L’inchiesta sull’Ausl di Piacenza “divide” i sindacati

L’inchiesta sull’Ausl di Piacenza non divide solo la politica con la destra che chiede l’immediato commissariamento dell’azienda sanitaria e la sinistra che assume una posizione più attendista e posticipa eventuali decisioni alle (lontane) risultanze processuali. Anche i sindacati assumono posizioni fra loro molto distanti con la CGIL che ricalca più o meno la linea del sindaco Tarasconi e dell’assessore Fabi ed esprime “fiducia nella magistratura” e “stima e fiducia nei confronti del personale sanitario” (più sotto il comunicato).

Di tenore ben diverso il comunicato diffuso dalla Cisl in cui si evidenzia “la necessita di interventi urgenti, profondi e capillari per ripristinare un modello di governance in grado di leggere tempestivamente i segnali e di adottare tutte le misure preventive, organizzative e di controllo del caso”.

INDAGINE SU APPALTI AUSL: “TANTO TUONÒ CHE PIOVVE” – NON DA OGGI LA CISL LANCIA ALLARMI RIPETUTI

La notizia dell’ultima indagine della Procura che coinvolge 20 persone tra vertici AUSL, dipendenti e manager di società private per presunte irregolarità nell’aggiudicazione di gare d’appalto per un valore di 7 milioni di euro, oltre alla gestione di fondi PNRR per 17 milioni, non rappresenta per la CISL di  Parma e Piacenza un fulmine a ciel sereno, né può essere considerata un episodio a se stante, slegato da quelli precedenti, ma è purtroppo l’ennesima conferma che un ambiente di lavoro e una cultura lavorativa disfunzionali, soprattutto se radicati, costituiscono circostanze e fattori che possono aumentare il rischio di abusi di varia natura.

Al di là di quelle che saranno le (eventuali) responsabilità accertate dalla Magistratura e fatta sempre salva la presunzione di innocenza dei soggetti indagati fino a quando non ne venga accertata definitivamente la colpevolezza, come CISL e CISL Funzione Pubblica di Parma e Piacenza, crediamo che si debba avere comunque  il coraggio di affermare che i molti – troppi episodi – avvenuti ed emersi all’interno dell’Azienda USL di Piacenza testimonino il fatto che ci si trovi davanti a un fenomeno complesso e radicato e ad una situazione fuori controllo – come affermano Michele Vaghini ed Elisabetta Oppici della Segreteria Confederale CISL Parma e Piacenza – che necessita di interventi urgenti, profondi e capillari per ripristinare un modello di governance in grado di leggere tempestivamente i segnali e di adottare tutte le misure preventive, organizzative e di controllo del caso: a pagare le conseguenze di questo clima di instabilità e incertezza in continua crescita non devono essere le tantissime lavoratrici e lavoratori che, pur in un contesto non semplice, con profondo senso del dovere, spirito di abnegazione e integrità etica, continuano a garantire la tenuta dei servizi – sottolinea Giovanni Oliva, Segretario Generale della CISL Funzione Pubblica di Parma-Piacenza, né le migliaia di cittadini – soprattutto i più fragili ed anziani – che quotidianamente accedono ad essi per i propri bisogni di cure.

Come CISL Confederale e come categoria della Funzione Pubblica, pur avendo sempre manifestato piena fiducia nella Magistratura e tenuto sempre doverosamente conto del fatto che vige il principio della presunzione di innocenza sancito dalla legge, avevamo già manifestato le nostre preoccupazioni e sollevato criticità nella gestione dell’Azienda Sanitaria piacentina, chiamando a responsabilità tutti gli attori istituzionali, attraverso le nostre recenti prese di posizione, in particolare in ordine a:

Lo scandalo delle molestie sul lavoro che aveva visto come vittime, le lavoratrici dell’Azienda USL di Piacenza, che proprio ieri hanno chiesto a gran voce tramite una raccolta firme, una presa di posizione forte e l’adozione di interventi a tutela della dignità e dell’integrità delle donne che operano all’interno dell’AUSL;
Le criticità organizzative dei Centri di Assistenza Urgenza (CAU) con le conseguenti ripercussioni sull’efficienza della medicina territoriale, come segnalato dalla FNP CISL;

