Celebrati in Duomo a Piacenza i funerali del del Rettore dell’Università Cattolica, Franco Anelli

Nel pomeriggio di oggi, venerdì 31 maggio 2024, in Duomo a Piacenza si sono svolti i funerali del Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, prof. Franco Anelli, tragicamente scomparso la sera del 23 maggio. Al rito funebre ha partecipato una folla commossa, composta dalla cittadinanza, dalla comunità dell’Università Cattolica e da numerose autorità (presenti, tra le altre, la Sindaca Katia Tarasconi; la prof. Antonella Sciarrone Alibrandi, Giudice della Corte Costituzionale; il Ministro dell’Università e della Ricerca, sen. Anna Maria Bernini),

Ieri, giovedì 30 maggio, nella Cappella del Sacro Cuore della sede milanese dell’Ateneo (largo A. Gemelli 1) era stata allestita la camera ardente, nella quale per tutta la giornata si sono susseguite le visite di commiato. Da segnalare, tra le molte autorità intervenute, il card Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede: «Nonostante lo smarrimento, anche comprensibile, l’Università Cattolica sta reagendo molto bene nelle sue varie componenti – ha dichiarato –. Quindi saprà affrontare, anche con l’aiuto di Dio e con la volontà di tutti, questi momenti di emergenza».

Questa mattina, prima del trasferimento del feretro a Piacenza, ha avuto luogo nell’Aula Magna dell’Università Cattolica a Milano una Preghiera di suffragio presieduta da mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo. «L’interruzione tragica della presenza del prof. Anelli, per anni protagonista della vita della nostra Università, determinante per scelte di persone e strategie, può generare un senso di inquietudine sul futuro – ha affermato l’arcivescovo –. Chiediamo la grazia di passare all’assunzione di responsabilità perché ciascuno si metta di impegno per servire il bene della comunità universitaria, ciascuno offra il suo contributo di pensiero e di disponibilità, perché si scriva una storia che erediti tutto il bene e che si avvii su nuovi cammini, per nuovi climi e narrazioni persuasive».

Al momento di preghiera hanno fatto seguito le testimonianze di alcune voci rappresentative della comunità universitaria. Per prima è intervenuta Elisabetta Del Campo, studentessa della Facoltà di Giurisprudenza. «Anche davanti a un fatto così drammatico – ha detto dopo aver reso omaggio all’operato del Rettore e alle sue capacità di docente – non possiamo perdere quel naturale e vero grido alla vita, sempre ostinato e presente, che ci obbliga alla ricerca incessante di quel senso a cui il cuore umano anela. Affinché ognuno di noi possa scoprire il suo posto nel mondo, questo orizzonte deve continuare ad abitare la nostra Università, anche nel silenzio delle aule, ma che può essere il terreno fertile per andare a fondo del significato ultimo della vita».

Da parte sua, il Direttore Generale dell’Ateneo, dott. Paolo Nusiner, ha voluto tracciare un ritratto del Rettore: «Un uomo capace di guardare avanti, di immaginare il futuro. Ma allo stesso tempo capace di ritornare al presente per dare concretezza a quei sogni, a quei progetti immaginati. Una straordinaria capacità di trasformare in azioni le visioni». E ha poi proseguito definendolo «un uomo capace di grandi relazioni, di amicizie, di grande cultura. Anche di ironia».

Di taglio personale, oltre che istituzionale, anche il ricordo del Pro-Rettore Vicario, prof. Pier Sandro Cocconcelli. «Caro Franco, i numerosi messaggi di vicinanza che ci giungono in questi giorni da tutto il mondo testimoniano la perdita di un uomo straordinario e di un grande intellettuale, io perdo un amico affettuoso», ha confessato, sottolineando l’impegno profuso da Anelli per lo sviluppo di un’Università fortemente creativa e coraggiosamente aperta alla dimensione internazionale. «Sono certo – ha concluso – che dallo smarrimento di queste ore trarremo la forza e il coraggio per continuare a scrivere insieme la storia della nostra grande famiglia, la grande famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore».

In conclusione, ha preso la parola il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Matteo Maria Zuppi: «Il Rettore Magnifico ha vissuto intensamente la vocazione dell’Università Cattolica, che coltiva la passione per l’uomo e la sua piena realizzazione, l’impegno perché ogni persona possa diventare protagonista all’interno della società, sempre attenta al bene comune, che è sempre l’unica parte che la Chiesa sceglie e per quale sarà sempre libera». Un pensiero particolare è stato poi rivolto «agli studenti, tutti, che il Rettore «ha sentito “suoi”», ha ribadito il card. Zuppi. «Questa dedizione, caratteristica brillante della sua vita, emerge anche dai messaggi pieni di gratitudine che voi, studenti e studentesse, avete lasciato in questi giorni e che gli avete dedicato».

Nella Cattedrale di Piacenza l’omelia funebre è stata pronunciata dall’Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica, mons. Claudio Giuliodori, che ha presieduto il rito concelebrato dal vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto; dal Vescovo Emerito, mons. Gianni Ambrosio; dal Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Erio Castellucci; dal Segretario del Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione, mons. Giovanni Cesare Pagazzi.

«Non possiamo nascondere il turbamento per una vita che si è spezzata in modo così drammatico – ha esordito mons. Giuliodori –, ma siamo consapevoli che ci sono soglie che non sono valicabili e di fronte alle quali dobbiamo assumere l’atteggiamento più consono e appropriato. Il silenzio e il rispetto innanzi tutto per una vicenda umana che ci ha posto di fronte ad una situazione inaspettata e imponderabile». In un dialogo serrato tra Scrittura ed esperienza radicale dell’umano (rilevante il rimando al pensiero di Giacomo Leopardi), l’Assistente Ecclesiastico Generale si è soffermato sul messaggio del Magnificat e ha voluto riprendere l’immagine espressa dal card. José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione, sia nella celebrazione di suffragio svoltasi lunedì presso la sede romana dell’Ateneo sia nella visita compiuta alla camera ardente di Milano: «Non dobbiamo domandarci perché qualcuno se n’è andato quanto piuttosto che cosa è venuto a fare e che cosa ci lascia». Come estremo commiato al Rettore, mons. Giuliodori ha richiamato la devozione che sta all’origine e a fondamento dell’Università Cattolica: «Il Sacro Cuore, che tanto ha fatto nella vita e nella storia di questo Ateneo per realizzare cose che sembravano impossibili, possa ora accogliere e ricolmare di pace l’anima del nostro fratello Franco».

