Spazio 2 cambia nome e diventa “hub di comunità”

Un nuovo spazio nasce a Piacenza nell’area di via XXIV Maggio 51, nella storica sede di Spazio2, centro di aggregazione del Comune di Piacenza chiamato a diventare, a cura di una nuova rete di gestori, un “Hub di Comunità” ovvero un punto di riferimento per la cittadinanza, con attenzione soprattutto ai giovani, capace di offrire servizi, promuovere la partecipazione e favorire la rigenerazione sociale e culturale.
Il progetto si realizza nell’ambito dell’Agenda trasformativa urbana del Comune di Piacenza, sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna con fondi PR FSE+ 2021-2027. L’Amministrazione comunale ne ha affidato la gestione alla rete costituita dal capofila Consorzio Sol.Co Piacenza, in partnership con le cooperative sociali Officine Gutenberg, Des Tacum, L’Ippogrifo, Eureka, L’Arco, Strade Blu e Consorzio Quarantacinque, che insieme hanno co-progettato lo spazio e lavorato per la sua trasformazione e ridefinizione.
Nel tardo pomeriggio di oggi, venerdì 27 giugno, l’apertura a tutta la cittadinanza e l’inaugurazione, in particolare, della rinnovata palazzina centrale, alla presenza delle istituzioni, con un aperitivo e un live musicale. Al taglio del nastro, occasione per svelare anche il nuovo nome della struttura, “Too Piacenza” e il relativo logo, nonché il progetto comunale Tendenze Factory, sono intervenuti il sindaco Katia Tarasconi, l’assessore alle Politiche Giovanili e Agenda 2030 Francesco Brianzi, l’Assessore regionale alle Politiche Abitative, Lavoro e Politiche Giovanili Giovanni Paglia e il dirigente del Settore Attività Culturali, Economia della Cultura e Giovani della Regione, Gianni Cottafavi. Per la rete di gestori, Paolo Menzani in rappresentanza del Consorzio Sol.Co e Gero Guagliardo di Officine Gutenberg, unitamente ai referenti della rete dei partner: per Tendenze Factory Nicola Curtarelli del Comitato provinciale ARCI Piacenza e per la Rete Giardini Sonori, Jacopo Rossi dell’Associazione Giano.
Durante la serata, arricchita dal live del musicista e cantautore Martino Adriani e da un momento conviviale, è stata ufficializzata la data dell’incontro riservato a tutti coloro che desiderano collaborare con il nuovo spazio, in calendario venerdì 11 luglio alle 18.
Come hanno spiegato i gestori: “Vogliamo diventare un luogo che permetta alla cittadinanza più giovane di esprimere le proprie potenzialità e talenti, facilitare la transizione all’età adulta e il passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro, a partire dai percorsi di vita di ciascun frequentante. Renderlo un luogo accessibile a tutte e a tutti, senza “sbarramenti all’ingresso”, in cui le nuove generazioni, indipendentemente dai propri background e percorsi, possano formarsi e crescere e dove siano aiutate al meglio a comprendere i loro desideri per il futuro. In sintesi, vogliamo dare il nostro contributo nel creare una Piacenza migliore per i giovani, a partire da questo specifico luogo.”
Gli obiettivi della rete sono diversi: realizzare e ospitare iniziative che attraggano i giovani, li coinvolgano in attività di sviluppo personale e delle proprie competenze, colmare il gap con i servizi disponibili avvicinando ragazze e ragazzi al mondo dell’istruzione, della scuola e del lavoro, ponendo particolare attenzione al coinvolgimento della rete cittadina di realtà che lavorano con i giovani e sui temi della formazione, agendo come una sorta di piattaforma.
Uno spazio, dunque, che intende promuovere formazione, sviluppo delle competenze e internazionalizzazione, rivolgendosi in primis alle giovani generazioni che ne rappresentano il target principale: studenti di scuole superiori, Erasmus e universitari, associazioni giovanili, NEET, ragazzi con background migratorio e di seconda generazione, giovani lavoratori e giovani talenti, giovani imprenditori, produttori e artigiani. I giovani destinatari potranno sviluppare qui i propri talenti e trovare occasioni di aggregazione e di crescita; un’attenzione particolare, inoltre, verrà rivolta alle persone con fragilità, alla riduzione delle diseguaglianze e all’integrazione di gruppi vulnerabili.
Il progetto si rivolge anche a chi lavora con il tessuto giovanile di Piacenza, come scuole superiori ed enti di formazione, imprese e associazioni di categoria, Enti del Terzo Settore, associazioni attive in città e nel quartiere, a cui verrà data la possibilità di instaurare alleanze e parternariati per progettare e avviare nuovi servizi e attività sperimentali e innovative.
A partire dalla fine di giugno (dal 30 l’apertura al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 20) l’invito alla collettività sarà a “pensare a questo spazio come se fosse anche tuo”: cittadine e cittadini potranno comunicare le loro proposte, che riguardino un evento, un festival, un laboratorio che vorrebbero realizzare nella struttura, un’iniziativa da co-progettare insieme ai gestori, il coinvolgimento della propria azienda o ente come sponsor, finanziatore o erogatore di servizi in convenzione, o ancora, la propria disponibilità come volontaria o volontario, con l’obiettivo di sviluppare insieme le diverse idee di una Piacenza migliore per i giovani.
Che cosa troveranno, intanto, nel nuovo spazio? Postazioni ad accesso libero per studiare o lavorare, proposte aggregative ed educative, un punto di riferimento per conoscere le opportunità del territorio rivolte ai giovani, accompagnamento e facilitazione alla progettazione per le associazioni giovanili, workshop e laboratori creativi. E ancora, eventi musicali, artistici, culturali, un club che ospiterà le performance live della scena musicale indipendente locale, sale, attrezzature e supporto per organizzare incontri, feste ed eventi, sportelli di orientamento e di sostegno alle start up, dedicati alla mobilità internazionale, alla facilitazione digitale e di supporto ai talenti.
Per ulteriori informazioni: info@toopiacenza.it
Tra i progetti presentati oggi, Tendenze Factory, che si articolerà in varie tappe a cominciare, dal 5 al 7 settembre nella cornice della ex Caserma Cantore, da Tendenze Showcase, per la direzione artistica di Arci Piacenza: una vetrina di proposte musicali locali, nazionali ed internazionali e, come di consueto, diversi stage ma anche tanto altro.
Si prosegue con Tendenze Lab che partirà ad ottobre e proporrà, fino a settembre 2026, un ricco ventaglio di percorsi:
– un laboratorio di composizione e produzione musicale a cura dello staff di Giardini Sonori, in cui si impareranno tecniche di scrittura, arrangiamento e produzione di musica inedita;
– un corso per tecnico audio/luci tenuto da Doc Servizi;
– un laboratorio coreografico e di performance sotto la guida di Pc Radio Cult, per l’insegnamento di coreografie, adattamento al tema musicale, sperimentazione con la telecamera e prove sul set;
– un laboratorio di videoclip narrativo dell’associazione Noh Studio, in cui i ragazzi verranno guidati nella realizzazione professionale di videoclip a basso budget;
– un laboratorio di podcast, sempre a cura di Noh Studio;
– un laboratorio di broadcast dell’associazione Pc Radio Cult, pensato per portare i ragazzi ad una comprensione completa del processo di creazione e gestione di una stazione radio online, con un equilibrio tra teoria, pratica e competenze tecniche e creative;
– “Container”, ovvero una piattaforma di registrazione e diffusione dei transiti artistici che animeranno la provincia di Piacenza durante tutto il percorso laboratoriale a cura di Dappertutto.
Si arriverà a settembre 2026 e sarà il momento del ritorno del Tendenze Festival




