Vertice in prefettura per disinnescare le tensioni sociali a Piacenza

Si è tenuto oggi in Prefettura a Piacenza un incontro convocato dal prefetto Paolo Ponta a seguito dei recenti fatti di cronaca che hanno suscitato preoccupazione sul territorio. Alla riunione, richiesta dal sindaco di Piacenza, hanno partecipato il presidente del consiglio comunale, i capigruppo consiliari del capoluogo, il vescovo monsignor Adriano Cevolotto e il segretario dell’Ucoii Yassine Baradai, in rappresentanza della comunità islamica locale.

L’obiettivo del confronto è stato quello di prevenire l’innescarsi di nuove tensioni sociali, promuovendo momenti di dialogo tra le istituzioni e le diverse realtà cittadine, in particolare quelle religiose. Tutti i presenti hanno ribadito l’importanza di una risposta sinergica per rafforzare la coesione sociale e restituire alla cittadinanza spazi di vita condivisa, nel segno del rispetto reciproco, della tolleranza e della partecipazione.

Durante l’incontro è emersa la necessità di affrontare con maggiore consapevolezza le dinamiche che generano disagio ed esclusione, soprattutto tra adolescenti e giovani adulti, evitando di lasciare il solo mondo scolastico a gestire un compito educativo sempre più complesso.

Sono state valutate positivamente le iniziative già avviate sia dalla chiesa cattolica sia dalla comunità islamica, orientate alla prevenzione dell’emarginazione attraverso progetti sociali ed educativi.

Unanime il riconoscimento del valore di una sicurezza partecipata, basata non solo su misure di controllo, ma sulla costruzione di reti inclusive tra istituzioni, comunità e associazioni, per rafforzare il tessuto civile e prevenire derive violente.

Intanto è confermata la notizia (anticipata ieri dal MioGiornale.net) della presenza del ministro dell’interno Matteo Piantedosi a Piacenza martedì 15 luglio proprio per discutere della situazione sicurezza dopo i recenti, gravi, fatti di cronaca.




Padre Francesco Rapacioli superiore generale del Pontificio Istituto Missioni Estere

La diocesi di Piacenza-Bobbio esprime la propria gioia per l’elezione di padre Francesco Rapacioli come superiore generale del Pime, il Pontificio Istituto Missioni Estere, fondato 175 anni fa dall’allora vescovo di Pavia mons. Angelo Ramazzotti.

Padre Rapacioli è incardinato nella diocesi di Piacenza-Bobbio ed è incorporato al Pime. Nato nel 1963, sacerdote dal 1993, ha trascorso 25 anni in missione in Asia in India e Bangladesh. Per sette anni è stato rettore del Seminario del Pime a Monza.

La diocesi esprime la propria stima per l’opera compiuta in questi anni da padre Rapacioli e gli augura buon lavoro nel suo servizio alla missione della Chiesa.




Duelli medievali, danza aerea e musica per i Venerdì Piacentini

La terza serata dei Venerdì Piacentini ha confermato la propria attrattività, portando in centro migliaia di persone. Venerdì sera il centro storico si è trasformato in un palcoscenico diffuso, accogliendo una folla travolgente che ha invaso ogni via e piazza.

Piazza Duomo era gremita di spettatori accorsi per applaudire le star del Wrestling italiano, che hanno dato vita a incontri spettacolari tra urla di entusiasmo e applausi scroscianti.

Ricca anche la food court, con proposte gastronomiche per tutti i gusti, e un’animazione coinvolgente pensata per i più piccoli. Non sono mancati momenti di cultura e suggestione: le salite alla cupola affrescata dal Guercino hanno regalato una vista unica sulla città illuminata, mentre il 3D mapping sulla facciata della Cattedrale ha ipnotizzato il pubblico con giochi di luce sorprendenti. A chiudere, la disco a cielo aperto in via Daveri ha fatto ballare fino a tarda sera. Piazza Cavalli, da sempre fulcro della manifestazione, ha regalato un programma fittissimo. I combattimenti sportivi in armatura medievale, con la presenza dei campioni italiani maschili e femminili, hanno trasportato i presenti in un’atmosfera epica e senza tempo. Grande successo anche per gli spettacoli di danza aerea, sospesi tra cerchio e palo, che hanno catturato gli sguardi di migliaia di curiosi. Sul sagrato della chiesa di San Francesco, uno dei luoghi più amati dai piacentini e dai tanti turisti che hanno raggiunto il cuore della città emiliana, il dj set ha animato la notte, mentre all’interno della chiesa si poteva godere di una visita affascinante. Immancabile il festival della canzone dialettale diretto da Marilena Massarini, che ha riempito la piazza di emozioni autentiche per le celebrazioni del patrono, Sant’Antonino, e la discoteca sotto gli alberi di Piazzetta Plebiscito, diventata un punto di ritrovo per giovani e famiglie. Non da meno le vie dello shopping da Corso Vittorio Emanuele II a via XX Settembre e via Calzolai “invase” da una marea umana.




Sant’Antonino. Il caldo non rovina la festa di Piacenza

Programma ricco di eventi per l’edizione 2025 della festa del patrono di Piacenza Sant’Antonino. Questa mattina nella basilica si è tenuta la messa presieduta dal vescovo Adriano Cevolotto, alla presenza anche del vescovo emerito Gianni Ambrosio.

Vi è poi stata la consegna dell’Antonino d’Oro assegnato alla Congregazione dei Missionari Vincenziani del Collegio Alberoni.

All’esterno di Sant’Antonino alcune volontarie della parrocchia distribuivano i sacchetti di lavanda.

