Fortune e disavventure dei Medici e dei Farnese s’intrecciano con la storia di Santa Maria di Campagna

«Due delle più potenti e antiche dinastie italiane, i Medici e i Farnese, sono state protagoniste della storia di Santa Maria di Campagna». Questa la conclusione a cui è arrivato lo storico Marcello Simonetta, protagonista della chiacchierata sulla Basilica mariana (“fotografata” nel periodo che va dal sacco di Roma al tirannicidio di Piacenza) che lo scrittore fiorentino – ospite della Comunità francescana e della Banca di Piacenza – ha tenuto nella Biblioteca del Convento nell’ambito delle Celebrazioni per il secolare anniversario della chiesa di piazzale delle Crociate.

Una conversazione – introdotta dal condirettore generale della Banca Pietro Coppelli, presidente del Comitato organizzatore dei 500 anni – che ha fatto emergere nuovi particolari e personaggi poco conosciuti, ma che hanno svolto un ruolo importante della Piacenza del ‘500. Come Alessandro del Caccia «un fiorentino al servizio dei Medici – ha rivelato il prof. Simonetta – che dal 1530 arrivò nel vostro territorio ad amministrare le chiese di Piacenza e di Parma, città delle quali diventò governatore nell’interregno fra il 1534 e il 1535, dopo la morte di Papa Clemente VII, al secolo Giulio de’ Medici». La presenza di quello che fu un tesoriere militare «efficiente e spietato», come si può arguire dalla lettura di alcuni documenti del prezioso archivio custodito dai Frati Minori di Campagna, è stata scoperta quasi per caso dal prof. Simonetta durante le ricerche per la stesura del libro strenna 2021 della Banca (“Gregorio e i suoi fratelli”), studi che hanno fermato l’attenzione dell’autore sulla statua di Clemente VII che si trova in Santa Maria di Campagna. A quanto è stato accertato la stessa – nella sua prima versione in cartapesta, poi rifatta nel ‘700 in scagliola – era stata commissionata dal Del Caccia, per ordine di Papa Medici, come ex voto per lo scampato pericolo durante il sacco di Roma (Clemente VII aveva affidato le sue preghiere alla Madonna di Campagna, a cui era devoto). Una circostanza che ha incuriosito il prof. Simonetta, l’unico ad aver scritto di Del Caccia nel suo “Francesco Guicciardini fra autobiografia e storia”, portandolo a nuove scoperte: fu infatti il futuro Governatore a disporre – il 24 ottobre 1531 – il trasferimento della statua della Madonna di Campagna dalla vecchia alla nuova chiesa, con il Papa che nell’occasione concesse l’indulgenza plenaria, dopo che due anni prima aveva confermato gli Statuti della Basilica. «Santa Maria di Campagna dunque – ha specificato lo storico toscano – non solo luogo di culto ma anche di memoria storica della rivalsa dei Medici, passata per questo santuario. Alla morte di Clemente VII venne eletto Papa Paolo III Farnese: gli uomini fedeli ai Medici caddero in disgrazia, Del Caccia compreso, sollevato dall’incarico di Governatore e «trattato malissimo dal Papa, che lo accusò (ingiustamente) di essere un luterano».

«In questa vostra chiesa – ha aggiunto il prof. Simonetta, al quale il dott. Coppelli ha donato il folder di Poste Italiane con il francobollo dedicato ai 500 anni di Santa Maria di Campagna – abbiamo quindi una presenza mediceo-farnesiana». Per quanto attiene alla seconda, fu per volontà di Pier Luigi Farnese che la Basilica venne affidata ai Francescani Minori, che nella tomba dei frati della sagrestia ricoverarono proprio il cadavere di Pier Luigi, recuperato dal fossato della Rocca viscontea (dopo l’uccisione del duca) e in un primo tempo ospitato in San Fermo. Senza dimenticare che nel 1635 gli stessi Farnese trasformarono Santa Maria di Campagna in chiesa di corte, utilizzandola per importanti cerimonie di Stato e sepolture dichiarandola, nel 1664, chiesa Palatina.




Dal 30 settembre per i nuovi monopattini elettrici obbligo di frecce e doppio freno

Dopo il boom dei monopattini elettrici (grazie anche ai bonus dello Stato) a passi graduali, la normativa sta aggiungendo nuovi tasselli per rendere questi mezzi più sicuri.

Per questo motivo i monopattini elettrici di nuova produzione dovranno essere dotati di:

a) freno su entrambe le ruote. Il dispositivo frenante deve essere indipendente per ciascun asse e deve essere tale da agire in maniera pronta ed efficace sulle rispettive ruote.
I dispositivi indipendenti di frenatura, l’uno sulla ruota anteriore e l’altro su quella posteriore, possono agire sulla  ruota ovvero sul mozzo, ovvero, in generale, sugli organi di trasmissione.

b) un segnalatore acustico;

c) indicatori luminosi di svolta (frecce);

d) una luce bianca o gialla anteriore e una luce rossa posteriore, entrambe a luce fissa;

e)   catadiottri rossi posteriori;

f)     catadiottri gialli applicati sui lati.

Entro il 1° gennaio 2024 i monopattini in circolazione prima del 30 di settembre 2022 dovranno dotarsi di indicatori di svolta e dell’impianto frenante su entrambe le ruote.