Quest’ultima indagine coordinata dalla Procura della Repubblica e svolta dalle Fiamme Gialle, che ha il merito di aver fatto emergere procedure con profili di criticità relative alla gestione di risorse pubbliche  da parte dell’AUSL di Piacenza anche con riferimento alla realizzazione e ammodernamento di strutture sanitarie territoriali, conferma purtroppo i nostri timori e le nostre denunce: la CISL aveva percepito un clima di opacità che oggi trova riscontro nelle contestazioni mosse dalla Procura: ribadito il fatto che in alcun modo il sindacato vuole assurgere al ruolo di “tribunale” e che come CISL non intendiamo in alcun modo emettere sentenze politiche sommarie, riteniamo invece che quello che occorre fin da subito è un atto di grande responsabilità e coraggio, in primis da parte dell’Azienda, che deve avere la capacità di mettersi in discussione ora,(se non ora, quando?)  senza attendere gli esiti dei procedimenti giudiziari perché un conto sono le singole responsabilità che dovessero essere eventualmente accertate a seguito di sentenza, un conto è la responsabilità politica che è in capo a chi realizza la governance di un’azienda pubblica e quindi alla capacità di gestire la cosa pubblica garantendo efficacia, efficienza, trasparenza, nel pieno rispetto dei diritti di lavoratrici e lavoratori, in primis quello ad operare in un ambiente in grado di preservarne la dignità e il benessere.

Crediamo anche che quanto avvenuto non debba essere conservato nella memoria collettiva solo per una manciata di giorni o fino alla prossima tempesta mediatica: siamo invece convinti che rappresenti un fenomeno complesso  che deve essere preso in carico globalmente e che chiama tutti a responsabilità: ecco perché come CISL e come CISL Funzione Pubblica abbiamo deciso di non spegnere i riflettori sulla situazione delle lavoratrici dell’AUSL di Piacenza e alla loro accorata richiesta di azioni concrete in difesa della loro dignità ed integrità. La CISL Funzione Pubblica sta valutando tutte le iniziative utili a sostegno delle loro legittime rivendicazioni perché i temi della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro impongono a tutti, anche al sindacato, di interrogarsi e di operare affinché vengano adottati  strumenti in grado di prevenirli e contrastarli perché violenze e molestie pregiudicano non solo la sfera individuale della vittima  ma anche la vita relazionale, producendo un pericoloso “effetto domino” che coinvolge l’intera collettività.

La notizia dell’ultima indagine della Procura che coinvolge 20 persone tra vertici AUSL, dipendenti e manager di società private per presunte irregolarità nell’aggiudicazione di gare d’appalto per un valore di 7 milioni di euro, oltre alla gestione di fondi PNRR per 17 milioni, non rappresenta per la CISL di  Parma e Piacenza un fulmine a ciel sereno, né può essere considerata un episodio a se stante, slegato da quelli precedenti, ma è purtroppo l’ennesima conferma che un ambiente di lavoro e una cultura lavorativa disfunzionali, soprattutto se radicati, costituiscono circostanze e fattori che possono aumentare il rischio di abusi di varia natura.

Al di là di quelle che saranno le (eventuali) responsabilità accertate dalla Magistratura e fatta sempre salva la presunzione di innocenza dei soggetti indagati fino a quando non ne venga accertata definitivamente la colpevolezza, come CISL e CISL Funzione Pubblica di Parma e Piacenza, crediamo che si debba avere comunque  il coraggio di affermare che i molti – troppi episodi – avvenuti ed emersi all’interno dell’Azienda USL di Piacenza testimonino il fatto che ci si trovi davanti a un fenomeno complesso e radicato e ad una situazione fuori controllo – come affermano Michele Vaghini ed Elisabetta Oppici della Segreteria Confederale CISL Parma e Piacenza – che necessita di interventi urgenti, profondi e capillari per ripristinare un modello di governance in grado di leggere tempestivamente i segnali e di adottare tutte le misure preventive, organizzative e di controllo del caso: a pagare le conseguenze di questo clima di instabilità e incertezza in continua crescita non devono essere le tantissime lavoratrici e lavoratori che, pur in un contesto non semplice, con profondo senso del dovere, spirito di abnegazione e integrità etica, continuano a garantire la tenuta dei servizi – sottolinea Giovanni Oliva, Segretario Generale della CISL Funzione Pubblica di Parma-Piacenza, né le migliaia di cittadini – soprattutto i più fragili ed anziani – che quotidianamente accedono ad essi per i propri bisogni di cure.

