“Cammino di San Rocco”. Presentato il progetto in una tavola rotonda a Sarmato

Si è tenuta ieri nella Sala Consiliare di Sarmato la tavola rotonda sul “Cammino di San Rocco”: un’ipotesi progettuale di un percorso di pellegrinaggio che partirà da Piacenza e approderà a Portalbera, per poi proseguire in terra pavese fino a Voghera.
San Rocco, il santo più famoso d’Europa, è patrono del Comune di Sarmato e proprio per valorizzare i luoghi della storia del Santo all’interno del Comune è stato pensato questo percorso, con uno sguardo largo che guarda alla Francigena, a partire dalla storia: l’associazione San Rocco di Sarmato – con il Presidente Silvio Barbieri – si è avvalsa del supporto di alcuni studiosi e storici locali: Ettore Cantù, che ha delineato le basi storiche del progetto, e il Presidente dell’Ente Farnese Eugenio Gentile.
“Si tratta di un’idea su cui avevamo iniziato a lavorare prima del Covid” spiega la Sindaca Ferrari “Abbiamo potuto riprendere il confronto solo di recente nell’ottica di inserire questo percorso nella promozione territoriale della vie Romea e della Francigena, per questo ci siamo rivolti a Giampiero Comolli, presidente del Comitato scientifico culturale della tratta Piacenza”

Comolli, presente alla tavola rotonda, ha sottolineato che il percorso entrerà a far parte delle vie Romee e ha evidenziato l’importanza di strutturare una promozione condivisa del territorio e dei cammini di pellegrinaggio, dando particolare attenzione dal punto di vista organizzativo alla sicurezza, all’accoglienza e alla cartellonistica, in modo da permettere ai fruitori di poter fare esperienze positive sul territorio.

Al termine della tavola rotonda diverse domande e scambi di opinione con il pubblico, dando appuntamento a tutti in autunno per continuare la progettazione e il confronto con le diverse realtà territoriali.

“Siamo convinti come Amministrazione che sia fondamentale cooperare con i Comuni limitrofi e con le diverse realtà presenti sul territorio, dalle associazioni ai comitati, al fine di mettere in rete le peculiarità che offre la Provincia di Piacenza” afferma Ferrari “I cammini di pellegrinaggio sono un’opportunità per tutto il territorio di cooperare e di guardare con lungimiranza alle potenzialità condivise”.




Mattia Agosti in finale alle qualificazioni per le World Series Little League

Continua in Olanda la favola della Selezione U12 dell’Emilia-Romagna, della quale fa parte anche il piacentino Mattia Agosti. In semifinale è stata battuta 4-1 la Selezione catalana che rappresenta la Spagna e così Agosti ed i suoi compagni si trovano davvero ad un passo dalla storica qualificazione alle World Series giovanili in programma ad agosto a Williamsport (USA). Ultimo atto domattina alle 11 contro la Rep. Ceca, chi vince vola in Pennsylvania.

Una finale che si preannuncia molto combattuta come del resto è stato il match che, nel corso della prima fase, ha già messo di fronte emiliani e cechi. E’ finita 1-0 per i boemi ma siamo certi che lo spirito di riscatto che animerà i piccoli talenti italiani potrebbe alla fine fare la differenza.

Mattia Agosti sarà in campo da esterno sinistro, come già accaduto in tutte le precedenti partite di questo torneo di qualificazione che mette in palio l’unico posto riservato all’Europa alle LLWS alle quali parteciperanno in totale 20 squadre provenienti da tutto il mondo. Gli osservatori giudicano la finale di domani come la più logica, visti i valori tecnici in campo. Unica incognita il il  rischio della pioggia che ha già costretto a far iniziare con oltre tre ore di ritardo Emilia-Spagna.




Sabato corteo SiCobas e USB: possibili possibili interruzioni momentanee del traffico

In seguito all’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto alcuni esponenti dei sindacati SiCobas e U.S.B. le due organizzazioni di base hanno indetto una manifestazione per il pomeriggio di sabato 23 luglio. Lungo il percorso potranno verificarsi temporanei rallentamenti o momentanee interruzioni della circolazione, per consentire il passaggio in sicurezza del corteo.

Il Comune consiglia, pertanto, itinerari alternativi al tragitto della manifestazione, che prevede il raduno dei partecipanti dalle ore 13 ai Giardini Margherita per poi snodarsi, dalle 14.30, lungo via Dei Mille, via La Primogenita, piazzale Roma, via Colombo, via Trieste, via Manzoni, via Farnesiana, piazzale Veleia e piazzale Libertà con ritorno al punto di ritrovo iniziale.

In via Trieste, in particolare, sarà istituito dalle ore 11 e sino al termine della manifestazione, il divieto di circolazione e il divieto di sosta con rimozione forzata su entrambi i lati della carreggiata, con la sola eccezione dei mezzi delle Forze dell’ordine.