Resta da capire se e come sarà possibile applicare freni sulla ruota che ne è attualmente priva e se le case costruttrici metteranno in vendita kit di adeguamento. In caso contrario si rischia la rottamazione di mezzi per cui lo tato ha speso milioni di euro in incentivi.

Mauro Sorbi presidente dell’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale della Regione Emilia-Romagna così commenta i nuovi obblighi e fa il punto della situazione.

«Per rendere la strada un luogo condiviso di vita e non un’anarchia di individui egocentrici ed aggressivi, ricordiamo che il rispetto delle norme contenute nel Codice della Strada garantisce la sicurezza di tutti e per i monopattinisti».

Vediamo quali sono queste norme.

E’ vietato parcheggiare il dispositivo sui marciapiedi, perché si rischia una multa tra i 41 e i 168 euro, salvo se includono aree predisposte ad hoc dal Comune. Inoltre è obbligatorio l’uso di giubbotto catarifrangente/bretelle retroriflettenti da mezz’ora dopo il tramonto, durante tutta la notte e in tutte quelle situazioni/giorni di scarsa visibilità, i minori di 18 anni hanno l’obbligo di indossare il casco, il limite di velocità è stato abbassato a 20km/h e rimane di 6 km/h nelle aree pedonali. I servizi di noleggio monopattino avranno l’obbligo di ricevere una foto del veicolo correttamente posteggiato. E’ stato invece cancellato il divieto di utilizzo dei monopattini elettrici su strade extraurbane sprovviste di piste ciclabili. E’ vietata la circolazione dei monopattini elettrici sotto i portici (dove presenti) e sui marciapiedi (possono essere portati solo a mano) e contromano fatta eccezione per le strade con doppio senso ciclabile.

«Stigmatizziamo – continua Sorbi – il sempre più frequente uso (proibito dal Codice della Strada) di due utenti sul monopattino (spesso è un minore). Unanimemente la causa o concausa di incidentalità è ritenuta la distrazione. Ancora troppi utenti della strada, monopattinisti inclusi, utilizzano il cellulare mentre sono sulla strada. Segnaliamo anche che la conduzione di questi dispositivi richiede elasticità di movimenti fisici da parte dell’utilizzatore, eseguiti con una certa agilità e rapidità che non sono alla portata di chiunque.  Il diritto di circolare sulla strada comporta indissolubilmente dei doveri.Questa è la regola base della democrazia e anche della sicurezza stradale».




Catastrofico incidente in via del Pontiere: per fortuna era solo un’esercitazione

Scenario davvero complicato quello che si è presentato questa sera, verso le 20, ai soccorritori in via del Pontiere, nel tratto di strada fra la Vittorino ed il ponte ferroviario e per fortuna era solo un’esercitazione. Chi ha “scritto” la sceneggiatura di questa simulazione ha davvero tratteggiato una situazione da incubo: un incidente che ha coinvolto un camion alimentato a GNL (gas naturale liquefatto), una vettura ad alimentazione elettrica, un’altra auto ed un quarto veicolo precipitato giù dalla scarpata, il tutto condito da svariati feriti (due in arresto cardiaco) fra cui due bambini incastrati ed il padre sbalzato ad una quindicina di metri.

Come in un vero incidente stradale quando i primi soccorritori sono arrivati sul posto avevano solo poche generiche informazioni, quelle derivanti da due telefonate di testimoni oculari impersonati dal sindaco di Piacenza Katia Tarasconi e dal direttore generale dell’Ausl Paola Bardasi (accompagnata dal direttore sanitario Andrea Magnacavallo).

Il personale del 118 ha subito allertato i vigili del fuoco, spostandosi di alcuni metri dal luogo del sinistro in attesa dell’arrivo dei pompieri. Il GNL presenta nuovi e rischi rispetto ai tradizionali carburanti fra cui, ad esempio, quello di ustioni da freddo (viene stoccato a -130 / -140 °C) e richiede l’utilizzo di procedure non standard (ad esempio guanti resistenti al freddo). Non essendo odorizzato non è peraltro immediata la percezione di eventuali perdite. Per complicare ancora di più l’esercitazione la seconda auto era elettrica, il che rende praticamente impossibile, in caso di incendio, spegnere le fiamme non essendo efficaci per le batterie al litio né l’acqua né le polveri o schiume in dotazione. Per fortuna però nell’ipotesi di scontro le due auto non erano in fiamme e così, una volta messa in sicurezza l’area si è potuto intervenire sui feriti estratti con varie tecniche dalle lamiere. Uno dei feriti è andato in arresto cardiaco ed i sanitari hanno dovuto defibrillarlo.

Nel frattempo altre squadre del 118 (con equipaggi della Croce Rossa e dell’Anpas) sono intervenute nell’area del “castello” ed hanno individuato i bambini ed il padre. I vigili del fuoco hanno trasferito i feriti dalla zona sottostante alla strada i feriti trasportandoli con apposite barelle ed una serie di carrucole.

Durata alcune ore l’esercitazione è stata seguita da osservatori ed interamente videoripresa, anche con l’aiuto di un drone. Tutto ciò sarà oggetto di un debriefing in cui si capirà se i soccorsi sono filati lisci o se vi sano state criticità od errori. Alla serata hanno preso parte attiva anche agenti della polizia locale, con il comandante Mirko Mussi e uomini della protezione civile.