Le autorità in corteo hanno raggiunto il Facsal per il taglio del nastro della fiera patronale, affollata lungo tutta la giornata, nonostante il caldo.

Degna conclusione per i festeggiamenti la serata con il ricco programma dei venerdì piacentini.

Di seguito pubblichiamo l’omelia del Vescovo e l’intervento del sindaco Katia Tarasconi 

 

L’omelia del vescovo Cevolotto

“S. Antonino ci convoca per celebrare ciò che rappresenta un punto di incontro, un’esigenza di unità che supera le inevitabili differenze che ogni tessuto umano e civile vive al suo interno. La festa patronale è accettare, al di là delle singole appartenenze, che ci sia un’istanza superiore che ci permette di superare ogni particolarismo. Questo principio è di tipo religioso, morale, ideale ed è identificato con la vicenda di una persona, riconosciuta per la sua esemplare santità. Nel nostro caso si tratta di Antonino: un laico, soldato, oggi lo chiameremmo, un servitore dello Stato. Apparteneva ad una Legione scelta, che oggi sarebbe collocata tra i Corpi speciali. Accanto alle imprese sul campo, questa Legione espresse la sua grandezza morale nel coraggio di compiere un atto di disubbidienza: il rifiuto di eseguire il comando di uccidere delle persone per la loro appartenenza religiosa. Una vera e propria obiezione di coscienza. La ‘retta coscienza’, come la chiama S. Pietro, coincide con la volontà di essere a servizio di tutti, per il bene comune. La coscienza è retta quando non compromette il futuro a nessuno. Al punto che quando un ordine va contro a ciò che la coscienza custodisce, allora quel bene prevale anche a costo della vita. Una lezione sempre attuale che da una parte dice come ognuno opera a favore non solo del proprio bene, ma del bene comune, e dall’altra che c’è qualcosa di inviolabile che deve essere salvaguardato, che può valere più della propria vita. Mai a scapito della vita altrui. Per questa ragione non ci si può nascondere dietro a nessuna giustificazione del tipo: “mi è stato comandato…”. Da poco siamo stati invitati ad esprimere un parere sulla legge della cittadinanza. Al di là dell’esito referendario, rimane un argomento di pressante attualità. Ad una lettura superficiale potrebbe risultare di poco conto: banalmente, qualche anno in più o qualche anno in meno nel riconoscere la cittadinanza a chi arriva nel nostro paese è così rilevante? Forse dipende da quale parte si guardi la cosa. Ma la questione seria che non può né deve essere sottovalutata è proprio la cittadinanza. Si tratta, in estrema sintesi, del riconoscimento dato alle persone dei diritti civili, amministrativi, politici, uniti ai doveri che derivano dall’appartenenza ad una nazione. La cittadinanza ruota attorno alla condizione di un cittadino che è parte a tutti gli effetti di uno Stato: ne beneficia perché ne difende l’integrità. Della stessa radice dell’appartenenza c’è la partecipazione, l’essere parte, l’avere parte. L’appartenenza si fonda sul riconoscimento comune di un fondamento (la Costituzione) e di un legame da costruire attraverso il rispetto delle leggi. Dobbiamo porci la domanda su come operiamo per far sentire parte della comunità chi arriva tra noi. Sappiamo trasmettere la responsabilità verso i diritti e i doveri che tutti abbiamo con lo Stato, con la città, con il territorio. Quali sono le strade per apprendere la grammatica della cittadinanza (attiva)? Quali condizioni favoriscono la crescita del senso civico? Ogni volta che trasmettiamo il valore del rispetto delle leggi e di tutte le regole noi creiamo condizioni per favorire una buona cittadinanza. Ma se siamo alla ricerca del modo di aggirarle o di eluderle, seminiamo una cultura che mina la logica della convivenza. Facciamo prevalere l’interesse di parte o di sé stesso. Ad essere onesti fino in fondo, ci dobbiamo chiedere come le nostre nuove generazioni, quelle che acquisiscono la cittadinanza dalla nascita, stanno crescendo nel senso di appartenenza, nella coscienza del valore civico e dei diritti che hanno e che possono e devono esercitare. Pensiamo ad esempio al diritto di voto. Pensiamo ai diritti che credevamo acquisiti come quello allo studio, alla salute, al lavoro, alla casa. Ottenere il riconoscimento con un passaporto basta per far sentire qualcuno parte e responsabile di una comunità?Credo sia da mettere al centro delle nostre azioni educative verso le nuove generazioni, insieme alla fiducia, la crescita del senso di appartenenza al tempo e al luogo nei quali si trovano. Le appartenenze deboli e condizionate sono figlie della tendenza ad abitare non-luoghi più che a gocarsi in relazioni strette, dentro le quali può crescere, pur con fatica, la bellezza dell’essere parte e per questo protagonisti del proprio domani e di quello della propria comunità.  Colgo l’occasione per ringraziare per la loro presenza i rappresentanti delle altre confessioni cristiane e delle altre religioni presenti nel territorio. È l’occasione per invitarci a crescere nella corresponsabilità verso le nuove generazioni. Superiamo il linguaggio che prevede i ‘nostri’ e i ‘vostri’ bambini e giovani. Ci apparteniamo, nelle diversità che non si possono negare, nell’essere con-cittadini di una città che è spazio vitale per tutti. Dobbiamo far respirare ciò che è accettabile da ciò che non lo è. Per tutti. Sono inoltre convinto, di fronte alle diverse espressioni di disagio che i giovani hanno manifestato e stanno manifestando, che dobbiamo far intravvedere loro un futuro, una promessa per la loro vita. Ogni forma di distruzione e di violenza è la presa di distanza da qualcosa che viene percepito come estraneo. Come qualcosa che non li riguarda. Apriamo prospettive di futuro: un futuro professionale, una affermazione sociale che aiuti ad immaginare un riscatto dalla condizione di marginalità nella quale si possono trovare. Impegniamoci ad alimentare sane ambizioni, offrendo loro delle opportunità. L’Antonino d’oro quest’anno sarà consegnato alla famiglia Vincenziana, nata dall’ispirazione di S. Vincenzo de Paoli che la pienezza di vita sta nell’operare perché al di sopra di tutto ci sia la carità. Comprendiamo che l’amore, che è sempre appassionato, si parla in tutte le lingue, che non è prerogativa di nessuna religione ed è la molla che ci fa sentire parte dell’altro e viceversa: “Chi infatti vuole amare la vita e vedere giorni felici trattenga la lingua dal male e le labbra da parole di inganno (…) cerchi la pace e la segua”, così l’apostolo Pietro. Papa Leone ai Vescovi italiani ha raccomandato: «Ogni comunità diventi una “casa della pace”, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono». Ci aspetta una bella sfida, come in altri tempi quella del riscatto dalla povertà materiale e della ricerca di sicurezza economica. Oggi la sfida la possiamo cogliere nell’esigenza di comunità: dare diritto di cittadinanza a chi si affaccia (chiunque egli sia) è testimoniare la bellezza di una città che custodisce il bene per tutti e così fa sentire adeguati o inadeguati i comportamenti a partire da quanto costruisce i legami di reciproca appartenenza”.

