Orgoglio e individualismo piacentino nei ritratti fisiognomici di Carlo Giarelli

Sette personaggi di caratura nazionale e internazionale (Papa Bergoglio, il Presidente Mattarella, Mario Draghi, Matteo Salvini, Giuseppe Conte e i giornalisti Paolo Del Debbio e Maria Giovanna Maglie) e 24 piacentini (dal vescovo emerito Gianni Ambrosio al presidente esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani, passando per i compianti Ernesto Leone, Franco Marenghi e Vito Neri) ritratti dalla penna scandagliatrice dell’animo umano di Carlo Giarelli, che con l’ausilio della fisiognomica ha confezionato “Volti e caratteri di piacentini e non”. Questo il titolo del volume (edito da Lir) presentato al PalabancaEventi di via Mazzini (Sala Panini) dallo stesso Autore in dialogo con Adriano Vignola (autore della parte illustrativa del libro, con le caricature dei personaggi descritti) e Alessandro Bersani, in veste di moderatore (e tra le “vittime” dell’abilità descrittiva del prof. Giarelli).

Il chirurgo e scrittore piacentino, sollecitato dalle domande del fotografo Bersani, si è dapprima soffermato sul concetto e sul ruolo della fisiognomica: «Il primo a interessarsene – ha spiegato – fu Aristotele, per indagare i moti dell’anima attraverso il linguaggio corporeo, i caratteri del viso in particolare. Passando a tempi più recenti, non va dimenticata la sua importanza nel campo dell’arte, come elemento di ispirazione della pittura da parte di artisti come Rembrandt e Velasquez, i quali si riferivano ai trattati fisiognomici di Giovan Battista Della Porta e di Gerolamo Cardano. Senza mancare di nominare il poliedrico Leon Batista Alberti che attribuiva alla volontà ogni potere. Non va inoltre trascurata l’influenza della fisiognomica sulle opere filosofiche. Cartesio negli ultimi anni della sua vita, dedicandosi al rapporto anima-corpo, veniva mosso dall’interrogativo di come la prima potesse influenzare il secondo».

L’Autore ha quindi focalizzato l’attenzione sul denominatore comune che ha cercato di individuare, redigendo i profili, rispetto alla nostra terra d’origine. «Pur riconoscendo qualche difficoltà nella sua individuazione – ha argomentato il prof. Giarelli – mi sono illuso di averla colta. Qual è allora il carattere piacentino che si trova nei tanti ritratti, molto diversi fra loro, che può essere interpretato come il modo e il senso di appartenenza a questa comunità? Due le caratteristiche comuni: l’intelligenza operosa negli studi e nelle professioni e la determinazione, che diventa tenacia, tipica di un popolo che reagisce contro i destini avversi (un misto di orgoglio e individualismo). Una qualità, quest’ultima, tipica del piacentino, che non consente alla cittadinanza di cogliere il senso comune che la faccia identificare in un unico valore che la rappresenti».

Il dott. Vignola, dal canto suo, ha spiegato le difficoltà incontrate nel fare la caricatura a persone che non conosceva, utilizzando quindi una fotografia, che difficilmente svela appieno le caratteristiche del personaggio. Diverso l’approccio per gli amici e conoscenti, con i quali ci si può permettere, sempre restando nei limiti, un approccio caricaturale più marcato. Il prof. Giarelli ha elogiato il lavoro del collega medico: «Coi suoi ritratti ha valorizzato il libro, utilizzando la sua ironia pacata, contenuta ma efficace».

Al termine l’Autore si è volentieri prestato al rito del firma-copia.




La barca made in Piacenza, Vizyo 25, premiata al Salone Nautico di Bologna 

Bene la prima. Con la prima barca, al primo Salone Nautico il cantiere Vizyo Yacht debutta  con il  premio il Blue Award 2022 del Salone Nautico di Bologna assegnato nel segmento yacht e motoscafi. Questa  la motivazione: “Cantiere impegnato nella realizzazione di una nautica ecosostenibile con produzione di barche adatte alla propulsione elettrica. Prodotto nuovo, design inedito, materiali di alta qualità, made in italy, impegno ad una nautica sostenibile”.

Soddisfatto il palermitano Vincenzo Zizzo approdato da anni a Piacenza, più precisamente nel Comune di Carpaneto dove progetta le sue opere marine. Il designer aver lavorato per i più importanti cantieri internazionali con respiro internazionale si è messo in proprio e coronato il sogno di progettare, costruire e portare sul mercato una barca con la sua firma.

“Sono soddisfatto perché è stato riconosciuto  l’impegno nella progettazione guidata dalla visione di una barca a minor impatto ambientale possibile – sottolinea Zizzo -. Ho pensato alla struttura in modo dinamico con una carena progettata per attenuare la forza contraria dell’acqua e permettere così una riduzione dei consumi”.  L’obiettivo. prosegue Vincenzo Zizzo , “è avviare una partnership con un costruttore di motori  elettrici per arrivare alle emissioni zero”.

