“Le 15 piante di piazza Cittadella hanno raccolto più consensi di qualunque sindaco eletto negli ultimi 25 anni”
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Giampietro Comolli (Comitato Via Francigena Piacenza, Distretto Turistico UnPOxExPO, Osservatorio Economico Produttivo CevesUni) sulla vicenda delle 15 piante di piazza Cittadella momentaneamente salvate dal giudice Antonio Fazio. “Credo che le recenti iniziative cittadine e popolari – scrive Comolli -, la aggregazione e condivisione di tante oltre 30 associazioni piacentine (per la prima volta forse e senza lo stimolo del soldo pubblico come per Expo2015), la presa di posizione di diversi professionisti molti del settore architettonico e storico con il relativo successo di firme e adesioni …. mettano sul tavolo politico locale e di chi governa attualmente i principali Enti e Confederazioni datoriali una seria e misurata riflessione senza antagonismi, pregiudizi, presunzioni di onniscienza. L’opinione condivisa – sembra – di 20.000 piacentini che hanno firmato la petizione sul salvataggio delle “piante di piazza Cittadella”, cosa mai vista, meriti non solo una risposta verbale o una valutazione economica e contrattuale, ma una attenzione, accettazione sostanziale e reale. Le 15 piante di piazza Cittadella hanno preso più preferenze e voti di qualunque sindaco piacentino negli ultimi 25 anni. E trattasi di tutelare sono uno dei tanti aspetti, elementi, fattori che caratterizzano il progetto urbanistico del parcheggio sotterraneo davanti a palazzo Farnese.
Non entro nel merito tecnico – non mi compete – del numero di posti auto sopra e sotto il suolo, della distanza dal centro città, dell’interesse di imprese e operatori, dell’ottimo progetto degli architetti progettisti, della volontà di mettere il timbro su una pratica burocratica stagnante da 30 anni (quando effettivamente forse aveva un senso), del salvataggio quasi obbligato di reperti romani sicuramente presenti, della stessa vita esistenziale delle 15 piante quasi secolari e la assurda ipotesi teorico e pratica di “spostarle” …. ma invece bisognerebbe parlare del modello e visione di città che manca da anni
Sono 30-40 anni che a Piacenza si discute “dove” costruire l’ospedale (dalla Besurica alle Novate), “come” legare il Po alla città, se Piacenza vuole essere turistica, di viabilità di una città medioevale, di arredo urbano, di uso dei beni demaniali antichi e recenti, di alloggi per studenti, di sicurezza, di sistemazione area Ferrovia e Mulino degli Orti … arrivando, nel bene o nel male, a realizzare un imponente polo logistico a est, una residenziale seconda città a sud con tangenziale purtroppo a una sola corsia, una serie di piccoli capannoni sulla via verso ovest….
Il lato nord, o N, è il più dimenticato, penalizzato, con tangenzialina, fiume Po abbandonato e di non conosciuto accesso, un viadotto autostradale opprimente… eppure è la porta di ingresso fondamentale e in ogni caso principale sede viaria nord-ovest, oltre a essere un “fatale” biglietto da visita per turisti e foresti …. una fotografia anche attrattiva per investimenti privati e industriali e di sviluppo anche residenziale, in piena sicurezza. Piazza Cittadella deve essere una delle pedine fondamentali del progetto strategico: traccia del percorso pedonale verso il centro storico da rivitalizzare con il fiume; recupero del campo Daturi a parcheggio sotterraneo quasi già fatto; creazione di un unico livello di viale Risorgimento fino a piazza Milano di un giardino-parco per spostare eventi da piazza Cavalli che avvolga davanti e dietro il “palazzo-castello” farnesiano offrendo una immagine top dell’intera città….facendo dimenticare forse altre negligenze e mancanze…
I 15 alberi salvati devono essere lo scrupolo e l’accensione di un progetto urbano più ampio, più rivolto al futuro …. spendendo anche meno soldi…molto meno”.