Oltre diecimila visitatori per la mostra “Prospero Cravedi – Tempi e volti di una comunità”

È di oltre diecimila persone il bilancio finale dei visitatori alla mostra Prospero Cravedi – Tempi e volti di una comunità, allestita da settembre e fino a domenica scorsa negli spazi dell’ex convento Santa Chiara sullo Stradone Farnese.

Evento finale delle iniziative volute dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano per celebrare i suoi primi trent’anni, che dal maggio scorso si sono susseguite nel cartellone Le Notti di Santa Chiara, la mostra di Cravedi ha incuriosito, divertito e anche un po’ commosso una città che in quelle immagini in bianco e nero si è riconosciuta.

Curata dal professor Paolo Barbaro, docente dell’Università di Parma, Tempi e volti di una comunità ha proposto duecento scatti realizzati tra gli anni ‘50 e i ‘70. Un racconto fotografico appassionato di un pezzo importante della storia piacentina, italiana, ma soprattutto di un’idea di umanità senza confini:  lo sport, la città e il territorio, le piazze e l’impegno civile, il Po e l’Africa, i ritratti femminili, i volti celebri. Immagini che hanno preso corpo e voce, nella saletta a fianco del percorso espositivo, grazie ad una serie di incontri collaterali con i protagonisti e i testimoni di quegli anni.

Per la sua capacità di raccontare la storia locale, intercettando i temi sociali e politici nazionali e internazionali (il costume, gli stili di vita, gli anni di contestazione) la mostra ha saputo coinvolgere anche le generazioni più giovani, anche grazie ad una nutrita partecipazione degli istituti scolastici di ogni ordine e grado: per gli studenti è stata uno strumento per confrontarsi con la storia recente di Piacenza, ma anche con un modo di creare immagini assai distante da quello digitale di oggi.

Cravedi, scomparso nel 2015, ha lasciato un archivio sterminato di oltre un milione di negativi, frutto di una vita di lavoro. Questa appena chiusa in Santa Chiara rappresenta solo la prima delle iniziative, rivolte al grande pubblico, pensate per ripercorrerne l’attività.

 

 

 

 




Omnia Rugby. I risultati delle giovanili

U17 – Rugby Carpi-Omnia Rugby 7-85

Molto soddisfatto l’intero staff tecnico, non solo per il risultato ma per quello che hanno dimostrato i ragazzi in campo. “Hanno giocato con un ritmo elevato e in collettivo per tutto l’arco della partita”, commenta coach Franchi, “non hanno cercato troppe individualità, il sostegno è stato sempre presente e sono riusciti a giocare con continuità dirette senza andare troppe volte a terra, gestendo palloni veloci nei punti di incontro. Ovviamente se vogliamo crescere dobbiamo migliorare alcuni aspetti, per esempio l’organizzazione e una maggior precisione in mischia e in touche. Altro aspetto da curare è il gioco al piede, quasi sempre fine a se stesso ed eseguito senza la concreta finalità di essere recuperato e, solo grazie ai numerosi errori dell’avversario, si sono trasformati in azioni per noi poi favorevoli, situazioni che, di fronte ad avversari più attrezzati, sarebbero decisamente più pericolose da gestire. Un altro aspetto su cui ci si concentrerà nei prossimi allenamenti ma che non desta al momento particolari preoccupazioni, è quello mentale: a risultato ormai acquisito, i ragazzi si sono concessi qualche distrazione e un po’ di leggerezza nelle fasi difensive quando invece era stato chiesto loro di essere precisi e determinati per tutto l’arco della partita”. Nota negativa l’infortunio di Pedretti a cui però, dopo gli accertamenti medici, è stata diagnosticata solo una forte distorsione della caviglia recuperabile con 15-20 giorni di riposo.