L’OMELIA DI S. E. M ONS . C LAUDIO G IULIODORI, Assistente Ecclesiastico Generale
Una settimana fa siamo rimasti tutti attoniti e sconvolti nell’apprendere la notizia della morte improvvisa e tragica di Franco Anelli, figura insigne dal punto di vista accademico e stimato Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. In questi giorni il nostro animo è stato affranto dal dolore e tante domande hanno agitato il nostro cuore e la nostra mente. Non possiamo nascondere il turbamento per una vita che si è spezzata in modo così drammatico, ma siamo consapevoli che ci sono soglie che non sono valicabili e di fronte alle quali dobbiamo assumere l’atteggiamento più consono e appropriato. Il silenzio e il rispetto innanzi tutto per una vicenda umana che ci ha posto di fronte ad una situazione inaspettata e imponderabile. Ci siamo trovati improvvisamente davanti al mistero più profondo e insondabile dell’esistenza umana. Abbiamo toccato con mano, come insegna la Scrittura, che « un bàratro è l’uomo e il suo cuore un abisso » ( Sl 64,7).

Forse, per un attimo fatale, è stato attraversato da quel pensiero funesto che era così familiare a Giacomo Leopardi: « la morte non è male poiché libera l’uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desideri » ( Pensieri , VI, Le Monnier, Firenze 1845).
Di fronte a tutto questo potremmo essere umanamente sopraffatti dallo smarrimento e dallo sconcerto, ma siamo qui perché ci è data la grazia di poter vedere e considerare le cose da un altro punto di vista che non cancella il dramma umano ma lo inserisce in un orizzonte infinitamente più grande che è quello spalancato dalla fede in colui che ci ha detto: « Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno » ( Gv 11,25-26). Ed è nell’incontro con il Risorto che anche noi vogliamo leggere questa vicenda e accomiatarci, per quanto possibile, con cuore sereno e animo fiducioso dal carissimo Franco sapendo che è nelle mani di Dio e che nulla potrà più allontanarlo dall’abbraccio della sua infinita misericordia.
Un segno eloquente di questa luce che ci consente di leggere con fede quanto stiamo vivendo ci viene offerto dall’odierna liturgia dedicata alla visita che Maria fa ad Elisabetta sua parente. Come le aveva detto l’angelo Gabriele, il concepimento nella vecchiaia da parte di Elisabetta costituiva il contrassegno che «nulla è impossibile a Dio» ( Lc 1,37), riferito in modo particolare al mistero dell’incarnazione di Dio che si compiva per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria. Quello tra Maria ed Elisabetta è pertanto un incontro carico di gioia e di speranza per tutta l’umanità, soprattutto quella ferita e sofferente. Il loro abbraccio
oggi, grazie a questa liturgia che unisce il Cielo alla terra, si estende al nostro caro Franco Anelli e a tutti noi per ricordarci che Dio si è fatto uomo ed è venuto a condividere i drammi dell’umanità e a spalancare per tutti la via della salvezza. Il Signore Gesù non solo è venuto in
mezzo a noi per darci la vita vera e in abbondanza, ma per renderci partecipi della vita eterna. Per questo, il Libro dell’Apocalisse ci ricorda che Lui è la « tenda di Dio con gli uomini! […] E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate » ( Ap 21,3-4).
È con questa certezza di fede, sostenuta dalla Parola ascoltata, che affrontiamo il momento doloroso del distacco ma soprattutto guardiamo al tanto bene che il Rettore Anelli ha fatto. Come ci ha ricordato il Card. José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, sia nella celebrazione di suffragio lunedì a Roma sia nella visita fatta ieri nella camera ardente a Milano, non dobbiamo domandarci perché se n’è andato quanto piuttosto che cosa è venuto a fare e che cosa ci lascia. In questa prospettiva, non credo sia fuori luogo cogliere la singolare assonanza tra il canto del Magnificat, che esprime la lode di
Maria a Dio per le meraviglie da lui compiute in lei e nella storia dell’umanità, e il saluto che ora facciamo al Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Non penso di esagerare, infatti, e ritengo di avere il vostro più ampio assenso, se dico che il Prof. Anelli è
stato un Rettore che l’appellativo “Magnifico” lo ha meritato davvero e lo ha interpretato nel migliore e più alto dei modi. Un titolo non solo onorifico dovuto al ruolo e alla tradizione accademica, ma una qualifica che il Prof. Anelli ha davvero onorato e tradotto in una gestione
dell’Ateneo dei cattolici italiani intelligente, dinamica, competente e lungimirante.
Anche se lui stesso si sarebbe schernito con la sua pungente autoironia, non possiamo non rendergli l’omaggio che merita per tutto ciò che ha fatto con grande generosità e saggezza a servizio di un Ateneo di cui si considerava figlio grato e di fronte al quale aveva assunto, in
momenti non facili, la piena e gravosa responsabilità. Davvero grandi sono i suoi meriti: dalle vicende del Policlinico A. Gemelli, risanato e rilanciato ai vertici della sanità e della ricerca a livello nazionale e internazionale, ai momenti difficili della pandemia affrontati con grande determinazione ed efficacia; dal rinnovamento e rilancio di tutte le sedi, con progetti innovativi e ambiziosi, alla crescente internazionalizzazione; dalla sua personale statura scientifica in ambito giuridico alle molteplici iniziative culturali che hanno dato sempre più prestigio al nostro Ateneo, dalle significative celebrazioni per il centenario al sapiente contributo dato alla missione educativa dell’Ateneo, come rilevato in questi giorni nelle espressioni di cordoglio del Santo Padre Francesco e di tante personalità del mondo ecclesiale, della realtà accademica e della società civile che ringraziamo ancora una volta per la vicinanza, l’affetto e la preghiera.
Vogliamo ringraziare Dio leggendo in filigrana tra le righe del Magnificat anche le tante magnifiche opere compiute dal Rettore Anelli.
In questa luce desideriamo ricordare la sua illuminata attività, non separabile dal suo tratto umano, fatto di simpatia, rispetto e brillante interazione con tutti. Ci sarà modo di esprimere a tempo debito e nelle modalità più appropriate tutta la nostra stima e riconoscenza per il suo straordinario contributo dato all’Ateneo e, in diversi ambiti, alla vita del
Paese. La scomparsa improvvisa ci rattrista profondamente ma non scalfisce la sua statura e la sua opera. Anzi rende il suo lascito ancora più prezioso e più impegnativo per tutti noi.
Ogni passaggio decisivo dell’esistenza che, come cristiani, siamo chiamati a vivere nell’orizzonte pasquale, ci consegna un di più di impegno e di responsabilità secondo quelle coordinate che abbiamo ascoltato nella prima lettura e che ora diventano per il nostro Ateneo
orientamento per il cammino futuro: « amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene; siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera » ( Rm 12,10-12). Su queste basi, che richiamano l’opera dei fondatori, e che
abbiamo riconosciute ben presenti anche nel Rettore Anelli, l’Ateneo proseguirà come e più di prima la sua missione educativa e culturale. Il commiato che abbiamo vissuto nei due luoghi più significativi dell’Ateneo, la Cappella del Sacro Cuore e l’Aula Magna, ci ricordano ancora una volta che camminiamo in compagnia di giganti della fede e testimoni di santità – Toniolo, Ferrini, Barelli, Salvadori, Necchi, Lazzati – e con insigni figure di scienza e cultura, da P. Agostino Gemelli a tutti i rettori, professori e studenti, che hanno fatto grande l’Ateneo fino ai
nostri giorni. Anche alla loro vicinanza e amicizia affidiamo l’amato rettore perché possa continuare il suo percorso nella pienezza della vita in Dio.
Il Sacro Cuore, che tanto ha fatto nella vita e nella storia di questo Ateneo per realizzare cose che sembravano impossibili, possa ora accogliere e ricolmare di pace l’anima del nostro fratello Franco e possa dare a tutti noi – come scriveva Pio XI a P. Agostino Gemelli agli albori di questo Ateneo – il coraggio di impegnarci « con tutte le forze ad un assiduo lavoro, disposti anche a sempre nuovi sacrifici per rendere l’Università capace di svolgere il suo nobilissimo programma e la sua importante e delicata missione » al fine di mantenere « alto ed onorato il
suo vessillo, nel quale campeggia il motto: “In scientia religio et in religione scientia” » (Pio XI, “Con vivo compiacimento ”, Lettera a P. Agostino Gemelli, 22 aprile 1922). Per tutto questo, ancora una volta, ispirati dalla beata Armida Barelli, diciamo con fede: « Sacro Cuore mi
fido di Te ». Amen.




