L’hand-made protagonista a Piacenza Expo

Si è alzato questa mattina a Piacenza Expo il sipario sul mondo della creatività hand-made grazie a Mi Piace Crea, prima edizione di un’originale rassegna organizzata con il sostegno della Camera di Commercio di Piacenza e del Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile.

Un mondo fatto di hobbisti, artigiani e professionisti ma anche di artisti che grazie alla loro manualità, al loro patrimonio di conoscenze e di creatività sanno di dare forma e vita, rigorosamente a mano, a oggetti unici, affascinanti e irripetibili utilizzando carta, legno, cuoio, ceramica, tessuti, filati e materiali riciclati. Dare forma e vita a nuove creazioni, ma anche restaurare e rinnovare oggetti segnati dal tempo per riconvertirli a nuovi utilizzi.

Una fiera animata da oltre ottanta espositori e disegnata su una superficie di 6.000 metri quadrati, inaugurata questa mattina alla presenza dell’amministratore Unico di Piacenza Expo, Giuseppe Cavalli, del Direttore Sergio Copelli, del Commissario della Camera di Commercio, Filippo Cella, della Presidente del Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile Federica Bussandri, degli Assessori comunali Cristian Fiazza (Cultura), Nicoletta Corvi (Servizi sociali) e Simone Fornasari (Commercio) e della neo Presidente della Provincia, Monica Patelli.

“Mi Piace Crea – commenta Cavalli – è un nuovo tassello che Piacenza Expo ha inserito nel mosaico del proprio calendario fieristico, una rassegna espositiva originale interamente progettata e organizzata dalla nostra struttura operativa con il contributo della Camera di Commercio. Il primo bilancio, ovviamente ancora provvisorio, è altamente positivo visto il numero dei visitatori che già dalla mattinata hanno voluto vivere questa fiera creativa che ha beneficiato anche degli stand di Destinazione Turistica Emilia,  presente a Piacenza Expo per promuovere il territorio della nostra Food Valley”.

L’originale microcosmo di Mi Piace Crea che va dal cucito alla tessitura, dal crochet al patchwork, dalla scrittura creativa alle tecniche di restauro ligneo fino alle composizioni floreali, è stato infatti ulteriormente impreziosito dalla presenza, nel Padiglione 3, di Visit Emilia. Una fiera nella fiera inaugurata alla presenza dell’Assessore regionale al turismo e al commercio Andrea Corsini.

“Piacenza Expo e questa fiera – ha sottolineato l’Assessore Corsini – sono un ottimo contesto per promuovere e far conoscere ulteriormente non solo le eccellenze enogastronomiche della nostra Food Valley, ma anche le nostre strutture destinate all’accoglienza e all’ospitalità, gli itinerari turistici e le nostre bellezze paesaggistiche”.

Mi Piace Crea, che oltre ai tanti stand espositivi offre anche la possibilità di seguire numerosi corsi e workshop, rimarrà aperta anche domani dalle 9.30 alle 18.




Piacenza. Utilizzavano borsine di plastica vietate: commercianti multati

Nell’ambito dell’attività di contrasto al commercio illegale delle buste di plastica, i carabinieri forestali del nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Piacenza, nelle scorse settimane, hanno eseguito una serie di controlli mirati su alcune attività commerciali nel centro storico cittadino. E’ emerso come gli obblighi di legge siano largamente non rispettati nonostante le violazioni al Testo Unico Ambientale prevedano sanzioni elevate amministrative (fino ad un massimo di 25.000 euro, con importo quadruplicato in caso di ingenti quantità commercializzate).

Sono infatti state riscontrate diverse irregolarità presso alcuni degli esercizi controllati (sia negozi fisici, sia ambulanti). L’ammontare complessivo delle sanzioni al termine dei controlli è stato di circa 20.000 euro, con conseguente sequestro delle borse in plastica non conformi da parte dei militari.

«La normativa per la riduzione della commercializzazione di borse in plastica – spiegano i carabinieri forestali in una nota – resa pienamente efficace nel 2017 in attuazione di una  direttiva dell’Unione Europea, dispone requisiti stringenti per le tipologie consentite e per le caratteristiche di sostenibilità ambientale dei materiali con i quali vengono prodotte. Le borse cedute ai consumatori per il trasporto di merci o prodotti e quelle ultraleggere destinate a contenere cibi sfusi, devono essere certificate biodegradabili e compostabili. Solo le borse con spessori elevati, cosiddette “riutilizzabili”, possono essere costituite da polimeri plastici, purché prodotte con percentuali ben definite di plastica riciclata. Tutti gli “shoppers” devono comunque riportare etichettature ben definite che ne certifichino la conformità alla normativa ambientale, nonché la destinazione al contatto con gli alimenti. Negli ultimi anni la dispersione dei sacchetti di plastica in natura ha rappresentato un vero e proprio disastro ecologico per interi ecosistemi, marini e terrestri. Tra i maggiori danni riscontrati vi sono quelli legati alla fauna, molti animali muoiono per strangolamento, soffocamento o per blocchi intestinali, causati dell’ingerimento. Inoltre le microparticelle plastiche presenti negli ambienti acquatici, una volta entrate nelle reti trofiche, tendono ad accumularsi e a concentrare sostanze tossiche, con conseguenze devastanti per gli esseri viventi. Non va infatti dimenticato che per la produzione degli oggetti plastici vengono spesso utilizzati coloranti cancerogeni ed additivi metallici. La messa al bando degli shopper in plastica usa e getta rappresenta un baluardo per la difesa dell’ambiente e l’impegno continuo e costante dei carabinieri forestali nel contrastare l’immissione illegale sul mercato di questi prodotti è un servizio di primaria importanza». 




