L’associazione Altvelox contro i box arancioni di Piacenza: “Progetto ingannevole”

I box arancioni installati da pochi giorni dall’amministrazione comunale di Piacenza continuano a fare discutere. Ed ora si aggiunge la voce di Altvelox, associazione nota per le sue campagne “radicali” contro gli autovelox e i dispositivi elettronici di controllo, che ha messo nel mirino il progetto “Attenta-Mente” in corso nel Comune di Piacenza. Al centro della contestazione, l’installazione dei box arancioni su pali stradali, simili a postazioni autovelox ma nella maggior parte dei casi privi di dispositivi attivi. In pratica uno solo dei box sarebbe a rotazione dotato di misuratore di velocità, in grado di fare multe, mentre gli altri sarebbero “specchietti per le allodole”. Indubbiamente, dall’inizio della sperimentazione, molti automobilisti davanti a questi box rallentano vistosamente (a volte anche in maniera improvvisa, rischiando di provocare tamponamenti)

Secondo l’associazione, il sistema – affidato a una società privata specializzata in questo settore – si fonderebbe su un espediente psicologico: far credere agli automobilisti di essere sottoposti a controllo continuo per indurli a rallentare. Una strategia che Altvelox bolla come «mistificazione» e che, a suo giudizio, violerebbe i principi fondamentali di trasparenza, correttezza e proporzionalità dell’azione amministrativa.

L’associazione ha annunciato che presenterà a breve un esposto alla Procura della Repubblica di Piacenza, ipotizzando irregolarità sotto diversi profili: dall’affidamento alla gestione tecnica, fino alla legittimità dell’intero impianto. «Anche se non vengono emesse sanzioni – spiegano – installare strutture che simulano un controllo elettronico può integrare una violazione dei principi di legalità e buona fede».

Particolarmente critico anche l’aspetto scientifico del progetto. Altvelox sottolinea come il materiale divulgativo faccia riferimento a una generica “psicologia del traffico”, ma senza fornire studi validati, fonti accademiche, o l’identità dei professionisti coinvolti.

Non è la prima volta che l’associazione solleva dubbi su iniziative di questo tipo. Le sue battaglie – spesso condotte con toni duri e iniziative mediatiche – hanno alimentato un ampio dibattito nazionale sul confine tra prevenzione e inganno in materia di sicurezza stradale e si è arrivato anche a querele e contro querele, denunce nei confronti di sindaci e Comuni mentre a sua volta l’associazione è stata denunciata dal prefetto di Belluno e per questo la sede perquisita dalla Digos. Le battaglie contro i velox ritenuti irregolari però continuano e questa volta nel mirino c’è appunto la nostra città.

«Se il fine è legittimo – conclude Altvelox – anche i mezzi devono esserlo. L’educazione stradale si persegue con strumenti omologati, verificabili e basati su fondamenti scientifici, non con dispositivi vuoti e messaggi ambigui. La sicurezza non si costruisce sulla paura, ma sulla legalità».

Qui il comunicato integrale dell’associazione 




Grazie alla generosità di tanti la Misericordia di Piacenza lunedì riparte con i suoi servizi

La Misericordia di Piacenza tornerà ad essere operativa da dopodomani, lunedì 21 luglio, riprendendo i servizi ordinari. Questo grazie alla rapidissima risposta che è arrivata dalla federazione regionale delle Misericordie che conta su diciassette associazioni territoriali. A Piacenza arriveranno così due pulmini ed un veicolo per disabili dotato di pedana messi a disposizione dalle Misericordie oltre ad un’ambulanza che saà invece fornita gratuitamente dalla Orion di Calenzano (FI), azienda specializzata proprio nell’allestimento e commercializzazione di mezzi di soccorso.

Questa mattina intanto i vertici del Comitato provinciale di ANPAS Piacenza hanno incontrato presso la sede della Confraternita di Misericordia di Piacenza, il Presidente della Federazione regionale delle Misericordie, accompagnato da una delegazione della confraternita emiliano-romagnola. La visita della delegazione, è stata l’occasione per consegnare i nuovi mezzi che andranno a sostituire quelli distrutti nel recente incendio che ha colpito la sede piacentina della Misericordia.
Ad accogliere la delegazione, guidata da Israel De Vito, oltre ai vertici della Misericordia Piacentina, per ANPAS erano presenti Paolo Rebecchi, coordinatore provinciale di ANPAS Piacenza, insieme a Claudia Boselli e Gabriele Toloni, membro della Direzione di ANPAS Emilia-Romagna. Un incontro denso di significato, nel quale non solo è stato ribadito il sostegno concreto e morale alla Confraternita colpita, ma si è anche riflettuto su temi comuni alle due reti associative che collaborano da tempo in varie parti d’Italia.
Durante il confronto, Rebecchi – intervenuto anche in qualità di rappresentante della Direzione nazionale ANPAS – ha espresso la piena vicinanza del mondo del volontariato piacentino alla Misericordia, sottolineando come il movimento continui a restare unito e
pronto ad affrontare insieme le difficoltà.
«ANPAS, Croce Rossa e Misericordia – ha dichiarato Rebecchi – continueranno a essere unite, al servizio della comunità della provincia di Piacenza. La nostra forza è nella coesione e nella solidarietà, specialmente nei momenti più difficili».
L’incontro si è concluso con uno scambio di ringraziamenti e l’impegno reciproco a mantenere viva e operativa la rete del volontariato sul territorio, a tutela dei cittadini e del
bene comune.