Come CISL Confederale e come categoria della Funzione Pubblica, pur avendo sempre manifestato piena fiducia nella Magistratura e tenuto sempre doverosamente conto del fatto che vige il principio della presunzione di innocenza sancito dalla legge, avevamo già manifestato le nostre preoccupazioni e sollevato criticità nella gestione dell’Azienda Sanitaria piacentina, chiamando a responsabilità tutti gli attori istituzionali, attraverso le nostre recenti prese di posizione, in particolare in ordine a:

Lo scandalo delle molestie sul lavoro che aveva visto come vittime, le lavoratrici dell’Azienda USL di Piacenza, che proprio ieri hanno chiesto a gran voce tramite una raccolta firme, una presa di posizione forte e l’adozione di interventi a tutela della dignità e dell’integrità delle donne che operano all’interno dell’AUSL;
Le criticità organizzative dei Centri di Assistenza Urgenza (CAU) con le conseguenti ripercussioni sull’efficienza della medicina territoriale, come segnalato dalla FNP CISL;

Quest’ultima indagine coordinata dalla Procura della Repubblica e svolta dalle Fiamme Gialle, che ha il merito di aver fatto emergere procedure con profili di criticità relative alla gestione di risorse pubbliche  da parte dell’AUSL di Piacenza anche con riferimento alla realizzazione e ammodernamento di strutture sanitarie territoriali, conferma purtroppo i nostri timori e le nostre denunce: la CISL aveva percepito un clima di opacità che oggi trova riscontro nelle contestazioni mosse dalla Procura: ribadito il fatto che in alcun modo il sindacato vuole assurgere al ruolo di “tribunale” e che come CISL non intendiamo in alcun modo emettere sentenze politiche sommarie, riteniamo invece che quello che occorre fin da subito è un atto di grande responsabilità e coraggio, in primis da parte dell’Azienda, che deve avere la capacità di mettersi in discussione ora,(se non ora, quando?)  senza attendere gli esiti dei procedimenti giudiziari perché un conto sono le singole responsabilità che dovessero essere eventualmente accertate a seguito di sentenza, un conto è la responsabilità politica che è in capo a chi realizza la governance di un’azienda pubblica e quindi alla capacità di gestire la cosa pubblica garantendo efficacia, efficienza, trasparenza, nel pieno rispetto dei diritti di lavoratrici e lavoratori, in primis quello ad operare in un ambiente in grado di preservarne la dignità e il benessere.

Crediamo anche che quanto avvenuto non debba essere conservato nella memoria collettiva solo per una manciata di giorni o fino alla prossima tempesta mediatica: siamo invece convinti che rappresenti un fenomeno complesso  che deve essere preso in carico globalmente e che chiama tutti a responsabilità: ecco perché come CISL e come CISL Funzione Pubblica abbiamo deciso di non spegnere i riflettori sulla situazione delle lavoratrici dell’AUSL di Piacenza e alla loro accorata richiesta di azioni concrete in difesa della loro dignità ed integrità. La CISL Funzione Pubblica sta valutando tutte le iniziative utili a sostegno delle loro legittime rivendicazioni perché i temi della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro impongono a tutti, anche al sindacato, di interrogarsi e di operare affinché vengano adottati  strumenti in grado di prevenirli e contrastarli perché violenze e molestie pregiudicano non solo la sfera individuale della vittima  ma anche la vita relazionale, producendo un pericoloso “effetto domino” che coinvolge l’intera collettività.

Sanità piacentina CGIL e FP CGIL: fiducia nella magistratura, tutela per chi lavora, difesa del bene pubblico

La sanità piacentina, negli ultimi mesi, è stata travolta da scandali e inchieste. Notizia di queste ore è l’avvio di un’indagine che coinvolge decine di persone. In questo contesto, CGIL e FP CGIL di Piacenza esprimono piena fiducia nell’operato della magistratura, auspicando che venga fatta piena luce su ogni responsabilità.

Allo stesso tempo, ribadiamo la necessità di garantire la massima tutela a tutte le lavoratrici e i lavoratori, perché preservare la sanità pubblica, bene collettivo e diritto costituzionale, deve essere l’obiettivo di tutti: un bene che non va indebolito da logiche distorte o pratiche opache ma va protetto e rafforzato.