Rissa di via IV Novembre: una vicenda ancora tutta da chiarire

Mai come nella vicenda della rissa di via IV Novembre è importante che le indagini delle forze dell’ordine restituiscano rapidamente un quadro chiaro di quanto avvenuto la notte del 25 giugno. Non tanto – e non solo – per attribuire a ciascuno le eventuali responsabilità penali ma soprattutto per delineare con precisione i contorni di quanto avvenuto. Soltanto un’attenta ricostruzione potrà dirci se le scene da Far West vissute a pochi passi dal Cheope siano effettivamente frutto di atteggiamenti xenofobi e razzisti nei confronti di due fratelli algerini aggrediti, senza altra apparente ragione.

Gli inquirenti starebbero in queste ore verificando, in collaborazione con i colleghi di Cesena, la fondatezza di alcune testimonianze, emerse nella mattinata di oggi, secondo cui un gruppo di giovani della città romagnola sarebbe stato aggredito da alcuni magrebini, nel parcheggio sotto il Facsal, subito dopo il termine della manifestazione antidegrado “La mè bela Piaseinsa” organizzata dalla Curva Nord sul Pubblico Passeggio. La violenza contro i fratelli potrebbe insomma essere nata come conseguenza a questo primo ipotetico scontro: una “giustizia fai da te” basata sulla legge del taglione, anziché sul ricorso a polizia e carabinieri.

Se anche fosse vero poco cambierebbe sul fronte della preoccupazione sociale. Una città dove i conti si regolano a suon di botte è sintomo di una grave degenerazione culturale nonché di una regressione sociale che pone sullo stesso livello tutti i protagonisti di questa brutta pagina e dove il razzismo diventa una sorta di concetto palindromo, che si legge in egual modo da una parte all’altra e viceversa. Tanto più se dovesse essere confermata un’ulteriore versione circolata nelle ultime quarantotto ore (e priva al momento di riscontri ufficiali), quella di un coinvolgimento anche di alcuni albanesi che se la sarebbero presa a loro volta con i due fratelli magrebini (non si sa per quale motivo).

Fin qui c’è una sola certezza: ad essere messa inesorabilmente al tappeto è l’idea di una Piacenza pacifica, tranquilla, integrante. Politiche dissennate hanno svenduto il territorio della nostra provincia per dare impulso ad una logistica con scarsissimo valore aggiunto, portando ad una presenza sul territorio cittadino di oltre 19.000 stranieri (pari al 18,9 % della popolazione contro una media nazionale del 9,2%), senza essere in grado di offrire a loro, e alle loro famiglie, sufficienti opportunità, alloggi, stipendi dignitosi e dunque chance di vera integrazione e senza avere una città pronta per questa accoglienza e convivenza.

La storia, purtroppo, non si può cambiare, ma forse sarebbe ora di ammettere che a Piacenza i problemi sono molto più gravi rispetto a quelli di altre città italiane e accantonando gli slogan sugli “ismi” (dal fascismo al razzismo) agire perché questa logistica inizi ad offrire alla città (e alla provincia) ritorni sociali ed economici e compensazioni che riequilibrino un po’ la situazione.




Il sindaco Tarasconi sul Far West di via IV Novembre: “Il degrado non si combatte con il degrado”

Il sindaco di Piacenza interviene con una nota sulle scene da Far West che si sono verificate ieri sera inn via IV Novembre, in piena città.

