La Comunità “La Piuma” da Rivergaro a Roma per il Giubileo della Salute Mentale

Si è tenuto a Roma il 3 aprile 2025 il “Giubileo della Salute Mentale” importante evento organizzato dalla CEI nell’ambito delle celebrazioni giubilari presso la Pontifica Università Lateranense. Al convegno hanno partecipato oltre ai Ministri della Salute e dello Sport altre importanti personalità attive nel mondo della psichiatria e della salute mentale con l’obiettivo di accendere i riflettori su un tema ancora troppo spesso trascurato. Temi centrali: il diritto alla cura, il superamento dello stigma, la valorizzazione delle autonomie e il ruolo fondamentale dei servizi per la prevenzione e la cura nel percorso di riabilitazione psicosociale. Anche la Fondazione Gasparini di Rivergaro che tra i suoi servizi ospita una comunità di persone con leggere problematiche ha voluto essere presente e portare il proprio contributo ad un evento così importante. Mentre gli operatori discutevano di prevenzione e di come è necessario affrontare la continua e crescente richiesta di servizi per la salute mentale per essere di supporto ad uno Stato che fatica a rispondere ai bisogni di tutti, gli abitanti della Comunità “La Piuma” hanno avuto l’opportunità di visitare la città di Roma accompagnati dall’animatrice della struttura per poi ritrovarsi assieme e compiere il più importante atto di fede e momento importante del Giubileo: il passaggio dalla Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano. Questo evento ha rappresentato molto più di un semplice viaggio: è stata un’occasione di autonomia, socializzazione e inclusione. I ragazzi, hanno esplorato Roma tra arte, storia e bellezze senza tempo. Colosseo, Fontana di Trevi, Fori Imperiali, Piazza San Pietro, Basilica di Santa Maria Maggiore: ogni tappa è stata un’occasione per scoprire, raccontarsi e crescere insieme.

“La vera bellezza di questa esperienza – raccontano gli educatori – è stata vedere i ragazzi vivere la città con entusiasmo e rispetto, aiutarsi tra loro, meravigliarsi davanti ai monumenti, sentirsi parte di un gruppo e di un progetto più grande.”

Un’esperienza utile a conoscersi meglio, ad affrontare paure e nuove scoperte.




Soresi: oltre al danno la beffa, il gommista di Piazzale Velleia riceve una multa ed un’ordinanza dal Comune

“Ammenda e ordinanza nei confronti del gommista di Piazzale Velleia sommerso dagli pneumatici per i quali aveva già pagato ritiro e smaltimento”, è questo il motivo di un’interrogazione di Sara Soresi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale, che torna ad occuparsi del caso dell’artigiano che, a inizio gennaio, aveva deciso di denunciare pubblicamente la sua situazione di difficoltà.
“Il ritiro e relativo smaltimento compete a Consorzi che dovrebbero gestire i PFU (pneumatici fuori uso) ed il titolare già aveva provveduto ad onorare la tassa per il loro smaltimento ed a richiedere l’attivazione di detti Consorzi. Tuttavia, detti Consorzi, non erano intervenuti” – spiega Soresi – che aggiunge: “il lavoro del titolare risultava fortemente complicato, considerando che questi pneumatici, di fatto, invadevano completamente l’ingresso del suo esercizio, non permettendo ai clienti di posteggiare in loco e non consentendo al titolare nemmeno l’utilizzo del ponte per lavorare alle convergenze delle auto in quanto le gomme non permettono l’accesso all’area dedicata. Le ripercussioni economiche, purtroppo, sono ovvie”.
“L’artigiano – prosegue la capogruppo – aveva comunque provveduto, nel frattempo, alla rimozione di circa 700 pneumatici, pagando il servizio – di fatto – due volte. Ciò nonostante, il Comune di Piacenza, nel mese di febbraio (dopo nemmeno un mese dalla pubblica denuncia della situazione, ma dopo oltre un anno dal persistere della descritta situazione) ha richiesto sopralluogo da parte di Arpae, che ha avuto come esisto la comminazione di un’ammenda di Euro 6.500,00 e l’avvertenza che, in caso di omesso pagamento, sarà avviato procedimento penale”.
“Ma non è tutto”, aggiunge Soresi: “lo scorso 12 marzo, il Comune ha eseguito un’ulteriore sopralluogo e, verificando la presenza di circa 100 pneumatici, ha emesso ordinanza intimando al titolare l’immediata rimozione degli stessi, pena una sanzione amministrativa pecuniaria da 25,00 a 500,00 Euro (ulteriore all’ammenda da 6.500,00 Euro)”.
“Eppure – evidenzia l’esponente di Fratelli d’Italia – secondo la giurisprudenza, in caso di abbandono di rifiuti su proprietà privata, il proprietario è tenuto alla rimozione degli stessi ed al ripristino dello stato dei luoghi nel caso in cui lo stesso sia responsabile di detto abbandono (circostanza, questa, che non si è verificata nel caso concreto), va da sé l’ordine di smaltimento presuppone l’accertamento di una responsabilità a titolo quantomeno di colpa in capo all’autore dell’abbandono dei rifiuti (circostanza, anch’essa, non verificata nel caso concreto)”.
Soresi chiede dunque all’Amministrazione il motivo per il quale abbia ritenuto di non considerare l’insussistenza di responsabilità in capo al titolare sopra citato nonché il motivo per cui abbia ritenuto di avviare i sopralluoghi, con le conseguenti contravvenzioni, solo successivamente alla denuncia pubblica operata dal titolare nel mese di gennaio 2025, nonostante gli pneumatici fossero presenti in loco già da oltre un anno. Infine, domanda se l’Amministrazione abbia provveduto ad avviare interlocuzioni con i Consorzi adibiti al ritiro e, in caso affermativo, quando.
“È inaccettabile – conclude la capogruppo – che il Comune si accanisca contro un cittadino che ha rispettato le regole ed ha già pagato per un servizio mai ricevuto, anziché attivarsi concretamente al fine di risolvere il problema in modo equo, evitando ulteriori danni a chi ha già subito ripercussioni economiche e lavorative”.




