Confagricoltura Piacenza: “Numerosi gruppi di cinghiali stazionano nei campi di pianura”

Confagricoltura Piacenza ha ricevuto diverse fotografie in questi giorni di branchi di cinghiali, anche numerosi, che stazionano nei campi di pianura e di prima collina. Le foto sono un chiaro indice dell’inefficacia del depopolamento dei cinghiali previsto da ordinanze e piani.

“È questa la folle paura che abbiamo della Peste Suina? – sottolinea Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza, che li ha fotografati anche nei propri campi – È questo l’approccio epidemiologico che seguiamo per aumentare la biosicurezza? Lasciamo circolare il vettore: strano modo di debellare la Psa. Basterebbe un selecontrollore “vecchia maniera” per abbatterli, perché è una bugia che si disperdono se gli spari. Sono branchi stanziali e per nulla intimoriti che potrebbero essere facilmente abbattuti invece che fotografati”.




Peste suina africana (Psa), la Commissione europea revoca la zona di restrizione di tipo III nel Piacentino

È stata revocata la Zona di restrizione III in Emilia-Romagna, nel Piacentino, per le misure di contrasto alla diffusione della peste suina africana.

Lo ha deciso in questi giorni la Commissione europea nel regolamento che stabilisce periodicamente le misure speciali da adottare per il controllo per la Psa, dando così atto dei buoni risultati raggiunti grazie alle misure di prevenzione negli allevamenti realizzate in Emilia-Romagna.

La restrizione III, che viene applicata nei territori dove si riscontrano casi di suini positivi in allevamenti domestici, era scattata a fine luglio 2024 nel Piacentino, dopo la scoperta di un unico focolaio in Provincia e numerosi altri nelle Regioni limitrofe. Il virus non è dunque presente oggi negli allevamenti emiliano-romagnoli.

Nonostante il rischio che comportano branchi di cinghiali continuano a girare indisturbati come denuncia Confagricoltura in una nota (leggi qui).

“Con la rimozione della Zona III diminuiscono le restrizioni per gli allevamenti della zona, tema su cui la Regione si era fortemente impegnata fin da agosto per ottenere deroghe alla movimentazione delle carni e ristori per le aziende interessate– spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi-. È positivo inoltre che dai dati certificati si è potuto riscontrato che nei selvatici il virus non si è esteso ad altre aree, merito delle misure messe in atto per il contenimento dei cinghiali, da cui consegue che le zone di restrizione restano quelle del marzo scorso”.

“Fondamentale – aggiunge l’assessore – la sinergia che si è attivata fin da subito fra i due assessorati regionali alle Politiche per la salute e all’Agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca, che ha portato alla costituzione formale sia di un gruppo operativo regionale sia territoriale nelle provincie di Piacenza e Parma, soggette a restrizione, ma anche nelle altre provincie della regione, gruppi a cui vanno i nostri ringraziamenti, così come ai servizi veterinari, per l’attività di sorveglianza e monitoraggio svolta”.

Intanto proseguono le misure regionali di prevenzione e contrasto alla diffusione del virus.  È aperto fino a dicembre il quarto bando per interventi di sostegno agli investimenti sulla biosicurezza. A disposizione 1,4 milioni di euro del Piano di sviluppo rurale, per lavori da realizzare e rendicontare entro l’autunno 2025.

Il bando è rivolto agli imprenditori agricoli dell’Emilia-Romagna, singoli o associati, titolari di stabilimenti o proprietari di suini allevati in stabilimenti o all’aperto allo stato brado e semibrado. Il contributo va da un minimo di 5 mila euro a un massimo di 150mila, per una percentuale di sostegno del 70% del costo ammissibile d’investimento.

Sono ammesse le spese per l’acquisto di recinzioni antintrusione perimetrali o elettrificate per allevamenti semibradi. Previsti anche fondi per l’acquisto e l’installazione di altri strumenti efficaci nel contrasto della malattia come piazzole per la disinfezione degli automezzi, la creazione di zone filtro per il personale degli allevamenti e i visitatori, l’acquisto di celle frigorifero per lo stoccaggio di carcasse.

Le domande potranno essere presentate entro il 20 dicembre esclusivamente online sul Sistema informativo agricolo di Agrea.

In totale, i tre bandi precedenti, hanno raccolto 173 domande di sostegno, per circa 190 allevamenti oggetto di intervento.




