Amministrative 2022: Fornasari (Pc Coraggiosa) “Piacenza città universitaria? Carenza di alloggi e servizi”

Sta crescendo, negli ultimi anni, l’impronta universitaria della nostra città. Con numeri certamente non paragonabili alle più consolidate realtà territoriali limitrofe, Parma e Pavia in primis, ma comunque di tutto rispetto: 4.200 studenti universitari (3.200 in Cattolica e circa mille al Politecnico), ai quali vanno aggiunti quelli del Corso di Studi in Infermieristica e del nuovo Corso di Laurea in “Medicina e Chirurgia” in inglese dell’Università di Parma, che in pochi anni è previsto possa contare almeno altri 600 studenti.
“La gran parte di questi studenti universitari proviene da altre regioni, in larga misura anche dall’estero e se è aumentata in modo esponenziale la domanda di alloggi da parte degli studenti fuori sede a Piacenza, l’offerta è ancora davvero scarsa – spiega Alessandro Fornasari, candidato di Piacenza Coraggiosa – a fronte di una richiesta che supera le 2mila unità, nei collegi piacentini (Collegio Sant’Isidoro e Residenza Gasperini della Cattolica, Collegi Morigi e San Vincenzo, progetto di vicinato solidale di via Neve) per gli studenti universitari sono disponibili poco più di 450 posti. La Fondazione di Piacenza e Vigevano ha progettato di realizzare alloggi per studenti fuori sede nell’ex convento di Santa Chiara sullo Stradone Farnese, ma i tempi per la loro realizzazione (almeno tre anni) non ne consentono l’utilizzo a breve”.

Centinaia di famiglie e di studenti provenienti da lontano, in cerca di una sistemazione dignitosa che consenta loro di frequentare in serenità i corsi universitari ai quali si sono iscritti, sono quindi costretti a rivolgersi al mercato immobiliare. Ma, come riportano le dichiarazioni rese recentemente da alcuni titolari di agenzie immobiliari, “a fronte di una grande richiesta, l’offerta è davvero poca. Gli appartamenti in affitto si misurano con il contagocce. Molti proprietari preferiscono lasciare l’appartamento vuoto piuttosto che affittarlo”.

“Più ombre che luci sulle ambizioni di Piacenza “città universitaria”, almeno sotto il profilo dell’offerta abitativa – prosegue Fornasari – Una situazione che dovrebbe costituire una grande opportunità di sviluppo si sta invece rivelando la cartina di tornasole dei problemi strutturali del nostro territorio. Città universitarie non ci si inventa dall’oggi al domani. Chi doveva programmare non lo ha fatto o solo in misura inadeguata. Rattrista in modo particolare quindi la notizia emersa solo pochi giorni fa: “Edilizia universitaria: in Emilia previsti sei nuovi studentati”. Pare infatti che le università di Bologna, Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara abbiano partecipato al 5° bando nazionale del Ministero dell’Università e della Ricerca (in attuazione della legge 338/2000) presentando sei progetti che prevedono la costruzione di altrettante nuove residenze universitarie destinate agli studenti fuori sede, per un costo complessivo che sfiora i 107 milioni di euro rispetto ai quali la quota di cofinanziamento chiesto al Ministero è di oltre 60 milioni. Il bando ministeriale – il cui fondo è pari a 470 milioni di euro di cui 300 del PNRR – prevede l’erogazione di un contributo massimo del 75% da parte dello Stato sul costo complessivo dell’intervento finanziato.

“Come mai Piacenza non ha partecipato al bando? – chiede Fornasari – Non è forse vero che la carenza di alloggi per gli studenti rappresenta un serio motivo di freno per lo sviluppo dell’identità di Piacenza come città universitaria? Dispiace davvero registrare, una volta di più, la mancanza di riflessi delle nostre istituzioni su un argomento che riguarda l’offerta abitativa per gli studenti fuori sede, la capacità di Piacenza di competere con le città limitrofe sul versante dell’offerta universitaria e, più in generale, lo sviluppo socio-economico del nostro territorio. E’ evidente che su un tema così importante come l’offerta di servizi agli studenti universitari, presenti e futuri, la strada da percorrere è ancora tanta. L’auspicio è che il Comune, nei prossimi mesi, assuma il ruolo di promotore sul territorio delle strategie e delle iniziative necessarie affinché Piacenza assuma pienamente e concretamente il ruolo di città universitaria al passo con lo standard che le realtà limitrofe sono in grado di offrire”.




