Forza, potenza e bellezza: Manni e Ossoli conquistano il pubblico con i Canti di Leopardi

“Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna?” È iniziato con il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia e si è concluso con L’Infinito (“Naufragar m’è dolce in questo mare”) il recital dedicato al grande poeta Giacomo Leopardi messo in scena dalla Compagnia Manni-Ossoli al PalabancaEventi di via Mazzini (Sala Corrado Sforza Fogliani) per iniziativa della Banca di Piacenza (presenti il vicepresidente Domenico Capra, il vicedirettore generale Pietro Boselli e il responsabile della Sede centrale Paolo Marzaroli); e che ha visto protagonisti Mino Manni (regista e voce recitante), Marta Ossoli (voce recitante e canto), Angela Lazzaroni (pianoforte) e Camilla Squassina (violino).
Nel mezzo delle citate liriche iniziale e finale, altri sei canti del poeta di Recanati (Alla luna, La quiete dopo la tempesta, La sera del dì di festa, Il passero solitario, A Silvia, Il sabato del villaggio) per un totale di otto tra i più significativi, 8 come il simbolo dell’infinito, a richiamare il titolo dello spettacolo, “Infinito Leopardi”. Un’esibizione salutata alla fine da convinti applausi da parte del numeroso pubblico che ha apprezzato la grande abilità di attori e musicisti di creare un’atmosfera capace di toccare anime e cuori, «come solo Leopardi sa fare con la forza, la potenza e la bellezza ancora struggente e attuale dei suoi versi immortali», ha sottolineato Mino Manni ringraziando il pubblico «per l’ascolto così silenzioso, segno di attenzione e rispetto» e la Banca di Piacenza per l’opportunità offerta di essere ancora una volta al PalabancaEventi a proporre cultura.
La bellezza dei canti leopardiani è stata espressa anche attraverso la voce e il canto di Marta Ossoli che ha proposto alcune delle arie più famose dell’epoca (alcune liriche ispirate a Verdi, ma anche ad opere del poeta stesso). Lo spettacolo è stato accompagnato da musiche romantiche ottocentesche (per pianoforte e violino) coeve al periodo di Leopardi e tratte da famose composizioni: Chiaro di luna di Vivaldi, Il temporale e l’Inno alla gioia di Beethoven, Notturno di Chopin.
Per ringraziare il pubblico, gli attori e i musicisti hanno offerto un piccolo bis.




Via di gusto: una giornata tra sapori, musica e botteghe in via Calzolai

Domenica 25 maggio, dalle 10 alle 20, via Calzolai si trasformerà in un vivace percorso tra gusto, creatività e tradizione con “Via di gusto”, iniziativa promossa da Vita in Centro a Piacenza in collaborazione con il Comune di Piacenza, Coldiretti e Campagna Amica.
Un’occasione per riscoprire una delle vie più antiche e autentiche del centro storico, tra botteghe storiche, profumi contadini e note jazz. Una giornata pensata per far vivere a cittadini e visitatori un’esperienza a misura di centro, tra sapori locali, shopping di qualità e divertimento per grandi e piccoli.

Il programma della giornata:

Tra le botteghe: negozi aperti e accoglienti per un itinerario tra arte, moda, artigianato e vintage.

Gusto agricolo: con gli stand dei produttori di Coldiretti e Campagna Amica, sarà possibile assaporare piatti della tradizione e acquistare prodotti freschi e stagionali.

Musica dal vivo: due concerti jazz animeranno l’atmosfera: alle 11.00 il duo Renato Podestà – Jacopo Delfini, alle 18.00 Gianni Satta e Fabrizio Trullu.

Missione gusto – la caccia al tesoro: un gioco a tappe pensato per tutte le età, tra enigmi, adesivi e premi finali.

Missione gusto: scopri, gioca, vinci
Organizzata da Coldiretti Piacenza e Mercato Agricolo, la caccia al tesoro “Missione gusto” coinvolgerà i partecipanti in un’avventura interattiva tra le botteghe della via. Ritirando la mappa all’infopoint Coldiretti, si avranno 40 minuti per risolvere gli indizi, visitare i negozi e collezionare gli adesivi. Completando il percorso, si accederà all’estrazione di un premio. Nessuna iscrizione richiesta, solo voglia di divertirsi.
“Via di gusto” è un invito a vivere il centro in modo nuovo: camminando, assaporando e riscoprendo il legame tra la città, i suoi sapori e le sue storie.




Piacenza: rider che non pedalano, leggi che non valgono

A Piacenza via XX Settembre è, da parecchio tempo, il simbolo delle regole non rispettate. Dovrebbe essere una via pedonale, dove il transito di bici ed affini è vietato (e sanzionabile) ed invece, a qualunque ora, le due ruote si contano a decine. Filiberto Putzu, assessore della giunta Barbieri, ad inizio mandato, con solerzia, era sceso letteralmente in strada e nei panni di un “ghisa in salsa piacentina” aveva cercato di porre un freno al fenomeno. Tentativi che, nonostante la sua ammirevole solerzia, non sortirono alcun effetto. Sono passati gli anni e la situazione è addirittura peggiorata perché oggi la centralissima via pedonale ha aggiunto alle tradizionali due ruote anche bici elettriche e monopattini che sfrecciano impunemente. Il sindaco Katia Tarasconi ad inizio maggio, in consiglio comunale, rispondendo ad un’interrogazione di Gloria Zanardi, ha riconosciuto il problema, dichiarando l’intenzione di intensificare i controlli, soprattutto nei giorni di mercato, per garantire la sicurezza dei cittadini. Un’azione più che doverosa e la cui necessità è testimoniata dai dati forniti dallo stesso primo cittadino: nel 2024 sono state elevate 33 sanzioni ai velocipedi, 87 nel 2025, ma incredibilmente nessuna in via Venti, sintomo del fatto che la strada non è sufficientemente presidiata.