 




Sforamenti ozono: Piacenza la peggiore in regione insieme a Modena

Piacenza ancora una volta è la peggiore città dell’Emilia Romagna sul fronte dell’inquinamento, avendo sforato per ben 48 volte i limiti stabiliti per l’ozono (insieme a Modena). In generale tutte le città dell’Emilia-Romagna non sono solo attanagliate dal caldo anomalo, ma sono messe a rischio da una minaccia invisibile: l’ozono troposferico. Questo inquinante secondario può arrecare gravi danni alla salute, effetti irritativi alle mucose oculari e alle prime vie aeree, tosse, fenomeni broncostruttivi ed alterazione della funzionalità respiratoria. Ad oggi ben 23 delle 34 centraline ARPAE presenti sul territorio hanno superato la soglia consentita per legge degli sforamenti annuali di ozono troposferico, fissato con valore obiettivo a 120 µg/m3 sulla media mobile delle 8 ore, in un quadro che tinge di rosso tutte le province in regione.

Provincia   Stazione   Tipologia centralina   N. progressivo di superamenti del valore obiettivo (120µg/m3)  
PC   Parco Montecucco   Fondo urbana   48  
PR   Badia Fondo rurale 41
RE   S. Rocco Fondo rurale 46
MO   Parco Ferrari Fondo urbana 48
BO   San Pietro Capofiume Fondo rurale 40
FE   Ostellato Fondo rurale 34
RA   Delta Cervia Fondo suburbana 39
FC   Parco Resistenza Fondo urbana 41
RN   Verucchio Fondo suburbana 26

«Sebbene – commenta Legambiente Emilia Romagna – negli ultimi due anni a questa data la situazione fosse decisamente migliore (rispettivamente con 6 e 11 stazioni in sforamento nel 2020 e 2021), quest’anno il quadro torna grave, a dimostrazione del fatto che non si può considerare risoldo questo grave problema. L’alternanza tra esposizione alle polveri sottili in inverno e all’ozono in estate crea un quadro insostenibile per la vita dei cittadini, particolarmente nei luoghi dove si concentrano le emissioni, come le città». 

«Non bisogna poi trascurare la pressione dell’incidenza di malattie legate agli inquinanti sul sistema sanitario, già sotto pressione a causa dell’emergenza covid. A livello globale, l’OMS stima che il 24% delle morti sia causate da esposizioni a inquinanti e che il 91% della popolazione viva in condizioni salutari non salubri propri per causa degli inquinanti. In questo contesto, l’Italia ha il triste primato di essere tra i paesi più inquinati d’Europea: si colloca infatti al secondo posto per i decessi legati all’esposizione all’ozono, con 3170 morti premature in un solo anno».  

«Il quadro che si delinea non può essere preso sottogamba e deve dettare la linea per l’agire politico – commenta l’associazione – l’ozono troposferico è il sintomo di un sistema ancora troppo dipendente dall’uso dei combustibili fossili, a partire dal sistema trasportistico fondato sulla mobilità individuale in automobile e sul trasporto merci su gomma». 

«Sebbene l’elettrificazione sia un processo fondamentale per mitigare i gravi danni alla provocati da questo inquinante salute – conlude Legambiente –  quello che serve è una vera e propria trasformazione culturale che ci accompagni verso l’uscita del mezzo privato tout court. A questa si deve affiancare un intervento politico coerente che fornisca gli strumenti conoscitivi ed economici per concretizzare la transizione ecologica».




Vertenza magazzeno Adidas di Piacenza. Oggi confronto aziende, istituzioni e sindacati

Sono circa 200 i lavoratori attualmente impegnati nel magazzino di Piacenza che si occupa di movimentare merce per conto di Adidas e che rischiavano trasferimenti senza la possibilità di trattativa.

Oggi si è tenuto un incontro tra sindacati (Filt Cgil e Fit Cisl), parte datoriale (Adidas, Di Farco e MMoperations) con la partecipazione del sindaco di Piacenza, del capo di gabinetto della Prefettura di Piacenza e con la regia istituzionale dell’assessorato al lavoro della Regione Emilia-Romagna. La riunione si è svolta da remoto.

I sindacati parlano di “confronto avviato” e di un incontro “proficuo” per la prosecuzione delle vertenza Adidas- Di Farco. Dopo mobilitazioni e scioperi, rientrati dopo l’intervento delle istituzioni lo scorso 11 luglio, la vertenza sulla logistica Adidas di Piacenza sembra essersi messa sui giusti binari, come spiegano in una nota le segreterie provinciali di Filt Cgil e Fit Cisl. Dopo i “no” di Adidas al tavolo delle trattative, oggi, 21 luglio, grazie all’intervento delle istituzioni e alla lotta sindacale, è stato celebrato il primo confronto tra sindacato e parte datoriale con i rappresentanti di fabbrica (Filt Cgil e Fit Cisl). Erano presenti Massimo Tarenchi e Karim Mansar (Filt Cgil), Salvatore Buono (Fit Cisl), Roberta De Francesco(capo di gabinetto della Prefettura di Piacenza), Katia Tarasconi (sindaca di Piacenza), Roberto Ferrari (dirigente assessorato al Lavoro Emilia-Romagna), le RSA del sito e i rappresentanti di Adidas, Di Farco e MMoperations come parte datoriale.