Approvato il bilancio 2021 di Seta che chiude in pareggio

L’assemblea dei soci di Seta – l’azienda che gestisce il servizio di trasporto pubblico su gomma nelle province di Modena, Reggio Emilia e Piacenza – ha approvato all’unanimità la proposta di Bilancio per l’esercizio 2021 formulata dal Consiglio di Amministrazione. Il consuntivo evidenzia un utile netto di 32.336 euro, che sarà interamente destinato a riserva per rafforzare il patrimonio societario. SETA è dunque riuscita a salvaguardare l’equilibrio economico-finanziario anche nel secondo anno consecutivo di straordinarie difficoltà per l’intero settore del trasporto pubblico. Il 2021 è stato segnato ancora dalla pandemia, nonché dall’aumento straordinario dei costi delle materie prime, i cui effetti influenzeranno pesantemente anche il 2022.

Il risultato positivo del 2021 arriva anche grazie ad una virtuosa gestione aziendale, a fronte di una rilevante flessione di utenza rispetto al periodo pre-Covid che ha avuto un forte impatto sui ricavi da vendite di biglietti ed abbonamenti (-30% circa rispetto al 2019), proseguita anche nei primi mesi del 2022.

La chiusura del bilancio 2021 in sostanziale pareggio è dovuto soprattutto alle risorse straordinarie stanziate a livello statale, come già avvenuto nel 2020, per la copertura dei mancati introiti e dei maggiori costi legati all’epidemia da Covid-19, nonché dal mantenimento del livello di corrispettivi dei Contratti di Servizio anche in presenza di riduzione delle percorrenze, nonché alla conferma delle risorse aggiuntive stanziate dalla Regione Emilia-Romagna per l’effettuazione dei servizi “bis Covid” attivati per compensare la riduzione di capienza dei mezzi.

“Essere riusciti a mantenere anche nel 2021 – dopo il complicatissimo 2020 – l’equilibrio di bilancio ed i conti in ordine è un risultato importante e per nulla scontato. Nonostante le molte difficoltà affrontate, l’Azienda mantiene la sua solidità economico-finanziaria e patrimoniale” dichiara Antonio Nicolini, Presidente di SETA. “Tuttavia, gli strascichi degli ultimi due anni trascorsi in costante emergenza si propagheranno ancora per molto e devono indurci a proseguire con la prudenza fin qui adottata. La forzata riduzione della domanda di trasporto (causa smart working e Dad) ha provocato una rilevantissima flessione delle vendite, presente anche nei primi mesi del 2022. Il susseguirsi di norme e provvedimenti, in particolare la riduzione della capienza e la ripresa della piena attività scolastica, ha influito pesantemente sulla programmazione e sulla gestione ordinaria. Nonostante ciò, siamo riusciti a garantire il diritto alla mobilità dei cittadini e salvaguardare il patrimonio aziendale. Si è trattato di uno sforzo inedito a carico dell’azienda, in particolare degli autisti ma anche di tutto il resto del personale a cui va un sentito ringraziamento”.

Nei tre bacini provinciali di Modena, Reggio Emilia e Piacenza i passeggeri trasportati – misurati secondo il metodo di coefficienti regionali – sono stati complessivamente 52.167.713. “Un dato in recupero rispetto al 2020 – commenta Francesco Patrizi, Amministratore Delegato di SETA – ma sono numeri ancora molto lontani da quelli registrati nel 2019, allorché si ebbero oltre 69 milioni di passeggeri, livello più alto mai registrato dall’azienda”.

In dettaglio, a Modena si sono avuti 21.862.520 passeggeri (+7,9% sul 2020), a Reggio Emilia 18.108.028 (+16,4%) e a Piacenza 12.197.166 (+10,5%). Patrizi sottolinea inoltre che “Nel 2021 sono stati effettuati investimenti per oltre 23,5 milioni di euro, di cui circa 20 milioni per l’acquisto e l’immissione in servizio di 83 nuovi mezzi (47 per Modena, 21 per Reggio Emilia e 15 per Piacenza). Investimenti rilevanti (per oltre 1,6 milioni di euro) sono stati definiti anche per avviare la realizzazione di nuovi impianti aziendali di rifornimento di metano CNG-LNG a Modena, Reggio Emilia e Piacenza, che saranno operativi entro l’estate, nonchè per dotare tutti i mezzi urbani di validatori elettronici EMV”.

I proventi dalla vendita di biglietti ed abbonamenti sono attestati a poco meno di 23 milioni di euro. In forte crescita il servizio prodotto, pari a 29,6 milioni vetture/km (+11,63%), a testimonianza dello sforzo compiuto per garantire la continuità del servizio pur in presenza di rilevanti provvedimenti nazionali e/o locali di limitazione della capienza massima consentita sui mezzi, nonché dell’effettuazione di corse aggiuntive per oltre 3,3 milioni di km. Il valore della produzione è stato di 117,6 milioni di euro (+16,3%). Nel 2021 l’attività di contrasto all’evasione è stata gradualmente intensificata: in particolare, grazie ad una proficua attività di recupero dell’arretrato gli incassi da sanzioni hanno superato quota 1,5 milioni di euro.