“Ho pensato e realizzato Vizyo 25 con ampi spazi per permettere la massima convivialità possibile e il massimo godimento della natura marina”, aggiunge Zizzo. “Funzionalità, comfort e come abbiamo registrato nelle prove in acqua alte prestazioni”.




La Regione annuncia la firma dell’intesa per l’ex ospedale militare di Piacenza

L’ottocentesco edificio di quello che fu il primo grande ospedale militare del Regno d’Italia sarà a tutti gli effetti concesso in uso alla città di Piacenza.

È arrivata l’ufficialità, con la firma nei giorni scorsi da parte dell’ex ministro Lorenzo Guerini al Protocollo d’intesa tra ministero della Difesa, Regione Emilia-Romagna, Comune e Ausl di Piacenza, Università di Parma, che prevede la concessione al Comune dello stabile, in uso al ministero della Difesa, per il tramite di Difesa Servizi S.p.A. (Società in house al dicastero).

Un passaggio fondamentale, che consentirà da un lato di recuperare un’opera architettonica di straordinario interesse urbano, civico e culturale, e dall’altro di rafforzare la sinergia istituzionale con l’Università degli Studi di Parma, cui saranno destinati gli spazi – a lavori ultimati – per ospitare il Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia in inglese “Medicine And Surgery”; corso attivato nell’anno accademico 2021-2022 con la collaborazione dell’Ausl e del Comune di Piacenza e con il sostegno della Regione.

Una cooperazione istituzionale che preserverà l’uso duale, civile e militare, del compendio di Viale Palmerio: 7.670 metri quadrati di superficie coperta, per un volume di circa 80mila metri cubi, e una superficie scoperta di 15.500 metri quadrati situato nel centro storico di Piacenza e dismesso nel 1993. Il Protocollo prevede infatti un progetto di riqualificazione urbana e recupero dell’esistente, e quindi niente nuovo consumo di suolo, ma rigenerazione e restituzione alla città di un edificio storico.

“Si concretizza un percorso condiviso fra il territorio, le istituzioni locali e quelle nazionali, che ringrazio davvero: in particolare l’ex ministro Guerini, l’ex sindaca Patrizia Barbieri, il rettore dell’Ateneo di Parma, Andrei, l’Ausl, così come tutti coloro che hanno reso possibile arrivare alla sottoscrizione dell’intesa- afferma il presidente Bonaccini-. Abbiamo lavorato insieme – e lo stesso stiamo facendo adesso con la sindaca Katia Tarasconi – per restituire questo edificio alla città e alla comunità, rendendolo di nuovo vivo e vissuto con un progetto ambizioso di riqualificazione. Arriva a compimento formale un percorso capace di guardare già al futuro, che mette insieme riqualificazione urbana e investimento sul sapere, visto che in questi spazi saranno trasferite le aule di un percorso di alta formazione come il corso universitario in Medicina in inglese, in un comparto fondamentale come la sanità”.

L’edificio

L’Ospedale Militare di Piacenza è un gioiello incastonato nelle vie del centro storico della città, che cela al suo interno soffitti affrescati, volte, maestose scalinate in marmo bianco, ringhiere in ferro battuto, una piccola chiesetta perfettamente conservata e un giardino. La costruzione dell’Ospedale Militare di Piacenza ebbe inizio nell’anno 1865 sull’area prospiciente il vallo e i bastioni della cinta muraria difensiva della città, ancora perfettamente conservati e custoditi attualmente nell’area militare del Polo di Mantenimento Pesante Nord. Esso presenta una forma rettangolare e conta tre piani su tre lati, mentre un lato ha un unico piano; il gran corpo di fabbrica ha il suo lato principale prospettante la città, ed è orientato a nord–est. L’Ospedale Militare cessa la sua attività e viene dismesso nel 1993; passa in gestione al Polo di Mantenimento Pesante Nord nel 1998.

Il commento del sindacoTarasconi

La ratifica ministeriale del Protocollo d’intesa per il recupero dell’ex ospedale militare è sicuramente una tappa importante in un pluriennale percorso di rigenerazione urbana, avviato dalla precedente Amministrazione comunale, che può valorizzare al meglio, per il futuro, la presenza della Facoltà di Medicina in lingua inglese dell’Università di Parma. Un obiettivo che non si può non condividere – sottolinea il sindaco Katia Tarasconi, commentando la notizia diffusa oggi dalla Regione Emilia Romagna – ma per il quale occorre che la sinergia e l’unità di intenti dimostrate sin qui, tra tutte le istituzioni coinvolte, siano tali anche sotto il profilo delle risorse finanziarie necessarie per realizzarlo”.
“Parliamo – aggiunge Tarasconi – di un intervento di riqualificazione che si preannuncia complesso e che richiederà investimenti considerevoli, cui il Comune di Piacenza non può far fronte da solo, a maggior ragione nell’attuale contesto di crisi ed incertezza economica. Per questo confido sin d’ora che avvieremo al più presto un nuovo iter di confronto e dialogo tra tutti i soggetti che credono in questo progetto, a cominciare dal Governo, dai Ministeri della Salute e dell’Università: far crescere il corso di laurea in Medicine and Surgery significa investire su una sanità più qualificata, innovativa e di dimensione internazionale. Non solo sul futuro di Piacenza, ma su una componente fondamentale per il futuro del Paese”.
“Sono certa – conclude il sindaco – che anche la Regione Emilia Romagna, che sin qui ha accompagnato con grande impegno ogni passo di questo cammino, sarà al nostro fianco: per dare gambe a questo piano di recupero, che può avere un ruolo strategico per il futuro della città, è essenziale che si continui a fare squadra anche per reperire i fondi che occorreranno”.