Oggi il consigliere comunale della Lega Luca Zandonella ha depositato una mozione che chiede di intervenire sulla sicurezza stradale nelle Aree pedonali urbane della città: “L’obiettivo è chiaro: bisogna intervenire sull’uso incontrollato di biciclette a pedalata assistita e monopattini elettrici nelle aree pedonali urbane – dichiara Zandonella -, perchè ormai è sotto l’occhio di tutti che, se utilizzate in modo non corretto, diventano un pericolo, in particolar modo per i pedoni. Chiedo quindi di emanare un’ordinanza per vietare la circolazione di questi mezzi nelle aree pedonali, con obbligo di condurli a mano. Ho ricevuto – continua il consigliere del Carroccio – numerose segnalazioni da parte di cittadini, residenti e commercianti, che evidenziano situazioni di pericolo e disagio causate dal transito di tali veicoli, spesso a velocità elevate e senza il rispetto delle regole. Insieme a questa ordinanza bisognerebbe contestualmente installare adeguata segnaletica con l’intensificazione dei controlli da parte della Polizia Locale”.

Bici elettriche e a pedalata assistita non sono la stessa cosa

Sia Zandonella sia il sindaco di Tarasconi cadono però in un errore abbastanza comune, quello di confondere le bici a pedalata assistita con mezzi a due ruote dotati di motore elettrico che non hanno bisogno di pedalare per muoversi. Esattamente quelli utilizzati da tanti fattorini incaricati della consegna di cibo a domicilio.

Quando, secondo la legge, una bicicletta puramente elettrica è illegale

La legge italiana definisce le biciclette a pedalata assistita (EPAC) come veicoli con motore elettrico di potenza massima di 250 watt, che si attiva solo durante la pedalata e si disattiva oltre i 25 km/h. Mezzi che si muovono senza la necessità di pedalare, o che superano questi limiti, che sono dotati di acelleratore, dovrebbero essere considerati ciclomotori con tanto di omologazione, targa, assicurazione e casco. Proprio basandosi su questo assunto, ad esempio, una quindicina di giorni fa, a Napoli la polizia locale ha sequestrato in centro 11 e-bike trasformate in motorini elettrici illegali e sequestri similari si ripetono un po’ in tutta Italia (non a Piacenza però) con sanzioni che possono arrivare anche a 6 mila euro.

Una consistente parte dei veicoli a due ruote utilizzati dai rider e che si vedono sfrecciare per le vie del centro di Piacenza probabilmente non rispetta questi criteri, quindi circola illegalmente. A memoria di cronista nella nostra città c’è stata una sola operazione condotta dai carabinieri nel marzo del 2023 per verificare lo sfruttamento dei rider con focus più sulle regolarità contributive e contrattuali che non sulle omologazioni dei mezzi utilizzati dai ciclo-fattorini. Eppure basta piazzarsi proprio in via XX fra le 19,30 e le 21,30 per assistere al passaggio ripetuto di rider che si muovono a forte velocità, senza pedalare, su biciclette elettriche che non dovrebbero circolare su nessuna strada (tantomeno in una via pedonale).

Ristabilire la legalità non richiede miracoli ma presidi costanti e pattugliamenti appiedati, anche in orari serali, festivi inclusi (non solo nei giorni di mercato). Perché la sicurezza e le leggi devono valere ovunque. Anche in via XX Settembre a Piacenza.




Immigrazione a Piacenza: 42.840 stranieri sul territorio: allarme abitativo

Con 42.840 cittadini stranieri residenti, pari al 14,9% della popolazione totale, Piacenza si conferma tra le province italiane con la più alta incidenza di popolazione immigrata. È quanto emerso questa mattina durante la riunione del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, presieduta dal Prefetto Paolo Ponta, che ha aggiornato il Piano Territoriale per la gestione del fenomeno migratorio alla luce degli ultimi dati e delle nuove esigenze del territorio.

I numeri forniti dall’Istat e presentati al tavolo fotografano una realtà in continua trasformazione: Piacenza supera di gran lunga la media nazionale (9,2%) e anche quella regionale (12,8%) per incidenza di stranieri residenti. Di questi, quasi l’80% è composto da cittadini non comunitari, una percentuale superiore rispetto sia alla media regionale (78,0%) che a quella nazionale (73,5%).

Le comunità più presenti e i minori in crescita
Le comunità straniere più numerose sono quella rumena (7.063 residenti), albanese (5.065) e marocchina (3.952). In aumento anche la presenza di minori stranieri – oggi pari al 21,8% del totale – un indicatore che, oltre a segnalare una crescente stabilizzazione, evidenzia la necessità di rafforzare servizi scolastici, sanitari e sociali dedicati.

Anche la percentuale di titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo – il 60,4% sul totale – conferma la tendenza verso una maggiore radicazione sul territorio.

