Difesa del suolo. Nuovo intervento di messa in sicurezza lungo il Nure, nel piacentino

Sono partiti i nuovi interventi di messa in sicurezza del torrente Nure, nel piacentino. Opere di rinforzo e difesa per rendere più sicuri gli argini e le sponde, garantendo così dal rischio di piene i tratti del corso d’acqua che attraversano i comuni di Bettola, Ponte dell’Olio e Vigolzone.

Finanziati con un milione di euro di fondi Pnrr, i lavori vanno ad integrare un precedente cantiere di riqualificazione del torrente che ha previsto la realizzazione di pennelli in pietrame e la risagomatura dell’alveo, già realizzato dalla Regione con un investimento di 120mila euro.

Due i tratti più critici interessati dai cantieri, data la vicinanza ad aree abitate e a infrastrutture stradali: a valle dell’abitato di Bettola, dove la sponda destra presenta fenomeni di erosione a partire dal ponte della statale fino alla confluenza del rio Barbarone, e nei pressi di Ponte dell’Olio. Qui l’erosione ha colpito la sponda e continua a valle fino a Molino La Montà, indebolendo il versante interessato da un’ampia frana inattiva. Inoltre, in questo tratto sulla sponda destra è evidente un abbassamento dell’argine che mette a rischio l’area urbanizzata retrostante.

Gli interventi

A Bettola, a valle della confluenza del rio Barbarone, é stato realizzato un pennello in massi di circa 20 metri per proteggere la strada statale 654 che corre in quel punto.

A Ponte dell’Olio, lungo la sponda destra vicino al parcheggio pubblico, è in fase di esecuzione il rialzo e ringrosso dell’argine per circa 160 metri per recuperare la continuità del livello di contenimento. Per questo lavoro sarà utilizzata la terra di cava, mentre il corpo arginale sarà rivestito con terreno vegetale trattato con idrosemina.

Nel comune di Vigolzone, sia nel capoluogo che in località Molino La Montà, per circa 260 metri è stata ripristinata e completata la difesa spondale in massi per proteggere la sponda vicino al ponte della statale 654. La scarpata a lato del fiume è stata risistemata a verde con talee di specie autoctone oltre ad essere stati risistemati 4 pennelli a monte di una difesa in massi come da programma.

Le opere, progettate dallo studio incaricato, sono coordinate dall’Ufficio territoriale di Piacenza dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile.

Tutte le informazioni sui lavori in corso in Emilia-Romagna per la sicurezza del territorio si trovano sul sito: https://www.regione.emilia-romagna.it/territoriosicuro




Piacenza. Al via il servizio di microraccolta di amianto

E’ attivo a Piacenza e provincia il nuovo servizio per la micro-raccolta dell’amianto che consente alle utenze domestiche di smaltire gratuitamente piccoli manufatti di amianto. Per micro-raccolta si intende l’insieme delle operazioni di auto-rimozione (smontaggio e confezionamento) di piccole quantità di materiale contenenti amianto, effettuate dal singolo cittadino, trasportate e avviate a smaltimento esclusivamente dal gestore del servizio pubblico.

La Regione Emilia-Romagna, con riferimento all’Azione 6.2.1.3 del Piano Amianto, promuove infatti procedure semplificate per la rimozione e smaltimento di piccole quantità di Materiale Contenente Amianto (MCA) in matrice compatta, da parte dei cittadini. La finalità è quella di favorire il corretto smaltimento dei piccoli manufatti contenenti amianto presenti nelle abitazioni civili e/o nelle relative proprietà.

Il servizio di ritiro e smaltimento, svolto da Iren Ambiente, è gratuito e dedicato alle sole utenze domestiche, e può essere richiesto dall’intestatario dell’utenza domestica nella quale si intende rimuovere il MCA (Materiale Contenente Amianto). Per accedere al servizio occorre tuttavia compilare un Piano operativo Semplificato ed utilizzare un Kit per la rimozione in sicurezza del materiale. Più specificamente, il POS (Piano Operativo Semplificato) è il documento indispensabile da consegnare all’AUSL per poter dare inizio ai lavori ed è ritirabile presso gli uffici AUSL oppure scaricabile via web dal sito dell’AUSL. Il KIT è l’insieme dei dispositivi e materiali necessari alla rimozione e confezionamento in sicurezza del rifiuto.