Raccolte fondi a favore della Misericordia Piacenza

Prosegono intanto le raccolte fondi a favore della Misericordia di Piacenza. Quella lanciata su gofundme dalla ex volontaria Annalisa Piva  ha già raccolto oltre 20 mila euro. Anche la Round Table ha lanciato un’altra raccolta similare  sempre su gofundme.

Inoltre è possibile effettuare una donazione (erogazioni liberali) direttamente a favore della Misericordia (detraibile al 19% da Irpef)




Nuovo Polisportivo, approvato il progetto di fattibilità

Passaggio decisivo verso la realizzazione del nuovo Polisportivo di Piacenza. La Giunta comunale ha approvato il Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE), atto che consente ora di avviare le procedure per la gara pubblica che porterà all’assegnazione dei lavori.
Si tratta di uno dei progetto molto atteso per la città, con un investimento complessivo di circa 17,7 milioni di euro, che sarà realizzato in partenariato pubblico-privato (PPP). La quota pubblica, pari a 9,8 milioni di euro, sarà finanziata grazie a un mutuo con l’Istituto per il Credito Sportivo e a un contributo regionale di 1,5 milioni di euro.
“Con l’approvazione del progetto – sottolinea il sindaco Katia Tarasconi – portiamo Piacenza più vicina a un’opera strategica non solo per lo sport ma per la città in generale. Il nuovo Polisportivo sarà un luogo vivo e inclusivo, a disposizione dei giovani ma anche dei meno giovani. Lo sport è salute, socialità e crescita per la comunità intera; da qui l’impegno a restituire a Piacenza un impianto all’altezza delle esigenze di oggi e di domani”.
Il nuovo Polisportivo Franzanti, infatti, sarà molto più di un centro sportivo tradizionale: il progetto prevede la realizzazione di piscine coperte e all’aperto, una vasca olimpionica utilizzabile tutto l’anno grazie a una copertura removibile, palestre e spazi per il fitness e il wellness, campi da padel, tennis e polivalenti, sia indoor che outdoor. Saranno realizzati anche percorsi pedonali e aree verdi, un centro medico e persino un asilo nido che renderanno questo luogo un vero e proprio polo di aggregazione sociale e intergenerazionale.
Particolare attenzione è stata riservata alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica: l’impianto sarà dotato di sistemi avanzati per la riduzione dei consumi e l’abbattimento delle emissioni di CO₂, con una diminuzione stimata del 60% rispetto all’attuale configurazione. Sono previsti anche il recupero delle acque meteoriche e l’utilizzo di energie rinnovabili.
PFTE approvato dunque, e ora gli uffici stanno predisponendo gli atti di gara che sarà bandita nelle prossime settimane. La gestione dell’impianto sarà affidata per trent’anni al soggetto privato aggiudicatario, con un modello di partenariato che consentirà di garantire servizi di qualità e una manutenzione continua senza pesare sulle casse comunali.




Misericordia Piacenza: dopo l’incendio, la raccolta fondi

Sono già oltre duecento i piacentini che hanno effettuato una donazione sulla piattaforma Gofundme  a favore della Misericordia di Piacenza dopo l’incendio che ha devastato il garage alla Besurica, distruggendo l’intero parco mezzi dell’associazione (si è salvato solo un pulmino che era all’esterno per un servizio). La raccolta fondi lanciata da una ex volontaria, Annalisa Piva, ha già raggiunto 11.591 euro ed ha come obiettivo quello di arrivare a quota 50 mila euro.

Non si tratta di un’iniziativa della Misericordia bensì di una raccolta spontanea partita direttamente da persone che hanno a cuore l’associazione.