Emergenza abitativa: il nodo irrisolto
Tra le criticità più gravi emerse dal confronto con gli enti e le organizzazioni presenti (tra cui Comune di Piacenza, Questura, Cisl, Croce Rossa, Anpas, Confagricoltura, Confindustria, Acer, Coldiretti) c’è l’emergenza abitativa, considerata prioritaria.

Il problema colpisce in particolare i lavoratori precari e coloro che, usciti dai percorsi di accoglienza straordinaria, faticano a trovare soluzioni abitative stabili. Le difficoltà si concentrano nel capoluogo e nel comune di Castel San Giovanni, dove si segnalano forti pressioni sul mercato immobiliare e un’offerta inadeguata alle esigenze delle famiglie di immigrati.

Segnali positivi: più imprenditoria e servizi più efficienti
A fronte delle criticità, non mancano segnali di dinamismo. Il numero di imprese guidate da cittadini stranieri ha superato le 4.000 unità nel primo trimestre del 2025, con una crescita del 4,7%, rappresentando il 15,8% del totale delle attività sul territorio, soprattutto nei settori dell’edilizia e del commercio.

Un miglioramento è stato inoltre riscontrato nella gestione burocratica, grazie all’implementazione del sistema “Prenota Facile” presso la Questura, che ha ridotto le attese per il rinnovo dei permessi di soggiorno, ora in linea con le tempistiche nazionali.

Un piano per pianificare il futuro
Il nuovo Piano Territoriale – realizzato con il supporto dell’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali – si articola in due sezioni principali: una fotografia del contesto migratorio e una mappatura dei fabbisogni e delle soluzioni da attivare. L’obiettivo è orientare le politiche locali nel quadro della programmazione europea in materia di accoglienza e integrazione.

“La partecipazione attiva di istituzioni, associazioni e categorie economiche – ha dichiarato il Prefetto Ponta – è fondamentale per gestire in modo efficace e inclusivo un fenomeno strutturale come quello migratorio. Oggi più che mai serve un approccio integrato, capace di tenere insieme sicurezza, coesione sociale e sviluppo economico.”




Il Comune di Piacenza perde l’asta per l’area di via Nino Bixio

Il comune di Piacenza ha perso l’asta per l’acquisizione dell’area di via Nino Bixio. Come è noto la zona prospiciente il Po è da tempo abbandonata e degradata. Vi era stato un incendio nel marzo 2018. Nel maggio 2022 l’allora candidato sindaco Corrado Sforza Foglia guidò i Liberali Piacentini in un sopralluogo per verificare lo stato delle cose. Infine nel gennaio dello scorso anno il Comune diede il via ad una vasta operazione di sgombero dei rifiuti, pur essendo l’area di 2500 metri quadri, di proprietà privata. Una pulizia costata alla casse del Municipio la considerevole cifra di 160 mila euro. Cifra per la quale – affermò  l’assessore alla valorizzazione del lungo Po Serena Groppelli – il comune si sarebbe rivalso nei confronti della proprietà. In seguito l’amministrazione guidata da Katia Tarasconi, anziché imboccare strade prodromiche  all’eventuale esproprio di quei terreni e caseggiati (attraverso cui avrebbe dovuto passare una ciclabile) ha scelto di prendere parte all’incanto che partiva da una base d’asta di 80 mila euro e lo ha perso. Ora bisognerà capire le intenzioni del privato che si è aggiudicato l’area e se sarà possibile un qualche dialogo.

Intanto l’opposizione di centro destra va all’attacco e critica pesantemente le scelte fatte dalla Giunta Tarasconi. Questa la nota firmata dai capigruppo Patrizia Barbieri (Barbieri Sindaco-Trespidi con Liberi), Sara Soresi (Fratelli d’Italia) e Luca Zandonezza (Lega).

“Ancora una volta l’opposizione di centrodestra aveva avvisato. Lo avevamo fatto con chiarezza, spiegando punto per punto perché la procedura scelta dall’amministrazione per l’area Lungo Po fosse rischiosa, poco trasparente e potenzialmente dannosa per le casse comunali. E ancora una volta, siamo stati ignorati.

Avevamo indicato come ricorrere all’asta per l’acquisizione di quell’area fosse una scelta sbagliata: se davvero si voleva tutelare l’interesse pubblico, era necessario muoversi molto prima, attivando le procedure corrette come il vincolo preordinato all’ esproprio. Invece si è deciso di partire tardi e male, con l’unico risultato che oggi l’Amministrazione si ritrova a mani vuote.

E non si tratta solo di una scelta sbagliata. È una beffa per tutta la città: solo un anno fa erano stati stanziati ben 170.000 euro di soldi pubblici per la bonifica di un’area privata,  quella stessa area che oggi è sfuggita al Comune. Non solo il danno economico, ma anche quello amministrativo e politico.

Ora che l’asta è  persa, il Comune dovrà  trattare con un soggetto privato, e probabilmente sostenere costi ancora maggiori per l’acquisizione o l’eventuale esproprio, visto che il bene non è più parte di una procedura, ma proprietà privata. Un paradosso evitabile, se solo si fosse ascoltato il nostro appello.

Non facciamo opposizione per partito preso. Siamo sempre intervenuti, anche con fermezza, per difendere l’interesse della città. Ma ogni volta che tentiamo di svolgere il nostro ruolo in modo responsabile, ci viene sbattuta la porta in faccia, e poi, puntualmente, si verifica  ciò che avevamo previsto.