Chi ha assistito all’evento minuziosamente organizzato (con tanto di sangue finto sulle ferite) riferisce di uno scenario carico di tensione ed a modo suo “spaventoso” ed emozionante, utile per riflettere e capire cosa succede sul luogo di un grave incidente. Non sarebbe una brutta idea pensare di organizzare un momento similare per ragazzi neopatentati od in procinto di ottenere la patente per far capire loro le conseguenze di un momento di distrazione mentre si è alla guida o peggio cosa può succedere sotto l’effetto di alcool o droghe.




Covid a Piacenza. Tornano a crescere i contagi (+40,5%)

Riprendono a salire i numeri della pandemia a Piacenza. Dopo settimane in cui si erano registrati dati in negativo il segno “più” torna a comparire nell’andamento dei nuovi contagi da Covid19 con un +40,5% rispetto la scorsa settimana

Il report settimanale pubblicato dall’Ausl evidenzia l’aumento dei nuovi positivi che passano dai 437 di sette giorni fa agli attuali 614.

Il trend dei contagi piacentini è più alto rispetto all’andamento regionale – che, pur registrando un aumento, si ferma a un +18,2% – e nazionale – per cui si segnala un +26,2% nei casi segnalati. Maglia nera alla Lombardia che tocca il +50,7 per cento di aumento.
Analizzando i nuovi positivi su 100mila abitanti, il tasso d’incidenza locale registra 216 casi, in regione Emilia Romagna è di 214, quella italiana di 242 mentre la situazione in Lombardia è 261 casi.

Negli ultimi sette giorni sono stati effettuati 3486 tamponi (contro i 3065 della scorsa settimana) con un aumento della percentuale di positivi che passa da 14,3% a 17,6%.

Continuano i monitoraggi periodici nelle Cra. Lo screening di questa settimana registra sette casi di positività tra gli ospiti  e due casi tra gli operatori. Ricordiamo che, generalmente, si tratta di casi asintomatici o comunque con sintomi lievi, individuati per la maggior parte grazie al monitoraggio periodico proattivo effettuato nelle strutture.

Il numero delle persone in isolamento sale da 462 a 680.

Crescono anche le segnalazioni di casi sospetti arrivate alle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale: le richieste medie giornaliere salgono a 11,9 (la settimana scorsa erano 7,7), per un totale di 83 segnalazioni.

L’incremento dei positivi si rispecchia anche sulla situazione della rete ospedaliera che registra un lieve incremento di positivi. Gli accessi giornalieri in Pronto soccorso per pazienti con sintomatologia riconducibile al Covid sono 4 (la scorsa settimana erano 2). Il 25 settembre i ricoverati con Covid erano 39, mentre la domenica precedente erano 27. La media settimanale è di 33. In Terapia intensiva c’è un paziente positivo. Nella settimana si è registrato 1 decessi.

Per quanto riguarda le vaccinazioni, nella settimana si contano 316 somministrazioni; erano 516 la settimana scorsa.
Sul sito www.covidpiacenza.it sono indicate le modalità per la prenotazione di un appuntamento per la vaccinazione in una delle cinque sedi attualmente disponibili.

In riferimento alla IV dose, la somministrazione del second booster è possibile solo previa prenotazione, tramite i consueti canali, nelle sedute dedicate. Per poter ricevere il secondo booster occorre aver completato il ciclo vaccinale primario (prima e seconda dose), seguito dalla terza dose (di richiamo), dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi da quest’ultima o dall’infezione successiva al richiamo. Destinatari dell’estensione della platea vaccinale sono tutti i cittadini a partire dai 60 anni di età e quelli con elevata fragilità, motivata da patologie concomitanti o preesistenti, dai 12 anni compiuti in su (quindi nati a partire dal 2010), ospiti delle strutture residenziali per anziani e donne in gravidanza. Rimangono attive le vaccinazioni per gli over 80, aperte ormai da mesi.

Aggiornamento Emergenza profughi provenienti dall’Ucraina

Attualmente sono 2.031 i profughi per i quali è stato emesso il codice STP (stranieri temporaneamente presenti). I tamponi eseguiti sono 1.643; 40 i positivi finora accertati.

L’ambulatorio per la presa in carico dei profughi ucraini è collocato al Laboratorio analisi dell’ospedale di Piacenza. I controlli sanitari sono previsti sia per minori sia per gli adulti.

 




In Emilia-Romagna disponibili in 700mila dosi dei vaccini Covid adattati alle varianti

Dopo l’autorizzazione di Ema e Aifa e il via libera del ministero della Salute, anche le nuove formulazioni bivalenti di vaccini a m-RNA adattati alle ultime varianti sono disponibili per la vaccinazione contro il Covid-19: due le tipologie presenti, original/omicron BA.1 di Spikevax (Moderna) e Comirnaty (Pfizer), e original/BA.4-5 di Comirnaty.

In Emilia-Romagna sono già state consegnate oltre 700mila dosi (717.094), pronte per essere somministrate anche con il coinvolgimento dei Medici di medicina generale, dopo l’accordo recentemente siglato con la Regione.  L’assessorato regionale alle Politiche per la salute ha già dato indicazioni alle Aziende sanitarie su come procedere con la campagna vaccinale.

“La vaccinazione contro il Covid-19- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- ha dimostrato di essere l’unica e insostituibile via per proteggerci dal virus, ma non è il momento di abbassare la guardia. Quasi 4 milioni di cittadini in Emilia-Romagna si sono vaccinati con il ciclo primario e terza dose, ma ora è fondamentale la quarta dose per continuare a proteggere i nostri cari, noi stessi e tornare alla quotidianità delle nostre vite”.

