Il professor Giovanni Ballarini inaugura la 13° edizione di “A cena con la scienza”

Ad inaugurare la tredicesima edizione del ciclo A Cena Con La Scienza, la sera del 6 maggio all’Agriturismo Battibue di Fiorenzuola d’Arda (Pc), ci ha pensato Giovanni Ballarini, professore emerito dell’Università di Parma, brillantissimo, con i suoi 95 anni, ha stregato la folta platea dell’azienda con una relazione sull’antropologia della carne con la quale ha indagato i nessi tra sviluppo antropologico e consumo di carne. Ha citato persino la Bibbia, come testo antico, per analizzare l’elemento dal punto di vista culturale e sociologico. Ha percorso a grandi passi la storia e illustrato come il consumo di carne sia, da sempre, socialmente distintivo.

“A un certo punto del nostro sviluppo ci sono tre eventi tra loro inscindibilmente uniti – ha detto Ballarini – l’uso del fuoco per cucinare la carne, il suo consumo come alimento e lo sviluppo del cervello. I denti canini indicano che siamo carnivori, i molari che mangiamo anche vegetali: siamo onnivori e se ogni cultura elabora un proprio rapporto con la carne, non è così per l’evoluzione che ha tempi molto più lunghi. Per l’uomo la carne è una necessità biologica e fornisce l’energia necessaria a far funzionare il cervello”.

“Pesa cosa mangiavano i nostri antenati un milione di anni fa, dal punto di vista evolutivo la nostra specie ha le stesse necessità biologiche di mezzo milione di anni fa, ciò che cambia rapidamente, invece, è il rapporto tra l’uomo e il consumo di carne. Ogni società entra a cambiare questo rapporto – ha spiegato Ballarini – il consumo di carne viene valutato diversamente oggi rispetto a prima degli anni ’50 quando c’era poca disponibilità, così come differente è il giudizio espresso nella nostra cultura rispetto a quella indiana. Considerare il rapporto tra l’uomo e la carne significa valutare un’enormità di cose”. Facendo sintesi tra citazioni ed esempi: “la carne è un grande indicatore sociale, considerata preziosa da sempre”. La platea sorride quando chiede chi ha mangiato rognone o fegato nell’ultimo mese, perché rende evidente come le abitudini di consumo si siano modificate anche solo in qualche decennio. Di fronte all’avanzata dei cibi iper processati che vogliono imitare la carne e guardando in prospettiva alla carne sintetica spiega: “Niente è più sintetico della Coca-Cola eppure le bibite hanno portato a un miglioramento dei vini. Beviamo molto meno vino di un tempo, da alimento che dava energia, oggi è un business di qualità e l’artificiale, le bibite, hanno contribuito a mettere in evidenza la qualità e la tipicità della naturalità, perché non si può dimenticare la natura. La carne dovrà confrontarsi con l’artificiale, ma come le bevande hanno fatto innalzare la qualità dei vini, l’avanzata degli alimenti artificiali migliorerà la produzione degli alimenti naturali e quindi delle carni. La carne è una necessità biologica, culturale, una passione: avrà un futuro legato alla qualità perché le passioni non scompaiono mai. Potrei iniziare un discorso su come fare una carne di qualità, ma non vi voglio raccontare ora cosa vi dirò l’anno prossimo”.

Michele Lodigiani, già presidente di Confagricoltura Piacenza e coordinatore dell’iniziativa patrocinata da Confagricoltura Piacenza e Agriturist, non ha mancato di cogliere la disponibilità. A fare gli onori di casa è stato Gianpietro Bisagni, presidente regionale e provinciale di Agriturist, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura. Presente alla serata anche Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza. In sala diversi professionisti: molti veterinari e professori universitari.

Il ciclo, che quest’anno ha come filo conduttore il rapporto fra uomo, animali e cibo, proseguirà con Agnese Codignola, che farà il punto sullo stato d’avanzamento delle tecnologie volte alla produzione di carne in vitro – il 27 maggio all’agriturismo Boschi Celati, poi sarà la volta di Don Mirko Dalla Torre che affronterà l’argomento sotto l’aspetto filosofico, anche attraverso un’analisi critica delle tesi animaliste.  Quindi Filippo de Braud parlerà degli sviluppi di una ricerca di estremo interesse che sta conducendo sugli effetti della restrizione calorica nella cura dei tumori.  Per chiudere a fine settembre con Alberto Grandi che parlerà di quanto la “narrazione” sul cibo corrisponda alla realtà e di quanto invece sia frutto delle mistificazioni del marketing.




L’Antivirus russo Kaspersky in uso presso numerose Ausl dell’Emilia Romagna

In Emilia-Romagna diverse aziende sanitarie pubbliche utilizzano l’antivirus Kaspersky e non hanno un programma per la dismissione, e la giunta regionale ne era all’oscuro fino a pochi giorni fa. Oggi in un’interrogazione della consigliere Valentina Castaldini, capogruppo di Forza Italia in Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna l’assessore alla sanità Donini ha risposto che il problema è reale ma “Non è ancora successo niente”.

Kaspersky è attenzionato da diversi anni, tanto da essere stato messo al bando dall’amministrazione americana nel 2017, ne è stato sconsigliato l’uso a livello europeo dal 2018, il decreto-legge Ucraina del 21 marzo e la circolare attuativa di aprile ne ordinano la dismissione a livello nazionale. A fine marzo l’amministrazione regionale ha comunicato di non utilizzarlo se non nella controllata Lepida (che gestisce servizi importanti come lo Spid), in fase di dismissione.