Nicola Parenti: “Confindustria Piacenza è la casa dove gli imprenditori possono crescere”

Dopo i saluti istituzionali e la relazione del presidente Rolleri, la settantanovesima assemblea di Confindustria Piacenza  è proseguita con una tavola rotonda sul tema di come fare impresa nel futuro ed immaginare le nuove possibili linee di sviluppo.

È poi arrivato il momento del passaggio di consegne ufficiale e sul palco di San Damiano è salito Nicola Parenti che guiderà l’associazione di via IV Novembre nel prossimo quadriennio.

Questo il suo intervento.

“Vorrei aprire questo mio intervento rivolgendo un sentito ringraziamento mio e dei nostri associati al presidente Francesco Rolleri e al suo consiglio di presidenza per l’incredibile lavoro svolto.Sin dalla sua elezione, Francesco ha dedicato tantissimo tempo alla nostra Associazione. Soprattutto nei periodi in cui le difficoltà si moltiplicavano di mese in mese.

Non si è mai limitato all’ordinaria amministrazione, subendo gli ostacoli, ma ci ha costantemente proiettati nel domani con il suo ormai proverbiale ottimismo, dettato anche dalla fiducia nei mezzi dell’associazione.

Mi voglio riallacciare ad un sentimento che ha citato nella sua relazione iniziale, l’orgoglio.

L’orgoglio che abbiamo noi imprenditori nel far parte di questa Associazione, che rappresenta una realtà così importante per le nostre imprese e per tutto il nostro territorio.

Ora è nostra responsabilità moltiplicare questa forza e proiettarla nei prossimi anni.

Dovremo affrontare tante altre sfide e cambiamenti e lo dovremo fare con forza e determinazione, ma con la serenità di chi conosce la propria forza e sa che si sta impegnando al massimo.

Questo è lo spirito che dobbiamo adottare, che credo sia anche lo stesso di ogni imprenditore quando si trova a dover gestire la propria impresa.

Confindustria Piacenza è la casa dove gli imprenditori possono crescere. Vogliamo sempre essere al loro fianco. Guardare oltre l’orizzonte e vedere cosa c’è dietro, per anticipare i cambiamenti ed essere pronti ad affrontarli.

Si diventa punti di riferimento solo se si è in grado di fornire certezze quando gli altri avanzano dubbi.

Un compito complesso, che possiamo onorare solo lavorando tutti insieme. Associati e territorio si aspettano che Confindustria si riveli eccellenza ogni qualvolta è chiamata in causa.

La perfezione non esiste e si può sbagliare, ma quella deve essere l’asticella a cui aspiriamo. Niente di meno.

Abbiamo già in mente i primi passi in quella direzione. Potenzieremo uno dei servizi più sfidanti e innovativi degli ultimi anni: Spazio Crescita, un’intuizione del Presidente Francesco Rolleri, con il quale l’Associazione si affianca gratuitamente agli imprenditori in progetti di sviluppo strategico delle imprese.

Nei prossimi mesi lo estenderemo con una attività dedicata alla subfornitura meccanica, che per Piacenza è un patrimonio di competenza ed esperienza che non deve assolutamente perdersi.