I vaccini – come specificato nella circolare congiunta di ministero della Salute, Agenzia Italiana del Farmaco e Istituto Superiore di Sanità inviata alle Regioni – sono destinati alla seconda dose di richiamo per tutti i cittadini dai 12 anni in su che ne facciano richiesta, purchè abbiano già ricevuto la prima dose di richiamo da almeno 120 giorni.

Il loro utilizzo, tuttavia, è prioritariamente raccomandato per tre ‘categorie’.

Come secondo richiamo (quindi quarta dose) per tutti i 60enni e oltre e per le persone dai 12 anni in su con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti; per gli  operatori sanitari, gli ospiti e operatori delle strutture residenziali e le donne in gravidanza. In tutti i casi devono essere passati almeno 120 giorni dal primo richiamo).

Come prima dose di richiamo (quindi terza dose) a favore dei soggetti di età uguale o maggiore di 12 anni che non l’abbiano ancora ricevuta, indipendentemente dal vaccino utilizzato per il completamento del ciclo primario; sempre a condizione che sia trascorso un intervallo minimo di 120 giorni dal completamento del ciclo primario.

Infine, come seconda dose di richiamo, dietro valutazione e giudizio clinico specialistico, ai soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici e ai soggetti sottoposti a trapianto emopoietico o di organo solido, che hanno già ricevuto un ciclo primario di tre dosi (ciclo primario standard più dose addizionale a distanza di almeno 28 giorni dall’ultima dose) e una successiva prima dose di richiamo, a distanza di almeno 120 giorni da quest’ultima. Di fatto, si tratta della ‘quinta dose’, che come specifica chiaramente la nota ministeriale per il momento è riservata unicamente a quest’ultima categoria di persone.

Per procedere con la somministrazione, i cittadini possono fare riferimento alla propria Azienda sanitaria e al proprio medico di medicina generale. Ed è confermato che la vaccinazione booster può essere eseguita anche presso le farmacie convenzionate aderenti al percorso.

Nella nota che l’assessorato regionale alle Politiche per la salute ha inviato oggi stesso alle Aziende sanitarie, si riporta inoltre quanto specifica la stessa circolare nazionale, cioè che “non ci sono evidenze per poter esprimere un giudizio di uso preferenziale di uno dei diversi vaccini bivalenti oggi disponibili, ritenendosi che tutti possano ampliare la protezione contro diverse varianti e possano aiutare a mantenere una protezione ottimale contro la malattia Covid-19”; pertanto non è prevista alcuna distinzione rispetto alle due nuove formulazioni a m-RNA bivalenti, di cui “si raccomanda prioritariamente l’utilizzo”.

La distribuzione dei vaccini per Azienda sanitaria

Questa la ripartizione delle 717.094 dosi dei vaccini bivalenti sul territorio: Ausl Piacenza: 49.264; Ausl Parma 78.230; Ausl Reggio Emilia 93.406; Ausl Modena 116.620; Ausl Bologna 126.720; Ausl Imola 18.560; Ausl Ferrara 54.840; Ausl Romagna 179.454.




La banca di Piacenza vara un pacchetto a favore di famiglie ed imprese contro il caro energia

Conferenza stampa questa mattina per presentare una nuova iniziativa della Banca di Piacenza a favore delle famiglie e delle imprese piacentine messe in crisi dal rincaro dell’energia.

A presentarla sonpo stati il direttore generale Angelo Antoniazzi ed il vicedirettore generale Pietro Boselli.

«Come già abbiamo fatto nel 2020, durante il periodo del Covid – ha detto Antoniazzi – abbiamo deciso di varare un pacchetto di aiuti che permetta a famiglie ed imprese di affrontare le conseguenze economiche dovute alla situazione geopolitica, con la crisi russo-ucraina che ha portato a un forte innalzamento dei costi dell’energia, che sta mettendo in difficoltà l’intero sistema economico-sociale».

Concretamente la banca metterà in campo un pacchetto di misure a favore di famiglie e imprese clienti.

Le prime avranno la possibilità di richiedere una moratoria di 6 mesi (in corrispondenza dell’inverno, quando il costo delle bollette andrà a incidere pesantemente sul bilancio famigliare) del pagamento della quota capitale dei mutui chirografari e ipotecari. Facoltà che può essere esercitata a partire dal 1° ottobre e fino al 31 dicembre di quest’anno.

Per quanto riguarda le imprese di tutti i settori economici, la Banca ha stanziato un plafond (denominato RawMaterialCredito-Credito aumento materie prime) di 80 milioni di euro per la concessione di linee di credito che garantiscano la liquidità necessaria a sostenere le temporanee difficoltà delle stesse a far fronte all’impennata dei prezzi energetici.

Queste ultime misure vanno ad aggiungersi alle tante azioni concrete a sostegno dei territori di appartenenza messe in atto dal popolare Istituto di credito, a dimostrare che quando serve, la Banca c’è. A maggior ragione in una fase storica nella quale emergenze di diversa natura hanno messo e stanno mettendo in grave difficoltà il sistema economico mondiale, con inevitabili conseguenze per le economie nazionali e locali.