È accaduto con questa pratica, come con il c.d. “appaltone” – dove i ricorsi sono ormai numerosi – e temiamo accadrà anche con Piazza Cittadella, dove il rischio, denunciato da tempo, è che resti un buco nel cuore di Piacenza. E quel buco, oggi, è realtà: il cantiere è fermo da mesi.

Questa Amministrazione si ostina a non ascoltare, procede per conto suo, e sbaglia. Ma chi paga le conseguenze, purtroppo, sono sempre i cittadini.”




Stop ai bivacchi sui gradini del Duomo e di S.Francesco

Preservare le scalinate del Duomo e della basilica di San Francesco dall’incuria e dall’inciviltà di chi non ha rispetto per questi luoghi. Il sindaco Katia Tarasconi ha emesso in queste ore un’ordinanza specifica con la quale intende porre un freno ai numerosi episodi che coinvolgono le pertinenze di due luoghi sacri tra i più importanti della città. Resti di cibo, lattine vuote, mozziconi di sigarette, cartacce: le scalinate delle due chiese del centro sono troppo spesso utilizzate per consumare cibi e bevande.
«Sedersi per riposare o fare merenda – dice la sindaca – non rappresenterebbe di per sé un problema se non fosse per la maleducazione di chi poi se ne va lasciando sul posto i propri rifiuti senza nemmeno prendersi il disturbo di utilizzare i cestini della spazzatura, che peraltro sono numerosi e ben visibili nei pressi delle due chiese in questione».
Episodi che purtroppo risultano essere sempre più frequenti soprattutto in questa stagione, come segnalato anche dalla Diocesi che è proprietaria delle chiese e che, peraltro, con particolare riferimento alla Cattedrale, ha di recente effettuato una importante opera di restauro della scalinata e del sagrato. La necessità, dunque, è prima di tutto preservare l’integrità di luoghi, antichi e storici oltre che sacri. Non solo: «Si tratta anche di decoro» precisa il sindaco. «Non è accettabile trovare ogni giorno cumuli di rifiuti e sporcizia sulle scalinate del nostro Duomo e della basilica di San Francesco. Un conto è il cono gelato che cade per sbaglio a un bimbo; altro conto sono bottiglie di birra, lattine, cartacce e mozziconi di sigaretta deliberatamente lasciati in bella vista sui gradini».
L’obiettivo dell’ordinanza, dunque, è proprio evitare questi comportamenti e le loro evidenti conseguenze.
«L’intento non è certo far cassa – afferma con chiarezza Tarasconi – ma semmai contrastare la maleducazione dannosa di chi se ne infischia dei nostri monumenti e del decoro della città, che è patrimonio di tutti i piacentini e di chi sceglie di visitarla»




Panchina arcobaleno di Calendasco imbrattata. Il sindaco: “Chi ha paura dei colori?”

È stato lo stesso sindaco di Calendasco,Filippo Zangrandi, attraverso un post su Facebook a dare notizia di un atto di vandalismo che ha interessato la panchina Arcobaleno del parco giochi.
“Dopo la posa della panchina arcobaleno – ha scritto – un signore mi ha scritto:
“W l’arcobaleno, dove ognuno trova il suo colore preferito senza separarsi dagli altri!”
Una frase molto bella, che mi ha colpito perché esprime a fondo il valore della comunità: tutti diversi, ma insieme
A qualcuno però non piace. Qualcuno che non ha nemmeno il coraggio delle proprie idee, al punto da incappucciarsi per entrare di notte nel parco giochi, cancellare i colori della panchina e riportare scritte ingiuriose sulla pavimentazione (che qui non intendo pubblicare)
Un atto vile, che dimostra quanto ci sia bisogno nel nostro Paese di una norma contro l’odio.
Un atto che sarà denunciato alle forze dell’ordine, a cui consegneremo le riprese delle telecamere. Comunque, come sempre, ci siamo rimboccati le maniche. L’assessore Simone Bergonzi di prima mattina ha cancellato le scritte. Un ringraziamento anche ad Alessandro Merli che subito si è reso disponibile, allo stesso fine. Poi domani, mercoledì 21 maggio, appuntamento al parco giochi alle ore 18,30 per:colorarla.
Tutti insieme, simbolicamente, restituiremo alla panchina i suoi colori.
Sarà un modo per ribadire i valori di inclusione alla base della decisione di posizionarla, ma anche l’importanza che le Istituzioni si mobilitino per promuovere la crescita culturale delle comunità, sia nelle città che nei luoghi più periferici.
Il cambiamento passa davvero da ciascuno di noi, nessuno escluso.
Svariate le reazioni che si registrano davanti all’episodio.
Comune di Piacenza “sostegno ancora più convinto al Pride contro ogni forma di discriminazione, omo e transfobia”
“Non è accaduto in città, ma non si può né si deve restare indifferenti alla “cancellazione” della panchina arcobaleno di Calendasco. Un gesto vile nell’anonimato del vandalismo, gravissimo perché emblematico di un atteggiamento aggressivo e intollerante, nel quale la nostra comunità non può riconoscersi ma è chiamata a prenderne nettamente le distanze”. Sono le parole dell’assessore alle Pari Opportunità Serena Groppelli, che aggiunge: “Di fronte a episodi come questo, il Comune di Piacenza non può che ribadire ancor più convintamente il proprio sostegno al Pride che sabato 24 maggio animerà il centro storico, come occasione per riaffermare il contrasto a qualsiasi forma, inaccettabile, di discriminazione, omo o transfobia”.
“I colori dell’arcobaleno – conclude Groppelli – esprimono l’armonia che nasce dall’incontro tra sfumature diverse: non c’è vernice che possa coprire o annullare questo concetto. Anche a nome del sindaco Tarasconi e dei colleghi di Giunta, esprimo la mia solidarietà ad Arcigay Piacenza Lambda e a tutte le associazioni che si impegnano, ogni giorno, perché nessuno debba sentirsi oggetto di esclusione sociale, marginalità o pregiudizio a causa della sua identità”.
La condanna di Alternativa per Piacenza
Alternativa per Piacenza condanna con forza il gesto vandalico e omotransfobico che a pochi giorni dalla sua inaugurazione ha avuto come obiettivo la “panchina arcobaleno” situata a Calendasco e offre la propria vicinanza e solidarietà al Sindaco Zangrandi, ai cittadini di Calendasco e alla Associazione Arcigay Piacenza Lambda.
Disgusta che un semplice simbolo della libertà di amare e di essere pienamente sé stessi e di riconoscimento della piena dignità di tutte le persone, possa essere stata oggetto di un atto vigliacco e di violenza quale la cancellazione dei colori dell’arcobaleno e la scritta vergognosa apparsa al suo posto.
Un atto di violenza proprio perché rivolto, a pochi giorni dall’inaugurazione della stessa e al Pride di sabato, contro tutti coloro che si battono e credono che una società civile si misuri anche dalla capacità di garantire piena dignità e diritti a tutti, indipendentemente dal proprio orientamento di genere.
Si è voluto scientemente colpire un messaggio di inclusione, rispetto, ascolto e lotta contro ogni discriminazione.
Alternativa per Piacenza a questa deriva omotranfobica della società non intende sottomettersi ed anche per questo aderisce ancor più convintamente al Pride di sabato 24 maggio ed invita tutta la cittadinanza a fare altrettanto per rimarcare sempre più il proprio rifiuto di qualsiasi forma di discriminazione.