Stabilizzazione, con assunzione a tempo indeterminato, per dieci educatori dei nidi comunali

E’ stata firmata stamani, dal direttore generale del Comune di Piacenza Luca Canessa, la determina che sancisce la stabilizzazione, con assunzione a tempo pieno e indeterminato dal 5 maggio prossimo, di dieci educatori dei nidi d’infanzia, in servizio presso le strutture dell’ente da diversi anni con contratti a termine.

Le dieci stabilizzazioni formalizzate oggi costituiscono l’esito dell’avviso pubblico che l’Amministrazione aveva emanato nel mese di febbraio, come previsto dal Piano triennale del Fabbisogno di Personale, in base al quale altre due stabilizzazioni nel profilo di educatore erano state attuate nel 2024 e ulteriori sei sono programmate per il 2026. Requisito fondamentale, l’anzianità di servizio di almeno 36 mesi (pari a 1095 giorni) alle dipendenze del Comune, maturata – anche in modo non continuativo – nell’arco degli otto anni precedenti, nelle stesse attività del profilo professionale oggetto di stabilizzazione, considerando validi a questo proposito anche i contratti a tempo parziale. Altra condizione necessaria, sotto il profilo del merito, una media non inferiore al punteggio di 60/100 nella valutazione del proprio lavoro, ottenuta rapportando a un massimo di 100 i diversi sistemi di valutazione adottati nel tempo dall’ente.
“Complessivamente – sottolinea Canessa – questo percorso di stabilizzazione permetterà, nell’arco dei tre anni, di inserire a tempo pieno e indeterminato nel settore Promozione della Collettività – Servizi Educativi, con il profilo di istruttore educatore, 18 figure professionali che hanno acquisito una significativa esperienza nei nidi d’infanzia comunali e rappresentano una risorsa preziosa, valorizzandone le competenze e migliorandone, rispetto alla precarietà contrattuale precedente, le prospettive dal punto di vista lavorativo. L’Amministrazione non può che esprimere soddisfazione per un risultato che dà garanzia di continuità anche alle famiglie, che nelle educatrici e negli educatori dei propri figli individuano giustamente un punto di riferimento fondamentale con cui relazionarsi”.




Giuseppe Verdi: cultura e turismo, un progetto per valorizzarlo

A Piacenza cresce l’impegno per valorizzare la figura di Giuseppe Verdi, non solo come compositore ma anche come uomo di grande spessore morale e filantropico. Il Comitato nazionale “Giuseppe Verdi, la sua epoca, la sua terra” sta promuovendo un’iniziativa ambiziosa, volta a dare al Maestro il riconoscimento che merita nel panorama culturale e turistico italiano.

Il comitato ha avviato una serie di collaborazioni e sinergie per ampliare la portata del progetto, andando oltre i confini locali e mirando a un riconoscimento nazionale. Un aspetto centrale dell’iniziativa è la creazione di un brand e di un’immagine identitaria del comitato stesso, un lavoro che coinvolge istituzioni scolastiche e tecniche, sia nazionali che europee. Tra le realtà coinvolte vi è già il Liceo Artistico Cassinari di Piacenza, che ha avviato un percorso per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), e altre scuole provinciali e di Busseto potrebbero essere incluse nel progetto.

Fondamentale anche il coinvolgimento delle istituzioni locali. Il comitato collabora con l’assessore alla cultura di Piacenza, Christian Fiazza, oltre che con il sindaco e l’assessore del comune di Villanova sull’Arda, dove si trova Villa Sant’Agata, storica residenza di Verdi. I territori legati alla vita e all’attività del Maestro saranno al centro di un concorso di idee già avviato, volto a riscoprirne il valore e la memoria.