«Proprio ieri – ha affermato Antoniazzi – durante l’assemblea di Confindustria è stato sottolineato come in questo momento le im prese avrebbero bisogno di “comprare tempo” per riuscire a fronteggiare l’esplosione di costi riequilibrando costi e ricavi. Oggi presentiamo questo pacchetto aperto a tutte le aziende, anche a quelle agricole che rivestono grande importanza nella nostra provincia». 

Per fronteggiare la crisi provocata dalla pandemia, la Banca di Piacenza ha concesso nel 2020 a famiglie e imprese moratorie sui mutui, anticipi cassa integrazione e finanziamenti liquidità per oltre 5mila pratiche e complessivi 400 milioni di euro. Senza contare i numerosi interventi di aiuto a istituzioni e sodalizi impegnati ad affrontare l’emergenza sanitaria.

«Con questa ulteriore iniziativa – hanno sottolineato Antoniazzi e Boselli – la Banca di Piacenza conferma la propria attenzione nei confronti del tessuto economico di un territorio che ha la fortuna – che altri non hanno più – di avere una banca locale che raccoglie e semina dove è insediata. Cerchiamo come sempre di essere molto concreti e vicini ai nostri clienti e lo facciamo con un provvedimento semplice che speriamo aiuti le famiglie in difficoltà a fronteggiare spese straordinarie che immaginiamo saranno concentrate soprattutto nei mesi invernali».




Sei lavoratori in nero in un bar pizzeria della provincia di Piacenza

Più che la pizza rossa i carabinieri, neu giorni scorsi, hanno trovato il lavoro nero in un locale della provincia di Piacenza dove operavano ben sei persone in maniera del tutto irregolare, tre stranieri e tre italiani.

I militari dell’Ispettorato del Lavoro, nell’ambito dei controlli quotidiani, sono incappati in un bar pizzeria dove i dipendenti venivano pagati in contanti, in spregio a qualunque regola.

Al titolare dell’esercizio sono state elevate sanzioni amministrative pari a circa 23.500 euro.




Simone Maserati, sindaco di Gazzola, entra nel consiglio di amministrazione del Consorzio di bonifica di Piacenza

Si è svolta oggi l’assemblea per l’individuazione del rappresentante dei Comuni in sostituzione del Sindaco di Corte Brugnatella la cui carica è cessata durante il periodo di vigenza del Consiglio di Amministrazione (mandato 2021-2026).

Legittimati alla partecipazione dell’assemblea alternativamente i Sindaci dei Comuni del comprensorio ovvero gli Assessori delegati in rappresentanza dei Comuni stessi.

Il Consorzio provvede ora alla presa d’atto delle risultanze dell’assemblea e alla comunicazione alla Regione Emilia Romagna.

Il Consiglio di Amministrazione è formato da 23 componenti eletti dall’Assemblea dei consorziati e tre Sindaci o Assessori delegati in rappresentanza dei Comuni ricompresi nel comprensorio.

Compongono gli organi del Consorzio: il Consiglio di Amministrazione, il Comitato Amministrativo, il Presidente e il Collegio dei revisori dei conti.

Per il mandato 2021-2026 fanno parte degli organi del Consorzio di Bonifica di Piacenza: Luigi Bisi (Presidente), Paolo Calandri (Vice Presidente) e Stefano Riva (Vice Presidente), Giovanni Ambroggi, Francesca Bertoli Merelli, Fabrizio Binelli, Paolo Calestani (Sindaco di Morfasso), Giuseppe Castelnuovo, Alessandro Chiesa (Sindaco di Ponte dell’Olio), Giacomo Delmolino, Roberto Ferrari, Piero Gandolfi, Filippo Gasparini (Comitato Amministrativo), Domenico Giafusti, Gabriele Girometta, Umberto Gorra, Simone Maserati (Sindaco di Gazzola), Mario Mistraletti, Paolo Passerini, Riccardo Piras, Andrea Pompini, Carlo Ponzini, Andrea Reggi, Giampiero Silva (Comitato Amministrativo), Attilio Sfolcini, Vittorio Silva.

Formano il Collegio dei revisori: Alberto Squeri (Presidente), Marina Bottazzi e Andrea Zurla.




Rolleri: “Gli industriali chiedono ai nuovi parlamentari governabilità”

Si è svolta presso l’ex Consorzio Agrario la 77esima assemblea di Confindustria Piacenza. Il tema scelto per l’evento era “Orientarsi nel futuro”.

Il luogo è stato scelto con lo scopo di “riproporre al centro dell’attenzione del mondo politico ed economico locale il tema del recupero delle aree dismesse di Piacenza.

Il presidente Francesco Rolleri, in apertura, si è riallacciato all’attualità ed alle elezioni appena svoltesi ed ha lanciato un appello alla politica.

«Ieri siamo stati chiamati al voto e le urne hanno espresso il nuovo parlamento. Confindustria Piacenza si rivolge ai neoeletti deputati e senatori, con i quali mi felicito a nome di tutti i colleghi imprenditori per il successo, chiedendo  loro di interpretare al meglio la voce dei propri elettori all’interno delle istituzioni romane.  Gli elettori imprenditori a voi chiedono soprattutto una cosa: governabilità! Senza la quale lavorare è molto più complicato.

Il nuovo governo si troverà fin da subito a dover affrontare un inverno difficile. Inutile nasconderci dietro a un dito: siamo nel bel mezzo di una crisi energetica, propiziata da un conflitto bellico all’interno dei confini europei e da un processo di ridefinizione dei nuovi equilibri mondiali.