“Il confronto è stato avviato e la riunione è stata proficua anche grazie agli interventi delle istituzioni locali, a partire dal Comune di Piacenza con la sindaca Katia Tarasconi e dell’assessorato al Lavoro della Regione Emilia-Romagna. E’ stato programmato un ulteriore incontro tra le parti per la fine della prossima settimana. Vogliamo che sia una tappa di svolta nel percorso che deve portare a un futuro di lavoro e serenità per le 200 famiglie coinvolte nella vertenza Adidas-Di Farco. La guardia rimarrà alta perché la disponibilità al confronto non venga meno, e su questo ci vuole ancora l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica tutta”.




Saranno abbattuti 10 platani, a rischio cedimento, sul Facsal ed in via Tramello

Sono iniziati oggi, giovedì 21 luglio, gli interventi di rimozione di alcuni esemplari di Platanus Acerifolia – 5 sul Pubblico Passeggio e altrettanti in via Tramello – che, a seguito delle analisi tecniche eseguite nei viali alberati della città, hanno evidenziato una stabilità fortemente compromessa, rappresentando un potenziale pericolo per l’incolumità di persone e cose.

“Le operazioni di abbattimento, che si concluderanno entro martedì 26 – spiega l’assessore alla Cura del Verde Pubblico Matteo Bongiorni – sono purtroppo necessarie e non più prorogabili, per ragioni di sicurezza: le verifiche hanno accertato che, in una scala di propensione al cedimento che va, in ordine crescente, da A a D, tutti gli alberi in questione rientrano proprio nella classe di rischio più elevata.

Sette esemplari (i cinque di via Tramello e due situati sul Facsal) sono inoltre affetti dal fungo agente del cancro colorato del platano, per la cui eradicazione le direttive ministeriali in vigore già dal 2012 prevedono l’abbattimento come misura di controllo e prevenzione. I restanti tre platani del Pubblico Passeggio presentano danni strutturali e fitostatici che richiedono, a loro volta, un intervento di emergenza”.

“Non appena le condizioni atmosferiche e ambientali lo consentiranno, nella stagione di ripiantumazione tra il prossimo mese di novembre e febbraio 2023 – aggiunge l’assessore – sostituiremo tutti gli alberi rimossi con varietà della specie Platanor Vallis Clausa, resistente sia ai patogeni del cancro colorato, sia all’antracnosi”.

Le indagini, condotte con metodologia Vta, sono state eseguite dall’agronomo dott. Claudio Corazzin nell’ambito dell’appalto di manutenzione ordinaria del verde urbano, la cui ditta affidataria, Cosma Srl, si occupa dell’abbattimento con l’autorizzazione del Consorzio Fitosanitario provinciale di Piacenza, dopo le opportune verifiche e sopralluoghi.

 




Pesistica olimpica, Lorenzo Botti (Yama Arashi) argento tricolore Junior a Roma

Argento tricolore Junior per Lorenzo Botti, portacolori piacentino della Yama Arashi protagonista alla fase finale del Campionato italiano di Pesistica Olimpica andato in scena a Roma. Per il diciottenne di Piacenza (che ha frequentato la classe quinta al liceo Respighi e che vorrebbe seguire in futuro il corso di laurea in Economia e management dei mercati globali) si trattava della prima partecipazione ufficiale a una competizione di livello nazionale, dove era in gara nella categoria al limite dei 61 chilogrammi di peso.

Molto più di una promessa, Botti aveva ottenuto in precedenza l’ambita qualificazione, che riportava dopo tanti anni Piacenza a essere rappresentata nella finale nazionale di questa disciplina. Un risultato già di per sé storico e prestigioso, che però non ha saziato Lorenzo, che si è preparato con un mese di allenamenti mirati per presentarsi nella capitale nelle migliori condizioni possibili.

La gara si svolgeva al Centro sportivo Esercito e ha visto il piacentino fallire le prime due prove di strappo, frenato probabilmente dall’emozione. Alla terza prova, però, Lorenzo ha ritrovato la fiducia e ha fornito un’ottima prestazione sollevando 91 chilogrammi, con un +9 rispetto all’ultima gara; un risultato eccellente che gli ha regalato l’argento nella specialità “strappo” dietro solamente all’azzurro Claudio Scarantino. Nella prova di slancio, invece, Botti ha superato 106 chilogrammi in prima battuta, ma non è riuscito poi a migliorarsi nelle due prove successive.