UN PIANO INDUSTRIALE DA 80 MILIONI DI EURO

Lo scenario nazionale e locale presenta tuttora evidenti criticità per le aziende di trasporto pubblico, che stanno ancora sostenendo gli extracosti derivanti dalla pandemia mentre mancano segnali di una evidente ripresa dell’utenza. La risposta di SETA, dopo oltre 15 anni di finanziamenti insufficienti da parte dello Stato, consiste nel confermare le azioni indicate dal Piano industriale, avviate nel 2021 e che proseguiranno nel 2022 e 2023, con investimenti complessivi per 80 milioni di euro di cui 30 in totale autofinanziamento. Il Piano ha definito diverse direttrici strategiche per promuovere politiche di sviluppo e di crescita aziendale, mirate a migliorare la qualità e la sostenibilità ambientale del servizio erogato, recuperare ed incrementare le quote di utenza e l’utilizzo del mezzo pubblico.

La priorità principale è di investire nella flotta, per realizzare un deciso e profondo rinnovamento del parco mezzi che ha ormai raggiunto livelli critici di vetustà: dopo gli 83 nuovi mezzi acquistati nel 2021, altri 100 circa entreranno in servizio nel 2022 ed ancora circa 100 nel 2023. Ciò consentirà di ridurre drasticamente l’età media della flotta (oggi di oltre 12 anni), portandola a fine 2023 a circa 9 anni. Non va dimenticato, peraltro, che il consistente aumento delle corse e dei mezzi disposto nel 2021 e proseguito fino a giugno 2022 – che pure ha garantito la piena regolarità del servizio nei tre bacini ed il completamento in sicurezza dell’anno scolastico in corso – ha tuttora un forte impatto organizzativo, comportando un utilizzo molto più intenso della flotta rispetto al periodo pre-pandemico, con diverse decine di mezzi in più in servizio ogni giorno e rendendo necessario anche l’utilizzo di mezzi di elevata anzianità solitamente tenuti come scorta.

Un ulteriore asset strategico riguarda l’investimento in progetti di forte innovazione tecnologica. Dal mese di ottobre 2021 su tutti i mezzi urbani SETA è possibile pagare la corsa direttamente a bordo con bancomat o carta di credito senza costi aggiuntivi, grazie ai nuovi validatori elettronici EMV. Nel 2023 il sistema EMV sarà esteso progressivamente anche ai mezzi extraurbani. Sono inoltre stati aggiornati i sistemi AVM di monitoraggio della flotta, è stata estesa la videosorveglianza sui mezzi e sviluppato piattaforme integrate digitali per la mobilità (Roger e app SETA).

“Ultima e non meno importante azione strategica – rimarca Antonio Nicolini – è costituita dagli investimenti nelle risorse umane, per proseguire nel miglioramento del clima aziendale con processi che consentono, da un lato, l’incremento della produttività e della qualità del lavoro; dall’altro, possano migliorare la condizione salariale, motivazionale e formativa dei nostri dipendenti. Dopo oltre dieci anni è stata finalmente chiusa la trattativa aziendale riguardante il personale assunto dopo il 2012, ovvero dalla nascita della società, con la sottoscrizione dell’accordo aziendale di secondo livello che comporterà un maggior costo annuale di oltre 600mila euro, effettivo già sui conti del 2021. Di recente, poi, è stato avviato un importante progetto di welfare aziendale che dispiegherà i suoi frutti nel corso dei prossimi mesi e anni”.

PROSPETTIVE PER IL 2022

“Al momento – sottolinea ancora Antonio Nicolini – non abbiamo alcuna garanzia circa il mantenimento anche nel 2022 di misure di sostegno e di ristoro da parte dello Stato, per compensare i minori introiti ed i maggiori costi sostenuti dalle aziende di trasporto pubblico. Inoltre, alla crisi pandemica si è aggiunta la crisi internazionale derivante dal conflitto in Ucraina, che sta producendo effetti devastanti sul costo dei carburanti e delle materie prime, peraltro già lievitati nell’ultima parte del 2021: in queste ultime settimane registriamo picchi di aumento superiori al 350%, nonché problemi di approvvigionamento e rallentamenti delle consegne. Se i prezzi dei carburanti manterranno a lungo questa tendenza, nel 2022 stimiamo maggiori costi per SETA per oltre 9 milioni di euro rispetto al 2021”.

Vanno inoltre considerati ulteriori elementi di criticità: il rilevante incremento dell’inflazione senza alcun adeguamento dei corrispettivi o aggiornamento delle tariffe (rimaste invariate a differenza di quanto avvenuto, ad esempio, per il trasporto su ferro e per altri servizi pubblici); l’incertezza sulle risorse per la prosecuzione oltre il termine del corrente anno scolastico dei servizi aggiuntivi, a fronte di una certa e consistente crescita della popolazione studentesca.