Aggiornamento ore 23 del 18 luglio.
Raccolti 17.896€ donati da 376 persone




Tarasconi incontra il ministro Piantedosi ed esprime perplessità per il trasferimento del prefetto Ponta

Come era prevedibile l’inatteso spostamento del prefetto Ponta da Piacenza alla nuova sede di Lecco è stato uno dei leitmotiv dell’odierna riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuta nel palazzo del Governo alla presenza del ministro degli Interni Matteo Piantedosi e del capo della Polizia di Stato Vittorio Pisani. Il valzer delle poltrone che porterà nella nostra città un’esperta funzionaria di Stato, la dottoressa Patrizia Palmisani, fino a ieri prefetto di Monza, non è piaciuto al sindaco di Piacenza Katia Tarasconi che non ha mancato di sottolinearlo nell’incontro con Piantedosi. Del resto il feeling che si era creato fra il primo cittadino ed il prefetto uscente era noto ed anzi aveva anche creato alcuni malumori politici in seno alle opposizioni, come quando Katia Tarasconi ed il segretario comunale Canessa si recarono in visita da lui per la vicenda della procedura di interdittiva antimafia legata al cantiere di piazza Cittadella. Nell’occasione il prefetto rilasciò una dichiarazione netta, che non tutti si sarebbero aspettati (“Allo stato la società concessionaria non risulta destinataria di alcun provvedimento interdittivo”). 
Insomma, al di là dell’aplomb che la diplomazia istituzionale impone, l’incontro con il ministro  Piantedosi non sembra essere andato esattamente come si sarebbero aspettati a palazzo Mercanti e queste contrarietà emergono anche  dalla nota stampa diffusa dal Comune.

“Fa piacere che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, insieme al capo della Polizia di Stato Vittorio Pisani, abbia partecipato alla riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si tiene ogni settimana in Prefettura. Ringrazio il ministro per aver accolto così rapidamente l’invito e per l’impegno assunto sull’incremento dell’organico delle forze di polizia, come avevo chiesto di recente in una lettera. Avrei preferito conoscere tempi e numeri precisi, ma è comunque positivo sapere che il Governo prevede di aumentare il presidio del territorio entro l’anno. 
Durante la riunione abbiamo analizzato i dati sulla sicurezza: la microcriminalità resta la problematica più avvertita, pur in un contesto di calo complessivo dei reati, come sottolineato dallo stesso ministro, che ha riconosciuto il lavoro efficace delle forze dell’ordine in collaborazione con le istituzioni locali.

Ho espresso al ministro la mia perplessità per il trasferimento del prefetto Paolo Ponta, arrivato meno di due anni fa. Conoscere un territorio richiede tempo e forse questo non era il momento migliore per un cambio al vertice così importante. Al prefetto Ponta, che stimo molto, rivolgo i miei migliori auguri, mentre mi preparo a collaborare con il nuovo prefetto di Piacenza, il terzo in tre anni da quando sono sindaca”.




A rischio l’Orto-Frutteto di Santa Maria di Campagna. L’allarme lanciato dall’associazione Cosmonauti

«Abbiamo trasformato un luogo abbandonato in un’oasi di biodiversità aperta a tutta la popolazione, ma ad oggi non abbiamo alcuna risposta dall’Amministrazione Comunale, né certezze sul futuro». Oggetto è l’Orto-Frutteto di Santa Maria di Campagna, a parlare Cosmonauti Aps, l’associazione di promozione sociale che dal 2017 custodisce lo spazio verde di via Tramello, situato a pochi passi dal centro storico di Piacenza.

Un impegno – evidenzia l’associazione – che si è tradotto in oltre 4mila ore di volontariato dedicate alla manutenzione quotidiana e alla riqualificazione dello storico “polmone urbano”, a partire dal recupero dei rifiuti presenti – cinque i carichi smaltiti nel tempo – e da potature e sfalci stagionali.

Numerosi gli interventi messi a punto – spiega Giulio Merli, fondatore di Cosmonauti – per preservare l’area e renderla accessibile; si va dalla realizzazione di un impianto di irrigazione goccia a goccia alla nuova cartellonistica, passando per la sistemazione delle recinzioni e alla costruzione di strutture coperte in bioedilizia: «Nell’ultimo anno abbiamo messo a dimora quattrocento piante e aperto i cancelli in oltre cento giornate, soprattutto nei fine settimana, per poter consentire a chiunque di poter accedere liberamente».

«Qui abbiamo investito 65mila euro di finanziamenti attratti da vari sostenitori – proseguono Javier D’Argenio e Lucia Rossetti, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione – destinandoli in toto alla cura del frutteto e all’organizzazione di circa sessanta tra eventi e attività gratuiti aperti a tutta la cittadinanza. Solo l’ortoterapia per persone con disabilità conta più di 1.600 ore di laboratorio, in particolare rivolte a giovani con disturbo dello spettro autistico».

Nella sintesi di bilancio rientrano anche le collaborazioni con le scuole del territorio e decine di partnership con soggetti attivi sui temi dell’ambiente, della sostenibilità e dell’inclusione: «Un percorso – continuano soci e socie – che ha anche consentito a una zona colpita dal degrado di diventare un corridoio biologico, in grado di adempiere da ecosistema per varietà vegetali e specie animali che potrebbero non essere presenti nel raggio di molti chilometri; una realtà preziosa per la città e che potrebbe scomparire».