Omnia: Guglieri, Roda, Aspesi, Molinari (Cap), Borasio, Ravilli, Lucchese, Badagnani, Mincev, Mariani, Papa, Antozzi, Turion, Gabrieli, Belleri; entrati: Santelli, Sesenna, Essien, Dene, Zibra, Tassoni, Pedretti.
Marcature Omnia: 3 mt Roda, 3 mt Mariani, 2 mt Ravilli, 2 mt Dene, 1 mt Essien, 1 mt Tassoni, 1 mt Lucchese; 10 tr Ravilli.

U15 – Omnia Rugby- Bologna (17-7 primo tempo) finale 36-21.

Buona prestazione dei giovani dell’Omnia a Formigine dove si impongono, soprattutto fisicamente, al giovane Bologna. Soddisfatto l’allenatore Ravilli che commenta: “la squadra ancora una volta dimostra progressi e miglioramenti sotto molti punti di vista. Se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, il rispetto del regolamento è forse il punto principale su cui lavorare già dai prossimi giorni”.

Omnia: Marlieri, Meggiolaro, Casu, Magnani, Casalini, Esposito, Zazzali, Ravilli, Gemmi, Pop Vasilev, Pradelli, Turion, Antoniotti, Benedetti, Khadiri, Rizzi, Malvicini, De Simone.
Marcature Omnia: Antoniotti 2, Esposito 2, Benedetti 1, Zazzali 1; trasformazioni Ravilli 3.

 




Raffica di denunce per guida in stato di ebbrezza

I carabinieri del Comando Provinciale di Piacenza hanno effettuato un servizio coordinato di controllo del territorio: sono stati implementati i servizi di pattuglia con ripetuti posti di controllo.

I carabinieri della Stazione di Rivergaro hanno denunciato per rifiuto di effettuare l’alcool test un’automobilista 50enne  fermato sulla statale 45 mentre era alla guida della propria autovettura, in evidente stato di ebbrezza alcolica. Gli è stata ritirata la patente di guida e l’autovettura è stata sequestrata.

A Pontenure, l’equipaggio del Radiomobile di Piacenza, ha denunciato una giovane 20enne per guida senza patente ed in stato di ebbrezza. I militari hanno accertato che la giovane aveva perso il controllo del proprio veicolo ed era andata a sbattere contro il muro di cinta di un’abitazione. E’ risultata positiva al test con l’etilometro.

Stessa sorte è toccata ad altra automobilista di 44 anni che in Morfasso alla guida della propria auto ha perso il controllo del veicolo ed è uscita di strada. La donna alla guida aveva un tasso alcolico più di tre volte oltre il limite consentito e per questo le è stata ritirata la patente, è stata sequestrata l’auto ed è stata denunciata per guida in stato di ebbrezza.

Durante un posto di controllo, i militari del Radiomobile di Fiorenzuola d’Arda, hanno fermato ad Alseno un automobilista straniero alla guida della propria autovettura. Sottoposto a controllo con etilometro, ha evidenziato un tasso alcolemico pari a 2,80 g/l e quindi gli è stata ritirata subito la patente di guida e sequestra l’autovettura ai fini della confisca. Inoltre, nel corso della perquisizione, è stato rinvenuto nel vano porta oggetti dell’auto un coltello a serramanico della lunghezza di circa 20 cm che è stato sequestrato. L’uomo è stato quindi denunciato anche per porto di armi od oggetti atti ad offendere.

Nell’ambito dei controlli eseguiti nei luoghi di aggregazione giovanile, nei centri cittadini e nelle zone isolate le pattuglie dei carabinieri delle stazioni di San Nicolò a Trebbia, Carpaneto Piacentino e Gropparello hanno segnalato alla prefettura 4 giovani quali assuntori di droga.  A San Nicolò a Trebbia presso i giardini pubblici, a Fiorenzuola d’Arda nella centralissima via Garibaldi e nella piazza Mercato ed infine in via Roma a Carpaneto Piacentino, le pattuglie dei carabinieri hanno infatti fermato e controllato 4 giovani di 18, 27, 21 e 23 anni che sono stati trovati in possesso di modiche quantità di hashish.