Ma non era a conoscenza che fosse in uso anche dalle aziende sanitarie pubbliche.

Infatti, da un accesso agli atti del consigliere Castaldini, è emerso che l’AUSL di Bologna usa Kaspersky su 12.300 PC e 480 server, l’AUSL Romagna su 9.000 tra PC e server, l’AUSL Modena su tutto il parco PC aziendali, lo usa anche l’AUSL Imola, tutte le altre, Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Ferrara non rispondono. PiacenzaOnline ha chiesto informazioni al riguardo all’Ausl di Piacenza che ha risposto facendo sapere come presso l’azienda sanitaria non sia installato questo tipo di antivirus.

Nessuna traccia, nelle comunicazioni delle AUSL di una possibile dismissione, anzi si parla di contratti che scadranno tra il 2023 e il 2025.

Cosa potrebbe succedere se il governo russo avesse davvero accesso a tutti i computer e server della sanità nel quale è installato Kaspersky?

Potenzialmente di tutto, la cosa più semplice e già vista è un attacco che cripta tutti i dati, quindi un inevitabile fermo di settimane o mesi finchè tutti i sistemi non sono ripristinati. Sembra impossibile ma lo abbiamo visto nella campagna vaccinale nel Lazio, o in Regione per esempio all’unione Terre di Pianura.

Inoltre, i dati possono essere estratti e venduti o solamente distribuiti nel darkweb, ed è facile immaginare i danni che possono causare malintenzionati che hanno accesso a un profilo completo di ogni persona: dati personali, mail, patologie, cellulare, dati bancari e prossimi appuntamenti, quanto sarebbe facile fingersi un operatore legittimo e farsi pagare una prestazione clonando le carte di credito. Oppure pensiamo a una persona che ha una patologia o una dipendenza, quanto sarebbe ricattabile.

Senza pensare che l’assessore Salomoni, che dovrebbe guidare la nostra regione nella transizione a nuovi sistemi di sicurezza, non sapeva neanche, almeno fino a pochi giorni fa, che era presente un problema e che i sistemi della nostra sanità sono a rischio.

Se queste sono le premesse, la Data Valley Bene Comune dell’Emilia-Romagna, il nuovo Tecnopolo, il supercomputer Leonardo, il centro meteo europeo presentati in pompa magna non partono con i migliori auspici.

“Non bisogna aspettare che succeda qualcosa per agire, perché quando succederà che hacker penetreranno i sistemi informatici regionali sarà già troppo tardi” ha replicato il consigliere Castaldini, e ha aggiunto “ho molto a cuore i dati personali e sensibili dei nostri cittadini e mai vorrei che fossero compromessi.”

 




Nel borgo medioevale di Castell’Arquato torna il “Festival Illica”

Si inaugura sabato 16 luglio l’edizione 2022 del Festival Illica, tradizionale appuntamento musicale estivo a Castell’Arquato, paese dal fascino senza tempo annoverato tra i borghi più belli d’Italia. La rassegna, che nasce per rendere omaggio alla figura del commediografo, poeta e librettista arquatese Luigi Illica (1857-1919), presenta un fitto calendario di incontri e concerti pronti a riempire di note i diversi angoli del borgo. Tra gli spazi, la celebre Piazza del Municipio, luogo monumentale di grande suggestione e sede dell’evento conclusivo che quest’anno prevede la rappresentazione dell’opera lirica in forma scenica “Le Maschere” di Pietro Mascagni su libretto di Luigi Illica.

“Il focus del IX Festival Illica 2022 – dichiara l’Assessore alla cultura Gilda Bojardi -sarà quello di valorizzare la produzione librettistica di Luigi Illica, con la messa in scena di un’opera lirica meno conosciuta Le Maschere e la riscoperta di pagine inedite della produzione del maestro arquatese con il concorso Internazionale di composizione Il 3001. L’incremento e l’offerta di eventi e delle attività culturali collegate avranno due target di riferimento: un pubblico allargato e il mondo dei giovani con un bacino di utenza esteso al territorio regionale, nazionale ed internazionale. Alla produzione musicale si affiancherà un’attività di ricerca realizzata dagli studenti del Master di Giornalismo dell’Università IULM di Milano, volta ad approfondire la sua attività di giornalista, politico e protagonista della cultura italiana di fine ‘800”.

“Ho accettato con entusiasmo la direzione artistica del Festival Illica di Castell’Arquato – dichiara Jacopo Brusa – per ciò che rappresenta la figura di Luigi Illica: la poliedricità. Uno scrittore che, a cavallo di secolo, è stato capace di imporsi a livello internazionale con la produzione librettistica di capolavori quali Bohème, Tosca o Madama Butterfly ma anche di esplorare vari aspetti della vita politica e culturale con intuizioni originali ed innovative. Le Maschere è proprio uno di quei libretti “alternativi” di Illica, in cui l’utilizzo del “metateatro ” permette all’ascoltatore di immedesimarsi nei personaggi stereotipati della Commedia dell’Arte e di approfondire con leggerezza aspetti (anche politici) della vita contemporanea. Arlecchino, Colombina, Balanzone, Pantalone fanno parte da sempre della tradizione teatrale e, prendendo spunto dall’opera messa in musica da Pietro Mascagni, l’edizione 2022 del Festival vuole celebrare il Teatro nella sua accezione più versatile, dalla Poesia alla Musica, fino al Teatro di Burattini, pienamente nello spirito di Luigi Illica.”