Vogliamo inoltre rinnovare la nostra stima e fiducia nei confronti del personale sanitario e non, che ogni giorno e ogni notte, con dedizione e professionalità, manda avanti la sanità piacentina. In questi mesi – segnati da vicende che nulla hanno a che vedere con la vera missione dell’Azienda sanitaria locale – sono proprio queste lavoratrici e questi lavoratori a garantire cura, salute e prevenzione secondo principi solidaristici e universali.

A loro va il nostro ringraziamento più sincero: sono la dorsale dei servizi sanitari pubblici, e a loro confermiamo la nostra disponibilità, il nostro ascolto e il nostro impegno – oggi più che mai, in un momento tanto delicato quanto complesso.




FdI: “Sanità piacentina: basta ambiguità. Serve un cambio di passo per tutelare i cittadini”

Continuano le prese di posizione in seguito all’ennesima inchiesta della magistratura che vede l’Ausl e suoi dipendenti sotto la lente degli inquirenti. Se la sinistra di governo (a livello comunale e regionale) si è spesa fin qui con una sorta di difesa d’ufficio dei vertici dell’Ausl, in attesa di risultanze processuali, di segno opposto sono conclusioni a cui è giunto il centrodestra. Nel pomeriggio è arrivato un comunicato a firma del Coordinamento Provinciale di Fratelli d’Italia – Piacenza.

“Le inchieste che stanno scuotendo la sanità pubblica piacentina non possono lasciarci indifferenti. Da tempo denunciamo l’esistenza di un modello gestionale opaco, inefficiente e ormai distante dai bisogni reali della popolazione. Oggi, con l’emergere di fatti gravi e preoccupanti, diventa ancora più evidente quanto fosse fondata la nostra preoccupazione.

Come Coordinamento Provinciale di Fratelli d’Italia, vogliamo innanzitutto esprimere la nostra vicinanza ai cittadini, che si ritrovano a subire disservizi, ritardi e una generale sfiducia in un sistema che dovrebbe proteggerli e curarli, non abbandonarli.

È giunto il momento di cambiare rotta. La sanità piacentina ha bisogno di una svolta profonda, fondata su valori chiari: legalità, competenza, trasparenza e responsabilità. Non servono più promesse o slogan: serve un nuovo modello di governo del servizio sanitario locale, più vicino alle persone e più libero da logiche di potere.

Siamo consapevoli che i problemi che stiamo affrontando sono complessi e non si risolvono con polemiche. Per questo, Fratelli d’Italia si rende disponibile a collaborare con l’attuale amministrazione regionale, senza preclusioni e nell’unico interesse del bene comune. Se c’è un terreno sul quale le differenze ideologiche devono sapersi fermare, è quello della salute dei cittadini.

Non faremo sconti a chi ha governato male, ma siamo pronti a contribuire, con spirito costruttivo, a tutte quelle scelte che possano migliorare realmente la sanità piacentina, valorizzando i professionisti del settore e restituendo dignità ai servizi sul territorio.

Chiediamo un patto di responsabilità verso Piacenza, verso chi ogni giorno si affida al sistema sanitario e verso chi ci lavora con serietà. La buona amministrazione non è né di destra né di sinistra: è semplicemente doverosa.

Fratelli d’Italia continuerà a vigilare, proporre e lottare affinché la nostra provincia abbia una sanità all’altezza della sua comunità.




Piacenza, arrestato con la cocaina: scappa durante un controllo ma viene bloccato

Nel pomeriggio di ieri, a Piacenza, un cittadino di origini marocchine è stato arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’uomo, fermato in via Campo Sportivo Vecchio da una pattuglia del Reparto Prevenzione Crimine Emilia-Romagna, alla vista degli agenti ha cercato di fuggire.

Durante il controllo, il sospetto ha mostrato un atteggiamento nervoso e ha provato a sottrarsi all’identificazione dandosi alla fuga tra le vie limitrofe. Ne è nato un inseguimento a piedi, conclusosi poco dopo con il suo blocco da parte della polizia.

Addosso gli è stato trovato un pacchetto di sigarette contenente diverse dosi di cocaina, poi confermate dall’esame narcotest. Accompagnato in Questura, è stato arrestato e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Dopo il rito direttissimo, il giudice ha disposto nei suoi confronti il divieto di dimora nella provincia di Piacenza.