Con queste performance, il piacentino della Yama Arashi si è aggiudicato l’argento di specialità e il quarto posto nella classifica generale del Campionato italiano Juniores.




Dopo anni di abbandono “rinascono” i palazzi della Lupa

Dopo anni di abbandono finalmente i palazzi di piazzale della Lupa (piazzale Roma) stanno per essere completati grazie a sostanziali lavori di riqualificazione. Il complesso che nascerà è stato battezzato “La Fenice Living Piacenza”. Parallelamente alle attività di cantiere è partita anche la fase di commercializzazione e la consegna delle prime unità immobiliari è prevista per il prossimo ottobre 2022.

In totale saranno disponibili 34 appartamenti di vari tagli (15 bilocali, 7 duplex, 11 trilocali, 1 villa con tre camere da letto, doppi servizi, locale lavanderia e ampie vetrate luminose) oltre a 2 uffici. Le 36 unità immobiliari sono ripartite su tre complessi – Stecca, Villa e Roma – per una superficie complessiva di circa 6.500 metri quadrati.

«Gli ambienti interni – si legge in un comunicato  – sono concepiti per garantire il massimo comfort per i residenti, ampie metrature, giochi di doppie altezze con soppalchi, graziosi giardini condominiali e ampie logge private che costituiscono il fiore all’occhiello di un progetto dedicato a famiglie e giovani coppie in cerca di una nuova esperienza abitativa».

Ad occuparsi del progetto di riqualificazione è il Gruppo Prelios, che ha impegnato nel progetto l’intera filiera dei suoi servizi immobiliari e creditizi. L’iniziativa è, in primo luogo, il risultato di un virtuoso processo di recupero di un portafoglio di crediti cartolarizzati, classificati come Unlikely to Pay (UTP), gestito da Prelios Credit Servicing. A questo si aggiunge il ruolo delle business unit Prelios Asset Value Enhancement (“Prelios AVE”) per la parte di Asset Management, di Prelios Agency per la commercializzazione e di Prelios Integra per le attività tecniche professionali (progettazione, direzione lavori e project management), a conferma dell’unicità di Prelios quale unica piattaforma integrata italiana, capace di intervenire in tutte le fasi del credito deteriorato e del ciclo immobiliare.

Giacomo Silvestri, Vice President Asset Management di Prelios AVE, dichiara: «Questa iniziativa del Gruppo Prelios è un esempio di come un progetto di riqualificazione di un immobile possa influire positivamente anche sul tessuto economico e sociale del territorio, in un ambito di rigenerazione urbana, restituendo immobili inaccessibili che vengono trasformati in nuove opportunità abitative in linea con le esigenze di un living contemporaneo. Il nostro ruolo, in Prelios, agendo come piattaforma integrata, esempio unico in Italia, è di facilitare ulteriormente i processi di riqualificazione, rispondendo in modo coordinato ed efficace a tutte le esigenze del ciclo immobiliare, garantendo maggiore valore sia agli investitori che all’acquirente finale».

 




Covid a Piacenza: i contagi salgono anche questa settimana (+17,7%)

Per la sesta settimana consecutiva, Piacenza registra una crescita nella curva dei nuovi contagi da Covid19. Il report settimanale pubblicato dall’Ausl evidenzia la salita a quota 2.319 dei nuovi contagi rispetto ai 1.970 della scorsa settimana, con una percentuale di aumento del 17,7%.

L’incremento dei contagi piacentini è più alto della media regionale (+12,5%), nazionale (+11,5%) e lombarda (+8,2%).

Se si analizzano i nuovi positivi su 100mila abitanti, il tasso di incidenza locale (817 casi) è comunque inferiore a quello lombardo (877), alla media emiliano-romagnola (1132) e italiana (11197).

Negli ultimi sette giorni sono stati effettuati 8096 tamponi (in aumento rispetto ai 6921 della scorsa) con una percentuale di positivi in lievissimo aumento: dal 28,5% a 28,6%.

Continuano i monitoraggi periodici nelle Cra. Lo screening di questa settimana registra un aumento tra gli ospiti – con 38 nuove diagnosi – e 12 casi tra gli operatori. Si tratta di casi generalmente asintomatici o comunque con sintomi lievi, individuati per la maggior parte grazie al monitoraggio periodico proattivo effettuato nelle strutture.

Analizzando le fasce d’età delle nuove diagnosi è evidente un incremento in tutte le categorie: in particolare nelle fascia 65 e 79 anni che passa da 675 casi ogni 100mila abitanti a 892 e in quella da 41 a 64 che passa da 767 a 927.

Il focus sull’analisi dei dati relativa la fasce di età scolare evidenzia un calo nelle fasce 0-5 anni (da 461 casi a 383 casi) e 14-18 anni (da 519 a 489) e un aumento nelle fasce 6-10 anni (da 337 a 486 casi) e 11-13 anni (da 571 a 714 casi).

Il numero delle persone in isolamento passa da 2793 a 3160.