Cinquantenne arrestato dai carabinieri. Deve scontare sei anni per bancarotta

I carabinieri del Reparto Operativo di Piacenza, in esecuzione di un provvedimento di carcerazione emesso dal Tribunale di Piacenza, hanno arrestato e condotto in carcere un 50enne  che doveva espiare una pena complessiva di oltre 6 anni (6 anni 3 mesi e 20 giorni)  per bancarotta fraudolenta in concorso, danneggiamento fraudolento, falsità materiale e falsità ideologica in concorso, commessi a Piacenza e provincia tra il mese di dicembre 2005 e il dicembre 2012.

I militari del Reparto Operativo dopo alcuni giorni hanno rintracciato il 50enne in un capannone dismesso in Piacenza. L’uomo titolare di una ditta di trasporti, aveva residenza anagrafica fuori regione ma da diverso tempo viveva stabilmente nella nostra provincia. Non abitava più insieme ai suoi familiari più stretti e non tornava mai presso la sua dimora. Così i carabinieri del Reparto Operativo hanno monitorato i movimenti di un familiare e sono riusciti ad individuare l’uomo nel  capannone. Lo hanno fermato e condotto in caserma e dopo le formalità di rito lo hanno portato al carcere delle “Novate” a disposizione dell’autorità giudiziaria.




Acquisti ai tempi delle crisi

Nel 2022 i costi per la spesa delle famiglie italiane sono aumentati del 5,4% rispetto al 2021. Alla pandemia Covid-19 si è aggiunto lo scoppio della guerra in Ucraina, che ha causato e rischia di causare ancora pesanti rincari in bolletta e su beni di prima necessità.

Dall’aumento del costo del petrolio (+ 1200%), alle quotazioni del grano aumentate del 9%, le possibili misure correttive occupano da tempo le prime pagine dei giornali e dei tg.

Ogni crisi ha le sue conseguenze, che spesso pesano sui consumatori: l’inflazione, ad esempio, è passata dal- 0,5% nel 2020, in piena crisi pandemica, al +8,4% nello stesso periodo del 2022.

Come riportato nell’infografica “Acquisti ai tempi delle crisi”, in un contesto che rischia di pesare sulle famiglie e sulle fasce più deboli della popolazione, Bennet ha ideato l’iniziativa “Giù il prezzo”. Con una linea di oltre 300 prodotti di uso comune a prezzi vantaggiosi, l’obiettivo è supportare i consumatori nella spesa di tutti i giorni grazie ad un carrello consapevole e contrastare il carovita.

Per contrastare le conseguenze delle crisi, iI mercato dovrà necessariamente sfruttare ancor di più e-commerce (già con un segno + del 14%, con un giro d’affari di 45 miliardi nel 2022) e aumentare la fetta di utenti che acquistano online (+9,6 milioni), in modo da ridurre sempre più la distanza con l’acquirente e comunicare al meglio proposte e offerte in corso.




Bluenergy Daiko Volley Piacenza. Domani alle 18.00 a Praga ritorno dei sedicesimi di finale di Cev Volleyball Cup

Dopo aver vinto la gara di andata senza lasciare set agli avversari, Bluenergy Daiko Volley Piacenza domani, martedì 15 novembre, alle 18.00 affronterà all’Arena Sparta Podvinny Mlyn di Praga, la VK Lvi Praga nella gara di ritorno dei sedicesimi di finale della Cev Volleyball Cup. Ai biancorossi sarà sufficiente vincere due set per essere promossi agli ottavi di finale. In caso di vittoria di Praga per 3-0 o 3-1 verrà giocato il golden set.

La squadra è partita nella mattinata di oggi per Praga, non hanno preso parte alla trasferta Robertlandy Simon e Fabrizio Gironi rimasti a Piacenza per piccoli problemi fisici.