Panchina arcobaleno “cancellata” a Calendasco. Cgil: “Un gesto vile e intollerabile. Serve una risposta collettiva”. Arcigay: “Il Piacenza Pride sia ancora più grande”
“Se qualcuno anche a Piacenza pensa che intimidire con il favore del buio e cancellare la diversità sia un’opzione percorribile sul nostro territorio, sappia che troverà anche lavoratrici e lavoratori ai loro posti per difendere l’autodeterminazione delle persone. Siamo di fronte a un gesto vile a cui occorre rispondere in modo collettivo. Ci auguriamo che il Piacenza Pride sia ancora più grande”.
La Cgil di Piacenza condanna con fermezza la “cancellazione” della panchina arcobaleno da parte di ignoti. Un simbolo di inclusione, rispetto e diritti civili collocato nei giardini di via Anguissola a Calendasco solo pochi giorni fa da Arcigay in collaborazione con l’amministrazione comunale. “Un gesto grave, che non può essere derubricato a una bravata: così si cancella un messaggio di pace, convivenza e uguaglianza. In un tempo in cui le discriminazioni verso le persone LGBTQIA+ sono tutt’altro che superate – dice Bussacchini – e anzi, in molti contesti alimentate da un clima di odio e regressione culturale – è inaccettabile che a qualcuno venga in mente di togliere l’arcobaleno simbolo di accoglienza e rispetto nella diversità”.
Davide Bastoni, presidente Arcigay Piacenza Lambda, ricorda che “la panchina è stata messa solo pochi giorni fa con iscritta una frase, anch’essa cancellata, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella contro l’omobitransfobia”. Anche Vladimir Luxuria, madrina del Pride in programma il 24 maggio, commenta: “Non resteremo in panchina spettatori dell’omofobia, è necessaria una mobilitazione”. Da Arcigay arriva l’appello a tutti i partiti piacentini di prendere le distanze da questi gravi attacchi.
La CGIL di Piacenza è, e continuerà ad essere, al fianco di chi ogni giorno lotta per il diritto ad essere sé stesso, contro ogni forma di discriminazione. E sulla linea delle altre associazioni promotrici rilancia: “Il Piacenza Pride del 24 maggio dovrà essere ancora più partecipato, visibile, rumoroso. Dopo questo atto vile, la risposta deve essere collettiva, pubblica e determinata. Invitiamo tutte e tutti a scendere in piazza per affermare, insieme, che nessuno può cancellare i colori dell’inclusione e della dignità. E anche con la partecipazione si combattono queste forme oscurantiste, per questo pensiamo che votare ai referendum dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza sia importante anche per valorizzare le diversità”




Una novantenne mette in fuga, a ciabattate, ladra

Nel corso di un pattugliamento a piedi nella zona di via Roma, nell’ambito delle consuete attività di presidio, gli agenti della Polizia Locale in servizio nei giorni scorsi sono stati attirati dalle urla inequivocabili di una donna anziana, provenienti da un appartamento: “Al ladro! Al ladro!”. Prontamente raggiunta l’abitazione, hanno scoperto che la cittadina, 90enne, aveva appena messo in fuga, a suon di grida e ciabattate, un’intrusa cui si era trovata di fronte in casa propria.
Nonostante il tempestivo intervento, non è stato possibile individuare la malintenzionata, ormai dileguatasi senza però riuscire, fortunatamente, a portare via nulla. La Polizia Locale ha avviato comunque subito gli accertamenti del caso, non prima di aver rassicurato e tranquillizzato la signora che li ha salutati definendoli “ufficiali gentiluomini”.