Un ulteriore passo del progetto è quello di rendere i cittadini protagonisti del processo decisionale. Si sta valutando la possibilità di sottoporre gli elaborati finali del concorso al giudizio del pubblico, in una formula partecipativa che permetta ai piacentini di esprimere la propria opinione sulle opere selezionate da una giuria di esperti in grafica e arti visive. L’obiettivo è sensibilizzare la cittadinanza sul patrimonio verdiano e accelerare la riapertura di Villa Verdi, favorendo una maggiore attenzione alla conservazione di materiali e arredi storici.

Tra le iniziative in programma vi è anche l’organizzazione di una mostra dedicata a cimeli, documenti e lettere originali di Verdi, materiali messi a disposizione da collezionisti privati. Questa esposizione potrebbe culminare in un’asta rivolta ad appassionati e collezionisti, i cui proventi – detratte le eventuali spettanze ai proprietari – potrebbero confluire in un fondo per il restauro e la gestione di Villa Verdi. Un’altra ipotesi in esame è destinare parte del ricavato alla realizzazione di un monumento dedicato a Verdi a Piacenza, con una possibile collocazione davanti al Teatro Municipale.

Il comitato auspica che queste iniziative possano svolgersi con il sostegno delle istituzioni locali e di figure chiave della cultura piacentina. L’idea è che la valorizzazione di Verdi possa essere anche un’opportunità di rilancio turistico e culturale per la città e per il territorio circostante. Inoltre, il progetto vuole coinvolgere le giovani generazioni, affinché possano conoscere meglio la figura di Verdi e il suo lascito.

Chiunque sia interessato a contribuire o a fornire materiali storici può rivolgersi al Comitato “Giuseppe Verdi, la sua epoca, la sua terra”, con sede a Piacenza in via R.Ancillotti e una filiale già attiva a Busseto in Corso Roma (Mail: giampietro.comolli@gmail.com).




Sette nuove botteghe storiche a Piacenza

Sono state consegnate in questi giorni, a sette attività commerciali, ricettive e artigianali cittadine, le vetrofanie che certificano l’iscrizione all’Albo delle botteghe storiche del Comune di Piacenza. L’assessore al Marketing Territoriale Simone Fornasari – affiancato, in alcune occasioni dal sindaco Katia Tarasconi – ha fatto visita a tutte le realtà che hanno ricevuto il riconoscimento, vero e proprio marchio che attesta la longevità dell’esercizio, l’esperienza professionale e il solido legame di fiducia instaurato, nel tempo, con la comunità locale.

Prima tappa alla merceria Berté di via Farnesiana, che la titolare Franca Berté gestisce dal 1972, servendo personalmente la clientela ancora oggi, “con la stessa passione dei primi anni” nel consigliare gli articoli di maglieria, biancheria intima e per esterni per uomo, donna e bambini. Il negozio stesso, con l’ingresso, la vetrina e gli arredi originali degli anni ’70, racconta una storia lunga e intensa, che ha saputo adattarsi nel tempo al susseguirsi delle mode e alle nuove richieste di un mercato in costante evoluzione.

E’ invece specializzata in prodotti per ufficio, software e hardware – che da sempre caratterizza il brand Buffetti – la cartolibreria che la famiglia Scherz gestisce da oltre cinquant’anni, da quando il signor Charles Scherz avviò l’attività il 2 gennaio 1974 nei locali di via IV Novembre 46/52. Nel 2000 il trasloco presso la sede attuale, al pressoché adiacente civico 54/c, in continuità con una solida tradizione che ha reso l’attività un punto di riferimento nel settore.

Foto di gruppo dietro al bancone del bar Mirabilia, in viale Dante 34, tra specialità dolci e salate che nel 2008 sono valse al locale la recensione sulla Guida Bar d’Italia di Gambero Rosso per i celebri tramezzini, proposti con pane fresco di giornata in oltre sessanta varietà. Un’eccellenza la cui tecnica di preparazione fu importata a Piacenza dal Regno Unito da Pietro Cavozzi, che fondò l’attività nel 1978, originariamente nel condominio Mirabilia da cui prese il nome (tra piazzale Genova e via IV Novembre), per poi trasferirsi, coadiuvato dal figlio Maurizio, al civico 21 di viale Dante nel 1997, in locali più spaziosi, cedendo l’attività nel 2008 agli attuali proprietari, Romina Tosi e Nicola Domeneghetti.