La nostra industria meccanica, infatti, è forte e competitiva grazie a due elementi essenziali: le maestranze e la rete di fornitori che si possono trovare nel raggio di 100 km. Parliamo di numerose piccole e microimprese terziste che in molti casi sono prossime ad un cambio generazionale.

Abbiamo il dovere di affiancarle e aiutarle ad affrontare le sfide future, garantendone la competitività e la continuità.

Lavoreremo intensamente sulla internazionalizzazione delle imprese, sia come fattore di sviluppo delle aziende piacentine che come attrazione di quelle estere, che possono portare investimenti, innovazione e valore aggiunto sul territorio.

Non mancheremo sui due temi fondamentali in questo momento per la competitività delle imprese: innovazione e sostenibilità.

All’economia affianchiamo l’attenzione al sociale. Siamo consapevoli della responsabilità che le nostre imprese hanno nei confronti della comunità in cui sono inserite. Per la prima volta abbiamo deciso di affidare ad un vicepresidente una delega specifica dedicata alla responsabilità sociale di impresa.

Ci concentreremo anche sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, così come fatto in passato da Emilio Bolzoni con il progetto “le 8 ore più sicure della giornata” o ultimamente con il Presidente Rolleri con la formazione delle scuole superiori o lo spettacolo teatrale di sensibilizzazione alla sicurezza per i ragazzi delle scuole superiori della provincia.

Confindustria Piacenza continuerà ad avere un ruolo centrale nella vita pubblica del territorio. Potremmo definire il nostro ruolo con il termine “Protagonisti collaborativi”.

Protagonisti, perché le imprese di Confindustria occupano circa l’80% dei lavoratori della manifattura della provincia. Sono numeri notevoli, e in quanto tali vogliamo rappresentarli con decisione e coerenza. Continua ad essere fondamentale una profonda azione di comunicazione verso il pubblico che possa trasmettere il valore delle imprese.

Solo così potremo diradare gli slogan lontani dalla realtà quotidiana delle aziende. La decrescita felice non è sostenibile: È solo rassegnazione alla decrescita.

Piacenza è un territorio altamente industrializzato. Non è così in tutta Italia. Non è così in tutto il Nord.

È un valore inestimabile che non possiamo concederci di dare per scontato. Protagonisti collaborativi, perché da soli non si va da nessuna parte. Lo sapevamo e le crisi degli ultimi anni ce lo hanno ricordato e confermato.

Lo abbiamo capito: insieme siamo più forti, e di questo ne siamo convinti oggi più che mai. Condivisione e coinvolgimento dovranno quindi essere le parole d’ordine essenziali per affrontare i prossimi anni.

Ci aspettano anni costellati di sfide. Vorrei quindi sin da ora ringraziare i vicepresidenti che hanno deciso di affrontarle con me, e nei quali pongo la massima fiducia.

VALTER ALBERICI – Innovazione ed Education

ERIKA COLLA – Internazionalizzazione e attrazione investimenti esteri

LORENZO MARCHI – Networking e Sinergie per lo sviluppo

MARIA ANGELA SPEZIA – Responsabilità Sociale dell’impresa e parità di genere

ALESSANDRO SQUERI – Finanza e mentoring neo imprenditoria

In chiusura vorrei fare un passaggio su un livello più generale soprattutto cogliendo l’occasione della presenza del neoeletto presidente di Confindustria Emanuele Orsini che a livello nazionale, europeo ed internazionale avrà l’impegno di rappresentare il nostro sistema industriale. Grazie Emanuele per aver accettato il nostro invito in questi giorni per te molto impegnativi. Ti troverai a lavorare in un contesto che possiamo definire quantomeno confuso. Dal nostro territorio auspichiamo che si possa avviare un’interlocuzione con i decisori politici nella quale rappresentare con più forza possibile la necessità che il nostro Paese e l’Unione Europea tornino a fare politica industriale.

Da troppi anni non vediamo più un chiaro disegno di politica economica e infrastrutturale per il Paese. In un mondo che mette in discussione quotidianamente i principi della globalizzazione e del libero scambio, abbiamo bisogno di certezze attorno alle quali costruire il futuro. L’attendismo presto diventa immobilismo. Si resta indietro e non si ha più il tempo per recuperare.

Nessuno risolverà i nostri problemi: deve essere l’Italia ad occuparsi di sé stessa e l’Europa a definire il suo percorso. Siamo la seconda potenza industriale europea, un paese trasformatore che brilla grazie alle proprie eccellenze e alla sua unica capacità di fare.

Se tra dieci anni vorremo poterlo definire ancora così dovremo agire oggi. Idee chiare, convinzione e una visione che sappia volare ben oltre la ricerca di consensi di corto respiro.

Ne è un esempio la politica energetica. Ci siamo posti obiettivi molto ambiziosi, con una transizione energetica a tappe forzate entro il 2050. Ma agli obiettivi non sta seguendo azioni adeguate. Si fatica a realizzare impianti idroelettrici di modeste dimensioni e le pale eoliche continuano ad essere un tabù.

Per quanto riguarda il fotovoltaico: approviamo normative sulle solar belt e poi, di colpo, si scrive un decreto legge in un week end che ne limita quasi completamente i campi di applicazione.

Una nuova riflessione dovrà essere avviata anche sul tema nucleare, sistema alla base del mix energetico con il quale numerosi paesi industrializzati stanno realizzando la loro transizione green. Anche in questo caso ricordo che le nostre imprese sono leader mondiali nella ricerca avanzata.

Vogliamo azzerare le emissioni, ma allo stesso tempo stiamo quasi azzerando le nostre possibilità di raggiungere questo obiettivo.

È ora di chiarirsi le idee. Ma se parliamo di scelte e strategie per il futuro, non possiamo non guardare con massima attenzione il grafico che vi stiamo proiettando.

È il calo delle nascite nel nostro Paese. Il calo demografico dovrebbe essere il tema prioritario su ogni tavolo, perché rappresenta il fattore fondamentale per la tenuta del nostro sistema.