L’apertura del Festival, sabato 16 luglio, vede in programma il concerto Fêtes Galantes con Anna Maria Sarra, soprano, e Dario Tondelli, pianoforte, ispirato alla celebre raccolta di poesie di Paul Verlaine nella versione musicata da Claude Debussy e in quella meno conosciuta di Régine Wieniawski; in chiusura di programma, anche alcuni lavori di Richard Strauss.

Si prosegue il pomeriggio del giorno successivo, domenica 17 luglio,  a Busseto con la visita al Museo Renata Tebaldi e  a Castell’Arquato con la visita guidata al Museo Illica.   Ai Giardini del Museo Geologico andrà in scena Sei mani e tante mascherine, omaggio al mondo del teatro di figura (burattini e marionette) con Riccardo Pazzaglia che si cimenterà da solo con le tante voci dei personaggi; la “colonna sonora” dello spettacolo, in collaborazione con il Conservatorio G. Nicolini di Piacenza, è a cura di Letizia Bonavita e Claudio Rausa che accompagneranno i burattini con brani della suite Marionnettes di E. Melartin per pianoforte a quattro mani. Allo spettacolo segue la presentazione animata del libro Burattini a Bologna. La storia delle teste di legno a cura di Riccardo Pazzaglia; la giornata si conclude con la ripresa dello spettacolo Sei mani e tante mascherine. Lunedì 18 luglio è previsto un incontro per ricordare il soprano Renata Tebaldi nell’anno in cui ricorre il centenario della nascita. L’evento è realizzato in collaborazione con la Fondazione Museo Renata Tebaldi di Busseto. Un altro momento di approfondimento sarà martedì 19 luglio con un incontro dedicato al giornalismo. Parteciperanno al dibattito dal tema – Luigi Illica giornalista “Un giornale “libero, vivace, disinteressato, battagliero” Sulla libertà d’informazione  – i giornalisti e scrittori Tobias Jones (giornalista del The Guardian) e Luca Sommi (giornalista del Fatto Quotidiano  e conduttore TV).

Il Festival prosegue mercoledì 20 luglio con la visita guidata al Museo Illica; concludono le giornate del 18 e 20 luglio gli appuntamenti Vissi d’arte, spazi musicali diffusi nel borgo, in cui saranno proposte alcune delle più celebri romanze di Luigi Illica tratte da La Bohème, Tosca, Madama Butterfly e Andrea Chénier. Alla prova generale de Le Maschere del 21 luglio seguono, venerdì 22, due eventi: la presentazione dell’opera Le Maschere con un invito all’ascolto a cura del direttore artistico del festival Maestro Jacopo Brusa e del regista Giulio Ciabatti e il concerto polifonico-strumentale alla Chiesa della Collegiata, dove si respira un’aria densa di storia, arte e spiritualità, I manoscritti di Castell’Arquato, evento commemorativo dei 900 anni della Collegiata con brani sacri e profani provenienti dall’Archivio Musicale della Collegiata. Il concerto, diretto da Riccardo Bianchi con il coro KorMalta e Edoardo Bellotti all’organo, è realizzato in co-produzione con l’Accademia Internazionale di Smarano (Trento).

Gran finale sabato 23 luglio: si comincia il pomeriggio con la replica ai Giardini del Museo Geologico  dello spettacolo di burattini e marionette Sei mani e tante mascherine mentre la sera, nella Piazza Monumentale, va in scena Le Maschere di P. Mascagni con libretto di Luigi Illica. Protagonisti della serata d’opera conclusiva del Festival sono l’orchestra Filarmonica Arturo Toscanini diretta dal Maestro Jacopo Brusa e il coro KorMalta – Malta National Choir. L’opera, con la regia di Giulio Ciabatti, vede in scena Alberto Mastromarino (Tartaglia/Giocadio), Marta Leung (Rosaura), Matteo Falcier (Florindo), Angelo Veccia (Il Capitan Spaventa), Anna Maria Sarra (Colombina), Roberto Covatta (Arlecchino Battocchio), Francesco Leone (Pantalone De’ Bisognosi), Raffaele Feo (Brighella), Lorenzo Liberali (Dottor Graziano).

Il Festival Illica promuove inoltre il Concorso Internazionale di Composizione “Il 3001”, concorso che consente ad un giovane compositore di mettere in musica un libretto di Luigi Illica scritto intorno al 1908 e mai musicato. Il Concorso intende intercettare due settori fondamentali della promozione culturale: il recupero e la valorizzazione di materiale storico inedito e il sostegno di giovani artisti. Per questa ragione, il Concorso è destinato a compositori e a drammaturghi under 40 che possano, pur utilizzando il materiale scritto da Illica, adattare il libretto alla nuova composizione musicale in ottica di una messa in scena coerente. A presiedere la giuria del Concorso sarà il M° Marco Tutino (Premio Illica 2019) che, insieme ad altri compositori, drammaturghi e registi di chiara fama che verranno presentati durante l’edizione 2022 del Festival, dovrà esaminare le idee progettuali pervenute e decretare il progetto vincitore.

L’esecuzione in prima assoluta dell’opera avverrà durante la X Edizione Festival Illica 2023 con la partecipazione della Filarmonica Arturo Toscanini, partner del Concorso.