Il “giardino segreto” degli Olivetani, in San Sepolcro, tornerà a nuova vita

C’è un’oasi di verde all’interno di una strada cittadina del centro storico, piuttosto trafficata, nascosta alla vista di chi passa e sconosciuta ai più. Ci troviamo in via Campagna, nell’area di San Sepolcro, dove le mura e il portale che affacciano sulla via stessa celano quello che Carlo Ponzini ha chiamato, con un nome di fantasia, il “Giardino segreto”. «Segreto per due ragioni – ha spiegato l’architetto durante la presentazione del progetto di recupero del portale, delle mura e dell’area verde degli Olivetani promosso dalla Banca di Piacenza -: perché, appunto, non conosciuto e non visibile, ma anche per motivi letterari. “Il giardino segreto” è il titolo di un libro della scrittrice anglo-americana Frances Hodgson Burnett (l’autrice di “Piccolo lord”), che racconta la storia di tre bambini con problemi di salute che, frequentando un giardino abbandonato scoperto in un castello, trovano beneficio e riescono a star meglio. Mi è sembrato un accostamento appropriato, visto che ci troviamo nell’area ospedaliera».

La presentazione dei lavori di riqualificazione si è tenuta nella Sala Colonne dell’Ospedale e ha visto gli interventi di Carlo Ponzini e Roberto Tagliaferri introdotti da Pietro Coppelli, presidente del Comitato organizzatore dei 500 anni di Santa Maria di Campagna (l’incontro rientrava nel ricco programma di Celebrazioni dell’evento). Il condirettore generale della Banca – dopo aver ringraziato della presenza le rappresentanti dell’Asl Anna Maria Andena (direttrice del Distretto di Piacenza, che ha ringraziato il popolare Istituto di credito per la sensibilità dimostrata nel voler recuperare una parte dell’embrione storico dell’Ospedale) e Martina Croci (referente del settore Comunicazione) e il presidente dell’Ordine dei medici Mauro Gandolfini – ha richiamato l’attenzione sui diversi fattori che legano il complesso degli Olivetani alla Basilica di piazzale delle Crociate: a partire dalla vicinanza territoriale, passando per i frati francescani (fu proprio un francescano, padre Michele Carcano, ad impegnarsi a fondo nella raccolta delle risorse per costruire l’Ospedale, che compie 550 anni, una plurisecolare ricorrenza che la Banca celebrerà) e finendo con il progettista in comune, Alessio Tramello.

«L’intervento di recupero promosso dalla Banca – ha precisato l’arch. Ponzini – intende proprio valorizzare l’architetto piacentino a cui si deve anche Santa Maria di Campagna. Il giardino segreto, infatti, è “in testa” alla monumentale opera del Tramello, che comprende convento, chiostro e chiesa di San Sepolcro». Con il supporto di alcune slide, il progettista del recupero ha documentato l’attuale stato del portale, delle mura e del giardino, analizzandone lo stato conservativo, bisognoso di interventi di pulizia e consolidamento. «Nella riprogettazione dell’area verde – ha spiegato l’arch. Ponzini – mi sono riferito al giardino terapeutico (healing garden): uno spazio che vuole essere un simbolo di vita, che riesca a indurre la mente a pensieri positivi, di allegria, vigore, leggerezza e movimento. Lo scopo da perseguire è quello di progettare qualcosa di famigliare, educativo e che possa affrettare la guarigione o migliorare la qualità della vita delle persone che lo frequentano».

L’ing. Tagliaferri, responsabile dell’Ufficio Economato della Banca, ha dal canto suo ricostruito la storia di San Sepolcro. Il luogo di culto è di antichissima origine: il tempio venne probabilmente fondato nel IX secolo da un nobile piacentino reduce dalla Terrasanta che lo intitolò al Santo Sepolcro. «La primitiva struttura della chiesa – ha documentato l’ing. Tagliaferri – già nel 1050 fu oggetto di un imponente cantiere di ricostruzione avviato dall’Ordine benedettino, i cui monaci si insediarono presso la chiesa dotandola di una vasta struttura conventuale, integrata a sua volta con la funzione ospedaliera a beneficio dei pellegrini in transito lungo la Francigena». Nel 1484 l’intera area fu ceduta alla congregazione dei monaci del Monte Oliveto (benedettini riformati). Gli Olivetani sul finire del ‘400 affidarono il rifacimento della chiesa e del monastero ad Alessio Tramello, «il quale trasformò l’antico complesso benedettino in una delle più efficaci espressioni dell’architettura rinascimentale piacentina». I lavori terminarono nel 1534. Il convento fu chiuso al culto sul finire del ‘700 con l’avvento del governo napoleonico e nel 1817 fu unito agli Ospizi Civili, per essere infine assorbito nell’Ospedale. La chiesa, priva del suo monastero, venne riaperta al culto soltanto nel 1903, su interessamento del vescovo di allora mons. Scalabrini. Oggi, a seguito della riconsegna al Demanio da parte della Diocesi, è stata concessa in uso gratuito alla comunità Ortodossa.