I quantitativi che è possibile “micro-raccogliere” dipendono dal tipo di manufatto e non possono eccedere limiti prefissati dalle linee guida. Per informazioni, richieste, segnalazioni relative alla prenotazione del ritiro, si può contattare il numero verde di Iren Ambiente 800 212607, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 17.00 e il sabato dalle 8.00 alle 13.00 oppure inviare una e-mail a ambiente.emilia@gruppoiren.it

Vedi qui il folder esplicativo della microraccolta.




Sabato “un urlo per gli Alberi” di piazza Cittadella abbattuti. Protesta sotto il Municipio

Le piante di piazza Cittadella sono state abbattute ma i cittadini e le associazioni protagonisti della tutela della Piazza non si fermano e la loro protesta neppure. E’ stata programmata per sabato 9 novembre alle ore 15,30, in piazzetta Mercanti, una manifestazione\sit-in  dal nome “Piazza Cittadella-un urlo per gli Alberi. Si porterà quindi il grido di dolore per quelle piante che non ci sono più proprio sotto le finestre del Municipio e del sindaco Katia Tarasconi.

“Con questa manifestazione – scrivono gli organizzatori – i cittadini intendono esprimere tutto lo strazio e la contrarietà per lo scempio perpetrato da questa amministrazione nella piazza storica di Cittadella a seguito del taglio di tutti i 15 bellissimi alberi di oltre 70 anni e la distruzione dell’autostazione. Un evento atteso purtroppo, anche se contrastato con tutte le forze e gli strumenti possibili e disponibili ad una società civile, 33000 firme raccolte, un presidio di cittadini fisso da 2 mesi a tutela degli alberi, incontri e serate, un ricorso, plurimi esposti e segnalazioni. Strumenti che purtroppo si sono rivelati spuntati di fronte ad una politica sorda e miope, impermeabile ad ogni percorso partecipativo ed ascolto reale. Con questa manifestazione i cittadini intendono dare voce a questi alberi abbattuti e con loro a tutto il patrimonio di alberature e verde presenti a Piacenza. Ma la lotta e l’impegno di tutti non finisce con il taglio degli alberi di Piazza Cittadella. Oltre ad una attenta e meticolosa cura dei lavori di scavo e dei reperti archeologici che sicuramente emergeranno, a tutela della salute di tutti coloro che abitano e frequentano la piazza e del suo patrimonio archeologico e storico, i cittadini si impegnano ad assicurare una scrupolosa attenzione a tutti i passaggi del prossimo Piano Urbanistico, per evitare inutili consumi di suolo e per tutelare tutte le are verdi e le alberature ancora presenti in città”.




Abbattuti gli alberi di piazza Cittadella

Gru che svettano sopra le recinzioni del cantiere, alberi che cadono al suolo. Il battere ritmato delle pentole e dei coperchi di metallo usati dai manifestanti contro il rumore delle motoseghe.

In piazza Cittadella stamane balzavano forti agli occhi le contrapposizioni di questa vicenda del parcheggio sotterraneo che vede Piacenza Parcheggi e l’Amministrazione da una parte, un nutrito gruppo di cittadini dall’altra.

Visioni ed interessi differenti riguardo a questa piazza su cui si affaccia palazzo Farnese e che non sono riusciti a trovare a trovare un punto di incontro, anzi …

Dopo che il tribunale ha accolto le istanze del costruttore, ribaltando la prima sentenza del giudice Antonino Fazio,  il destino delle 15 piante è stato inesorabilmente segnato ed questa mattina i rami hanno iniziato rapidi a cadere sotto i colpi delle affilate catene.

Vedi le interviste




Risorse dalla dismissione della centrale nucleare di Caorso (Pc): saranno destinate a interventi green lungo il Po

Un accordo tra Regione Emilia-Romagna e Sogin (la società che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi) per dare una prima attuazione ai progetti definiti nell’ambito del “Contratto di Fiume Media Valle del Po”.

È stata firmata stamattina, a Bologna, l’intesa che rappresenta il primo passo per destinare risorse derivanti dalla dismissione della centrale nucleare di Caorso a interventi di riqualificazione e riequilibrio ambientale nei territori che si affacciano lungo il Grande fiume, in provincia di Piacenza.

Si tratta in tutto di 10 comuni, da Castel San Giovanni a Villanova d’Arda, che nei prossimi mesi saranno chiamati a definire le modalità di impiego delle risorse e le priorità di finanziamento attraverso uno specifico percorso di partecipazione.

