Lo chef Mauro Brina porta la sua esperienza nel nuovo ristorante Sant’Agostino

Archiviata l’esperienza con lo chef Luigi Taglienti, il ristorante adiacente alla Galleria Volumnia, in via Giordani a Piacenza, apre a una nuova stagione sotto la guida dello chef Mauro Brina. A dare l’annuncio è Enrica De Micheli, che presenta Sant’Agostino come nuovo luogo del gusto e della creatività, affidato a un giovane talento ricco di energia e sogni.

“È con grande felicità che accogliamo Mauro – sottolinea Enrica – certi che la sua passione e freschezza sapranno dare vita a un’avventura entusiasmante, fatta di accoglienza e dolcezza.”

Il ristorante, che occupa gli spazi dell’antica falegnameria, si propone come punto di incontro tra memoria e innovazione, dove tradizione e ricerca convivono.

“L’apertura di Sant’Agostino è per me l’inizio di un percorso che vivo con emozione e gratitudine. Non è soltanto un ristorante: è il sogno che prende forma, dove la mia idea di cucina si intreccia con arte, storia e la vita di Piacenza”, afferma Mauro Brina. “Un grazie particolare va a Enrica, che ha creduto in me e nel valore di questo progetto. La sua visione ha permesso una sintesi unica tra cucina e arte. A lei, e a tutti noi, auguro un buon inizio: che Sant’Agostino diventi ogni giorno luogo di incontro e bellezza.”

Così prende il via il percorso di Mauro Brina, che affronta questa nuova sfida accanto al socio Christian Dallavalle. La proposta è quella di unire cucina, arte e convivialità in uno spazio intriso di storia e fascino.

Classe 1990, originario di Romano di Lombardia (BG), Brina ha completato la formazione all’Alma di Gualtiero Marchesi, passando per cucine di maestri come Graziano Cominelli (“La Piazzetta”, Brescia), i ristoranti stellati “Da Vittorio” (Brusaporto) e “Da Nadia” (Franciacorta). Dopo le prime esperienze da chef, tra cui la guida di “Or Cucina d’Arte” ad Agazzano e quattro anni alla Locanda Sensi, porta avanti una filosofia basata su pochi ingredienti scelti con cura, capaci di regalare sapori pieni e consistenze nette. La sua cucina non si lascia imbrigliare dalle tradizioni, ma dialoga con la grande cucina italiana, mantenendo le radici come fonte di materie prime. Ogni piatto racchiude bontà e bellezza, in sintonia con la “Cucina Totale” di Marchesi, ispirazione costante nella sua ricerca quotidiana.




Telemarketing aggressivo: consumatori sempre più esasperati

Il boom di telefonate commerciali indesiderate, spesso ripetute e insistenti, che ogni giorno esasperano milioni di cittadini, ha spinto l’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ad adottare nuove misure contro lo spoofing, la pratica con cui viene falsificato il numero chiamante per ingannare chi risponde.

Dal 19 agosto è entrato in vigore un primo filtro che blocca automaticamente le chiamate provenienti dall’estero ma camuffate con un prefisso italiano. Una misura che, secondo i dati dell’Autorità, ha già impedito oltre 43 milioni di telefonate.

Dal prossimo 19 novembre scatterà una seconda stretta: sarà infatti attivato anche il blocco per i falsi numeri di cellulare italiani. Gli operatori telefonici saranno obbligati a intervenire direttamente sulla rete per fermare le chiamate sospette, con il rischio di sanzioni fino a un milione di euro in caso di inadempienza.

Secondo l’avvocato Margherita Bonanno, responsabile della sede piacentina di Confconsumatori, nonostante negli ultimi anni siano stati introdotti strumenti come il Registro pubblico delle opposizioni o i codici di condotta, le chiamate provenienti dai call center illegali non si sono mai fermate. “È indispensabile – sottolinea – adottare tutte le misure possibili per fermare definitivamente un fenomeno che porta i cittadini a cadere in contratti poco trasparenti di energia e telefonia, in offerte inesistenti o, peggio, in finti investimenti finanziari che spesso provocano gravi perdite economiche”.

Per informazioni e assistenza è possibile rivolgersi allo sportello di Confconsumatori di Piacenza, in via Musso 5 (confconsumatoripiacenza@gmail.com




Cultura emiliano-romagnola in vetrina a Expo 2025 in Giappone

La voce dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna arriva in Estremo Oriente, a testimoniare la volontà di dialogo e scambio fra culture che da sempre la caratterizza. Il presidente Maurizio Fabbri e il vicepresidente Giancarlo Tagliaferri fanno parte della delegazione regionale guidata dal presidente della Regione Michele de Pascale, insieme al vicepresidente Vincenzo Colla e alla sottosegretaria Manuela Rontini, in occasione della settimana dedicata all’Emilia-Romagna all’interno dell’Esposizione universale di Osaka.

Sette giorni di vetrina internazionale per promuovere le eccellenze del territorio, fra cui un posto centrale è riservato alla cultura. Oggi Fabbri ha partecipato a un incontro con trenta imprese emiliano-romagnole selezionate attraverso un avviso pubblico regionale e messe in contatto con realtà produttive e industriali giapponesi, per intrecciare nuove relazioni commerciali. Domani presiederà invece all’evento “Mangaka all’italiana” nel Padiglione Italia, occasione per raccontare il legame creativo tra Italia e Giappone attraverso il fumetto.