La Cev Volleyball Cup è per importanza la seconda competizione annuale europea per club, sono 39 le squadre partecipanti qualificate dai rispettivi campionati secondo la classifica CEV European Cups delle rispettive federazioni nazionali. Il torneo è stato lanciato nel 1972 con il nome di Coppa delle Coppe. Nel 2000 è stata trasformata in Top Teams Cup prima di ottenere l’attuale nome CEV Cup nel 2007.

La società della presidente Elisabetta Curti è alla sua prima partecipazione in una competizione europea, diritto conquistato vincendo la scorsa stagione i Play Off 5° posto che assegnavano un posto in Volleyball Challenge Cup, poi la Cev ha promosso il club biancorosso in Cev Volleyball Cup.

Roamy Alonso (Bluenergy Daiko Volley Piacenza): “Sappiamo bene che ogni partita ha delle insidie e per questo andiamo a Praga con la consapevolezza che non sarà una passeggiata. Ci aspetta una gara difficile anche perché rispetto all’andata i nostri avversati potranno contare sull’apporto del proprio pubblico. Noi siamo pronti e vogliamo andare avanti nella manifestazione”.

L’avversario: VK Lvi Praga

La formazione ceca attualmente è sesta in classifica in Extraliga, il campionato ceco dopo la sconfitta subita in trasferta nell’ultimo turno ed undicesimo di campionato con il Liberec: 3-1 (25-12, 25-22, 23-25, 25-18). Da questa stagione la formazione ceca è allenata da Juan Manuel Barrial, cinquantacinquenne tecnico argentino con passaporto italiano e un passato da giocatore anche in Italia.

“Non sarà facile – ha sottolineato il tecnico del VK Lvi Praga – affrontare Piacenza che già nella ara di andata ha fatto vedere buona parte del suo potenziale. Proveremo a dare il meglio di noi, ci aspettiamo un palazzetto pieno perché ogni appassionato di volley sa che tipo di giocatori ha Piacenza, campioni del mondo, campioni olimpico e altri super giocatori. Cercheremo di stare al loro passo e sorprenderli”.




L’artista piacentina Alessandra Chiappini in mostra a Milano

Per Alessandra Chiappini, artista visiva nata a Piacenza nel 1971, profondamente legata ai boschi della sua terra, dal Monte Capra e dalla Pietra Parcellara alle cime del Penice, Lesima e Alfeo, la natura è da sempre lo spunto per una profonda ricerca pittorica intuitiva, di forme, volumi, colori.

Una natura dove immergersi e rigenerarsi e che, quando trasforma in pittura, ama renderla pura emozione raffigurando la struttura profonda dei paesaggi che la circondano.

La sua ultima mostra, “Il pensiero del vento”, a cura di Roberto Borghi e in programma dal 15 novembre al 7 dicembre 2022 presso lo Spazio d’Arte Scoglio di Quarto di Milano, a pochi passi dalla Darsena, nasce dopo aver partecipato a una residenza d’artista sulla costa atlantica dell’Irlanda del sud, vicino alle isole Skellig, patrimonio dell’Unesco dal prezioso habitat naturale, e le sue tele riportano lo Skyline di quelle vette ripide e aguzze e di paesaggi senza tempo dove ancora i ritmi della vita sono in armonia con quelli della natura.

“Un’esperienza intensa, avvolta da una natura potente, di vento, pascoli e cieli striati, di onde che si infrangevano sulla scogliera, sapendo che ogni tanto una balena passava lì davanti, che oltre la collina c’era un menhir millenario e vicino alla spiaggia un pozzo sacro d’epoca pagana”, sottolinea Alessandra Chiappini.

Un vissuto e un visto che è stato riversato sulla tela liberando la mano e il gesto per un’interpretazione emozionale capace di andare oltre il visibile.