Al termine del partecipato incontro, il dott. Coppelli ha consegnato alla dott. Andena la Medaglia della Banca, in segno di ringraziamento per la fattiva collaborazione dell’Asl alla buona riuscita dell’evento.




La nuova BMW S 1000 RR

Presentata la nuova BMW S 1000 RR dotata di un motore più potente, sospensioni e telaio avanzati, nuovi sistemi di assistenza Brake Slide Assist e DTC Slide Control ed anche di un’aerodinamica ottimizzata con le winglet e un posteriore ridisegnato. La supersportiva presentata per la prima volta nel 2009 sarà ora disponibile in una nuova edizione.

La nuova RR monta un motore a 4 cilindri in linea basato sul propulsore dell’attuale S 1000 RR. La potenza massima è ora di 154 kW (210 CV) a 13.750 giri/min (non si applica ai veicoli statunitensi), 2 kW (3 CV) in più rispetto al modello precedente. La coppia massima di 113 Nm viene generata a 11.000 giri/min. Nonostante l’aumento della potenza di picco, il range di regimi utilizzabili del nuovo RR è ora significativamente più ampia e completa. Il regime massimo del motore è di 14.600 giri/min.

La nuova caratteristica del Dynamic Traction Control DTC è la funzione Slide Control che  consente al pilota di selezionare due angoli di deriva preimpostati per il sistema di controllo della trazione in fase di accelerazione in uscita dalle curve. Tecnicamente, ciò si ottiene utilizzando un sensore dell’angolo di sterzata. Fino al rispettivo angolo di inclinazione, il sistema di controllo della trazione consente lo slittamento della ruota posteriore quando si accelera in uscita di curva, permettendo così la deriva della ruota posteriore. Quando si raggiunge il valore dell’angolo di sterzata preimpostato, il controllo di trazione interviene, riduce lo slittamento e stabilizza la moto.

Il cuore della nuova RR è ancora il telaio a ponte in alluminio, che è composto di quattro elementi pressofusi a gravità e integra il motore, inclinato in avanti di 32 gradi come prima, come elemento portante. Per ottimizzare la flessibilità laterale, il telaio principale della nuova RR è stato dotato di diverse aperture nelle zone laterali. Nello sviluppo del nuovo telaio della RR si è puntato anche ad aumentare ulteriormente la precisione di guida. L’angolo del cannotto di sterzo è stato appiattito di 0,5° e l’offset delle piastre di sterzo è stato ridotto di 3 mm. La nuova geometria del telaio è accompagnata non solo da una precisione di guida ancora migliore, ma anche da una maggiore sensibilità e da un feedback più chiaro dalla ruota anteriore.

La nuova funzione Brake Slide Assist è un’innovazione importante e molto utile per i piloti in pista. Come la nuova funzione DTC Slide Control, anche questo nuovo sistema si basa sui sensori dell’angolo di sterzata e consente al pilota di impostare un angolo di derapata specifico per le cosiddette derapate in frenata mentre scivola in curva.

Come per la M RR, le winglet sulla nuova RR assicurano il miglior contatto possibile della ruota anteriore con la strada, soprattutto in fase di accelerazione. Esse generano una deportanza aerodinamica e quindi un carico supplementare sulle ruote. I vantaggi sono che la tendenza della moto a impennare si riduce, si può staccare più tardi e la stabilità in curva aumenta.

Per quanto riguarda il design, la nuova edizione della RR beneficia di una sezione anteriore ridisegnata, di una nuova sezione posteriore più leggera e sportiva e delle tre nuove colorazioni Blackstorm metallic, Style Passion in Racingred non-metallic e Lightwhite non-metallic/BMW M, pensata per le corse.

Vediamo le principali caratteristiche della nuova BMW S 1000 RR:

– Aumento della potenza e della coppia: 154 kW (210 CV) a 13.750 giri/min e 113 Nm a 11.000 giri/min.

– Rapporto di trasmissione secondario più corto per una maggiore trazione sulla ruota posteriore.

– Telaio “Flex Frame” migliorato con maggiore flessibilità.

– Geometria del telaio con nuovi valori per l’angolo di sterzata, il disassamento, la convergenza e il passo.

– Kit telaio M di serie con punto di rotazione del braccio oscillante regolabile e retrotreno rialzato.

– Controllo dinamico della trazione DTC con nuova funzione Slide Control per le derapate in accelerazione grazie al sensore dell’angolo di sterzata.

– ABS Pro con la nuova funzione Brake Slide Assist che utilizza il sensore dell’angolo di sterzata per frenare le derapate in prossimità delle curve.