“Queste considerazioni – conclude il Presidente di SETA – dimostrano come la situazione nel 2022 appaia, per certi versi, ancora più complicata rispetto al biennio precedente. Risulta quindi evidente che sia necessario usare prudenza e cautela per garantire la sostenibilità e la tenuta dei conti aziendali in questo e nei prossimi anni. In particolare, si pone il tema di attenzionare l’equilibrio economico dei Contratti di Servizio in corso con le diverse Agenzie, in proroga già da diversi anni, nonché la sostenibilità industriale di eventuali servizi di nuova attivazione. Per parte nostra, confermiamo l’impegno ad investire risorse, competenze ed energie per migliorare la qualità del servizio erogato e garantire all’utenza una flotta rinnovata, più performante, più sicura e dal minore impatto ambientale”.

 




Fisco: Sforza Fogliani, sinistra vuole penalizzare edilizia. Errore che catasto si basi su valori piu’ alti di 30 anni fa

“L’estrema sinistra vuole penalizzare il risparmio in edilizia coerentemente con il pensiero unico internazionale che vuole che gli italiani investano nella finanza togliendosi il vecchio vizio di investire nella casa. Il pensiero unico internazionale, com’e’ noto, corrisponde sempre con quello della sinistra italiana”. Lo afferma il Il Presidente del Centro studi Confedilizia Corrado Sforza Fogliani secondo cui “ci voleva un sottosegretario all’Economia del partito Articolo Uno, Cecilia Guerra, per applaudire all’Europa.
L’errore madornale di una sua dichiarazione al Corriere della Sera di oggi e’ nella partenza stessa, e cioe’ nel ritenere che il Catasto attuale si basi su valori rilevati piu’ di trent’anni fa, come dice la senatrice testualmente, con immobili che hanno aumentato di molto il loro valore”. In realta’ non si sa dove Cecilia Guerra collocherebbe, ad esempio, l’aumento del 5%
varato da Prodi”.




Recuperare e valorizzare siti di rilevanza storica. Il caso del Forte della Galleana e della Casa del Generale

La Banca di Piacenza, in occasione dei 500 anni di Santa Maria di Campagna, sta lavorando a interventi di recupero e valorizzazione di alcuni luoghi piacentini di rilevanza storica. Tra questi, il Forte del Parco della Galleana e la Casa del Generale. Il progetto è stato presentato stasera nel corso di un incontro (rientrante nel programma di celebrazioni del secolare anniversario della Basilica di Campagna) che si è tenuto alla Biblioteca del Convento con l’intervento di Manrico Bissi, introdotto – dopo il saluto del condirettore generale della Banca Pietro Coppelli – da Roberto Tagliaferri, responsabile dell’Ufficio Economato.

All’interno del Parco della Galleana – ha spiegato l’arch. Bissi – ci sono i resti, ancora strutturalmente integri e visibili, di un Forte costruito nel 1859 dagli Austriaci, che con il Trattato di Vienna assunsero il protettorato del Ducato di Parma e Piacenza. La postazione fortificata della Galleana ad uso dell’artiglieria fu una delle opere costruite per creare una linea difensiva più esterna rispetto alla città. Si trattava di una postazione a pianta poligonale (chiamata “opera a corona”) e doveva presidiare il bivio stradale per le valli del Trebbia e del Nure, dirette verso la Liguria governata dai Savoia. Con l’annessione di Piacenza al Regno d’Italia, il Forte fu completato dall’esercito sabaudo. Nei primi anni del ‘900 il Forte fu adibito a polveriera e intorno ad esso sorsero nuove installazioni militari, opifici e stabilimenti produttivi, che entro gli anni Trenta giunsero ad occupare la quasi totalità dell’attuale Parco. Durante la Seconda guerra mondiale questi edifici divennero altrettanti bersagli dell’aviazione anglo-americana che distrusse gran parte delle installazioni presenti alla Galleana, lasciando tuttavia integre le strutture ottocentesche della fortezza austriaca.

«La fruibilità turistica del sito e di conseguenza la sua stessa conservazione – ha specificato il relatore – è compromessa da evidenti criticità, che si possono riassumere nell’assenza di segnaletica storico-informativa, nella difficoltà di percorrenza dell’anello murario e nella presenza di vegetazione invasiva».

Sempre all’interno del Parco, si trova la cosiddetta “Casa del Generale”, antica struttura agricolo-padronale di proprietà della famiglia Scotti-Douglas e già documentata nel catasto napoleonico. L’obiettivo del progetto è quello di creare un percorso di visita che comprenda sia il Forte, sia Casa Scotti. Un percorso che è stato illustrato dallo stesso arch. Bissi: «L’itinerario, puntualmente segnalato da cartelli turistici, prenderà avvio dalla confluenza tra i due viali interni al Parco, in prossimità dei principali servizi pubblici (bocciofila, bagni, baita). In questo punto sarà collocato il primo pannello descrittivo, anche, del progetto di valorizzazione promosso dalla Banca di Piacenza, che prevede la fattiva collaborazione del Comune che dovrebbe concretizzarsi nelle attività di gestione/manutenzione del verde, nella messa in sicurezza del percorso stesso, provvedendo, ad esempio, alla rimozione dei laterizi pericolanti, eseguendo il taglio delle piante ormai prossime alla caduta e disponendo una nuova e più solida recinzione che impedisca il libero accesso ai ruderi della Casa del Generale».