Le quindici opere esposte a Milano sono un racconto dettagliato di tutto questo, un lavoro di sintesi quasi astratto, dove il paesaggio è ridotto a pochi, densi tratti riassuntivi, dove il nero, a volte accennato altre invadente, altre ancora lacerante, determina in maniera forte gli spazi sulla tela, circondato da toni tenui che ne esaltano la presenza scenica.

La raffinata poetica pittorica di Alessandra Chiappini, che ha esposto in numerose collettive e personali in Italia e all’estero (in particolare Giappone, Stati Unti, Canada, Germania e Austria), cerca di raggiungere la forza più interna della realtà, quel “nascosto” che unisce macrocosmo e microcosmo. Non è un caso che i titoli delle opere, così come quello della mostra, sono ripresi dai versi del poeta Wallance Stevens, uno dei giganti del Novecento americano, capace di vertiginose riflessioni sul rapporto tra uomo e natura.

“Le opere di Alessandra Chiappini sono in sintonia con la poetica di Stevens nella misura in cui nascono da un’attrazione totalizzante verso il mondo naturale” – precisa Roberto Borghi – “È come se l’immersione nel ciclo vitale richiedesse all’artista una sorta di trance, di ‘spossessamento’ di sé, di cui le opere, pervase da un vento interno che ne scompiglia l’assetto, rendono testimonianza”.

Nell’arte di Alessandra Chiappini non ci sono divagazioni illustrative. L’artista non vuole riportare quello che i suoi occhi hanno visto ma quello che la sua anima ha sentito, e lo fa con pennellate veloci e intense, permettendo così alla pittura di seguire l’inconscio e arrivare subito, in maniera sorprendentemente efficace e drammatica.

L’esigenza interiore di abbracciare spazi più grandi spinge l’artista ad affidarsi a una pittura di impulso e gesto che aiuta la natura ad esprimersi in tutta la sua forza e grandezza: un’interpretazione dell’atto artistico che le fa scegliere – come “tele” sulle quali dipingere – vecchi teloni consunti in pvc di camion dismessi che recupera tagliandoli a strisce di oltre un metro e mezzo e appendendoli direttamente in parete con due semplici chiodi. Una scelta non casuale che per l’artista significa incorporare nell’opera un trascorso e un vissuto intangibile ma percepibile.

Un supporto col quale Alessandra Chiappini si sente a suo agio e sul quale interviene, incorporando sulla tela altri materiali come resti di vecchie stoffe, con stucco e colori acrilici a toni bassi – prevalentemente bianco avorio, grigi, poche macchie di colore e nero – stesi a spatola così da esaltarne la fisicità, per uno stile essenziale, quasi sussurrato, a ribadire una volta di più il bisogno di narrare il percepito della natura nella sua più intima e succosa sostanza.

Alessandra Chiappini

Nata a Piacenza nel 1971 si è diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera con Paolo Baratella con una tesi filosofico-mitologica su Dioniso diventata poi oggetto di alcune pubblicazioni. Ha approfondito la sua formazione con soggiorni di studio a Digione, Venezia, Londra (UAL St.Martin’s) e Barcellona.

Nel corso degli anni è approdata ad una pittura che si genera per coagulazioni di ricordi e di archetipi destinati a ricreare immagini istantanee della vastità e luminosità del paesaggio, in forma materica e tendente all’astrazione.

Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero.




Le congratulazioni del sindaco alla scuderia AF Corse, ancora una volta ai vertici mondiali

Anche la sindaca Katia Tarasconi e l’assessore allo Sport Mario Dadati partecipano all’entusiasmo per il titolo mondiale di AF Corse nel Fia World Endurance Championship, grazie al successo del team Ferrari nella “8 ore del Bahrain” che ha rappresentato la tappa finale di una stagione vincente.

“Un ulteriore, prestigioso traguardo nel palmarès della scuderia piacentina – sottolineano gli amministratori comunali – che si aggiunge al trionfo nel mondiale riservato alla categoria Pro/Am e segna, ancora una volta, l’eccellenza del binomio tra AF Corse e Ferrari. Un successo costruito nel segno della passione, dell’esperienza e di altissimi livelli di competenza, con grande orgoglio per Piacenza”.