– ABS Pro: Impostazione “Slick”

– Aerodinamica ottimizzata con nuova sezione anteriore, winglet, parabrezza alto e separazione della piastra di sterzo inferiore.

– Batteria leggera M di serie.

– Porta di ricarica USB nella parte posteriore.

– Sezione posteriore ridisegnata e porta targa più corto.

– Cablaggio ottimizzato per la rimozione del portatarga.

– Copertura della frizione e del generatore in nero.

– Montaggio della ruota posteriore più semplice grazie alle boccole dell’asse a prova di sfilamento, alle pastiglie dei freni smussate e alla piastra di ancoraggio dei freni.

– L’ adattatore M GPS Mouse fa ora parte della gamma di accessori originali BMW Motorrad.

– Il nuovo supporto GoPro fa ora parte della gamma di accessori originali BMW Motorrad.




Alternativa per Piacenza: “Asp, vergognoso aver perso il finanziamento per la casa residenza anziani”

“La scelta di archiviazione di INAIL in merito alla pratica del finanziamento dell’ex pensionato albergo all’interno di Asp grida vergogna”. Così i consiglieri di ApP Stefano Cugini e Luigi Rabuffi commentano la notizia che ieri ha comunicato in consiglio comunale il vice sindaco Marco Perini.

Sono anni che si parla di questo progetto, al quale sia il Comune che Asp tenevano moltissimo perché avrebbe dato la possibilità di avere 90 nuovi posti destinati agli anziani e a categorie fragili in una struttura interna al Vittorio Emanuele, con una sensibile riduzione delle liste di attesa e nuove risorse per l’azienda servizi alla persona. Apprendiamo con sconcerto che si è preferito buttare via cinque anni di lavoro e mediazione, perdendo un finanziamento da svariati milioni di euro. Un conto è fare una scelta, un conto è subirla – ribadiscono Cugini e Rabuffi.

Il deficit di bilancio di Asp “è ampiamente in perdita” per usare le parole del vice sindaco Perini, sfiora i 680 mila euro. Alla guida, dal 2019, c’è Eugenio Caperchione che firmò un piano di risanamento commissionato proprio nel corso dell’amministrazione Dosi e affidato a Marco Perini che rivestiva, allora, il ruolo di amministratore unico, sostituito poi da Caperchione.
Ieri è arrivata la conferma che quel piano è lontano dall’essere rispettato, i numeri del bilancio sono in profondo rosso, il progetto per il pensionato albergo è sfumato.

A questo punto ci domandiamo quali conclusioni vorranno trarre l’amministratore unico, rispetto ai risultati impietosi letti nero su bianco, e la nuova giunta comunale, posto che in ballo c’è la fascia più debole della popolazione, gli anziani, le loro famiglie sempre più in difficoltà nella gestione quotidiana.




Ospedale di Bobbio. Ausl e Pasquali assicurano: “L’attività del Punto di Primo intervento non viene assolutamente interrotta”

Nota congiunta dell’Azienda Usl di Piacenza del sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali, sulle preoccupazioni espresse da più parti sulla sanità provinciuale che vede liste di attesa fra le più lunghe della regione, pronto soccorsi di Castello e Fiorenzuola che non funzionano a pieno regime ma solo per metà giornata, medici ospedalieri che abbandonano il nostro nosocomio verso nuovi incarichi altrove.

«L’Azienda Usl di Piacenza ribadisce di agire sempre, prima di tutto, secondo il principio di sicurezza e di tutela della salute dei cittadini. Come in tutta l’Emilia-Romagna, anche a Piacenza trovano applicazione i nuovi accordi siglati dalla Regione nell’ambito dei servizi di Emergenza urgenza, della medicina generale e dei medici di emergenza territoriale, tra le tante misure per affrontare la complessa tematica nazionale della carenza di risorse in ambito medico e, in particolare, nell’area Emergenza urgenza.
Si fa riferimento, in particolare, all’intesa che riguarda i Medici di Emergenza territoriale (i cosiddetti MET). “Da alcuni mesi, il nostro sforzo – evidenzia la direzione aziendale – è stato quello fronteggiare le crisi in un’ottica di sistema. Abbiamo sempre continuato a garantire risposte adeguate ai bisogni di salute della cittadinanza su tutto il territorio, senza ridurre i servizi”.
Il contesto, come più volte evidenziato, è quello della difficoltà di reperire alcune figure in ambito medico, soprattutto nell’emergenza urgenza. Abbiamo cercato di far fronte a questo problema nazionale anche integrando con altre professionalità sanitarie mediche, sfruttando le opportunità che la Regione ci ha messo a disposizione con le nuove intese con le diverse tipologie di medici”.
All’ospedale di Piacenza è confermato e potenziato il ruolo di riferimento (hub provinciale) per tutte le patologie tempo dipendenti, ovvero quelle necessità sanitarie (quali ictus, infarti, traumi gravi,..) urgenti che possono mettere il paziente in pericolo di vita. Allo stesso modo, come già accade oggi, sul capoluogo sono concentrati tutti i casi pediatrici, psichiatrici e l’assistenza alla donna in gravidanza.
Inoltre, l’applicazione degli accordi regionale ha già consentito all’Azienda di sviluppare e consolidare nel Pronto soccorso di Piacenza ulteriormente l’attività dell’ambulatorio a bassa complessità assistenziale (ABC), per ridurre il fenomeno del sovraffollamento.
Negli ospedali di Castel San Giovanni e Fiorenzuola nulla cambia rispetto all’attuale offerta: l’attività del Pronto soccorso continua a essere garantita sulle 12 ore diurne.
All’Ospedale di montagna di Bobbio, oggetto degli articoli sulla stampa, l’attività del Punto di Primo intervento non viene assolutamente interrotta e si mantiene il livello di servizio inalterato. L’Emergenza territoriale 118 è presente sulle 24 ore con due equipe infermieristiche in orario diurno e un equipaggio sempre infermieristico di notte. Di notte e nelle giornate festive e pre festive è presente un medico di continuità assistenziale. Di notte e di giorno, come ora, sarà sempre presente un medico H24, con le competenze necessarie per garantire le esigenze assistenziali dei cittadini che si recano all’ospedale di Bobbio e che, in assoluta sicurezza, troveranno appropriata risposta alle loro necessità.
Il percorso che questa Azienda ha attivato per fronteggiare la scarsità contingente delle risorse mediche specialistiche ha come cardine e principio fondamentale la tutela della salute e la sicurezza dei cittadini, che non sono derogabili».

