Bus urbani: rivoluzione a Piacenza. Meno passaggi in centro. In via Borghetto tagliato il 42% delle corse
Una vera e propria rivoluzione quella che attende il trasporto pubblico urbano di Piacenza a partire da sabato 7 giugno, con l’entrata in vigore dell’orario estivo. Il Comune, insieme a Seta e Tempi Agenzia, ha presentato un piano sperimentale che stravolge l’attuale rete, in particolare nel centro storico. Il cambiamento più impattante? Il drastico dimezzamento del numero di bus in via Borghetto e in altre vie centrali, per rispondere alle proteste dei residenti e rendere i collegamenti più razionali.
Il cuore della riorganizzazione – spiega l’assessore alla Viabilità Matteo Bongiorni – sta nell’eliminazione delle sovrapposizioni di linea che portavano a un affollamento eccessivo di bus su alcune strade. I dati parlano chiaro: in via Borghetto e via San Bartolomeo i passaggi giornalieri scendono da 288 a 167, pari a un calo del 42%. Stessa sorte per via Garibaldi (da 242 a 164), via Sant’Antonino (da 161 a 83) e via Scalabrini (da 206 a 130). Azzerato del tutto, invece, il transito in via Roma nel tratto tra la Lupa e via Alberoni.
«Si tratta di una risposta concreta – sottolinea Bongiorni – alle segnalazioni dei cittadini e ai rilievi di vari consiglieri comunali. Il nuovo assetto riduce l’impatto ambientale, migliora la sicurezza e rende più efficiente il collegamento tra periferie e centro».
Le sei linee che cambiano volto
Le modifiche coinvolgono le linee 1, 4, 6, 10, 17 e 19, per un totale di 3.679 utenti al giorno monitorati, il 94% dei quali – assicurano da Tempi Agenzia – non subirà disagi. Ecco le novità principali:
Linea 1 (Belvedere – Stazione FS): tagliato il passaggio da via Borghetto, San Bartolomeo, Garibaldi, Sant’Antonino, Giordani e Scalabrini. Corse ogni 15 minuti al mattino, 21 al pomeriggio.
Linea 4 (Borgotrebbia – Stazione FS): via Borghetto e via Roma eliminate. Frequenza ogni 25 minuti.
Linea 6 (Quartiere 2000 – Stazione FS): non passerà più in via Cavour, via Borghetto e via San Bartolomeo. Frequenza di 15-19 minuti.
Linea 10 (I Dossi – Stradone Farnese): eliminato il transito in via Giordani. Corse ogni ora.
Linea 17 (circolare FS-Ospedale-Boselli): non passerà più in via Taverna in uscita dal centro. Frequenza ogni 22 minuti.
Linea 19 (Le Mose – Stazione FS): fuori via Cavour, Romagnosi, Duomo, Legnano, Roma e Alberoni. Corse ogni 21 minuti.
Cantiere Cittadella e linee dirottate
La riorganizzazione coinvolge anche le linee 9, 11, 12 e 15, modificate temporaneamente a causa dei lavori in piazza Cittadella e delle difficoltà legate alla sosta irregolare. Il nuovo capolinea per tutte sarà piazzale Milano. I transiti in via Cavour e piazza Duomo saranno limitati agli orari scolastici.
Tuobus festivo al posto delle linee tradizionali
La domenica e nei festivi, quasi tutte le linee urbane saranno sostituite dal Tuobus, servizio a chiamata tramite App (attivo dalle 7.30 alle 19.30 e dalle 20.30 a mezzanotte), con le sole eccezioni delle linee MB, 8 e 16 che continueranno a circolare regolarmente. Il servizio è incluso negli abbonamenti senza costi aggiuntivi.
Inoltre, per tutta la durata dei lavori alla Lupa, il capolinea delle linee extraurbane verrà spostato in piazzale Marconi.
Da lunedì 9 attivato il nuovo semaforo alla stazione
Infine, nel quadro del miglioramento della sicurezza urbana, da lunedì 9 giugno entrerà in funzione il nuovo semaforo pedonale all’uscita della stazione ferroviaria, sul lato di piazzale Marconi.
A Piacenza nasce il Parco culturale ecclesiale “Terre di passo”
È nato ufficialmente a Piacenza questa mattina 26 maggio al Seminario vescovile il Parco culturale ecclesiale “Terre di passo”. Il nome deriva dalla celebre espressione di Leonardo da Vinci, contenuta nel Codice Atlantico che qualificava il nostro come un territorio di passaggio, oggi al confine di quattro regioni: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Liguria. Un territorio tra il mare e la pianura, che si è tradotto dal Medio Evo in una Piacenza terra di pellegrini, mercanti e banchieri. La forma giuridica sarà quella di una fondazione di partecipazione. A promuoverla è la diocesi insieme ad alcuni altri enti ecclesiali: l’Opera della Cattedrale di Piacenza, l’ente Cattedrale di Bobbio, l’ente Seminario di Bedonia, individuati al fine di garantire una rappresentanza territoriale vasta.
Sono intervenuti l’architetto Manuel Ferrari, direttore dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici, il prof. Antonio Chizzoniti, professore ordinario di Diritto canonico e diritto ecclesiastico alla Facoltà di economia e giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Nicola Bellotti (società Blacklemon); con loro era presente il notaio Massimo Toscani. In rappresentanza degli enti fondatori erano presenti il dott. Giovanni Struzzola (ente Cattedrale di Piacenza), mons. Piero Bulla (ente Cattedrale di Bobbio) e mons. Lino Ferrari (Seminario di Bedonia).
L’ispirazione del giornalista Giovanni Gazzaneo
L’idea del Parco nasce all’interno del progetto pastorale “Bellezza e Speranza per tutti”, messo a punto nel 2018 dall’Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, a partire da una proposta del giornalista Giovanni Gazzaneo, coordinatore del mensile di Avvenire “Luoghi dell’infinito”.
I Cammini religiosi
“Il nostro obiettivo – spiega l’architetto Ferrari – è valorizzare in chiave pastorale i Cammini religiosi del territorio e le ricchezze artistiche della diocesi, quasi 700 edifici di culto e 90 mila beni artistici conservati all’interno di chiese, oratori, biblioteche e musei. Verranno messi in rete i diversi soggetti coinvolti, dalle associazioni culturali legate ai Cammini alle strutture di accoglienza”.
La fondazione rientra tra gli Enti del terzo settore iscritti al Runts, il Registro unico nazionale del terzo settore. Oltre ai soggetti ecclesiali fondatori, vi potranno aderire enti pubblici, associazioni e privati conferendo capitale o servizi. L’essere un ente del terzo settore – appunta Ferrari – permetterà di avere una fiscalità agevolata, di accreditarsi per beneficiare del 5 per mille e di partecipare a bandi per ottenere risorse e così riqualificare e promuovere il patrimonio culturale e le strutture di accoglienza.
I Musei in rete
La fondazione potrà candidarsi a essere anche il soggetto a cui verrà affidata la gestione dei Musei del circuito diocesano, a partire da Kronos in Cattedrale e dal Museo Mazzolini a Bobbio. Altri musei ecclesiastici potranno valutare se aderire alla Fondazione e beneficiare di servizi e vantaggi.
