Due interventi della polizia locale nati da segnalazioni dei cittadini

Perde l’orientamento e non ricorda più la strada per fare ritorno a casa. Così un uomo di 89 anni è stato soccorso dalla polizia locale di Piacenza, dopo che la centrale operativa del Comando di via Rogerio aveva ricevuto la richiesta di aiuto da parte di un cittadino, residente nella zona di via Cella, che segnalava la presenza nel proprio cortile di una persona apparentemente disorientata.

Il fatto risale al pomeriggio di mercoledì 5 febbraio. Gli agenti intervenuti sul posto hanno subito accertato le condizioni di salute dell’anziano e, colloquiando con lui, son riusciti ad ottenere informazioni sull’indirizzo della sua abitazione. L’uomo è stato accolto sull’auto di servizio e riaccompagnato a casa, alla Besurica, dove è stato affidato alle cure dei parenti.

Nella stessa giornata, una pattuglia ha riconsegnato alla legittima proprietaria un’auto di cui, nell’ottobre scorso, era stato denunciato il furto. Il veicolo aveva destato sospetti in un cittadino che ha contattato il comando di polizia locale per segnalarne la sosta, da diverso tempo, nella medesima posizione, in via Guglielmo da Saliceto. Gli agenti intervenuti sul posto, al termine dei dovuti accertamenti, hanno scoperto che sul mezzo pendeva una denuncia per furto presentata lo scorso ottobre da una piacentina, alla quale l’auto è stata riconsegnata.

Il comando di polizia locale di Piacenza ricorda “l’importanza delle segnalazioni che ogni giorno provengono dai cittadini alla centrale operativa, che risponde tutti i giorni, dalle 6.30 all’1.30, al numero 0523.7171. Nel corso del 2024 sono state 26.314 le richieste di intervento ricevute, con conseguenti iniziative messe in atto dalle pattuglie e dai nuclei specialistici, mentre superano già quota 2000 quelle pervenute nel primo mese del 2025. Gran parte di queste provengono quotidianamente da 34 Gruppi di vicinato attivi su tutto il territorio comunale e coordinati dal Nucleo frazionale e di vicinato, impegnato nell’ultimo anno a gestire 730 segnalazioni, garantendo anche 182 interventi grazie alla chat dedicata ai commercianti del centro storico”.




La Guardia di finanza di Reggio Emilia scopre maxi giro di fatture false

Oltre 200 finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia e di altri Reparti della Guardia di finanza, su delega della locale Procura della Repubblica e sotto la direzione del Procuratore Capo, Calogero Gaetano Paci, hanno dato esecuzione, su tutto il territorio nazionale, ad un’articolata operazione di polizia giudiziaria mirata ad interrompere le attività illecite di un’associazione a delinquere finalizzata ad imponenti frodi fiscali.
Sono state eseguite perquisizioni locali e personali, finalizzate all’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo di beni mobili, immobili, crediti per quasi 70 milioni di euro, con contestuale notifica agli indagati degli avvisi di garanzia.
Il Provvedimento del GIP di Reggio Emilia è stato emesso nei confronti di 87 persone fisiche tra i 179 indagati, di cui 40 residenti in Emilia Romagna (21 in provincia di Reggio Emilia), e 4 soggetti giuridici
(due aziende reggiane, una di diritto tedesco e una con sede a Milano, tutte società a disposizione del gruppo).
Le attività di indagine hanno fatto emergere un sodalizio criminale i cui principali capi erano di base a Reggio Emilia. Attraverso la costituzione di società cartiere e l’utilizzo di fatture false, venivano effettuate indebite compensazioni di crediti fittizi – creati ad hoc – con debiti tributari reali verso aziende individuate, che, a fronte del credito inesistente ceduto, pagavano una percentuale all’organizzazione. I crediti venivano in parte compensati attraverso l’istituto dell’accollo e parte ceduti attraverso la simulazione della cessione di un ramo d’azienda.
Gli ingenti introiti ricevuti per circa 70 milioni venivano prelevati in contanti – grazie al ruolo di veri e
propri “prelevatori” ed in parte bonificati su conti di società estere.
Questo schema fraudolento ha coinvolto circa 400 aziende, di cui 40 fittizie con il ruolo di “cartiere” per l’emissione delle fatture false e 369 beneficiarie delle indebite compensazioni, ed ha visto anche il concorso esterno di professionisti appartenenti a diversi ordini (commercialisti e notai, che al momento non sono interessati da alcuna misura).
Tra i destinatari dell’Ordinanza del GIP eseguita in data odierna, figura uno dei soggetti già sottoposti a misura cautelare nell’ambito di un’operazione eseguita il 14 gennaio scorso e legata ad un’indagine sul narcotraffico internazionale.
Le attività sono state condotte con l’ausilio di 38 Reparti del Corpo competenti per territorio, in 28 province italiane (Reggio Emilia, Bologna, Piacenza, Parma, Modena, Rimini, Bolzano, Torino, Asti, Milano, Pavia, Monza, Verona, Perugia, Terni, Firenze, Pisa, Pesaro, Roma, Rieti, Frosinone, Pescara, Napoli, Caserta, Benevento, Taranto, Crotone, Trapani).
Le indagini, supportate oltre che da una complessa opera di disamina documentale e di analisi di ingenti
movimentazioni bancarie, anche da intercettazioni telefoniche, hanno consentito di ricostruire la
fitta rete di rapporti personali e commerciali tra i soggetti coinvolti, e diretti dall’amministrazione occulta reggiana.