L’accordo, siglato dalla presidente della Regione e dall’amministratore delegato di Sogin, Gian Luca Artizzu, è frutto delle previsioni normative che consentono alle Regioni in cui si trovano siti nucleari in dismissione di promuovere intese per individuare e attuare misure di compensazione e riequilibrio ambientale.

Nell’ambito del Tavolo della Trasparenza della Centrale di Caorso, la scelta condivisa già nel 2023 è stata quella di utilizzare i fondi disponibili proprio per valorizzare il corridoio ecologico del Po e sviluppare un progetto organico di attrattività del territorio fluviale. All’accordo seguirà un protocollo attuativo, condiviso con tutte le istituzioni coinvolte, per disciplinare gli ambiti di intervento, i rispettivi compiti e l’importo economico per realizzare le misure che saranno definite.

Il Contratto di Fiume Media Valle del Po

Un vero e proprio patto di collaborazione tra enti e soggetti diversi, per tutelare, promuovere e valorizzare quel tratto del “Grande Fiume” che attraversa il piacentino, il cremonese e il lodigiano. È il “Contratto di Fiume Media Valle del Po”, il primo in Italia che vede il coinvolgimento di due Regioni, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, e interessa 34 comuni sulle sponde lombarde ed emiliane, tra cui 10 nel territorio piacentino: Castel San Giovanni, Sarmato, Rottofreno, Calendasco, Piacenza, Caorso, Castelvetro Piacentino, Monticelli d’Ongina, San Pietro in Cerro e Villanova d’Arda. E ancora: l’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, l’Aipo, tre Consorzi di Bonifica e due Società di gestione dell’acqua. Fulcro dell’accordo, frutto di un lungo processo partecipativo, è il Programma d’azione, una raccolta di 94 proposte territoriali riconducibili a tre ambiti tematici: qualità e sicurezza del Po, tutela e uso sostenibile del territorio fluviale, promozione e valorizzazione turistica.




Emergenza smog, scattano le limitazioni aggiuntive anche a Piacenza

Scatta anche a Piacenza, così come nelle altre province della regione Emilia-Romagna, l’emergenza legata al superamento dei livelli di Pm10 in base all’odierno bollettino di previsione e controllo emesso da Arpae.

Martedì 5 e mercoledì 6 novembre, pertanto, si estendono anche ai mezzi diesel Euro 5 le consuete restrizioni al traffico veicolare già in atto, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30, per le tipologie di mezzi più inquinanti.

Si attivano inoltre le misure emergenziali relative al divieto di uso di biomasse per il riscaldamento domestico (in presenza di impianto alternativo) con classe di prestazione energetica ed emissiva inferiore a 4 stelle, nonché il divieto di spandimento di liquami zootecnici senza tecniche ecosostenibili.

Restano in vigore, come già previsto stabilmente sino al 31 marzo 2025: lo stop ad abbruciamenti di residui vegetali (salvo deroghe), il divieto di qualsiasi tipologia di combustione all’aperto a scopo di intrattenimento, quali falò tradizionali o fuochi d’artificio (ad eccezione dei barbecue) e lo stop a camini aperti e impianti a biomassa legnosa di classe inferiore a 3 stelle per il riscaldamento domestico, nel caso in cui sia presente un sistema alternativo.

Si ricorda, infine, per tutto il periodo della stagione termica, l’obbligo di mantenimento delle temperature fino a un massimo di 19° C nelle case, negli uffici, nei luoghi per le attività ricreative associative o di culto e nelle attività commerciali, scendendo a 17° C nei luoghi sede di attività industriali ed artigianali. Sono esclusi da queste indicazioni gli ospedali e le case di cura, le scuole ed le strutture che ospitano attività sportive.




Cancro colorato del platano. Saranno abbattute due piante sul Facsal

Dovranno essere abbattuti lunedì 28 ottobre, sul Pubblico Passeggio, due esemplari di platano – censiti con i numeri 634 e 635 – a seguito del rinvenimento dell’agente patogeno Ceatocystis Platani. Lo dispone una determinazione della Regione Emilia Romagna, che ha condotto il monitoraggio sul nostro territorio con la preziosa collaborazione del Servizio Fitostanitario provinciale, dando mandato al Comune di Piacenza di attuare il provvedimento.