All’arch. Bissi è stata consegnata dal dott. Coppelli, in ricordo della serata, la medaglia della Banca.




L’arte di governare, a tu per tu con i candidati sindaco di Piacenza

L’arte di governare: un confronto serrato, ricco di contenuti, ma anche divertente per far conoscere meglio agli elettori i sei candidati sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri, Maurizio Botti, Stefano Cugini, Samanta Favari, Corrado Sforza Fogliani e Katia Tarasconi, in vista del voto del 12 giugno.

A proporre il nuovo video-format, Il Mio Giornale.net, PiacenzaDiario e PiacenzaOnline, riuniti sulla piattaforma Piace.news, che debutta in queste elezioni con l’auspicio di diventare un primario polo informativo a Piacenza e provincia.

Tre giornalisti, Mirella Molinari, Carlandrea Triscornia e Giovanni Volpi, accolgono i candidati nei suggestivi spazi offerti dalla Galleria Biffi Arte, per mettere a fuoco temi, problemi e soluzioni offerte da chi si propone alla guida di Piacenza per i prossimi cinque anni.

Poi, dopo tante risposte impegnative, finalmente arriva un po’ di relax. E davanti a un caffè, i candidati sindaco della città, rispondono ad altre domande, rivelando stavolta alcuni lati divertenti del loro carattere e della loro piacentinità.

Protagonista della prima puntata de L’arte di governare Samanta Favari, della lista civica 3V-Verità e libertà.




Sforza sulla casa di via Pace: “Non si dica che il comune aveva solo potere di legittimità”

Dopo che è stato tolto il ponteggio e la nuova costruzione di via Pace è diventata visibile a Piacenza infuria la discussione fra i tanti contrari e i pochi favorevoli. Anche il candidato sindaco Corrado Sforza Fogliani è intervenuto rilasciando una dichiarazione.
«Il “mostro” di Piazza Duomo è figlio della mal sopportazione che in questi anni l’Amministrazione comunale ha sempre avuto (e/o condiviso) nei confronti della Commissione (comunale ed eletta anche nella sua totalità dal Comune) per la Qualità Architettonica, di fatto depotenziandola, al limite dell’inesistenza (come io stesso avevo potuto constatare occupandomi del problema a richiesta del Presidente della stessa dott. Massarini). Ed ora i nodi vengono al pettine.
Chi sa della materia, sa anche che gli organi comunali non hanno oggi poteri discrezionali, di valutazione estetica ed ambientale, ma solo di legittimità pura (a differenza di quando il nostro ordinamento prevedeva le Commissioni d’ornato). Proprio per questo, ad evitare questo vuoto, la legge nazionale ha previsto le Commissioni Qualità Architettonica che esprimono pareri non vincolanti ma sui quali gli organi comunali devono esprimersi, così riacquistando i vecchi poteri delle Commissioni d’ornato previste dallo Stato liberale.
La Commissione Qualità Architettonica di Piacenza – per la regolamentazione che le si è data – esprime per altro il suo parere solo se richiesta, senza poter avocare a sé il giudizio in ogni caso ritenuto necessario. E, in questi anni, ha potuto esprimersi per poche volte, sempre comunque su iniziativa degli uffici comunali.
Tutto qui. Se c’era un caso che doveva essere valutato dalla Commissione Qualità Architettonica, era questo. In un modo o nell’altro lo si è invece evitato. Ora, Italia Nostra (che si è prontamente occupata del caso, scoprendolo) dovrà valutare se vi siano nella pratica gli estremi per poter sostenere in giudizio che questo aver saltato la Commissione di cui trattasi si risolva in una illegittimità (come personalmente ritengo)».




Azione con Katia Tarasconi: identità e innovazione per Piacenza

Alla presenza del senatore Matteo Richetti, presidente nazionale di Azione, di Giulia Pigoni, consigliera regionale e segretaria di Azione Emilia-Romagna, e della candidata sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, è  stata presentata questa mattina la lista di Azione per il consiglio comunale cittadino.

“Ci lega a Katia una lunga amicizia e una profonda stima – ha detto Richetti – e la coalizione che abbiamo costruito insieme ha un profilo fortemente riformista. Non avere come compagni di viaggio i populisti aiuta la progettualità su molti temi chiave e faciliterà il futuro governo della città”.

