Ziano Piacentino, ruba un’auto e la nasconde tra la vegetazione: denunciato operaio 39enne

È durata poco la fuga dell’autore del furto d’auto avvenuto nel pomeriggio di sabato 21 giugno a Ziano Piacentino. I carabinieri della Stazione di Borgonovo Val Tidone hanno infatti identificato e denunciato in stato di libertà un operaio 39enne, residente in zona, ritenuto responsabile dell’episodio.
Il furto è avvenuto tra le 16.30 e le 17 in località Seminò, nei pressi di un bar, dove un uomo di 68 anni aveva parcheggiato la propria auto per una breve sosta all’interno dell’esercizio pubblico. Al momento di ripartire, il veicolo era sparito. L’uomo si è rivolto subito ai carabinieri, che hanno avviato immediatamente le ricerche.
Dopo poco più di un’ora di indagini e verifiche sul territorio, anche grazie ad alcune testimonianze raccolte in zona, l’auto è stata rinvenuta nascosta tra la vegetazione nelle campagne di Vicobarone. I militari sono poi riusciti a risalire rapidamente all’identità del presunto ladro, raggiungendolo nella sua abitazione. L’uomo ha ammesso le proprie responsabilità, spiegando di aver sottratto l’auto e di averla nascosta in attesa di “tempi migliori”.
Il mezzo è stato restituito al legittimo proprietario, mentre per il 39enne è scattata la denuncia per furto aggravato. Un intervento rapido ed efficace da parte dell’Arma, che ha permesso di risolvere il caso in poche ore.




Maxi operazione della polizia: 28 indagati per droga, estorsione, usura e sfruttamento della prostituzione

Una vasta e articolata operazione della Polizia di Stato di Piacenza, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha portato alla luce una fitta rete criminale attiva nel traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura, sfruttamento della prostituzione e detenzione illegale di armi. Ventotto le persone complessivamente indagate, molte delle quali giovani, italiani e albanesi, in apparenza insospettabili, ma coinvolti a vario titolo in un sistema criminale ben strutturato. L’indagine ha portato alla denuncia di 28 persone, a 4 arresti in flagranza, a un mandato di arresto europeo (eseguito) e a sequestri per circa 6 kg di marijuana e cocaina;
40.670 euro in contanti, provento dell’attività illecita, un fucile ad anima alterata. Sono state effettuate intercettazioni su 26 utenze, tra cui 5 ambientali e una intercettazione telematica e sono stati sottoposti a analisi forense 5 smartphone e 2 telefoni GSM.
L’indagine partita nel 2021
Tutto ha avuto inizio nel febbraio 2021 in seguito ad un semplice controllo di due persone fermate con una decina di grammi di marijuana.

Da lì, la Squadra Mobile ha ricostruito una filiera dello spaccio dai consumatori finali fino al grossista, un giovane albanese, poi emerso come il principale indagato. Un vero e proprio “re dello spaccio” che in una delle intercettazioni effettuate ha affermato di aver movimentato “100 kg di erba in un anno solo a Piacenza”.

A maggio 2021 è stata fermata una Porsche Cayenne con tre cittadini albanesi a bordo, uno dei quali ricercato per traffico internazionale.

La vera svolta arriva a settembre 2021, con la denuncia di un giovane spacciatore italiano, travolto dai debiti e vittima di minacce e aggressioni, che ha deciso di collaborare con le forze dell’ordine. Il giovane, dopo aver fallito nel suo tentativo di effettuare il salto di qualità e passare ad un livello superiore dello smercio di sostanza, aveva accumulato debiti per più di 100.000 euro con diverse persone appartenenti alla rete criminale, sia per l’acquisto di droga sia per interessi usurai. Dopo svariate minacce ed aggressioni nei suoi confronti e del suo nucleo familiare, si era deciso a denunciare.