“Abbiamo molto in comune con il Giappone: la capacità di unire tradizione e innovazione, il valore della bellezza e della creatività – ha commentato Fabbri –. La cultura è occasione di dialogo e arricchimento reciproco, e il fumetto è un linguaggio universale che supera i confini nazionali”. Protagonisti dell’incontro saranno la mangaka giapponese Keiko Ichiguchi, da anni residente a Bologna e interprete sensibile delle relazioni tra le due culture, e il fumettista Andrea Accardi, fra i primi italiani ad aver adottato e rielaborato il linguaggio visivo del manga.

Mercoledì 24 settembre sarà invece il vicepresidente Giancarlo Tagliaferri a intervenire con i saluti istituzionali in apertura dello spettacolo di Fondazione Aterballetto, che al teatro del Padiglione Italia porterà in scena “Il Combattimento di Tancredi e Clorinda” di Claudio Monteverdi. L’opera, composta nel 1624 su testo di Torquato Tasso, viene proposta in una rilettura contemporanea che ne mette in luce l’anima sperimentale.

“La scelta di presentare un’opera di Monteverdi in un contesto così significativo come l’Expo – ha dichiarato Tagliaferri – sottolinea il valore della cultura italiana a livello internazionale. Lo spettacolo non è solo un omaggio al nostro patrimonio musicale, ma dimostra come la danza contemporanea possa dare nuova vita ai classici. Attraverso la cultura possiamo costruire legami più forti tra le nazioni, e l’Expo rappresenta la piattaforma ideale per farlo”.

 




Attiva da lunedì la nuova telecamera al varco Apu di corso Vittorio Emanuele

In conformità con l’ordinanza che istituisce le Aree pedonali urbane, il Comune informa che da lunedì 22 settembre 2025 alle ore 6 entrerà in funzione la nuova telecamera installata al varco di corso Vittorio Emanuele, all’altezza della chiesa di Santa Teresa.

L’apparecchio, fino a ieri collocato tra corso Vittorio Emanuele e via Verdi, è stato spostato senza modifiche all’ordinanza vigente, che già prevedeva l’Apu nel tratto compreso tra Santa Teresa e largo Battisti.

Il nuovo posizionamento permetterà un controllo più efficace degli accessi, garantendo la corretta gestione del traffico in una zona particolarmente sensibile. La telecamera – come quelle già operative nei varchi di piazza Duomo e piazza Cavalli – sarà attiva 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana.

L’area è opportunamente segnalata con cartelli Apu. Per ulteriori informazioni i cittadini possono rivolgersi alla polizia locale.

 




Promozione internazionale del cicloturismo nel piacentino

Da giovedì 18 a domenica 21 settembre Piacenza sarà la base del primo educational tour 2025 dedicato al cicloturismo, organizzato da Apt Servizi Emilia-Romagna in collaborazione con la Destinazione Turistica Visit Emilia.

L’iniziativa coinvolgerà tre tour operator provenienti da Brasile, Stati Uniti e Argentina – rispettivamente Ciclismo Reybaut, Tourissimo e Rodado – che, insieme ai loro trip designer, prenderanno parte a un’esperienza di scouting sul territorio. L’obiettivo è sviluppare nuove proposte e pacchetti turistici legati al cicloturismo leisure, con percorsi da affrontare in Gravel bike ed e-bike, in vista della stagione 2026.

Il programma prevede tre escursioni tra le province di Piacenza e Parma, arricchite da degustazioni di prodotti tipici e visite culturali.

Il primo itinerario, venerdì 19 settembre, coprirà 66 chilometri da Piacenza a Fiorenzuola, passando per Mortizza, Caorso e Cortemaggiore, con sosta a Busseto per la visita al Teatro Verdi e conclusione in un agriturismo con cena a base di specialità locali.

Sabato 20 sarà la volta di un tour di circa 40 chilometri tra Fiorenzuola, Vigolo Marchese e Castell’Arquato, con tappa all’Abbazia di Chiaravalle, esempio di architettura romanico-gotica, e pranzo con degustazione di vini presso una cantina della zona.

Domenica 21 settembre i partecipanti pedaleranno lungo un percorso di 67 chilometri tra Fiorenzuola, Soragna, Fontanellato e Colorno. L’itinerario comprenderà la visita alla Rocca Meli Lupi di Soragna, un pranzo alla Locanda del Culatello e una sosta alla Rocca di Fontanellato, celebre per gli affreschi del Parmigianino. La conclusione sarà nel parco della Reggia di Colorno, ex residenza dei Farnese e dei Borbone, per la foto di gruppo finale.

Il prossimo appuntamento con gli educational tour a tema bike è già in calendario dal 30 ottobre al 3 novembre: questa volta i riflettori saranno puntati sulle Valli di Parma e sulla Ciclovia Food Valley Bike, con la partecipazione di sette tour operator da Australia, Danimarca, Francia, Irlanda, Spagna, Austria e Italia.