In aumento anche l’attività delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale: le richieste medie giornaliere passano da 30,9 con 216 segnalazioni complessive a 40,3 con 282.

La situazione della rete ospedaliera resta stabile con aumenti di lieve entità: si registra una media di 16 accessi giornalieri in Pronto soccorso per pazienti con sintomatologia riconducibile al Covid (la settimana precedente erano 15). Il 17 luglio i ricoverati con Covid erano 110, mentre la domenica precedente erano 101. La media settimanale è di 103; in Terapia intensiva non c’è nessun paziente positivo. Nella settimana si sono registrati sette decessi.

Per quanto riguarda la vaccinazione, si è assistito a un netto aumento della richiesta di prenotazioni, soprattutto in funzione dell’ampliamento delle categorie per cui è possibile la richiesta della quarta dose. Le  somministrazioni della settimana scorsa sono state 467.

Sul sito www.covidpiacenza.it sono indicate le modalità per la prenotazione di un appuntamento per la vaccinazione in una delle 5 sedi attualmente disponibili.

In riferimento alla IV dose, la somministrazione del second booster è possibile solo previa prenotazione, tramite i consueti canali, nelle sedute dedicate. Per poter ricevere il secondo booster occorre aver completato il ciclo vaccinale primario (prima e seconda dose), seguito dalla terza dose (di richiamo), dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi da quest’ultima o dall’ infezione successiva al richiamo. Destinatari dell’estensione della platea vaccinale sono tutti i cittadini a partire dai 60 anni di età e quelli con elevata fragilità, motivata da patologie concomitanti o preesistenti, dai 12 anni compiuti in su (quindi nati a partire dal 2010). Rimangono attive le vaccinazioni per gli over 80, aperte ormai da mesi.

Aggiornamento Emergenza profughi provenienti dall’Ucraina

Attualmente sono 1.882 i profughi per i quali è stato emesso il codice STP (stranieri temporaneamente presenti); sono invece 1.841 quelli presenti sul territorio.

I tamponi eseguiti sono 1.520; 26 i positivi finora accertati.

I profughi sono per la maggior parte donne (1312 quindi il 70%). Tra le classi d’età più rappresentate ci sono quella tra 19 e 49 anni (853) e i minori fino a 18 anni (728)

L’ambulatorio per la presa in carico dei profughi ucraini è collocato al Laboratorio analisi dell’ospedale di Piacenza.

Qui, in via Taverna 49, è attivo un Centro Accoglienza Sanitaria Profughi provenienti dall’Ucraina. Giorni e orari di apertura sono aggiornati sul sito www.ausl.pc.it

L’obiettivo è quello di concentrare il più possibile le attività sanitarie dedicate a questa specifica utenza.

Dopo la registrazione della presenza in Questura, i profughi provenienti dall’Ucraina sono quindi invitati a recarsi nella stessa giornata (e comunque non oltre 48 ore) nel centro per una presa in carico dal punto di vista sanitario. Alla fine del percorso, gli operatori rilasciano il certificato necessario per la successiva richiesta del permesso di soggiorno.

I controlli sanitari sono previsti sia per minori sia per gli adulti.

 




Rifondazione Comunista interviene sugli arresti dei sindacalisti SiCobas e Usb e dice “brutale repressione”

Rifondazione Comunista interviene sull’inchiesta che ha portato questa mattina all’arresto di sei esponenti dei sindacati SiCobas e Usb ed in un comunicato a firma di Maurizio Acerbo, segretario nazionale, Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro, Stefano Lugli, segretario regionale Emilia e Romagna, Elena Anelli, segretaria Piacenza attacca duramente procura e polizia.

«E’ in corso da questa mattina all’alba una pesantissima operazione di polizia partita dalla procura di Piacenza con perquisizioni, arresti di dirigenti sindacali del Si Cobas e dell’USB che col passare delle ore  sembra allargarsi sempre più.
Alla base dell’operazione repressiva la criminalizzazione delle lotte che in questi anni hanno incrinato il sistema dello sfruttamento selvaggio nella logistica: i  “fatti criminosi” sarebbero picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee.  
Agli arresti domiciliari due dirigenti dell’Usb con imputazioni gravissime che vanno dall’associazione a delinquere ai reati di sabotaggio e blocco delle merci; arrestati, sempre ai domiciliari, a Piacenza 4 dirigenti del SI Cobas, in relazione a uno sciopero al magazzino Amazon di Castel San Giovanni,  per due di loro siamo di fronte a  una vera e propria persecuzione, visto che la Procura di Piacenza li aveva posti ai domiciliari nel marzo 2021 , mentre il tribunale del riesame aveva poi revocato la sentenza.
La magistratura viene meno al suo compito costituzionale se diventa il braccio repressivo dello schieramento neoliberista a difesa del capitale contro le lavoratrici e i lavoratori che difendono i propri diritti.
Come Partito della Rifondazione Comunista esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori sindacalisti del Si. Cobas e dell’USB colpiti dalla brutale repressione in atto e aderiremo a tutte le iniziative di lotta per la scarcerazione degli arrestati e in difesa della libertà di lottare contro lo sfruttamento, per i diritti e la democrazia».