 




Banda di ladri d’appartamento reinvestiva gli utili in cocaina

Alle prime luci dell’alba i carabinieri del comando provinciale di Rimini hanno dato esecuzione a una ordinanza di applicazione di misure cautelari, emesse dal gip su richiesta della procura della Repubblica di Rimini, nei confronti di 39 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di rapina, furti in abitazione, traffico, detenzione e spaccio di quantità ingenti di stupefacenti, cocaina in particolare. I provvedimenti sono stati eseguiti, oltre che nella provincia di Rimini, anche in quelle di Bologna, Campobasso, Cagliari, Forlì-Cesena, Imperia, Milano, Monza, Parma, Piacenza, Pesaro e Ravenna, con il supporto dei Reparti Anticrimine di Bologna e Padova, della componente aerea del 13º Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì, dei Nucleo Carabinieri Cinofili di Pesaro e delle Polizie Locali di Rimini e Riccione.

L’operazione eseguita oggi, ha visto la partecipazione di oltre 200 Carabinieri, è l’epilogo di una complessa e articolata attività investigativa condotta dai carabinieri della Sezione Operativa di Riccione, avviata a seguito di una serie di furti in abitazione consumati durante lo scorso inverno nel comune rivierasco ed in quelli limitrofi.

Le indagini, hanno consentito di risalire a una serie di soggetti, tutti di nazionalità albanese ma domiciliati in Emilia Romagna che, di volta in volta, reclutavano connazionali fatti appositamente giungere in Italia per commettere  reati contro il patrimonio. Dopo una breve permanenza in Italia venivano fatti rientrare nel paese d’origine e rimpiazzati con nuove figure criminali.

Oltre ai reati predatori, gli indagati erano attivi anche nel fiorente settore degli stupefacenti, acquistati da connazionali appartenenti ad altra struttura criminale operante anch’essa in Riviera.

Anche in questo caso veniva utilizzato utilizzavano un rigido turnover di spacciatori. Nonostante tutte le accortezze poste in essere, i Carabinieri riuscivano comunque ad individuare i luoghi ritenuti essere le basi operative e a delineare così il modus operandi utilizzato.

Rilevante anche il ruolo delle compagne italiane dei cittadini albanesi tratti in arresto, destinatarie anch’esse di misure cautelari detentive: il loro compito era quello di trasportare la droga che in precedenza avevano concorso a suddividere in dosi.