È già attivo il sito internet www.parcoculturalepiacenza.it, predisposto dalla società Blacklemon. Con il logo che si ispira alla formella del pellegrino sulla colonna del transetto destro della Cattedrale, servirà a far conoscere la proposta artistica (chiese, musei, archivi, biblioteche e antichi organi), con la possibilità di effettuare tour virtuali con foto a 360° per ammirare i dettagli artistici dei diversi edifici. Vi si potranno inoltre inserire contributi espressione della vita pastorale (le feste dei patroni, sagre religiose…).
Dal modello Guercino a oggi
“Puntiamo – prosegue l’architetto Ferrari – a riqualificare immobili, a partire dalle canoniche in disuso, per accogliere i pellegrini (ma anche mettere a norma gli ostelli esistenti). Sarà necessario individuare comunità accoglienti sul territorio che si possano occupare della gestione”.
“È fuor di dubbio – conclude Ferrari – che come conseguenza l’attività della fondazione porterà anche a una maggiore qualificazione del territorio e ad un’accoglienza dei turisti migliore. Il progetto Guercino? È stato il primo evento culturale che ha avuto la capacità di mettere insieme più soggetti (diocesi, Comune di Piacenza, Provincia e Fondazione di Piacenza e Vigevano). Ci ha trasmesso la fiducia del “si può fare, se ci crediamo”. Un sano orgoglio per la nostra bella città e provincia, dove le persone, se motivate, sanno mettere in campo un’accoglienza tradizionale e genuina. È una strada tracciata da seguire”.
Elaborato un dossier sul patrimonio culturale
“L’avvio della fondazione – spiega l’architetto Ferrari – è stato preparato da un lavoro di due anni di conoscenza dei parchi ecclesiali esistenti in Italia. La candidatura a parco ecclesiale presso la Cei è stata possibile grazie allo statuto messo a punto dagli esperti dell’Università Cattolica, vero partner del progetto, coordinati dal prof. Antonio Chizzoniti insieme al notaio Massimo Toscani. L’équipe dell’Ateneo, formata anche dalla prof.ssa Anna Gianfreda e dalla dott.ssa Giulia Mazzoni, ha elaborato un ampio dossier che ha mappato in diocesi il patrimonio culturale materiale e immateriale (le tradizioni, le processioni e gli aspetti liturgico-pastorali)”.
Grazie a un QR code si potrà entrare direttamente negli edifici
Si spera che possa anche partire, come in Piemonte, il progetto “Chiese a porte aperte”
“In cantiere – spiega l’architetto Ferrari – ci sono percorsi per formare operatori culturali con un’attenzione specifica agli aspetti della catechesi attraverso l’arte (se ne parlerà al prossimo convegno nazionale sui parchi) e l’avvio del progetto “Chiese a porte aperte”, già attivo nelle diocesi del Piemonte”.
Turisti e pellegrini, dopo aver scaricato gratuitamente l’apposita App sul proprio smartphone, possono registrarsi e prenotare la visita gratuita in una chiesa: giunti sul posto nell’orario selezionato, inquadrando il QR code si aprirà automaticamente la porta dell’edificio. Nella chiesa sono previsti un sistema di guida con una voce narrante in tre lingue, di illuminazione dei dettagli artistici e pannelli visivo-tattili multisensoriali con la descrizione della chiesa e le riproduzioni tattili di opere d’arte (in alcune chiese anche un contributo audio-video in lingua italiana dei segni). Le chiese sono dotate di telecamere che possono riconoscere eventuali gesti vandalici e attivare, se necessario, l’allarme.
Un’esperienza di narrazione automatizzata è già stata attivata nella cappella di Santa Caterina nella Collegiata di Castell’Arquato. Sarà possibile dare vita a questo servizio in chiese magari lontane dai centri abitati e ormai solitamente chiuse gran parte dell’anno. Ecco alcuni possibili esempi, secondo Ferrari: la chiesa della Perduca in val Trebbia, l’oratorio di Mignano in val d’Arda, Santa Maria nell’area del parco archeologico di Travo e Vigolo Val Nure, San Giuseppe a Cortemaggiore e molte altre ancora.
Se ci fossero arredi e suppellettili di valore da mettere in sicurezza, questi si possono radunare in sagrestia, qualora sia possibile realizzare una chiusura blindata, oppure farli convergere in centri di deposito sicuri.
Chilometri e chilometri lungo i sentieri della fede
Dalla Via Francigena al Cammino di San Colombano, dalla Via degli Abati ai Cammini di Santa Franca e di San Rocco: vanno potenziate le strutture di accoglienza
“La diocesi – spiega l’architetto Manuel Ferrari – è attraversata sul proprio territorio da diversi Cammini religiosi che il progetto del nascente Parco ecclesiale culturale vuole potenziare e far conoscere ancora di più. Tre di essi sono approvati dalla Regione Emilia Romagna e fanno parte perciò del catalogo nazionale dei Cammini istituito dal Ministero del turismo. Si tratta della Via Francigena e del Cammino di San Colombano – entrambi accreditati anche a livello europeo – e della Via degli Abati. La Via Francigena registra il passaggio nell’area piacentina di circa 3500 persone all’anno, la Via degli Abati arriva a un migliaio”.
La via Francigena
La via Francigena è la più nota fra le vie dei pellegrinaggi dal Nord Europa e conduce dalla Gran Bretagna e dall’Europa centrale, in particolare dalla Francia, a Roma. La relazione di viaggio più antica di questa via attraverso 79 tappe, conservata nella British Library di Londra, risale al 990 grazie a Sigerico, arcivescovo di Canterbury, di ritorno da Roma dopo aver ricevuto il Pallio dalle mani del papa Giovanni XV. In diocesi copre il tratto dal Guado di Sigerico sul fiume Po tra Corte Sant’Andrea e Soprarivo di Piacenza fino a Fidenza passando per Fiorenzuola e Chiaravalle della Colomba per poi dagli Appennini scendere a Roma.
Il Cammino di San Colombano
Il Cammino di San Colombano è a sua volta una via di pellegrinaggio che attraversa gran parte dell’Europa seguendo le orme dell’abate del VI-VII secolo dall’Irlanda, sua terra natale, fino a Bobbio, sede dell’abbazia da lui fondata nel 614.
La Via degli Abati
La Via degli Abati porta da Pavia a Pontremoli; nella diocesi copre il territorio da Pometo a Borgotaro. Risale al periodo della dominazione Longobarda ed era utilizzata dai monaci di Bobbio per raggiungere Roma prima che la Via Francigena di Monte Bardone (oggi passo della Cisa), rimasta a lungo sotto il controllo dei Bizantini, assumesse un ruolo predominante nelle antiche vie di commercio e pellegrinaggio.
Le strutture di accoglienza
“Lungo questi percorsi sono collocate alcune strutture recettive per i pellegrini, ma altre – precisa l’architetto Ferrari – potrebbero essere create. Sulla Via Francigena si trovano, ad esempio, l’ostello del Montale gestito dalla parrocchia di San Lazzaro, la casa per ferie Bellotta a Valconasso di Pontenure e la struttura di accoglienza dei monaci all’abbazia cistercense di Chiaravalle della Colomba. Sul percorso legato al monaco irlandese ci sono, invece, la Pieve di Verdeto in val Luretta, l’ostello San Paolo a Mezzano Scotti non lontano da Bobbio e l’istituto delle suore Giannelline nel centro della val Trebbia. Ma altre strutture sono già in cantiere come, a Piacenza, un piccolo ostello per volontà della parrocchia di Santa Teresa sul Corso Vittorio Emanuele”.