Interpellanza di Rancan e Stragliati in Regione

“Esiste un piano di investimenti e cosa prevede di fare la Regione per l’ospedale di Bobbio (Piacenza), con riferimento all’implementazione del personale e dei reparti? E poi ancora: con quali tempistiche intende mettere a terra le risorse stanziate?”.

Lo chiede un’interpellanza a firma del capogruppo e commissario Lega Emilia, Matteo Rancan, e del consigliere regionale Valentina Stragliati.

“È notizia di oggi – si legge nell’atto dei leghisti – che, a partire dal 7 ottobre, non ci sarà più il medico di emergenza territoriale, specializzato nelle urgenze e a stretto contatto con il 118, a presidiare l’importantissimo punto di primo intervento dell’ospedale di Bobbio. 

Il comune si trova nel cuore della Val Trebbia, conta circa 15mila persone residenti con un’età media che si attesta nella fascia medio-alta. “L’emergenza sanitaria connessa alla pandemia, unitamente all’età media avanzata dei residenti e all’aumento del numero di visitatori in Alta Val Trebbia, evidenziano il ruolo fondamentale dell’Osco bobbiese” sottolineano i leghisti.

Al fine di sollecitare un piano di investimenti per il nosocomio bobbiese, Rancan e Stragliati, ricordano che “l’ultimo atto della commissaria straordinaria dell’Ausl Giuliana Bensa, prima di lasciare l’incarico alla nuova direttrice generale Paola Bardasi, è stato trasformare ufficialmente dal primo agosto l’ospedale di comunità di Bobbio in stabilimento ospedaliero a tutti gli effetti, equiparato cioè a quelli di Fiorenzuola, Castel San Giovanni e Piacenza”.

 

 




Interruzione volontaria di gravidanza, l’Emilia-Romagna rende disponibile la pillola RU486 anche nei consultori

Emilia-Romagna pronta a partire già nei prossimi giorni con la somministrazione della pillola RU486 anche nei consultori: si inizia a Parma ai primi di ottobre, poi nelle settimane e mesi successivi sarà la volta di Modena e Carpi, Romagna (Ravenna e Cattolica), Bologna e tutte le province.

Si amplia dunque la possibilità per le donne di ricorrere, per l’interruzione volontaria di gravidanza, al trattamento farmacologico: non più solo nei presidi ospedalieri – come in regione avviene sia in day hospital dal 2005 sia in regime ambulatoriale da fine 2021 – ma anche nei consultori familiari, dove potrà essere effettuato in caso di donne maggiorenni entro il 49° giorno di età gestazionale.

E intanto il 2021 fa segnare il numero più basso di interruzioni volontarie di gravidanza registrato annualmente in Emilia-Romagna dall’inizio della rilevazione, nel 1980: per la prima volta scendono sotto 6.000, esattamente a 5.671, con un calo del 6% rispetto al 2020 e del 52% rispetto al 2004 (in cui avevano sfiorato quota 12mila).

Contemporaneamente, si registra un sempre maggiore ricorso alla pillola RU486 rispetto all’intervento chirurgico: lo scorso anno 3.505 interruzioni volontarie di gravidanza, ovvero il 62%, sono state effettuate con questo trattamento.

“Siamo pronti a partire per garantire alle donne un’ulteriore possibilità di effettuare, in sicurezza e con l’assistenza adeguata, l’interruzione volontaria di gravidanza- afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Iniziamo in alcune città, per poi estendere questa modalità anche alle altre province, man mano che le Ausl completeranno la predisposizione dei protocolli necessari su spazi e modalità, sulla base delle indicazioni definite dalla Regione. Siamo convinti si tratti di un diritto che deve essere garantito e rispetto al quale il servizio sanitario deve operare al meglio”.