Katia Tarasconi

“C’è qualcosa di speciale nel clima che accompagna l’arrivo del 4 luglio, ogni anno, da quando ho memoria. Piacenza si prepara a vivere la sua festa più sentita, quella che non ha bisogno di troppe presentazioni o annunci perché affonda le sue radici nella storia, nella fede e nel senso profondo di comunità. La Festa di Sant’Antonino, patrono della nostra città, non è solo un appuntamento tradizionale: è il momento in cui ci sentiamo più piacentini che mai.

Ogni volta, da quando ho l’onore e la responsabilità di servire la mia città come sindaca, è un’emozione nuova, ma è anche un’occasione per guardarsi indietro e vedere la strada percorsa. Sono convinta che Piacenza stia crescendo: nei servizi, nella vivibilità, nella capacità di attirare eventi di rilievo, nell’orgoglio con cui si racconta all’esterno. E al tempo stesso, cresce anche nel custodire ciò che la rende unica: il senso profondo della comunità, che si esprime come non mai in questa giornata. Anche quest’anno sono numerose le iniziative che arricchiscono l’estate piacentina – dai grandi eventi di Piacenza Summer Cult con nomi di rilievo nazionale, ai Venerdì Piacentini, alla Notte Blu, fino ai tanti appuntamenti sportivi che vedono protagonista il nostro territorio – ma nulla è paragonabile alla festa del nostro Patrono, nel sentire comune. Perché è la festa di tutti, radicata nella nostra identità più profonda. In questo spirito, un ruolo centrale lo ha come sempre il Premio Antonino d’Oro, promosso dal Capitolo dei Canonici della Basilica di Sant’Antonino e patrocinato dalla Famiglia Piasinteina. Un riconoscimento prestigioso, che da quarant’anni esprime la gratitudine della nostra città verso persone o realtà che hanno saputo distinguersi – anche fuori dal nostro territorio – nel segno del servizio, dell’impegno, della testimonianza di valori universali. Quest’anno il premio viene assegnato alla Congregazione dei Missionari Vincenziani del Collegio Alberoni, che da oltre due secoli e mezzo rappresenta un presidio formativo, culturale e spirituale con pochi paragoni. Il Collegio Alberoni è l’unico seminario vincenziano rimasto in Italia: da lì sono passati, e continuano a formarsi, seminaristi da tutto il mondo. È un luogo che educa al pensiero, all’ascolto, alla responsabilità verso gli altri, secondo il carisma di San Vincenzo de’ Paoli. E tutto questo accade da quasi trecento anni a Piacenza, nella nostra città. Ecco perché ci tengo a rivolgere un ringraziamento, a titolo personale e a nome di tutta la città, alla Congregazione dei Missionari Vincenziani e a tutte le persone che, nel silenzio quotidiano, continuano a portare avanti questo patrimonio di umanità e fede. Ed è giusto che Piacenza lo riconosca e lo celebri pubblicamente.

Buona festa, dunque. A chi la vive come giorno di fede, a chi la aspetta per incontrare amici tra le bancarelle della fiera, a chi semplicemente si sente parte di una storia comune. Il 4 luglio è, e sarà sempre, il nostro giorno”.




A Piacenza in arrivo 15 box “porta autovelox” per rallentare la velocità sulle strade

“A Piacenza abbiamo un grave problema di sicurezza stradale legato alla velocità dei veicoli sulle strade urbane. E’ il principale problema tra quelli che mi vengono segnalati dai cittadini negli incontri che faccio nei quartieri. Parliamo di velocità costantemente sopra i limiti con picchi di oltre 150 chilometri all’ora in città, tra le case, davanti alle scuole. Sembra incredibile ma è così. E le istituzioni hanno il dovere di intervenire. Lo stiamo facendo con un progetto innovativo di cui abbiamo già ampiamente parlato lo scorso aprile e che in questi giorni sta entrando nel vivo. Un progetto che non ha certo come obiettivo quello di “fare cassa”, come qualcuno poco informato va dicendo, ma ha l’unico obiettivo di ridurre gli incidenti. In altre parole, salvare vite”.