 




Nuovo ospedale, si scava nell’Area 5: verifiche archeologiche in corso

Questa mattina hanno preso avvio le indagini preliminari nell’Area 5, la zona individuata per la costruzione del nuovo ospedale di Piacenza. Si tratta di accertamenti obbligatori per legge, finalizzati a verificare l’eventuale presenza di reperti storici o archeologici nel terreno destinato all’opera. A riferirlo è una nota congiunta Ausl – Comune di Piacenza.

La necessità di effettuare i sondaggi era stata condivisa durante la Conferenza dei servizi tra Comune e Azienda Usl, svoltasi a fine febbraio. A supporto dell’intervento, l’Azienda ha redatto una relazione approvata anche dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza.

Le attività prevedono lo scavo di 24 trincee, ciascuna di circa 50 metri di lunghezza e con profondità variabile tra 1 e 2 metri. I lavori, avviati in collaborazione con i proprietari dei terreni – ai quali va un ringraziamento per la disponibilità – si svolgono con la consulenza dell’archeologo Luca Fornari e sotto l’autorizzazione della Soprintendenza. La durata stimata è di una settimana, con la possibilità di proseguire anche nella successiva.

Agli scavi hanno assistito il sindaco di Piacenza Katia Tarasconi, il direttore generale Ausl Paola Bardasi, il direttore Nuove costruzioni e patrimonio immobiliare dell’Ausl di Piacenza Luigi Gruppi e l’archeologo Fornari.




Vita in centro Piacenza: “Servono scelte strutturali per rilanciare il cuore della città”

Il centro storico di Piacenza attraversa una fase di difficoltà che rischia di comprometterne identità e attrattività. La desertificazione commerciale, fenomeno che sta colpendo tante città italiane, qui è già evidente e, secondo l’associazione Vita in centro Piacenza, non può essere affrontata con iniziative episodiche o interventi tampone. “Il rilancio – sostengono commercianti e cittadini riuniti nell’associazione – passa da una strategia organica e di lungo periodo, capace di restituire bellezza, vivibilità e vitalità al cuore della città”.

Al centro delle richieste c’è innanzitutto il tema del decoro urbano: piazze e vie principali necessitano di nuova cura con pavimentazioni riqualificate, arredi più accoglienti, un’illuminazione adeguata e una manutenzione attenta del poco verde presente oggi. Emblematica, dicono i promotori, la condizione delle piante in vaso spesso lasciate morire per mancanza di irrigazione, che trasmettono un’immagine di trascuratezza. Tra le proposte figura anche la realizzazione di un’area cani all’interno delle mura cittadine, sul modello di altre città europee.

Altro nodo è la questione della pulizia e dei rifiuti. La situazione di strade e marciapiedi viene giudicata critica da cittadini e negozianti nonostante le segnalazioni, mentre il nuovo sistema di raccolta con bidoni e bidoncini collocati nel cuore del centro viene indicato come un ulteriore elemento di degrado.

Sul fronte culturale, l’associazione richiama l’attenzione su un patrimonio poco valorizzato: Piacenza vanta circa duecento palazzi risorgimentali e istituzioni d’arte come la Galleria Ricci Oddi, sconosciute agli stessi piacentini. L’idea è trasformare il centro in un museo a cielo aperto, con percorsi capaci di guidare cittadini e turisti alla scoperta di un tesoro diffuso nascosto tra le vie.

Un altro passaggio cruciale riguarda il rapporto con l’università e con le nuove generazioni. Il ritorno di funzioni universitarie in centro, come era previsto per l’ex ospedale militare, porterebbe vita e opportunità, mentre giovani artigiani e creativi potrebbero aprire nuove attività se non fossero frenati da affitti spesso insostenibili.

Non meno importante è il tema della viabilità. L’accessibilità dall’esterno viene considerata una condizione indispensabile: attualmente i parcheggi sono insufficienti, soprattutto a nord, e lo stallo del cantiere di piazza Cittadella lascia irrisolto un nodo cruciale. L’associazione propone soluzioni alternative, come accordi per l’uso di aree del Genio Pontieri, insieme a una revisione degli orari della Ztl e del carico-scarico merci. La pedonalizzazione graduale potrà avere senso, sottolineano, solo se accompagnata da un piano organico di rafforzamento dei parcheggi e del trasporto pubblico, con maggiore segnaletica, navette dai parcheggi scambiatori e magari una card turistica che includa sosta e accesso ai musei.

Le preoccupazioni riguardano anche la sicurezza. Molti commercianti non si sentono sufficientemente tutelati, segnalando episodi di microcriminalità gestiti senza i necessari tempi di risposta. Si chiede inoltre di far rispettare con controlli più efficaci le regole che già esistono, ad esempio nei confronti di biciclette elettriche e monopattini che sfrecciano nelle aree pedonali come via XX Settembre.

Il rilancio del centro passa anche attraverso il mercato bisettimanale, da rendere più attrattivo e di qualità, e attraverso i plateatici, da considerare come una risorsa capace di creare socialità e atmosfera e da incentivare con agevolazioni economiche. Infine, gli eventi culturali e di intrattenimento non devono rimanere appuntamenti isolati e autoreferenziali: occorre una programmazione annuale condivisa tra pubblico e privato, diffusa anche oltre piazza Cavalli e piazza Duomo, capace di valorizzare la storia e le tradizioni di Piacenza. Una proposta è quella di aprire i palazzi cittadini con visite guidate arricchite da concerti del Conservatorio Nicolini e degustazioni dei prodotti Dop in collaborazione con i consorzi del territorio.