I proventi dei furti venivano reinvestiti nell’acquisto di grossi quantitativi di cocaina. In totale sono stati effettuati 30 arresti in flagranza di reato e sequestrati 253 kg di cocaina e 40 di hashish. Il sequestro più grande era stato effettuato il 27 settembre dai carabinieri di Riccione, in collaborazione con i militari dei comandi Arma di Milano e Vimercate (MB): in due distinte perquisizioni eseguite contestualmente erano stati trovati 203 kg di cocaina. Altri 20 chili di cocaina erano stati intercettati, nel mese di novembre, a Imola.

Nel mese di dicembre a Piacenza era stato catturato un pericoloso latitante, ricercato per reati contro il patrimonio. Si trattava di un 36enne che aveva trovato rifugio nella nostra città, usando false generalità. Al momento del fermo l’uomo aveva con sé oltre 100 gr. di oro (per un controvalore di circa 9 mila euro).

In totale il valore di tutta la droga sequestrata nel corso dei mesi è stato calcolato dai carabinieri in oltre 8 milioni di euro all’ingrosso, che al dettaglio, una volta tagliato e suddiviso in dosi, avrebbe reso ai membri della struttura criminale oltre 25 milioni di euro.

Sono state anche rinvenute varie armi fra cui tre revolver e tre pistole semiautomatiche e quattro fucili,

E’ stata recuperata un’ingente parte della refurtiva, sequestrata nei porti di Bari, Ancona e in quello di Durazzo. In totale il gip del tribunale ha disposto l’esecuzione di 26 misure cautelari in carcere, presso i Penitenziari di Rimini, Pesaro, Forlì, Ravenna, Bologna, Piacenza, Monza e Larino (CB), di 3 misure cautelari agli arresti domiciliari e 10 interrogatori precautelari.

Oggi, durante l’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, sono arrestati, in flagranza di reato, altri due soggetti, uno di nazionalità albanese ed una donna marocchina, trovati in possesso di oltre un chilogrammo di cocaina. L’uomo ha per di più opposto resistenza all’arresto procurando gravi lesioni ad uno dei carabinieri. Alcuni destinatari della misura cautelare sono al momento irreperibili sul territorio nazionale e sono ricercati all’estero.

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Ispettorato del Lavoro. A Piacenza, nel 2024, aumentano i controlli e le irregolarità rilevate

L’Ispettorato Territoriale del Lavoro (I.T.L.) di Piacenza ha presentato il bilancio delle attività di vigilanza per il 2024, mostrando un incremento significativo nei controlli e nelle irregolarità riscontrate. Nel 2024, sono stati effettuati 744 accessi ispettivi, un notevole aumento rispetto ai 544 del 2023. Un dato che testimonia la volontà di garantire sempre più la legalità nei luoghi di lavoro. Di questi accessi, 491 sono stati di vigilanza ordinaria e 253 di vigilanza tecnica, rispetto ai rispettivi 404 e 140 dell’anno precedente.
L’organico del personale impiegato in funzioni di vigilanza nel 2024 è stato di 14 persone, inclusi 4 militari del Nucleo Ispettorato Lavoro dell’Arma dei Carabinieri, rispetto agli 11 del 2023
Le pratiche ispettive definite sono state 475 nel 2024, con un aumento del 21,17% rispetto alle 392 del 2023. Le pratiche irregolari sono state 285, pari al 60% del totale, in leggera diminuzione rispetto al 62,50% del 2023. Sono stati individuati 587 lavoratori irregolari, di cui 67 in nero, 56 per somministrazione irregolare e 230 riqualificati da lavoratori autonomi a subordinati. Significativo l’aumento delle riqualificazioni (+230% rispetto al 2023)
Le violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro sono state 289 nel 2024, in netto aumento rispetto alle 164 del 2023.
I settori maggiormente interessati da fenomeni di lavoro nero, irregolare o sfruttamento della manodopera sono
Edilizia (20,43%)
Commercio all’ingrosso e al dettaglio (29,15%)
Trasporto e logistica (16,62%)
Attività di servizi di alloggio e ristorazione (16,91%)
Agricoltura (8,45%)
Attività manifatturiera (7,87%)
Il recupero di imponibili non dichiarati ha raggiunto 2.180.000 euro, con un aumento del 174% rispetto a 1.252.400 euro nel 2023. Le sanzioni amministrative e penali ammontano a 1.209.000 euro, di cui 896.000 euro amministrative e 313.000 euro penali. L’ufficio ha adottato 220 ordinanze per un importo ingiunto complessivo di € 822.132,53. Sono stati iscritti a ruolo 298 partite per un importo complessivo di € 1.010.808,13. Le somme riscosse nel 2024 a titolo di sanzioni amministrative ammontano ad € 79.341,00 per ingiunzioni e ad € 474.607,38 per cartelle
Le persone denunciate all’autorità giudiziaria sono state 202, di cui 183 per violazioni prevenzionistiche. Sono state denunciate 13 persone ai sensi dell’art. 603 bis c.p. Il numero di lavoratori interessati da fenomeni di sfruttamento è stato di 133.