“Come Scalabrini testimoni di Dio nel mondo”

“La missione è qui”: è la convinzione espressa dal vescovo mons. Adriano Cevolotto in Cattedrale nel pomeriggio del 23 ottobre alla messa di ringraziamento per la recente canonizzazione di mons. Giovanni Battista Scalabrini, alla guida della diocesi piacentina dal 1876 al 1905.

Erano presenti numerose autorità insieme ai responsabili delle congregazioni religiose fondate da Scalabrini a fine ’800, padre Leonir Mario Chiarello per i Missionari di San Carlo e suor Neusa de Fatima Mariano per le Missionarie di San Carlo, e a una delegazione delle Missionarie Secolari Scalabriniane guidata da Monica Martinelli, docente di sociologia all’Università Cattolica.

La celebrazione, che ha visto anche la presenza dei vescovi emeriti di Piacenza-Bobbio mons. Luciano Monari e mons. Gianni Ambrosio, ha coinciso con la Giornata missionaria mondiale e la conclusione del nono centenario della costruzione della Cattedrale.

Nella sua omelia il Vescovo ha sottolineato alcuni tratti del carisma di Scalabrini legandoli al cammino della Chiesa e della società dei nostri giorni.

In primo luogo, l’assemblea formata da più etnie: “siamo una bella macedonia”, ha detto citando le parole di papa Francesco a Roma nell’udienza ai partecipanti alla canonizzazione di Scalabrini il 10 ottobre. Nella messa, per sottolineare questo particolare, le letture e i canti sono stati anche in inglese e spagnolo.

In secondo luogo, l’impegno di Scalabrini alla conservazione e al restauro del Duomo quasi a mettere in pratica le parole rivolte da Gesù a San Francesco d’Assisi a San Damiano: “Va’ e ripara la mia chiesa”. Un mandato – ha precisato mons. Cevolotto – solo all’apparenza edile. L’obiettivo era restituire alla Chiesa fatta di persone la sua “bellezza originaria”, cioè l’essere volto di Cristo.

Terzo, l’orizzonte missionario. Scalabrini da giovane sacerdote sarebbe voluto partire missionario per l’Oriente. Di fronte al no del Vescovo a questo suo desiderio, non si è perso d’animo ma ha fatto della sua vita, nei tanti ambiti in cui si è coinvolto, dal catechismo ai migranti alle tante situazioni di povertà, una missione.

Parecchie decine di anni prima del Concilio Vaticano II, che si è aperto nel 1962, ha intuito che è tutta la Chiesa a essere missionaria, che tutti i cristiani, se fanno l’esperienza dell’amore di Dio nella loro vita, sono missionari, cioè testimoni di ciò che hanno incontrato.

Quarto, il suo impegno tra i migranti. Aveva capito – ha proseguito mons. Cevolotto – che senza il Vangelo e il legame con le tradizioni della propria patria si sarebbero smarriti nei Paesi che li avevano accolti. Senza il Vangelo, con tutta la sua forza “politica” in grado di cambiare la società, l’uomo e la donna diventano più poveri, smarriscono il loro orizzonte.

La luce del Vangelo aiutò Scalabrini a capire che dietro al fenomeno migratorio c’è un piano di Dio per favorire l’unità del genere umano: “l’unione in Dio per Gesù Cristo di tutti gli uomini di buon volere” (Discorso tenuto a New York nel 1901).

Oggi – ha aggiunto il Vescovo – si può essere migranti perché ci si sposta fisicamente in un altro Stato, ma anche migranti nelle terre nuove delle sfide del nostro tempo e nelle strade aperte dalle nuove tecnologie. Scalabrini si rese conto che occorreva “evangelizzare il progresso”, cioè non smarrire la radice del Vangelo per orientarsi nella storia. Solo così si può – secondo una famosa espressione di Scalabrini – “uscire dal tempio, ma dopo aver attinto dalla pietà e dalla preghiera lume e conforto”.