Così il sindaco Katia Tarasconi sull’avvio della fase operativa della campagna “AttentaMente!” che l’altro ieri, 1 luglio, ha visto impegnati i tecnici nell’installazione di quattro box arancioni posizionati su pali della luce in altrettante via della città: due sulla sua via Emilia Pavese (di cui uno nei pressi delle scuole), uno in via I Maggio e uno sulla via Emilia Parmense. Box dotati di radar già pienamente operativi nella rilevazione della velocità ma al momento “vuoti”, ovvero privi di autovelox. In altre parole, alla eventuale rilevazione della velocità oltre il limite non corrisponderà alcuna sanzione.

A breve i box saranno una quindicina sul territorio comunale ma solo in uno di questi, a rotazione, sarà presente l’autovelox. “I conducenti dei veicoli non sapranno a quale box corrisponde l’autovelox vero e proprio – spiega la sindaca – e saranno quindi spinti a rallentare in ogni caso. Lo scopo è proprio questo: educare gli utenti della strada a ridurre la velocità, a rispettare i limiti di legge nell’interesse di tutti. E lo stiamo facendo con un progetto che, per come è strutturato, va nella direzione opposta rispetto all’aumento delle multe”.

E a quanto pare questa modalità funziona davvero: già solo grazie alla semplice installazione di questi box ben visibili, e senza elevare alcuna sanzione, la velocità degli utenti della strada si è ridotta in modo drastico. Solo nelle prossime settimane sarà possibile fare stime più precise, ma – a titolo di esempio – bastino i primi dati elaborati relativi a via Emilia Pavese: il numero di conducenti che nella sola giornata del 2 luglio hanno superato il limite di velocità si è già abbattuto del 76 per cento e la velocità media è calata di oltre 8 km/h. “Un dato molto promettente che se si confermasse costituirebbe un risultato eccezionale” commenta la sindaca.

E l’obiettivo, grazie alla rotazione dell’autovelox reale, è quello di avvicinarsi ad azzerare gli eccessi di velocità nelle zone interessante dal progetto. “Tutto ciò solo grazie al potere dissuasivo di questi box arancioni – aggiunge – e senza dover installare dossi sull’asfalto che, oltre ad essere costosi, danneggiano i veicoli e rappresentano un ostacolo notevole per i mezzi di soccorso, ovvero gli unici autorizzati per ovvi motivi a superare i limiti di velocità”.

La campagna AttentaMente si basa sul monitoraggio di ventidue strade cittadine prese in esame nei mesi scorsi dalla Polizia locale. Si pensi che solo sulle strade oggetto del monitoraggio (tutte urbane con limite di 50km/h) i veicoli che nell’arco dell’anno superano i 95km/h sono oltre 400mila, con oltre 45 milioni di infrazioni complessive.

Ed è bene ricordare che solo nel 2024 si sono verificati, in città, 1.400 incidenti, cinque dei quali hanno avuto esito morale. “Nella stragrande maggioranza dei casi – conclude il sindaco Tarasconi – la velocità eccessiva è la causa principale degli incidenti ed è sempre e comunque la causa della gravità. Il nostro impegno è fare il possibile affinché le strade di Piacenza siano più sicure per tutti noi”.




Statale 9. Per lavori al ponte sul Nure la via Emilia chiusa per 6 mesi a partire dal giorno 21 luglio 2025

Si è tenuta questa mattina presso la Prefettura di Piacenza una seduta del Comitato Operativo per la Viabilità per discutere del piano dei lavori di manutenzione straordinaria da eseguire lungo il ponte sul fiume Nure, tra i km 253,950 e 254,150 della strada statale 9 “Via Emilia”, che richiederà la chiusura al traffico del tratto stradale per una durata di circa 6 mesi a decorrere dal giorno 21 luglio 2025.

L’incontro, coordinato dal Vice Prefetto Vicario, dott. Attilio Ubaldi, ha visto, tra gli altri, la partecipazione della Provincia di Piacenza, dei Sindaci di Piacenza, Pontenure e Cadeo, del Responsabile Gestione Rete Anas per l’Emilia Romagna, oltre che dei vertici dell’Agenzia Regionale Sicurezza del Territorio e Protezione Civile di Piacenza, della Polizia Stradale, dell’Arma dei Carabinieri, Polizie Locali, Vigili del Fuoco, 118, nonché degli enti concessionari autostradali e del Trasporto Pubblico Locale, registrando la piena sinergia e collaborazione istituzionale.

Nel corso della riunione i tecnici Anas hanno esposto i lavori da eseguire che prevedono la realizzazione di “un ponte nel ponte” con la nuova struttura in acciaio-calcestruzzo che si fonderà sulle strutture storiche del Ponte Nure.

I lavori prevedono la chiusura totale della carreggiata stradale con deviazione dei flussi di traffico su percorsi alternativi garantiti dall’adiacente autostrada A1, nonché dalla viabilità provinciale e comunale.

I diversi percorsi sono stati delineati a valle di sopralluoghi congiunti eseguiti nei giorni precedenti il COV, tra i tecnici Anas e le forze di Polizia Stradale e Locale.

A partire da domani 3 luglio si terrà un tavolo tecnico ristretto, coordinato dalla Polizia Stradale, per definire lo scenario dei provvedimenti integrati da attuare durante i lavori per minimizzare i disagi all’utenza ed ai trasporti in genere (segnaletica verticale integrativa, pattugliamenti e presidi e percorsi dedicati).