Violenza e intimidazione 
L’indagine ha documentato l’esistenza di un sistema criminale nel quale il commercio di droga a credito generava debiti spesso non onorabili, sfociando in minacce, pestaggi, incendi e richieste estorsive. In un caso, un assuntore abituale di cocaina, in piena dipendenza, ha ceduto al fornitore l’auto, il ricavato della vendita e persino il bancomat collegato al conto su cui i genitori versavano denaro.

Uno dei principali esecutori delle intimidazioni era un giovane italiano arrestato in flagranza a Gragnano Trebbiense mentre cedeva cocaina dopo un rifornimento nell’Oltrepò pavese. Oltre ad essere coinvolto in episodi di violenza e minacce, utilizzava la droga come forma di pagamento per operai impegnati nella ristrutturazione della sua abitazione. Un altro spacciatore è stato arrestato in via Emilia Pavese, insieme a una complice, dopo un tentativo di fuga culminato in un incidente con le auto della Polizia.

La cocaina proveniva da spacciatori nordafricani attivi nei campi dell’Oltrepò pavese, mentre la marijuana veniva consegnata tramite grossisti attivi nelle Province di Modena e Reggio Emilia. Un grosso carico di marijuana è stato intercettato all’ingresso del casello autostradale di Piacenza, dopo un lungo pedinamento.

Prostituzione e armi
L’indagine ha portato alla luce anche episodi di sfruttamento della prostituzione: ragazze brasiliane e rumene venivano fatte arrivare a Piacenza da un membro del gruppo che gestiva appuntamenti e spostamenti con l’obiettivo di massimizzare i profitti.

Particolarmente preoccupante è stata la scoperta del possesso di armi da fuoco illegali, usate per minacciare soggetti con cui gli indagati avevano avuto contrasti, segno della forte propensione alla violenza e della pericolosità del gruppo. Per comunicare venivano anche utilizzati svariati social network.

Le indagini, come si diceva, si sono avvalse di intercettazioni ambientali e telefoniche, ma anche di pedinamenti, acquisizione di filmati e altri strumenti investigativi tradizionali. La Procura ha emesso il provvedimento di chiusura delle indagini per tutti i soggetti coinvolti. La Divisione Anticrimine della Questura sta valutando l’applicazione di misure di prevenzione personale, per arginare il rischio di nuove condotte criminali da parte degli indagati.




Castel San Giovanni. Truffano anziana fingendosi carabinieri: due arresti in flagranza

Nella tarda mattinata di giovedì 19 giugno, i carabinieri della Stazione di Castel San Giovanni hanno arrestato in flagranza due uomini con l’accusa di truffa aggravata ai danni di un’anziana residente in paese.

I due, un 40enne originario della Campania e un 32enne straniero, sono stati fermati intorno alle 12.30 a bordo di un’auto bianca in una via centrale della cittadina valtidonese. A insospettire i militari, impegnati in un normale servizio di perlustrazione, è stato l’atteggiamento dei due, che alla vista della pattuglia hanno tentato di allontanarsi frettolosamente. Fermati per un controllo, sono apparsi subito nervosi e poco convincenti nel giustificare la loro presenza in zona, dichiarando di essersi persi per un errore del navigatore.

La perquisizione dell’auto ha permesso di rinvenire numerosi oggetti in oro e 3.600 euro in contanti. Gli accertamenti successivi hanno consentito di ricostruire quanto accaduto poco prima: la vittima, una 78enne residente a Castello, aveva ricevuto una telefonata da un finto maresciallo dei carabinieri che le comunicava il presunto coinvolgimento della figlia in un incidente stradale. Per “sistemare la situazione”, le veniva richiesto di consegnare denaro e gioielli a un sedicente dipendente del Tribunale.

Spaventata e in stato di forte agitazione, la donna ha obbedito, consegnando tutto a uno dei due malviventi. Solo in un secondo momento, ancora in lacrime, ha raccontato l’accaduto ai veri carabinieri, giunti presso la sua abitazione. Accompagnata in caserma, ha riconosciuto senza esitazioni gli oggetti recuperati, confermando che erano quelli che aveva appena ceduto in buona fede. I due uomini sono stati arrestati e condotti nelle camere di sicurezza, a disposizione dell’autorità giudiziaria. I carabinieri proseguono le indagini per verificare eventuali collegamenti con altri episodi simili nella zona.