La Via dei Monasteri Regi
A questi Cammini – come appare nel sito internet del nascente Parco ecclesiale culturale “Terre di passo” – se ne aggiungono altri. È il caso della Via dei Monasteri Regi, un tracciato, attestato già nel 744, che collegava un tempo tre monasteri soggetti all’autorità imperiale longobarda: Fiorenzuola (nel luogo in cui oggi sorge la Collegiata), l’antica Abbazia di Val Tolla salendo verso Morfasso e Gravago nei pressi di Bardi, dopo aver oltrepassato l’oratorio medievale di Mignano (vicino all’omonima diga) e il passo del Pelizzone a mille metri d’altezza.
Il Cammino di San Rocco
Il Cammino di San Rocco si rifà, invece, al percorso del Santo di Montpellier nel tratto Piacenza-Voghera passando per i Comuni di Rottofreno, Calendasco, Sarmato, Castel San Giovanni e Stradella lungo la Via Romea, l’itinerario frequentato da pellegrini, viandanti, mercanti e cavalieri diretti a Roma dalla Francia meridionale o provenienti dal Sud Italia e diretti a Santiago di Compostela in Spagna. Tre santi sono legati a questo itinerario: San Rocco a Sarmato, San Contardo a Broni e San Bovo a Voghera. Il Comune di Sarmato insieme alle altre istituzioni coinvolte ne sta promuovendo la realizzazione insieme all’associazione San Rocco di Sarmato.
San Rocco è nato a Montpellier fra il 1345 e il 1350 ed è morto a Voghera fra il 1376 ed il 1379 a non più di 32 anni di età dopo un lungo viaggio verso Roma e dopo aver assistito gli appestati in diverse città.
Il Cammino di Santa Franca
Completano il quadro un percorso legato alle Pievi tra Pavia, Parma e Piacenza e il Cammino di Santa Franca, badessa benedettina nata a Vitalta di Vernasca nel 1275 e morta a Pittolo nel 1218. L’itinerario propone un cammino escursionistico che si snoda tra i Comuni di Castell’Arquato, Vernasca e Morfasso fino al santuario della Santa a Montelana.
La Cei vara il turismo della Bella Notizia
Il progetto dei Parchi ecclesiali culturali sviluppa le intuizioni del documento. “Bellezza e Speranza per tutti”: lo stupore suscitato dall’arte aiuta a incontrare Dio.
Il progetto dei Parchi ecclesiali culturali in Italia, quindi anche quello piacentino, sviluppa le intuizioni contenute nel progetto pastorale “Bellezza e Speranza per tutti” a cura dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei. Un progetto – precisa il testo – da portare avanti creando sinergie nella comunità ecclesiale e con la comunità civile (istituzioni, imprenditori e terzo settore).
L’attenzione all’ospite
I Parchi ecclesiali, in una società dei non-luoghi, cioè della spersonalizzazione, dell’anonimato e dell’isolamento degli individui, puntano a dar vita a realtà in cui “i territori diventino luoghi in cui l’ospite si senta accolto e riconosciuto, dove si tessono situazioni in cui le relazioni sappiano offrire calore, dove il patrimonio di cultura e tradizione sappia stupire e le persone abbiano qualcosa da raccontare”. L’intento dei Parchi è rendere accessibili i luoghi e favorire vacanze formato famiglia.
L’arte genera stupore
Il favorire un nuovo incontro con la bellezza dell’arte apre sempre la strada allo stupore e a una nuova esperienza della vicinanza di Dio. “Grazie allo stupore – sottolinea il documento – il vedere diventa un guardare. C’è qualcosa che interpella il soggetto costringendolo a porsi l’interrogativo fondamentale: perché mai io vivo qui e ora? È questa l’esperienza di turismo che chiameremo turismo No.Bel., cioè della Bella Notizia, ministero della comunità cristiana che si attua in un tipo particolare di relazione tra un animatore e una persona che vive un’esperienza unica di incontro con lo stupore attraverso elementi «wow», capaci cioè di suscitare questo sentimento”.
Serve creatività
Nei progetti – appunta il testo – occorrerà muoversi con creatività, intesa non come eccentricità o allontanamento dalla Tradizione della Chiesa, ma come la capacità di aprire orizzonti nuovi e di rinnovare il linguaggio con cui annunciare il Vangelo agli uomini del nostro tempo.
Nel progetto dei Parchi ecclesiali il profitto è importante, ma sarà solo un risultato, un indicatore di salute e di buon funzionamento del processo generativo, non un fine. L’iniziativa dei Parchi ecclesiali, d’intesa con il Progetto Policoro, potrà creare anche occasione di nuove iniziative d’impresa soprattutto da parte dei giovani.
Famiglie arcobaleno. La sentenza della Consulta spacca anche Piacenza
La sentenza n. 68/2025 della Corte Costituzionale, depositata il 22 maggio, ha aperto un nuovo capitolo nella lunga e controversa vicenda dei diritti delle famiglie omogenitoriali in Italia. Per alcuni si tratta di una svolta storica, per altri di una pericolosa distorsione del dettato costituzionale. Al centro della decisione c’è il riconoscimento della madre intenzionale, ovvero della partner non gestante in una coppia di donne, come genitore legale del figlio nato da fecondazione eterologa praticata all’estero.
Una pronuncia che ha acceso il dibattito, dividendo opinione pubblica e giuristi, come dimostrano due prese di posizione emblematiche, giunte entrambe da Piacenza, ma su fronti opposti. La Corte Costituzionale ha ritenuto incostituzionale l’art. 8 della legge 40/2004, nella parte in cui impedisce alla madre intenzionale di riconoscere il figlio nato in Italia da PMA eterologa effettuata all’estero. Una norma che, secondo i giudici, viola l’interesse superiore del minore, negandogli il diritto alla continuità affettiva e alla tutela giuridica da parte di entrambi i genitori sociali.
Le critiche: “Una sentenza aberrante”
Tra le voci più critiche c’è quella dell’avvocato Livio Podrecca, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani – Unione Locale di Piacenza, che in una nota ha definito la sentenza “aberrante”, accusando la Consulta di aver stravolto la Costituzione e aggirato due limiti chiari della legge italiana: il divieto della PMA eterologa (almeno per le coppie omosessuali) e la riserva dell’accesso alla PMA alle sole coppie eterosessuali.
Secondo Podrecca, la decisione mette sullo stesso piano la genitorialità biologica e quella intenzionale, aprendo la porta alla multigenitorialità e dissolvendo il modello costituzionale di famiglia, intesa come “società naturale fondata sul matrimonio” tra uomo e donna. Una deriva che, secondo il giurista, non può essere legittimata dal solo richiamo al benessere del minore: “La Corte ridefinisce surrettiziamente ciò che la Costituzione riconosce, ma non può modificare”. (sotto l’intervento integrale).
Le voci a favore: “Una svolta di civiltà”
Di segno opposto le parole di Samuele Raggi, presidente dell’associazione “Piacenza Oltre”, da anni attiva sul fronte dei diritti civili. “Una decisione giusta, coraggiosa e necessaria – scrive Raggi – che pone al centro i diritti dei bambini, garantendo loro stabilità e continuità all’interno del nucleo familiare in cui crescono, indipendentemente dal sesso dei genitori o dal metodo di concepimento”.