Piacenza, quattro rimpatri e trenta espulsioni: stretta dell’ufficio immigrazione sui clandestini

Nel mese di maggio, la questura di Piacenza ha intensificato i controlli sui cittadini stranieri presenti sul territorio e ha avviato una serie di operazioni mirate contro l’immigrazione irregolare. Il bilancio: quattro rimpatri eseguiti nei paesi d’origine – Albania, Marocco e Tunisia – e una trentina di provvedimenti di espulsione notificati.

Uno dei casi più rilevanti ha riguardato un cittadino marocchino di 25 anni, già destinatario di un ordine di espulsione e inottemperante all’obbligo di lasciare l’Italia entro sette giorni. Rintracciato dagli agenti delle Volanti, è stato preso in carico dall’Ufficio Immigrazione e rimpatriato dopo la convalida del provvedimento da parte dell’autorità giudiziaria.

Rimpatriato anche un cittadino tunisino detenuto alle Novate, dove stava scontando una pena di oltre due anni per reati legati agli stupefacenti. L’espulsione è stata eseguita subito dopo la scarcerazione, grazie a un’attenta attività preventiva di identificazione e verifica dei requisiti per il rimpatrio. Sorte simile per un cittadino albanese condannato a 4 anni e 8 mesi per furto in abitazione e spaccio: è stato accompagnato direttamente alla frontiera, in esecuzione di un provvedimento disposto come misura alternativa al carcere.

Ma l’attività dell’ufficio immigrazione non si è fermata ai soli rimpatri. Nel corso del mese sono stati firmati 30 provvedimenti di espulsione nei confronti di stranieri irregolari con precedenti penali, soprattutto per reati contro il patrimonio, droga e violenza sessuale. Sette persone sono state trasferite in centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) a Milano, Gorizia, Bari e Torino, dove verranno completate le procedure di identificazione prima del definitivo allontanamento dall’Italia.




Scherma, Alessandro Bossalini (Pettorelli): “Edizione dei Campionati italiani Assoluti da sogno

E’ tempo di bilanci in casa Circolo “Pettorelli” dopo la conclusione ieri (martedì) dei Campionati italiani Assoluti di scherma, ospitati per la prima volta della storia da Piacenza e dove il sodalizio biancorosso ha collaborato con la Federscherma nell’organizzazione in un evento che celebra al meglio i 70 anni di vita del Circolo.
“E’ stata – il commento del presidente del “Pettorelli” Alessandro Bossalini – un’edizione come quella che sognavamo, indimenticabile non solo per il movimento piacentino, ma anche straordinaria per la città e per lo sport nostrano in generale. Ho rivisto tantissimi ragazzi e ragazze che facevano scherma tornati per l’occasione rituffandosi nel loro mondo. Molti hanno confessato di essere “rapiti” da questo sport e magari tornano a trovarci in sala d’armi al palazzetto di via Alberici. L’aspetto che è un po’ mancato è relativo alla presenza di pubblico non addetto ai lavori. I piacentini hanno un po’ perso l’occasione per scoprire nel tempo libero o magari nel week end anche solo per un passaggio questo sport e i tanti campioni in gara. Di certo, la scenografia allestita e gli impianti (Piacenza Expo e PalaBanca) tirati a lucido hanno fatto pensare di essere a un Campionato del mondo. A detta degli atleti, è stata un’occasione unica ed emozionante anche per loro, come successo anche per i nostri due spadisti in gara (Tommaso Bonelli e Vera Perini)”.
“Ringrazio tutti i nostri volontari – aggiunge – gli alpini, oltre al Comune di Piacenza e alla Regione Emilia Romagna per il gioco di squadra istituzionale. Un grazie anche alla Federscherma: siamo grati per l’occasione ricevuta. Formuleremo la nostra candidatura per ospitare a marzo i Campionati italiani a squadre dalla serie A2: sarebbe il quinto anno consecutivo, un record e un orgoglio”.




De Micheli su Ausl: “Magistratura farà piena luce, ma vanno respinte le becere strumentalizzazioni del centrodestra”

L’inchiesta della magistratura e della Guardia di finanza su presunti appalti truccati all’interno dell’Ausl di Piacenza divide nettamente la politica con la destra che chiede a gran voce il commissariamento dell’azienda sanitaria piacentina dopo la sfilza di indagini giudiziarie che l’hanno toccata nell’ultimo anno e mezzo e la sinistra (che governa la Regione da cui la sanità dipende) che sembra far quadrato attorno al direttore generale Paola Bardasi. Dopo l’assessore regionale Fabi e il sindaco di piacenza Tarasconi a scendere in campo è la parlamentare Pd, Paola De Micheli, attraverso una nota stampa.