Terminata la fase istruttoria sarà convocato un nuovo incontro in Prefettura per definire gli ultimi dettagli sull’avvio dei lavori, la conseguente chiusura al traffico e la necessaria informazione all’utenza sui percorsi di viabilità alternativa.




Oltre 24.000 visitatori per la mostra Giovanni Fattori 1825-1908. Il genio dei Macchiaioli

Con 24.052 visitatori termina la mostra Giovanni Fattori 1825-1908. Il “genio” dei Macchiaioli, a cura di Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini, che dal 29 marzo al 29 giugno 2025 ha abitato i due piani di XNL Piacenza. Promossa dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e prodotta da Dario Cimorelli Editore, attraverso 170 opere tra dipinti e incisioni l’esposizione ha messo in luce la figura di Giovanni Fattori (Livorno 1825 – Firenze 1908), protagonista del movimento dei Macchiaioli, nonché uno degli artisti più significativi del panorama figurativo europeo dell’Ottocento che ha saputo dominare tutti i generi pittorici, offrendo un’inedita interpretazione dell’opera dell’autore.

La mostra, riconosciuta di “rilevante interesse culturale e scientifico” dalla Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura ai sensi dell’art.48, comma 6, del D. Lgs. n. 42/2004, è stata affiancata da un ricco palinsesto di attività per bambini, famiglie e adulti al fine di accompagnare il pubblico di Piacenza e non solo alla scoperta dell’universo di Giovanni Fattori. Hanno partecipato più di 500 persone alle visite guidate speciali per valorizzare il dialogo con il contemporaneo e organizzate da XNL Piacenza, 700 fra studenti, bambini e famiglie sono stati coinvolti in percorsi didattici, laboratori ed eventi a loro dedicati. Ponendosi in dialogo con rilevanti realtà artistiche pubbliche e private, come la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, l’Istituto Matteucci e l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, prendendo parte a manifestazioni culturali tra cui la Notte dei Musei e il festival dei Venerdì Piacentini e grazie al coinvolgimento di influenti figure del panorama artistico contemporaneo, come il fotografo tedesco Elger Esser (Stoccarda, 1967), la mostra Giovanni Fattori 1825-1908. Il “genio” dei Macchiaioli si è dimostrata l’occasione per arricchire l’offerta culturale e turistica della città di Piacenza. L’esposizione è stata anche in grado di attrarre all’interno del Centro dedicato alle arti contemporanee un pubblico vasto e diversificato proveniente da tutta Italia, in particolare da Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Livorno.

Un successo di pubblico cui è corrisposta anche una significativa visibilità sui media (oltre 420 uscite), con una trentina di articoli su settimanali, mensili e periodici nazionali come il Giornale dell’Arte, Bell’Italia, Panorama, Alias, Robinson, Focus, Artribune, Touring; 88 servizi sui quotidiani; circa 300 uscite sugli online e diversi passaggi in radio (Rai Radio 2 e 3) e in televisione, sulle tre reti Rai e su La7.

«Siamo soddisfatti per il riscontro di pubblico registrato – è il commento del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi -, e per i dati relativi alla provenienza: tanti piacentini hanno apprezzato la mostra, ma oltre il 60percento dei visitatori è arrivato da tutte le parti d’Italia, a conferma di quanto il nostro territorio, in questi mesi, si sia mantenuto stabilmente entro i radar del turismo culturale nazionale. La mostra dedicata al ‘genio dei macchiaioli’ ha rappresentato un significativo passo in avanti nel percorso di consolidamento di XNL, e soprattutto un successo importante per Piacenza che, nel segno della collaborazione fra istituzioni, ha sviluppato un’operazione di marketing territoriale efficace e, nel contempo, rigorosa dal punto di vista scientifico e di riconosciuto valore culturale».

«Ora che la mostra ha chiuso i battenti tengo in modo particolare a ringraziare tutti i soggetti che in questi mesi hanno concorso alla sua buona riuscita – è il commento del vicepresidente di Fondazione di Piacenza e Vigevano Mario Magnelli, coordinatore della Commissione cultura dell’ente -, gli staff operativi della Fondazione e di XNL, del Comune di Piacenza e del produttore Cimorelli, e prima ancora le istituzioni che l’hanno immaginata e sostenuta insieme a noi, in seno a Rete Cultura Piacenza. Grazie inoltre alla Banca di Piacenza, partner consolidato della rete, per il prezioso supporto alla sezione sul Novecento alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi. Un ringraziamento speciale voglio infine dedicarlo agli attori alla rete sovraprovinciale che è nata lavorando alla mostra, la Fondazione di Livorno in primis, il Comune di Livorno, l’Istituto Centrale per la Grafica, l’Istituto Matteucci. Le cose importanti, ancora una volta, si fanno lavorando nel segno dell’apertura e della collaborazione».

La mostra Giovanni Fattori 1825-1908. Il genio dei Macchiaioli è stata promossa da Rete Cultura Piacenza, che comprende Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio dell’Emilia e Diocesi di Piacenza-Bobbio, prodotta da Dario Cimorelli Editore e realizzata con il sostegno della Banca di Piacenza, in collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica, la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, l’Istituto Matteucci, il Comune di Livorno e la Fondazione Livorno.




Katia Tarasconi: “Piacenza merita rispetto. Chi delinque va fermato”

Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza  9nterviene con un comunicato stampa sui recenti fatti di cronaca che hanno interessato la nostra città e annuncia di aver chiesto più forze dell’ordine.