Questo esula dalla politica territoriale ma è responsabilità dei singoli territori industrializzati e produttivi portare all’attenzione di chi ci rappresenta l’urgenza di questi temi. Vorrei infine ringraziare il moderatore dell’evento di oggi, Andrea Bignami, che ha condotto egregiamente anche quest’anno la nostra assemblea.

Mi perdonerà ma in una giornata così emozionante per me, non resisto alla tentazione di rubargli il lavoro e prendermi il grande piacere e onore di chiamare qui sul palco a concludere la giornata il nostro presidente nazionale: Emanuele Orsini”.




Rolleri: “Saranno tempi complessi. Abbiamo imparato come si superano: con coraggio e a testa alta”

Si sta svolgendo presso il distaccamento aeroportuale di San Damiano l’Assemblea annuale di Confindustria Piacenza che per la prima volta si svolge fuori dalle mura cittadine. Un momento importante per l’associazione degli industriali che vede anche il passaggio del testimone fra il presidente uscente Francesco Rolleri ed il subemtrante Nicola Parenti.

Rolleri, nella sua relazione, ha ripercorso questi anni di presidenza segnati da tanti momenti difficili dalla pandemia ai conflitti alla crisi energetica e che pure hanno visto crescere il numero di dipendenti delle aziende associate da 17.881 a 24.101 rappresentando l’80% dei dipendenti dell’industria Piacentina.

Queste le parole pronunciate da Rolleri davanti alla numerosissimi platea ospitata in uno degli hangar dell’ex base.

“Grazie per aver aderito così numerosi alla nostra 79° Assemblea. Un particolare ringraziamento al Presidente Emanuele Orsini che abbiamo l’onore di avere con noi in una delle sue prime uscite pubbliche da Presidente di Confindustria.

Prima di iniziare la mia relazione voglio portare un messaggio di grande vicinanza alla comunità dell’Università Cattolica e ai famigliari e amici del Magnifico Rettore Franco Anelli.

Propongo quindi un momento di raccoglimento…..

Oggi è un’assemblea davvero speciale per noi. La prima che Confindustria Piacenza organizza fuori città. Come negli anni precedenti abbiamo scelto un luogo speciale. Tanti di voi probabilmente l’avranno già visitato, per tanti altri potrebbe essere la prima volta.

La base di San Damiano rappresenta per noi un esempio che potrà generare sviluppo per la nostra provincia.

Diverse realtà importanti hanno fatto di questo luogo un posto ideale in cui cercare nuove soluzioni ingegneristiche applicate a diversi settori industriali.

La base, inoltre, si è recentemente aperta alla cittadinanza presentando i propri progetti per il futuro.

Parliamo di futuro in maniera concreta, applicata alla nostra realtà industriale. Perché l’innovazione ci fa sognare, ma dobbiamo comprendere come applicarla in maniera effettiva affinché possa prendere piede nei nostri stabilimenti. Ne discuteremo con esperti di diversi campi, dall’industria alla sociologia, passando per l’università.

Ma di futuro parleremo più tardi. Questa è infatti la mia ultima relazione da presidente di Confindustria Piacenza. È perciò con grandissima emozione che vi parlo oggi.Tanta emozione ma anche tanto orgoglio.

Mi volto e vedo quello che siamo riusciti a fare tutti insieme. Ne abbiamo passate veramente tante. Decisamente più di quelle che mi sarei immaginato alla fine del 2019. Ma sono state anche le tante sfide e difficoltà a rendere per me indimenticabile questo percorso. La lista è lunga:

Comincia con la peggior pandemia globale dai tempi della Spagnola, passa per una crisi energetica e delle materie prime. Segue con l’inflazione a doppia cifra el ’aumento dei tassi.

Finisce con un conflitto bellico all’interno dell’Europa e la sempre crescente tensione geopolitica internazionale.

Il mondo non si è fatto mancare niente. Potevamo fare di questi avvenimenti una scusa. Un alibi per ciò che avremmo voluto fare ma non abbiamo potuto fare. Sarebbe stato più semplice. Ma le imprese non crescono nel tempo con le scorciatoie. Piacenza ha reagito con forza. Gli imprenditori piacentini hanno affrontato la tempesta, uscendone più forti di prima.

Con nuove soluzioni. Nuove idee. Esperienze, lezioni. Una nuova consapevolezza del saper fare impresa. Oggi è più facile dirlo. Noi tutti sappiamo che non è stato facile farlo.

Ho vissuto queste sfide due volte, ma in modo diverso. Con la mia azienda e come presidente di Confindustria, che è la casa delle aziende. Ricordo il suono continuo dei telefoni in associazione nella primavera 2020. Dall’altro capo del filo c’erano i nostri associati alla ricerca di risposte, per domande che mai ci saremmo aspettati.

Furono momenti drammatici. Ripensando a quel periodo, permettetemi di ricordare il nostro direttore Cesare Betti. Una figura che non ci dimenticheremo mai, che ci ha lasciati in quei giorni drammatici.

Con lui è iniziato il mio percorso alla presidenza di Confindustria. Dalla pandemia in poi ci siamo riscoperti rete di aziende, eccellenze nei rispettivi campi ma con tanti aspetti in comune. Il clima all’interno dell’associazione ne ha giovato. Ci siamo uniti, e siamo riusciti a conservare questo spirito anche una volta finita l’emergenza.

Questo si è percepito all’interno dell’associazione, ma anche all’esterno. Confindustria Piacenza nel 2019 rappresentava imprese che complessivamente impiegavano circa 17mila dipendenti. Oggi ne rappresentiamo più di 24mila.

24mila dipendenti a Piacenza sono circa l’80% degli impiegati nella manifattura. Questo ci aiuta a comprendere la nostra centralità e peso specifico.

Non è solo l’Associazione ad essersi allargata. Il volume d’affari complessivo del nostro gruppo, contando anche Assoservizi e Forpin, è cresciuto di più del 30% in questi quattro anni, superando gli 8 milioni di euro, più degli obiettivi – già sfidanti – che ci eravamo posti all’inizio del mandato.