Nuovo giro di vite della questura di Piacenza contro le bande giovanili

La questura di Piacenza, guidata dal dottor Ivo Morelli, continua a “marcare stretto” i gruppi di giovani autori di svariati episodi di criminalità sul territorio cittadino. Questa mattina, in conferenza stampa, sono stati presentati i risultati di questo nuovo “giro di vite” messo in atto dalla polizia e che ha portato nel suo complesso a nove arresti,  l’emissione di una misura cautelare, trenta denunce, dodici perquisizioni, tre sorveglianze speciali, dodici misure di prevenzione  oltre alla chiusura di due attività ed al sequestro di dodici fra armi ed oggetti atti ad offendere e di 789 grammi di stupefacente (hashish, cocaina, oppiacei, benzodiazepine).

La volontà chiaramente espressa dai vertici di viale Malta è quella di “fermare i giovani” prima che sia troppo tardi, cercando di evitare che le devianze di oggi si trasformino, domani, in vere e proprie forme di delinquenza senza più ritorno. E’ lo stesso spirito con cui, lo scorso anno, vennero emessi una quarantina di Daspo o di altre misure di prevenzione: dei giovani coinvolti solo un paio hanno continuato sulla strada della criminalità mentre la gran parte ha scelto di rispettare le norme penali e quelle di convivenza civile.

«Non siamo davanti a delle baby gang organizzate gerarchicamente – ha sottolineato il questore – ma a gruppi numericamente variabili. Li seguiamo in maniera continuativa, monitorandoli anche sui social».

Si tratta di gruppi talvolta piccoli, talvolta che raggiungono anche la quindicina di persone ma in cui a commettere veri e propri reati sono generalmente pochi «quattro o cinque litigano e quindici riprendono con il telefonino».

Alla base di tutto ci sono faide fra gruppi etnici, magari nate proprio per qualche parola o commento di troppo su Instagram o YouTube o per una spallata od uno spintone fuori da scuola.  Da una parte c’è un gruppo di giovani egiziani, dall’altra – a seconda della situazione – un gruppo di tunisini ed uno di marocchini, ma non mancano neppure altre etnie e fra i partecipanti ci sono anche italiani. Sono tutti maggiorenni, seppure molti lo siano diventati da poco. Alcuni fra gli stranieri sono nati in Italia e sono tutti regolarmente presenti sul territorio nazionale.

Le indagini della polizia sono partite in seguito ad una serie di accoltellamenti avvenuti a cavallo fra giugno e luglio dello scorso anno fra i giovani egiziani ed i tunisini sia per il predominio delle piazze d spaccio sia per questioni di “mancato rispetto”. Grupp, un i di circa 20 egiziani hanno preso d’assalto i “concorrenti” con coltelli e anche machete. Un egiziano 22enne, considerato il leader del gruppo la “banda” è stato arrestato ben tre volte nel giro di un mese, due da parte della polizia per spaccio ed una da parte della polizia locale per lesioni aggravate ai danni di un marocchino (ed è attualmente sottoposto a divieto di dimora in provincia di Piacenza). E’ peraltro coinvolto nell’indagine per corruzione e spaccio a carico di due medici di base, uno dei quali arrestato lo scorso agosto.