La nostra forza – ha concluso il Vescovo commentando la parabola evangelica del fariseo e del pubblicano – è la preghiera. Non possiamo restare schiacciati dalla presunzione di essere già perfetti, avendo nel cuore un grande giudizio sugli altri. Tutti siamo fragili e insieme possiamo camminare con Dio consapevoli del nostro bisogno di essere amati e salvati.

La messa si è aperta con il saluto del vicario generale don Giuseppe Basini. Al termine hanno espresso il proprio grazie la superiora provinciale delle Missionarie di San Carlo suor Milva Caro e il superiore generale dei Missionari di San Carlo padre Chiarello. L’applauso finale è stato indirizzato a padre Sisto Caccia, non presente alla celebrazione, oggi 91enne, superiore generale degli Scalabriniani dal 1980 al 1992.

Il coro è stato diretto da Alessandro Molinari; all’organo, il maestro Federico Perotti. Ha coordinato la liturgia Dario Carini, responsabile delle celebrazioni liturgiche episcopali. Al termine della messa, si è svolto nel cortile del Palazzo vescovile un momento di festa grazie ai volontari dell’associazione Priscilla.




Buona prestazione della VAP nonostante la sconfitta

Partita di serie B1 CBL COSTA VOLPINO  – VAP GALBIATI

Risultato finale CBL 3 – VAP 0

parziali: 25-14   25-17   25-18

Tabellino:

CBL: Pozzoni Beatrice punti 8, Bordignon Martina 12, Dell’Orto Francesca 3, Agazzi Giada 1, Crespi Giulia 1, Tosi Sofia 12,Tomasi Aurora 2, Tangini Syria 8. Libero Imperiali Lucia, N.E: Mazzucchelli Silvia, Seghezzi Arianna, Pacchiotti Alessia, Rosso Margherita, Distaso Alessia.

VAP: Pierdonati Francesca 3 punti, Fabbri Ada 4, Piomboni Nicole 14, Iacona Alessandra 6, Del Core Lara 6, Magnabosco Emma 1, Viganò Alice 1, Arbore Sara, Libero Gazzola Sofia N.E. Muller Sofia,Ruggeri Francesca, Dodi Sara, Trevisan Camilla, Borri Aurora.

Buona prestazione delle piacentine che in trasferta, a cospetto di una delle formazioni favorite per la vittoria del campionato, forniscono una prestazione incoraggiante, dimostrando un atteggiamento positivo e giocando con coraggio e spirito di squadra senza mai mollare durante l’intero incontro.

Nel primo set il coach Mineo schiera come sestetto base Pierdonati e Fabbri centrali;  Magnabosco al palleggio; Del Core opposto; Piomboni e Iacona bande; Gazzola libero. Fin dai primi colpi si capisce che l’atteggiamento delle ragazze è quello giusto e giocano con coraggio attaccando su ogni pallone. E’ chiaro che la differenza di esperienza e fisica (soprattutto a muro e in fase difensiva) alla lunga emerge e il primo set si chiude con soli 11 punti all’attivo.

Nel secondo set le ragazze si presentano con lo stesso sestetto ad eccezione di Viganò al posto di Iacona (che subentrerà al posto della compagna stessa a set in corso).

All’inizio di questo set le giocatrici piacentine subiscono un passivo abbastanza importante, ma le ragazze riescono a reagire bene rientrando in partita e chiudendo con 17 punti all’attivo. Da segnalare l’esordio in categoria della giovanissima Sara Arbore.

Nel terzo set la VAP si presenta con lo stesso sestetto del  primo ed è sicuramente il set giocato meglio dalle ragazze, che rimangono in partita quasi punto a punto cedendo solo nel finale e chiudendo con 18 punti all’attivo.

I sorrisi sui volti delle ragazze a fine partita, nonostante la sconfitta, dimostrano che sono sulla strada giusta nella fase di crescita.




Terza vittoria per il Fumara MioVolley

WIMORE CENTRO VOLLEY REGGIANO-FUMARA MIOVOLLEY 1-3 (13-25; 14-25; 25-21; 19-25)

WIMORE CENTRO VOLLEY REGGIANO: Faieta, Barbero 3, Bestetti 2, Bigi 15, Canale, Zanoni 5, Agostini 4, Farioli, Macchetta 7, Caramaschi 7, Cioni (L). NE: Magnani, Zanin (L). All. Melioli-Bazzoli

FUMARA MIOVOLLEY: Gemma 4, Bianchini, Viola 10, Scarabelli 14, Cornelli 11, Ducoli 1, Galibardi, Nedeljkovic 8, Guaschino 15, Fizzotti (L). NE: Hodzic, Molinari, Passerini (L). All. Mazzola-Falco

Il Fumara MioVolley trova la terza vittoria consecutiva e si regala la vetta solitaria del girone F di serie B2 a quota nove punti: la squadra di coach Mazzola riesce a superare il Centro Volley Reggiano concedendo solo un set in un campo sempre ostico per i colori biancoblu.