Ad attendere gli amministratori comunali c’era una torta preparata appositamente per l’occasione alla pizzeria Bella Napoli in via Emilia Pavese 98, dove Giuseppe e Michele Amatruda gestiscono dal 1989 l’attività di ristorazione di cui hanno preso le consegne dal papà Alfonso Amatruda, che ha voluto essere presente insieme alla moglie Anna per celebrare l’orgoglio e l’emozione di questo traguardo così significativo per tutta la famiglia: le mogli dei titolari Carmen e Nunzia, i figli Anna, Maria, Antonio, Martina ed Enrico, ma anche i 40 dipendenti – tra personale fisso e a chiamata – alcuni dei quali sono parte dello staff da oltre 20 e persino 30 anni, come Gerardo, Anna, Giusi, Mimmo, Carla, Salvatore Nello, Pietro, Matteo e Paolo.

Nella mattinata odierna, il tour tra gli storici esercizi cittadini è iniziato all’Antica Salumeria Garetti di piazza Duomo, che dal 1938 mantiene non solo l’insegna originale con il nome della famiglia fondatrice, le vetrine e gli interni dell’epoca, ma con continuità ha attraversato i decenni e il passaggio di consegne nella gestione, oggi in capo a Pietro Moro, mantenendo il proprio presidio di eccellenza nel promuovere e valorizzare le tipicità gastronomiche del territorio.

Aroma inconfondibile in via Sant’Antonino 32, dove oggi ha sede la “Casa del caffè” fondata nel 1934 in via Garibaldi dal signor Luigi Musetti, successivamente trasferitasi in viale Sant’Ambrogio prima dell’attuale collocazione, come rivendita e vetrina d’eccellenza del brand Musetti apprezzato in tutta Italia. Brindisi con tazzina insieme al patron dell’azienda, Guido Musetti e al presidente di Unione Commercianti Raffaele Chiappa, anch’egli presente in alcune delle attività coinvolte insieme al direttore Gianluca Barbieri.

Conclusione alla Veggioletta, in via Jacopino Reggi 19, per la ditta Fratelli Tansini, che agli inizi del ‘900 i fratelli Giovanni ed Edoardino avviarono come falegnameria in via Re Umberto (l’odierna via Calzolai), trasformandola dal 1950 in un punto vendita che, per esigenze di spazio, ha dovuto trasferirsi al di fuori del centro storico, mantenendo intatta l’attenzione alle esigenze dei clienti e il costante connubio tra tradizione e innovazione nel commercio dei prodotti del settore, oggi sotto l’egida di Andrea Tansini.




«Giornalismo piacentino in buona salute ma nell’informazione non si investe abbastanza»