Di fronte alla attuale scarsa identità culturale ed economica, secondo Richetti, Piacenza potrà avere una nuova centralità puntando sull’innovazione e trattenendo cervelli ed energie. Una sfida difficile ma stimolante, che la coalizione guidata da Katia Tarasconi ha tutte le qualità per vincere.

La candidata sindaca Katia Tarasconi ha ringraziato tutti i candidati: “Ci tenevo molto a questa lista, perché ci sono tanti temi nei quali siamo totalmente in sintonia. Conosco bene il lavoro di Carlo Calenda, Matteo e Giulia. Per governare occorre passione ma soprattutto competenza. Mi auguro che la lista faccia un buon risultato, perché da sola non è possibile fare niente. C’è una squadra enorme di persone che si stanno dando tanto da fare investendo tempo ed energie in questa campagna. Saranno decisivi gli ultimi giorni, non fermiamoci e convinciamo gli indecisi”.

La segretaria regionale Pigoni ha commentato: “Ho visto Katia lottare ogni settimana dai banchi del consiglio regionale per sua città: abbiamo lavorato molto bene insieme. Ringrazio tutti i candidati di Azione che la sosterranno e anche Calenda e Richetti che, con la loro presenza diretta in questa campagna elettorale, dimostrano la voglia di radicare il partito nel nostro territorio regionale. Sono convinta che la nostra lista potrà fare un buon risultato e che Katia sarà un ottimo sindaco per Piacenza”.




Bignami (Fratelli d’Italia): “Con Patrizia Barbieri per una città che riparta dopo il Covid”

«Quella di riuscire ad ottenere dai militari l’ex Pertite è la madre di tutte le battaglie per Fratelli d’Italia: vogliamo che diventi un parco pubblico, un polmone di verde che non serve solo all’Infrangibile ma a tutti i piacentini. Il Ministero deve smettere di fare lo gnorri, è ora che si metta nero su bianco: il parco non può attendere».

E’ fermo l’impegno assunto dalla consigliera Sara Soresi nell’incontro organizzato dai candidati di Giorgia Meloni per le elezioni comunali, ai Giardini dei Vigili del Fuoco, nel quartiere Infrangibile. Un incontro nel corso del quale altri candidati si sono soffermati su alcuni punti del programma di Fratelli d’Italia. Sandro Mosca ha evidenziato come «il miglioramento dello stato degli impianti sportivi attuato dalla giunta Barbieri deve continuare, sia per quanto riguarda le strutture agonistiche, sia per quelle di base», mentre Martina Cristalli ha sostenuto che «la tutela dell’ambiente è indispensabile per dare un futuro alle nuove generazioni. Una Piacenza più green, con un completamento del Parco delle Mura, è un obiettivo che va raggiunto nei prossimi cinque anni dal centrodestra». «La scelta dell’area per il nuovo ospedale decisa dalla amministrazione di centrodestra è quella migliore possibile – ha sostenuto Giorgio Moggi – e metterla in discussione è una follia che rischia di far saltare la realizzazione di un’infrastruttura che entrerà comunque in funzione tra sette anni, dopo che già sette ne sono passati da quando l’annuncio è stato dato».

Il tema della disabilità e degli invalidi è stato affrontato da Loretta Picchioni, la quale ha proposto che «la futura amministrazione di centrodestra deve continuare la politica di rimozione delle barriere architettoniche e di sempre più collaborare con quelle associazioni che meritoriamente si battono perché nessuno sia trattato come cittadino di serie b».

«Pensare a Piacenza con il retro pensiero di 30 anni fa non serve a nulla – ha detto Andrea Gabbiani – occorre guardare a quella dei prossimi 20 anni. La sfida del Piano Urbanistico Generale sta tutta li: avere un’idea di città che ricuce centro, periferia e frazioni per una migliore qualità della vita dei piacentini».

«Ci sono vari modi per fare politica: c’è’ chi ha usato Piacenza per andare a fare il ministro e chi invece, come Tommaso Foti, ha usato se stesso per portare Piacenza a Roma» ha esordito così Galeazzo Bignami, responsabile delle piccole e medie imprese di Fratelli d’Italia. «A noi non interessa il piccolo tornaconto personale ma, come ha fatto la giunta Barbieri, ci preme guardare al bene comune, all’interesse pubblico» ha affermato l’esponente di Fratelli d’Italia, aggiungendo «la vera cifra è la coerenza. A Piacenza essere uniti e sostenere Patrizia vuol dire volere bene a questa città, che deve ripartire dopo il Covid”. Dopo avere rivendicato la battaglia del partito di Giorgia Meloni contro la proposta del governo di riforma del catasto, “una battaglia che non è certo finita».

Bignami ha concluso affermando che «il buon governo di Patrizia Barbieri sta, anche e soprattutto, nella politica fiscale della sua amministrazione che non ha messo le mani nella tasche dei piacentini, come invece aveva deciso la sinistra non a caso sconfitta 5 anni fa».