La formazione iniziale vede la diagonale composta da Gemma e Viola, Scarabelli e Cornelli bande, Guaschino e Nedeljkovic al centro con Fizzotti libero.

Avvio di gara contratto per il Fumara che si ritrova ad inseguire le padrone di casa: Scarabelli e compagne aggiustano poi il servizio rendendosi pericolose e più incisive trovando così una decisa stoccata (9-16). Il Centro Volley Reggiano resta a distanza di sicurezza, il set va in archivio 13-25.

Il secondo set vede il Fumara allungare fin dagli scambi iniziali (1-8): proprio come nel parziale precedente le reggiane faticano a trovare contromisure e si ritrovano sotto (11-21): si chiude sul 14-25.

La partita sembra prendere una piega ben decisa ma il Centro Volley reagisce nel terzo parziale: il Fumara si ritrova ad inseguire (8-5) con lo score che non cambia fino al finale che premia le padrone di casa, 25-21.

Più equilibrato l’avvio del quarto parziale: il MioVolley trova due punti di margine ma soprattutto una reazione rispetto al set precedente. La stoccata finale (16-21) premia così le biancoblu che raccolgono altri tre punti.




Il Busa Trasporti centra la prima vittoria in C: 3-1 su Noceto

 BUSA TRASPORTI MIOVOLLEY-LOTTICI SOLUTION OASI NOCETO 3-1 (25-23; 25-16; 18-25; 25-22)

BUSA TRASPORTI MIOVOLLEY: Caviati, Moretti 15, Boselli 2, Antola 25, Ferri 9, Cordani 4, Boiardi, Bossalini 14, Bertolamei 2, Franchini, Cricchini (L), Sacchi (L). NE: Colombini, Zucchi. All. Cinelli-Parenti

Prima vittoria in serie C per il Busa Trasporti MioVolley che conquista tre punti superando in quattro set Noceto. Le ragazze di coach Cinelli danno vita ad una partita intensa nella quale trova il suo esordio anche Lucia Boiardi, classe 2009.

Lo starting six prevede la diagonale con Caviati e Moretti, Antola e Ferri bande, Bossalini e Bertolamei al centro con Cricchini e Sacchi ad alternarsi tra difesa e ricezione in seconda linea.

Avvio di gara equilibrato poi sono Antola e Moretti a rompere l’equilibrio (13-10), Ferri trova il mani-out mentre Cordani va subito a segno per il 17-12. Noceto recupera terreno ma lo score arriva al 24-18: qui il set si complica per le biancoverdi con le ospiti che riaprono tutto sul 24-23, chiude un punto di Antola.

L’ace di Caviati spinge in avanti il Busa Trasporti anche nel secondo set, Noceto chiama timeout (8-3). Qualche imprecisione permette alle parmensi di riportarsi sotto (11-9). Le biancoverdi non si scompongono e tornano a macinare punti con Bossalini: si va in archivio sullo score di 25-16.

Buona la partenza della squadra di coach Cinelli anche nel terzo parziale, Noceto risponde ribaltando lo score (8-10). Va in campo anche Boselli ma il Busa resta dietro (13-16): il set prosegue con lo stesso andazzo fino all’ultimo scambio dove si registra l’esordio della classe 2009 Lucia Boiardi.

Moretti e Bossalini aprono al meglio il quarto parziale (6-1), Noceto non si dà per vinta e reagisce nuovamente (6-7). Si gioca punto a punto fino al quindici pari poi sembrano le ospiti ad avere qualcosa di più in attacco (17-20); la partita cambia di nuovo volto, Ferri accorcia e sul ventuno pari il Busa Trasporti trova l’inerzia giusta per chiudere definitivamente 25-22.




Ambulanza della CRI di Piozzano da 10 giorni operativa in Ucraina

Il mezzo aveva raggiunto il limite di chilometraggio, ma era ancora funzionante e in ottime condizioni.

La CRI di Piozzano annuncia che l’ambulanza donata alla Croce Rossa Ucraina come forma di sostegno per l’emergenza, è utilizzata dai servizi di emergenza nel Paese colpito dalla guerra con la Russia.

Michele Gorrini, delegato area emergenza, spiega che «questa iniziativa si è posta quale aiuto e sostegno concreto alle popolazioni vittime della guerra. In un momento di grande difficoltà e di necessità di carattere sanitario, la disponibilità di mezzi per l’emergenza rappresenta una priorità. Per questo motivo la Croce Rossa di Piacenza, ed in particolare la sede di Piozzano, ha voluto dare un importante contributo donando la propria ambulanza. In sostituzione a quella donata, è stata data dal Comitato alla sede di Piozzano, una nuova ambulanza».

«Questa ambulanza rappresenta un atto di generosità della Croce Rossa di Piozzano – riferisce il coordinatore della sede di Piozzano, Savino Braghieri – e da circa dieci giorni viene utilizzata dai servizi di emergenza per le strade dell’Ucraina come mezzo di soccorso».