Il giornalismo piacentino? Tutto sommato in salute, con una storia importante alle spalle che ha punti in comune con il presente. Tutto bene, dunque? Non proprio. I problemi ci sono e le incognite sul futuro della professione e dei giornali non mancano. Questo, in estrema sintesi, quanto emerso nel corso del partecipato incontro promosso dalla Banca di Piacenza sul tema, che si è tenuto al PalabancaEventi e che ha avuto come protagonisti i giornalisti Eleonora Bagarotti, Emanuele Galba, don Davide Maloberti, Giovanni Volpi. Punto di partenza della chiacchierata, il libro “Storia del giornalismo piacentino dall’Ottocento ai primi anni Duemila” (Edizioni Tip.Le.Co.), scritto da Enio Concarotti (storica firma piacentina, nerista e critico d’arte, inviato in Sud America, a lungo collaboratore di Libertà e anche di Bancaflash) poco prima di morire, il giorno di Natale del 2010, a 87 anni. Volume che è stato riservato a tutti gli intervenuti.
Emanuele Galba (Banca di Piacenza) ha introdotto l’argomento facendo una breve sintesi del contenuto della pregevole opera di Concarotti, ricordando che il vero e proprio giornalismo piacentino nasce nel 1848, ai tempi di Piacenza Primogenita, con L’Eridano e Il Tribuno del Popolo e che non a caso l’uscita di questi giornali aveva coinciso con la liberazione dalle dominazioni straniere, «perché dove non c’è libertà non c’è libera stampa». Date da ricordare – tra le tante – il 1883 (nascita Libertà), il 1910 (viene fondato Il Nuovo Giornale), il 1961 (fa la sua comparsa il settimanale Piacenza Oggi, giorno di uscita il lunedì, quando ancora il quotidiano di via Benedettine non era in edicola), il 1972 (Tuttigiorni di Vito Neri, settimanale del sabato), il 1983 (Corriere Padano), il 1986 (nasce Bancaflash, da un’idea di Corrado Sforza Fogliani), il 1988 (Gazzetta di Piacenza), il 2002 (apre il quotidiano La Voce Nuova di Piacenza) e il 2003 (La Voce passa il testimone a La Cronaca).
Nel libro l’autore dedica una sezione ai protagonisti e alle protagoniste del giornalismo piacentino. Tra queste, viene citata Eleonora Bagarotti, da ieri caposervizio della redazione Cultura e Spettacoli di Libertà che – in collegamento da Londra, dove ha realizzato alcune interviste per la rubrica Libertà Rocks – ha ricordato di aver vissuto in gioventù nella capitale britannica per quattro anni «più due facendo avanti e indietro» e collaborando per alcuni magazine di musica rock, la sua grande passione. «In realtà facevo l’insegnante e mai mi sarei aspettata, a 35 anni, di cambiare e di accettare il lavoro giornalistico. Un mestiere dove non ti annoi mai, ma non semplice». La giornalista (figlia di Nello, indimenticato redattore e critico d’arte di Libertà) ha quindi citato colleghe che si sono fatte e si fanno onore come Carmen Artocchini, Paola Romanini, Patrizia Soffientini «e tutti i collaboratori e le collaboratrici che sono le “vene” di un giornale» e giudicato con favore la presenza di tante testate perché «la ricchezza di informazioni è fondamentale». In chiusura, un bell’esempio di amore filiale: «Penso spesso a mio padre, che ho perso molto presto, quando sto facendo un pezzo e gli chiedo: “Tu come lo scriveresti?”».
Don Davide Maloberti (da 25 anni direttore responsabile del settimanale cattolico Il Nuovo Giornale) ha ricordato la presenza della Diocesi nel mondo della comunicazione, oltre che con il settimanale che vanta 115 anni di storia, anche con il sito, una web Tv, il settimanale La Trebbia e il centro televisivo di Bedonia. «I giornali – ha osservato don Maloberti – devono unire e non dividere e comunque la differenza la fanno le persone. Il Nuovo Giornale ha formato generazioni di giornalisti: Pierluigi Magnaschi, Beppe Recchia, Pietro Visconti, Luigi De Biase, anche collaboratore de La Cronaca, Filippo Manvuller, ora capo ufficio stampa della Camera dei Deputati». Il sacerdote-giornalista ha poi reso omaggio a altre figure di rilievo, come don Ersilio Tonini, direttore del settimanale della Diocesi dal 1947 al 1953 («epiche le sue battaglie contro i comunisti»), don Franco Molinari («grande studioso»), Fausto Fiorentini («un maestro, ci ricordava sempre le buone regole che aveva imparato da Ernesto Prati ed Ernesto Leone: facciamoci sempre venire dei dubbi e mettiamoci dalla parte dei lettori»).
Giovanni Volpi (direttore responsabile de ilmiogiornale.net) ha dal canto suo dimostrato l’importanza del giornalismo piacentino citando alcune punte di diamante (Alberto Cavallari e Pierluigi Magnaschi su tutti) e un emergente, Alessandro Rovellini, direttore di Today.it del Gruppo Citynews, di cui fa parte la testata Il Piacenza. «Leggendo il libro di Concarotti – ha argomentato il giornalista ex Sole 24Ore e già direttore di periodici Mondadori – si scoprono le radici profonde del giornalismo piacentino, secondo me in salute rispetto ai contenuti e alle tante voci presenti e ci si specchia in storie che hanno molto in comune con ciò che succede oggi: nel dopoguerra attorno a Libertà nascono nuove testate e ora è un po’ la stessa cosa». Parlando dell’informazione online, Volpi ne ha spiegato i vantaggi: la leggi ovunque nel mondo, consente di scrivere di più e attraverso i link si possono pubblicare interi documenti; l’altra faccia della medaglia è che i guadagni li hai solo dalla raccolta pubblicitaria. «La sfida oggi è quella dell’integrazione dei mezzi (cartaceo, online, Tv, radio) nella consapevolezza che la realtà per i giornali di carta, anche quelli locali, è sempre più difficile. Secondo un’indagine Censis meno di 22 persone su 100 al giorno leggono un cartaceo. L’online sta crescendo perché è uno strumento comodo. «Il tema vero però – ha concluso il direttore de ilmiogiornale – è che nell’informazione si investe poco. Oggi un collaboratore guadagna in media 10 euro a pezzo. L’informazione è un valore, ma come fai a formare nuovi giornalisti se non gli permetti di campare? Il pericolo è di finire nelle mani dell’AI con il rischio di perdere in qualità. La professione, quindi, va sostenuta».
Emanuele Galba ha chiuso l’incontro invitando i presenti a riflettere sul concetto di pluralismo, collegandolo alla nascita del secondo quotidiano a Piacenza nel 2002 dopo l’asta che aveva assegnato la proprietà della Libertà a Donatella Ronconi che, accordandosi con il Gruppo Espresso, aveva di fatto dato una precisa connotazione politica al quotidiano della città, spingendo un gruppo di imprenditori e professionisti a fondare un altro quotidiano che desse voce a quella parte di Piacenza che non si sentiva più rappresentata. «La Voce e a seguire La Cronaca – ha detto Galba – hanno garantito per un decennio il pluralismo dell’informazione. Oggi questo compito fondamentale è affidato alle testate online che non saranno mai troppe: la concorrenza va accettata per migliorarsi e più voci sono garanzia di libertà».