Già a fine 2021 l’Emilia-Romagna aveva recepito, con un atto dell’assessorato regionale, le raccomandazioni nazionali del ministero della Salute: dare alle donne la possibilità di eseguire l’interruzione volontaria di gravidanza con trattamento farmacologico in regime ambulatoriale anche negli spazi dei consultori, che da sempre svolgono un ruolo fondamentale in tutte le fasi della vita riproduttiva femminile.

In questo anno le Aziende sanitarie hanno lavorato per individuare le strutture, riorganizzare e attrezzare dove necessario gli spazi, formare adeguatamente il personale, costituito da equipe multiprofessionali, e costruendo protocolli e accordi con gli ospedali di riferimento, in modo da accogliere e seguire le pazienti nei diversi momenti dell’Ivg farmacologica.

Non tutti i consultori, infatti, possono essere utilizzati  per la somministrazione della pillola RU486: per garantire alle donne la massima sicurezza nell’assistenza, la Regione ha definito un protocollo sperimentale che sarà utilizzato unicamente dalle strutture che presentano determinate caratteristiche e autocertificate dalle Aziende sanitarie; tra i requisiti che rendono una struttura idonea c’è ad esempio la distanza ravvicinata (entro 30 minuti) da un presidio ospedaliero di riferimento, la presenza di un’equipe adeguatamente formata, la garanzia di un numero adeguato di personale ostetrico e ginecologico non obiettore, la presenza di attrezzature adeguate e rifornimenti farmacologici per gestire l’emergenza e il trattamento di effetti collaterali.

Tra le condizioni per poter effettuare in consultorio l’Ivg con trattamento farmacologico ci sono, oltre alla maggiore età, il certificato rilasciato dal medico e firmato dalla donna, il consenso informato e la gravidanza con datazione ecografica inferiore o uguale a 49 giorni. Le Ivg farmacologiche entro il 63° giorno di età gestazionale saranno invece eseguite presso i presidi ospedalieri.




“Santa Maria di Campagna crocevia di artisti, in una città ricca di stimoli culturali”

I numerosi studi pubblicati dalla Banca di Piacenza (dal 1995) sono lì a dimostrarlo: la nostra città è stata, nel passato, crocevia di artisti (ma anche di mercanti e banchieri) trovandosi lungo gli itinerari di pellegrinaggio europei. E crocevia di artisti è stata Santa Maria di Campagna, alla cui decorazione – concepita come un grandioso inno per immagini innalzato alla gloria della Vergine – parteciparono, tra ‘500 e ‘800, valenti pittori e scultori di varie provenienze. Di loro ha trattato questa sera il critico d’arte Georg Duhr nell’incontro che si è tenuto nella Biblioteca del Convento, nell’ambito delle Celebrazioni dei 500 anni della Basilica mariana promosse dalla Comunità francescana e dall’Istituto di credito di via Mazzini, entrambi elogiati dal relatore (la prima per la cura che ha della chiesa, i secondi per le innumerevoli interventi di valorizzazione delle bellezze della Basilica compiuti in questi anni).

Introdotto dal presidente del Comitato organizzatore dei 500 anni Pietro Coppelli (che al termine della serata e in ricordo di essa ha consegnato all’ospite la Medaglia della Banca), Georg Duhr ha definito la nostra città «crocevia di stimoli culturali» e, entrando in argomento, è partito col descrivere le opere di Antonio de’ Sacchis, «tra i miei pittori prediletti – ha confessato – per l’impatto dirompente del suo stile pittorico, che definirei vulcanico». Dopo aver descritto gli interventi del Pordenone in Santa Maria di Campagna (la Cupola maggiore, le Cappelle di Santa Caterina e della Natività, il Sant’Agostino e il Dio Padre nel lanternino), il critico d’arte si è soffermato su Bernardino Gatti detto il Sojaro (autore del tamburo della Cupola e del San Giorgio) ma soprattutto sui dipinti ad olio di forma rettangolare («dei quali si parla poco») del fregio dedicato alle eroine del Vecchio Testamento (tra i quali c’è anche un Guercino riscoperto da Vittorio Sgarbi), alcuni realizzati da grandi pittori emiliani (Camillo Gervasetti, modenese, Alessandro Tiarini, faro della pittura bolognese) e, tra gli altri, da Benedetto Marini di Urbino.

Ma sono tanti gli artisti che hanno contribuito ad abbellire la Basilica tanto cara ai piacentini: Francesco Mochi con la statua di Ranuccio Farnese, il Geernaert con la Crocifissione, Galeazzo, Giulio e Bernardino Campi, Camillo Procaccini, Malosso, De Longe, Bibiena, Stern, Avanzini.

Tornando al Pordenone, Georg Duhr ha definito «sublimi» gli affreschi realizzati dall’artista friulano in Santa Maria di Campagna, «chiesa che amo pur non abitando a Piacenza».