Sulla vostra sedia trovate il nostro “bilancio di fine mandato”, che fotografa ciò che abbiamo fatto in questi anni. Ma non sono tanto i numeri a mostrarci quanta strada ha fatto l’associazione.

È quello che i numeri non mostrano, ad essere per me fondamentale. Confindustria Piacenza è l’hub vaccinale realizzato con le altre associazioni nei tempi più bui del Covid. È il supporto alla comunità Piacentina. È il sostegno costante alla cultura, alla scuola e al sociale.

È il luogo che aiuta a mettere ordine al caos durante una crisi energetica. È il dialogo con i giovani.

È il racconto ai non addetti della bellezza del fare impresa e dell’importanza di vivere in un territorio di imprese. Ci abbiamo lavorato quotidianamente durante eventi e uscite pubbliche.

Ma, permettetemi di ribadirlo, la forza di questa associazione sta nel grande lavoro dietro le quinte.

Tutto ciò che viene fatto da imprese e funzionari lontano dai riflettori, affinché possano esservi occasioni speciali in cui raccogliere i frutti. Anche in questo sta il valore e l’eleganza della nostra, vostra, associazione: avere l’accortezza di collocare in secondo piano ego, fretta e appariscenza, affinché ad illuminarci possa essere l’interesse collettivo, delle imprese e della nostra società.

Sono stato il presidente di Confindustria Piacenza, la casa di centinaia di imprenditori. Con la I maiuscola. Molti di loro sono qui oggi in platea. Ho ritrovato vecchi amici ma soprattutto conosciuto tante altre persone uniche.

È stato un onore (e mai un onere) potervi rappresentare.

Grazie infinite per la fiducia che avete riposto in me. Spero che sia stata ripagata con il nostro lavoro.

Grazie ai vicepresidenti e ai componenti del Consiglio di Presidenza che mi hanno sempre fornito un confronto franco e prezioso. Grazie a tutti i dipendenti del nostro Sistema: professionisti unici con competenze importanti e con una grande dedizione al lavoro e alla causa comune.

Grazie anche alla comunità piacentina tutta, che oltre a dimostrare una grande forza nelle difficoltà ci è sempre stata accanto.

È stata una esperienza fantastica. Il bagaglio che porto con me è unico e inestimabile. Ne farò tesoro per sempre a livello imprenditoriale ma soprattutto personale.

Lascio l’associazione in ottime mani e con il cuore sereno. Lo dico perché so che chi mi succede saprà guidare con sapienza, cura e lungimiranza questa splendida realtà da oggi in poi.

Saranno tempi complessi, ma in fondo ormai ci siamo abituati. Abbiamo imparato come si superano: con coraggio e a testa alta.

Grazie di cuore a tutti, e buona assemblea!”




Venerdì a Piacenza i funerali del rettore della Cattolica Franco Anelli

Nella giornata di domani, giovedì 30 maggio 2024, verrà allestita nella Cappella del Sacro Cuore dell’Università Cattolica (largo A. Gemelli 1, Milano) la camera ardente del Magnifico Rettore, professor Franco Anelli: la Cappella resterà aperta dalle ore 10.00 alle ore 19.00 per consentire la visita di quanti vorranno sostare in preghiera presso il feretro.

Le esequie si svolgeranno nella giornata di venerdì 31 maggio: per questa data è proclamato il lutto di Ateneo, con la conseguente sospensione di tutte le attività didattiche, accademiche e istituzionali.

Sono previsti due momenti di commiato.

Alle ore 10.00, presso l’Aula Magna della Sede di Milano, si terrà un incontro di preghiera e di congedo riservato alla comunità universitaria. Dopo l’orazione di suffragio guidata da S.E. mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano e Presidente dell’Istituto Toniolo, prenderanno la parola il Pro-Rettore Vicario, il Direttore Generale e una rappresentanza degli studenti.

I funerali si svolgeranno alle ore 15.00 presso la Cattedrale di Piacenza (piazza Duomo). Il rito sarà presieduto da S.E. mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.




Acer. Bilancio con un utile di oltre 185 mila euro

E’ stato approvato questa mattina il bilancio consuntivo di Acer Piacenza con dati positivi oltre le aspettative. Una gestione, quella dell’ente guidato da Marco Bergonzi, che potremmo definire corale se è vero che su 116 delibere, ne sono state approvate all’unanimità 116.

Sono aumentate le eccedenze canoni passate dai 472.702€ del 2022 a 680.146 (+43,9%). Il numero di alloggi ripristinati e messi a disposizione per nuove assegnazioni è passato da 148 nel 2022 a 256 (+73%). Infine l’utile è cresciuto da 139.329€ del 2022 a 185.321 € di quest’anno (+31,7%)

L’ente in quest’anno ha puntato anche sulla comunicazione con un nuovo logo e un nuovo sito internet da cui è possibile prendere appuntamento, scaricare e compilare tutta la modulistica necessaria. Ma il nuovo sito è utile anche a far conoscere aspetti poco noti, quale ad esempio la possibilità per chiunque, indipendentemente da requisiti e graduatorie, di affittare un box o un posto auto a Piacenza ed in altri comuni della Provincia: da quando l’elenco aggiornato delle opportunità disponibili (sono centinaia) è pubblicato sul sito, il numero di box affittati è aumentato del 47% rispetto all’anno precedente. In generale i contratti stipulati sono aumentati di oltre il 10% (da 303 a 337).

La massima attenzione al tema della morosità ha consentito, contrariamente alle previsioni, di mantenerla a livelli inferiori rispetto al 2022 (circa 30.000 in meno) ed è oggi al livello più basso degli ultimi 10 anni; in quest’ambito sono aumentate le diffide per recupero crediti (+4%, da 612 a 638) e sono stati recuperati € 37.675 da procedure esecutive presso terzi. E’ stato comunque incrementato di ulteriori 100.000€ l’accantonamento per il fondo morosità.