Scherma. Doppietta del Pettorelli ai campionati Under 14

Il Pettorelli si impone a Bologna. Sono piacentine le due prime posizioni del podio della prima prova regionale del Gran premio giovanissimi, prova di qualificazione ai campionati italiani Under 14, che si è svolto sabato e domenica a Bologna. La piazza d’oro della categoria Allievi è andata a Andrea Bossalini che, in un assalto “fratricida”, ha superato di una stoccata (15-14) il compagno del Pettorelli, Valentino Monaco. Nella prova regionale, si segnala un altro atleta biancorosso approdato alla finale nei primi otto, Gabriele Guglielmetti (categoria Maschietti), alla sua prima gara in pedana.

Il presidente del Pettorelli, Alessandro Bossalini, si è detto “molto orgoglioso dei due Allievi per ciò che hanno fatto. Danno continuità ai risultati dell’anno precedente grazie all’impegno negli allenamenti e alla passione. Sono contento per Valentino che si riconferma, ma soprattutto per Andrea perché nel 2021 è stato fermo e partecipato a poche gare. Mantenersi ai vertici è segno di un lavoro strutturato e importante di tutto lo staff del Pettorelli. Da segnalare anche l’ottima prova di Guglielmetti arrivato in finale nella sua gara di esordio. Il campionato U14 comincia bene, e poi arrivare 1° e 2° non è così scontato”.

A seguire gli atleti a bordo pedana, lo staff tecnico composto da Francesco Monaco, Cesare Masina, Milly Polidoro e Amedeo Polledri.

Nutrito il gruppo di spadisti e spadiste del Pettorelli che è sceso in pedana: buone le prove delle Giovanissime Giada Di Lorenzo (13) e Benedetta Danese (14). Nella stessa categoria in gara anche Linda Bertuzzi, Ester Chappa e Agata Verani. Nei Giovanissimi  in pedana anche Yuri Barilli. Negli Allievi, hanno tirato anche Luca Mattiello e Riccardo Morini, mentre nelle Ragazze/Allieve Emma Gagliardi, Gilda Barilli e Ludovica Nigra.

Foto: da sinistra Monaco, Guglielmetti e Bossalini

 




Al via mercoledì 16 gli incontri della presidente Patelli con presidi piacentini

Inizierà mercoledì 16 novembre – con le due tappe al “Gioia” e al “Romagnosi” di Piacenza – la serie di appuntamenti con cui Monica Patelli, presidente della Provincia, incontrerà i dirigenti delle scuole ubicate negli edifici di proprietà dell’ente di Corso Garibaldi.

L’obiettivo dell’iniziativa è rafforzare gli aspetti relativi alla comunicazione e alla collaborazione con i diversi istituti del territorio, in relazione alle competenze proprie della Provincia.

La presidente Patelli sarà accompagnata dalla vicepresidente con delega a Edilizia scolastica, istruzione e diritto allo studio Patrizia Calza, dalla dirigente del servizio Istruzione e formazione Annamaria Olati e dal dirigente del servizio Edilizia e Servizi tecnologici, Programmazione dei Lavori Pubblici Davide Marenghi.




“Gli antifascisti assassinati in Russia più numerosi di quelli uccisi in Italia”