 

 




Piacenza: arrestati sei sindacalisti della logistica. Nei guai esponenti SiCobas e Usb

Sei sindacalisti finiti agli arresti domiciliari, uno sottoposto dall’obbligo di firma ed un ottavo colpito dal divieto di dimora in provincia di Piacenza. Sono queste le misure cautelari eseguite stamane dalla polizia di Piacenza, sulla base di un’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Piacenza e avanzata dalla locale procura della Repubblica che per tutti gli indagati aveva chiesto gli arresti in carcere. Dunque la nostra provincia balza nuovamente agli onori della cronaca per un’altra clamorosa inchiesta che coinvolge due fra i sindacati di base più agguerriti nel mondo della logistica SI.COBAS ed USB.

Le indagini sono partite nel 2016 e sono state condotte dalla Digos di Piacenza in collaborazione con la squadra mobile e sono basate su svariate testimonianze, intercettazioni telefoniche e riscontri patrimoniali, il tutto riportato nella corposa ordinanza del gip costituita da oltre 300 pagine.

Oltre 150 i capi di imputazione contestati con accuse che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerosi reati, tra cui violenza privata, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, sabotaggio, interruzione di pubblico servizio.

Sotto indagine sono finiti Aldo Milani, coordinatore nazionale del SiCobas, Ali Mohamed Arafat, coordinatore di Piacenza, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli, militanti del sindacato piacentino Sicobas, oltre a Abed Issa, Mahmoud El Moursi, Roberto Montanari, Elderdah Fisal, Zagdane Riadh.

Fuori dalla questura lavoratori dei SiCobas hanno inscenato una protesta scandendo slogan con cui chiedevano la liberazione dei compagni arrestati. Successivamente si sono spostati davanti alla prefettura in via San Giovanni.

Il procuratore capo Grazia Pradella ha voluto sottolineare come l’inchiesta riguardi comportamenti illeciti svolti individualmente da alcuni rappresentanti sindacali e non certo le attività legittime e sacrosante dei sindacati. Quattro degli arrestati appartengono a SiCobas, due all’Usb, sigle peraltro in fortissima concorrenza e conflittualità fra loro per procacciarsi nuovi iscritti. Si tratta di esponenti delle due sigle, dirigenti locali ed anche uno nazionale.

Secondo l’accusa i sindacalisti sotto inchiesta avrebbero organizzato veri e propri sabotaggi all’interno di alcune multinazionali della logistica di Piacenza e provincia, ad esempio facendo scattare sistemi di protezione sui macchinari, così da fermare per ore i nastri trasportatori e la movimentazione delle merci. Poichè alcune di queste azioni sono avvenute nei magazzini dell’SDA – Poste Italiane e riguardavano la movimentazione di corrispondenza è scattata anche l’accusa di interruzione di pubblico servizio.

Secondo polizia e procura gli accusati, a vario titolo, avrebbero abusato della loro posizione ed influenza non solo per acquisire maggiore potere nei magazzini e dunque anche più iscritti ma anche per tornaconti economici privati. In alcuni casi i soldi del sindacato venivano utilizzati per spese personali e come emerge in un’intercettazione un sindacalista dice ad un altro «stiamo usando i soldi del sindacato come un bancomat … potrebbero farci delle storie».

Secondo quanto ricostruito dalla procura ed accolto dal gip nella propria ordinanza «I due sindacati negli anni avevano coagulato un notevole bacino di maestranze, perlopiù di origine straniera, da conquistare … e poi strumentalizzare allo scopo di conquistare magazzini e lucrare sugli introiti derivanti dalle tessere e dalle conciliazioni».

Per la Procura il potere degli indagati era divenuto così forte che gli stessi sarebbero addirittura stati in grado «di garantire assunzioni su base clientelare, stabilizzazioni e buonuscite in caso di cambio d’appalto».

Per raggiungere questo livello di potere gli esponenti sindacali sotto accusa avrebbero creato o alimentato situazioni di conflitto prendendo a pretesto situazioni normalmente gestibili all’interno delle aziende nel rapport fra datore di lavoro e dipendente «avviando attività di picchettaggio illegale all’esterno degli stabilimenti interessati, impedendo ai mezzi di entrare e uscire, anche occasionali scontri con le forze dell’ordine … ponendo in essere continue azioni di sabotaggio … istigando i lavoratori a forme di lotta sindacale illecite compreso il rallentamento pretestuoso e strumentale dell’attività lavorativa».

Le aziende pur di non interrompere i flussi di lavoro cedevano dunque alle richieste ed ottenevano ad esempio cospicue buonuscite.