Per l’associazione, la rinascita non può essere affidata a piccoli aggiustamenti, ma richiede un piano pluriennale di riqualificazione. “L’obiettivo – concludono – non è soltanto difendere le attività esistenti, ma costruire insieme una città che sappia attrarre visitatori, studenti, nuove imprese e investimenti. Perché un centro più bello, sicuro e vivibile è un beneficio per tutti i piacentini”.

Ecco il testo integrale del documento di Vita in Centro 

Il centro storico di Piacenza vive una fase di sofferenza che non può essere affrontata con iniziative episodiche o interventi tampone. La desertificazione commerciale è purtroppo un fenomeno già in atto (come in tante altre città italiane) ed è difficile da contrastare.

Come associazione Vita in centro Piacenza raccogliamo le preoccupazioni e le proposte di tanti commercianti e cittadini, convinti che il rilancio passi da una strategia organica e di lungo periodo, capace di restituire bellezza, vivibilità e attrattività al cuore della città.

Gli eventi, pur importanti per animare le vie nei giorni di svolgimento, non bastano da soli. Occorre guardare a ciò che funziona in altre città e adattarlo alla realtà piacentina, puntando su alcune priorità chiare:

Decoro e arredo urbano. Piazze e vie principali necessitano di maggiore cura: nuove pavimentazioni (o riqualificazione di quelle esistenti), illuminazione adeguata e arredi urbani più accoglienti. Occorre dire basta ad interventi a spot non coordinati fra loro e invece pensare ad un design complessivo, per restituire carattere ed armonia al centro. È indispensabile una gestione più attenta del poco già poco verde presente in centro: ad esempio troppe piante in vaso vengono lasciate “morire di sete” e questo contribuisce a trasmettere un’immagine trascurata del centro. Servirebbe pensare alla creazione di un’area cani all’interno delle mura (come tante città all’estero hanno fatto).
Pulizia e rifiuti. Molti cittadini e commercianti segnalano gravi carenze nella pulizia di strade e marciapiedi. Nonostante le reiterate lamentele e segnalazioni la situazione continua ad essere critica. Il nuovo sistema di raccolta rifiuti, con bidoni e bidoncini collocati in pieno centro storico, non solo non contribuisce al decoro, ma peggiora la qualità degli spazi pubblici.
Valorizzazione culturale. Piacenza vanta un patrimonio di circa 200 palazzi risorgimentali, una ricchezza superiore a quella di molte città vicine, e istituzioni d’arte come la Galleria Ricci Oddi, poco conosciute anche dai piacentini. Il centro deve diventare un museo a cielo aperto, con percorsi che guidino cittadini e turisti alla scoperta di questo tesoro diffuso.
Università e giovani. Riportare funzioni universitarie in centro – come era previsto nel progetto dell’ex ospedale militare – significa portare vita, studenti e nuove opportunità. Vanno sostenuti i giovani artigiani e creativi che vorrebbero aprire attività, ma spesso sono frenati da affitti insostenibili.
Viabilità e parcheggi. La facile accessibilità dall’esterno costituisce una condizione indispensabile per la vitalità del sistema. Gli attuali parcheggi sono insufficienti, soprattutto nella zona nord. A fronte dello stallo del cantiere di piazza Cittadella, occorre pensare a soluzioni concrete e attuabili rapidamente, ad esempio sfruttando spazi in uso al Genio Pontieri con un accordo con il ministero della difesa o trovando una soluzione per utilizzare un’area all’interno dell’ex laboratorio Pontieri. In parallelo serve una revisione degli orari della Ztl e del carico-scarico merci, insieme a una migliore segnaletica dei parcheggi già esistenti. La pedonalizzazione graduale di alcune aree può avere un senso ma solo se accompagnata da un piano organico di rafforzamento dei parcheggi. Utili sarebbe anche il rafforzamento dei parcheggi scambiatori collegati da navette e una “card turistica” che includa sosta e accesso ai musei e serve un rafforzamento del trasporto pubblico. Va rivista la segnaletica che deve permettere un efficace avvicinamento all’area centrale.
Sicurezza. Il centro storico presenta criticità sul fronte della sicurezza: Molti commercianti non si sentono sufficientemente protetti, anche a causa delle difficoltà derivanti dall’attuale sistema giudiziario e legislativo come dimostrano alcuni recenti episodi, come quello che ha visto coinvolto un esercente ripetutamente “vessato” da uno straniero, più volte allontanato e costantemente ritornato “sul luogo del delitto”. Occorre garantire una risposta rapida ed efficace agli episodi di microcriminalità ma anche far rispettare le regole che ci sono: possibile che biciclette elettriche non omologate e monopattini sfreccino anche nelle aree pedonali, come via XX Settembre, senza nessuno intervenga con un controllo efficace?
Mercato e plateatici. Il mercato bisettimanale necessita di un deciso rilancio in termini di qualità e attrattività, mentre i plateatici devono essere considerati una risorsa e incentivati, anche con agevolazioni sui costi, perché creano atmosfera e socialità.
Iniziative attrattive. Alcune manifestazioni risultano poco incisive e troppo autoreferenziali. Bisogna invece puntare su eventi capaci di richiamare visitatori anche da fuori Piacenza. Perché, ad esempio, non valorizzare il patrimonio dei palazzi cittadini organizzando – in collaborazione con il Conservatorio Nicolini, il Consorzio Tutela Vini e Consorzio dei Salumi – un weekend che proponga visite guidate, accompagnate da concerti (magari verdiani, puntando sul legame con il Maestro) e degustazioni delle nostre eccellenze Dop (coppa, pancetta, salame)? Il rilancio della vivacità urbana passa da una sinergia tra soggetti pubblici e privati nelle attività di animazione e promozione del centro storico. Serve una programmazione annuale delle iniziative, una maggiore visibilità degli eventi e soprattutto un palinsesto condiviso, costruito insieme ai diversi attori del territorio e capace di valorizzare storia, cultura e tradizioni della città. Sarebbe importante che gli eventi non si concentrassero solo in piazza Cavalli e piazza Duomo, ma venissero diffusi anche in altre aree del centro oggi spesso penalizzate e “tagliate fuori”.
Il centro storico di Piacenza ha enormi potenzialità, ma servono scelte coraggiose. C’è la necessità (anche attraverso organismi e tavoli già esistenti) definire un piano pluriennale di riqualificazione.