“Sono certa che il lavoro della magistratura farà piena luce sulle presunte condotte illecite all’interno dell’azienda sanitaria di Piacenza, al centro delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza relative ad alcuni appalti e all’utilizzo di fondi del Pnrr. E credo che le persone indagate avranno tutte le possibilità di dimostrare di avere operato in maniera irreprensibile.
Allo stesso tempo intendo respingere con fermezza le becere strumentalizzazioni contro la dirigenza dell’Ausl di Piacenza portate avanti da diversi esponenti del centrodestra piacentino, che non perdono occasione per utilizzare indagini giudiziarie a fini meramente politici, dimenticando non solo le più elementari regole del diritto, ma anche i valori del garantismo, validi ovviamente solo per gli esponenti indagati o condannati del centrodestra nazionale.
Anche per questo voglio ribadire la mia vicinanza e il mio sostegno al personale sanitario e alla dirigenza dell’azienda piacentina, che ogni giorno lavorano per il bene della nostra collettività, tra mille difficoltà e problemi, ma sempre con specchiata professionalità”.




Aggressione a Carpaneto piacentino: due carabinieri feriti mentre difendono un cittadino indiano

Nella serata dell’8 giugno 2025, due militari della Stazione Carabinieri di Lugagnano Val d’Arda sono stati aggrediti mentre intervenivano nel Comune di Carpaneto Piacentino (PC), al di fuori del proprio territorio di competenza, per sedare una lite tra un cittadino di nazionalità marocchina e uno di nazionalità indiana. A riferirlo è la Segreteria Regionale Emilia-Romagna del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) che ricostruisce l’accaduto.
“A seguito della chiamata per una rissa degenerata in aggressione, i due carabinieri – primi e unici a poter intervenire, vista l’indisponibilità di altre pattuglie sul territorio – sono giunti
sul posto trovando il cittadino indiano vittima di un attacco da parte di un gruppo di cittadini marocchini. I militari si sono immediatamente frapposti per proteggerlo ma sono stati a loro volta colpiti con violenza. I due carabinieri hanno riportato lesioni agli arti superiori nel corso dell’intervento, ma l’azione coraggiosa ha evitato conseguenze
peggiori per la vittima dell’aggressione”.
“La Segreteria Regionale Emilia-Romagna del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) esprime la propria piena vicinanza ai colleghi feriti e ribadisce con forza la necessità di un intervento strutturale per garantire la sicurezza degli operatori delle forze dell’ordine.
Da tempo – sottolineano Giovanni Morgese, Segretario Generale Regionale Emilia-Romagna, e Luca Poggi, dirigente regionale su Piacenza – il sindacato richiama l’attenzione su una prassi operativa inaccettabile: interventi ad alto rischio, come quelli per risse, violenze domestiche o liti familiari, non possono e non devono essere affidati a una sola pattuglia. Una tale esposizione del personale è non solo inefficace sotto il profilo operativo, ma pericolosa per l’incolumità degli operatori e dei cittadini coinvolti.
La cronica carenza di organico nelle Stazioni Territoriali, unita a turni estenuanti che spesso si protraggono oltre il previsto, espone quotidianamente i militari a gravi rischi. Non è più accettabile che il personale venga lasciato solo ad affrontare situazioni ad alto rischio, senza un adeguato supporto operativo. NSC Emilia-Romagna lancia un appello deciso all’Esecutivo affinché si attivi con misure concrete e tempestive per rafforzare gli organici e tutelare chi ogni giorno lavora per la sicurezza del Paese, anche nei territori più periferici e complessi”.




Murelli (Lega): «Ora la Regione commissari l’Azienda sanitaria»

«Avevo già chiesto, in Senato, il commissariamento dell’Ausl. Ritengo ora che, da parte della Regione, sia un passo doveroso per fare chiarezza, per consentire agli indagati di difendersi nel migliore dei modi, per tutelare le centinaia di dipendenti che lavorano ogni giorno con impegno e correttezza».