Veneziani si dimette da direttore del Consorzio di Bonifica di Piacenza

Dopo solo sei mesi Raffaele Veneziani lascia la direzione generale del Consorzio di Bonifica di Piacenza. Veneziani aveva assunto l’incarico lo scorso aprile. In realtà la nomina risaliva a dicembre 2021 ma per prudenza si era atteso il parere dell’Anac su una possibile “causa di inconferibilità dell’incarico”. Una volta ricevuto il semaforo verde, la scorsa primavera, l’ex sindaco di Rottofreno era entrato nell’ente di Strada Val Nure, salvo uscirne ora, a sorpresa.

È stato lo stesso Veneziani a comunicare al Comitato Amministrativo la propria intenzione di non proseguire nell’incarico.

«Prendiamo atto della scelta del Direttore Veneziani, – afferma il Presidente Luigi Bisi – lo ringraziamo per il lavoro svolto in questi mesi caratterizzati da una estrema complessità e gli auguriamo il meglio per le sfide personali e professionali che lo attendono, certi che le sue competenze possano essere molto utili nei diversi ambiti in cui vorrà metterle a frutto. Si apre ora per il Consorzio una nuova fase di ulteriore riorganizzazione interna in vista delle pressanti sfide che si prospettano nel futuro, a cominciare dalla crisi energetica e dall’elevato numero di progetti e finanziamenti che sono ora in cantiere ed in previsione nel breve e medio termine. Saremo da subito impegnati per la ricostituzione del vertice operativo dell’ente per assicurare la continuità dell’attività del Consorzio in questa fase caratterizzata da grande dinamicità».

Resta da capire cosa abbia indotto Veneziani a mollare la guida operativa del consorzio anche se, dalla dichiarazione ufficiale qualche inizio lo si può trovare: «In questi mesi – scrive – ho vissuto una esperienza straordinariamente arricchente dal punto di vista umano e professionale, toccando con mano le grandi competenze del personale interno che vi opera. Il Consorzio con l’attività irrigua sostiene in modo determinate la filiera agroalimentare e con le attività di bonifica e gestione del territorio garantisce sicurezza idraulica e tutela delle zone montane. Per il prossimo futuro auguro al Consorzio chiarezza negli obiettivi e linearità di azione, i tempi sono difficili e serve piena sintonia tra i vari livelli di governo dell’ente al fine di condurre il Consorzio a quella centralità nel panorama piacentino che merita per l’importanza delle funzioni svolte».




Si fumava una canna in strada a Borgonovo. Giovane segnalato alla prefettura

Ieri sera, intorno alle 23,00, a Borgonovo Val Tidone, un operaio 26enne è stato notato da una pattuglia della locale stazione Carabinieri stava svolgendo un servizio per le vie del centro del paese. Giunti in prossimità di Viale Marconi i militari si sono insospettiti per il repentino cambio di atteggiamento del giovane.

Avvicinatisi hanno subito percepito un forte odore di marijuana che proveniva dalla “sigaretta” che il 26enne si stava tranquillamente fumando in strada.

L’operaio, a quel punto, ha consegnato la canna ed è stato accompagnato in caserma dai militari che hanno proceduto a segnalarlo alla prefettura quale assuntore di droga.




Pellegrino si infortuna lungo la via Francigena: aiutato dai carabinieri

Disavventura per un pellegrino francese che stava percorrendo la via via Francigena, la strada che dalla Francia, arriva in Italia passando per il Monginevro, e che consente ai pellegrini di arrivare a Roma per pregare sulla tomba di San Pietro e di proseguire poi, se si vuole, verso Gerusalemme. L’uomo nel tardo pomeriggio di ieri (28 settembre), mentre si trovava a Pontenure (PC), ha messo male un piede e si è procurato un serio trauma alla caviglia.

L’uomo impossibilitato a proseguire ha contattato con il cellulare il 112 e, in un italiano molto approssimativo, ha fatto capire di essere in difficoltà senza riuscire a fornire però grandi dettagli.

Gli uomini della sala operativa sono comunque riusciti a capire dove si trovava ed hanno inviato sul posto la pattuglia di San Giorgio Piacentino che per fortuna era nelle vicinanze. Dopo averlo raggiunto ed appurate le sue condizioni, i militari hanno chiamato personale del 118. I sanitari, giunti sul luogo, una volta immobilizzato il piede del pellegrino, lo hanno trasportato all’ospedale di Piacenza.

A questo proposito i carabinieri ricordano come i telefonini possano essere un’anc ora di salvezza soprattutto per chi si muove da solo, magari in zone impervie. «Se in alcuni casi l’uso del cellulare è anche la causa principale di incidenti, non si può negare però, che in altri sia  lo strumento che consente ai soccorritori e alle Forze dell’Ordine di poter subito localizzare chi lo sta usando e che magari ha bisogno di aiuto.

E’ bene quindi, specie se ci si avventura da soli in zone boschive, isolate o impervie, averne con se uno sempre acceso. Ogni cellulare infatti è in possesso di un segnale GPS che consente al localizzatore e ai Carabinieri di individuarlo e risalire al luogo esatto in cui si trova.