«Criteri ESG, la nostra agricoltura è già la più green d’Europa»

«Noi vogliamo crescere e innovare, ma occorre ragionare con processi di filiera che portino a terra le politiche ambientali in maniera tale che vengano legate alla sostenibilità economica. Così facendo potremo lavorare per la distintività dei nostri prodotti». Il concetto, espresso dal presidente del Consorzio Terrepadane Marco Crotti, ben riassume i contenuti dell’interessante convegno che si è tenuto al PalabancaEventi di via Mazzini (in un’affollata Sala Corrado Sforza Fogliani) per iniziativa della Banca di Piacenza e avente come filo conduttore i criteri ESG in agricoltura. A fare gli onori di casa, il vicedirettore generale del popolare Istituto di credito Pietro Boselli (presenti il vicepresidente Domenico Capra e il direttore generale Angelo Antoniazzi), che ha osservato come la Banca sia da sempre vicina al mondo agricolo, settore fondamentale per l’economia piacentina.

Luca Bertolini, del Coordinamento dipendenze Comparto agrario della Banca, ha introdotto i lavori ricordando il significato dell’acronimo ESG: Enviroment (criterio che misura l’impatto sull’ambiente di aziende e organizzazioni; sono considerati fattori come l’uso delle risorse naturali, l’adattamento ai cambiamenti climatici e le politiche di riduzioni delle emissioni); Social (criterio sociale riferito alle relazioni che l’azienda intrattiene con dipendenti, fornitori, clienti e la comunità dove opera); Governance (criterio che riguarda la gestione dell’azienda includendo le politiche di remunerazione, l’integrità aziendale e la trasparenza fiscale). Criteri ai quali anche le aziende agricole dovranno adeguarsi per gestire la cosiddetta transizione ecologica. Per quanto riguarda l’Enviroment – ha spiegato il dott. Bertolini – il settore primario dovrà misurarsi con la nuova Pac, il Credito d’imposta 4.0 e 5.0, gli impegni specifici sull’uso sostenibile dell’acqua, il Pnrr per le agroenergie, i Piani per la riduzione di gas serra e ammoniaca. Per la parte Social, fari puntati su Bandi di formazione, Piani per lo sviluppo sociale delle aree rurali e Bandi Inail. Infine la Governance, con Piani di formazione per gli imprenditori agricoli e Bandi per il primo insediamento. Chiudendo il suo intervento, il dott. Bertolini ha ricordato come i criteri ESG entrino nel processo di valutazione del merito creditizio e che la Banca ha a disposizione prodotti e servizi dedicati ad aziende ed investimenti ESG. Lo stesso Bertolini, nei saluti finali, ha sottolineato come il settore agricolo italiano sia considerato il più green d’Europa.

Stefano Amaducci, professore ordinario della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica, ha evidenziato il ruolo «sempre più da protagonista» dell’agricoltura nel preservare l’ambiente e come l’ESG sia un sistema per misurare il nostro impatto sull’ambiente dando maggiore qualità ai nostri prodotti e ha invitato le aziende agricole «a partecipare a questo processo orientato alla biodiversità, implementando buone pratiche». Due gli strumenti principali individuati dal docente per soddisfare i criteri ESG: l’agrivoltaico (un impianto sperimentale è stato proprio di recente inaugurato dalla Cattolica), che consente l’uso del terreno sia per produrre energia grazie all’installazione di pannelli solari, sia per realizzare attività agricole e di allevamento; la carbon farming, una tecnologia in grado di stoccare carbonio nel suolo («l’obiettivo al 2050 di riduzione zero di CO2 verrà raggiunto all’85%, quindi questa soluzione è importantissima; l’Università sta facendo un progetto per gestire e certificare i crediti di carbonio stoccati»).

A parere di Luca Piacenza, vicedirettore Coldiretti, «l’agricoltore ha già compiuto molti passi verso il rispetto dell’ambiente» e la stessa Ue riconosce la validità del nostro sistema alimentare per qualità e sicurezza dei cibi. «Del green deal – ha aggiunto – dobbiamo considerare la parte buona prendendo coscienza che anche il resto del mondo deve cambiare insieme a noi; e l’eticità della produzione deve diventare un “dazio” per chi non rispetta le regole». Specificato che gli agricoltori, con l’architettura verde della Pac, da tempo sono in linea con i criteri ESG, il vicedirettore di Coldiretti ha espresso l’auspicio che «l’ESG non diventi uno dei tanti marchi di cui è pieno il mondo, alcuni dei quali sono scatole vuote che confondono i consumatori».

