Controlli dei carabinieri nella notte: quattro automobilisti denunciati per guida in stato di ebbrezza

Nella notte appena trascorsa, i carabinieri della provincia di Piacenza hanno svolto un servizio straordinario di controllo del territorio con l’obiettivo di garantire la sicurezza stradale e prevenire incidenti causati dalla guida sotto l’effetto di alcol. Sono stati identificati e denunciati quattro conducenti risultati positivi agli accertamenti etilometrici, con il ritiro immediato delle loro patenti di guida.

In particolare, a Carpaneto Piacentino, un giovane di 23 anni è stato coinvolto in un incidente autonomo lungo la via Ciriano. Il ragazzo, che fortunatamente non ha riportato ferite, è stato sottoposto al test etilometrico che ha evidenziato una concentrazione di alcol nel sangue oltre il limite consentito dalla legge e si è visto ritirare la patente.

Sempre nella stessa notte, ad Alseno, i carabinieri del Radiomobile hanno fermato un piacentino 35enne durante un controllo della circolazione stradale. Anche in questo caso, l’esame etilometrico ha confermato la presenza di alcol nel sangue oltre i limiti di legge, con il conseguente ritiro della patente e l’affidamento del veicolo a una terza persona idonea.

Nel comune di Rottofreno, nella frazione di San Nicolò a Trebbia, un altro episodio ha visto coinvolto un cittadino albanese di 41 anni. L’uomo, fermato alla guida di un Ford Transit, ha rifiutato di sottoporsi al test dell’etilometro, comportamento che ha comportato una denuncia per rifiuto di accertamento e il ritiro della patente di guida.

Infine, sempre a San Nicolò a Trebbia, un altro giovane piacentino di 23 anni è stato fermato alla guida della propria autovettura. Sottoposto al test etilometrico, è risultato positivo con un tasso alcolemico pari a 1,47 g/l, ben oltre il limite consentito. Anche in questo caso è scattata la denuncia e il ritiro della patente.




Arrestato pusher con oltre 250 grammi di droga a Roveleto di Cadeo

Un’operazione mirata contro il traffico di stupefacenti ha portato all’arresto di un 34enne di origine marocchina, residente in provincia di Milano ma di fatto senza fissa dimora, sorpreso con un consistente quantitativo di droga a Roveleto di Cadeo.

L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, è stato fermato nel pomeriggio di giovedì 6 novembre dai carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Fiorenzuola d’Arda, impegnati in un servizio di controllo in una zona sensibile nei pressi dell’autostrada A1 e della linea ferroviaria ad alta velocità.

I militari hanno notato il 34enne mentre si intratteneva con un’altra persona, probabilmente un consumatore. Alla vista della pattuglia, il sospettato ha tentato la fuga a piedi, ma è stato rapidamente raggiunto e bloccato dopo un breve inseguimento.

La perquisizione personale ha permesso di rinvenire, all’interno di un borsello in pelle e di un cappellino, un totale di 256 grammi di sostanze stupefacenti: 130 grammi di cocaina, 110 di hashish e 16 di eroina. Sequestrati anche un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento, due telefoni cellulari e 46 euro in contanti.

Il 34enne è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e trasferito alla Casa Circondariale di Piacenza, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le autorità competenti, comprese quelle diplomatiche, sono state informate della sua posizione irregolare sul territorio italiano.