Svariate le iniziative per migliorare la qualità dell’abitare e il rispetto delle regole di civile convivenza: sono stati realizzati 300 tabelloni con i punti principali del regolamento “di condominio” in italiano, inglese ed arabo, affissi in tutti gli edifici gestiti da Acer; è stato realizzato il progetto “Raffa l’affabile giraffa” un simpatico personaggio, simbolo di buona educazione e di comportamento corretto che si rivolge ai piccoli inquilini che diventano poi testimonial di buone pratiche all’interno delle proprie famiglie. E’ stata ripristinata ed ha avuto grande partecipazione la “Festa dei Vicini” che si è tenuta nel quartiere Farnesiana (e che quest’anno sarà invece itinerante nei vari quartieri), dove sono state premiate cinque famiglie virtuose.

E’ stato affrontato l’annoso problema delle auto abbandonate. Dopo l’invio delle diffide previste dalla normativa e la scadenza dei termini assegnati agli intestatari dei veicoli, sono state effettuate 26 rimozioni forzate ed in altri 6 casi hanno provveduto direttamente i proprietari.




“Cosa ci faceva una dipendente condannata in secondo grado al consiglio comunale dei ragazzi?”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma dei gruppi consigliari di FdI, Lista Civica Barbieri-Liberi e Lega riguardante il caso di una dipendente del Comune di Piacenza condannata in Cassazione lo scorso marzo 2024.

«Al netto della legittimità dell’assunzione di una persona condannata in secondo grado, su cui ci riserviamo di approfondire, ci preme rilevare la totale inopportunità di far partecipare la dipendente al consiglio comunale dei ragazzi in cui, tra l’altro, si parlava di diritti e doveri dei cittadini. 

La suddetta partecipazione è avvenuta il 7 maggio, a distanza di oltre un mese dalla condanna in Cassazione ad una pena di 6 anni.

Ancora una volta assistiamo amaramente alla superficialità con cui cui vengono assunte scelte ed effettuati controlli e ci domandiamo come mai, con una condanna in Cassazione risalente a fine marzo, la dipendente risultasse ancora alle dipendenze del Comune di Piacenza nel mese di maggio, con l’evitende falcoltà di trattare di tematiche afferenti la legalità con i ragazzi delle Scuole».

(Foto di repertorio di un consiglio comunale dei ragazzi)




Messa e processione del Corpus Domini a Piacenza la sera del 30 maggio

Giovedì 30 maggio alle ore 20.30 viene celebrata nella chiesa del Corpus Domini, in via Farnesiana a Piacenza, la messa in occasione della solennità del Corpo e Sangue di Cristo; presiede la celebrazione il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

Alla celebrazione sono invitati anche i bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione; verrà conferito il mandato a 32 nuovi ministri straordinari della comunione appartenenti a diverse parrocchie della diocesi.

Al termine, prenderà il via la processione che condurrà i partecipanti dalla chiesa del Corpus Domini a quella di Santa Franca in piazza Paolo VI. Si procederà percorrendo le vie: Quaglia, Molinari, Chiozza, Falconi, Marinai d’Italia e Vittime di Strà per giungere in piazza Paolo VI.




Droga: due denunce e cinque segnalazioni

Negli ultimi quattro giorni i carabinieri piacentini hanno concentrato la loro attenzione sulle zone dello spaccio. Due giovani sono stati denunciati per detenzione ai fini di spaccio di droga, altri cinque sono stati segnalati quali assuntori di droga, due patenti guida sono state ritirate e sono stati complessivamente sequestrati 120 grammi di hashish, 2 grammi di cocaina, 2 grammi di marijuana, bilancini e materiale idoneo al confezionamento di dosi di droga.

I carabinieri di Borgonovo Val Tidone durante un posto di controllo nei pressi di Castel San Giovanni dopo aver hanno fermato e controllato un giovane di 23 anni a bordo della sua autovettura, su cui erano presenti altri tre coetanei quali passeggeri. Durante la perquisizione hanno trovato nella tasca dei pantaloni del ragazzo circa 6 grammi di hashish. Ulteriori 97 grammi di droga, bilancino di precisone e materiale da confezionamento sono stati trovati nell’abitazione dello stesso e per questo è stato denunciato per detenzione ai fini di spaccio di droga.

A Fiorenzuola d’Arda, invece, i militari del Radiomobile, dopo le verifiche del caso, hanno denunciato per detenzione ai fini di spaccio un 21enne del luogo perché aveva venduto ad un 29enne straniero stupefacente.

Tre giovani tra i 21 e i 25 anni, a Rivergaro, Piacenza e San Nicolò a Trebbia, mentre erano a piedi sono stati controllati dagli uomini dell’Arma e sono stati trovati in possesso di alcuni grammi di hashish e marijuana per uso personale. Infine, due automobilisti di 25 anni, controllati a Piacenza e lungo la SP 40 in Podenzano, sono stati trovati in possesso di cocaina e hashish per uso personale e segnalati quali assuntori. La loro patente è stata ritirata.




Uso irregolare di pozzi e prelievi abusivi: sanzioni per 3.500 euro

I carabinieri del Comando Tutela Forestale, nell’ultimo mese, hanno avviato una campagna per la prevenzione e repressione degli illeciti amministrativi e penali in ordine alle violazioni in materia di prelievi abusivi da corsi d’acqua e ambienti lacuali, prelievi abusivi da pozzi, deviazioni d’alveo per captazione abusiva, escavazioni di alvei di fiumi e torrenti. Le verifiche sono avvenute lungo le principali aste fluviali del reticolo idrografico provinciale nell’ambito della campagna nazionale “Fiume Sicuro”,

Sono stati effettuati più di 20 controlli, accertati 16 illeciti amministrativi con un importo totale di sanzioni amministrative pari a oltre 3.500 euro. (3.618 €)

I risultati dei controlli effettuati dai Nuclei Carabinieri Forestale di Piacenza evidenziano comportamenti illeciti in particolare nelle zone di Monticelli d’Ongina, Castelvetro Piacentino, Rottofreno, Calendasco e Piacenza. I militari hanno verificato illeciti prelievi e captazioni dai corsi d’acqua superficiali e dalle derivazioni acque sotterranee mediante pozzi artesiani. Hanno rilevato alcuni mancati rispetti delle prescrizioni tecnico ambientali imposte dalle concessioni d’uso e una non conformità nei volumi concessi e prelevati in eccesso, anche in periodo di divieto. Per questo a 14 titolari di aziende agricole, di età compresa tra i 50 e gli 80 anni, sono state comminate sanzioni amministrative.