“Il degrado non si combatte con il degrado. E quello a cui la nostra città ha assistito ieri sera è, senza ombra di dubbio, degrado allo stato puro: violenza, botte, facce insanguinate, tavoli ribaltati, danni e paura tra i tanti ragazzi e ragazze che stavano semplicemente bevendo qualcosa o mangiando un gelato in centro. Degrado e squallore allo stato puro, indipendentemente dalle responsabilità penali che senz’altro verranno accertate dalle forze dell’ordine intervenute sul luogo dei fatti e che ora stanno svolgendo le indagini del caso.

Parlo di degrado che non si combatte con il degrado, perché giusto un paio d’ore prima degli episodi in questione, a poca distanza da dove sono avvenuti, si riuniva un presidio organizzato dalla Curva Nord, gli ultras del Piacenza Calcio, allo scopo – si legge in una nota dei promotori – di “portare all’attenzione un problema che ormai è noto a tutti, quello dell’insicurezza e della criminalità dilagante”.

Ebbene, stando alle prime ricostruzioni – che dovranno essere confermate dall’Autorità giudiziaria, l’unica titolata a ipotizzare collegamenti e formulare accuse – pare che alcuni giovani che poco prima avevano preso parte al presidio anti-degrado siano poi rimasti coinvolti negli episodi di violenza a cui in tanti hanno assistito e di cui vediamo ampi resoconti sui media locali; episodi che si sono conclusi con il ferimento e il ricovero in ospedale di due giovani di origine nordafricana.

Ora, in attesa di capire come siano andate le cose e chi siano i responsabili, la considerazione che ritengo doverosa è questa: la violenza non è mai la risposta a un problema. Mai e poi mai. La storia dovrebbe avercelo insegnato, ma ciò nonostante ci sono gruppi di persone che si riuniscono e inneggiano – come è avvenuto durante il presidio di cui sopra – a una sorta di ribellione contro un sistema che in qualche modo favorirebbe il dilagare della criminalità, della violenza, del degrado. E lo fanno con toni e concetti che trasudano violenza, durezza, intolleranza in nome di una situazione non meglio definita, tratteggiata in modo generico, superficiale, senza tener conto di ciò che dicono la Prefettura e le forze dell’ordine dati alla mano. Poco dopo il presidio sul Pubblico passeggio – e solo le indagini chiariranno se è stato un caso oppure no – assistiamo ad episodi criminali, violenti, degradati e degradanti. Episodi che hanno visto come protagonisti numerosi giovani prendersela con pochi. Alcuni organi di informazione parlano di “rissa a sfondo razziale”, e anche in questo caso sarà l’Autorità giudiziaria a chiarire se sia vero oppure no.

In ogni caso, promuovere la violenza per affrontare problemi (che si verificano in tutte le città italiane, e che qui a Piacenza sono tutt’altro che sottovalutati) non è il nostro modo di pensare e di agire. Anzi, sono convinta che certi toni, certi messaggi, certi slogan siano parte integrante del problema e ne aumentino la portata come benzina lanciata sul fuoco. E a farne le spese, come è avvenuto ieri sera, sono i cittadini per bene, ovvero quelli che si sono trovati ad assistere a uno spettacolo che oltre ad essere criminale è indecoroso e indegno; a farne le spese sono la sicurezza e l’ordine pubblico, che sono cose serie e complesse, e sono la materia di cui si occupano professionisti seri, preparati e titolati”. 




Le reazioni alla rissa di via IV Novembre a Piacenza

Sono svariate le reazioni e le prese di posizione riguardo a quanto accaduto ieri sera in via IV Novembre   a partire da quella del Partito democratico.

“Il Partito Democratico di Piacenza esprime sdegno e profonda preoccupazione per l’episodio accaduto questa notte nella nostra città. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, un gruppo di circa 40 persone ha aggredito due cittadini stranieri con spranghe e bottiglie, al grido di “ripuliamo la città dagli stranieri”. Una violenza brutale, codarda, che nulla ha a che vedere con il vivere civile e che colpisce al cuore i valori su cui si fonda la nostra democrazia.

Episodi del genere non devono essere minimizzati, perché dietro a questi atti si cela un clima d’odio che da tempo sta crescendo e che oggi esplode in forme sempre più gravi e pericolose.

Non possiamo ignorare la responsabilità morale e politica di chi, nei mesi e negli anni, ha alimentato con troppa leggerezza un linguaggio d’odio nei confronti di migranti e cittadini stranieri. Quando la propaganda politica fa del “diverso” il bersaglio quotidiano, quando si usano parole come “invasione” o si parla di “ripulire” le città, si legittimano – direttamente o indirettamente – comportamenti violenti e discriminatori. È nostro dovere denunciarlo con forza.

In un momento storico in cui le tensioni sociali rischiano di essere strumentalizzate per dividere e alimentare paure, è dovere della politica e delle istituzioni respingere con decisione ogni istigazione all’odio e riaffermare i principi di umanità, convivenza e rispetto.

Piacenza è una città che sa accogliere, che ha sempre fatto della coesione il suo punto di forza. Non permetteremo che venga trascinata nel baratro dell’intolleranza e della violenza.

Attendiamo che venga fatta piena luce su questa inquietante vicenda e invitiamo tutte le forze democratiche, le associazioni, le cittadine e i cittadini a dire basta all’indifferenza”.

La comunità islamica: Attendiamo una reazione forte e decisa da parte dell’amministrazione e delle forze politiche

Anche la Comunità islamica di Piacenza prende posizione attraverso un post Facebook.