“Piacenza è una città che merita rispetto. E questo rispetto, negli ultimi tempi, è stato calpestato da episodi gravi e inaccettabili: risse, coltellate, aggressioni in pieno giorno, rapine ai danni di ragazzini, spesso presi di mira da gruppi di giovani identificati come “maranza”. Sono episodi sempre più frequenti, che minano la sicurezza, il vivere civile e la serenità delle persone. Io stessa, da piacentina prima ancora che da sindaca, sono preoccupata. Lo dico con chiarezza: chi usa violenza è un delinquente. Punto. Non importa da dove viene, che lingua parla o quali siano le sue idee: se aggredisce, spaccia, picchia o semina paura, è dalla parte sbagliata. Il mondo non si divide tra italiani e stranieri, ma tra chi rispetta le regole e chi le calpesta.

La sicurezza e l’ordine pubblico non sono competenza di un sindaco, ma dello Stato. Eppure, come amministrazione comunale, non ci siamo mai tirati indietro. È un tema che ho voluto seguire in prima persona, mantenendo la delega alla sicurezza proprio perché lo considero prioritario. Abbiamo lavorato per implementare e rendere operativo un sistema di videosorveglianza che oggi conta 164 telecamere collegate a una control-room operativa 24 ore su 24. Abbiamo assunto nuovi agenti di Polizia Locale che oggi sono dotati di body-cam e taser. Abbiamo ottenuto, su mia richiesta al prefetto, il presidio dei militari nella zona della stazione e del Facsal con l’operazione “Strade Sicure”, rafforzato i controlli serali e notturni, aperto una nuova sede della Polizia Locale, abbiamo lavorato per incrementare la collaborazione con i 35 gruppi di vicinato in tutta la città, siamo intervenuti sull’illuminazione in molte zone della città. Abbiamo investito in progetti di educativa di strada, di contrasto al disagio giovanile e di promozione della cultura della legalità, oltre che in interventi di rigenerazione urbana, palestre all’aperto e street art, per rendere più vivibili e più sicuri i nostri quartieri. È tutto quello che un Comune può e deve fare.

Ma oggi non basta più.

Per questo ho scritto al Prefetto di Piacenza e al Ministro dell’Interno, chiedendo ufficialmente più agenti, più forze dell’ordine e un presidio più forte del territorio. E ho chiesto di essere ricevuta dal Ministro. Perché questa non è una questione che riguarda solo Piacenza, ma riguarda tutte le città d’Italia, soprattutto del nord. È un problema che stanno affrontando tutti i sindaci, senza distinzione di schieramento politico, siano di destra, di sinistra o di centro. Per questo serve una riflessione comune, serve una strategia nazionale, condivisa, che superi le bandiere e le ideologie e che vada oltre il Decreto Sicurezza già varato, che evidentemente non è sufficiente. Chi delinque va fermato. E questa è una sfida che si vince solo insieme, con coraggio, con responsabilità e mettendo al primo posto la sicurezza e la coesione delle nostre comunità”.




Fiera di Sant’Antonino: tutto quello che c’è da sapere

Piacenza si prepara a vivere l’edizione 2025 della fiera di Sant’Antonino, che venerdì 4 luglio, dalle 7 alle 24, si snoderà con le sue 265 bancarelle – di cui 33 di prodotti alimentari – lungo l’intero percorso del Pubblico Passeggio, estendendosi a viale Palmerio, piazzale Genova, via Alberici e al tratto di corso Vittorio Emanuele compreso tra piazzale Genova e Stradone Farnese.

Non mancherà, prima di giungere alla basilica patronale dove avrà luogo la celebrazione religiosa con la consegna dell’Antonino d’oro, la tradizionale visita tra gli stand della sindaca Katia Tarasconi, affiancata dall’assessore al Commercio Simone Fornasari, dalla Polizia Locale, dalle autorità cittadine e dai rappresentanti delle associazioni di categoria, con ritrovo alle 9.45 in piazzale Genova e accompagnamento musicale della Banda Ponchielli. Sarà, come sempre, l’occasione anche per ringraziare tutte le realtà che contribuiscono, in sinergia con i diversi Servizi comunali coinvolti, a garantire lo svolgimento in sicurezza dell’evento: dalle Forze dell’ordine al presidio sanitario garantito – con squadre itineranti e postazioni fisse – da Croce Rossa, Croce Bianca e Misericordia, mentre all’eventuale attività del 118 è riservata l’area interna del Palazzetto dello Sport di via Alberici.

I bus navetta gratuiti

Per favorire la massima accessibilità alla manifestazione, si conferma, in collaborazione con Seta, la disponibilità di due linee gratuite di bus navetta, operative dalle 7 alle 23 con passaggi ogni 10 minuti. La prima collegherà la Galleana a via IV Novembre effettuando, a richiesta, queste fermate: all’andata, partenza dal parcheggio dello stadio Garilli e tappe in via Martiri della Resistenza, via Damiani, via Nasolini e parcheggio Cheope; al ritorno, dal Cheope verso via Poggi, viale Dante, via Damiani e via Martiri della Resistenza sino allo stadio. La seconda partirà invece dal parcheggio di via Caduti sul Lavoro 11, per raggiungere viale Patrioti passando da via Falconi, via Millo, via Farnesiana e piazzale Roma; al ritorno, da viale Patrioti proseguirà lungo via Farnesiana, via Millo, via Falconi, via Marinai d’Italia, via Vittime di Strà, via Rio Farnese, via Divisione Partigiana Piacenza, via Mazzoni e via Caduti sul Lavoro.