L’obiettivo non è solo difendere le attività esistenti, ma costruire insieme una città che sappia attrarre visitatori, studenti, nuove imprese e investimenti. Perché un centro più bello, vivibile e sicuro è un beneficio per tutti i piacentini.

 

 

 

 




Piacenza si candida a Capitale europea della Cultura 2033

Piacenza ci ritenta e si candida a Capitale della Cultura per il 2033. L’ultima volta, la città aveva partecipato al bando per diventare Capitale italiana della Cultura, sfida poi vinta da Parma, che ottenne il titolo per il 2020, anno purtroppo segnato dall’emergenza Covid che ne condizionò pesantemente il programma.

Ora l’obiettivo è più ambizioso: Piacenza punta a diventare Capitale europea della Cultura nel 2033. L’annuncio è arrivato oggi, domenica 14 settembre, durante la cerimonia conclusiva della terza edizione del Festival del Pensare Contemporaneo, ospitata a Palazzo Gotico.

Il sindaco Katia Tarasconi ha ufficializzato la candidatura accanto al vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, il piacentino Vincenzo Colla, che ha garantito il sostegno della Regione. Per partecipare alla selezione, sarà necessario elaborare e presentare un dossier di candidatura entro il 2026: un documento strategico che dovrà illustrare obiettivi, progetti, risorse e ricadute previste.

Il percorso è tutt’altro che semplice. La procedura europea richiede che le città candidate dimostrino non solo di avere un patrimonio storico e artistico significativo, ma anche di saperlo mettere a sistema attraverso innovazione culturale, cooperazione internazionale, inclusione sociale e partecipazione dei cittadini. L’Unione Europea valuta infatti la capacità di generare impatto duraturo sul territorio, rafforzando l’identità locale e, allo stesso tempo, il dialogo con il resto del continente.

Piacenza potrà contare su un tessuto associativo vivace, su una rete di eventi già consolidati e sulla posizione strategica di crocevia tra regioni e culture diverse. Ma la sfida richiederà la costruzione di un progetto condiviso che sappia coinvolgere istituzioni, operatori culturali e cittadini.

La città, che nel 2020 vide sfumare la possibilità di diventare Capitale italiana, riparte quindi con rinnovata ambizione. Se la candidatura avrà successo, il 2033 potrebbe rappresentare per Piacenza un anno di svolta, capace di proiettarla su una ribalta europea e di lasciare un’eredità culturale duratura.

“La candidatura di Piacenza – ha detto il sindaco Katia Tarasconi – nasce da una visione condivisa che intende valorizzare il patrimonio storico e artistico, stimolare nuove produzioni culturali e attivare processi partecipativi con cittadini, scuole, università, associazioni e imprese. Il programma culturale sarà co-progettato con la città e il territorio, in dialogo con partner nazionali e internazionali, e avrà come obiettivo quello di fare di Piacenza una capitale della creatività e dell’innovazione sociale, capace di generare impatto duraturo sulla comunità”.

Il discorso del sindaco Tarasconi

Pubblichiamo qui di seguito il discorso integrale del sindaco Katia Tarasconi per annunciare la candidatura.

Comunità. Dialogo. Speranza.

Sono queste le tre parole che scelgo per salutarvi, al termine di giornate intense, in cui Piacenza si è trasformata in una grande piazza del pensiero, della musica, delle idee.

Abbiamo respirato la bellezza di confrontarci, di ascoltarci, di lasciarci sorprendere. Abbiamo visto una comunità viva, capace di aprirsi al mondo senza paura, con la forza di chi sa che il dialogo è il seme più prezioso per costruire insieme.

E proprio perché questo Festival ci ha dimostrato che Piacenza è pronta a pensare in grande, oggi voglio condividere con voi un sogno che diventa impegno: la nostra città si candida a Capitale Europea della Cultura.

È un cammino che parte da qui, dall’energia che abbiamo vissuto in questi giorni. Un cammino che chiede a ciascuno di noi di continuare a crederci, di custodire questa passione e di portarla oltre i confini del festival, oltre i confini della città.