42enne si perde sul monte Ciapa Liscia (Ferriere). Recuperata dall’elicottero

Nel pomeriggio la stazione monte Alfeo è stata attivata dalla Centrale Operativa del 118 per una signora che si era smarrita lungo il sentiero sul monte Ciapa Liscia nel comune di Ferriere (PC). La donna, non riuscendo più ad orientarsi ha chiamato i Vigili del fuoco che hanno fatto scattare la catena dei soccorsi. I tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Emilia Romagna e i colleghi della stazione Tigullio si stavano tempestivamente recando sul posto quando sono stati fatti rientrare perché la dispersa (priva di problematiche sanitarie) era stata individuata dall’elicottero Drago e verricellata a bordo. L’escursionista è una donna di Castell’arquato di 42 anni.

 




Feto senza vita trovato nei bagni del pronto soccorso di Piacenza

Una scoperta agghiacciante ha scosso l’ospedale “Guglielmo da Saliceto” di Piacenza nella prima mattinata di giovedì 19 giugno. Intorno alle 6.30, un’addetta alle pulizie ha rinvenuto il corpo senza vita di un feto all’interno di un cestino dei rifiuti nei bagni del pronto soccorso, al piano terra del nosocomio, vicino all’ingresso riservato alle barelle. Il sacchetto, insolitamente pesante, conteneva anche stracci insanguinati.

Secondo i primi riscontri medico-legali, il feto – già completamente formato – avrebbe un’età gestazionale fra le 26 e le 30 settimane. Al momento del ritrovamento risultava già privo di vita.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Piacenza, con il Nucleo Operativo Radiomobile e il Nucleo investigativo, per avviare gli accertamenti del caso. Sono in corso rilievi scientifici e l’acquisizione delle immagini delle telecamere di sorveglianza interne all’ospedale. Gli investigatori stanno anche ascoltando testimoni e personale in servizio nelle ore notturne per cercare di ricostruire quanto accaduto.

Secondo quanto dichiarato ai giornalisti dal direttore del Presidio Unico, Franco Federici, il bagno in cui è stato rinvenuto il feto sarebbe stato pulito e senza tracce di liquido amniotico. Il parto quindi potrebbe essere avvenuto altrove. Il medico legale dovrà ora stabilire se il feto sia nato vivo oppure no.

All’ospedale sono giunte anche la procuratrice capo di Piacenza, Grazia Pradella, e la pm Daniela Di Girolamo per un sopralluogo, accompagnate dal comandante del reparto operativo dei carabinieri di Piacenza, il tenente colonnello Michele Laghi e dal maggiore Michele Mezzetti, capo del nucleo investigativo. Gli inquirenti stanno analizzando tutte le tracce di sangue rinvenute nei corridoi e nelle aree adiacenti ai bagni: pur non trattandosi di una vera e propria scia, queste macchie potrebbero fornire elementi utili per individuare la persona coinvolta o il percorso compiuto all’interno della struttura.

#tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item1 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2025/06/Pronto-Socorso-Pc-Carabinieri-PRADELLA-4-80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item2 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2025/06/Pronto-Socorso-Pc-Carabinieri-3-80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item3 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2025/06/Pronto-Socorso-Pc-Carabinieri-4-80x60.jpg) 0 0 no-repeat; }

 




Morfasso: 63enne, mentre percorre un sentiero con la mountain bike, cade e si infortuna

Nel tardo pomeriggio di ieri il Soccorso Alpino e Speleologico Emilia Romagna è stato attivato dalla Centrale Operativa del 118 per un biker caduto lungo un sentiero in zona boschiva: l’uomo, un 63enne residente a Lugagnano Val D’Arda, ha perso il controllo della MTB cadendo rovinosamente a terra e procurandosi un grave trauma ad un arto inferiore che gli ha impedito di proseguire in autonomia.
I tecnici della stazione monte Alfeo sono riusciti ad arrivare in fuoristrada a circa 200 metri dal punto dell’incidente e, in collaborazione con gli operatori sanitari della Pubblica Assistenza di Farini e i Vigili del Fuoco, hanno trasportato l’infortunato alla strada carrozzabile dove è stato preso in carico dall’ambulanza.