Un processo doloroso, con la peggiore crisi energetica dagli anni ’70, che già ci ha fatto provare il brivido  degli shock energetici e dell’inflazione a due cifre. 

Ad inizio mandato nel 2020 – nella fase più acuta della pandemia – mai avrei pensato di dover affrontare un momento simile. Abbiamo registrato prezzi dell’energia che rispetto alle fatture di un anno fa, sull’elettrico si sono quadruplicati e sul gas sono arrivati fino ad 8 volte. 

Nel giro di pochi mesi le aziende sono state investite da un violento tsunami. I costi di produzione sono esplosi. Questi livelli di prezzi hanno stravolto le nostre catene produttive, già stremate da un anno di difficoltà sul fronte degli approvvigionamenti. Le industrie più energivore e quindi più esposte ai rincari, hanno incassato i colpi più violenti.

Così, i buoni risultati del  primo semestre dell’anno sono oggi offuscati dalle nubi generate da inflazione ed aumento dei tassi, due fattori  – tra gli altri –  che stanno deprimendo il sentiment generale, nonostante ci siano settori che godono ancora di buoni ordinativi. Abbiamo seguito quotidianamente le difficoltà delle aziende di fronte agli aumenti dei costi dell’energia. Per quanto riguarda l’oggi, Confindustria ha lavorato tenacemente  per ottenere per le aziende un ristoro rapido alle bollette “bollenti” : il credito d’imposta, che siamo riusciti a portare fino al 40% è, nell’immediato,  il massimo risultato possibile rispetto alle condizioni date. Abbiamo inoltre  lavorato tanto per ottenere la possibilità di utilizzarlo anche oltre la fine dell’anno. Con il decreto Aiuti –Ter dovrebbe arrivare.

Quello che rimane e che stiamo chiedendo, è la possibilità della cessione parziale, senza la quale diminuisce l’efficacia del provvedimento. Il problema comunque non è risolto: Mi riferisco all’indipendenza energetica del Paese. 

Anche su questo fronte il governo deve intervenire, proprio in ottica futura. Le aziende che producono beni, forniscono servizi e solo a Piacenza mantengono migliaia di famiglie non possono essere in totale balìa della volatilità dei mercati energetici. 

Non ne chiediamo un commissariamento, ma perlomeno un meccanismo paragonabile a quello presente sul mercato azionario, che ad esempio prevede stop per eccessi di rialzo.

Chiediamo di intervenire subito, per affrontare problemi che avevamo già individuato dodici anni fa.  Di grandi opere nell’ambito delle rinnovabili. Di istituzioni aperte al progresso. Di un approccio che porti a soluzioni e non ad ignorare i problemi, come purtroppo è accaduto finora. Come ho già avuto modo di dichiarare, siamo stanchi di essere perennemente in ostaggio del prossimo “NO”.

L’esecutivo dovrà poi intervenire sull’erosione del potere di acquisto dei lavoratori.  Servono interventi specifici e contingenti, per limitare una spirale salari-prezzi, ma anche strutturali: anche quando l’inflazione rallenterà, i prezzi dei prodotti di largo consumo si saranno comunque stabilizzati su un livello più alto. 

In assenza di un taglio al cuneo fiscale ne risentiranno i consumi nel lungo termine. Un taglio netto alla crescita di lungo periodo che influirà sulle previsioni e sul futuro dell’Italia».

Rolleri si è poi soffermato sul tema dell’assemblea odierna.

«Appena ho varcato  le soglie di questa officina, circa tre mesi fa, mi sono reso conto che sarebbe potuta essere il luogo ideale per la nostra assemblea pubblica.  Ovviamente questo capannone e l’area dell’ex Consorzio nacquero con ben altra destinazione d’uso.

Se foste passati di qui tempo fa, non avreste trovato microfoni e cravatte come oggi, ma chiavi inglesi e tute blu. Avreste avuto davanti ai vostri occhi un pezzo fondamentale della storia industriale piacentina.  Sono passati centoventidue anni e siamo ancora qui.

Nel silenzio di immobili scalfiti dal fluire dei decenni, ma carichi dello stesso spirito del tempo di allora: L’industria è vita. Da imprenditore, e presidente dell’associazione di riferimento degli imprenditori piacentini, questo parallelismo mi ha appassionato.

Mi ha convinto che fosse il posto giusto al momento giusto per riunire gli imprenditori e la società civile della nostra comunità. Per questo vorrei ringraziare Terrepadane per l’ospitalità e in particolare il suo presidente Marco Crotti: senza la vostra collaborazione ed estrema disponibilità l’evento di oggi non si sarebbe potuto realizzare.

Abbiamo voluto essere qui per sottolineare l’importanza dell’attività industriale e della produzione. La virtù del “fare”. 

E di ciò che qui, in questa ampia area del Consorzio, si potrebbe fare in futuro. Così come in tutte le numerose altre aree dismesse o riconvertibili della nostra provincia, che potrebbero ospitare realtà industriali a basso impatto ambientale.

Se siamo qui oggi è per una scelta di coerenza: abbiamo deciso di farvi camminare all’interno di una delle aree di cui abbiamo parlato durante gli scorsi anni, permettendovi di viverla in prima persona. 