Morto il diacono Pierluigi Marchionni

Nell’odierna mattinata, è deceduto improvvisamente il diacono Pierluigi Marchionni.
Nato il 18 febbraio 1947 a Piacenza, è stato ordinato diacono il 26 maggio 1985.
Era coniugato con Anna e padre di Paolo. Fin dall’inizio del suo ministero, ha svolto con passione e disponibilità il servizio di Cerimoniere vescovile e di Collaboratore pastorale nella parrocchia di San Paolo.
I funerali, presieduti dal Vescovo emerito Gianni Ambrosio, si svolgeranno venerdì 4 aprile alle ore 11.00 nella chiesa parrocchiale di San Paolo Apostolo in città.
Domani sera, giovedì 3 aprile, alle ore 20.30, nella stessa chiesa parrocchiale, si terrà la veglia di preghiera.

Nella foto di Alexdechi la chiesa di San Paolo a Piacenza




Soresi: “Esami per la patente da moto bloccati da quasi due mesi”

“Il piazzale di Viale dell’Agricoltura, utilizzato dalle scuole guida – su autorizzazione del Comune di Piacenza – per gli esami necessari al conseguimento della patente per la guida di motocicli risulta occupato da ormai due mesi: prima dal Circo Orferi, ora dal Motor Show”. Così Sara Soresi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale, a commento dell’interrogazione a risposta scritta appena depositata.

“Le scuole guida – evidenzia Soresi – non hanno ricevuto nessuna comunicazione preventiva sull’occupazione del piazzale, venendone a conoscenza solo recandosi sul posto. Questa situazione sta causando l’interruzione degli esami da metà febbraio, costringendo gli aspiranti motociclisti ad effettuare ulteriori guide, con ovvie conseguenze in termini di tempistiche e costi”.

La capogruppo chiede quindi all’Amministrazione comunale di chiarire, anzitutto, le ragioni della mancata comunicazione, alle scuole guida, dell’occupazione del piazzale e, secondariamente, se sia stato individuato un piazzale alternativo e, in caso affermativo, i motivi per i quali non sia ancora stato reso disponibile alle scuole guida e quando lo sarà.




Alla Baia del Re il murales “del bosco” dipinto da 10 giovani francesi

Sopralluogo al cantiere artistico di via Macellari, alla Baia del Re, dove gli assessori Francesco Brianzi e Matteo Bongiorni hanno portato, stamani, il saluto e il ringraziamento dell’Amministrazione comunale per il lavoro di riqualificazione delle arcate di ingresso da via Beati che un gruppo di 10 apprendisti francesi, ospiti della Scuola Edile di Piacenza grazie a un progetto Erasmus con le omologhe realtà di Marsiglia, Tolone ed Aix en Provence, sta realizzando insieme all’associazione Fuori Serie, nell’ambito del progetto “UAU PC! Urban Art Unites Piacenza” cofinanziato dal Fondo per il potenziamento di iniziative di sicurezza urbana del Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

Il murales che sta nascendo ripropone le sagome della fauna che un tempo popolava l’area dell’ex Unicem e si intitola “Guardando le stelle dal bosco lancio desideri”, dando vita ai versi di un haiku di Miriam Stefanoni, garante per i diritti della persona con disabilità del Comune di Piacenza, che risiede nella zona e, insieme a un gruppo di abitanti, ha portato all’attenzione dell’Amministrazione il portale di accesso al parco in condizioni di decadimento. Come ha ricordato Veronica Cavalloni, presidente di Fuori Serie, sarà un’opera non solo poetica ma anche amica dell’ambiente, grazie all’utilizzo delle pitture speciali Airlite in grado di abbattere l’inquinamento atmosferico. Gli artisti coinvolti sono Luka Monkaleano, Rahini Nirmani e Andrea Alejandra Armijos Salazar.

“Un progetto che unisce arte, sostenibilità, partecipazione e il valore della dimensione europea”, ha sottolineato l’assessore Brianzi, ringraziando tutti i soggetti coinvolti rimarcando l’impatto positivo dell’iniziativa sul quartiere, “nello spirito e nella direzione del bando UAU che non a caso è stato segnalato, nei mesi scorsi, tra le buone pratiche selezionate e presentate a livello nazionale da Asvis – Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. Nel corso dell’anno inaugureremo altri murales in città, sempre nell’ottica della rigenerazione urbana come veicolo di coesione e inclusione sociale, ricordando che la cura e il decoro degli spazi pubblici aiutano a generare senso di appartenenza, amore per il territorio e responsabilità condivise nel prevenire il degrado”. Parole cui hanno fatto eco quelle del vice sindaco Matteo Bongiorni, che ha evidenziato l’importanza di restituire alla collettività aree fruibili, sicure e gradevoli da vivere insieme, cogliendo le sensibilità e le esigenze dei residenti.