Controlli del NAS a Piacenza: sanzioni a un albergo per gravi carenze igieniche

Con l’arrivo dell’estate e l’aumento dell’attività turistica, i Carabinieri del N.A.S. di Parma hanno intensificato le ispezioni igienico-sanitarie anche nel territorio piacentino, a tutela della salute pubblica e della sicurezza dei consumatori.

A Piacenza, i militari del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità hanno effettuato un controllo presso una struttura ricettiva alberghiera, riscontrando gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali. Durante l’ispezione sono state rilevate presenza di cimici da letto in alcune camere, controsoffitti deteriorati o parzialmente rimossi nei corridoi, nonché sporcizia diffusa e ragnatele nei locali destinati alla preparazione delle colazioni.

Alla luce delle condizioni riscontrate, i Carabinieri hanno contestato al legale responsabile una violazione amministrativa, con una sanzione pecuniaria di 1.000 euro. Inoltre, a causa delle ulteriori criticità rilevate all’impianto antincendio, è stata inoltrata una segnalazione alle autorità competenti per i provvedimenti del caso.

I controlli da parte del N.A.S. proseguiranno anche nelle prossime settimane, in concomitanza con l’intensificarsi della stagione turistica e ristorativa, con l’obiettivo di garantire il rispetto delle normative igienico-sanitarie e la sicurezza degli ospiti e dei consumatori.




Arrestato il presunto autore del tentato omicidio di via dei Pisoni

Un regolamento di conti legato al traffico di droga, una sparatoria in strada e una fuga durata giorni: è finita con due arresti l’indagine lampo della Squadra Mobile di Piacenza, coordinata dalla Procura, che ha permesso di identificare e catturare il presunto responsabile di un tentato omicidio avvenuto lo scorso 2 giugno in via dei Pisoni.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, quella sera, al culmine di una lite con un connazionale legata allo spaccio di stupefacenti, un cittadino straniero di 28 anni avrebbe esploso quattro colpi di pistola. Uno di questi ha colpito la vittima al fegato, riducendola in fin di vita. L’uomo ferito è stato immediatamente trasportato in ospedale, dove si trova tuttora ricoverato in prognosi riservata.
Dopo la sparatoria, il presunto aggressore si è dileguato, facendo perdere le proprie tracce nel mondo sommerso dello spaccio al dettaglio. Nonostante le difficoltà incontrate, anche a causa del clima di omertà che caratterizza certi ambienti, la Squadra Mobile è riuscita a ricostruire l’episodio grazie a un’attività investigativa serrata, basata su tecniche tradizionali e strumenti tecnologici. Decisive, in particolare, le immagini di videosorveglianza che hanno immortalato i movimenti della vittima e dell’aggressore nei momenti immediatamente precedenti all’agguato.
La Procura di Piacenza ha emesso un provvedimento di fermo per il reato di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco. Ma il ventottenne era ormai in fuga, rifugiandosi in diversi nascondigli di fortuna nella zona di Fiorenzuola d’Arda, aiutato dal fratello, che gli forniva viveri e supporto logistico. Secondo gli investigatori, l’indagato stava anche cercando di fuggire all’estero, probabilmente a bordo di un camion diretto in Spagna.
Venerdì pomeriggio la svolta: gli agenti della Mobile hanno individuato e accerchiato il fuggitivo nei pressi di un locale pubblico a Carpaneto Piacentino. Il ricercato non ha opposto resistenza ed è stato arrestato.
Poche ore dopo, le indagini si sono concentrate sul fratello, che – secondo gli accertamenti – aveva avviato una fiorente attività di spaccio tra i locali di via Colombo. Proprio lì, è stato colto in flagrante mentre vendeva cocaina e hashish, e arrestato.
I due fratelli sono stati condotti in carcere e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria.