Nel Piacentino recuperati 375 reperti archeologici frutto di scavi clandestini

Importante operazione del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna, che al termine di un’articolata indagine avviata in provincia di Piacenza ha portato al recupero di 375 reperti archeologici e alla denuncia di tre cittadini piacentini.
L’attività investigativa ha preso avvio da una segnalazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza, che ha collaborato con i militari del TPC e con quelli della Compagnia Carabinieri di Fiorenzuola d’Arda. Le verifiche hanno consentito di individuare tre persone che, con l’ausilio di metal detector, avevano effettuato ricerche illecite nel sottosuolo alla ricerca di oggetti di interesse archeologico.
Sulla base degli elementi raccolti, la Procura della Repubblica di Piacenza ha disposto una serie di perquisizioni domiciliari, svolte dai militari del TPC e della Compagnia di Fiorenzuola con il supporto dei funzionari archeologi della Soprintendenza. Le operazioni hanno dato esito positivo: sono stati sequestrati 309 monete antiche e 66 manufatti vari – tra cui anelli, fibule, pesi, spilloni e tintinnaboli – tutti giudicati di interesse archeologico in base al primo esame condotto dai tecnici del Ministero della Cultura.
Nel corso delle perquisizioni sono stati inoltre rinvenuti sette metal detector e due pale da scavo, utilizzati per le ricerche clandestine. I tre soggetti sono stati denunciati a piede libero per ricerche archeologiche non autorizzate e furto di beni culturali appartenenti allo Stato.
La normativa italiana in materia è particolarmente severa: gli articoli 88, 89 e 175 del Codice dei beni culturali e del paesaggio vietano qualsiasi attività di ricerca o raccolta di reperti archeologici senza autorizzazione della Soprintendenza, mentre l’art. 518 bis del Codice penale punisce il furto di beni culturali di proprietà dello Stato.
Il Nucleo TPC di Bologna ha sottolineato come il contrasto a questi fenomeni rappresenti una delle principali linee d’azione dell’Arma, anche attraverso un costante monitoraggio delle piattaforme online, dove alcuni appassionati, spinti dall’interesse collezionistico, finiscono per oltrepassare i confini della legalità.
Un comportamento che provoca danni irreparabili al patrimonio culturale, poiché i reperti, una volta sottratti al loro contesto originario, perdono il loro valore storico e la capacità di raccontare la storia dei territori e delle comunità a cui appartengono.




Ritrovato dai carabinieri, in un fossato, anziano scomparso da ieri sera

Un anziano di 86 anni, scomparso dalla sua abitazione la sera del 5 novembre, è stato ritrovato questa mattina grazie al rapido intervento e al coordinamento dei Carabinieri di Piacenza.

L’allarme era scattato intorno alle 19.30, quando il figlio, non vedendo rientrare il padre nella sua abitazione di via Arata, aveva segnalato la scomparsa alla questura. La preoccupazione era alta, poiché l’uomo soffriva di problemi di salute e viveva da solo.

Ricevuta la segnalazione, la centrale operativa dei carabinieri ha immediatamente attivato le ricerche, coinvolgendo tutte le pattuglie in servizio e gli equipaggi del Radiomobile di Piacenza. Le prime ore di perlustrazione si sono concentrate nei dintorni dell’abitazione, mentre un equipaggio ha contattato il figlio per raccogliere ulteriori informazioni sull’ultimo contatto avuto con l’anziano.

Alle 8.30 del 6 novembre, grazie alle indicazioni della centrale e alla geolocalizzazione, l’uomo è stato individuato nei pressi di un fossato, a circa 300 metri dall’eliporto di Piacenza, lungo la zona di collegamento fra la SS 654 e la tangenziale. Era ferito, in stato di semi-incoscienza e presentava gravi contusioni al capo e alle ginocchia, probabilmente causate da una caduta.

Il tempestivo intervento dei militari del Radiomobile ha permesso di soccorrerlo immediatamente e di affidarlo alle cure del personale del 118, che lo ha trasportato all’ospedale di Piacenza per gli accertamenti medici. Accanto a lui sono stati rinvenuti i documenti e il portafoglio con 10 euro, poi riconsegnati alla famiglia.

Nonostante lo shock per la notte trascorsa all’aperto, l’uomo è riuscito a fornire alcune informazioni, pur senza ricordare con chiarezza le circostanze che lo avevano portato in quella zona isolata.

L’operazione, conclusasi fortunatamente con esito positivo, testimonia l’efficacia, la prontezza e la professionalità dei carabinieri del Radiomobile di Piacenza, il cui intervento è stato determinante per salvare la vita dell’86enne.




Polizia: nuovo arresto per spaccio grazie all’app YouPol

Nella giornata di ieri, al termine di un lungo appostamento della polizia di Stato di Piacenza, è stato arrestato uno spacciatore individuato grazie alle segnalazioni dei cittadini tramite l’app YouPol.

Nel primo pomeriggio, la Squadra Mobile è intervenuta in via Crotti, dove ha arrestato un cittadino tunisino per detenzione e spaccio di cocaina e hashish. L’uomo era stato segnalato attraverso l’app e, dopo un’attenta attività di osservazione, è stato fermato subito dopo aver ceduto una dose di sostanza stupefacente; ha tentato di fuggire, ma è stato bloccato dagli agenti.