L’associazione teme di vedere vanificato il proprio lavoro: il prossimo 14 settembre scade la concessione quinquennale in comodato gratuito per uso pubblico, stipulata tra l’Ordine dei Frati Minori di Santa Maria di Campagna – proprietario dello spazio verde – e il Comune di Piacenza, premessa all’autorizzazione accordata all’associazione piacentina per la gestione del frutteto, nel rispetto degli obiettivi previsti: garantirne il presidio, la manutenzione, il miglioramento e la fruizione da parte della cittadinanza, con particolare attenzione alle categorie fragili e ai giovani.

«Senza un rinnovo – chiariscono Javier D’Argenio e Lucia Rossetti, rispettivamente presidente e vice presidente dell’associazione – la prospettiva è quella di interrompere le attività, con il rischio di disperdere un’esperienza che negli ultimi otto anni ha rappresentato un esempio di gestione virtuosa e partecipata del verde urbano». Da qui l’appello per salvaguardare il frutteto e la richiesta che venga ufficialmente riconosciuto il valore sociale di ciò che è stato fatto: «Un accordo pluriennale – concludono – sosterrebbe la continuità del progetto, permettendoci di pianificare investimenti, eventi e attività educative con una prospettiva stabile; al momento dall’Amministrazione Comunale non abbiamo ricevuto riscontro, né alcuna garanzia per il domani».




Nuovo prefetto a Piacenza. Ponta trasferito a Lecco. Arriva da Monza Patrizia Palmisani

Alla vigilia della visita del ministro degli Interni Matteo Piantedosi a Piacenza, prevista per domani, quest’oggi il Consiglio dei Ministri ha deciso per una serie di spostamenti di prefetti.
Il dott. Paolo Giuseppe Alfredo Ponta lascia così la nostra provincia dopo nemmeno due anni (era arrivato a novembre 2023) ed è destinato a svolgere le funzioni di Prefetto di Lecco. Al suo posto arriva la dottoressa Patrizia Palmisani che reggeva la prefettura di Monza e della Brianza.

In questi ultimi mesi il prefetto Ponta si è trovato ad affrontare una serie di situazioni “complicate” a partire dalla vicenda della procedura di interdittiva antimafia che ha interessato il cantiere di piazza Cittadella, con la relativa eco mediatica rispetto alla quale Ponta aveva deciso di prendere pubblicamente posizione per chiarire l’evoluzione dell’iter.
Altro tema caldo è stato quello dell’ordine pubblico con alcuni gravi e preoccupanti episodi verificatisi in città e che saranno trattati proprio domani durante l’incontro con il ministro Piantedosi.
Chi è il nuovo prefetto
La dr.ssa Patrizia Palmisani, nata a Roma è coniugata ed ha due figli. E’ laureata in giurisprudenza con lode alla Sapienza di Roma e ha conseguito, successivamente, un master di II livello in mediazione, conciliazione e negoziazione. Dopo una breve esperienza quale vice direttore dell’Amministrazione Penitenziaria, entra nella carriera prefettizia nel 1988 e viene assegnata, dapprima all’Ufficio coordinamento e, successivamente, in diversi Uffici del Dipartimento delle Politiche del Personale dove si occupa della gestione del personale civile del Ministero dell’Interno oltre a ricoprire diversi altri incarichi.

Nel 2007 viene collocata fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e assegnata alla conferenza stato-città ed autonomie locali. Dal 2008, sempre presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ricopre l’incarico di vice capo di gabinetto del Dipartimento per gli Affari Regionali.

Nominata Prefetto nel 2012, al rientro nel Ministero dell’Interno, le viene attribuito l’incarico di referente per la Performance e successivamente, nel 2014, viene destinata al Dipartimento dei Vigili del Fuoco con l’incarico di Direttore dell’Ufficio Centrale Ispettivo.
Con decorrenza 29 giugno 2015 è stata nominata Prefetto della Provincia di Lodi.

Dal 26 marzo 2019 svolgeva le funzioni di Prefetto di Monza e della Brianza.




Visita a sorpresa del ministro Giuli a Piacenza: “L’ex Hotel San Marco sarà epicentro dell’itinerario verdiano”

Sopralluogo a sorpresa, nella mattinata di oggi, lunedì 14 luglio, del ministro della Cultura Alessandro Giuli all’ex Albergo San Marco, nel cuore del centro storico di Piacenza, accompagnato dal collega Tommaso Foti, piacentino, ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione.

L’ex hotel San Marco di proprietà in maggioranza dell’Ausl di Piacenza ed in minoranza del comune è da anni in stato di abbandono ma resta un edificio dal grande valore simbolico sia per la sua struttura sia perchè era l’albergo dove era solito soggiornare il maestro Giuseppe Verdi.