Il presidente della Scuola Edile, Matteo Raffi, presente insieme al direttore Gianluigi Molinari e alla responsabile dei Progetti Europei Cristina Bianchi, ha espresso soddisfazione per un percorso formativo che non solo consente ai giovani coinvolti di vivere un’esperienza di crescita professionale, ma anche di lasciare un segno, una traccia permanente alla città. Entusiasmo condiviso da docenti e allievi della compagine francese, anche per la relazione instaurata con abitanti della zona e cittadini di passaggio, che spesso si fermano per una fotografia o un incoraggiamento.

La fase artistica in corso è stata preceduta dal lavoro di intonacatura svolto, sempre sotto l’egida della Scuola Edile, da un gruppo di giovani richiedenti asilo nell’ambito di un corso di formazione in collaborazione con la cooperativa sociale L’Ippogrifo.




Scarpa vecchia fa buon gioco. Le scarpe dei postini diventano pavimenti per i parco giochi

Grazie alla creatività e all’impronta ecologica di otto dipendenti di Poste Italiane è nata l’idea di riciclare le calzature antinfortunistiche in dotazione ai portalettere e al personale dei centri di recapito per convertirle nelle piastrelle antitrauma che rivestono le aree dedicate ai bimbi. Mettendo insieme professionalità e conoscenze, i promotori del progetto, che ha preso il nome di Scarpa vecchia fa buon gioco, hanno fatto in modo che questo processo potesse essere integrato nell’articolata organizzazione della logistica di Poste.

In questo virtuoso progetto partecipa tutto il personale di Poste Italiane applicato sui centri di distribuzione di Piacenza e provincia, ovvero Piacenza Recapito Marconi, Fiorenzuola d’Arda, Castel San Giovanni e Podenzano.

Nella trasformazione, la funzione del materiale non cambia: dal lavoro al gioco, sempre di sicurezza si tratta. Se una volta proteggevano i lavoratori, ora la gomma e il poliuretano tutelano i bimbi durante i loro giochi sfrenati. «Prima ci camminavi dentro, ora ci cammini sopra»: questo lo slogan utilizzato per far conoscere tra i dipendenti l’iniziativa. Proprio la scorsa settimana dal centro di distribuzione di Piacenza, che si trova in via Giuseppe Allevi 10, è partito una prima commessa con centinaia di scarpe usate pronte ad intraprendere una nuova vita.

«Sono contento insieme ai colleghi di poter contribuire ad un’attività di riciclo così intelligente e utile – dichiara Vincenzo Sorrentino, responsabile del centro di distribuzione di Piacenza -. Sapere che le nostre vecchie scarpe diventeranno il pavimento di qualche parco giochi per bambini è straordinario: guidiamo mezzi green, rispettiamo direttive rigorose sulla raccolta differenziata e vedere con i nostri occhi il frutto dell’attività di riciclo alla quale partecipiamo con entusiasmo ci rende orgogliosi di far parte della famiglia di Poste, che dimostra con fatti concreti di essere un’azienda impegnata nella tutela dell’ambiente. Abbiamo deciso di recuperare le calzature antinfortunistiche arrivate a fine vita che Poste fornisce ai portalettere e al personale impiegato negli stabilimenti logistici e la trasformazione di queste in materiale per la pavimentazione antiurto in dotazione ai parchi giochi per bambini come quelli che si trovano nei nostri asili aziendali Poste Bimbi a Roma e a Bologna – prosegue Sorrentino -. Le calzature vengono raccolte ogni due mesi nei centri dislocati sul territorio piacentino e trasportate presso il centro di smistamento della corrispondenza di Ancona, dove un’impresa specializzata in gestione, raccolta, riciclo e trasformazione dei rifiuti le preleva e le prepara per un nuovo utilizzo».

Scarpa vecchia fa buon gioco è un vero progetto di economia circolare. Ogni anno vengono riciclate ben 25.000 paia di scarpe di Poste italiane, che ha scelto come partner per questa iniziativa l’unica azienda in Italia che ricicla calzature: dalla separazione delle componenti alla triturazione delle suole in gomma che, diventate trucioli e poi ricompattate servono a creare le mattonelle antitrauma ad incastro spesso utilizzate nei parchi pubblici nelle aree giochi per i bambini.

Il riciclo e la conseguente riduzione dell’impatto sulle discariche italiane fanno di Scarpa vecchia fa buon gioco un fiore all’occhiello della transizione green a cui Poste Italiane vuole contribuire in modo deciso. La transizione verde, un complesso percorso di cambiamento delle abitudini di produzione, consumo e vita, ha come obiettivo l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 entro il 2050, con l’aumento dell’efficienza energetica di consumi e di produzione da un lato e la sostituzione di combustibili e carburanti fossili con alternative rinnovabili dall’altra. In questo contesto, Poste italiane mira a portare a zero le sue emissioni di gas serra entro il 2030, con 20 anni di anticipo sul resto d’Europa e del mondo. In più, con l’aiuto dei propri dipendenti, si impegna a sviluppare idee nell’ambito dell’innovazione sostenibile.