Filippo Gasparini, presidente Confagricoltura, ha dal canto suo bollato senza mezzi termini i criteri ESG come «una forma di imposizione che contiene ovvietà», lamentando come «in questo modo si vada a impoverire la capacità produttiva delle aziende: il green deal ha annullato i piccoli allevamenti, ottenendo l’effetto contrario ai suoi scopi. Non è accettabile che si condannino le generazioni future perché non si tiene conto degli aspetti economici legati a queste misure. Nel mondo non stanno certo a guardare alle paturnie dell’Europa. L’ESG sarà obbligatorio ma non sarà un plus come lo è stato il biologico, perché quando una misura diventa erga omnes, i plus cadono e per le aziende è devastante. Ci sarà un modo – si è domandato il presidente di Confagricoltura – per ottenere garanzie in termini ambientali rispettando l’economia?». L’economia dei territori – ne è convinto il dott. Gasparini – dà indipendenza; la globalizzazione asfalta le differenze. «Non perdiamo l’identità – il suo appello – e non dite che siamo contro l’ambiente. Siamo contro l’ambientalismo che cela l’economia di Stato e il condizionamento, che demonizza le aziende e l’iniziativa privata».

Fabio Girometta, presidente Cia, ha sottolineato i primati della nostra provincia nella produzione di pomodoro da industria e Grana Padano e posto l’accento sul fatto che da anni gli agricoltori fanno sostenibilità. «Le aziende – ha argomentato il presidente della Cia – devono essere sostenibili per la collettività. L’agricoltore, infatti, protegge il territorio, soprattutto nelle zone appenniniche a rischio abbandono».

Marco Crotti, presidente Terrepadane, ha manifestato una certa emozione nell’essere nella sala che fu la prima sede della Federconsorzi, e ricordato come Terrepadane stia festeggiando il decimo anno di attività. Occasione per tracciare un bilancio. «L’agricoltura piacentina da tempo marcia nella direzione del rispetto dell’ambiente, per esempio con l’aumento della fertirrigazione (che ormai si fa con il controllo telematico da remoto) del 300%, distribuendo i concimi in modo mirato. Terrepadane ha tra l’altro investito in una fabbrica di concimi liquidi a Fiorenzuola. Ed è un esempio di sviluppo sostenibile: siamo stati la prima azienda in Italia a mettere a punto un progetto (di ispirazione israeliana) che riesce a irrigare a goccia senza utilizzare energia ma sfruttando la pendenza dei terreni. Vorrei infine ricordare che oggi nella nostra provincia tutti i trattori che vendiamo sono 4.0, controllati da remoto e in dialogo con agricoltore e terreno». Il presidente del Consorzio ha quindi salutato come un’opportunità di business per le aziende il ricorso alla carbon farming, richiamando la collaborazione con la Cattolica nel progetto di gestione e certificazione dei crediti di carbonio stoccati, «perché per salvaguardare ambiente e aspetto produttivo è fondamentale mettere a terra i valori dei comportamenti. La nostra produzione integrata – ha chiosato il dott. Crotti – è la più restrittiva al mondo. Ma a che serve se poi nei disciplinari spagnoli troviamo fitofarmaci che noi abbiamo bandito 15-20 anni fa? Perciò sostenibilità sì, ma economica».




100 milioni per potenziare produttività e sostenibilità. Lo ha annunciato ad Eima il ministro Lollobrigida

“Abbiamo lanciato il nuovo Fondo Innovazione in Agricoltura 2024 con una dotazione complessiva di 100 milioni di euro destinati a sostenere l’innovazione tecnologica nei settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura”.
Lo ha annunciato questo pomeriggio il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ad Eima, l’Esposizione Internazionale di Macchine per l’Agricoltura e il Giardinaggio in corso a Bologna.

“Queste risorse vengono messe a disposizione per sostenere le nostre imprese che producono mezzi agricoli innovativi e per tutelare i nostri agricoltori. In particolare, in questo bando è stato introdotto un elemento in più: una quota è riservata a chi è stato colpito dall’alluvione. Trenta milioni andranno, infatti, alle imprese agricole dell’Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche che hanno subito danni, per consentire loro di ripartire più velocemente”, ha sottolineato il Ministro.

“Con questo fondo puntiamo a favorire la modernizzazione delle imprese del settore, per aumentarne la produttività e la sostenibilità in un contesto economico e ambientale in rapida evoluzione. Le risorse del Fondo potranno essere impiegate per l’acquisto di macchinari e attrezzature destinati all’agricoltura, alla zootecnia, alla pesca e all’acquacoltura, e saranno riservate a imprese che sostituiscono strumenti già esistenti, debitamente identificati”, ha affermato il Ministro.