L’incontro è stato chiuso dal saluto del sindaco Patrizia Barbieri che ha rivendicato alla sua amministrazione di avere completato l’iter affinché il nuovo ospedale possa finalmente essere progettato e realizzato.




Escursionista colto da malore alle Cascate del Perino (Bettola – Pc)

I tecnici della stazione piacentina “Monte Alfeo” del Soccorso Alpino sono intervenuti, nella mattina di oggi (sabato 21 maggio 2022), in aiuto di un escursionista colto da malore alle Cascate del Perino, nel comune di Bettola. L’uomo, un ottantenne residente in provincia di Piacenza, era andato, con la famiglia, a visitare la seconda cascata quando, mentre stava percorrendo il sentiero di rientro in un tratto di salita, ha accusato un mancamento accasciandosi a terra. I familiari hanno subito dato l’allarme al 118: sul posto sono intervenute le squadre del Soccorso Alpino e l’Assistenza Pubblica di Travo, mentre da Parma si è alzato in volo l’elicottero sanitario. I soccorritori del SAER hanno raggiunto l’uomo, le cui condizioni nel frattempo erano migliorate, e dopo averlo imbarellato l’hanno trasportato fino ad una strada sterrata ad un mezzo del Soccorso Alpino, che ha condotto l’escursionista nei pressi di un prato dove era atterrato Eliparma. L’elicottero ha infine condotto l’uomo all’Ospedale di Piacenza per accertamenti.




Potrebbe arrivare la quarta cosia sulla A1. Lo ha detto il Governo rispondendo a Foti (FdI)

«La necessità dell’ampliamento a quattro corsie della tratta ricompresa tra Piacenza sud e Modena nord affonda le radici nel lontano 2007, risulta tanto incredibile quanto intollerabile che la realizzazione di detta infrastruttura strategica sia rimasta lettera morta» lo denunciava Tommaso Foti, deputato piacentino di Fratelli d’Italia, in una interrogazione rivolta al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, facendo seguito a due gravissimi e luttuosi incidenti verificatisi, a giugno del 2021, nella tratta in questione, a distanza di poche ore. Un pressing, quello di Foti, che è in corso da almeno un lustro nei vari ruoli istituzionali che l’esponente politico piacentino ha ricoperto.

Nella giornata di ieri è stata resa dal sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri la risposta nella quale il rappresentante del Governo ha evidenziato che «attualmente, anche all’esito di specifiche interlocuzioni con la Regione Emilia-Romagna e con la società Autostrade per l’Italia, si sta procedendo all’elaborazione di un’analisi di fattibilità tecnico economica per la realizzazione della citata IV corsia».

Nell’interrogazione di giugno 2021 il deputato piacentino chiedeva inoltre «l’orientamento del Governo in ordine all’introduzione dell’obbligo del sistema cosiddetto di “frenata assistita” per i grandi mezzi di trasporto». Sul punto il Sottosegretario Cancelleri ha evidenziato che «per quanto attiene i mezzi pesanti è prevista come requisito per l’omologazione, a far data dal primo novembre 2018, l’installazione per i veicoli delle categorie M2, M3, N2 e N3 del sistema avanzato di frenata d’emergenza AEBS».

«Il nuovo regolamento Ue 2019/2144 – ha aggiunto Cancelleri – ha previsto ulteriori requisiti per i veicoli pesanti, tra i quali si evidenzia l’obbligatorietà, a far data dal 6 luglio 2022 per le nuove omologazioni e dal 7 luglio 2024 per l’immatricolazione dei veicoli, della presenza a bordo dei mezzi pesanti di un sistema di avviso dell’attenzione e della stanchezza del conducente».

Non si è fatta attendere la risposta di Tommaso Foti che, replicando, ha osservato come «la risposta resa dal Viceministro Cancellieri contiene di certo un elemento di novità, la qual cosa non sorprende dal momento che l’interrogazione è stata presentata più di un anno fa, ovvero che la realizzazione della quarta corsia nel tratto autostradale Modena Nord- Piacenza Sud, per il quale si sta procedendo ad uno studio di fattibilità, non costituisce solo un’esigenza avvertita dall’interrogante bensì una necessità riconosciuta anche da Autostrade per l’Italia, derivante dall’imponente volume di traffico e dalla forte incidentalità che ivi si registra, con i conseguenti disagi per l’utenza».

«Quanto al sistema di frenata assistita – ha proseguito il deputato di Fratelli d’Italia – prendo atto della risposta, che dimostra l’attenzione verso una strumentazione di bordo che riduca l’incidentalità. Risulta di certo apprezzabile che la normativa europea introdurrà dal prossimo mese di luglio, sui veicoli pesanti immatricolati successivamente a quella data, un sistema a bordo di avviso della stanchezza del conducente, uno strumento valido che potrà prevenire incidenti gravi».