Nasce invece dalla segnalazione di un residente a Borghetto, l’intervento che sempre nei giorni scorsi ha portato una pattuglia della Polizia Locale nella frazione, per le verifiche su un’auto che il cittadino considerava sospetta. Il veicolo era effettivamente stato rubato pochi giorni prima a Villanova, come è emerso dalla denuncia di furto del proprietario che, contattato dal Comando, è potuto tornare in possesso del proprio mezzo, ringraziando sia gli operatori della Polizia Locale che l’autore della segnalazione per l’attenzione.




Il sindaco Tarasconi agli industriali: “Crescere insieme. Con coraggio, visione e un po’ di sogno”

Pubblichiamo l’intervento del sindaco di Piacenza Katia Tarasconi all’assemblea di Confindustria.
“È un onore portare il saluto della città di Piacenza a questa Assemblea, che rappresenta un momento prezioso di confronto. Non solo per guardare ai risultati raggiunti, ma soprattutto per condividere la rotta da seguire.
Perché senza una strategia condivisa, nessun territorio può crescere davvero.
Le sfide che ci troviamo ad affrontare sono cruciali: dalla competitività industriale alla transizione ecologica, dalla semplificazione della burocrazia alla formazione.
Per non parlare del calo demografico. Sono sfide che richiedono una sinergia forte e reale tra istituzioni, imprese e territori.
Lo dico con pragmatismo e chiarezza: se ci sono le imprese, c’è il lavoro.
E dove c’è lavoro, la comunità cresce: diritti e opportunità viaggiano insieme, e aumentano il benessere, la coesione sociale e soprattutto la fiducia nel futuro.
A Piacenza questo lo sappiamo bene. Abbiamo lavorato per creare le condizioni affinché chi vuole investire trovi risposte.
Lo abbiamo fatto puntando sulla pianificazione strategica, sulla semplificazione amministrativa, sulla digitalizzazione, ma soprattutto sul dialogo continuo con il tessuto imprenditoriale.
Abbiamo attivato importanti percorsi di partenariato, a dimostrazione di quanto crediamo che lo sviluppo del territorio non possa che passare dalla collaborazione concreta tra Pubblica amministrazione e imprese.
Piacenza ha una posizione geografica favorevole, ma da sola non basta.
Attrarre investimenti è una responsabilità condivisa, e richiede una regia condivisa tra Enti locali, Regione, Governo e mondo produttivo.
Ecco perché oggi, con rispetto ma con fermezza, dico che serve una strategia nazionale per rendere attrattive le nostre città, in particolare quelle di media dimensione.
Perché sono proprio le città come la nostra che, oggi più che mai, soffrono di una condizione particolare, quasi fossero in una sorta di terra di mezzo: troppo grandi per certe agevolazioni, troppo piccole per certi strumenti di cui solo le città metropolitane possono beneficiare.
Servono infrastrutture efficienti, incentivi stabili, risposte rapide, certezza delle regole”.
Dal nostro osservatorio, che è il più vicino al tessuto produttivo del territorio, vediamo che gli imprenditori chiedono questo alle istituzioni.
E noi amministratori locali possiamo e vogliamo essere alleati.
Non ci tiriamo indietro: se ci vengono dati gli strumenti giusti, possiamo fare molto.

A Piacenza lo dimostrano i progetti attivati con il PNRR, le collaborazioni con il mondo della formazione, il lavoro di squadra che stiamo costruendo giorno dopo giorno.
Perché la competitività di un territorio non è mai il risultato di un singolo attore, ma il frutto di una strategia condivisa.
Attrarre investimenti non è solo una scelta economica: è una scelta politica, culturale, sociale. È decidere di costruire futuro, dignità, occasioni per le nuove generazioni.
È dire che sì, in Emilia-Romagna e in Italia, si può ancora investire, crescere, innovare.
Insieme. Con coraggio, visione e – perché no – anche un po’ di sogno.
Perché, come scriveva Alda Merini, “Il grado di libertà di un uomo si misura dall’intensità dei suoi sogni.”
E noi vogliamo essere liberi di sognare un’Italia che investe, lavora e cresce.
Tutta. Nessuno escluso”




Parenti all’80° Assemblea: “Confindustria Piacenza motore di sviluppo del nostro territorio”

L’ottantesima assemblea di Confindustria, in corso presso il teatro Municipale di Piacenza, è incominciata con una doppia sorpresa. Rispondendo alle domande dei giornalisti, appena prima dell’inizio ufficiale della cerimonia ufficiale, il presidente Nicola Parenti ha annunciato la nascita di una nuova cittadella degli imprenditori. Confindustria si sposterà dalla ormai storica sede del Cheope a via della Bosella dove già si trova Forpin.
Il vero colpo di tetro è però arrivato dal palcoscenico del Municipale su cui è salito Stefano Accorsi che ha letto un brano di Adriano Olivetti sullo sviluppo industriale. È seguito l’inno nazionale e quello europeo cantati dal coro del Nicolini.
https://youtu.be/qRFXExOiQjg?si=7EonZHpHgmHQ8x-U