Per Raggi, parlare di “aberrante” è offensivo nei confronti delle famiglie arcobaleno che ogni giorno vivono con responsabilità e amore la propria genitorialità. La Corte, prosegue, ha semplicemente interpretato la Costituzione in senso evolutivo, come si conviene in una democrazia matura. “La famiglia è prima di tutto un luogo di cura, non può essere cristallizzata in un solo modello”. (sotto l’intervento integrale).
Due visioni inconciliabili
Lo scontro tra le due letture non è solo giuridico, ma anche culturale. Da un lato, una visione tradizionale, che fonda la genitorialità sulla biologia e sul matrimonio eterosessuale; dall’altro, una visione inclusiva, che attribuisce pieno valore giuridico ai legami affettivi e alle responsabilità condivise.
In mezzo resta il vuoto legislativo, su cui la Corte è intervenuta per garantire la tutela dei minori. Ma il confronto resta aperto. E destinato a protrarsi.
Gli interventi integrali
Avv. Livio Podrecca. La sentenza n. 68/2025 della Corte Costituzionale – una sentenza aberrante Per la Consulta è illegittimo impedire alla madre intenzionale di una coppia omosessuale di riconoscere il figlio nato in Italia da PMA eterologa estera
Semplificando al massimo, la legge 40 dell’anno 2004 sulla c.d. PMA, procreazione medicalmente assistita, si proponeva di risolvere i problemi di comprovata infertilità di coppie eterosessuali, sposate o conviventi. All’art. 8, la legge diceva (e dice) che i figli nati da PMA hanno lo stato di figli nati nel matrimonio o comunque riconosciuti dalla coppia che ha fatto ricorso alla PMA. Sulla questione di sollevata dal Tribunale di Lucca, con sentenza n. 68 del 22 maggio scorso, la Corte Costituzionale ha dichiarato la incostituzionalità di questa norma nella parte in cui non ammette il riconoscimento di figlio anche della madre c.d. intenzionale (cioè della partner non gestante di una coppia di donne omosessuali, che ha però condiviso il progetto ‘genitoriale’) di una fecondazione eterologa (vietata in Italia) praticata dalle donne all’estero ed il cui figlio è nato in Italia. In questo modo la Corte legittima l’aggiramento di ben due divieti (che curiosamente fa peraltro salvi) previsti dalla legge italiana; quello della fecondazione assistita eterologa, dove il seme maschile è fornito da donatore esterno alla coppia; e quello relativo alla limitazione del ricorso alla PMA alle coppie eterosessuali. Il tutto nel supposto interesse del minore alla bigenitorialità. Cioè ad avere due genitori. Quest’ultimo concetto, peraltro, ha senso con riferimento a quanto accade in natura, dove i figli vengono dalla unione fisica di un uomo con una donna, il padre e la madre, per l’appunto, il primo dei quali, vero genitore biologico del figlio nato da PMA eterologa, è totalmente ignorato nella sentenza in esame. Ma in un contesto in cui la Corte equipara alla filiazione biologica quella intenzionale, dando valore alla assunzione di responsabilità della donna non gestante, definita genitore intenzionale, per l’appunto, per avere condiviso il progetto ‘genitoriale’, che senso ha la bigenitorialità? Perché, in altre parole, se vale la assunzione di responsabilità, non valorizzare la tri, la quadri o, in genere, la multigenitorialità? Sotto i profili garantistici valorizzati dai giudici della Consulta, l’interesse del minore all’accudimento ed alla educazione ne risulterebbe, infatti, ulteriormente rafforzato. In realtà questo tipo di realtà parafamiliari cerca, senza successo, di strutturarsi sul modello della famiglia che la Corte definisce ‘tradizionale’, cioè di quella generativa, formata da un uomo e da una donna, imitandola. Se la famiglia, per il Costituente, era la società naturale fondata sul matrimonio, occorre quindi chiedersi se questo nuovo tipo di famiglia, omosessuale, contraddistinta da una generatività necessariamente solo intenzionale, che anche la Consulta sta concorrendo a strutturare di fatto come famiglia assegnandole le medesime funzioni di cui all’art. 30 Cost. sulla base della semplice intenzione degli aspiranti genitori, corrisponda al modello costituzionale al quale si riferiscono gli artt. 29 e 30 Cost., o se invece non costituisca l’esito di una rivisitazione del concetto di famiglia e di genitorialità che ispirò i Padri Fondatori. Perché delle due l’una: o la società naturale fondata sul matrimonio esiste prima di ogni legge, Costituzione compresa, e può essere da questa solo riconosciuta, senza modifiche, come espressamente fa la Carta Costituzionale. Oppure siamo in presenza di una realtà che la stessa Consulta, salvando l’apparenza della forma, va sostanzialmente ridefinendo surrettiziamente, in senso progressista. In questo modo, però, i giudici della Consulta non solo non sono fedeli interpreti della Costituzione che dovrebbero difendere, ma anzi ne sono nemici, con decisioni che sono, in sé, contrarie al suo dettato. Cioè, paradossalmente, incostituzionali. Temo quindi che siamo quindi in presenza di una sentenza aberrante, segno di una società che ha perso la bussola del buon senso, prima che della correttezza giuridica. Si può certamente ritenere, come faranno molti, che questa sentenza sia un atto di civiltà, un progresso e una vittoria. Ma alla Verità, alla fine, nessuno può sfuggire.
Samuele Raggi – Presidente Associazione “Piacenza Oltre”. Una sentenza di civiltà, in linea con i tempi e con i diritti delle persone
Apprendiamo con soddisfazione la recente sentenza della Corte Costituzionale che consente il riconoscimento di due madri per i figli nati da procreazione medicalmente assistita (PMA) all’estero, con conseguente registrazione all’anagrafe come figli di entrambe. Una decisione che riteniamo giusta, coraggiosa e soprattutto necessaria per garantire tutela piena ai bambini e alle loro famiglie.
Si tratta di una svolta che pone al centro l’interesse superiore del minore, riconoscendogli il diritto alla continuità affettiva e alla sicurezza giuridica all’interno del nucleo familiare in cui cresce, indipendentemente dal genere dei genitori o dal modo in cui è venuto al mondo. Parlare di “aberrante” di fronte a un riconoscimento d’amore e responsabilità è, a nostro avviso, non solo sbagliato, ma anche offensivo nei confronti di tante famiglie che ogni giorno vivono con dignità, amore e impegno la propria genitorialità.
La Corte non ha violato la Costituzione, ma l’ha interpretata in modo evolutivo, come accade in ogni democrazia matura. La famiglia, lo ricordiamo, è prima di tutto un luogo di cura e amore, e non può essere cristallizzata in un solo modello. Il riconoscimento della genitorialità intenzionale, quando supportata da un progetto di vita condiviso e duraturo, rappresenta un progresso del diritto, non una sua distorsione.
Dodicesima edizione del Festival Illica a Castell’Arquato
Torna anche quest’anno, nell’incantevole cornice del borgo medioevale di Castell’Arquato, il Festival Illica, la rassegna musicale che rende omaggio all’illustre figura della librettistica d’opera e del giornalismo colto Luigi Illica. Concerti, spettacoli e momenti di approfondimento per un’intensa settimana di eventi con la direzione artistica di Jacopo Brusa.
Dal 9 al 12 luglio 2025 nel suggestivo borgo medioevale di Castell’Arquato (Pc), insignito della bandiera arancione dal Touring Club Italiano e appartenente al club dei borghi più belli d’Italia si terrà 12 edizione del Festival Illica, rassegna musicale che rende omaggio all’illustre figura del librettista e giornalista Luigi Illica.