Ad accogliere il ministro, giunto in forma riservata e senza preavvisi alla stampa, oltre all’on. Foti, il sindaco Katia Tarasconi, l’assessore alla Cultura Adriana Fantini, il Vicepresidente dell’Assemblea Regionale Giancarlo Tagliaferri, Anna Coccioli Mastroviti della Soprintendenza e la direttrice generale dell’Ausl di Piacenza, Paola Bardasi.

«Questo luogo ha delle potenzialità straordinarie – ha dichiarato Giuli durante la visita – e ci sono tutte le migliori intenzioni per intervenire immediatamente e iniziare un percorso di rigenerazione e valorizzazione. Diventerà uno degli epicentri, forse l’epicentro, di un grande e complesso itinerario verdiano».

Il ministro ha poi definito l’edificio «storia della tradizione culturale verdiana incastonata in questa meravigliosa città», sottolineando l’impegno del Ministero a seguire e valorizzare ogni luogo legato alla figura di Verdi, «a partire dalle tracce più importanti».

Soddisfatto il sindaco Tarasconi, che sui social ha commentato: «All’hotel San Marco di Piacenza, Giuseppe Verdi aveva il suo appartamento e il suo ufficio. Oggi l’abbiamo visitato con il ministro della Cultura Alessandro Giuli e con il ministro degli Affari europei Tommaso Foti. Un altro passo avanti sostanziale verso il recupero e la valorizzazione del luogo verdiano per eccellenza nel cuore del nostro centro storico. Un luogo straordinario per la memoria culturale e artistica di Piacenza che ci vede tutti uniti per la sua rinascita».

Il tour piacentino del ministro è poi proseguito a Villanova d’Arda, con la visita a Villa Verdi a Sant’Agata, da poco acquisita nel patrimonio del ministero. Il tour prevedeva anche una visita alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, saltata per ragioni di tempo.




Piacenza mappa i suoi impianti sportivi

Un censimento completo e una classificazione puntuale e innovativa di tutti gli impianti sportivi comunali. E’ questo il cuore della delibera approvata nelle scorse ore dalla giunta, che segna un passo decisivo nella gestione e valorizzazione delle strutture dedicate allo sport sul territorio del Comune.

La mappatura riguarda oltre 50 impianti tra campi, palazzetti, piscine e palestre, suddivisi per rilevanza economica e funzione sociale. L’obiettivo è duplice: fotografare lo stato dell’arte delle strutture comunali e gettare le basi per interventi di riqualificazione e gestione che guardino al futuro, a beneficio non solo dell’attuale Amministrazione ma anche di quelle che seguiranno.

“Questo importante e complesso lavoro di classificazione dettagliata – sottolinea l’assessore allo Sport Mario Dadati – rappresenta uno strumento prezioso per programmare investimenti e scelte strategiche in un’ottica di trasparenza e di equità tra discipline sportive diverse”.

Gli impianti sono stati suddivisi in tre categorie: impianti a rilevanza economica, che potranno attrarre investimenti anche privati e saranno affidati con procedure di evidenza pubblica; impianti privi di rilevanza economica, destinati soprattutto alle attività dilettantistiche, educative e sociali, per i quali sono previste forme semplificate di gestione e possibilità di convenzioni con associazioni sportive; palestre scolastiche, riservate prioritariamente all’attività didattica ma assegnabili anche a società sportive locali in orario extrascolastico.

Tra i criteri di valutazione adottati figurano la funzione prevalente dell’impianto, la capacità di generare redditività con attività collaterali, lo stato di manutenzione e la sostenibilità energetica. Non meno importante è il riferimento alle Linee guida ex articolo 5 del decreto legislativo 38 del 2021, che consentono procedure semplificate per affidare la gestione degli impianti alle associazioni sportive senza scopo di lucro che presentino progetti di rigenerazione o riqualificazione finalizzati all’inclusione sociale e giovanile.

Questa fotografia aggiornata del patrimonio sportivo comunale rappresenterà uno strumento operativo per garantire una gestione efficiente e trasparente, promuovere la pratica sportiva come leva di aggregazione e benessere e programmare interventi di ammodernamento anche in partnership con il Terzo Settore.

La delibera recepisce le più recenti normative nazionali in materia di sport e servizi pubblici locali e, secondo la sindaca Katia Tarasconi, “rappresenta un passo in avanti fondamentale e operativo per una città che vuole continuare a investire nello sport come elemento chiave di coesione sociale”.




Lotta alle zanzare e prevenzione dell’infezione da West Nile virus nell’uomo

Come ogni anno il Comune, seguendo le indicazioni della Regione Emilia-Romagna e di concerto con l’Ausl, ha messo a punto una serie di interventi diretti e indicazioni di buone pratiche da realizzare contro la proliferazione delle zanzare, da parte sia dell’ente che della cittadinanza. Stante infatti l’incidenza sul territorio comunale di almeno il 70% delle aree private, su cui il Comune non può direttamente intervenire, è fondamentale la collaborazione dei cittadini per l’adozione di comportamenti e azioni utili a contrastare la proliferazione di tali insetti.