Incontrando i vertici di Argo Tractors (Landini e Mc Cormock) il ministro ha anche spiegato che i fondi del PNNR saranno invece destinati ad incentivare i mezzi agricoli elettrici. Al momento in realtà non esistono (né sono in previsione a breve) trattori elettrici e dunque sono finanziabili solo gli attrezzi agricoli elettrici che vanno ad attaccarsi ai trattori. La stessa Landini ha presentato in fiera un trattore, il Rex 4, in grado proprio di alimentare accessori tramite un generatore elettrico. Una novità che contribuisce anche alla sicurezza non essendoci più alberi cardanici in movimento.




A Veano inaugurato “Il Viaggio”: impresa sociale con relais, birrificio e piccola cucina

Sabato mattina due novembre a Veano di Vigolzone è stato ufficialmente inaugurato “Il Viaggio”: l’impresa sociale realizzata da Alberto Nicolini e Ornella Calamari. Il complesso comprende un birrificio artigianale, birreria con piccola cucina, camere, relais con piscina e un’azienda agricola con campi coltivati e persino un oliveto.

Stampa e istituzioni che hanno preso parte numerose all’evento sono rimaste colpite dalla bellezza del posto e del progetto stesso che offre possibilità di inserimento per persone fragili con obiettivi e ruoli che possano stimolare il loro miglioramento continuo.” Il Viaggio” è operativo da qualche mese e ha già all’attivo collaborazioni con associazioni del territorio come Oltre L’Autismo, i cui ragazzi svolgono attività in birrificio e La Matita Parlante che ha curato anche la realizzazione delle etichette delle otto birre artigianali prodotte a partire dall’orzo dell’azienda agricola. Oltre ad Alberto e Ornella a fare gli onori di casa Monica Nastrucci, coordinatrice del progetto e Manuel Peratici, mastro birraio, che ha illustrato le lavorazioni del birrificio. C’erano, soprattutto, Francesco, capace di realizzare i ceci tostati più buoni al mondo ed Elia, addetto all’accoglienza e alle colazioni e che in qualità di esperto di cucina il primo dicembre terrà un corso per fare gli anolini.

La realtà è associata a Confagricoltura Piacenza e per l’occasione erano presenti il consulente agronomo Giovanni Marchesi, la responsabile della comunicazione Elena Gherardi e la referente tecnica del settore agrituristico Lara Sartori.

“Ci piace viaggiare anche in posti insoliti, difficili, non ricchi – hanno spiegato Alberto e Ornella, manager lui commercialista lei – e condividere un pezzettino di vita con le persone di questi Paesi. Di ritorno da un viaggio in Dancalia, regione del Corno d’Africa, nel 2019, è nata l’idea di dare opportunità di lavoro a persone che hanno più difficoltà. “Il Viaggio” è iniziato così”.  Per prima cosa sono stati acquistati i terreni dall’Opera Pia Alberoni, con cui l’azienda tutt’ora collabora. È, ad esempio, frutto della collaborazione il posizionamento della Big Banch che permette di ammirare il celebre viale e il panorama sulla vallata. “Tutti gli immobili confluiranno in una fondazione, mentre l’attività è portata avanti dall’impresa sociale – ha spiegato Nicolini -. Noi abbiamo conservato le nostre professioni, anche se investiamo tanto tempo ed energie qui. Ci aiutano Monica che coordina il tutto, Manuel in birrificio e i referenti dei vari settori, soprattutto è fondamentale il contributo dei ragazzi e delle ragazze che vengono qui per lavorare e fare attività”.

Il relais rievoca i viaggi di Alberto e Ornella attraverso i nomi delle suite e delle stanze (sei in tutto), completano gli ambienti diverse foto significative e alcuni oggetti d’arredo sempre inerenti ai loro viaggi. Oltre alla vista mozzafiato e alla piscina a sfioro alcune soluzioni hanno optional aggiuntivi (come la sauna e l’area fitness). La cura è l’elemento dominante. Una cura che parte dalla lavorazione delle materie prime di origine aziendale per trasformarle nella birra e negli alimenti da offrire agli ospiti, consigliatissimi i ceci tostati e l’hummus.  Una sfida che ha richiesto coraggio, un’idea di impresa che deve fare i conti tutte le difficoltà dell’agricoltura di collina, dei settori della ricezione e della ristorazione, con in più quelle legate agli scopi sociali. Un viaggio che è diventato un luogo e insieme un percorso di vita, un’attività che mette al centro le persone. “Siamo molto orgogliosi dei nostri associati per quanto stanno facendo” hanno sottolineato i rappresentanti di Confagricoltura Piacenza.