“Vissi d’arte, vissi d’amore, non feci mai mal ad anima viva”… questi alcuni tra i versi che hanno reso celebre Luigi Illica, librettista indissolubilmente legato al nome di Giacomo Puccini, di cui ci sono ancora tanti capolavori ancora da riscoprire e meritevoli dell’attenzione del pubblico e della critica.
Questo l’obiettivo che si è posto il Festival Illica che dal 2013 ha voluto valorizzare e riscoprire i capolavori di questo artista, che, per varie ragioni, sono finiti un po’ in disparte rispetto alla programmazione abituale.
Il Festival Illica è, infatti, un tributo alla figura di Luigi Illica, un’eccellenza italiana e cosmopolita nella librettistica d’opera, che ha realizzato per i grandi operisti come Giacomo Puccini, Pietro Mascagni e Umberto Giordano i più celebri titoli del melodramma, ed ebbe un’amicizia forte e duratura con Giosuè Carducci, che invitava di frequente a Castell’Arquato. Nato anche per offrire visibilità a giovani cantanti che già si sono messi in mostra su prestigiosi palcoscenici, il Festival Illica apre il sipario sull’eccezionale cornice della Piazza Monumentale, con la Rocca Viscontea che fa da spettacolare quinta per una serie di straordinari concerti.
Il cartellone della dodicesima edizione trasformerà ancora una volta Castell’Arquato in un piccolo tempio della lirica a cielo aperto, con 2 appuntamenti dedicati alla musica delle opere cui il librettista italiano ha dato parola e drammaturgia: la celebre “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini e la meno nota “Pittori Fiamminghi”di Antonio Smareglia.
Nel solco della tradizionale attenzione ai giovani musicisti, si inserisce il concerto dell’Ensemble di Sax della TOSCANINI ACADEMY di venerdì 11 luglio che vedrà 12 saxofoni, pianoforte, basso e batteria accompagnare il M° Massimo Ferraguti in un programma che spazierà da Rossini a Gershwin.
Il Festival, come sempre, si completerà con appuntamenti di approfondimento (Ti presento l’Opera a cura di Fabio Larovere) e di promozione turistica/culturale (visite guidate al Museo Illica e al Borgo Medievale).
L’edizione 2025 del Festival sarà arricchita inoltre dalla consegna dei “Premi Internazionali Luigi Illica” che, ogni due anni, vengono assegnati da una Giuria di rilevanza nazionale a personalità che si sono distinte nell’ambito musicale e giornalistico.
Il Festival Illica è organizzato dal Comune di Castell’Arquato con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Regione Emilia Romagna.
Il Sindaco Ivano Rocchetta ha commentato: “Ogni prima settimana di luglio, puntuale come sempre da oltre dieci anni, il Festival Illica immerge Castell’Arquato in un mare di note.
E’ motivo di orgoglio per l’Amministrazione Comunale offrire occasioni di spettacolo e cultura, spesso uniche ed irripetibili, grazie al fascino che luoghi come i tramonti della piazza monumentale di Castell’Arquato, offrono al pubblico che segue gli spettacoli.
In questi anni l’evento è cresciuto, si è creato un suo spazio tra i grandi eventi ha favorito idee innovative e creative, ha contribuito alla riscoperta del repertorio di Luigi Illica e alla valorizzazione turistica del Borgo. Per Castell’Arquato e per la Val d’Arda il Festival è un importante veicolo di promozione delle bellezze del territorio che anche quest’anno saranno la splendida cornice di diversi appuntamenti, luoghi suggestivi e unici come la musica del Festival”.
“L’edizione 2025 ha spiegato l’assessore alla cultura Umberto Boselli- prevede il conferimento del “Premio Illica” che quest’anno giunge alla 34° edizione. Il premio, a cadenza biennale, fu fondato nel 1961 dal giornalista Cesare Pecorini e dal musicologo Mario Morini per rendere omaggio alla figura di Luigi Illica, eccellenza italiana e cosmopolita nella librettistica d’opera e nel giornalismo colto. Nel corso di questi 64 anni, il premio è stato assegnato alle eccellenze nel campo del canto, della regia, della direzione d’orchestra, della critica, del giornalismo e delle istituzioni museali e teatrali. Tra i personaggi che hanno ricevuto il Premio figurano i nomi dei grandi della lirica da Mario del Monaco alla Callas, da Pavarotti a Mirella Freni e da Abbado a Muti. La giuria del premio composta da sovrintendenti e direttori artistici dei maggiori teatri italiani si è riunita questa mattina e ha già definito la cinquina dei premiati che verrà resa nota a breve. Grazie alla direzione artistica di Jacopo Brusa, il Festival è dunque diventato un evento riconosciuto sia a livello nazionale che internazionale tra gli appassionati della lirica e continueremo a lavorare perché attraverso la musica e la figura di Illica le persone possano riconoscere in Castell’Arquato un luogo da scoprire e da amare”.
“Dopo il grande Galà Lirico pucciniano dello scorso anno ha affermato il direttore artistico Jacopo Brusa – torna a Castell’Arquato l’Opera. E torna con ben due appuntamenti in forma di concerto: la celebre “Madama Butterfly” di Puccini e “Pittori Fiamminghi” di Antonio Smareglia. Per un Festival come il nostro non è semplice poter proporre due titoli che vedono impegnati una grande orchestra e un coro, oltre al cast vocale; tuttavia, ritengo che il Festival Illica debba con forza mantenere la chiara identità che lo ha contraddistinto negli ultimi anni e investire nella valorizzazione della produzione illichiana meno eseguita, insieme a quella che lo ha reso celebre al grande pubblico internazionale. “Madama Butterfly”, ovviamente, non ha bisogno di presentazioni, mentre la scelta di proporre “Pittori Fiamminghi” è dovuta principalmente al grande successo di pubblico e di critica che abbiamo riscontrato dopo l’esecuzione di un’altra Opera di Antonio Smareglia: le “Nozze istriane” messe in scena al Festival 2023. Smareglia è un finissimo compositore, apprezzato da Brahms e Strauss, che lavorò in grande sintonia con il “nostro” Illica e che merita l’attenzione e – perché no? – la curiosità da parte del pubblico. Sono sicuro che chi verrà il 12 luglio non rimarrà deluso! Quella sera, tra l’altro, consegneremo i Premi Illica a personalità illustri del panorama musicale italiano e internazionale, contribuendo a mantenere viva la memoria di Luigi Illica nel mondo.”
IL FESTIVAL
Al via mercoledì 9 luglio 2025, alle ore 18.00 presso il Museo Illica con l’inaugurazione della Mostra documentaria su Illica e Smareglia.
Giovedì 10 luglio, ore 21.00, nella Piazza Monumentale, andrà in scena Madama Butterfly (in forma di concerto), primo dei due appuntamenti con l’opera che vedrà protagonisti l’orchestra Filarmonica Italiana e il Coro del Festival Illica diretti da Jacopo Brusa.
Venerdì 11 luglio, ore 21.00, piazza Monumentale si terrà il concerto ad ingresso gratuito dell’Ensemble sax della Toscanini Academy con solista Massimo Ferraguti che coinvolgerà il pubblico eseguendo brani iconici del repertorio musicale classico e “leggero”, da Rossini a Gershwin.