In particolare, alla luce di una recente nota da parte della Regione Emilia-Romagna, che segnala per la circolazione del virus West Nile nel Piacentino un livello di rischio 2 (probabilità di epidemia bassa/moderata), invitando quindi gli enti del territorio ad adottare misure specifiche preventive e di contenimento del fenomeno, stamani è stata emanata un’ordinanza sindacale che dispone interventi adulticidi contro la zanzara culex e la prevenzione dell’infezione da West Nile virus nell’uomo. Nello specifico, il provvedimento prevede l’adozione di alcune misure precauzionali: continuare ad attuare rigorosamente gli interventi di lotta antilarvale; effettuare interventi straordinari preventivi con adulticidi qualora sia in programma una manifestazione che comporti il ritrovo di molte persone nelle ore serali, in aree all’aperto presso le quali non si effettui il trattamento larvicida preventivo; sensibilizzare i proprietari di equidi in merito all’importanza di vaccinare i propri animali.

Il Piano regionale di sorveglianza delle arbovirosi per il 2025, come quelli precedenti, è basato sulla sorveglianza entomologica e veterinaria che prevede la ricerca del virus sia nelle zanzare, che ne sono vettore, sia negli uccelli selvatici, principalmente i corvidi, nei quali il virus si moltiplica fino a renderli “serbatoi” in grado di infettare le zanzare. Ovviamente, se le evidenze rese disponibili dal Piano regionale dovessero richiederlo, potranno essere adottate ulteriori specifiche ordinanze sindacali, graduate in base al livello di rischio riscontrato. Maggiori dettagli e informazioni sulle modalità delle operazioni di disinfestazione e sulle prescrizioni da seguire, sono disponibili alle pagine web https://salute.regione.emilia-romagna.it/campagne/zanzare-spuntiamolawww.zanzaratigreonline.it/it/comunicazione/campagna-informativa, nonché sul sito www.comune.piacenza.it.




Chiusura del ponte sul Nure. Nuova riunione in prefettura

Si è tenuto oggi un nuovo incontro istituzionale per fare il punto sulle misure da adottare a seguito della chiusura dello storico ponte sul torrente Nure. Al tavolo, convocato per affrontare le criticità derivanti dal blocco della circolazione, hanno preso parte i responsabili territoriali di Anas, l’assessore regionale alla protezione civile Irene Priolo, la presidente della Provincia Monica Patelli, i sindaci dei comuni coinvolti, le forze dell’ordine, i soccorsi e le aziende del trasporto pubblico.

Tutti i partecipanti hanno condiviso l’assoluta urgenza dei lavori, ritenuti indifferibili per garantire l’efficienza dell’infrastruttura e la sicurezza dei cittadini. È stata decisa, in tal senso, la deviazione del traffico pesante – privo di necessità di carico o scarico sul territorio – lungo il percorso autostradale. Le limitazioni verranno comunicate nei prossimi giorni.

Per evitare il sovraccarico della viabilità locale, si sta anche valutando l’introduzione di fasce orarie riservate alle operazioni di carico e scarico merci. Sul fronte del trasporto ferroviario, Regione ed enti competenti stanno lavorando a un piano per potenziare le fermate dei treni regionali sulla tratta Milano-Bologna. L’obiettivo è arrivare a trenta soste giornaliere nelle stazioni dei comuni coinvolti, rispetto alle attuali sette.

Tra le ipotesi allo studio, anche l’esenzione dal pedaggio autostradale per i veicoli che percorrono il tratto tra Piacenza Sud e Fiorenzuola d’Arda. Da parte sua, Anas ha garantito il massimo impegno per ottimizzare i tempi dei lavori, limitando la chiusura del ponte al periodo strettamente necessario per il completamento dell’intervento.




Riforma Cra. E’ scontro fra Regione e sindacati sulla sospensione degli accreditamenti

E’ polemica fra i sindacati e la regione sulla sospensione degli accreditamenti delle CRA.

Nel primo pomeriggio è arrivato il durissimo comunicato a firma dei sindacati CGIL, CISL UIL, SPI CGIL – FNP CISL – UIL PENSIONATI FP CGIL – CISL FP FISASCAT CISL – UIL FPL UILTUCS UIL.