Il fungo, portatore del cancro colorato del platano, è oggetto di particolare attenzione e di misure emergenziali di contenimento specificate nel Decreto ministeriale emanato il 29 febbraio 2012 (con successive integrazioni e modifiche nel 2015), che impone l’abbattimento non solo dell’albero n. 634, risultato positivo all’agente in questione, ma anche l’esemplare adiacente n. 635, dal momento che la nostra città si colloca in un’area, quella della Pianura Padana, registrata come focolaio di questa patologia altamente infettiva e, con un decorso molto rapido, potenzialmente letale per la vegetazione che ne viene colpita.

Il provvedimento regionale ricorda inoltre il divieto di effettuare potature, abbattimenti e interventi sugli apparati radicali dei platani senza l’autorizzazione del Settore Fitosanitario – salvo urgenze legate a ragioni di sicurezza – e che nelle aree delimitate non è possibile impiantare alberi della stessa specie, con la sola eccezione della varietà resistente al cancro colorato, “Vallis Clausa”, di cui 10 nuovi esemplari saranno messi a dimora lungo il Facsal e altri due in via Tramello.




Tutto resta come prima. L’incontro fra sindaco e associazioni su piazza Cittadella non cambia le carte in tavola

All’indomani del comunicato stampa diffuso dal sindaco Katia Tarasconi sull’incontro tenutosi  cone le associazioni che stanno lottando per la salvezza dei 15 alberi di piazza Cittadella le stesse Legambiente, FATe, Italia Nostra, Archistorica, Laboratorio Popolare, Attac e i cittadini firmatari del ricorso forniscono la propri visione del faccia a faccia avuto con l’amministrazione che sostanzialmente vede ciascuno dei “contendenti” fermop sulle proprie posizioni.

“Come era facilmente prevedibile l’incontro non ha cambiato minimamente le divergenti posizioni tra i soggetti a confronto ma è stata un’occasione, l’unica dall’inizio del mandato, per ribadire direttamente alla Sindaca le motivazioni che sono alla base della contrarietà sia all’abbattimento delle alberature, sia alla costruzione del parcheggio interrato. Se ci fosse stato maggiore ascolto, verso le associazioni e i cittadini, riconosciuti dalla stessa Sindaca quali “consapevoli e informati”, probabilmente non saremmo arrivati a questo punto e soluzioni ben più vantaggiose per la città si sarebbero potute trovare.

Le motivazioni esposte si sono concentrate su questioni ambientali (taglio delle piante, inquinamento atmosferico, isole di calore, mobilità non sostenibile), di tutela della piazza storica, di  rischio archeologico, ecc.; il tutto gravato dalla cappa dell’eccessiva onerosità del progetto, tra l’altro, in presenza oggi di alternative possibili e a minor costo. Costi che la Sindaca ha rilevato non essere a carico dei cittadini ma dei soli fruitori delle strisce blu, come se chi usufruisce e paga le strisce blu non fossero cittadini.

La durata dell’incontro, due ore e mezza, ha dimostrato la ricchezza delle argomentazioni illustrate, che non è possibile condensare in poche righe.

Certamente abbiamo sottolineato che i lavori di scavo (una nostra stima per difetto prevede 3.000 viaggi di camion per il trasporto della terra scavata, circa 1.000 ore di lavoro di escavatore, 500 viaggi di betoniere, ecc.) determinerebbero un inquinamento insostenibile per i residenti e per gli allievi della scuola Mazzini e delle scuole limitrofe. Inquinamento, disagio per rumori e vibrazioni, che durerebbero anni, a causa delle probabili interruzioni dei lavori dovuti. Disagi e costi che non sono stati per nulla valutati per la mancata applicazione della necessaria verifica di assoggettabilità e della conseguente possibile valutazione di impatto ambientale.

Si è inoltre ribadito che il contratto del 2012 poteva in più occasioni essere rescisso, per inadempienze procedurali più volte evidenziate in Consiglio Comunale. Anche rispetto al mancato accertamento della condizione di bancabilità è stato risposto che la responsabilità compete ai tecnici che l’avrebbero verificata. Risposta piuttosto burocratica, che scarica le responsabilità, per niente rassicurante.

Come per niente rassicurante è risultata la risposta circa le preoccupazioni in merito al rischio archeologico: “la Soprintendenza ha approvato il progetto” – è stato detto – assicurando di aver condotto anche indagini tramite georadar, di cui fin qui non era mai stata data alcuna evidenza e di cui l’amministrazione stessa – a detta dell’assessora all’urbanistica –  non è in possesso di documentazione.