PROGRAMMA FESTIVAL ILLICA

Sabato 16 luglio

Giardino Ufficio Tecnico ore 21.00 – Fêtes Galantes – Anna Maria Sarra soprano Dario Tondelli pianoforte

Domenica 17 luglio

Museo Renata Tebaldi di Busseto, ore 15.00 – visita guidata a cura di Giovanna Colombo

Museo Illica, ore 16.15 – Visita guidata

ore 17.00 – Sei mani e tante mascherine – Riccardo Pazzaglia burattini Letizia Bonavita e Claudio Rausa pianoforte

Giardino del Museo Geologico, ore 18.30 -Chiacchierata con il dottor Balanzone – Riccardo Pazzaglia burattini

Giardino del Museo Geologico, ore 21.00 – Sei mani e tante mascherine – Riccardo Pazzaglia burattini Letizia Bonavita e Claudio Rausa pianoforte

Lunedì 18 luglio

ore 18.30 – “Tebaldi 100” per ricordare Renata Tebaldi nel Centenario della nascita

A seguire – Vissi d’arte

Martedì 19 luglio

ore 18.30 – Luigi Illica giornalista – Un giornale “libero, vivace, disinteressato, battagliero” –  Sulla Libertà d’informazione – Tobias Jones, The Guardian – Luca Sommi, Il Fatto Quotidiano

Mercoledì 20 luglio

Museo Illica, ore 18.30 – Visita guidata

A seguire – Vissi d’arte

Giovedì 21 luglio

Piazza Monumentale , ore 20.30 – Prova generale de “Le Maschere”

Venerdì 22 luglio

Piazza Monumentale, ore 19.30 – Presentazione dell’opera in scena “Le Maschere” – Jacopo Brusa direttore d’orchestra Giulio Ciabatti regista

Chiesa della Collegiata, ore 21.00 – I Manoscritti di Castell’Arquato – KorMalta coro Edoardo Bellotti organo Riccardo Bianchi direttore

Sabato 23 luglio

Giardino del Museo Geologico, ore 17.30 – Sei mani e tante mascherine -Riccardo Pazzaglia burattini  Letizia Bonavita e Claudio Rausa pianoforte

Piazza Monumentale, ore 21.00 – “Le Maschere” di P. Mascagni con libretti di L. Illica – Alberto Mastromarino (Tartaglia/Giocadio), Marta Leung (Rosaura), Matteo Falcier (Florindo), Angelo Veccia (Il Capitan Spaventa), Anna Maria Sarra (Colombina), Roberto Covatta (Arlecchino Battocchio), Francesco Leone (Pantalone De’ Bisognosi), Raffaele Feo (Brighella), Lorenzo Liberali (Dottor Graziano) – Jacopo Brusa direttore d’orchestra – Giulio Ciabatti regista – Filarmonica Arturo Toscanini orchestra KorMalta – Malta National Choir coro

 Il Festival Illica è organizzato dal Comune di Castell’Arquato, ed è realizzato con il sostegno di Regione Emilia Romagna e Fondazione Banca di Piacenza e Vigevano

Informazioni

In caso di maltempo l’opera “Le Maschere” del 23 luglio sarà recuperata giovedì 28 luglio

Biglietteria

Biglietti acquistabili online su www.festivalillicacastellarquato.it

Prezzi

Opera

Posto unico euro 30.00

Convenzioni (Ass. Liriche e Comuni) euro 15.00

Fêtes Galantes

Posto unico euro 10

Sei mani e tante mascherine

Adulti euro 10

Ridotto bambini fino a 12 anni euro 5,00

Informazioni

IAT Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica

Tel. +390523 803215

info@festivalillicacastellarquato.it

Concorso internazionale di composizione “Il 3001”

Grazie alla collaborazione con la Biblioteca Passerini Landi di Piacenza che ha gentilmente messo a disposizione un inedito libretto dal titolo Il 3001, scritto da Luigi Illica intorno al 1908, il Festival Illica di Castell’Arquato ha potuto lanciare il Concorso Internazionale di Composizione “Il 3001”, con l’obiettivo di intercettare due settori fondamentali della promozione culturale: il recupero e la valorizzazione di materiale storico inedito e il sostegno a giovani compositori e librettisti/drammaturghi under 40.

Il 3001 rappresenta un esempio di “fantascienza” abbastanza raro nel panorama lirico e molto personale: in un ipotetico futuro, la popolazione è regolata da “limitatori” di emozioni, non esistono più i nomi propri (sostituiti da numeri) e l’umanità non è più divisa da partiti politici o religioni, bensì da malattie…

La tipicità della scrittura di Illica, con temi assolutamente futuristici ma, al contempo, capace di trattare argomenti politici e sociali profondi con leggerezza e comicità, fa sì che il testo risulti ricco di spunti da sviluppare con un linguaggio musicale contemporaneo.

A presiedere la giuria del Concorso sarà il M° Marco Tutino (Premio Illica 2019) che, insieme ad altri compositori, drammaturghi e registi di chiara fama che verranno presentati durante l’edizione 2022 del Festival, dovrà esaminare le idee progettuali pervenute e decretare il progetto vincitore.

L’esecuzione in prima assoluta dell’opera avverrà durante la X Edizione Festival Illica 2023 con la partecipazione della Filarmonica Arturo Toscanini, partner del Concorso.