Piacenza ha dimostrato che sa essere cuore e voce. Ora vuole diventare anche simbolo europeo di cultura, creatività e speranza.
Grazie a tutti, e che questo sia solo l’inizio.

In chiusura del Festival voglio condividere con voi un annuncio importante: Piacenza si candida a Capitale Europea della Cultura 2033. Non è un sogno astratto: il titolo viene assegnato ogni anno a due città di Paesi diversi, secondo un calendario a rotazione. Non ci si può candidare in qualunque
anno, ma unicamente quando è il turno del proprio Paese: nel 2033 toccherà all’Italia e vogliamo giocarci questa occasione.

Il percorso è impegnativo. Nel 2026 uscirà il bando europeo; nel 2027 saranno scelte le città finaliste, e la nomina della vincitrice arriverà tra la fine del 2027 e l’inizio del 2028. Partire adesso significa avere quasi due anni per costruire insieme un dossier solido, condiviso e convincente.

Questa non sarà la candidatura di pochi, ma di tutta la città. Lavoreremo con Rete Cultura Piacenza, con la Fondazione di Piacenza e Vigevano, con la Fondazione Teatri, con le università, le associazioni, le imprese, le realtà culturali e con tutte le cittadine e i cittadini che vorranno contribuire.

Ho informato anche il presidente della Regione Emilia Romagna, Michele De Pascale e sono grata per la vicinanza istituzionale: ringrazio il vicepresidente Vincenzo Colla per essere qui, stasera, a testimoniare il sostegno della Regione.

Abbiamo già raccolto il sostegno convinto della Fondazione di Piacenza e Vigevano: grazie al presidente Roberto Reggi. E chiederò ad Alessandro Fusacchia, curatore del Festival, di aiutarci ad avviare questo lavoro e a individuare le professionalità migliori per accompagnare la candidatura.

Il Festival del Pensare Contemporaneo dura quattro giorni l’anno: sembra un raccolto, ma è soprattutto una semina. Finisce stasera, ma per certi versi comincia stasera: sarà il cuore culturale che ci guiderà in questa nuova, grande scommessa. Piacenza ha la storia, le energie e le competenze per affrontarla. Adesso tocca a noi, insieme.




Festival del Pensare Contemporaneo: oltre 25mila presenze per la terza edizione

Si è chiusa con un bilancio più che positivo la terza edizione del Festival del Pensare Contemporaneo, che da giovedì 11 a domenica 14 settembre ha animato la città con incontri, laboratori, lectio e concerti filosofici. Un programma intenso, articolato in 18 sedi cittadine, che ha registrato oltre 25mila presenze, più di 200 ospiti italiani e internazionali e circa 80 appuntamenti distribuiti in quattro giornate. A rendere possibile la manifestazione è stato anche l’impegno dei 77 volontari, che hanno accompagnato e supportato il pubblico in ogni tappa del percorso.

Il filo conduttore scelto per quest’anno – “Vite Svelate. Esporsi/Scoprirsi” – ha guidato il pubblico a riflettere sul tema della vulnerabilità come risorsa e forza collettiva, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni e al loro bisogno di esprimersi, raccontarsi e immaginare nuovi modi di abitare il mondo.

Il Premio Internazionale
Anche quest’anno è stato confermato il Premio Internazionale “Pensare Contemporaneo”, attribuito a una personalità capace di influenzare con la propria opera il dibattito culturale a livello globale. L’edizione 2025 ha visto il riconoscimento andare allo scrittore cileno Benjamín Labatut, autore che intreccia scienza e letteratura trasformando la narrazione delle grandi scoperte scientifiche in profonde meditazioni filosofiche sulla condizione umana.

La cerimonia di premiazione si è svolta domenica sera a Palazzo Gotico, durante l’evento conclusivo del Festival, alla presenza della sindaca Katia Tarasconi, che ha consegnato a Labatut anche una lampada TeTaTeT realizzata dal designer piacentino Davide Groppi. Prima della premiazione, lo scrittore ha dialogato con il curatore del Festival Alessandro Fusacchia.

Le voci dei protagonisti
Secondo Fusacchia, questa terza edizione “ha segnato una fase di maturità per il Festival”, offrendo non soltanto occasioni di incontro ma veri e propri strumenti di riflessione critica. Concetto ribadito anche dai direttori filosofici Maura Gancitano e Andrea Colamedici, che hanno sottolineato come il pensiero, quando condiviso, non sia evasione ma un modo più profondo di abitare il tempo presente.

Partecipazione e numeri
Il pubblico ha risposto con entusiasmo: le prenotazioni per gli eventi in presenza hanno registrato il tutto esaurito, mentre online i canali social del Festival hanno superato i 16,5 milioni di impression, di cui oltre 9 milioni su Instagram, raggiungendo complessivamente più di 2 milioni di account.

Un ruolo centrale è stato affidato alle scuole: per quattro giorni, oltre 300 studenti e docenti provenienti da venti regioni italiane hanno animato Palazzo Farnese, trasformandolo in un laboratorio di confronto fra arti e scienze. A partire dalla prossima edizione saranno proprio i giovani a introdurre gli ospiti del Festival, a conferma della scelta di dare spazio e voce alle nuove generazioni.