“Gravissimi fatti contro una famiglia appartenente alla nostra comunità ieri sera a Piacenza. Ci siamo assicurati del loro stato morale e fisico e siamo in costante contatto con la famiglia.
Attendiamo una reazione forte e decisa da parte dell’amministrazione e delle forze politiche della città per fatti che si sono definiti come una spedizione islamofoba e xenofoba contro dei cittadini musulmani di origine algerina.
Questo, confidando nel lavoro degli investigatori che sappiamo che stanno già lavorando in maniera tempestiva sui fatti”.

Manifestazione indetta per il 2 Luglio da Si Cobas, Controtendenza, Collettivo Femminista.

Intanto Si Cobas, Controtendenza, Collettivo Femminista hanno indetto una manifestazione “Antifascista” per Mercoledì 2 luglio alle 21 davanti al Cheope. La stessa comunità Islamica però avverte di “non aderire, né esorta i propri fedeli a partecipare a questo tipo di manifestazioni. La Comunità Islamica di Piacenza avverte i propri fedeli a non essere oggetto di strumentalizzazione per fini di interesse politico”.

Si terrà anche un’assemblea preparatoria al corteo.

Rifondazione Comunista

Questa la nota diffusa dalla segreteria del partito della Rifondazione Comunista di Piacenza – Circolo “Rosa Luxemburg.

“La Curva Nord del Piacenza organizza un sit-in per protestare contro la situazione di degrado e insicurezza in cui verserebbe la città. A pochi metri di distanza, praticamente in contemporanea, circa quaranta persone in camicia nera aggrediscono due fratelli di origine algerina, con spranghe e bottiglie!, al grido di “Ripuliamo la città dagli stranieri”.

Sicuramente sarà una coincidenza, non lo mettiamo in dubbio e sicuramente la destra locale sarà prontissima a giustificare in tal modo l’accaduto, però è paradossale notare che quando l’estrema destra si muove la violenza xenofoba è sempre dietro l’angolo. Purtroppo, negli ultimi anni, non è il primo episodio – pure contro italiani puri – e temiamo non sarà l’ultimo, da quando le parole d’ordine della politica a livello nazionale sono “Prima gli italiani” o “Chiudiamo i porti”, queste realtà fasciste si sentono legittimati a compiere impunemente atti anche violenti. Ora, noi non neghiamo affatto che a Piacenza ci siano problemi di degrado e microcriminalità, anzi, ma non accettiamo assolutamente che le colpe siano addossare solo alla popolazione straniera nè che simili manifestazioni e parole d’odio possano rappresentare una soluzione a determinati problemi. Ci auguriamo, anche, che le istituzioni e le forze dell’ordine intervengano prontamente per fermare questa spirale di violenza prima che sia troppo tardi e che la nostra “bèla Piaseinsa” assurga nuovamente alle cronache per fatti decisamente poco positivi. E proprio per confermare la nostra posizione saremo in piazza il 2 luglio per la manifestazione antifascista organizzata da ControTendenza, contro la presenza dei neofascisti in città e contro la copertura politica che ricevono a livello locale e nazionale”.

La Segreteria di Alternativa per Piacenza

“Alternativa per Piacenza denuncia la brutale aggressione di mercoledì scorso a danno di alcuni giovani cittadini. Come riportano le cronache, un gruppo di persone, vestite di nero come fossero in divisa, ha assalito due ragazzi stranieri, spedendoli all’ospedale. Un episodio grave, un’aggressione organizzata che ricorda le squadracce fasciste, purtroppo nel solco delle sempre più frequenti manifestazioni di intolleranza e vandalismo. I social sono un proliferare di volgarità xenofobe e nostalgiche; su muri, monumenti, panchine compaiono svastiche e scritte ingiuriose. È una deriva che va fermata, prima che ogni pretesto sia valido per applicare la legge della strada, in una escalation di violenza e vendetta destinata a finire in tragedia. Sostituirsi alle forze dell’ordine, pretendendo di imporre il decoro e il rispetto delle regole a cinghiate, significa confondere il patriottismo con la delinquenza spiccia. Farsi giustizia da soli, in una società civile, è da criminali, da qualunque parte la si veda. Esiste un problema sicurezza, il degrado è diffuso. La responsabilità coinvolge però cittadini di ogni specie. Discriminare addossando colpe è parte del problema, benzina gettata sul fuoco. Se il nemico per qualcuno resta “lo straniero” o “il diverso”, noi allora siamo diversi e stranieri, non ci riconosciamo in questa sottocultura fascista e razzista, che la nostra Costituzione relega all’abominio.

L’antifascismo è oggi un dovere ancora più forte, che sarebbe in capo, di fronte a episodi di così chiara matrice, anche a quei politici locali che strizzano l’occhio a certi ambienti. È il tempo di prendere distanze in modo chiaro, il tempo della responsabilità e della fermezza, prima che ci scappi il morto. In un mondo che sembra andare a pezzi, difendere la democrazia, la pace sociale e la sicurezza di tutte e tutti – a partire dalle persone più vulnerabili – è oggi un dovere che deve unire oltre ogni appartenenza”.