 

 




La delicatezza poetica di Dante nel cantare l’amore infinito

Qual è il filo conduttore della poetica di Dante? «L’amore, anche quando la cosa non è evidente, ma nel significato che Dio ha testimoniato con la sua bontà, la sua misericordia, il suo perdono. Si tratta quindi dell’amore di Dio, un concetto difficile da interiorizzare a livello di umana concezione, ma è “il” concetto che rende veramente salvo l’uomo, consentendone la piena realizzazione già in vita». Roberto Laurenzano, presidente della Società “Dante Alighieri”, è stato il protagonista della conferenza (tema, appunto, “L’amore nella poetica di Dante, con particolare riferimento al XXXIII Canto del Paradiso”) che si è tenuta nella Sala del Duca, in Campagna, nell’ambito delle Celebrazioni dei 500 anni di Santa Maria di Campagna a cura della Comunità francescana e della Banca di Piacenza. Appuntamento che ha chiuso il cerchio dei momenti della scorsa settimana dedicati al Sommo Poeta, con la lettura teatrale dei principali Canti della Divina Commedia da parte del regista e attore Massimiliano Finazzer Flory e con la lectio finale del filosofo Massimo Cacciari.

Il relatore – introdotto dal condirettore generale Pietro Coppelli, che al termine gli ha consegnato la medaglia della Banca in ricordo della serata – ha spiegato come Dante viva una crisi di coscienza interiore dalla quale vuole uscire. Gli viene in soccorso la “Ragione” (Virgilio), inviato dall’amore della Vergine tramite Beatrice, affinché egli possa accompagnarlo in un viaggio nell’Oltretomba, che costituirà un’esperienza profonda e fattiva ai fini della redenzione e della fuoruscita del Poeta dal buio interiore. E attraverso la ragione stessa, la “conoscenza” (di cui è sempre desideroso) riuscirà a pervenire a quell’Altezza massima che, però, solo con la “Fede” (Beatrice) l’uomo-Dante potrà spiritualmente toccare. «Invero la luce divina – ha proseguito il dott. Laurenzano -, da cui Dante viene improvvisamente folgorato, segna il raggiungimento della massima realizzazione di sé (e dell’uomo che lo voglia), la massima completezza dell’uomo con la presa di coscienza piena del senso della vita: amore infinito, incondizionato, libero e autentico rivolto al Bene, attuando quel libero arbitrio di scelta tra Bene e Male; possibilità che l’uomo ha dentro di sé, per grazia divina. Sta a lui scoprirlo, cioè scoperchiare il “se stesso interiore” e trovare quanta e quale è la ricchezza di cui è possessore, e che solo la Fede vera gli può far scoprire. La Ragione lo aiuta e lo porta a conoscere delle verità che sono già dentro di lui, ma la Ragione non è di per se stessa sufficiente. Il salto di qualità l’uomo è in grado di compierlo eccome, purché prenda atto dentro di sé della propria capacità di attuare l’amore infinito».

L’opera in cui l’amore nella poetica dantesca tocca l’apice è la “Commedia”, ha rimarcato l’oratore, fin dal Canto I dell’Inferno. «Ma il Canto per eccellenza dell’amore infinito è senza dubbio il XXXIII del Paradiso – ha osservato il presidente della “Dante Alighieri”, che ha poi declamato il Canto stesso – che ha una struttura duplice: la meravigliosa preghiera alla Vergine da parte di San Bernardo di Chiaravalle, affinché interceda presso Dio ai fini dell’ultima grazia a Dante di poter giungere alla massima altezza spirituale, ed una seconda parte in cui Dante fa il suo meglio per esprimere quanto ha avuto la grazia di conoscere e vedere».

«Sia la preghiera alla Vergine, sia la seconda parte del Canto XXXIII – ha concluso il dott. Laurenzano – sono eccellentemente portati da Dante, con estrema delicatezza poetica e di sentimento, con una dolcezza che si manifesta in ogni verso, in ogni terzina, in ogni concetto del Canto: non vi è una trasgressione poetica, non vi è una sola nota di tensione nel senso di angoscia, ma siamo in presenza di altissima poesia, che si può ritenere davvero ineguagliabile».




A Palazzo Farnese convegno dei Lions sul tema dell’affido

Si è tenuto nei giorni scorsi, presso la Cappella Ducale di palazzo Farnese un convegno intitolato “L’affido, una scelta d’amore” tema di studio Lions 2021/2022 e che ha per oggetto la sensibilizzazione e la promozione dell’affido familiare.

I lavori sono stati aperti dall’avv. Francesca Beoni, officer Lions che dopo aver salutato i numerosi intervenuti ha ceduto la parola al governatore del distretto 108 IB3 Raffaella Fiori. L’assessore ai Servizi sociali Federica Sgorbati ha portato i saluti del sindaco e parlato dell’importanza dell’istituto dell’affido. Dopo i saluti del presidente dell’ordine degli avvocati, Giovanni Giuffrida, l’incontro è entrato nel vico con le relazioni della dottoressa Paola Poggi (Resp. U.O. Minori del Comune di Piacenza), della dottoressa Elena Abbruzzese (Referente Affido U.O. Minori del Comune di Piacenza), della dottoressa Cinzia Sgarbi (Giudice del Tribunale per i Minorenni Bologna), di Enrica Pavesi (Presidente dell’Associazione Dalla Parte dei Bambini) e della dottoressa Mariagrazia Veneziani (Responsabile Servizi Sociali Distretto di Ponente). E’ stato anche presentato il libro “Un fratello per un po’” con la storia di un0’affido raccontata da Morgana Tonoli ed illustrata da Ilaria Goggi. Sono seguite alcune testimonianze di storie di affido da parte famiglie affidatarie ed ex bambini affidati.