“Dopo mesi di incontri inconcludenti, la giunta de Pascale cala la maschera. La delibera che avrebbe dovuto regolare dal 2025 il nuovo sistema di accreditamento (DGR 1638/2024) con procedure trasparenti e miglioramenti dei servizi per anziani e disabili e per le lavoratrici ed i lavoratori che assicurano le prestazioni, frutto anche di un faticoso percorso di confronto con le organizzazioni sindacali, è stata sospesa “fino al 31.12.2026, o, comunque, fino all’eventuale nuovo termine disposto da sopravvenute disposizioni normative e atti della competente Amministrazione statale”. Una resa totale a favore dei gestori dei servizi socio-sanitari accreditati e a danno dell’utenza e del personale impegnato nelle CRA, nei servizi di assistenza domiciliare, nei centri diurni e nelle strutture socio sanitarie riabilitative.
In pratica, i gestori di questi servizi, dopo oltre dieci anni ininterrotti di rinnovi, ottengono un’ulteriore proroga dei contratti di servizio, senza una scadenza precisa e senza che venga loro chiesto alcun miglioramento qualitativo, incassando però tutti gli aumenti di rette richiesti, sia a carico dell’utenza sia a carico del Fondo Regionale per la non autosufficienza, incrementato grazie all’aumento dell’addizionale IRPEF ed all’introduzione dei ticket sui farmaci.
Questa scelta avviene dopo approfondimenti giuridici e richieste di chiarimenti al Ministero, giustificando così, sul piano giuridico, una precisa rivendicazione dei gestori, che fanno capo prevalentemente alle centrali cooperative, venendo meno ad ogni impegno assunto nei confronti di Cgil Cisl Uil come ribadito nell’ambito del complesso confronto sul bilancio 2025 della Regione.
Se tutto può restare invariato per almeno due anni, allora la Regione deve avere il coraggio anche di farsi carico dell’aumento delle rette già disposto dal 2024 e che, dal 2025 non può più contare nemmeno sulla restituzione a favore dei redditi medio bassi.
Nel frattempo, però, in assenza di qualsivoglia prospettiva di miglioramento delle condizioni di lavoro per operatori socio sanitari e infermieri, continuerà la fuga da queste professioni, mettendo di fatto in discussione la tenuta stessa del sistema ed il ruolo di governo pubblico indispensabile a fronte dell’impiego di risorse pubbliche, frutto della fiscalità generale che grava quasi esclusivamente su lavoro dipendente e pensioni.
L’assessora Conti smentisce se stessa ad ogni incontro, evidenziando una palese difficoltà ad affrontare una delle sfide più rilevanti di questo tempo, quella dell’invecchiamento e della fragilità, smentendo la storia dell’Emilia Romagna, dove le criticità, che si aggravano giorno dopo giorno, si fronteggiano confrontandosi a viso aperto con le organizzazioni sindacali.
Cgil Cisl Uil non resteranno inermi di fronte a questa deriva e si batteranno a tutti i livelli ed in tutte le sedi, valutando ogni iniziativa utile a difendere i diritti delle persone anziane e con disabilità e delle lavoratrici e dei lavoratori indispensabili ad assicurare servizi di qualità”.

A stretto giro è arrivata la risposta della Regione.

“La sospensione degli accreditamenti fino al 31 dicembre 2026 è un atto dovuto per l’Emilia-Romagna come per tutte le Regioni, che segue l’approvazione della legge nazionale 193, decisa dal Governo. Di fronte a questo scenario, penalizzante per il nostro territorio, abbiamo però reagito subito e l’assessora Conti ha immediatamente convocato tavoli con sindacati, Anci e gestori, chiedendo pareri legali per tutelare il nostro modello”.

Così il presidente della Regione, Michele de Pascale, interviene sulla sospensione della delibera  1638/24 e la presa di posizione di Cgil, Cisl e Uil.

“Di fronte a una norma statale così stringente abbiamo inoltrato un quesito formale al Ministero- prosegue de Pascale-, che ci ha risposto di voler avviare un confronto tecnico: finché il Governo non scioglierà il nodo, i termini restano sospesi. Forzare la mano significherebbe esporre i Comuni a ricorsi milionari e bloccare nuovi investimenti. La nostra scelta non è quella della sudditanza ai gestori privati ma è quella della massima tutela del servizio e degli anziani. Su questo punto non arretriamo. Isabella Conti ha la mia fiducia, confermata dal lavoro di concertazione meticoloso che ha condotto con il mondo sindacale senza perdere mai di vista il confronto con il territorio e i suoi servizi per gli anziani”.
 
Il presidente e l’assessora sottolineano di aver concordato con le sigle sindacali una tabella di marcia precisa, che prevede già a partire dalla prossima settimana l’invio delle simulazioni sull’applicazione graduale della delibera 1638/24 e il 29 luglio, per poi aprire, proprio con l’assessora Conti, una discussione puntuale insieme alle rappresentanze sindacali.  “In quei documenti avremmo mostrato come intendiamo finanziare la formazione e l’assunzione di operatori socio-sanitari in tre anni, a garanzia di un salto di qualità reale nei servizi”.
 