Continua la riscoperta dei libretti di Illica con la rappresentazione in forma di concerto del dramma lirico in tre atti Pittori fiamminghi di Antonio Smareglia, sabato 12 luglio in Piazza Monumentale alle 20.30. Protagonisti l’Orchestra Filarmonica Italiana e il Coro del Festival Illica diretti dal M. Jacopo Brusa. Prima del concerto si terrà la cerimonia di consegna dei Premi Illica 2025.
L’opera sarà preceduta alle 19.00 nei Giardini pensili “Palazzo Vigevani”, da una Conferenza – dibattito con Fabio Larovere, giornalista e critico musicale e Giovanni Vitali, direttore artistico del Maggio Fiorentino.
Basandosi su una vicenda di pittori fiamminghi vissuti attorno al 1600, Luigi Illica aveva scritto nel 1893 un libretto per Antonio Smareglia intitolato Cornill Schut, dal nome del protagonista. L’opera fu presentata con grande successo a Dresda nel 1893, e nel 1927 con qualche modifica, venne riproposta con il titolo Pittori fiamminghi. Più di un critico, dopo la ‘prima’, volle definire l’opera una sorta di Meistersinger (dalla celebre opera di Richard Wagner) all’italiana, soprattutto per la capacità di descrivere una città e la vita di un gruppo come quello dei pittori. Smareglia, nonostante il dramma storico approntato da Illica, predilige il clima dell’idillio, con melodie toccanti come la romanza di Elisabetta “Morran pei margini le margherite” o il delicato preludio al secondo atto, che descrive la natura primaverile. Nel finale del terzo atto il compositore sovrappone, con notevole efficacia drammaturgica, diversi piani sonori, nella scena in cui Cornill dipinge il suo ultimo quadro: il canto interno delle monache e di Elisabetta dal chiostro, quello esterno che proviene dai prati mentre Cornill, in chiesa, siede davanti alla tela.
Il valore della musica di Smareglia era riconosciuto ampiamente dai suoi contemporanei, a tal punto da ottenere apprezzamento da compositori come J. Brahms, G. Puccini, F. Lehar e R. Strauss.
Nelle giornate del festival, il Museo Illica sara’ aperto con ingresso gratuito da mercoledì 9 a sabato 12 luglio fino alle ore 20.00 e domenica 13 luglio con i seguenti orari 10 -12 e il pomeriggio 15 -18
Venerdì 11 e sabato 12 luglio, si partirà dalla Piazza Monumentale per un percorso poetico sensoriale per esplorare il borgo natio di Illica alla ricerca degli scorci che hanno ispirato le opere di Luigi Illica.
In caso di maltempo le rappresentazioni di giovedì 10 e sabato 12 luglio verranno recuperate domenica 13 luglio, sempre nella Piazza Monumentale, alle ore 20.30.
PREMIO ILLICA
Ricorre quest’anno la consegna dei Premi Illica che, fin dalla sua fondazione nel 1961 dal giornalista Cesare Pecorini e dal musicologo Mario Morini, assegnano riconoscimenti ai grandi personaggi del mondo della lirica, della cultura e del giornalismo. L’appuntamento, che nel tempo si è affermato come autentica onorificenza conferita ad eccellenze della lirica, della cultura e del giornalismo colto, annovera tra i premiati Renata Tebaldi, Magda Olivero, Mirella Freni, Renata Scotto, Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Ferruccio Tagliavini, Luciano Pavarotti, Placido Domingo, Josè Carreras, Giuseppe Giacomini, Renato Bruson, Tito Gobbi, Riccardo Muti, Tullio Serafin, Gianandrea Gavazzeni, Philippe Daverio e Marco Tutino.
Prestigiosa la giuria che ha assegnato i premi formata da Cristina Ferrari del Teatro Municipale di Piacenza, Francesco Nardelli, Direzione Teatro Fraschini, Paolo Cantù, Sovrintendente della Fondazione “I Teatri” di Reggio Emilia, Andrea Cigni, Sovrintendente del Teatro Ponchielli di Cremona, Francesco Nardelli, Direttore Generale del Teatro Fraschini di Pavia, Ivano Rocchetta, Sindaco del Comune di Castell’Arquato, Umberto Boselli Assessore alla Cultura e Turismo, Antonella Balestrazzi direttore organizzativo del Festival, Jacopo Brusa, direttore d’orchestra e direttore artistico del Festival.
Nell’edizione 2025 sono stati assegnati i seguenti premi: Premio Illica d’Oro alla Carriera Pier Luigi Pizzi , Premio Illica Michel Pertusi, Premio Illica Eleonora Buratto, Premio Illica Angelo Foletto giornalista e critico musicale, Premio Illica Prof. Giovanni Godi Presidente Fondazione Simonetta Puccini di Torre del Lago.
La consegna dei Premi si terrà sabato 12 luglio 2025, ore 20.30, e precederà l’esecuzione deill’opera“Pittori Fiamminghi”.
Informazioni e biglietteria
IAT-R Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica
Nuovamente vandalizzata la panchina arcobaleno di Calendasco. Frasi ingiuriose contro il sindaco
La panchina arcobaleno di Calendasco è stata nuovamente vandalizzata, con un blitz avvenuto nella notte, prendendo questa volta di mira anche il sindaco Filippo Zangrandi che proprio ieri, insieme a svariati altri esponenti politici aveva preso parte al Piacenza Pride, sfilando per le vie di Piacenza.
Quella che doveva essere la prima panchina arcobaleno della provincia di Piacenza, simbolo di inclusione, rispetto, unione, accoglienza e lotta alle discriminazioni, è stata invece oggetto di ripetuti atti di deturpazione.
La panchina, situata nel parco giochi di Calendasco, era stata inaugurata lo scorso 17 maggio in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia.
L’arcobaleno di colori era durato solo quarantotto ore prima di essere ridipinta di un freddo grigio da vandali. Questo primo gesto era stato definito “vile e intollerabile” dalla Cgil di Piacenza, mentre l’Arcigay aveva invitato le forze politiche a prendere le distanze. Il sindaco Zangrandi aveva commentato sui social la necessità di una norma contro l’odio e aveva sporto denuncia alle forze dell’ordine per istigazione all’odio contro ignoti. In seguito al primo atto, un gruppo di volontari, circa un centinaio di persone, aveva risposto all’appello del sindaco, rimboccandosi le maniche e ridipingendo la panchina con i colori dell’arcobaleno.
Tuttavia, la scorsa notte uuno o più vandali sono ritornati in azione. La panchina è stata nuovamente “cancellata” e coperta per la seconda volta da una mano di vernice grigia. Questa volta, l’attacco si è esteso: sul selciato vicino allo scivolo, sono comparse scritte ingiuriose contro iln sindaco Filippo Zangrandi. Sono state dipinte con una bomboletta spray nera. Il sindaco Zangrandi ha confermato l’accaduto, ipotizzando che il blitz sia avvenuto dopo l’una di notte, in quanto poco prima non erano state notate anomalie
Le telecamere di videosorveglianza della zona saranno visionate e potrebbero fornire elementi utili ai carabinieri di San Nicolò che indagano su questi episodi.
La notizia del secondo atto vandalico si è sparsa rapidamente, suscitando indignazione e solidarietà. Molti i messaggi di supporto, con persone che si sono dette pronte a ridipingere la panchina.