Così come è capitato a me durante il primo sopralluogo, sono certo che apprezzare da vicino l’ex Consorzio vi farà comprendere quanto potenziale nasconde la nostra città, alle porte del centro storico, soprattutto in ottica futura. Sì, perché come recita il titolo della nostra assemblea – Orientarsi nel futuro – ci troviamo all’ex Consorzio Agrario per parlare di futuro.

Del nostro futuro come cittadini e imprenditori. Un futuro che potrà vederci protagonisti proprio a seguito dello shock generato dalla pandemia: all’interno delle crepe delle lunghe catene del valore a cui eravamo abituati fino a ieri, c’è un’Europa che può far tornare a casa l’industria manifatturiera. Il reshoring è un tema chiave che si imporrà nei prossimi anni: catene produttive compatte e all’interno dell’Europa. 

Questa sarà la via.  Un cambiamento radicale che dovremo saper cogliere come nazione e territorio.  Che le produzioni tornino qui però non è scontato: ci dovremo lavorare duramente. 

Noi abbiamo già cominciato, mettendo in vetrina Piacenza e le sue virtù uniche per tradizione manifatturiera, competenze e posizione strategica.

Ecco allora perché quel verbo, orientarsi, ci dice tante cose. Anzitutto che non abbiamo con noi la sfera di cristallo.

Che il futuro, anche quello prossimo a noi, più che una autostrada ben illuminata è un tragitto pieno di bivi, svolte e rotonde.  Una metafora che dopo il 2020 ha acquisito tutt’altro significato. L’itinerario ideale, quello “giusto” in assoluto, non esiste più. 

Siamo convinti che oggi il vero valore aggiunto risieda nel maneggiare e rendere propri quanti più strumenti utili ad orientarsi. Provare come sempre ad anticipare il prossimo evento imprevedibile, ma soprattutto essere capaci di leggere e interpretare correttamente gli eventi che si palesano sul nostro cammino. Sapere come comportarsi e adattarsi ai cambiamenti, per agire prontamente. Non solo: una volta fatta nostra questa lezione, essere noi stessi gli attori del cambiamento, con una proficua sinergia tra imprese, società e territorio.

Quest’anno abbiamo con noi un ospite di caratura internazionale: Alec Ross. Benvenuto a Piacenza prof. Ross.  

Siamo certi che le sue analisi ci daranno un importante aiuto, così come ha fatto con i suoi saggi, sempre ricchi di spunti di riflessione. 

Insieme a lui, la grande competenza del nostro assessore regionale Vincenzo Colla, che ci aiuterà a comprendere come i cambiamenti del futuro potranno essere declinati in una prospettiva locale.

La speranza è di uscire da qui con gli strumenti di cui vi parlavo prima, per imparare ad orientarci nel domani.

Su una cosa posso però essere certo fin da oggi. Il futuro che vogliamo, è un futuro con le aziende al centro. Dobbiamo abbandonare l’idea che l’avvenire ci vedrà subire passivamente e senza soluzione di continuità i cambiamenti, in un’ottica di decrescita felice, che felice non è. Il futuro è con le aziende. 

Un futuro diverso, che segue dinamiche proprie. Per citare il poeta Mark Strand, “il futuro non è più quello di una volta”. Le aziende del nostro territorio potranno non avere lo stesso volto nei prossimi decenni. Certamente cambieranno, secondo dinamiche nuove e tecnologie che evolvono  a velocità mai viste nell’arco delle nostre vite.

Io sono ottimista, e dico: cambieranno, ma proprio come sono cambiate dagli anni ’80 ad oggi ad esempio. La linea del tempo non ha mai smesso di scorrere. La sfida sta nel trovare costantemente la nostra collocazione, per confermare la nostra centralità nella società.

A tal proposito vorrei citare un passaggio del discorso di Papa Francesco all’assemblea di Confindustria, a cui ho avuto l’onore di assistere lo scorso 12 settembre in Vaticano: “Il territorio vive dell’impresa e l’impresa trae linfa dalle risorse di prossimità, contribuendo in modo sostanziale al benessere dei luoghi in cui è collocata”.

Mi è rimasto nel cuore un parallelismo tanto semplice quanto efficace: “L’imprenditore stesso è un lavoratore” e il valore che crea deriva dalla cooperazione di tutti. Il rapporto è reciproco, i lavoratori dipendono dal proprio imprenditore, ma “l’imprenditore dipende dai suoi lavoratori, dalla loro creatività, dal loro cuore e dalla loro anima”.

Papa Francesco ha detto che noi imprenditori dobbiamo ricordarci “l’odore del lavoro”. 

Ascoltare quelle parole per me è stato emozionante, perché lo si diceva sempre anche a casa mia: il bisogno di sentire l’odore dell’officina tutti i giorni. È una lezione che ho fatto mia e che porterò sempre con me.

Persone. Macchine. Lavoro. Fatica. Passione. Realizzazione. Ogni giorno che passa sono sempre più convinto che nelle aziende “Il tutto sia più che la somma delle sue parti”.

Perché le aziende sono anche socialità, integrazione, redistribuzione della ricchezza, ricerca e benessere per la comunità che vi lavora e vi sta intorno.

Sono un punto di riferimento al quale noi imprenditori e i nostri dipendenti dedichiamo i nostri sforzi tutti i giorni. Le nostre imprese sono fondamentali. Dobbiamo essere consci di ciò che creiamo tutti i giorni. Esserne fieri.