De Pascale e Conti rimarcano che, nonostante la sospensione imposta da Roma, la Regione ha continuato a mettere risorse sul tavolo: “Abbiamo destinato oltre 135 milioni di euro nel triennio 2025-2027 alla non autosufficienza, potenziato l’assistenza domiciliare con 15 milioni aggiuntivi e stanziato 3 milioni all’anno, misura unica in Italia, per i caregiver familiari”.
 
“La data per un confronto era già stata fissata dall’assessora Conti con numeri e soluzioni sul tavolo- conclude de Pascale-. Considero il confronto coi sindacati una strada maestra, discutendo dei margini di azione che le leggi e le risorse umane e finanziare ci offrono. Mi auguro quindi che si possa recuperare una discussione serena”.

Infine sul tema sono intervenute le cooperative, molte delle quali sono impegnate in prima persona nella gestione delle RSA.

La posizione dell’Alleanza delle Cooperative dell’Emilia-Romagna sulla decisione della Regione
La decisione della Regione Emilia-Romagna di prorogare a fine 2026 la riforma dell’accreditamento per i servizi per anziani e disabili è coerente con la norma nazionale che non solo stabilisce quei termini ma demanda proprio al livello nazionale la competenza a fissare i criteri del nuovo sistema di accreditamento. La proroga dei contratti con gli attuali gestori dei servizi socioassistenziali è quindi un atto dovuto.
Lo chiarisce l’Alleanza delle Cooperative Italiane dell’Emilia-Romagna, alle cui centrali (Legacoop, Confcooperative e Agci) sono associate la maggior parte delle cooperative che gestiscono i servizi in accreditamento.
Relativamente all’adeguamento delle tariffe, l’Alleanza delle Cooperative Italiane dell’Emilia-Romagna ribadisce che, se nel precedente mandato si era registrato un aumento a parziale copertura dell’inflazione e dei costi energetici, oggi viene riconosciuto il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, firmato da Cgil, Cisl e Uil a inizio 2024. Quel contratto ha previsto un incremento di oltre il 14% dei salari di soci e lavoratori. Si è trattato di una scelta responsabile, adottata per contrastare gli effetti devastanti dell’inflazione e consentire il recupero del potere d’acquisto dei lavoratori. Un impegno assunto in sintonia con le richieste avanzate dal personale.
Negli anni, i gestori dei servizi hanno fatto fronte ai costi crescenti riducendo i margini e impegnando patrimonio accantonato, coerentemente con la propria natura mutualistica.
L’Alleanza delle Cooperative Italiane dell’Emilia-Romagna, pur non volendo entrare nella dialettica tra sindacato e Regione, esprime apprezzamento per il percorso fatto dall’amministrazione regionale a tutela del sistema socio-assistenziale e ribadisce il proprio impegno al miglioramento delle condizioni di lavoro del personale, in gran parte soci delle cooperative, in un momento inoltre in cui si registra una forte crisi del lavoro sociale. Le cooperative sono alla continua ricerca di soluzioni organizzative innovative per aumentare la qualità del servizio e la capacità di dare risposte ai bisogni crescenti delle fasce fragili della popolazione.

ANCI Emilia-Romagna

Sull’accreditamento socio sanitario della Regione Emilia-Romagna c’è da registrare la nota dell’ANCI Emilia-Romagna.

“ANCI Emilia-Romagna, pur non entrando nel merito della nota delle organizzazioni sindacali, che in modo condivisibile affrontano una questione complessa, rileva che la Regione aveva dapprima intrapreso il percorso dell’avvio delle procedure ad evidenza pubblica, ma in conseguenza della sopravvenuta legge statale, ha chiesto chiarimento al Ministero competente, che tuttavia non ha fornito un’indicazione univoca e tale da scongiurare possibili contenziosi da parte dei soggetti privati, fondati proprio sulla prevista sospensione al 2026.

ANCI Emilia-Romagna, in ragione di quanto sopra, ha per tanto condiviso le valutazioni e le argomentazioni della deliberazione regionale di uniformare la sospensione regionale alla sospensione statale al 31/12/2026, anche in base al fatto che i tempi necessari all’espletamento di tutte le procedure per il Nuovo accreditamento socio sanitario, introdotto dalla richiamata deliberazione regionale 1638/24, non avrebbero comunque permesso di rispettare il termine del 31/12/2025 rendendo quindi necessarie altre proroghe.

I Comuni anche attraverso ANCI hanno potuto sempre contare su un confronto costruttivo con la Regione su una materia complessa ma così importante per il benessere della Comunità. ANCI ha inoltre chiesto alla Regione di intervenire nei confronti del Governo per il rispetto dei tempi stabiliti dalla norma statale mettendo così le Regioni e le amministrazioni locali in condizioni di dare attuazione al sistema dell’accreditamento socio-sanitario”.