Tappa piacentina, in vista del Tour de France, per i blogger di “The Crowded Planet”

Tappa di tre giorni a Piacenza, in vista del Tour de France, per i content creator Margherita Ragg e Nick Burns, fondatori del blog “The Crowded Planet”. In collaborazione con Apt Emilia Romagna, racconteranno il nostro territorio sui social network e sulla loro seguitissima pagina web dedicata ai viaggi, muovendosi in bicicletta alla scoperta delle bellezze paesaggistiche tra le colline di val Trebbia e val Nure e il corso del Po verso San Nazzaro, ma partendo con una visita guidata al patrimonio artistico e culturale del centro storico già questo pomeriggio. Filo conduttore dell’esperienza tra città (base di permanenza) e la provincia, anche le specialità enogastronomiche locali, con pranzi e cene all’insegna della tipicità.

In mattinata, l’accoglienza in Municipio – dove si sono presentati indossando “le maillot jaune” dedicato al Grand Départ del 1° luglio – da parte della sindaca Katia Tarasconi, dell’assessore al Marketing Territoriale Simone Fornasari e dell’assessore allo Sport Mario Dadati. Un benvenuto istituzionale che è stato occasione per illustrare le iniziative che scandiscono l’attesa verso la tappa piacentina del Tour, ma anche per condividere le considerazioni sul valore del cicloturismo e delle manifestazioni sportive come veicolo di promozione e attrattività del territorio.

Non è mancata una foto ricordo tra le opere a tema realizzate dagli studenti del liceo artistico Cassinari e il Trofeo Grand Départ, esposto in Municipio sino alla scorsa settimana e in procinto di essere riconsegnato agli organizzatori della Grande Boucle.




Due casi di pertosse in provincia di Piacenza

In provincia di Piacenza sono stati accertati due casi di pertosse, una malattia infettiva delle vie respiratorie causata dal batterio Bordetella pertussis. Si tratta di una neonata di pochi mesi e di una 11enne.  La prima, residente in provincia, è attualmente ricoverata nel reparto di Pediatria e neonatologia dell’ospedale di Piacenza. Le sue condizioni sono buone. La pertosse si diffonde attraverso le goccioline di saliva emesse da una persona infetta durante la tosse o lo starnuto. I professionisti dell’Igiene e Sanità pubblica hanno ricostruito i contatti diretti della piccola, che sono limitati solo alla cerchia dei familiari, che sono stati contattati direttamente per la profilassi e l’eventuale vaccinazione, qualora necessaria.

L’11enne, residente in città, è a casa, in buone condizioni. Anche in questo caso, l’indagine epidemiologica ha permesso di ricostruire i contatti diretti della giovanissima. Il “contatto diretto” può avvenire quando le persone sono a meno di un metro di distanza. Questo perché le goccioline di saliva emesse da una persona infetta durante la tosse o lo starnuto possono viaggiare nell’aria all’incirca per questa distanza.

Oltre ai familiari, i professionisti dell’Igiene e Sanità pubblica stanno convocando insegnanti e alunni della classe frequentata dalla 11enne e i frequentati un corso di teatro cui la giovanissima stava partecipando.

I contatti diretti saranno invitati a sottoporsi a una profilassi preventiva (antibiotico) o alla vaccinazione, qualora necessario.

Nel frattempo, i sanitari hanno allertato con un’apposita comunicazione anche i medici e i pediatri di famiglia.

I due casi della Provincia di Piacenza s’inseriscono in un quadro generale di aumento dei casi di pertosse, che sta colpendo principalmente neonati e lattanti non vaccinati e che già nei giorni scorsi aveva fatto registrare diversi contagi nei territori limitrofi.

Si ricorda che la vaccinazione è l’arma più efficace per prevenire la pertosse. È raccomandata per neonati, bambini, adolescenti e adulti, comprese le donne in gravidanza.




Si è svolta domenica a Piacenza la “Festa de Flores de Mayo”

Un momento di festa e di incontro per la comunità cattolica filippina piacentina, che domenica 26 maggio ha voluto celebrare la “Festa de Flores de Mayo”, con una giornata intera trascorsa nella preghiera e nella fraternità. A rappresentare il Comune di Piacenza era presente il vice sindaco Marco Perini. Dopo la messa officiata nella chiesa di San Carlo, parrocchia dei migranti della Diocesi di Piacenza-Bobbio, durante la quale è stato reso omaggio alla Vergine Maria nonché messa in risalto l’importanza dell’esistenza e della vitalità della comunità filippina, la giornata di festa è proseguita nel chiostro della Casa Madre dei Missionari Scalabriniani, sempre in via Torta, con la condivisione di canti, danze, sorrisi e assaggi della cucina tradizionale del Paese del Sudest asiatico e la partecipazione delle “regine” vestite con preziosi abiti dai colori sgargianti, e circondate di fiori, per ricordare la Regina Elena di Costantinopoli, madre dell’imperatore Costantino I, alla quale è attribuito il rinvenimento delle reliquie della Croce di Gesù.

“La “Festa de Flores de Mayo” – sottolinea l’assessore Marco Perini – è un momento speciale per la nostra comunità e un’opportunità per condividere e apprezzare la diversità culturale che arricchisce la nostra città. Questa celebrazione, così ricca di tradizione e spiritualità, ci ricorda l’importanza della fede, della famiglia e della solidarietà, valori che sono fondamentali non solo per la comunità filippina, ma per tutti noi. Piacenza è una città che ha sempre accolto e abbracciato diverse culture, identità e appartenenze. La ricchezza di tradizioni, la dedizione alla famiglia e al lavoro e lo spirito comunitario di cui è testimonianza, rendono la nostra società più solidale e sono un esempio per tutti. Concludo ringraziando padre Mario Toffari, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Piacenza – Bobbio, la comunità cattolica filippina e tutti coloro che hanno reso possibile questa splendida celebrazione”.