E forti di questa consapevolezza continuare a guardare avanti, come sempre a testa alta. Orientiamoci in un futuro incerto, ma con la certezza di farlo tra aziende sane, forti e di qualità. E Piacenza, in questo, non ha nulla da invidiare a nessuno».




Sul Facsal una mostra dedicata alla Bosnia ed Erzegovina

il Consolato della Bosnia ed Erzegovina a Milano e la Mreza Mladih PIacenza (Rete dei giovani bosniaci di Piacenza) organizzano una mostra intitolata “Gente della mia patria” nell’ambito del progetto “12 giorni di pace”.

L’obiettivo della campagna “12 giorni di pace” è presentare la Bosnia ed Erzegovina al pubblico internazionale come un esempio di successo di costruzione della pace nel periodo postbellico, oltre a presentare storie positive, eventi e persone di successo della Bosnia ed Erzegovina.

Quest’anno l’evento centrale sotto la giurisdizione del Consolato Generale della Bosnia ed Erzegovina a Milano sarà organizzato venerdì 30 settembre 2022 a Piacenza, Pubblico Passeggio (angolo Respighi), a partire dalle ore 18:00.

La mostra “Gente della mia patria” si propone di presentare le storie di persone provenienti da diversi ambiti della vita pubblica in Bosnia ed Erzegovina che hanno contribuito alla costruzione della pace attraverso il loro lavoro.

Alla mostra parteciperà anche il Console di Bosnia ed Erzegovina a Milano, la Sig.ra Arijana Dzogovic.




Per la seconda linea del Busa Trasporti ecco Isabella Sacchi e Sara Cricchini

Esperienza in categoria per la seconda linea biancoverde del Busa Trasporti MioVolley: coach Cinelli potrà infatti contare su due nomi che conoscono bene sia la serie C che l’ambiente di casa MioVolley.

C’è un nome che profuma di ritorno e di riscatto: è quello di Sara Cricchini che ritrova il palazzetto di Gossolengo che l’aveva vista protagonista nelle promozioni in serie C e B2 del MioVolley. Le parole della giocatrice ripercorrono le ultime stagioni, piuttosto complesse. «Dopo alcuni anni ad avere sofferto per non essermi espressa al meglio e la situazione legata al covid che non mi ha permesso di ritrovare la mia identità a livello pallavolistico, Gossolengo per me rappresenta una sorta di rinascita. Qui mi sono sempre sentita parte di una famiglia ed ho sempre avuto modo di allenarmi con persone come Chiara Scarabelli che mi hanno aiutato tanto. Torno, ancora più forte di prima».

Compagna di reparto di Cricchini un altro volto noto in casa MioVolley: Isabella Sacchi, dopo le esperienze in B2 e B1 in maglia Fumara, ha infatti deciso di offrire il proprio contributo alla causa bianconere. «Non considero la scelta di un campionato in serie C come un downgrade rispetto alle mie passate esperienze ma, anzi, un’opportunità nuova per mettermi in gioco e mostrare il mio valore. Conosco già alcune delle mie compagne, credo si potrà costruire un bel gruppo che potrà togliersi diverse soddisfazioni: da parte mia sono pronta a mettermi in gioco».




Il Pettorelli sbanca Bologna, primo e terzo posto agli Assoluti di spada

Un inizio di stagione con i fuochi d’artificio per il Pettorelli. La società piacentina di scherma, infatti, ha visto salire sul podio due atleti, al primo e al terzo posto. A Bologna, sede della prima prova di qualificazione regionale (categoria Assoluti di spada) sul gradino più alto è salito Gerard Gonel e sul terzo si è piazzato Angel Fabregat. Accanto ai due atleti spagnoli, tesserati con il Pettorelli (sono nel giro della nazionale iberica e si allenano a Piacenza con Bossalini), va registrata anche l’ottima prova di Andrea Polidoro (9), Tommaso Bonelli (11), Amedeo Polledri (26). Tutti hanno staccato il pass per la seconda prova, lungo il cammino che porterà alla fase finale dei campionati italiani. Ai cinque, va aggiunto anche Francesco Curatolo, già qualificatosi in precedenza. Non si sono, invece, qualificate le due giovani ragazze in gara.

«Un grande risultato – ha commentato Alessandro Bossalini, presidente del Circolo Pettorelli – che ci fa affrontare la stagione con una iniezione di fiducia. Il Pettoreli torna alla vittoria in regione nelle gare individuali. Sono molto contento per le ottime prestazioni degli altri ragazzi che si sono qualificati».

Un buon bottino quello della società biancorossa, che aveva affrontato la prima discesa in pedana della stagione con 11 uomini e due donne. A seguire spadisti e spadiste c’erano i tecnici Carlo Polidoro, Francesco Monaco e Francesco Curatolo.

«La stagione è appena iniziata e con essa i corsi. Sono ancora ancora disponibili le prove gratuite per avvicinarsi a questa disciplina, soprattutto per i più giovani. Il prossimo fine settimana, sono attese le gare di Cadetti, Giovani e Under 14, che hanno portato tante soddisfazioni nella passata stagione» ha concluso il Boss.

Infine, Bossalini e il figlio Andrea (attuale campione regionale U14) nel fine settimana rappresenteranno la regione al torneo Coni – una mini olimpiade di tutti gli sport – la cui tappa dedicata alla scherma sarà a Chianciano Terme.

Foto, da sin. Monaco, Gonel, Polidoro, Fabregas, Curatolo