Secondo il procuratore Pradella gli indagati non avrebbero fatto gli interessi dei lavoratori ma i propri, a discapito di chi avrebbero invece dovuto tutelare. «Non è – ha detto – un’operazione contro i sindacati ma contro alcuni leader che hanno gestito il sindacato come una cosa loro».

Fra gli esempi riportati anche quello di due lavoratori che sarebbero stati convinti da un esponte sindacale a mettersi in malattia per recarsi presso la sua abitazione ed eseguire lavori di tinteggiatura.

 In un’altro caso alcuni lavoratori erano saliti sul tetto dello stabilimenti GLS dove erano rimasti per ore. Uno di loro, stanco ed accaldato, avrebbe telefonato al proprio referente chiedendo di potersi allontanare, anche per necessità impellenti, ma avrebbe ricevuto un diniego da parte del sindacalista che – secondo la ricostruzione della polizia – era bellamente seduto alo ristorante intento a consumare una ricca grigliata!

Sebbene gli accertamenti patrimoniali siano ancora in corso sarebbe già emerso come alcune decine di migliaia di euro siano i vario modo finiti sul conto corrente della moglie di uno degli indagati.

A quanto pare però la vera miniera d’oro sarebbero state le transazioni fra aziende committenti e lavoratori.

In occasione di passaggi fra una cooperativa ed un’altra le aziende per evitare contenziosi e problemi avrebbero corrisposto ad alcuni lavoratori cifre fra i 20 ed i 25 mila euro ciascuno, a titolo di conciliazione. Su questi cospicui indennizzi alcuni rappresentanti sindacali, stando alle accuse, avrebbero preteso una percentuale sulla cui legittimità verranno svolti ulteriori accertamenti.

Inoltre uno dei rappresentanti sindacali indagati avrebbe ottenuto dall’azienda per cui anche lui lavorava una cifra quattro volte superiore, intorno ai centomila euro, importo davvero elevato e – a giudizio degli inquirenti – sproporzionato rispetto a quanto percepito dai colleghi, una cifra su cui gli inquirenti vogliono ora vedere chiaro.

Una delle aziende, Leroy Merlin, ad un certo punto sarebbe arrivata a spendere in conciliazioni oltre un milione e mezzo di euro, per indennizzare una trentina di lavoratori.

In un caso citato in conferenza stampa uno dei sindacalisti, forse per ragioni “sentimental-personali” avrebbe ad un certo punto deciso di dirottare un picchetto dall’azienda dove era previsto ad un altro magazzino, facendo trasportare i lavoratori (provenienti da fuori provincia) in quel luogo via bus, così da “dare una botta ad un’altra multinazionale” . Del resto in un anno il sindacato avrebbe speso 300 mila euro in noleggi bus usati per spostare le proteste da un sito ad un altro.

La reazione di SiCobas

Il sindacato SiCobas ha affidato ad una nota il commento agli arresti ed all’inchiesta, preannunciando scioperi.

«Gravissimo atto repressivo della Procura di Piacenza contro SI Cobas e diritto di sciopero.
Rispondiamo con la mobilitazione e la lotta! Questa mattina all’alba sono stati arrestati e messi agli arresti domiciliari i compagni Aldo Milani, coordinatore nazionale del SI Cobas, Mohammed Arafat, coordinatore di Piacenza, Bruno Scagnelli e Carlo Pallavicini, militanti di Piacenza, oltre a due esponenti dell’USB. La Procura di Piacenza li accusa, in sostanza, di avere organizzato e/o preso parte a lotte, con scioperi e picchetti, per migliorare le condizioni dei lavoratori nella logistica e in altri settori.
È un pesantissimo attacco alla libertà sindacale e al diritto di sciopero, portato da un settore della magistratura che si è già distinto negli anni per il suo livore antisindacale con denunce, arresti, fogli di via e divieti di dimora. Con accuse di “violenza” e di “estorsione” vogliono reprimere le lotte dei lavoratori contro lo sfruttamento e per il salario, in un momento in cui padroni e speculatori italiani e internazionali stanno rapinando i salari con aumenti dei prezzi dell’8% (del 10% per le famiglie a basso reddito), e più che mai è urgente una lotta generalizzata per difendere il potere d’acquisto dei salari.
Vogliono impedire che i lavoratori della logistica, alla testa delle lotte nell’ultimo decennio, vengano seguiti da quelli degli altri settori in una lotta generalizzata in autunno, come si è riproposta l’assemblea dei lavoratori combattivi tenuta domenica 17 luglio a Bologna, che ha anche posto la necessità di collegare queste lotte a quella contro la guerra.
Non è il primo attacco di settori della magistratura alle lotte dei lavoratori e al SI Cobas che le organizza: lo stesso coordinatore nazionale aveva ricevuto un foglio di via di tre anni da Piacenza, per la sua partecipazione alla lotta dell’Ikea, ed era in seguito stato denunciato e arrestato con accuse di “estorsione” fabbricate da magistratura e questura di Modena, rivelatesi false in giudizio. Così come i compagni del SI Cobas di Piacenza e delle altre città sono stati oggetto di arresti, denunce, fogli di via per le lotte portate avanti in questi anni, recentemente alla Fedex e Amazon, Unes ecc….
Questo avviene pochi giorni dopo che il Consiglio di Stato aveva revocato il foglio di via comminato dalla Questura di Piacenza a un altro militante SI Cobas, in quanto “repressione della libertà sindacale e del diritto di sciopero”.
L’unica risposta a questo nuovo e più pesante atto di repressione e di intimidazione antioperaia è la lotta più ampia di tutti i lavoratori, per il diritto di organizzarsi in sindacato e di lottare a difesa delle proprie condizioni.
Non possono fermare i lavoratori con le manette!
Sciopero di tutti i lavoratori da questa sera per tutta la giornata di mercoledì 20!
Presidio sotto la Prefettura di Milano dalle ore 10 di domani!
Partecipiamo tutti! Facciamo vedere a magistratura e governo che i lavoratori non si fanno intimidire né dai padroni né dagli organi dello stato asserviti ai padroni!
Che difendiamo compatti l’organizzazione che ci siamo dati per difendere le nostre condizioni, e il diritto di sciopero! Aldo, Arafat,Bruno, Carlo e compagni USB liberi subito!
Si Cobas Lavoratori Autorganizzati».