Oltre alle ambulanze, sono state donate da Croce Rossa diverse attrezzature, tra cui generatori, torre fari e tensostrutture per il ricovero di cibi, vestiario o quant’altro.

Attualmente Croce Rossa Piacenza sta seguendo le linee indicate dalla Croce Rossa Internazionale che giorno per giorno è costantemente in contatto con la Croce Rossa Ucraina.

Pertanto, si stanno facendo raccolte mirate e di cui c’è realmente esigenza.

«Nei mesi scorsi era stata attivata la raccolta farmaci ma attualmente non c’è richiesta di altre tipologie di raccolte, alimentari o di vestiario, in quanto già pervenute in Ucraina essendo di difficile gestione poiché il rischio è quello di inviare vestiario e cibo che poi non viene utilizzato nei tempi e modi corretti – conclude Michele Gorrini».

 




Doppio appuntamento dedicato a Valente Faustini nel centenario della morte

Giovedì 27 ottobre alle ore 17 presso la sede della Famiglia Piasinteina , in via X Giugno 3, si terrà la presentazione del volume “Valente Faustini 1922-2022” di Michele Stragliati e del volume contenente i testi – poesie e racconti – dei partecipanti alla 43a edizione del Premio Valente Faustini.
Michele Stragliati, pittore e incisore, ha partecipato a numerose mostre e concorsi ottenendo premi e consensi con ampi riconoscimenti di critica. Diverse sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Il volume che verrà presentato, corredato anche da incisioni, è stato realizzato con la difficile tecnica della composizione tipografica utilizzata fino a qualche anno fa e soppiantata da quella digitale.
Il secondo volume riporta i testi dei partecipanti alla 43a edizione del Premio Valente Faustini e che rappresenta una tradizione della Famiglia Piasinteina nel raccogliere le opere dei poeti e di consentire, così, una memoria storica del Premio Valente Faustini. Al termine verrà presentato il bando della prossima edizione, la 44a 2023. La partecipazione è libera.




A Castel San Giovanni una settimana dedicata alla salute al femminile

Una settimana di eventi dedicati alla salute in rosa. Da un anno l’ospedale di Castel San Giovanni ha aggiunto alle proprie attività una specifica vocazione dedicata ai bisogni di salute del genere femminile. Sono proprio le equipe dell’Ospedale della donna che promuovono e organizzano questa inedita serie di appuntamenti rivolti alla prevenzione e alla sensibilizzazione. La settimana della salute in rosa, che inizia il 26 settembre e si conclude il 4 novembre, è patrocinata dal Comune di Castel San Giovanni.

“L’Ospedale della Donna di Castel San Giovanni è un percorso che va a qualificare ulteriormente – evidenzia Paola Bardasi, direttore generale dell’Ausl di Piacenza – l’attività del nostro presidio della Val Tidone. È un progetto di valenza aziendale che ha una caratteristica principale: permettere ai diversi professionisti di lavorare davvero in maniera interattiva, per offrire alla donna risposte più complete ed efficaci ai suoi specifici bisogni di salute. A Castel San Giovanni chirurghi, fisiatri, internisti, cardiologi, radiologi, oncologi, psicologi, ostetriche, fisioterapisti, insieme a tutti gli altri operatori sanitari, lavorano sempre più in rete, in una logica integrata e di sistema, sviluppando un più proficuo confronto e scambio tra le varie competenze cliniche”.

Dal capoluogo della Val Tidone parte quindi questa iniziativa di sensibilizzazione dedicata a tutte le piacentine.

Ecco in dettaglio quali sono le opportunità in calendario.

– Mercoledì 26 ottobre è prevista una mattina di open day dedicata alla prevenzione e diagnosi precoce dei melanomi e tumori cutanei. I professionisti di Chirurgia plastica si mettono a disposizione delle donne per un controllo gratuito dei nevi all’ospedale di Castel San Giovanni (viale II Giugno 1). Gli accessi sono gratuiti ma solo su prenotazione: per aderire, fino a esaurimento dei posti disponibili, è necessario scrivere una mail a eventi@ausl.pc.it

– Sempre mercoledì 26 ottobre, alle 17, le ostetriche dell’Azienda incontrano le donne per una chiacchierata dedicata alla salute dell’universo femminile. L’appuntamento si svolgerà nella cornice di Villa Braghieri in via Emilia Piacentina 31. Si tratta di un utile momento di confronto con le professioniste sanitarie su alimentazione, abitudine all’alcol e al fumo, movimento, sessualità, menopausa e adesione agli screening.  Si conclude con un momento di rilassamento corporeo.