Collaborazioni e novità
Il Festival ha consolidato le collaborazioni con istituzioni accademiche come l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Politecnico di Milano (campus di Piacenza), l’Università di Parma e il Conservatorio Nicolini. Accanto a queste, si sono rinnovati i rapporti con realtà come il Forum Disuguaglianze Diversità, il think tank brussellese Friends of Europe e l’esperienza della Piacenza Unconference.

Tra le novità di quest’anno, il coinvolgimento della Fondazione Una Nessuna Centomila, che ha portato al centro del dibattito il tema dell’educazione sessuo-affettiva e della lotta contro la violenza di genere, e la collaborazione con il DIG Festival, che ha proposto la proiezione del documentario La procedura, seguita da un dibattito con Luigi Montebello e padre Guidalberto Bormolini.

Sguardo al futuro
Il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Roberto Reggi, ha sottolineato come la manifestazione abbia ormai costruito una rete di sostegno solida e riconoscibile, capace di attrarre pubblico, sponsor e risorse per il territorio.

Il prossimo appuntamento con il Festival del Pensare Contemporaneo è già fissato: dal 17 al 20 settembre 2026, quando Piacenza ospiterà la quarta edizione.




Piacenza: dal 15 settembre in vigore l’orario invernale del trasporto pubblico

Seta informa che, in concomitanza con la riapertura delle scuole in Emilia-Romagna, da lunedì 15 settembre entrerà in vigore l’orario invernale per le linee urbane, suburbane ed extraurbane di Piacenza. Come di consueto, il servizio sarà potenziato di circa il 30% rispetto al periodo estivo.

L’avvio del nuovo orario introduce alcune novità rilevanti. Per il servizio urbano viene confermata in via definitiva la riorganizzazione dei percorsi che attraversano il centro storico, già avviata in forma sperimentale a giugno.

Sul versante extraurbano sono invece previsti cambiamenti per le linee e40, e42, e43, e44, e46, e48 ed e50, resi necessari dalla chiusura al traffico del ponte sul Nure lungo la via Emilia (ss9). Modifiche anche ai collegamenti con il centro scolastico di strada agazzana e con quello di Fiorenzuola.

Gli utenti sono invitati a prestare attenzione alle novità e a programmare per tempo i propri spostamenti consultando le nuove tabelle orarie, già disponibili sul sito ufficiale www.setaweb.it/pc/linee




Manutenzione straordinaria del ponte sul Nure: chiusura dal 15 settembre

Partiranno lunedì 15 settembre 2025 i lavori di manutenzione straordinaria del ponte sul Nure, lungo la strada statale 9 “Via Emilia”, tra il km 253,950 e il km 254,150, in provincia di Piacenza. L’intervento, che avrà una durata stimata di circa 6 mesi, richiede la chiusura totale al traffico del tratto interessato.

Dal 15 settembre il ponte pertanto sarà chiuso al transito e saranno disposti i seguenti percorsi alternativi, come di seguito specificati.

Per i mezzi leggeri e con massa a pieno carico inferiore fino alle 26 tonnellate è disposta la deviazione al km 251,910 con percorrenza della SP32, della SP6 e della SS725 “Tangenziale di Piacenza” e rientro sulla SS9 al km 257,200 in direzione Piacenza; viceversa, in direzione Fiorenzuola D’arda.

Per i mezzi pesanti con massa superiore a pieno carico alle 26 tonnellate, sarà invece disposto il divieto di transito nel tratto della SS9 incluso tra il km 241,300 ed il km 257,200. Tali mezzi saranno deviati sull’Autostrada A1 tra i caselli di Fiorenzuola d’Arda e Piacenza.

Per i mezzi pesanti con carico e scarico nei comuni di Piacenza, Pontenure, Cadeo e Cortemaggiore il divieto di transito sarà attivo solamente dalle ore 07:00 alle ore 9:30 di mattina e, dalle ore 16:00 alle ore 18:30 di pomeriggio.

La Provincia di Piacenza, per effetto dell’ordinanza di Anas, ha disposto a sua volta con propri provvedimenti:

la limitazione al transito dei mezzi pesanti con massa superiore a pieno carico alle 26 tonnellate lungo la SP462 nel tratto incluso tra ‘intersezione con la SS10 “Padana Inferiore” ed il casello di Fiorenzuola d’Arda.
Per i mezzi pesanti con carico e scarico nei comuni di Castelvetro Piacentino, Monticelli d’Ongina, San Pietro in Cerro e Cortemaggiore il transito sarà consentito nelle seguenti fasce orarie: 9:30-12:30, 13:30-16:00, 18:30- 07:00;

il divieto di transito ai mezzi con massa superiore a pieno carico alle 26 tonnellate anche lungo la S587 tra l’intersezione con al SS10 fino all’intersezione con la SP462 nel centro abitato di Cortemaggiore.
I mezzi pesanti carico e scarico esclusivamente lungo o attraverso la già menzionata viabilità nei comuni di Piacenza, Pontenure, Cadeo e Cortemaggiore potranno transitare invece, nelle seguenti fasce orarie: 9:30-12:30, 13:30-16:00, 18:30- 07:00;