Anche le associazioni hanno espresso la loro solidarietà fra cui Arcigay Piacenza Lambda. Alternativa per Piacenza ha diffuso un comunicato stampa in merito all’accaduto. Di seguito il testo del loro comunicato: “Apprendiamo con sconcerto che la panchina arcobaleno di Calendasco appena ridipinta, dopo il primo atto vandalico, è stata nuovamente violata e rivandalizzata nella notte presumibilmente dagli stessi seminatori di odio, perchè di questo si tratta, che da vigliacchi, quali sono, si sono ripalesati con l’aiuto delle ore notturne. Seminatori di odio che questa volta hanno anche voluto prendere di mira direttamente con frasi ingiuriose il Sindaco di Calendasco Filippo Zangrandi al quale come Alternativa per Piacenza confermiamo la nostra totale solidarietà e vicinanza. Bene il Sindaco ha fatto nello sporgere denuncia alle forze dell’ordine contro ignoti per istigazione all’odio già in occasione del primo atto vandalico, e che, a maggior ragione, ora vedrà le forze dell’ordine impegnate nell’individuazione dei responsabili. Atto vandalico che, ricordiamo, ha ottenuto una risposta corale dei cittadini di Calendasco durante l’evento di ritintteggiatura della panchina la scorsa settimana. Cittadini che a maggior ragione saranno a fianco del proprio Sindaco di fronte a questo ennesimo atto offensivo e violento. Ben sappiamo che nei prossimi giorni i “leoni da tastiera” e i seminatori di odio seriale si scateneranno sui social per ricordarci che ben altri sono i problemi e che in fondo nulla di grave è successo. Sappiano lor signori che Alternativa per Piacenza, così come in occasione del riuscito Pride 2025, sarà sempre a fianco di coloro che si battono nella rivendicazione dei propri giusti diritti di cittadini, così come previsto dalla Costituzione e contro tutti coloro che dalla nostra Carta Costituzionale evidentemente si chiamano fuori. Seminatori di odio che non hanno neanche rispetto del Presidente della Repubblica che su quella panchina a Calendasco trova incisa una sua frase di inclusione e rispetto della dignità degli esseri umani. Alternativa per Piacenza invita tutte le Amministrazioni Comunali della Provincia, a cominciare dal capoluogo, a manifestare la propria solidarietà al Sindaco Zangrandi dando rapidamente corso all’installazione di panchine arcobaleno in tutti i nostri Comuni. La risposta più giusta a chi con il loro atto vigliacco vuole colpire un simbolo di inclusione, rispetto, ascolto e lotta contro ogni discriminazione e contro il quale l’intera comunità si deve schierare in maniera ferma e decisa”.
Studenti del Gioia a Roncarolo per un’esperienza di vela sul Po con la Lega Navale Italiana
Si è svolta nei giorni scorsi presso Roncarolo, promossa dalla Delegazione Piacenza e Parma della Lega Navale Italiana con il patrocinio del Comune di Piacenza, un’esperienza unica di vela sul fiume Po che ha coinvolto la classe di studenti 4AS del liceo Gioia. Le ragazze e i ragazzi, dopo aver partecipato ad alcuni laboratori, hanno avuto l’opportunità di uscire in barca a vela sul Grande Fiume, scoprendo la bellezza della navigazione e imparando a lavorare in squadra. L’iniziativa è stata vissuta dai giovani con grande entusiasmo e partecipazione, rivelandosi un vero successo. “Ancora una volta la Lega Navale Italiana – sottolinea il presidente della Delegazione Piacenza e Parma, Leonardo Vecchi – ha dato una felice dimostrazione della sua capacità di promuovere attività educative e formative per i giovani, offrendo loro l’opportunità di scoprire nuove passioni e interessi. Un ringraziamento speciale va ad Aipo – Agenzia Interregionale per il Po, al circolo Anspi “La tana” di Roncarolo per il supporto logistico e la collaborazione, al professor Franco Marzaroli del Liceo Gioia per la disponibilità e l’entusiasmo condiviso con i giovani partecipanti e ad Alessandra Bonomini di Ceas Infoambiente e al Comune di Piacenza per il sostegno e la collaborazione”.
“L’iniziativa si è svolta a Roncarolo – afferma l’assessore alle Politiche ambientali, Serena Groppelli – raggiunto dai ragazzi in bicicletta, con la guida del nostro Ceas Infoambiente, nell’ambito del laboratorio di lettura dei paesaggi fluviali “Pa(e)(s)saggio di testimone”, riconosciuto fra le azioni didattiche della riserva Mab Unesco “Po Grande”. L’esperienza ha offerto agli studenti del Liceo Gioia un’opportunità davvero preziosa di avvicinarsi alla pratica della vela, promuovendo una cultura del rispetto e della valorizzazione dell’ambiente fluviale. Ringrazio quindi la Lega Navale Italiana per l’impegno nel coinvolgere i giovani in attività che coniugano sport, educazione e sostenibilità. Come Amministrazione comunale, continueremo a sostenere progetti che mirano a riscoprire e valorizzare il nostro patrimonio naturale, con particolare attenzione al coinvolgimento delle nuove generazioni. Solo attraverso la conoscenza e l’esperienza diretta possiamo costruire una cittadinanza consapevole e responsabile nei confronti dell’ambiente che ci circonda”.
Aggiunge Vecchi: “Nel prossimo periodo estivo, la Lega Navale Italiana – Delegazione Piacenza e Parma organizzerà crociere a vela della durata di una settimana in ambito marino, rivolte a ragazze e ragazzi. Un’esperienza educativa unica, che combinerà la navigazione a vela con l’apprendimento e la crescita personale. Queste crociere – conclude -, caratterizzate da un approccio “device-free” (senza dispositivi), consentiranno ai partecipanti di staccare dalle tecnologie digitali e di concentrarsi sull’esperienza diretta della natura e della vela. Sarà un’opportunità per sviluppare nuove abilità, per imparare a lavorare in squadra e per scoprire la bellezza del mare e della navigazione”.
Per maggiori informazioni su date e dettagli delle crociere, nonché sulle attività di vela e di educazione per i giovani promosse dalla Lega Navale Italiana è possibile consultare le pagine del sito web www.leganavale.it/piacenza-parma o scrivere a piacenza@leganavale.it.
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Giovane ruba il cellulare ad una 86enne con l’inganno. I carabinieri soccorrono l’anziana e la riaccompagnano a casa
Un furto con destrezza si è consumato nel primo pomeriggio del 23 maggio nel centro storico di Piacenza, in Piazza Duomo. Vittima una donna di 86 anni, residente nelle vicinanze, raggirata da un giovane che le ha sottratto il telefono cellulare con una scusa. Provvidenziale l’intervento dei carabinieri del Radiomobile, che oltre a raccogliere la denuncia si sono presi cura della donna con grande sensibilità.
L’episodio è avvenuto intorno alle 14:00, nei pressi di un locale pubblico. L’anziana, apparsa confusa e profondamente scossa, è stata notata da alcuni passanti, che hanno subito contattato il 112. In pochi minuti è giunta sul posto una pattuglia dei carabinieri.
La donna ha raccontato ai militari di essere stata avvicinata da un giovane dai modi gentili, che le aveva chiesto di poter usare il suo telefono cellulare. Dopo averlo ottenuto, si è allontanato rapidamente, facendo perdere le proprie tracce e lasciandola senza possibilità di chiedere aiuto.
I carabinieri si sono subito adoperati per tranquillizzare l’anziana, in evidente stato di confusione, riuscendo a contattare telefonicamente la figlia. Quest’ultima, però, era fuori città e impossibilitata a intervenire. Vista la situazione di fragilità, i militari hanno scelto di accompagnare personalmente la donna a casa, aiutandola anche con la spesa che portava con sé, nonostante le difficoltà motorie.