Inaugurata in questura a Piacenza una stanza per proteggere e ascoltare le donne vittime di violenza

Nella giornata odierna, è stata inaugurata, alla presenza delle massime Autorità civili e militari, in collaborazione con Soroptimist International club Piacenza, “una stanza tutta per sé”, realizzata utilizzando alcuni locali posti al primo piano della Questura.
Il progetto, seguito dal personale della Divisione Anticrimine della Questura e denominato una stanza tutta per sé, ha lo scopo di sostenere la donna nel delicato e incisivo momento della denuncia di violenze e abusi alle Forze dell’ordine. Una stanza tutta per sé, dal libro della nota scrittrice britannica Virginia Woolf, è un invito per le donne a lottare per la propria libertà, contro ogni forma di limitazione o privazione, partendo dall’essere ascoltata in una stanza dedicata che tenga conto del particolare momento di fragilità.
La stanza per l’audizione alla donna che denuncia atti persecutori, maltrattamenti, stalking e ogni altro atto di violenza è un ambiente protetto e dedicato che tende ad un approccio meno traumatico con gli investigatori e a trasmettere una sensazione di accoglienza delle persone, mettendole a proprio agio nell’atto di formalizzare una denuncia.
Presso la Questura di Piacenza la stanza è stata intitolata “La casa di Atena”, per richiamare la forza e l’intraprendenza della dea greca, quale simbolo di protezione e sicurezza che la stanza intende offrire alle donne vulnerabili, rappresentando un rifugio da cui poter ripartire ed è costituita da uno spazio che è stato altresì attrezzato per accogliere i bambini spesso vittime di “violenza assistita”, testimoni silenziosi e inconsapevoli di violenze fisiche e/o psicologiche subite dalla propria madre.
A fine 2024 sono state 44 le stanze realizzate in tutte le questure in collaborazione con Soroptimist, a cui si aggiunge anche quella di Piacenza. Nell’ambito della stessa donazione è stato anche previsto il “kit una stanza tutta per sé portatile”, con la donazione di un computer da utilizzare per verbalizzare e registrare le denunce delle vittime.
Nell’anno 2024 sono state 40 le richieste di ammonimento per violenza in ambito domestico e 26 gli ammonimenti adottati con provvedimento del Questore mentre nel primo semestre del 2025 sono state 16 le richieste pervenute e 9 quelle ritenute di essere accolte con un provvedimento.
Sono state altresì presentate ulteriori 21 richieste per stalking di cui 6 meritevoli di trattazione e di conseguente provvedimento del Questore; nel primo semestre 2025 sono state presentate 13 istanze di cui 4 provvedimenti di ammonimento adottati.




Farnesiana due nuovi murales ispirati a equità e inclusione sociale

L’arrivo dell’estate porta in dono al quartiere Farnesiana due nuove opere nell’ambito del bando comunale “UAU PC! Urban Art Unites Piacenza”. A inaugurarle questa mattina insieme agli autori, Fabio Guarino e Lisa Gelli (affiancati dal direttore artistico del progetto Cesare Bettini, di Urban Utopia per Doc Servizi), il sindaco Katia Tarasconi, l’assessore a Politiche Giovanili e Agenda 2030 Francesco Brianzi, i rappresentanti delle istituzioni locali e delle forze dell’ordine – tra cui il consigliere Gabriele Scagnelli per la Provincia, il questore Ivo Morelli e il vice prefetto Francesca Filice Vaccari, che ha portato il saluto del prefetto Paolo Ponta – con la partecipazione dei sodalizi promotori, l’associazione Besuricando e la cooperativa Doc Creativity, unitamente ai rappresentanti delle diverse realtà del territorio che ne hanno sostenuto la realizzazione: Abicoop Piacenza, Avis provinciale, Superborgo Srl per i supermercati Conad Farnesiana e Besurica, Centro Edile 3.0.
L’iniziativa, cofinanziata dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, è il frutto di un percorso di workshop e laboratori creativi in collaborazione con il liceo Cassinari, con particolare attenzione ai giovani per raccogliere idee e promuovere sinergie creative.
“La partecipazione è il cuore di questo progetto – sottolinea il sindaco Tarasconi – che proprio per questo appartiene idealmente a tutti ed è il risultato, di grande potenza espressiva, di un impegno corale nel prendersi a cuore gli spazi pubblici, come un vero gesto d’amore nei confronti della città. In questo senso, un ringraziamento importante va a tutti i partner che hanno reso possibile, con il loro contributo, questa nuova tappa di UAU PC!”.
“L’obiettivo del bando comunale dedicato alla Street Art – ricorda l’assessore Brianzi – è proprio quello di sensibilizzare la collettività sui temi cardine che ispirano e orientano l’Agenda 2030: equità, sostenibilità, integrazione. Alla bellezza dell’arte che rigenera e impreziosisce i luoghi, si aggiunge il valore di un progetto pensato e costruito insieme alle persone che vivono il territorio e sono incentivate a prendersi cura dei beni comuni e delle aree condivise, proteggendoli dal degrado e dall’abbandono. Ringrazio il Servizio Piacenza Giovani e la Commissione Urban Art comunale per il supporto, così come gli uffici comunali Verde e Lavori Pubblici che hanno rimesso a nuovo le porte da calcetto e la recinzione del campo da gioco di via Pastore, nell’impegno condiviso con gli assessori Matteo Bongiorni e Mario Dadati”.
I nuovi murales adornano, rispettivamente, il campetto sportivo nell’area verde tra via Pastore e via San Giovanni Bosco e la facciata del palazzo Acer al civico 6 di via Pastore, all’angolo con via Zani. Gli obiettivi dell’Agenda 2030 cui danno risalto attengono alla parità di genere (n.5), alla riduzione delle disuguaglianze attraverso l’inclusione sociale (n. 10) e dalla creazione di città e comunità sostenibili grazie a interventi di rigenerazione urbana (n.11).
Il primo si intitola “EquiGioco” e riprende un elemento grafico che richiama fortemente i Cavalli del Mochi, unitamente a una figura che rappresenta Madre Natura, fondendo le sfumature del rosa e dell’azzurro in un racconto visivo e simbolico che celebra la parità tra i generi e il delicato rapporto tra la città e l’ecosistema. Il campo da gioco diventa così, nell’intento delle studentesse del liceo Cassinari che hanno partecipato all’elaborazione creativa, un invito a crescere e imparare insieme, sperimentando i valori dell’inclusione, del rispetto e del senso di appartenenza al quartiere e alla città.
“Colori per il futuro”, il murale che campeggia sull’edificio Acer di via Pastore 6, rappresenta invece in un girotondo di bambini e di tonalità l’impegno della comunità verso un domani condiviso. Le figure, vestite di abiti dai colori vibranti, sono decorate con motivi riconducibili a segni urbanistici e botanici, rilevati nel quartiere e in città. Complessivamente, l’opera evoca la pluralità culturale e l’appartenenza al territorio, con riferimenti chiari alla gioia del gioco e all’importanza del dialogo tra le generazioni: un gesto spontaneo che diventa atto di coesione, fiducia e speranza per il futuro della comunità.