Alcune linee ordinarie dei bus subiranno, giovedì 3 e venerdì 4 luglio, variazioni di itinerario, consultabili per gli aggiornamenti completi nella sezione dedicata al bacino di Piacenza del portale www.setaweb.it, dove si ricorda che il 4 luglio sarà comunque in vigore l’orario festivo.

Le modifiche alla viabilità

Per quanto riguarda le necessarie limitazioni alla viabilità, dalle ore 15 di giovedì 3 luglio, sino alle 8 del mattino di venerdì 4, saranno riservati agli espositori della fiera gli spazi di sosta appositamente delimitati nel parcheggio di via IV Novembre, mentre già dalle 14 di giovedì 3 luglio sino alle 4 del mattino di sabato 5 sarà istituito il divieto di sosta con rimozione forzata su entrambi i lati in via Alberici, lungo l’intera area di piazzale Genova (dalla rotatoria di via XXIV Maggio a quella di viale Palmerio), in viale Palmerio, nel tratto di corso Vittorio Emanuele tra viale Palmerio e via Venturini, nonché nella parte pedonale di piazzale Libertà (sino al civico 79 del Pubblico Passeggio).

Dalle 16 di giovedì 3 luglio alle 4 del mattino di sabato 5, sarà vietata la circolazione senza eccezioni, per tutti i veicoli, in via Alberici, viale Pubblico Passeggio e nel tratto di piazzale Libertà adiacente al Pubblico passeggio.

Dalle ore 20 di giovedì 3 luglio, alle 4 del mattino di sabato 5, divieto di circolazione per tutti in viale Palmerio, nel tratto di corso Vittorio Emanuele compreso tra viale Palmerio e via Venturini, nel tratto di viale Beverora tra via Mirra e viale Palmerio, in piazzale Genova e in via Cavaciuti.

Dalle ore 20 di giovedì 3 luglio sino alle 4 del mattino di sabato 5, in vicolo Edilizia e via Santa Franca (tra vicolo Edilizia e Stradone Farnese) sarà revocato il senso unico di marcia a favore dei residenti, che potranno transitare in entrambe le direzioni in ingresso e in uscita da via Santa Franca.

Si ricorda, inoltre, che dalle 6 di venerdì 4 luglio sino alle 2 del mattino di sabato 5, all’interno della zona di particolare rilevanza urbanistica (ZPRU), sarà vietata la circolazione ai mezzi con massa complessiva superiore ai 35 quintali.

Vietati i contenitori in vetro e le lattine

In linea con le normative vigenti in materia di pubblica sicurezza, è vietata lungo l’intero percorso della fiera la somministrazione di bevande o alimenti in lattine o contenitori di vetro (fatta eccezione per la vendita di prodotti conservati non destinati al consumo sul posto), così come la detenzione e il consumo da parte dei cittadini. Lo stesso provvedimento varrà, contestualmente alla manifestazione, in tutto il centro storico delimitato dal Pubblico Passeggio, viale Palmerio, viale Beverora, via delle Valli, via Tramello, via Maculani, piazzale Milano, viale Sant’Ambrogio, piazzale Marconi, via La Primogenita e piazzale Roma, comprendendo tutti i pubblici esercizi posti lungo il perimetro sopraccitato.

All’interno dei locali, sarà consentita la somministrazione di prodotti in contenitori di vetro e lattine, esclusivamente per il servizio al tavolo e al bancone, senza possibilità di asporto.




Violenza a Piacenza; il Ministro Tommaso Foti (FdI): “Sforzo collettivo per un ritorno alla ragione” 

L’onorevole Tommaso Foti ministro per gli Affari Europei, le politiche di coesione e il Pnrr interviene sui recenti episodi di violenza che si sono susseguiti a Piacenza negli ultimi giorni, attraverso una nota stampa.

“Lasciamo perdere di sostituirci a coloro che meritoriamente indagano per fare chiarezza sugli episodi di violenza – non di razzismo – più gravi che si sono susseguiti in questi giorni a Piacenza. E’ un esercizio tanto inutile quanto destinato ad esacerbare ulteriormente gli animi. Dobbiamo invece e per contro chiederci la ragione per la quale episodi di violenza si susseguano con un ritmo che la nostra città non ha mai conosciuto. La guerra per bande, soprattutto all’interno degli extra comunitari, è un dato oramai acquisito, ancorché sottovalutato nella sua evoluzione. Ma proprio perché tale è lo stato delle cose serve un supplemento di prevenzione e di vigilanza per evitare che la violenza imploda con una virulenza che potrebbe farci scappare anche il morto. E analogamente non è pensabile che i cittadini, tutti i cittadini – piacentini e non – abbiano timore di utilizzare gli spazi pubblici a loro destinati, proprio per paura di essere vittime di violenza o coinvolti, loro malgrado, in risse, accoltellamenti e quanto altro di peggio si porta a dietro la delinquenza. Ma proprio perché la situazione è in ebollizione e si rischia che deflagri, un appello al ritorno alla ragione, alla civile convivenza, al rispetto delle leggi e delle regole, appare dovuto. Non è il tempo di incendiari: occorre dare un segnale forte che la Piacenza che ci appartiene – anche con quella tranquillità che alcuni deploravano, ma che piaceva alla stragrande maggioranza dei cittadini – non sia relegata ad un ricordo del passato. E allora ognuno, per la sua parte, si attivi. Perché non è più tempo di sottovalutare, minimizzare, fare finta di non vedere. E per un ritorno alla ragione, in primo luogo, devono impegnarsi le forze politiche e sociali – tutte e senza divisioni dettate dal retaggio ideologico – perché Piacenza non è la riserva indiana di una fazione, ma è dei suoi cittadini, che giustamente reclamano di essere abbandonati a se stessi e che, invece e per contro, devono avvertire che così non è. Ma serve dimostralo con i fatti, non con la retorica delle prediche inutili”