Dopo i saluti istituzionali di prefetto, sindaco, presidente della provincia la parola è passata al presidente Nicola Parenti.
di cui pubblichiamo il discorso integrale.
“Colleghi, autorità, gentili ospiti, benvenuti.
È un onore per me essere qui oggi a celebrare gli 80 anni di Confindustria Piacenza.
Anzitutto, vorrei aprire con un ringraziamento ai nostri associati.
Siete voi l’anima di Confindustria. Grazie a voi possiamo oggi tagliare un traguardo così importante.
Un ringraziamento va anche a tutti i presidenti e direttori che hanno guidato l’associazione sin dalla nascita e ce l’hanno consegnata così forte nel presente.
Oggi celebriamo la nostra storia partendo da chi siamo e chi vogliamo essere: un motore di sviluppo del nostro territorio.
Questa è la responsabilità che ci contraddistingue. Il nostro ruolo.
Riteniamo che Piacenza abbia ancora grandi potenzialità da sviluppare. È compito e dovere di tutte le istituzioni locali lavorare insieme per valorizzarle.
Guardando al mondo di oggi, l’unica certezza è l’assenza di certezze.
Lo scenario è complesso e cambia ormai di giorno in giorno. È bravo chi riesce ad adattarsi, fissando obiettivi e lavorando per realizzarli nel lungo termine.
Per farlo bisogna avere le idee chiare e operare insieme come sistema.
Lavorare. Pensare. Programmare.
Ancor più in una stagione di pianificazioni territoriali come quella attuale. Penso ai Piani urbanistici generali che tutti i Comuni piacentini in questi mesi stanno elaborando. I PUG avranno un impatto diretto sullo sviluppo delle imprese. Lo stiamo monitorando con attenzione.
Essere imprenditori non è semplicemente un mestiere, è una vocazione. E’ una scelta fatta con amore, visione e fatica. È impegno quotidiano.
Chi è l’imprenditore? Un sognatore con i piedi per terra,
capace di trasformare un’idea in realtà.
Ogni traguardo è il frutto di intuizioni, errori, cadute e ripartenze, che lasciano in dono esperienza e consapevolezza.
È spesso solo nelle decisioni, portando sulle spalle il peso delle responsabilità
– verso il territorio,
– verso le persone che lavorano con passione con lui condividendone quotidianità e obiettivi,
– verso stakeholder e istituzioni.
Un senso di responsabilità che nasce anche dall’amore per la propria terra.
A volte ci si sente soli, è vero. Ma è proprio in quei momenti che prende forza il valore dello stare insieme. È successo ottant’anni fa, e oggi continuiamo a camminare su quel sentiero uniti.
Grazie all’Associazione, ai nostri colleghi ed a chi opera nella nostra organizzazione oggi i nostri imprenditori possono sentirsi meno soli e più forti.
L’imprenditore è per sua natura sempre positivo e ottimista.
Tuttavia, non posso non condividere e sottolinearvi le tante criticità che devono affrontare le imprese per investire in produttività e competitività. Alla produttività pensiamo noi insieme ai nostri collaboratori, migliorando ogni giorno i nostri processi.
Per la competitività serve la collaborazione di Stato, Regione e Comuni.
Il mondo di oggi viaggia alla velocità della luce e vorremmo sempre poter realizzare in tempi rapidi le intuizioni che abbiamo in testa.
Se non sblocchiamo le procedure rischiamo di giungere ad un punto di non ritorno.
Ho un esempio che cito spesso, perché dice molto:
Abbiamo aziende – magari presenti sul territorio da decenni – che vorrebbero ampliarsi, creando posti di lavoro e indotto.
Quando si rivolgono alle istituzioni spesso incontrano amministratori che devono districarsi in una selva di norme e regolamenti che rendono tempi e procedure infinite.
Questi muri portano le aziende a desistere o, peggio, a guardarsi attorno in cerca di aree più accoglienti in cui investire. Anche fuori dal nostro Paese.
Le imprese sono frenate, proprio come le grandi opere.
Nel nostro territorio sembra ormai impossibile realizzare in tempi brevi nuove infrastrutture. Progetti che sarebbero utili a tutta la comunità.
Ad esempio, Per la Val Nure c’è un invaso pensato ormai più di 10 anni fa. Un’opera che d’estate garantirebbe l’acqua ad una valle che spesso fatica a trovarla. Nel resto dell’anno farebbe da scudo contro le alluvioni, proteggendo i paesi più esposti. Avrebbe un valore inestimabile per la comunità, ma trovare nuovi e fantasiosi modi per dire NO è una disciplina che piace molto di questi tempi.
Alle istituzioni chiediamo anche una sana e prudente gestione delle risorse pubbliche. Conosciamo la situazione delle casse regionali in ambito sanitario e l’ingombrante debito pubblico. Vorrei ricordare a tutti che a febbraio abbiamo superato i 3.000 miliardi di euro.
L’Italia è l’unico Paese dell’Unione europea che spende più soldi in interessi sul debito rispetto all’istruzione.
Ma vi sembra possibile? !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Tutti a parlare del futuro e di cosa fare, ma le nuove generazioni finiscono sempre più in secondo piano.
È questa la nostra idea di paese? !!!!!!!!!!!!!!!!
Che Stato potremo mai diventare?
Poi ci sono le aziende. Bisogna tornare ad avere una politica industriale definita. Serve anche una politica energetica che alimenti le industrie senza affossarle con costi insostenibili.
All’estero lo stanno facendo da decenni. Lo Stato capisce le esigenze dell’industria e crea un ambiente favorevole al loro sviluppo.
Da noi le imprese sono state invece lasciate spesso sole.
La burocrazia non è a servizio di chi genera valore.
Sono le aziende ad essere rallentate dal sistema.
Attenzione però.
È solo con aziende in salute che potremo ripagare il debito pubblico e investire sui giovani.
Come vi dicevo in apertura… Abbiamo chiara la nostra storia e chi siamo. Ma, ancor più, sappiamo chi vogliamo essere.
Tagliamo il traguardo degli 80 anni con lo sguardo rivolto ai 100 anni, al secolo di storia di Confindustria Piacenza.
Guardiamo avanti con consapevolezza delle nostre capacità. L’associazione continua a crescere.
Ogni anno accoglie nuove aziende e contribuisce alla continuità e allo sviluppo di quelle che sono già nella sua rete.
Confindustria Piacenza, attraverso le aziende associate, rappresenta qualcosa come 25mila addetti nella nostra provincia. Un numero importante. Ci rende orgogliosi e impone responsabilità. Tra le quali, la responsabilità di continuare a migliorarsi”
.