La nota di USB

Anche Usb ha diffuso una nota in cui attacca l’inchiesta della magistratura.

«Misure cautelari e perquisizioni contro l’Unione Sindacale di Base e le lotte di classe: USB proclama lo sciopero generale della logistica. Giù le mani da USB!
Da questa mattina all’alba è in corso un’operazione di polizia su input della Procura di Piacenza nei confronti di dirigenti sindacali dell’USB e del Si Cobas della logistica. Con ben 350 pagine di ordinanza si costruisce un vero e proprio “teorema giudiziario” sulla scorta di un elenco interminabile di “fatti criminosi” quali picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee ecc. Numerosi i dirigenti sindacali posti agli arresti domiciliari e le perquisizioni.
La logistica è uno degli snodi centrali dell’economia capitalista di nuova generazione, la circolazione delle merci è un ganglio determinante della catena del valore ed è lì che la contraddizione si esprime a livello più alto: sfruttamento della manodopera, per lo più straniera e ricattabile, utilizzo senza freni degli appalti e subappalti a cooperative anche con infiltrazioni, nemmeno troppo sotterranee, della malavita organizzata, diritti sindacali inesistenti e sistematicamente violati e quindi è lì che le lotte, il conflitto sono più dure e determinate e lì colpisce la repressione.
La USB è nel mirino del Ministero degli Interni e delle Procure di mezz’Italia ormai da troppo tempo, dalle denunce a raffica nei confronti di chi si oppone alla guerra e all’invio di armi, alle condanne per chi manifestava contro l’assassinio del nostro delegato proprio della logistica Abd El Salam durante un picchetto proprio a Piacenza per cui nessuno ha pagato, al “ritrovamento” di una pistola in un bagno della Federazione nazionale USB che si prova ad accollare ad un dirigente sindacale proprio della logistica.
È quindi evidente il tentativo, questo sì criminale, di cercare di impedire che nei magazzini della logistica, nei luoghi della produzione e della commercializzazione delle merci cresca e si rafforzi il sindacato di classe, conflittuale, che non cede di un millimetro sui diritti dei lavoratori.
La USB proclama lo sciopero generale della logistica a partire dal turno di notte odierno e per 24 ore, lancia un appello a tutte le proprie federazioni perché attivino presidi di protesta in ogni città e sta valutando con i propri legali la controffensiva giudiziaria per smontare questo vero e proprio teorema antisindacale e le ulteriori iniziative di lotta.
Unione Sindacale di Base».
Il comunicato di Rifondazione Comunista

 




Paola Gazzolo (PD) eletta presidente del consiglio comunale di Piacenza. Gloria Zanardi (FdI) vice

Due donne alla guida del consiglio comunale di Piacenza.

Nella prima riunione tenutasi oggi (18 luglio 2022), i consiglieri di maggioranza hanno eletto Paola Gazzolo come nuovo presidente seguendo così le orme delle ultime consigliature che hanno visto la presidenza attribuita non alla minoranza (come avveniva un tempo) ma alla stessa maggioranza.

La vicepresidenza (come prevede lo statuto) è invece andata all’opposizione che ha scelto di sostenere l’avvocato Gloria Zanardi, rappresentante di Fratelli d’Italia. A votarla è stato il centrodestra oltre che parte del centrosinistra, fra cui il presidente Paola Gazzolo ed il sindaco Katia Tarasconi. La Zanardi, così come Corrado Sforza Fogliani, non hanno partecipato all’elezione.