Piazza Duomo, da lunedì APU attiva 24 ore su 24. Oggi sarebbero quasi 60 le sanzioni al giorno

Scatterà lunedì 23 giugno l’attivazione dell’Area Pedonale Urbana (APU) in piazza Duomo: il transito sarà vietato 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana, fatta eccezione per i veicoli autorizzati. Una misura già annunciata e che ora entra nella sua fase operativa, con l’obiettivo di tutelare uno degli spazi urbani più importantidella città.

In vista dell’entrata in vigore del divieto, è utile conoscere un dato che aiuta a comprendere la rilevanza dell’intervento. Tra il 9 e il 15 giugno, nella settimana di monitoraggio che precede l’avvio delle sanzioni, le telecamere già attive agli ingressi della piazza – finora in funzione solo per la lettura delle targhe – hanno registrato una media di quasi 60 accessi non autorizzati al giorno. Una stima che si traduce in oltre 400 potenziali infrazioni in unasettimana.

Gli ingressi in questione sono quelli da via Romagnosi, via Pace e via del Cementificio, punti sensibili dell’area pedonale dove sarà più forte l’attenzione anche nei controlli successivi. La rilevazione ha permesso di fotografare in modo oggettivo i comportamenti reali prima dell’attuazione del provvedimento.

“Si tratta di una scelta coerente con l’idea di città che stiamo portando avanti – spiega il vicesindaco e assessore alla Viabilità Matteo Bongiorni – in cui il centro storico venga sempre più percepito come uno spazio di qualità, da vivere in sicurezza e con rispetto. Piazza Duomo è un luogo simbolico: proteggerlo significa valorizzarlo”.

L’Amministrazione ricorda che da lunedì 23 giugno le sanzioni saranno pienamente operative e invita cittadini e operatori a verificare i propri titoli di accesso. Restano naturalmente validi i permessi già rilasciati per le categorie aventi diritto, come residenti, mezzi di soccorso, disabili e soggetti con esigenze particolari.




Alle 22 in piazza Duomo si inaugura il video mapping Laudato Si’ sulla Cattedrale

Sarà presentato oggi, in occasione della prima serata dei Venerdì Piacentini, il video mapping “Laudato Si’ – Il Cantico Della Rinascita” che abbellisce la facciata della cattedrale di Piacenza, interessata da restauri. Al taglio del nastro, in Piazza Duomo, alle ore 22,  saranno presenti il vescovo Cevolotto, il Sindaco Tarasconi e dell’Assessore al Commercio Fornasari.

In occasione dell’Anno Giubilare 2025 e nell’ambito delle iniziative culturali e spirituali promosse dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio, si realizza, – su iniziativa dell’Opera della Cattedrale e dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi – un progetto di video mapping architettonico sulla facciata della Cattedrale di Piacenza, monumento simbolo della città e del territorio.

“La Cattedrale di Piacenza – ha detto Giovanni Struzzola, presidente dell’Opera della Cattedrale –  diventa palcoscenico di un’installazione multimediale a forte impatto emotivo e simbolico. Attraverso un video mapping architettonico di grande suggestione, la facciata della Cattedrale si trasforma in una tela viva per raccontare la bellezza del Creato, la sua fragilità e la possibilità di una rigenerazione spirituale ed ecologica”.

Il tema scelto per la proiezione è ispirato all’Enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, e dal Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi con un messaggio profondo di conversione ecologica e armonia tra uomo e creato.

“La narrazione visiva – spiega l’architetto Manuel Ferrari direttore dell’Ufficio Beni Culturale Ecclesiastici della Diocesi – si articola attorno ai quattro elementi naturali – Terra, Aria, Acqua e Fuoco – e ne rappresenta dapprima le forme deturpate e sofferenti come segno della crisi ecologica in atto (es. inquinamento degli oceani, desertificazione, incendi, smog), per poi trasformarle, attraverso la figura di San Francesco d’Assisi, in immagini di rinascita, cura e bellezza, in un crescendo di luce e speranza”.

“A ogni “ferita” – aggiunge l’architetto Manuel Ferrari – fà però seguito una trasformazione: la presenza luminosa di San Francesco interverrà simbolicamente per guidare la rinascita del Creato, rigenerando ogni elemento in forme di armonia, bellezza e cura”.