Vi è in sostanza un ribaltamento del concetto di interesse pubblico. Per l’Amministrazione tale interesse è di carattere squisitamente economico, sta nell’evitare le penali (eventuali) per la rescissione del contratto, che da tutti è stato definito eufemisticamente “mal concepito”, per non dire capestro. Contratto le cui condizioni non sarebbero più approvate oggi, anche secondo la pubblica ammissione di alcuni consiglieri di maggioranza. Per noi invece l’interesse pubblico prioritario è la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, soprattutto in un contesto climatico cambiato; evitare l’attrazione di ulteriore traffico nel centro storico; evitare il rischio archeologico e accedere a una riqualificazione delle due piazze con un progetto unitario e coerente ai vincoli storici presenti. Noi per primi siamo contrari al degrado e desideriamo una piazza bella e accogliente; affermare il contrario è pura mistificazione.

Spiace aver dovuto infine costatare che la Sindaca non abbia nemmeno voluto concedere un gesto di attenzione verso i cittadini che hanno dato vita alla mobilitazione e al presidio attuale, favorendo quantomeno la sospensione dei lavori nel cantiere di Piazza Cittadella, in attesa dell’udienza in Tribunale del 28 ottobre prossimo. Un gesto che avrebbe rasserenato gli animi e che avrebbe allontanato il dubbio di malcelato risentimento nei confronti dei manifestanti. Lavori che – nel caso di mancato accoglimento del reclamo – risulterebbero peraltro inutili e un costo ingiustificato per la collettività, attesa la irrealizzabilità del progetto approvato a causa dell’impedimento di abbattere le piante. Dubitiamo che un accordo con la ditta non si sarebbe potuto trovare.

Così come non si è voluta nemmeno accettare la proposta di acquisire l’ex autosilo di via X giugno per destinarlo a parcheggio pubblico, mediante soluzioni da valutare, fra cui il finanziamento nell’ambito del bando periferie o una rinegoziazione del contratto con Piacenza Parcheggi. Si è richiesto di introdurre comunque una variante urbanistica sull’edificio da zona residenziale a parcheggio pubblico, per ragioni di pubblica utilità.

Rimane il rammarico di un’occasione persa per una vera apertura di dialogo, a cui questa l’amministrazione non è evidentemente abituata, preferendo il decisionismo, a dispetto della partecipazione. La disponibilità a concedere spazi di confronto sulle dotazioni superficiali della Piazza futura (magari qualche piantina in più in contenitori di cemento), ci sembra una proposta tardiva e inadeguata. Nessuna possibile compensazione ci ripagherà dell’abbattimento dei 15 alberi monumentali e della ex-autostazione degli autobus, e del traffico di auto in centro storico per sempre. Per quanto la si decori, una torta con panna rancida è comunque immangiabile.




Il sindaco Tarasconi incontra le associazioni di piazza Cittadella (senza la stampa)

Alcuni rappresentanti di Italia Nostra (sezione di Piacenza), FATe, Archistorica, Laboratorio Popolare per la Cultura e per l’Arte, Legambiente Piacenza, Attac Piacenza e dei cittadini firmatari del ricorso per impedire l’abbattimento delle piante di piazza Cittadella, si sono incontrati questa mattina con il sindaco Katia Tarasconi e con gli assessori Bongiorni, Fantini, Groppelli per confrontarsi sul destino di questa parte di città su cui si affaccia palazzo Farnese.

Ci sarebbe piaciuto raccontarvi in maniera puntuale di cosa si è parlato ma purtroppo non solo l’incontro non è stato proposto in streaming (come avevano richiesto le associazioni) ma è stato anche deciso di non ammettere la stampa. Nonostante il sindaco nel suo comunicato parli di “dovere inderogabile di trasparenza e correttezza nella gestione amministrativa” lasciando fuori i giornalisti dall’aula si è persa un’occasione per mettere in pratica tale proclamata trasparenza su una delle vicende più discusse della vita politica cittadina degli ultimi trent’anni.

Per sapere, almeno in parte, ciò che è stato discusso vi lasciamo dunque alla lettura del comunicato stampa che, mai come in questa occasione, si può davvero definire una “velina di Palazzo”.