– Giovedì 27 ottobre l’Ospedale della donna si apre alla cittadinanza con un articolato incontro dedicato a tutte le piacentine. L’appuntamento è alle 17 a Villa Braghieri. L’incontro sarà aperto da una presentazione del direttore generale Bardasi e del direttore del distretto di Ponente Giuseppe Magistrali. Prima di lasciare la parola alle diverse equipe, è previsto anche un intervento del sindaco di Castel San Giovanni Lucia Fontana.
“Dalla fine del 2021 – ricorda Andrea Magnacavallo, direttore sanitario Ausl – a Castel San Giovanni è concentrata tutta la chirurgia ginecologica e senologica del territorio provinciale e sono già stati effettuati con successo interventi combinati di senologia e chirurgia plastica, ginecologia e colonproctologia e uro-ginecologia e senologia. Il confronto e lo scambio tra le varie competenze cliniche coinvolge non solo gli ambiti chirurgici ma anche gli internisti che si occupano di patologie correlate alla menopausa e ai disturbi del metabolismo osseo e i cardiologi per le malattie cardiovascolari. Anche nella fase di riabilitazione, la sinergia tra ginecologi, ostetriche, fisiatri e fisioterapisti permette ancora una volta di porre la donna al centro del percorso e di creare intorno alla paziente la giusta collaborazione tra le diverse competenze professionali. Questo è il progetto che vorremmo raccontare alla cittadinanza”.

– Non da ultimo, venerdì 4 novembre è in programma un pomeriggio di sensibilizzazione rispetto alle malattie cardiovascolari femminili. I professionisti della Cardiologia di Castel San Giovanni si mettono a disposizione per una valutazione dei fattori di rischio ed ecocardiogramma in ospedale. Sarà possibile ricevere importanti informazioni e consiglio per una stile di vita più salutare. Anche in questo caso gli accessi sono gratuiti ma solo su prenotazione: per aderire, fino a esaurimento dei posti disponibili, è necessario scrivere una mail a eventi@ausl.pc.it

“Cosa spera di trovare – conclude è la riflessione del sindaco di Castel San Giovanni Lucia Fontana – una donna che si trova a dover affrontare, suo malgrado, il doloroso percorso della malattia specie di quella oncologica? La risposta è semplice: un luogo di cura a lei dedicato in cui potersi fidare e affidarsi a professionisti speciali che sanno lavorare insieme e sanno coniugare competenze professionali d’eccellenza e umana empatia. Un unico ed esclusivo luogo in cui si viene presa per mano dall’inizio del percorso di cura e così  seguita lungo tutte le fasi della malattia da medici e infermieri che, pur nelle rispettive competenze, dialogano tra di loro, si confrontano e accompagnano la donna verso il traguardo della guarigione. L’Ospedale della Donna di Castel San Giovanni, presidio unico della Val tidone, è questo luogo speciale nato un anno fa dalla felice intuizione dell’Azienda sanitaria piacentina.

Non è uno slogan, non è un’etichetta, è  una realtà che da risposta alle domande di presa in carico della donna in un momento di particolare fragilità fisica ed emotiva che si accompagna alla malattia. Le testimonianze delle donne che hanno vissuto l’esperienza di cura nell’Ospedale della donna ne fanno fede e noi come comunità ci crediamo nel profondo e ne siamo orgogliosi”.

 




“La cultura si salva dalla barbarie seguendo l’esempio di grandi uomini come Cassiodoro e Colombano”

Si è chiusa con l’esecuzione del brano di Puccini Nessun dorma la cerimonia conclusiva del “Premio Cassiodoro il Grande 2002” che si è tenuta ieri pomeriggio al PalabancaEventi di via Mazzini, a suggellare una due giorni dedicata a due pilastri del monachesimo europeo dei secoli VI e VII, Cassiodoro e Colombano (venerdì a Bobbio con una tavola rotonda dedicata al filosofo e statista calabrese fondatore del Vivarium e al missionario irlandese fondatore dell’Abbazia di Bobbio e oggi a Piacenza con un convegno in Diocesi sul monachesimo alto medievale ed un concerto serale e con la citata premiazione con concerto nel Salone dei depositanti della Banca di Piacenza, che s’è fatta carico di ogni spesa inerente questa importante tappa di approfondimento culturale, come da sua collaudata tradizione, confermata giorno per giorno da molteplici interventi di vario interesse).

L’evento – organizzato dall’Associazione Cassiodoro il Grande con il suo instancabile presidente don Antonio Tarzia, non presente per ragioni di salute – si è dunque chiuso nell’ex Palazzo Galli con la cerimonia di premiazione condotta da Domenico Gareri, che ha ringraziato la Banca per l’ospitalità «in uno straordinario palazzo fulcro di cultura». A fare gli onori di casa il condirettore generale dell’Istituto di credito Pietro Coppelli (che aveva portato i saluti della Banca anche al convegno del mattino al Palazzo vescovile) che – nel sottolineare la disponibilità della Banca a pubblicare gli atti dei due convegni – ha dato lettura di un intervento del presidente Corrado Sforza Fogliani (considerazioni che erano state lette anche ieri al convegno di Bobbio, dal componente del Cda Domenico Capra).