Scopo del convegno e del tema nazionale Lions è quello di far conoscere l’affido, sensibilizzare le potenziali famiglie affidatarie, promuovere il dialogo tra le parti coinvolte. L’istituto dell’affido è infatti poco conosciuto, spesso confuso con le adozioni, ma è di fondamentale importanza per il benessere dei bambini. L’affido mette quindi al centro il minore e si pone come obiettivo il perseguimento di un maggiore equilibrio sociale.

Poiché non sempre le famiglie riescono a prendersi cura dei propri figli, il legislatore ha istituito questa misura temporanea (della durata massima di due anni, eventualmente prorogabile in base alle necessità del minore) in virtù della quale famiglie, coppie anche conviventi, single – senza vincoli di età se non l’avere compiuto diciotto anni, possono prendersi cura di un minore la cui famiglia stia attraversando un periodo di difficoltà.

Il compito fondamentale degli affidatari è quello di dare un aiuto al minore la cui famiglia non sia in grado di occuparsene, contribuendo a educarlo, infondergli serenità e affetto e così permettendogli di crescere quanto più serenamente possibile.

La particolarità dell’affido è che la legge prevede continuità nei rapporti tra il minore e la famiglia d’origine il cui legame, salvo casi eccezionali, deve essere stimolato e promosso dalla famiglia affidataria.

 

 

 




Scherma, Curatolo si qualifica alla fase finale della Coppa Italia

E due. Sarà infatti la coppia di spadisti Curatolo-Perna a rappresentare i colori della scherma piacentina alla fase finale nazionale di Coppa Italia di scherma che si svolgerà a Courmayeur dal 31 maggio al 5 giugno. A qualificarsi per l’importante manifestazione è stato Francesco Curatolo, che ha staccato il pass agli Assoluti di Rovigo, dove si è piazzato sedicesimo. Un ottimo risultato che lo ha portato a sfiorare l’ingresso in finale e piazzarsi nei primi otto. «E’ un grandissimo risultato – afferma Alessandro Bossalini, presidente del Pettorelli – perché Piacenza era assente dalla finale da diversi anni. Ora saremo presenti con due atleti».

I biancorossi saranno presenti nella spada maschile e in quella femminile, grazie alla qualificazione conquistata in anticipo da Elena Perna.

Intanto, proseguono gli allenamenti per la finale dei campionati italiani Under 14 che si terranno a Riccione la prossima settimana e che vedranno in gara alcuni atleti del Pettorelli.




Patrizia Barbieri, sindaco e presidente della Provincia di Piacenza risponde a Michele Giardino sul Pnrr

Il sindaco e presidente della provincia Patrizia Barbieri risponde a stretto giro al consigliere comunale Michele Giardino che l’aveva criticata per non essersi autosospesa dal tavolo PNRR.

«Va bene fare campagna elettorale, ma spiace dover prendere atto che c’è chi punta a strumentalizzare le situazioni ergendosi a professore di lezioni di coerenza non richieste.

Mi tocca pertanto ricordare che il Tavolo provinciale per lo sviluppo – composto da istituzioni locali, rappresentanze sindacali e associazioni di categoria – era stato costituito all’inizio della pandemia, e che ormai da mesi sta seguendo l’attività del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: l’obiettivo è cercare di intercettare le risorse necessarie per finanziare progetti in grado di rispondere alle esigenze del territorio.

I tempi stretti e i ritmi incalzanti non consentono tempi morti, perchè l’organismo è chiamato a definire le modalità di avvio della ricognizione e messa a punto delle progettualità del nostro territorio candidabili ai bandi del PNRR: il Tavolo deve infatti essere il più possibile operativo in relazione ai diversi canali di finanziamento, senza perdere di vista le opportunità offerte dai fondi strutturali nel loro complesso, per cogliere al meglio le opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che è una importante occasione di sviluppo per il Paese e anche per la nostra provincia.

E’ a dir poco capzioso cercare similitudini – e quindi coerenza e linearità – nelle scelte riguardanti ruoli tra loro totalmente diversi: i due rappresentanti dei sindaci del territorio nel Tavolo provinciale per lo sviluppo devono rappresentare l’eterogeneità delle posizioni di 46 primi cittadini, invece il Presidente della Provincia – che è già affiancato e coadiuvato dal vicepresidente Albertini su diverse tematiche specifiche, a partire dalle questioni relative alle Aree Interne – ha un ruolo di natura istituzionale e di coordinamento, e può tra l’altro essere sostituito solo in caso di assenza o di impedimento.

La natura del Tavolo provinciale – che non ha la funzione di decidere cosa sarà finanziato e cosa non lo sarà – è di tipo cooperativo: il suo compito è quello di fare emergere le progettualità, far circolare le informazioni, individuare e promuovere sinergie, concentrare gli sforzi degli attori locali sui progetti che hanno più chance di essere finanziati per coerenza con gli obiettivi del PNRR e per possibilità di rapida attuazione.

Per questo, invece di alimentare polemiche inutili, occorre lavorare insieme – qualora se ne sia capaci – sulla partita del PNRR, che può essere vinta soltanto da un territorio che si muove armonicamente.