Malore in quota sul Monte Nero: soccorsi due escursionisti liguri

È stato necessario l’intervento di tre squadre del Soccorso Alpino e dell’elisoccorso di Massa-Carrara per trarre in salvo due escursionisti liguri, un uomo di 34 anni e una donna di 32, rimasti bloccati sul sentiero 001 del monte Nero, nel territorio comunale di Ferriere.

La coppia stava percorrendo il tratto di cresta quando l’uomo ha improvvisamente accusato un forte senso di vertigini e un malessere tale da impedirgli di proseguire in autonomia e sicurezza. A quel punto, è stato allertato il Soccorso Alpino e Speleologico Emilia-Romagna tramite la Centrale Operativa del 118.

In breve tempo sono state mobilitate più squadre provenienti dalle stazioni di Parma, Piacenza, Alfeo, Orsaro e Tigullio, con il supporto dell’elisoccorso decollato da Massa-Carrara. Raggiunto l’escursionista, i tecnici del Soccorso Alpino hanno assistito le operazioni di recupero in verricello a bordo dell’elicottero, che lo ha poi trasportato al Passo dello Zovallo. L’uomo, una volta a terra, ha rifiutato il trasferimento in ospedale.

Nel frattempo, la compagna è stata accompagnata a piedi dai soccorritori fino a Parto Grande, alle pendici del monte Bue, dove era stato predisposto un mezzo fuoristrada che ha trasportato anche lei al Passo dello Zovallo.




Parma, neutralizzate due bombe d’aereo della Seconda Guerra Mondiale: evacuate 6.000 persone

Due bombe d’aereo risalenti al secondo conflitto mondiale sono state neutralizzate nel territorio comunale di Parma grazie all’intervento degli artificieri dell’Esercito del 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza. Gli ordigni, individuati durante operazioni di bonifica all’interno di un cantiere nell’area dell’ex Castelletto, rappresentavano una minaccia rilevante per l’area densamente abitata.

Si trattava di due bombe gemelle del peso di 535 libbre ciascuna (circa 240 kg), contenenti 124 kg di esplosivo ad alto potenziale e dotate di due sistemi di attivazione. Vista la pericolosità e la posizione degli ordigni, nei giorni precedenti la bonifica i militari hanno realizzato attorno a ciascuna bomba una “camera di espansione”, una speciale struttura protettiva in terra rinforzata progettata per contenere gli effetti di un’eventuale esplosione. Questa misura di sicurezza ha permesso di limitare il raggio della “zona rossa” a 470 metri, rendendo più contenuto l’impatto sull’area urbana e sulle attività circostanti.

Domenica mattina, con il coordinamento della Prefettura e del Comando Forze Operative Nord di Padova, gli artificieri sono entrati in azione. Utilizzando attrezzature a controllo remoto, hanno rimosso i quattro inneschi dagli ordigni, che sono stati poi trasportati sotto scorta alla cava “Laterlite” di Rubbiano di Solignano, dove sono stati definitivamente distrutti.

Durante le operazioni, che si sono svolte in sicurezza e senza incidenti, sono state evacuate circa 6.000 persone. Il dispositivo di sicurezza ha coinvolto anche Forze dell’ordine, Vigili del fuoco e Croce Rossa.

Dall’inizio del 2025, il 2° Reggimento Genio Pontieri ha già bonificato oltre 150 ordigni bellici di varie tipologie, tra cui due bombe d’aereo e una bomba navale di profondità, nelle 13 province tra Emilia e Toscana di competenza.