“L’obiettivo – aggiunge il Presidente dell’Opera Struzzola – è quello di sensibilizzare la cittadinanza e i visitatori su tematiche ambientali urgenti, con un linguaggio accessibile, immersivo ed emotivamente coinvolgente, valorizzando allo stesso tempo il patrimonio storico-artistico della Cattedrale”.

Per la realizzazione del progetto, c’è stata la collaborazione con professionisti del settore (visual designer, artisti digitali, tecnici del suono e della luce) e il sostegno degli sponsor.




La comunità cristiana piacentina prega di fronte alla tragedia verificatasi in ospedale

Anche la comunità cristiana piacentina con il vescovo mons. Adriano Cevolotto è rimasta scossa dall’episodio verificatosi in ospedale nella mattinata di giovedì 19 giugno con il ritrovamento di un feto morto nei bagni del Pronto Soccorso. Le indagini sono in corso per fare piena luce sull’accaduto.

Di fronte a ogni tragedia e a ogni sofferenza, dalla guerra ad ogni altra forma di violenza, non si può restare indifferenti. Perciò in occasione della messa nella solennità del Corpus Domini questa sera alle ore 20.30 nella chiesa di San Giovanni in Canale a Piacenza si pregherà in particolare per questo dramma della vita. Oltre il clamore mediatico, nel silenzio e nella preghiera, si chiede a Dio di essere luce, consolazione, guarigione del cuore.

In particolare, al termine della processione con il Santissimo Sacramento nella basilica di Santa Maria di Campagna, a poca distanza dall’ospedale, si pregherà con queste parole:

Signore Gesù,

abbiamo camminato con te, che sei nostro fratello e compagno di viaggio,

e abbiamo parlato di speranza.

Ora siamo qui, davanti a te,

nella casa di Maria e con te ci riconosciamo suoi figli e figlie amate.

Al termine di questo giorno

il nostro pensiero corre a quanti anche oggi hanno faticato a credere che sperare è possibile:

pensiamo alle donne vittime della violenza,

al grido di tante persone vicine e lontane soffocato dal rumore delle armi,

a chi è in preda alle dipendenze,

a chi sta migrando dalla casa e dagli affetti,

al dramma – o ai molteplici drammi – che porta con sé una vita appena sbocciata e subito abbandonata, come è successo proprio qui, a pochi passi da questa chiesa che profuma di affetti e parla di vita.

Ancora una volta, Signore Gesù,

davanti ai drammi dell’umanità noi ti chiediamo:

“Signore da chi andremo?”

Tu che ti sei fatto pane che nutre la nostra fame

raccogli ancora una volta, oggi e sempre,

le tante fami di vita, di pace, di libertà, di ascolto, di casa

che attraversano questo mondo,

e semina nei nostri cuori il lievito della speranza

perché possiamo essere fermento di fraternità

per una umanità nuova consolata dal tuo amore.

Raggiungi con i tuoi raggi che illuminano e riscaldano

tutta la nostra città

noi, le nostre case, i luoghi da lavoro,

gli ospedali, le case di cura e i luoghi di detenzione:

su tutti scenda come rugiada consolante la tua benedizione.




Amianto all’ex Cinema Roma, il Comune: “Situazione già nota e ordinanza emessa prima della segnalazione”

Il Comune di Piacenza interviene sul tema del tetto crollato dell’ex cinema Roma che ieri era stato al centro di un comunicato stampa e di una interrogazione della capogruppo di FdI Sara Soresi.  “L’intervento del Comune sullo stabile dell’ex Cinema Roma – scrive l’Amministrazione – è partito prima che la questione approdasse in Consiglio comunale lunedì scorso, 16 giugno, con la segnalazione da parte della consigliera Sara Soresi, capogruppo di Fratelli d’Italia, poi confluita in un’interrogazione a risposta scritta.

Palazzo Mercanti chiarisce come lo stabile (dichiarato inagibile nel luglio 2024 dal Comune stesso) fosse già oggetto di verifiche da parte dei servizi comunali e dell’Azienda Usl di Piacenza. A seguito di tali verifiche, era già stata adottata un’ordinanza “contingibile e urgente” per la bonifica della copertura in amianto. Si tratta dell’ordinanza numero 430 del 13 giugno 2025.

La relazione Ausl del 4 giugno aveva infatti evidenziato lo stato di deterioramento delle lastre e, per tale ragione, il Comune ha imposto alla proprietà dell’edificio l’obbligo di rimozione e smaltimento dei materiali contenenti amianto entro 60 giorni, un termine ben più restrittivo rispetto ai sei mesi indicati dall’Ausl sulla base delle linee guida regionali.

L’ordinanza stabilisce inoltre che venga presentato un piano di lavoro entro due settimane, oltre all’immediata adozione di misure a tutela dell’area, con relativa trasmissione del documento agli enti competenti – Ausl, Arpae, Prefettura, Questura e Polizia Locale – in modo che possano essere effettuati tutti i controlli del caso.

Aggiornamento

Il comunicato del Comune di Piacenza sbaglia però nel citare la data in cui sarebbe stata depositata l’interrogazione della consigliera Sara Soresi che viene fissata nel giorno 16 giugno. In realtà l’interrogazione è proprio del 13 giugno, lo stesso giorno in cui il Municipio ha emesso l’ordinanza 430. 

 




Il premio “Antonino d’oro 2025” ai Missionari Vincenziani del Collegio Alberoni

Sarà assegnato alla Congregazione dei Missionari Vincenziani del Collegio Alberoni di Piacenza il premio “Antonino d’oro” 2025. Ad annunciarlo sono i Canonici del Capitolo della Basilica di Sant’Antonino martire, che hanno voluto così rendere omaggio a una presenza che da oltre due secoli e mezzo contribuisce in modo decisivo alla formazione spirituale, intellettuale e pastorale di generazioni di sacerdoti, non solo della diocesi di Piacenza-Bobbio ma anche di molte altre realtà del mondo.