La Piacenza che ci Piace. Tantissima gente in centro per la festa dei fiori

La Piacenza che ci Piace. Complice una bellissima giornata primaverile, quella appena trascorsa è stata davvero una domenica da ricordare. Un successo che ci insegna come per rivitalizzare il centro cittadino non servano strapagati consulenti di marketing e mirabolani attrazioni. Bastano idee semplici in grado di intercettare gli interessi della gente, offrendo loro la possibilità di uscire e fare due passi. Il tutto nonostante i quasi inesistenti parcheggi a ridosso della zona nord della città. Questa è la strada giusta e semplice da seguire!
Piacenza in Fiore ha trasformato il centro storico in un grande giardino a cielo aperto e nella giornata di domenica 30 marzo ha fatto registrare un’affluenza eccezionale: tantissimi i visitatori che, attratti dai colori e dai profumi della primavera, hanno passeggiato tra gli stand florovivaistici e riscoperto la bellezza di Piacenza in fiore e in festa.
A rendere il pomeriggio ancora più speciale, due eventi clou che hanno conquistato il pubblico:
La parata degli artisti di strada “Poesie en fleur”, che ha incantato grandi e piccoli con performance poetiche e suggestive tra le vie del centro.
Riuscito anche il concerto del Piacenza Jazz Club, con il gruppo Belle Histoire e i ballerini di Lindy Hop. Piazza Cavall si è trasformata in una pista swing a cielo aperto.
Successo, in Piazzetta Plebiscito, per lo street food agricolo di Coldiretti e Campagna Amica ha offerto prodotti provenienti da tutta Italia e specialità tipiche e genuine.
L’evento è stato organizzato dai Mercanti di Qualità in collaborazione con il Comune di Piacenza, con il supporto di IREN, Coldiretti Piacenza, Vita in Centro a Piacenza, Confcommercio Piacenza, Banca di Piacenza, G&G Pet Food, Metronotte Vigilanza, Reale Mutua Piacenza, Radio Sound Piacenza, Mazal e Orsi 1944.
La comunicazione è stata curata da RARA Digital Boutique.




Piacenza in Fiore batte la pioggia

La prima giornata di Piacenza in Fiore si è aperta oggi, sabato 29 marzo, tra il profumo dei fiori e l’entusiasmo dei visitatori. Nonostante il cielo nuvoloso e qualche goccia di pioggia, l’evento ha registrato un costante afflusso di persone, confermandosi come un appuntamento molto atteso per la città e per i tanti appassionati di natura, artigianato e buon cibo. Fiori, piante, colori, musica e sorrisi hanno animato le vie del centro storico, regalando a cittadini e turisti una giornata all’insegna della bellezza e della primavera.
Appuntamento a domani, domenica 30 marzo, per una giornata incredibile che coinvolgerà alcune delle principali piazze e vie del centro storico di Piacenza: Piazza Duomo, Piazza Cavalli, Piazzetta Plebiscito e le strade limitrofe si trasformeranno in un meraviglioso giardino fiorito, animato da esposizioni di florovivaisti, spettacoli, laboratori e degustazioni.

Gli eventi
I visitatori potranno perdersi tra i banchi di florovivaisti provenienti da tutta Italia in Piazza Duomo, scoprire le eccellenze dell’artigianato Made in Italy con i Mercanti di Qualità in Piazza Cavalli, e gustare le delizie a km 0 offerte dal Mercato Contadino e dallo Street Food Agricolo di Campagna Amica in Piazzetta Plebiscito.
Tra gli appuntamenti più attesi, lo spettacolo itinerante “Poésie en fleur”, una suggestiva parata di trampolieri e artisti ballerini che domenica pomeriggio animerà le vie del centro, e il coinvolgente Concerto “Lindy Hop in fiore” con il quintetto “Belle Histoire” e la partecipazione dei ballerini di Big Dance Beat Studio, all’interno della programmazione del Piacenza Jazz Fest.

Spazio ai più piccoli e alle attività no profit
Bambini e famiglie potranno partecipare alle Mini Olimpiadi, ai laboratori a tema botanico e alle numerose attività ludico-educative. Piacenza in Fiore darà inoltre spazio alla solidarietà con iniziative benefiche promosse da associazioni locali come La Casa di Iris, Croce Bianca e Assofa.

Informazioni
L’evento è organizzato dai Mercanti di Qualità in collaborazione con il Comune di Piacenza, con il supporto di IREN, Coldiretti Piacenza, Vita in Centro a Piacenza, Confcommercio Piacenza, Banca di Piacenza, G&G Pet Food, Metronotte Vigilanza, Reale Mutua Piacenza, Radio Sound Piacenza, Mazal e Orsi 1944.