Quello del PNRR è un capitolo tutt’altro che da chiudere, quindi, e semmai al contrario va spalancato a tutte le opportunità che può offrire: è esattamente quello che intendo continuare a fare, per il bene del territorio».




Michele Giardino: “La Barbieri doveva auto sospendersi dai tavoli per il Pnrr”

Il consigliere comunale uscente Michele Giradino, esponente della Buona Destra e candidato per la Lista Liberali – Sforza Sindaco, critica il sindaco Patrizia Barbieri che a suo giudizio avrebbe dovuto auto-sospendersi dai tavoli per il Pnrr, visto il suo dooppio ruolo di Presidente della Provincia e candidato sindaco.

«Provincia, Pnrr ed elezioni comunali. Lo scorso 1 luglio si apprendeva dalle cronache locali che il sindaco di Fiorenzuola, Romeo Gandolfi, sarebbe stato estromesso dal Tavolo Pnrr della Provincia di Piacenza a causa della campagna elettorale che lo avrebbe coinvolto tre mesi dopo, a inizio ottobre 2021, come primo cittadino uscente e ricandidato.
Riconoscemmo una logica rigorosa e una certa bontà a quella decisione.
A Piacenza, siamo giunti a un mese dalle elezioni amministrative che rinnoveranno sindaco e consiglio comunale, ma non risulta alle cronache locali che la Presidente della Provincia si sia autosospesa dalle iniziative connesse al Pnrr in ragione di questa imminente e importante tornata elettorale che la vede protagonista, in qualità di sindaca uscente e ricandidata del capoluogo. Anzi.
Sarebbe stato corretto da parte sua retrocedere e “congelarsi”, incaricando invece il Vice Presidente della Provincia di partecipare a tutti i tavoli, le riunioni, i convegni, le videoconferenze, i dibattiti organizzati in tema di Pnrr.
Il gesto sarebbe stato molto apprezzato, in quanto coerente e lineare rispetto a quanto deciso meno di un anno fa per il sindaco di Fiorenzuola. Non è andata così, purtroppo.
E in questi momenti torna alla mente la famosa massima del Marchese del Grillo…
Chiudiamo questo capitolo, va».

A stretto giro è arrivata la replica del sindaco Barbieri.

 




Inaugurata l’ambulanza donata da Coldiretti Piacenza

Coldiretti Piacenza ha inaugurato ufficialmente questo pomeriggio nella sede della Pubblica Assistenza Croce Bianca di Piacenza l’ambulanza che l’associazione ha donato durante la pandemia grazie all’attivazione di una raccolta fondi. Il mezzo di soccorso è stato fin da subito destinato ai trasporti nell’ambito dell’emergenza Covid e continua a essere al servizio dell’intera popolazione.

Presenti all’inaugurazione di questo pomeriggio il direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli e i delegati confederali Giovanni Benedetti e Marco Allaria Olivieri. “Anche in questo territorio – afferma Gallizioli –  il Coronavirus ha causato molta sofferenza e purtroppo oggi – seppur la situazione sia molto migliorata – non ne siamo ancora del tutto usciti.  Fin da subito è emersa una grande solidarietà nei confronti di tutti gli operatori sanitari, con gesti concreti, come questa donazione, per la quale ringrazio tutti i dipendenti e gli associati di Coldiretti per la partecipazione e la generosità con cui hanno condiviso questa richiesta di aiuto”.

“Coldiretti – commenta Giovanni Benedetti – si è sempre distinta per l’attenzione alle iniziative di vicinanza e di fronte ad un’emergenza come quella del Covid, tutta la struttura e i nostri soci hanno risposto in modo concreto”.

“Oltre alle drammatiche conseguenze sul piano sanitario – ricorda Marco Allaria Olivieri – la diffusione del coronavirus e delle necessarie misure di contenimento ha danneggiato fortemente tutta la nostra economia, oggi colpita anche dalle conseguenze dell’invasione in Ucraina. Per questo, oltre a chiedere aiuti per le nostre imprese agricole, abbiamo attivato in tutta Italia iniziative come la spesa solidale a sostegno delle fasce più svantaggiate della popolazione, ma anche di chi – in particolare donne e bambini- sta scappando dall’Ucraina. Si tratta di sforzi corali che dimostrano la nostra capacità di unirci e mobilitare risorse per sostenere chi si trova in difficoltà”.

A coordinare la donazione dell’ambulanza da parte di Coldiretti Piacenza è stato il segretario di zona Giuseppe Monfreda, volontario della Pubblica da oltre 20 anni: “Quando è scoppiata la pandemia, ci siamo trovati tutti ad affrontare una situazione senza precedenti, che ha reso da subito evidente la necessità di dare supporto alla risposta sanitaria”.

Rimarcano infine l’importanza di questa donazione Paolo Rebecchi, coordinatore provinciale e membro della direzione nazionale di Anpas e il presidente della Pubblica Assistenza Croce Bianca Alessandro Miglioli. “Ringrazio profondamente Coldiretti Piacenza – afferma Rebecchi – per aver raccolto in modo concreto la nostra richiesta di aiuto, in un momento di grande difficoltà dovuto all’emergenza Covid, dandoci la possibilità di poter avere a disposizione un’ambulanza in più che è stata vitale per supportare la rete al servizio della provincia di Piacenza”.