Un gesto semplice ma significativo, che ha permesso alla signora di rientrare in sicurezza e con un senso di protezione. Intanto, sono partite le indagini per rintracciare l’autore del furto: i carabinieri stanno esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e raccogliendo possibili testimonianze.
Tentato furto al centro Amazon di Castel San Giovanni: denunciata un’operaia
Nel pomeriggio di ieri, 23 maggio 2025, i carabinieri della Stazione di Borgonovo Val Tidone (PC) sono intervenuti presso il centro logistico Amazon di Castel San Giovanni, in via Dogana Po, in seguito alla segnalazione di un tentato furto da parte del personale di sicurezza.
Protagonista dell’episodio una donna di 30 anni, residente nella provincia di Lodi e impiegata come operaia all’interno della struttura. Secondo quanto emerso, la donna sarebbe stata sorpresa mentre tentava di sottrarre alcuni articoli – tra cui cinque paia di occhiali da sole di marche diverse, un orologio e una canottiera firmata – per un valore complessivo di alcune centinaia di euro, tutti nascosti sotto i vestiti. Avvertiti dalla vigilanza, i carabinieri sono giunti rapidamente sul posto e hanno denunciato la donna in stato di libertà per il reato di tentato furto aggravato. La merce è stata interamente recuperata e riconsegnata ai responsabili del magazzino.
Il primo raduno dei Lusardi: storia, radici e memoria di una delle famiglie più antiche dell’Appennino
Oltre ottanta persone, provenienti da tutta Italia e dall’estero, si sono riunite nei giorni scorsi a Bedonia, in provincia di Parma, per il primo raduno della famiglia Lusardi, una delle più antiche dell’Appennino emiliano-ligure, le cui origini documentate risalgono almeno al XIII secolo.
L’evento, ospitato negli spazi del Seminario Vescovile, è stato promosso dall’ingegner Marco Lusardi, piacentino di nascita e oggi residente a Milano, con l’obiettivo di riscoprire le radici comuni e rinsaldare legami familiari che attraversano i secoli. Ad aprire la giornata è stato Monsignor Lino Ferrari, rettore del Seminario, che ha sottolineato il valore umano e spirituale dell’iniziativa: «Un incontro tra generazioni, unito dal filo della memoria e dell’identità condivisa».
Presente anche il sindaco di Bedonia, Gianpaolo Serpagli, che ha portato il saluto della comunità locale, esprimendo l’orgoglio del territorio per aver accolto un appuntamento così significativo.
Momento centrale della mattinata è stata la conferenza del professor Corrado Truffelli, autore del volume Storia dei Lusardi e dei Granelli, delle valli del Taro e del Ceno, che ha ricostruito le vicende della famiglia Lusardi: dai legami medievali con Ubertino Landi e la causa ghibellina, alle migrazioni del XIX secolo, fino alla diffusione del cognome a Genova, Roma, in Liguria e nel Piacentino. Il racconto è stato arricchito da immagini d’epoca, documenti storici e testimonianze dirette.
Numerosa e attiva la delegazione piacentina, con partecipanti da Piacenza, Gossolengo, Morfasso e Rustigazzo. Proprio quest’ultimo borgo vanta uno degli insediamenti più antichi della famiglia, con figure storiche come Rusteghino Lusardi, vissuto nel XV secolo, che riuscì a porre fine a una cruenta faida familiare e ottenne nel 1451 il riconoscimento ufficiale della potente casa dei Landi, insieme a privilegi giuridici e fiscali sulle terre di Rustigazzo. Con lui, risultavano allora presenti anche Leone, Leonardino e Lorenzo Lusardi, a testimonianza di un nucleo familiare già strutturato in quella parte dell’Appennino piacentino.
Tra i primi Lusardi trasferitisi stabilmente a Piacenza, in via Santo Stefano, si ricordano Giulio, Antonio, Galeazzo, Francesco, Manfredo, Aluiggi, Zanetto e Giovanni. La famiglia piacentina possedeva anche una casa a Castell’Arquato e terreni di valore a Saliceto, San Lorenzo e San Cassano, questi ultimi entrambi nel territorio del comune di Castell’Arquato, a conferma di un solido radicamento nella vita economica e sociale del territorio. Di particolare fascino la figura di Marco Lusardi, gentiluomo piacentino che nel 1588 intraprese un viaggio a Gerusalemme, lasciando un prezioso manoscritto ricco di osservazioni su rotte commerciali, situazioni politiche e rapporti culturali nel Mediterraneo: una testimonianza precoce di apertura internazionale, di vivace curiosità intellettuale e di uno spirito diplomatico sorprendentemente moderno per l’epoca.
Nel pomeriggio, alcuni tra i partecipanti hanno visitato Montarsiccio, uno dei borghi originari del casato, dove tra racconti, fotografie e ricordi familiari, è emersa la volontà comune di continuare il cammino di riscoperta della memoria storica.
L’auspicio condiviso è che questo primo incontro diventi il punto di partenza per un percorso duraturo di ricerca genealogica e valorizzazione culturale, anche in dialogo con i tanti Lusardi emigrati nel mondo.
Farmacie Comunali, via al piano di sviluppo: nuovo punto vendita, assunzioni e locali rinnovati
Un nuovo presidio, assunzioni e interventi di ristrutturazione per ampliare e modernizzare l’offerta ai cittadini. Sono questi i capisaldi del piano di sviluppo approvato ieri durante l’assemblea dei soci di Farmacie Comunali Piacentine, svoltasi a Palazzo Mercanti con la partecipazione dell’assessore alle Società partecipate Gianluca Ceccarelli.
Tra le principali novità, lo sdoppiamento della storica sede di Roncaglia. I locali esistenti continueranno a garantire gli attuali servizi con lo stesso personale e orari, mentre un nuovo punto vendita sorgerà in via dell’Artigianato, per potenziare la copertura in tutta l’area est della città: dai quartieri come Capitolo, Gerbido e Mortizza fino alla zona industriale e artigianale della Caorsana. L’apertura è prevista entro fine anno.
Confermato il Consiglio d’Amministrazione: Giovanni Piazza alla presidenza, affiancato da Wally Salvagnini per la parte pubblica (Comune di Piacenza, socio di maggioranza con il 51%) e da Paola Cavalieri, rappresentante della parte privata (Fda srl, con il 48%) e confermata nel ruolo di amministratore delegato.
Il piano di investimenti condiviso guarda al futuro, con l’obiettivo di offrire servizi sempre più evoluti e accessibili. In corso anche i lavori nella sede di corso Europa, dove verranno attivati nuovi servizi sanitari come holter pressorio, holter cardiaco e autoanalisi: interventi che dovrebbero concludersi entro luglio.
Rientra nel progetto anche il potenziamento dell’organico: sono infatti in valutazione diversi curriculum per rafforzare il personale esistente e per garantire operatività nel nuovo punto vendita.
Infine, si studia la possibilità di automatizzare il magazzino della farmacia comunale di via Manfredi, seguendo il modello già sperimentato con successo nella sede di corso Europa.
L’assemblea ha approvato il bilancio 2024, che si è chiuso con un utile di 388.612 euro. Una cifra che, sommata ai fondi della riserva volontaria, ha permesso di erogare dividendi consistenti ai soci, tra cui 204mila euro al Comune di Piacenza.