Escono, finalmente, dall’oblio la storia e le vite degli italiani vittime delle repressioni staliniane in Unione Sovietica. Uno squarcio di luce su una realtà che – per dirla con l’ex corrispondente da Mosca dell’Ansa Francesco Bigazzi, curatore del volume “Il libro nero degli italiani nei gulag”, presentato questa sera al PalabancaEventi (Sala Panini), nell’ambito dell’Autunno culturale della Banca di Piacenza – «la propaganda post-comunista non può più nascondere con accuse generiche di “anticomunismo viscerale”». Ma quante sono queste vittime? Dopo 40 anni di ricerche, la pubblicazione edita da LEG (Libreria Editrice Goriziana) con il sostegno dell’Associazione Liberali piacentini, fornisce numeri che anche se non ancora definitivi, sicuramente sono indicativi dell’entità del genocidio: 822 (149 fucilati) comunisti, antifascisti, anarchici ed estremisti di sinistra emigrati in Russia-URSS; 78 incarcerati (31 dei quali fucilati) durante le purghe staliniane e 1200-1500 deportati nel 1942 nei gulag del Kazakistan fra gli italiani di Crimea; 41 (18 fucilati) fra gli italiani residenti in altre zone, ma non appartenenti ai primi due gruppi. Di questi italiani finiti nei gulag o fucilati si dispone di altrettante schede nominative complete. Di altri 87 connazionali si hanno dati parziali, più l’elenco nominativo di 715 italiani di Crimea deportati. C’è, infine, il tragico capitolo dei circa 64mila prigionieri di guerra del Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e dell’Armir (Armata italiana in Russia), 40mila dei quali morti nei gulag.

La ponderosa opera – unica nel suo genere, è stato sottolineato, che raccoglie in maniera definitiva un ricchissimo elenco nominativo dei prigionieri italiani – è stata illustrata (dopo il saluto introduttivo portato dal condirettore generale della Banca Pietro Coppelli) dal Curatore in dialogo con Dario Fertilio, Stefano Mensurati e Ugo Intini, autori ognuno di un capitolo del libro (gli altri contributi sono di Aldo G. Ricci, Elena Parkhomenko, Giovanni Di Girolamo, padre Fiorenzo Reati, Anatoli Razumov).

Il giornalista (già al Corriere) Fertilio ha raccontato come gli italiani sono finiti nei gulag. «Per circa 800 degli emigrati politici, cui è giusto affiancare un migliaio di contadini italiani stabilitisi in Crimea da generazioni e colpevoli soltanto di appartenere alla nazione di Mussolini – ha argomentato – la vita reale è stata progressivamente risucchiata e sublimata in una dimensione sovietica artificiale e ingannevole. Ripercorrere quelle esistenze stritolate dalla macchina totalitaria induce a una riflessione paradossale: se non ci fossero stati in Italia la liturgia comunista degli slogan e delle bandiere con la falce e il martello, l’occupazione delle fabbriche, la nascita del Partito comunista d’Italia, la reazione fascista e lo squadrismo, le vite di quelle persone avrebbero seguito un altro corso, forse meno cruento, e molte delle esecuzioni sarebbero state loro risparmiate».




Ha preso il via la stagione musicale della Famiglia Piasinteina

Non poteva iniziare sotto un migliore auspicio la stagione musicale della Famiglia Piasinteina.

Presentato in apertura da Danilo Anelli, al Teatro President, è andato in scena un delizioso concerto -cabaret “Un bacio a mezzanotte” con la voce di Gigi Franchini, accompagnato dal pianista Paolo Marconi. Brio, raffinatezza, eleganza, sono le cifre con cui si sono presentati i due artisti: Franchini, fine dicitore, come ama definirsi, ha proposto un pezzo di storia della canzone italiana compresa tra gli anni 1930-40.
Con sottile ironia, delicato fraseggio, ha coinvolto la platea, emozionata all’ascolto di un repertorio in continuo crescendo. Accompagnava Paolo Marconi, pianista di grande tecnica unità a slancio e temperamento.
Il Duo ha presentato brani conosciuti “Un bacio a mezzanotte”, “Ma le gambe”, Bellezze in bicicletta”, “Non ti scordar di me”, “Vecchio frac”, “Come pioveva”, “Non dimenticar le mie parole”, “Mille lire al mese”, “Addio signora”, “In un palco alla scala”, alternandoli ad altri di ascolto meno frequente.
Successo per una serata che speriamo di poter riascoltare.