporti commerciali con l’estero, perché ormai da un decennio è diventata tra le prime esportatrici del paese, con una propensione internazionale pari al 60% del PIL locale (31% in Italia).

Per quanto riguarda la demografia, anche il 2024 ha registrato la tradizionale dinamica ambivalente: da un lato il totale dei residenti ha continuato a salire (+1.350) fino a 287 mila unità; così il tasso di natalità del 6,6 per mille abitanti e il tasso di fecondità di 1,27 figli per donna risultano superiori sia alla media regionale che a quella nazionale, grazie alla continuità dei flussi di immigrazione in entrata con la popolazione straniera arrivata a oltre 43mila persone e ad un saldo migratorio pari al 10,1 per 1000 residenti (4,1 in Italia). Il rovescio della medaglia rivela indicatori demografici strutturali sempre peggiori che nel resto del Paese (indice di dipendenza e indice di vecchiaia), determinando un quadro futuro molto preoccupante: le proiezioni al 2043 prospettano una perdita di 1.500 persone con meno di 20 anni nel caso dello scenario tendenziale e di circa 14mila nel caso peggiore senza immigrazione.

Per comprendere lo stato di salute del sistema Piacenza, non possiamo fermarci solo all’analisi dei dati economici, produttivi e demografici, ma dobbiamo leggere e interpretare anche le componenti sociali ad ambientali dello sviluppo locale, come evidenziati dai rapporti sulla qualità della vita del Sole 24 Ore e sull’ecosistema di Legambiente. Da queste analisi, emergono indicatori e dimensioni dove Piacenza registra ritardi e criticità. In primis le presenze turistiche per Kmq (94° posto nel ranking nazionale) e la loro variazione recente (82°), testimoniando come l’attrattività territoriale non sia ancora sufficientemente premiata da flussi consistenti di visitatori esterni e esteri. L’indice del clima, per il quale il territorio si pone al 102° posto nella graduatoria nazionale, rimanda alla gravità della situazione ecologica della Pianura Padana in generale, ma anche al ritardo delle politiche ambientali locali, con il 93° posto per energia prodotta da fonti rinnovabili (eolico, idroelettrico, solare e geotermico), l’80° per densità di aree protette, il 77° per il numero di giorni di superamento dei limiti delle PM10 (47 a Piacenza su una media nazionale di 25) e l’80° per il quoziente di mortalità (che non deriva necessariamente dalla cattiva situazione ambientale ma ne è comunque fortemente correlato). Anche alcuni indicatori dell’area “giustizia e sicurezza” penalizzano Piacenza, che risulta 80° nell’indice generale di criminalità, 87° nella classifica per furti con destrezza e 95° per altri reati denunciati. Altri posizionamenti negativi sono attesi, come l’emigrazione ospedaliera (89°) – per la vicinanza con i presidi sanitari lombardi – o l’81° posto per il numero di pensioni di vecchiaia – dato il profondo invecchiamento riscontrato negli ultimi decenni. Ancora molto insufficiente il numero di laureati (91° con solo il 20% della fascia di età 25-39 anni), che appare lontano dalla media nazionale (28%) o delle città con più forte tradizione accademica come Bologna (42,3%) e Trieste (39,7%), nonostante la presenza in crescita di cinque poli universitari (Università Cattolica, Politecnico, Conservatorio, Università di Parma sia con Medicina che per Infermieristica).

Nel settore del credito si inverte il trend negativo dei depositi bancari che salgono a 10,8 miliardi di euro, al contrario dei prestiti ancora in frenata (6,2 miliardi), facendo scendere ulteriormente il rapporto prestiti-depositi a 57,6, dato penalizzante per il territorio perché indica la fuoriuscita dei risparmi raccolti dalle famiglie verso altre aree del Paese dove gli investimenti appaiono più dinamici (il dato regionale è infatti pari a 83). Alcuni cambiamenti degli ultimi anni nel settore creditizio hanno causato la diminuzione del numero di sportelli bancari per numero di abitanti: in particolare riduzione dell’uso del contante e crescita del digitale. Questa riduzione è continuata anche nel 2024 (Fig. 32). A livello nazionale si è passati da 56,1 sportelli ogni 100.000 abitanti nel 2011 a 33,3 nel 2024 (-40,5%), mentre a livello regionale da 80,6 a 47,0 (-41,6%). In provincia di Piacenza questa decrescita è stata molto più lenta, assestandosi a -31,0% (da 76,2 a 52,6). Questo risultato positivo per Piacenza è merito anche della politica di sostegno al territorio portata avanti dalla banca locale (Banca di Piacenza). Tra le province considerate, solamente Cremona è a un livello simile a quello di Piacenza (52), seppur inferiore, mentre le altre province registrano valori che variano dal massimo di Parma di 44,5 al minimo di Pavia di 35,1. In termini relativi il calo più forte è stato a Parma (-46,1%), Lodi (-45,0%) e Pavia (-43,3%).

Il rapporto ha anche integrato le analisi socioeconomiche con nuovi approfondimenti. Il primo ha riguardato il processo delle imprese piacentine nella transizione ecologica, attraverso un’indagine campionaria per verificare la conoscenza dei regolamenti europei sulla tassonomia delle attività sostenibili e l’attuazione di azioni specifiche a livello aziendale per rispettare questi vincoli e sviluppare forme concrete di economia circolare. Emerge un sostanziale ritardo delle imprese piacentine e emiliano-romagnole, con una quota ancora minoritaria di aziende capaci di investire significativamente nelle pratiche dell’economia circolare e della sostenibilità, ma anche nelle nuove forme di rendicontazione ambientale, sociale e non finanziaria.

Nell’ultimo periodo emergono tre tematiche rilevanti per lo sviluppo futuro del sistema Piacenza: la nuova fase di pianificazione urbanistica con l’elaborazione e l’assunzione del nuovo PUG del Comune capoluogo; i nuovi interventi di promozione territoriale relativi all’attrazione di turisti e investimenti esterni; lo sviluppo di politiche giovanili che intervengano sia sul fronte dell’orientamento al lavoro e del loro ingresso nel mercato del lavoro sia in materia di prevenzione al disagio sociale ed educativo.