Nell’area ex Laboratorio Pontieri dovrebbe nascere un polo scolastico

Firma importante per il futuro dell’ex Laboratorio Pontieri di Piacenza. Comune e Provincia di Piacenza (rappresentati rispettivamente dal sindaco Patrizia Barbieri e dal vicepresidente Franco Albertini) hanno infatti sottoscritto oggi (lunedì 9 maggio 2022) la convenzione tra i due Enti in forza della quale la Provincia si impegna a realizzare nell’area un polo scolastico a valenza provinciale, un edificio culturale polifunzionale a destinazione mista e una serie di altri interventi di riqualificazione.

A tal fine l’accordo prevede anche la Concessione di uso a titolo gratuito all’ente di Corso Garibaldi (per 99 anni) della parte del vasto complesso attualmente di pertinenza del Comune: l’intervento seguirà le indicazioni del documento (approvato da entrambi gli Enti) denominato “Addendum al Programma di valorizzazione «Sistema Mura Farnesiane» e all’Accordo di valorizzazione per il compendio denominato «Laboratorio Pontieri»”.

L’intervento si collocherà in continuità ed in coerenza con la realizzazione, da parte della Provincia, delle due nuove palestre scolastiche inaugurate nel dicembre 2020 a fianco del Daturi, e aprirà una prospettiva del tutto nuova per la zona. La complessiva riqualificazione dell’intero comparto, nel solco degli spunti dati dallo Studio di fattibilità redatto dal Politecnico di Milano, costituirà infatti un passaggio importante per superare le criticità di diverse scuole cittadine in termini di spazi, ma anche per beneficiare la cittadinanza nel suo insieme.

 




Il PD: “Assessore Mancioppi ma dove è stato in questi 5 anni? “

Il segretario provinciale del PD Carlo Berra e  la segretaria del Circolo PD di  Piacenza intervengono a commento di alcune dichiarazioni rilasciate dall’assessore Mancioppi (Lega) a proposito di un ‘ipotetica Bicipolitana e del Parco Pertite.

“Leggiamo stupiti  le dichiarazioni, gli impegni, i progetti di Paolo Mancioppi, Assessore all’ambiente della Giunta Barbieri. Oggi è la volta della  Bicipolitana. Qualche giorno fa esternazioni del tipo “In cinque anni abbiamo fatto cose mai viste”. Caro assessore le chiediamo : in questi anni dove è stato? al governo della città o  all’opposizione? Non poteva, nei 5 anni trascorsi, avviare il grande progetto di Bicipolitana? La Giunta di cui fa parte  ha fatto poco o nulla, in particolare nel campo della viabilità come in tante altre cose, e ora, ad un mese dalle elezioni lancia un grande progetto? Le linee di bicipolitana sono una realtà già da anni   in molte  città, da noi sono solo sulla carta. Così come sulla Pertite, in 5 anni non è stato fatto niente e adesso vi rivolgete ai proprietari dell’area come se la responsabilità fosse loro, richiamandoli ad una decisione circa la pista di prova dei carri armati da spostare.  Per non parlare dei problemi che la città ha vissuto a causa dell’appalto sul verde: concepito al risparmio, finito per essere comunque costoso e con  disagi che tutti ricordiamo.  A pensarci ha  le sue ragioni assessore Mancioppi : in questi 5 anni ci ha fatto vedere cose mai viste prima! “

 

 

Renza Malchiodi




Rinviata più volte per il Covid al President arriva “L’ostessa”

Rinviata più volte per il Covid-19 pare proprio che si la volta buona: mercoledì 11 maggio alle ore 21, al Teatro President, per la Rassegna dialettale promossa dalla Famiglia Piasinteina la Compagnia Teatrale Egidio Carella presenta “L’ostessa”, commedia brillante in tre atti di Maria Gabriella Bonazzi, con la regia di Delio Marenghi.
La rassegna dialettale è dedicata a Valente Faustini nel centenario della morte (1922-2022) e realizzata con il contributo del bando del Comune di Piacenza “Piacenza riparte con la cultura”.
Rosina è un’ostessa, che gestisce il locale alla vecchia maniera. Gino, il marito, l’ha tradita e lei è molto e risentita. Lo vorrebbe perdonare ma non sa dimenticare l’offesa ricevuta. La rivale, Cesira, che le abita di fronte e tiene sempre le mani pronte. Ma l’amore sboccia tra i due figli che non vogliono consigli. Uno stratagemma devono trovare perché insieme vogliono restare. E così, ciò che potrà accadere, devi solo stare a vedere.
Personaggi ed interpreti: Rosina, ostessa: Luisa Pierucci; Mara, figlia: Roberta Zanon; Gino, marito di Rosina: Delio Marenghi; Caterina, zia di Rosina: Maria Grazia Barbieri; Piero, fidanzato di Mara: Ettore Celli; Angelo, cliente: Umberto Arruffati; don Fedele, parroco: Gianluca Ghizzoni; dott. Petralia, medico: Salvatore Lombardo; Cesira, rivale di Rosina: Maura Galilei; Pippo, altro cliente: Ettore Celli; Togno, ultimo cliente: Pierluigi Camozzi; Armando, Riccardo Celli; suggeritore: Sara Bido.
La scenografia è di Andrea Tagliaferri.
Prevendita presso il City Bar di Via Manfredi 33 – da Lunedì a Sabato dalle ore 7 alle 19. Per info e prenotazioni: tel. 3282184586 oppure tramite email famigliapiasinteina1953@gmail.com
La commedia si svolgerà in sicurezza con il rispetto delle norme di contenimento del Covid – 19 con l’utilizzo della mascherina Ffp2.