Lo afferma la senatrice Elena Murelli, capogruppo della Lega in commissione Sanità, lavoro e affari sociali. Il Carroccio era già intervenuto all’inizio di maggio sui diversi casi che hanno visto quattro medici protagonisti di vicende giudiziarie, di cui l’ultimo è stato un medico, ex primario di Radiologia, arrestato per violenza sessuale e stalking verso alcune dipendenti.

«Il sospetto che qualcosa non andasse nel management dell’Ausl era sotto gli occhi di tutti. Qui, però, ci troviamo davanti – prosegue la senatrice – a un provvedimento di chiusura indagini dove vengono contestati reati gravissimi per una pubblica amministrazione: dal peculato, al falso, alla turbata libertà degli incanti. Le persone coinvolte hanno venti giorni di tempo per presentare memorie o chiedere di essere sentite, poi la procura potrebbe chiedere il loro rinvio a giudizio. E se avvenisse sarebbe complicato spiegare ai cittadini perché i vertici Ausl restino al loro posto». Murelli, che sottolinea l’importante e complessa indagine coordinata dalla Procura e svolta dalla Guardia di finanza, riflette sulle ipotesi di denaro pubblico che sarebbe stato usato in modo illecito – oltre venti milioni di euro – «più del disavanzo di bilancio 2024 che è di 12 milioni».




Katia Tarasconi: “Massima fiducia nella magistratura e altrettanta fiducia e stima nei confronti dei vertici Ausl e del personale”

Anche Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza, interviene sull’ennesima inchiesta della magistratura che coinvolge l’Ausl di Piacenza e scrive: “Viviamo in uno Stato di diritto nel quale le Istituzioni si prendono cura di sé stesse, controllando, indagando, intervenendo. Funziona così, ed è un bene per tutti noi. Di fronte all’avviso di chiusura di una complessa indagine condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica in merito a presunte attività illecite che coinvolgono, tra gli altri, funzionari, dirigenti e dipendenti dell’Azienda Usl di Piacenza, prendo atto e resto in attesa degli sviluppi con la massima fiducia nei confronti della Magistratura, certa che il prosieguo delle attività giudiziarie e gli eventuali processi in tutti i gradi di giudizio consentiranno di far piena luce sull’intera vicenda in ogni suo aspetto. E se verranno riconosciute responsabilità, confido che vengano presi provvedimenti adeguati, e così sarà senza dubbio. 

Colgo l’occasione per ribadire altrettanta fiducia e stima nei confronti dei vertici Ausl, del personale, sanitario e non, e dei professionisti che ogni giorno e ogni notte lavorano con onestà e fanno del loro meglio per prendersi cura di tutti noi. A loro, che rappresentano la stragrande maggioranza di chi opera nella sanità piacentina, va tutta la mia vicinanza in un periodo particolarmente complicato”.

 




Zandonella (Lega): “Cosa deve ancora succedere per commissariare l’Ausl di Piacenza?”

“Era il 2 giugno 2023 e come segreteria provinciale della Lega organizzammo una conferenza stampa per denunciare problemi di malagestione nella sanità piacentina. Oggi, dopo l’ennesimo scandalo che ha colpito l’AUSL di Piacenza, si conferma quanto la Lega piacentina denuncia da tempo: nella gestione della sanità locale ci sono gravi criticità, spesso insabbiate o ignorate. Le nostre denunce già ampiamente rese note arrivavano sia da cittadini stanchi di disservizi, sia da dipendenti esasperati da situazioni ormai inaccettabili”. A dichiararlo è Luca Zandonella, consigliere comunale e segretario provinciale della Lega a Piacenza.

“La misura è colma: la Regione Emilia-Romagna non può continuare a mettere la testa sotto la sabbia fingendo che tutto vada bene. I fatti dimostrano il contrario. È tempo che si assuma la responsabilità politica e istituzionale di quanto sta accadendo, procedendo con il commissariamento dell’AUSL di Piacenza. Serve un cambio netto per restituire fiducia ai cittadini e dignità al personale sanitario. Tanti professionisti che lavorano con impegno meritano rispetto”.

“Nel 2025 – conclude Zandonella – i piacentini meritano una sanità efficiente, trasparente e realmente al servizio delle persone. La Lega continuerà a battersi per questo obiettivo, senza sconti e senza far finta di niente come qualcuno sta facendo da tempo immemore per difendere i propri centri di potere”.