Per il parlamentare piacentino «è opportuna una riflessione sul sistema di reclutamento dei conducenti dei mezzi pesanti, frequentemente assunti da società straniere residenti in Europa, i cui contratti di lavoro prevedono tutele assai inferiori a quelle nazionali, con la conseguenza che circolano sul territorio mezzi potenzialmente molto pericolosi – ha concluso Foti – condotti da autisti in condizioni fisiche non ottimali».




I giovani Liberali puntano ad una città “Smart”

I giovani liberali hanno esaminato il problema “smart city” ed avanzano in un comunicato proposte volte a rendere Piacenza una città intelligente e digitalizzata. Risulta così fondamentale rimanere “al passo” di altre città italiane come Firenze, Milano, Torino che stanno implementando sempre di più il concetto di città intelligente.

Anche nella nostra regione, città come Bologna e Parma (che tramite l’Università degli Studi e Lepida hanno siglato un’intesa riguardante un progetto per la formazione della smart city), hanno incrementato notevolmente negli ultimi anni la loro tecnologia digitale.

La città intelligente o c.d. “smart city” è il luogo in cui reti e servizi tradizionali sono resi più efficienti attraverso l’uso di tecnologie digitali e di telecomunicazioni.

Questo implica: reti di trasporto urbano più intelligenti; strutture integrate per lo smaltimento dei rifiuti; spazi più fruibili e sicuri; modalità più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici.

Secondo i giovani liberali, per realizzare una città fatta di servizi digitali interconnessi, il punto di partenza è una connessione veloce e a banda larga, in grado di assicurare un adeguato livello qualitativo nella comunicazione tra i vari dispositivi connessi alle reti urbane. Pertanto, è necessario dotare la città di una solida rete WI-FI per il traffico dati, come quella prevista dagli standard delle reti 5G, che sia usufruibile da tutti e in qualsiasi punto di Piacenza.

In un incontro con il candidato sindaco Sforza Fogliani è stato constatato che serve un progressivo rinnovo e potenziamento di servizi di trasporto (autobus o treni) con mezzi più efficienti e a ridotto (se non nullo) impatto ambientale.

Appare fondamentale anche il tema della mobilità condivisa, che non può ridursi soltanto ai monopattini elettrici: è necessaria l’implementazione di un servizio di car e bike sharing, dando così la possibilità agli studenti universitari, ad esempio, di spostarsi più agevolmente all’interno della città. A firmare il comunicato sono Omaima Bentalab, Valentina Di Santo, Marina Malchiodi, Franco Ponzini, Silvia Rancati, Antonello Repetti, Alessio Rizzo e Alberto Rossi.

 




La denuncia dei cittadini di Sant’Antonio: “Via Einaudi come una pista da Formula 1”

Auto che sfrecciano a forte velocità su via Einaudi e rumore insopportabile tanto da non poter tenere le finestre aperte, d’estate, nelle ore serali. La tappa di Zaino in Spalla ha raccolto, come sempre, problematiche concrete che condizionano la qualità della vita dei residenti di un quartiere. Sant’antonio e la Veggioletta sono comprese tra via Emilia Pavese e via Einaudi. “É una pista da formula uno – lamenta un residente la cui abitazione affaccia su via Einaudi – non si possono tenere le finestre aperte, auto e moto sfrecciano a velocità folle. Ci vorrebbero sistemi di tutor per regolare la velocità o barriere antirumore, ma qualcuno le ritiene troppo impattanti. Qui si che servirebbe una rotonda a spezzare la continuità del circuito”.
“Siamo a pochi chilometri dalla città ma siamo praticamente costretti a prendere l’auto per raggiungerla – dice una residente – vorremmo prendere la bicicletta ma non ci sono piste ciclabili da percorre in sicurezza e gli autobus sono a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro”.
“Pensavo che questa tappa di Zaino in Spalla sarebbe stata più tranquilla perché durante il mandato parecchi consiglieri comunali hanno insistito sulla zona – ha detto il candidato sindaco di ApP Stefano Cugini – invece ancora una volta le persone avevano veramente voglia di parlare, soprattutto di via Einaudi e della velocità dei mezzi che vi passano. Tra le soluzioni, una rotatoria che rallenterebbe la velocità, questo dimostra quanto sia importante sentire i residenti prima di fare i piani delle opere pubbliche. Ci siamo accorti, da questi tour, quanto sia diffuso in città il desiderio di ridurre davvero l’uso dell’automobile privata, questo è un ottimo inizio, si spera, con i soldi che arriveranno e i progetti che già ci sono, di poter implementare in modo deciso il chilometraggio delle piste ciclabili in sede propria, per maggiore sicurezza e, di conseguenza, vivibilità della zona”.