Si pensi ad esempio, ad una persona che si è persa in un bosco dove si era addentrata per una passeggiata o per raccogliere funghi o per altro. Per il rintraccio della stessa decisivo è il possesso di un cellulare acceso per consentire la quasi immediata localizzazione».




In vigore da ottobre le limitazioni anti-smog previste dal Piano regionale dell’Emilia Romagna

Saranno in vigore anche a Piacenza a partire da ottobre, sino al 30 aprile 2023, le limitazioni al traffico per i veicoli più inquinanti, previste dal Piano Aria regionale integrato. A cominciare dalle domeniche ecologiche – quattro ogni mese, con la sola esclusione di dicembre, del 1° gennaio e della festività pasquale – che prendono il via questo fine settimana: domenica 2 ottobre – così come il 9, 16 e 23 – dalle 8.30 alle 18.30, stop alle auto e ai veicoli commerciali a benzina sino alla categoria Euro 2 compresa, ai mezzi diesel sino alla tipologia Euro 4 inclusa, ai ciclomotori e motocicli a due tempi pre Euro ed Euro 1, nonché ai veicoli alimentati a benzina/gpl o benzina metano pre Euro ed Euro 1.

Per le stesse categorie di automobili e mezzi commerciali, dal 3 ottobre vigerà il divieto di circolazione da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 18.30, con la sola eccezione dei veicoli diesel Euro 4, che nei giorni feriali dovranno osservare il provvedimento unicamente a partire dall’attivazione del servizio “Move In” (monitoraggio dei veicoli inquinanti), di cui sarà data opportuna comunicazione o, in ogni caso, dal 2 gennaio 2023. Le limitazioni non si applicheranno il 1° novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio, 9, 10 e 25 aprile.

A Piacenza, come riportato dettagliatamente anche sul sito web comunale, sono escluse dalle restrizioni le aree della Besurica, di Montale e Le Mose, in quanto non sufficientemente servite dal trasporto pubblico locale. Restano inoltre sempre percorribili, per consentire ai mezzi provenienti da territori extraurbani di raggiungere le aree di parcheggio servite da navette o bus di linea, le seguenti direttrici: via Emilia Pavese, via Einaudi, il tratto di via I Maggio compreso tra le prime due, la bretella strada Gragnana – via Einaudi, la Tangenziale Sud e il relativo prolungamento, strada Agazzana, strada Bobbiese, strada Val Nure, via Gorra (nel tratto compreso tra strada Val Nure e largo Anguissola), via Motti, via Martiri della Resistenza (tra via Motti e via Manfredi, il tratto di via Manfredi compreso tra via Martiri della Resistenza e via Gorra, via Delle Novate, via Emilia Parmense, via Colombo, piazzale Roma, via La Primogenita, viale S. Ambrogio; piazzale Milano, via Emilia direzione Milano (S.S. 9), via Legione Zanardi Landi, via Maculani, via XXI Aprile, piazzale Torino, via del Pontiere nel tratto compreso tra via Nino Bixio e via XXI Aprile (attraverso il sottopasso della linea ferroviaria Piacenza – Alessandria, via Bixio nel tratto compreso tra v del Pontiere e via Diete di Roncaglia, la stessa via Diete di Roncaglia, via Caorsana, via Cremona, nuovo cavalcaferrovia (via Diete di Roncaglia – via XXI Aprile), via Portapuglia e via Borgoforte. Ulteriori deroghe sono elencate nel testo completo dell’ordinanza.

Qualora, sulla base del meccanismo predittivo, il bollettino di controllo Arpae – emesso abitualmente il lunedì, mercoledì e venerdì – prevedesse per le due giornate successive il superamento della soglia di legge di Pm10, in almeno una stazione della provincia di Piacenza, scatterebbero le misure emergenziali che impongono lo stop anche ai veicoli diesel Euro 4 estendendolo, dopo l’attivazione del servizio “Move In” o dal 1° gennaio 2023, agli Euro 5.

Nel caso di provvedimenti emergenziali, sarà d’obbligo ridurre le temperature di almeno un grado centigrado negli ambienti riscaldati, non superando i 19°C in case, uffici, luoghi ricreativi, sedi associative o di culto e attività commerciali, nonché i 17°C negli immobili ad uso industriale e artigianale. Tale limitazione non si applica in ospedali e case di cura, scuole e luoghi che ospitano attività sportive. In caso di emergenza sarà inoltre fatto divieto, in presenza di impianti di riscaldamento alternativi, di utilizzare generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa, con prestazioni energetiche ed emissive inferiori alle 4 stelle, così come sarà in vigore il divieto assoluto di combustioni all’aperto di qualsiasi tipologia (falò, barbecue, fuochi d’artificio) e di spandimento di liquami zootecnici, con la sola eccezione delle tecniche basate sull’interramento immediato e iniezione diretta al suolo.

L’ordinanza comunale che attua le disposizioni regionali stabilisce inoltre l’obbligo di spegnimento del motore per i veicoli in sosta, il potenziamento dei controlli sul rispetto delle limitazioni alla circolazione e il divieto, sino al 30 aprile 2023, di bruciare residui vegetali (l’ordinanza specifica deroghe e modalità).