Fondati da San Vincenzo de’ Paoli nel 1625, in una Francia segnata dalla crisi post-tridentina, i Missionari Vincenziani si posero fin da subito al servizio della riforma del clero e dell’annuncio del Vangelo ai più poveri. L’intuizione di San Vincenzo fu quella di unire spiritualità e concretezza: non solo formazione per i sacerdoti, ma anche azioni di carità rivolte ai più svantaggiati, grazie anche alla collaborazione con figure come Santa Luisa di Marillac e alla fondazione delle Figlie della Carità. Il loro carisma, ancora oggi attualissimo, vede nei poveri “i nostri signori e padroni”, come scriveva lo stesso San Vincenzo ai suoi confratelli.

A Piacenza, la presenza vincenziana si lega indissolubilmente al nome del cardinale Giulio Alberoni, che nel 1751 volle affidare ai Padri della Missione il Collegio da lui fondato. Da allora, il Collegio Alberoni è l’unico seminario italiano guidato dai Vincenziani. Negli ultimi vent’anni ha ospitato seminaristi provenienti da ogni parte del mondo – dall’Europa orientale all’Africa, dal Libano all’America Latina – offrendo loro un percorso di formazione che intreccia le esigenze del presbiterato con l’apertura culturale e l’attenzione al mondo contemporaneo.

Il riconoscimento, spiega il Capitolo dei Canonici, nasce dalla volontà di esprimere “stima e gratitudine” verso una comunità religiosa che, attraverso l’opera dei suoi padri, ha saputo coniugare fedeltà al Vangelo e impegno educativo e culturale. La testimonianza dei Missionari Vincenziani ha contribuito a rendere il Collegio Alberoni non solo un luogo di formazione ecclesiale, ma anche un centro di rilevanza culturale, scientifica e artistica, custode di un patrimonio prezioso di libri, strumenti e documenti, oggi valorizzato anche grazie all’impegno del Consiglio di Amministrazione dell’Opera Pia Alberoni, presieduto da dodici anni dal dottor Giorgio Braghieri.

Il premio verrà consegnato dal vescovo monsignor Adriano Cevolotto a padre Nicola Albanesi, superiore del Collegio Alberoni, al termine della solenne celebrazione eucaristica nella basilica di Sant’Antonino, venerdì 4 luglio alle ore 11, in occasione della festa del patrono della città. Sarà anche un’occasione per rivolgere un sentito ringraziamento a padre Giuseppe Perini, da oltre quarant’anni penitenziere della basilica, figura di riferimento per intere generazioni di piacentini.

Il premio “Antonino d’oro”, giunto alla sua 40ª edizione, è patrocinato e sostenuto dalla Famiglia Piasinteina e rappresenta uno dei momenti più sentiti della vita religiosa e civile della città. Nell’assegnarlo ai Vincenziani, il Capitolo dei Canonici intende anche rilanciare il messaggio di San Vincenzo de’ Paoli: un invito a guardare la realtà con gli occhi dei poveri, riconoscendo in loro la presenza viva di Cristo e un richiamo alla responsabilità, alla solidarietà e alla costruzione di una comunità più giusta e fraterna.




Il Premio Solidarieta’ per la Vita Santa Maria del Monte assegnato al missionario padre Romano Segalini

E’ stato attribuito a padre Romano Segalini, missionario della congregazione dei Comboniani del Cuore di Gesù nato a Rivergaro e podenzanese d’adozione, il Premio Solidarietà per la Vita Santa Maria del Monte – organizzato dalla Banca di Piacenza e giunto alla sua 35 ͣ edizione – finalizzato a riconoscere atti e comportamenti di solidarietà umana per la promozione e la difesa della vita. L’attestato e il premio previsti verranno consegnati dal Prefetto domenica 29 (l’ultima di giugno, come tradizione) al Santuario di Santa Maria del Monte, alla presenza del Vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio, che alle 18 celebrerà una Messa solenne.

Lo ha deciso all’unanimità la Commissione giudicatrice riunita in Prefettura sotto la presidenza del Prefetto Paolo Ponta – presente il capo di Gabinetto Claudio Giordano – e composta dal presidente della Banca di Piacenza Giuseppe Nenna – presente anche Lorella Calza del Coordinamento Relazioni – da don Giuseppe Basini, vicario generale e rettore del Santuario del Monte, da Franco Albertini, sindaco di Alta Val Tidone, accompagnato dall’assessore Giovanni Dotti, e da Paola Farroni, ispettrice provinciale delle infermiere volontarie della Croce Rossa.

Questa la motivazione:

Fin dal 1976 padre Romano Segalini opera come missionario comboniano nel nord-est del Congo, un’area a lungo presa di mira dai ribelli che con le loro truppe hanno devastato villaggi, rapito donne e bambini, ucciso senza pietà. Lo stesso missionario piacentino ha rischiato la vita, ma non ha mai voluto abbandonare quella che considera la sua gente. Padre Romano è partito ogni volta da aree in cui non esisteva nulla, lasciandole poi dotate di ospedali, scuole di ogni ordine e grado, chiese e centri educativi affidati a personale locale appositamente istruito. Nonostante le precarie condizioni di salute e l’avanzare dell’età, padre Romano continua la sua missione in Africa con accanto le persone che lui stesso ha formato”.