Durante la perquisizione, l’uomo – un tunisino classe 1997, senza fissa dimora, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti specifici commessi in altre province – è stato trovato in possesso di 7,74 grammi di cocaina già suddivisi in 13 dosi, 54,21 grammi di hashish e 425 euro in contanti. È stato anche denunciato per aver fornito false generalità ai poliziotti.

Nella stessa via, solo una settimana fa, erano stati sequestrati oltre 30 grammi di cocaina – circa 50 dosi – nascosti in un cespuglio e segnalati sempre attraverso l’app YouPol. Le indagini proseguono per verificare se anche quel quantitativo fosse riconducibile allo stesso spacciatore, considerato che il confezionamento risultava identico.




Truffa sui crediti d’imposta: la guardia di finanza di Piacenza sequestra 5 milioni di euro

Una rete di società fantasma, crediti fiscali inventati e denaro che finiva fino in Cina. È il quadro ricostruito dalla guardia di finanza di Piacenza, che su disposizione della locale procura ha eseguito un sequestro preventivo di beni per oltre cinque milioni di euro.
Secondo le indagini, coordinate dalla magistratura e portate avanti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, al centro del sistema ci sarebbe un professionista romano, affiancato da un amministratore di fatto di una società piacentina e da un terzo complice. In tutto dodici le persone indagate.
Gli investigatori contestano una truffa aggravata ai danni dello Stato e indebite compensazioni fiscali: i tre principali indagati avrebbero ideato un meccanismo per creare crediti d’imposta falsi, apparentemente legati a canoni di locazione o affitti d’azienda, ma in realtà mai esistiti.
Questi crediti “di carta” venivano poi rivenduti in catena attraverso una serie di società di comodo, dislocate tra Campania e Lazio, fino a raggiungere imprese vere, che li utilizzavano per compensare i propri debiti tributari. Tra queste anche una società piacentina, attiva su scala nazionale e titolare di diversi appalti pubblici, accusata di aver compensato in modo illecito oltre 1,1 milioni di euro.
Il giro complessivo, ricostruito dai finanzieri, supera i 5,1 milioni di euro. Il sistema delle vendite simulate serviva a complicare la tracciabilità delle operazioni e a ridurre il rischio di coinvolgimento diretto delle aziende beneficiarie finali.
Le indagini hanno inoltre portato alla luce collegamenti con l’organizzazione criminale casalese: parte dei soldi versati per “acquistare” i crediti fittizi sarebbe stata immediatamente trasferita a società riconducibili a prestanome con precedenti penali, che a loro volta dirottavano le somme su conti esteri, anche in Paesi non collaborativi in materia di antiriciclaggio, come la Cina.
Il sequestro ha riguardato immobili e disponibilità finanziarie: tra i beni bloccati figurano un’abitazione in Costa Smeralda (Arzachena), quattro terreni e un box tra Latina e Avellino, oltre a conti correnti e crediti d’imposta non ancora monetizzati.




Arrestato a Roveleto di Cadeo: era ricercato per spaccio e destinatario di espulsione

È stato individuato e arrestato a Roveleto di Cadeo un cittadino marocchino di 23 anni, senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale, destinatario di un mandato di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Milano. L’uomo, condannato a due anni, un mese e ventisei giorni di reclusione per reati legati allo spaccio di stupefacenti, era anche gravato da un provvedimento di espulsione.

L’arresto è avvenuto nella tarda mattinata di ieri, 4 novembre, durante un controllo del territorio condotto dai carabinieri della Compagnia di Fiorenzuola d’Arda. I militari hanno fermato un’auto a noleggio nella zona periferica di Roveleto, solitamente frequentata da tossicodipendenti. A bordo c’erano tre cittadini marocchini, di 21, 23 e 25 anni.

Durante il controllo, il 23enne ha consegnato spontaneamente un piccolo involucro contenente hashish, poi sequestrato. Portato in caserma per ulteriori accertamenti, i carabinieri hanno scoperto che il giovane era ricercato in forza di un ordine di carcerazione emesso per fatti di spaccio avvenuti nel 2023 a Milano, e che risultava già destinatario di un ordine di espulsione da parte della Questura del capoluogo lombardo.