“Ogni occasione di dialogo è preziosa e ha una valenza positiva, indipendentemente dal fatto che le parti a confronto trovino un punto di vista univoco o mantengano ciascuna la propria posizione”. Il sindaco Katia Tarasconi commenta così l’incontro tenutosi stamani in Municipio con una delegazione di associazioni, in merito al progetto di riqualificazione di piazza Cittadella, sottolineando che “sarebbe riduttivo sintetizzare il tutto nella dicotomia tra chi è a favore e chi è contro la realizzazione del parcheggio interrato. Il tema va visto in una prospettiva ben più ampia: quella della tutela della salute pubblica e dell’ambiente, della mobilità dolce, della valorizzazione di un contesto storico e monumentale oggi in condizioni di degrado. Questi sono i punti chiave di un percorso di rigenerazione urbana che avrebbe meritato maggior condivisione e continuità anche dal punto di vista comunicativo, in questi 12 anni: ce ne siamo resi conto oggi, approfondendo l’analisi del progetto con una componente della cittadinanza molto consapevole e informata, ma non in possesso di tutti gli elementi progettuali”.

“Per questo – prosegue il sindaco, affiancata stamani dagli assessori Matteo Bongiorni, Adriana Fantini e Serena Groppelli – ci siamo impegnati a fornire alle associazioni la documentazione relativa alle precedenti indagini archeologiche sull’area in questione, ribadendo con convinzione anche la massima disponibilità dell’Amministrazione, qualora la sentenza del prossimo 28 ottobre autorizzi la prosecuzione del cantiere, a riconsiderare insieme il progetto di riqualificazione di superficie di piazza Cittadella, per apportare tutte le migliorie che si possano inserire, anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale, su un piano che è ormai ultradecennale e come tale può essere evidentemente oggetto di nuove riflessioni”.

“Ringrazio la delegazione che ha partecipato questa mattina – conclude Tarasconi – portando una prospettiva che abbiamo ascoltato con la massima attenzione, pur restando fermi nelle rispettive posizioni. C’è, per quanto ci riguarda, un tema di responsabilità istituzionale da cui non possiamo prescindere nel valutare l’interesse pubblico del progetto, ed è quello di non esporre le risorse dell’ente, ovvero della comunità piacentina, a un danno economico derivante dal mancato rispetto delle procedure e delle norme contrattuali. Posso comprendere che questo aspetto non risulti così rilevante dall’esterno, ma per il Comune rappresenta un dovere inderogabile di trasparenza e correttezza nella gestione amministrativa, che del resto è stato considerato tale da tutte le Amministrazioni, anche di colore politico diverso, che si sono susseguite in questi anni. Ciò detto, in attesa dell’udienza della settimana prossima, sottolineo l’importanza di un confronto civile e aperto come quello che abbiamo potuto avere questa mattina”.




Il Po supera la soglia dei 5.40 metri: chiusa via Nino Bixio

Via Nino Bixio è chiusa al traffico dalle 8.30 di questa mattina (nel tratto dalla rotonda sotto il ponte ferroviario alle Società Canottieri), a seguito di un sopralluogo di verifica del livello del Po effettuato stamani alle 7.30 da una pattuglia, su disposizione della Protezione Civile. Al raggiungimento della soglia idrometrica di 5.40 metri è stata disposta la chiusura della strada.

Aipo (Agenzia Interegionale iume Po) informa che “Le intense precipitazioni in corso e previste potranno generare apporti degli affluenti all’onda di piena del fiume Po, che ha transitato nelle scorse ore nel tratto più occidentale e il cui colmo è previsto nel corso della notte a Piacenza con valori che supereranno la soglia 2 di criticità (moderata, colore arancione) e a Cremona nella giornata di domani con valori superiori alla soglia 1 (ordinaria, colore giallo). Sulla base delle stime attuali, si prevede che la piena superi la soglia 2 di criticità (colore arancione) nell’arco delle prossime 36 ore nel tratto tra Casalmaggiore a la foce. E’ attivo il monitoraggio del servizio di piena centrale AIPo e degli uffici territoriali dell’Agenzia, in coordinamento con i sistemi regionali e locali di protezione civile. La piena interesserà diverse aree golenali ed è raccomandata prudenza nelle aree vicine al fiume e nelle attività di navigazione. Il personale AIPo degli Uffici territoriali Emiliani è in costante attività sui corsi d’acqua di competenza dell’Agenzia per il monitoraggio sulle opere idrauliche e eventuali interventi di somma urgenza”.