#tdi_2 .td-doubleSlider-2 .td-item1 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2025/06/Bombe-Parma-2-80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_2 .td-doubleSlider-2 .td-item2 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2025/06/Bombe-Parma-3-80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_2 .td-doubleSlider-2 .td-item3 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2025/06/Bombe-Parma-4-80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_2 .td-doubleSlider-2 .td-item4 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2025/06/Bombe-Parma-6-80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_2 .td-doubleSlider-2 .td-item5 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2025/06/Bombe-Parma-7-80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_2 .td-doubleSlider-2 .td-item6 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2025/06/Bombe-Parma-8-80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_2 .td-doubleSlider-2 .td-item7 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2025/06/Bombe-Parma-80x60.jpg) 0 0 no-repeat; }




Tentato furto in pieno centro a Piacenza: fermata una donna, è recidiva

Ha tentato di rubare una borsa davanti a un ristorante nel cuore di Piacenza, ma è stata inseguita e bloccata grazie all’intervento di alcuni cittadini, di un agente della polizia locale fuori servizio e dei carabinieri. È accaduto nel primo pomeriggio di venerdì 13 giugno, intorno alle 13:40, nei pressi dell’incrocio tra via Garibaldi e via Illica.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, la responsabile – una 39enne residente a Milano, già nota alle forze dell’ordine – avrebbe approfittato di un momento di distrazione per sottrarre con destrezza la borsa personale di una cliente seduta a pranzo con il marito. Il furto, avvenuto davanti al locale, non è però passato inosservato.

Tre passanti e un agente della polizia locale, in quel momento libero dal servizio, si sono lanciati all’inseguimento della donna lungo via Illica. Durante la fuga, la 39enne ha cercato di disfarsi della refurtiva abbandonandola a terra, ma è stata raggiunta e fermata nei pressi di un locale pubblico. L’agente, dopo essersi qualificato, ha mantenuto il controllo della situazione fino all’arrivo della pattuglia del Radiomobile.

La donna è stata condotta in caserma per l’identificazione e ulteriori accertamenti. Dopo che la vittima ha presentato regolare denuncia presso la Stazione Carabinieri di Piacenza Principale, è scattata nei suoi confronti una denuncia in stato di libertà per furto aggravato. L’episodio, avvenuto in una zona molto frequentata del centro storico, ha attirato l’attenzione di numerosi passanti.




Piacenza, quattro rimpatri e trenta espulsioni: stretta dell’ufficio immigrazione sui clandestini

Nel mese di maggio, la questura di Piacenza ha intensificato i controlli sui cittadini stranieri presenti sul territorio e ha avviato una serie di operazioni mirate contro l’immigrazione irregolare. Il bilancio: quattro rimpatri eseguiti nei paesi d’origine – Albania, Marocco e Tunisia – e una trentina di provvedimenti di espulsione notificati.

Uno dei casi più rilevanti ha riguardato un cittadino marocchino di 25 anni, già destinatario di un ordine di espulsione e inottemperante all’obbligo di lasciare l’Italia entro sette giorni. Rintracciato dagli agenti delle Volanti, è stato preso in carico dall’Ufficio Immigrazione e rimpatriato dopo la convalida del provvedimento da parte dell’autorità giudiziaria.

Rimpatriato anche un cittadino tunisino detenuto alle Novate, dove stava scontando una pena di oltre due anni per reati legati agli stupefacenti. L’espulsione è stata eseguita subito dopo la scarcerazione, grazie a un’attenta attività preventiva di identificazione e verifica dei requisiti per il rimpatrio. Sorte simile per un cittadino albanese condannato a 4 anni e 8 mesi per furto in abitazione e spaccio: è stato accompagnato direttamente alla frontiera, in esecuzione di un provvedimento disposto come misura alternativa al carcere.

Ma l’attività dell’ufficio immigrazione non si è fermata ai soli rimpatri. Nel corso del mese sono stati firmati 30 provvedimenti di espulsione nei confronti di stranieri irregolari con precedenti penali, soprattutto per reati contro il patrimonio, droga e violenza sessuale. Sette persone sono state trasferite in centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) a Milano, Gorizia, Bari e Torino, dove verranno completate le procedure di identificazione prima del definitivo allontanamento dall’Italia.