Cristina Dodici e Leonardo Bragalini nel Consiglio Generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano

Cristina Dodici e Leonardo Bragalini entrano a far parte del Consiglio Generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano. L’elezione, all’unanimità, è avvenuta ieri sera a Palazzo Rota Pisaroni e completa l’iter di rinnovo degli organi che, dall’aprile scorso, ha portato alla composizione del nuovo “parlamentino” dell’ente, alla conferma del presidente uscente Roberto Reggi e all’annuncio del nuovo Consiglio di Amministrazione fino alla nomina del Collegio sindacale. L’elezione di due consiglieri generali si è resa necessaria proprio in virtù del passaggio al CdA di Enrica De Micheli e Luigi Salice, entrati nella squadra del presidente insieme a Mario Magnelli, Luigi Grechi. Robert Gionelli, Luca Groppi, Giovanna Palladini ed Elena Uber. 

«Ho già espresso il mio benvenuto ai nuovi consiglieri e sono certo che grazie alla loro esperienza, professionalità e conoscenza del territorio sapranno fornire un contributo importante in termini di idee e azioni da realizzare a servizio delle comunità di Piacenza e Vigevano – commenta il presidente Roberto Reggi –. Il nostro Consiglio Generale ha una composizione variegata ed esprime competenze trasversali alle diverse aree di intervento della Fondazione. Le sfide attuali e future sui temi strategici ci richiamano a un impegno importante e rendono indispensabile un grande lavoro di squadra, per svolgere al meglio l’attività istituzionale».

Indicata dai sindaci del territorio insieme all’altro candidato Roberto Antenucci, Cristina Dodici è imprenditrice nel settore del co-packing e della logistica agro-industriale. Parallelamente all’attività in azienda, nel corso degli anni ha ricoperto molteplici incarichi istituzionali, in Confindustria Piacenza e in Confindustria regionale e nazionale soprattutto nell’ambito della logistica, e in Camera di Commercio in qualità di consigliera generale. Per dieci anni è stata inoltre presidente della Fondazione Its di Piacenza e consigliera di amministrazione della Fondazione ITL.

L’altro nuovo ingresso, Leonardo Bragalini, è storico dell’arte e imprenditore in ambito editoriale. Dal 2005 al 2020 è stato membro del CdA della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, assumendo la carica di vicepresidente dal 2005 al 2015. Appassionato di pittura del XIX e XX secolo ha condotto numerose ricerche su autori dell’Ottocento e portato avanti collaborazioni con diversi periodici di cultura locale. Bragalini è uno dei due membri cooptati; l’altra candidata era Letizia Anelli.

Ad oggi dunque il nuovo Consiglio Generale risulta composto da sette donne e otto uomini: Daniela Boffino, Leonardo Bragalini, Valter Bulla, Rossella Buratti, Luigi Cavanna, Vincenzo Cerciello, Francesca Colla, Cristina Dodici, Ivano Fortunati, Fabio Leggi, Carlo Marini, Mauro Monti, Anna Muselli, Maria Grazia Sabato e Elena Sisaro.

 




Consegnato il bisturi d’oro a Roberto Scarpioni

E’ stato consegnato questa mattina a Mareto a Roberto Scarpioni, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Nefrologia-Dialisi dell’ospedale di Piacenza il Bisturi d’oro. Come di consueto la cerimonia si è svolta nella chiesa del paese alla presenza di varie autorità, al termine della messa.

Istituito per valorizzare il lavoro di medici e chirurghi il premio è giunto alla sua 51° edizione. Ai premiato viene consegnata un’opera dono del maestro orafo Giulio Manfredi.

Le congratulazioni della sen. Murelli

«Desidero esprimere le mie più sincere congratulazioni al professor Roberto Scarpioni per il prestigioso riconoscimento del Bisturi d’Oro, che gli è stato conferito oggi a Mareto. Un premio che valorizza non solo le sue competenze mediche, ma anche – e soprattutto – l’umanità, la passione e la dedizione con cui ha sempre svolto il suo lavoro.”

Così la senatrice Elena Murelli interviene per celebrare il riconoscimento assegnato al professor Scarpioni, figura di riferimento della sanità piacentina e nazionale. «La sua carriera è costellata di risultati importanti, ma ciò che colpisce davvero è il modo in cui si prende cura dei pazienti, con rispetto, attenzione e un’umanità rara. Servono persone come lui per ispirare i giovani medici e operatori sanitari e per ricordarci che dietro ogni camice c’è una persona che sceglie ogni giorno di mettere al centro il paziente» continua la capogruppo della Lega in commissione Sanità.

“Credo sia fondamentale – afferma Murelli – fare un grande sforzo di comunicazione per valorizzare le eccellenze del nostro ospedale di Piacenza. Troppo spesso bistrattato in questo periodo da episodi negativi ma di cui invece non si conoscono le professionalità straordinarie e i servizi di qualità che abbiamo sul territorio. Dobbiamo raccontarli, promuoverli, farli emergere, perché rappresentano un patrimonio di competenze e di umanità che merita il massimo riconoscimento».

«Al professor Scarpioni – conclude la senatrice – va la mia stima più profonda e il ringraziamento di tutta la comunità piacentina».