Dopo l’identificazione, il 23enne è stato trasferito al carcere di Piacenza, dove sconterà la pena a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Nel corso delle verifiche, uno dei passeggeri, 21 anni, ha mostrato un permesso di soggiorno rilasciato in Spagna: sarà ora sottoposto a controlli per la regolarizzazione della sua posizione in Italia. Il conducente del veicolo, 25enne, è invece risultato destinatario di due notifiche amministrative, che sono state eseguite dai militari della Radiomobile di Fiorenzuola d’Arda.




Cerimonia di commiato per il maggiore Roberto Penge

Si è svolta questa mattina, nella sede del Comando Provinciale dei carabinieri di Piacenza, la cerimonia di commiato in onore del maggiore Roberto Penge, che lascia il servizio attivo per raggiunti limiti di età dopo oltre quarantadue anni di carriera nell’Arma.
Nato a Camaiore (Lucca) nel 1965, Penge si era arruolato appena diciottenne, nel 1983, trasformando in realtà una passione coltivata fin da bambino. Dopo il corso da allievo carabiniere e quello da sottufficiale, nel 1986 arrivò nel Piacentino come vicebrigadiere alla Stazione di Fiorenzuola d’Arda, distinguendosi subito per capacità e impegno. Seguì il comando della Squadra di Polizia Giudiziaria della Tenenza di Bobbio, poi gli anni nei reparti antidroga di Torino e Milano, dove maturò una solida esperienza investigativa.
Dal 1996 al 2007 Penge ha operato al Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Cremona, partecipando a importanti operazioni e sviluppando competenze specialistiche. Nel 2007 il ritorno a Piacenza, dove ha ricoperto diversi incarichi di rilievo, tra cui quello di comandante della Stazione Piacenza Principale (2011-2015) e del Nucleo Informativo Provinciale, che ha guidato fino ai giorni scorsi.
Nel corso della carriera ha raggiunto l’apice del ruolo dei sottufficiali con la promozione a Luogotenente Carica Speciale nel 2017, per poi transitare nel ruolo ufficiali due anni dopo, fino al grado di Maggiore. È rimasto in servizio anche oltre i limiti ordinari d’età, per decisione del Comandante Provinciale colonnello Pierantonio Breda, che ha voluto così riconoscerne il valore professionale e la dedizione.
Nel suo saluto, il maggiore Penge ha ringraziato l’Arma e i colleghi “con i quali ho condiviso non solo un percorso professionale, ma una parte importante di vita”, con parole commosse rivolte in particolare ai collaboratori piacentini. Piacenza resterà la sua casa, dove vive con la famiglia e dove sua figlia Alessia, oggi capitano dei Carabinieri in servizio in Sicilia, ha raccolto il testimone di una passione che attraversa le generazioni.
Il colonnello Breda, nel suo intervento, ha tracciato un breve profilo del maggiore Penge, esprimendogli gratitudine “a nome dell’Istituzione e di tutti i carabinieri piacentini” e augurandogli un futuro sereno, “nella certezza che l’amicizia e la stima costruite in questi anni continueranno anche fuori dal servizio”.




Guida in stato di ebbrezza e senza patente: denunciato un 45enne

Semaforo rosso ignorato, strada percorsa contromano e rifiuto di sottoporsi all’alcotest. È quanto contestato nella notte tra il 28 e il 29 ottobre a un cittadino albanese di 45 anni residente a Piacenza, fermato dai carabinieri del Radiomobile mentre si apprestava a parcheggiare in una via laterale dopo aver attraversato lo Stradone Farnese violando le più elementari norme del codice della strada.

L’uomo, alla guida del suo veicolo, ha prima passato il semaforo rosso all’altezza dell’incrocio con via Giordani, poi ha proseguito la marcia contromano prima di infilarsi in una traversa per parcheggiare. Una sequenza di manovre pericolose che non è sfuggita ai militari dell’Arma, impegnati nei controlli notturni sul territorio.

Al momento del fermo, il conducente ha subito mostrato segni inequivocabili di alterazione da alcol: andatura barcollante, eloquio confuso e loquacità eccessiva hanno reso evidente ai carabinieri lo stato in cui si trovava. Invitato a sottoporsi all’accertamento con l’etilometro, il 45enne ha però opposto un netto rifiuto, aggravando ulteriormente la sua posizione. Dal controllo dei documenti è inoltre emerso che l’uomo era alla guida senza patente, ritirata nel 2021 e mai più riottenuta nonostante avesse avviato le pratiche per il recupero.