Per effetto dei predetti provvedimenti, come già concordato con il territorio lo scorso 5 agosto, a seguito del Comitato Operativo per la Viabilità tenutosi presso la Prefettura di Piacenza verrà attuato il seguente piano di mobilità alternativa, al fine di limitare più possibile i disagi alla circolazione:

potenziamento della mobilità ferroviaria dai comuni di Pontenure e Cadeo a Piacenza e viceversa con n. 23 treni giornalieri in più che effettueranno la fermata nei citati comuni, rispetto ai n. 7 attualmente previsti, per un’offerta totale di n. 30 già attivo dallo scorso 18 agosto;
dal 15 settembre e fino a fine lavori, l’esenzione del pedaggio autostradale, per tutti gli utenti, della tratta compresa tra il casello di Piacenza Sud e quello di Fiorenzuola d’Arda, in entrambe le direzioni. Ciò è stato reso possibile a seguito della approvazione, lo scorso 29 agosto, da parte del Ministero per le Infrastrutture e dei Trasporti, della convenzione con Anas e Autostrade per l’Italia;
è in corso di completamento e miglioramento della segnaletica provvisoria di indicazione delle limitazioni imposte e dei percorsi alternativi sopraindicati;
Il piano prevede anche il monitoraggio ed eventuale presidio da parte della Polizia Locale di Piacenza dell’intersezione tra la SS 10 “Padana Inferiore” e la SP 587, da e verso Roncaglia, nelle fasce orarie di punta del mattino e della sera;

L’utenza sarà inoltre informata oltre che a mezzo stampa e sui canali social anche tramite i messaggi posti sui pannelli a messaggio variabile posti lungo l’Autostrada.

Confermato, inoltre, il potenziamento, da parte del 118 dell’Ausl di Piacenza dei propri servizi al fine di garantire gli attuali livelli d’intervento in emergenza anche attraverso la collaborazione con l’Ausl di Parma e l’adeguamento, da parte del Trasporto Pubblico Locale, della propria programmazione al piano di viabilità alternativa a partire dalla data della chiusura del ponte.




A Piacenza l’apertura del Festival del Pensare Contemporaneo 2025

Il Festival del Pensare Contemporaneo 2025 ha preso il via a Piacenza con l’iniziativa “Vite Svelate. Esporsi / Scoprirsi”, dedicata alle scuole, nel cortile di Palazzo Farnese, attorno a una pedana-lago che rifletteva cielo e volti. Gli studenti hanno potuto assistere a performance dei laboratori didattico-innovativi e alle installazioni artistiche, per poi spostarsi a piedi verso Piazza Cavalli.

L’apertura ufficiale della terza edizione è stata caratterizzata da una serata in cui musica e filosofia si sono intrecciate sul palco di Piazza Cavalli. Concerti filosofici condotti da Andrea Colamedici e Maura Gancitano hanno visto alternarsi Anna Castiglia, Emma Nolde, Giulia Mei, N.A.I.P., NAYT e Francesco Bianconi (dei Baustelle) in dialogo con Fabrizio Gargarone, raccontando il presente attraverso parole e suoni intensi.

Il primo sentimento espresso dal sindaco Katia Tarasconiè stata la gratitudine nei confronti di tutte le persone e le realtà che hanno reso possibile il Festival: il Comitato promotore, la curatela (Alessandro Fusacchia, Maura Gancitano e Andrea Colamedici), le componenti di Rete Cultura Piacenza, Comune, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Fondazione Teatri e gli sponsor.

Ha ricordato l’importanza della città delle Università e dello staff operativo, dei volontari e degli ospiti che hanno donato le loro parole durante i quattro giorni. Pur normalmente i ringraziamenti si fanno alla fine, il sindaco ha scelto di iniziare da qui, sottolineando quanto fosse fondamentale per lei mostrare riconoscenza.

Ha evidenziato il valore di un Festival che ha permesso a Piacenza di respirare un’atmosfera unica, di riflettere sulle sfide della società contemporanea e di confrontarsi con la propria identità, fragile e autentica, di fronte a un mondo complesso e disorientante. Ha ricordato come, nei giorni precedenti, fosse percepibile l’attesa e il desiderio di prendersi lo spazio dell’ascolto, che rappresenta un regalo per ciascun partecipante.

Il sindaco ha sottolineato l’orgoglio di Piacenza, non solo come vetrina culturale, ma come esempio di coraggio e tenacia: un “giardino” coltivato con cura dalla città stessa. In un periodo difficile a livello mondiale, iniziative come il Festival sono state viste come un’occasione per non perdere la speranza, mostrando come arte, cultura e dialogo possano diventare ponti tra le persone. Infine, Tarasconi ha condiviso il desiderio di dedicare un murales a Giorgio Armani, omaggio alla creatività e all’eleganza di un grande concittadino.

La serata è proseguita, in piazza Cavalli, con M. Il figlio del secolo – Dialogo tra Andrea Colamedici e Antonio Scurati. L’incontro ha esplorato l’opera monumentale di Antonio Scurati, che racconta l’ascesa di Benito Mussolini e la nascita del fascismo non come parentesi, ma come dinamica storica, politica e psicologica che ha segnato Italia ed Europa. Il dialogo ha permesso di riflettere sul rapporto tra letteratura e memoria storica, sul fascismo come trauma non ancora risolto e sulle responsabilità intellettuali di chi narra oggi le origini della contemporaneità.