Parenti ha quindi annunciato pubblicamente il progetto di costruzione della futura, nuova sede di Confindustria.

“Dopo aver parlato del futuro, torniamo al presente. Oggi siamo qui per una riflessione sull’attualità e sulle sfide che le nostre imprese si trovano a dover affrontare quotidianamente.
Il tema della nostra assemblea ruota attorno a un legame indissolubile: quello tra le aziende, patrimonio delle loro comunità, e il territorio, patrimonio insostituibile per le aziende. Due mondi che sono fortemente interdipendenti.
Troppo spesso abbiamo dato per scontato questo concetto, sia nei confronti dell’opinione pubblica, sia tra noi imprenditori, abituati a fare tanto e dire poco.
Impegniamoci a ricordare quanto sia fondamentale per Piacenza restare un territorio industrializzato.
Perché, se non siamo noi i primi a dirlo, nessun altro lo farà al nostro posto.
Quando una azienda chiude, non riapre più. Quando decide di andarsene lascia Piacenza alle sue spalle. Facciamo in modo che non accada.
Solo la presenza di industrie permette di generare valore e aggiungerlo al sistema, distribuendolo e garantendo welfare e servizi alla comunità.
È una realtà che non dobbiamo mai dimenticare perché la ricchezza può essere distribuita solo dopo averla prodotta.
I fatti contano più di mille parole. Per questo oggi, insieme al primo bilancio di sostenibilità redatto dalla nostra associazione, trovate tra i materiali anche un booklet sociale. È una pubblicazione a cui teniamo molto, all’interno della quale vengono riportate le attività di carattere sociale realizzate dalle imprese associate negli ultimi tre anni per il territorio piacentino.
Sfogliando la rivista vi meraviglierete di tutto ciò che le imprese hanno contribuito a realizzare nel mondo dello sport, della cultura, della scuola e del sociale nella nostra provincia. L’iniziativa si inserisce in una delle nostre linee di mandato, nelle quali abbiamo istituito per la prima volta una delega dedicata proprio alla responsabilità sociale dell’impresa.
È anche nel titolo dell’assemblea: il territorio è un patrimonio per le aziende e le aziende sono un patrimonio del territorio.
Un patrimonio di benessere economico e capacità di intervenire in innumerevoli ambiti che rendono migliore la nostra vita quotidiana e vanno oltre al lavoro.
Vi invito a sfogliare la pubblicazione per scoprire tutte le attività messe in campo dagli associati.
Una delle nostre priorità rimane poi quella di poter assistere le imprese nelle sfide strategiche oggi imprescindibili. Grazie al lavoro dei vicepresidenti abbiamo avviato e stiamo progettando alcuni servizi speciali con cui possiamo essere primo interlocutore degli imprenditori per avere un confronto sulle strade da intraprendere.
Le vedrete nei prossimi mesi.
Dall’internazionalizzazione alla finanza agevolata, passando per innovazione e digitale.
Con le radici nel territorio, volgeremo oggi però lo sguardo anche alle sfide del nostro tempo. Chi meglio del premio Nobel per l’Economia in carica per illuminarci su ciò che ci aspetta e fornirci un quadro totale?
Partendo dai suoi spunti, saranno le istituzioni a proseguire il confronto.
Dal governo alla Regione, fino a Piacenza, per focalizzare l’attenzione sulle politiche di sviluppo territoriale che ci riguarderanno da vicino nei prossimi anni.
Dalla voce dei nostri ospiti potremo capire una volta di più quanto Piacenza sia ancora un luogo ideale dove fare manifattura.
Il programma è ricco, quindi non prenderò altro tempo.
Chiudo soltanto con un pensiero che vorrei lasciare a tutti voi:
La forza delle imprese è in grado di unire e dare linfa vitale al territorio.
Ed è con questa forza che dobbiamo affrontare le sfide di oggi e di domani.
Come abbiamo sempre fatto, guardando avanti, con la spinta del nostro passato.
Perché SIAMO CAPACI DI FARE.
Grazie per l’attenzione e buona Assemblea a tutti.