Al termine degli accertamenti, al 45enne sono state contestate diverse violazioni del codice della strada: guida senza patente, passaggio con semaforo rosso e accesso in area vietata dalla segnaletica verticale. Nei suoi confronti è scattata anche la denuncia per guida in stato di ebbrezza e rifiuto di sottoporsi all’alcotest, reati che comportano conseguenze penali oltre alle sanzioni amministrative.




Controlli antidroga vicino alle scuole: identificate 29 persone

Operazione congiunta questa mattina tra questura di Piacenza e Guardia di Finanza per contrastare lo spaccio di droga nelle zone vicine agli istituti scolastici, soprattutto negli orari di entrata e uscita degli studenti.

Sul campo sono scesi gli agenti della polizia di Stato, i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza e gli operatori del Reparto Prevenzione Crimine dell’Emilia-Romagna, supportati da un’unità cinofila antidroga. I controlli si sono concentrati nei pressi di alcune scuole cittadine e nelle zone dove di solito si ritrovano i ragazzi.

Posti di blocco sono stati allestiti in via Conciliazione, largo Erfurt, via Emilia Parmense e nella zona della stazione ferroviaria. In totale sono state identificate 29 persone, di cui sette già note alle forze dell’ordine per precedenti. Il cane antidroga ha segnalato alcuni dei fermati, ma alla fine nessuno è stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti.




Due giovani denunciati per una rapina in via Colombo a Piacenza

Nella prima mattinata di ieri, 28 ottobre 2025, un tempestivo intervento dei carabinieri del Nucleo Radiomobile di Piacenza ha portato alla denuncia di due giovani accusati di rapina. L’episodio si è verificato intorno alle 5, in via Colombo, nei pressi di un esercizio pubblico frequentato anche nelle prime ore del mattino.

I militari, allertati da una chiamata al numero unico di emergenza 112, si sono recati immediatamente sul posto. Secondo quanto ricostruito, un 58enne di origine congolese era stato aggredito da due giovani di presunta origine nordafricana, che lo avevano spinto a terra e derubato del portafoglio contenente 100 euro, alcuni documenti e il telefono cellulare.

La vittima, ancora scossa, ha fornito ai carabinieri una descrizione precisa dei due aggressori: uno, di bassa statura e con un giubbotto verde, l’altro più alto, con giubbotto scuro e pantaloni chiari. Durante la rapina, il più basso avrebbe mostrato un oggetto scuro che l’uomo, spaventato, aveva creduto fosse una pistola.

Grazie alle indicazioni fornite, i militari del Radiomobile sono riusciti in breve tempo a individuare il rifugio dei due giovani: un garage poco distante dal luogo dell’aggressione. Qui i carabinieri hanno bloccato e perquisito i sospettati, di 22 e 21 anni. Dopo il riconoscimento da parte della vittima, entrambi sono stati denunciati per rapina in concorso.

Nel corso della perquisizione, addosso al 22enne è stata rinvenuta una piccola quantità di hashish (1,4 grammi), motivo per cui è stato anche segnalato alla prefettura come assuntore di sostanze stupefacenti.




Piacenza: trentanovenne arrestata per estorsione e rapina

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Piacenza hanno arrestato una donna di 39 anni, di origine nigeriana, residente in provincia di Cremona e impiegata come barista, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Piacenza. La donna dovrà scontare una pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione per i reati di estorsione e rapina.

La condanna fa riferimento a un episodio avvenuto il 21 dicembre 2018 a Castelvetro Piacentino, quando la 39enne, insieme a un complice poi identificato, aveva tentato di estorcere 500 euro a un connazionale, minacciandolo di rivelare alla famiglia una relazione sentimentale che i due avevano avuto per un breve periodo. Durante un incontro, la donna aveva sottratto alla vittima i vestiti e le chiavi dell’auto, costringendolo a prelevare 100 euro per riottenere quanto gli era stato rubato.

L’arresto è stato eseguito il 25 ottobre 2025, con la collaborazione del personale della Compagnia Carabinieri di Casalmaggiore (Cremona). Dopo le formalità di rito, la donna è stata trasferita presso la casa circondariale di Mantova, dove sconterà la pena.

Nel corso dell’operazione è stato inoltre coinvolto il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, incaricato di effettuare accertamenti nel bar in cui la 39enne lavorava.