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE SFORZA

«Il destino dei libri presenti nella biblioteca di Vivarium – osserva il presidente Sforza – è sempre stato e rimane ancor oggi un tema affascinante e pur tuttavia sfuggente. L’evento Cassiodoro-Colombano di questi due giorni servirà ad aggiungere (e magari a risolvere) le perplessità. Invero si è via via ipotizzato che i volumi vivariensi fossero confluiti a Bobbio da dove poi si sarebbero diffusi nelle biblioteche dell’Occidente latino; nel 1911 Rudolf Beer pubblicò la teoria che la biblioteca di Cassiodoro fosse stata trasportata a Bobbio non molto tempo dopo la fondazione del monastero nel 612. La teoria, che all’epoca non ricevette obiezioni da parte degli studiosi, in particolare dai paleografi, fu riproposta dallo stesso Beer con nuovi dettagli nel 1913. La tendenza generale al tempo del Beer fu di non negarla; oggi, non è così. Ma in ogni caso possiamo accettare senza esitazione l’affermazione di Sua Eminenza il Cardinal Mercati nella sua magistrale trattazione sulla storia di Bobbio, che le Institutiones di Cassiodoro potrebbero essere state usate dai primi bibliotecari di Bobbio – e dei bibliofili in generale – come una guida bibliografica e come incentivo a guardarsi intorno per cercare buone copie dei lavori ivi raccomandati.

Un’altra teoria è che i libri del Vivarium fossero finiti nella biblioteca del Laterano e da lì pervenuti per vendita o donazione in vari centri dell’Europa (Bobbio, Jarrow, Corbie, Koln, Laon): essa è stata sostenuta dal Courcelle e rimane tuttora la più accreditata.

In ogni caso, e fermi gli approfondimenti che di certo arriveranno dall’evento piacentino – conclude il presidente esecutivo della Banca di Piacenza – a me par bello immaginare un’ideale continuità tra l’esperienza vivarese e quella del Monastero di San Colombano nel segno della cultura da salvare: e oggi, come dice A. McIntyre in: Dopo la virtù. Saggio di teoria morale, Milano, Feltrinelli, 1988, p. 313, noi, assediati da una nuova forma di barbarie non meno distruttiva di quella del VI-VII secolo, dovremmo seguire l’esempio di questi grandi uomini».

LA PREMIAZIONE

Momento centrale dell’incontro – intervallato dai brani (di Bertaccini e del grande Morricone) suonati dall’Orchestra giovanile di Laureana di Borrello diretta dal maestro Maurizio Managò, con la speciale partecipazione del maestro Michele Civitano, prima tromba dell’Orchestra della Guardia di Finanza – la consegna del Premio Cassiodoro, giunto alla tredicesima edizione, che viene assegnato a persone la cui storia abbia una particolare attinenza, sotto il profilo politico e spirituale, con Cassiodoro (485-580) che fu, politico, letterato, diplomatico, monaco e storico romano (tra i premiati delle varie edizioni, anche due Papi, Benedetto XVI e Francesco). Le motivazioni dei premi, preparate da don Tarzia, sono state lette dal vicepresidente dell’Associazione calabrese don Roberto Ponti, direttore di Telenova. Hanno ricevuto il riconoscimento il vescovo mons. Adriano Cevolotto, premiato dal vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio; il cantante Al Bano (intervenuto con un messaggio video); il pittore e ritrattista Salvatore Mammoliti, premiato dal collega Mimmo Morogallo; il prof. Fabio Troncarelli dell’Università della Tuscia, premiato da don Massimo Cardamone dell’Associazione Cassiodoro; il giornalista e vicedirettore del Corriere della Sera Giangiacomo Schiavi, premiato da mons. Cevolotto; il notaio a Piacenza e a Bobbio Giovanna Covati, premiata dal dott. Coppelli. All’Orchestra giovanile di Laureana Borrello e alla Facoltà d’Agraria della Cattolica è stata consegnata la Targa dell’Amicizia Cassiodoro. All’Università piacentina sono andate anche due borse di studio da assegnare ai migliori studenti che avranno compiuto ricerche attinenti all’attività di Cassiodoro il Grande.




Condannato per maltrattamenti in famiglia, arrestato

I carabinieri del reparto operativo di Piacenza, insieme ai colleghi della compagnia di Piacenza, hanno arrestato e condotto in carcere uno straniero di 41 anni in esecuzione di un provvedimento di carcerazione emesso dal tribunale di Piacenza.

L’uomo doveva espiare una pena complessiva di circa 4 anni (3 anni 11 mesi e 26 giorni) per maltrattamenti contro familiari conviventi in presenza di minori, oltre a lesioni personali aggravate, violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e violazione di domicilio. Il tutto commesso in Piacenza e provincia dal mese di agosto 2012 al febbraio 2020.

I militari hanno rintracciato lo straniero in città, lo hanno fermato e condotto in caserma e dopo le formalità di rito lo hanno portato al carcere delle “Novate” a disposizione dell’autorità giudiziaria.