In una catena di azioni e vendette, i tunisini avevano risposto ai rivali con altrettanta brutalità ed il loro “capo”, un pluripregiudicato trentacinquenne, era finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio ai danni di un giovane egiziano accoltellato con un fendente al petto a luglio del 2024. Un episodio originato da un precedente accoltellamento, avvenuto in via Colombo, poche ore prima, ad opera di due egiziani ai danni di  tunisino. Nella giornata odierna a carico del tunisino è stato notificato un provvedimento di sorveglianza speciale per 18 mesi con obbligo di soggiorno a Piacenza.

Gli uffici della questura piacentina hanno collaborato strettamente fra loro, partendo dalle denunce recepite dall’ufficio prevenzione generale, dai riscontri sul campo delle Volanti e dalle successive indagini della Squadra Mobile, nonchè dalla collaborazione con le altre forze dell’ordine fra cui carabinieri e polizia locale. In totale sono stati ricostruiti sette accoltellamenti, di cui tre qualificati come tentato omicidio. Su un ottavo accoltellamento sono invece intervenuti i carabinieri.

Un locale di barberia che fungeva da base per i tunisini è stato chiuso dal Comune, nei mesi estivi, per lungo tempo, su richiesta dell’Ausl. Addosso al proprietario del negozio e nel retro, a terra, era stata trovata droga.

E’ stato anche effettuato un attento monitoraggio dei social ed in particolare di YouTube ed Instagram, entrambi utilizzati per dare risalto ai vari episodi avvenuti in città ad opera di queste pseudo bande. E’ stata richiesta la chiusura dei profili di un trapper di origine egiziana indagato a luglio come mandante di uno dei tentati omicidi, quello avvenuto in via Colombo a colpi di machete. Il fendente diretto al volto aveva colpito un giovane connazionale fortunatamente “solo” ad un braccio riportando comunque ferite giudicate guaribili in 60 giorni. Prima dell’aggressione il trapper aveva pubblicato una storia in cui si mostrava con due machete in mano, inviando minacce proprio al ferito. Alcuni suoi video su YouTube, ben fatti tecnicamente, mostravano armi e droga e questo gli è valso una denuncia per istigazione a delinquere.

Nota stampa dei capigruppo in consiglio comunale Patrizia Barbieri, Sara Soresi e Luca Zandonella

“Un plauso alle nostre Forze dell’ordine e in particolare alla Questura per l’importante operazione di contrasto alle baby gang condotta nei giorni scorsi a Piacenza. Un intervento che dimostra come il fenomeno sia reale, preoccupante e sempre più dilagante anche nella nostra città.
Occorre prendere atto del fallimento di un modello di società fondato sull’eccesso di tolleranza, permissivismo e sulla minimizzazione – o addirittura negazione – dei problemi.
Per questo accogliamo ora positivamente il comunicato del Sindaco, con il quale finalmente prende atto dell’esistenza di un fenomeno che, solo due anni fa, minimizzava declassandolo alle semplici “ragazzate” messe in atto da “gruppetti di giovanissimi”.
Purtroppo non è così: non si tratta di percezione, e questo avevamo avuto già modo di evidenziarlo durante il post covid, non siamo di fronte a semplici gruppi di ragazzi sbandati, ma ad una realtà che si è strutturata, con dinamiche precise e, in molti casi, finalità criminali; a gruppi di ragazzi, per lo più stranieri, che spesso non hanno alcuna intenzione nè di integrarsi nè di reinserirsi nella comunità civile.
Sono assolutamente lodevoli ed utili le iniziative nelle scuole ma di fronte a questa realtà è necessario cambiare approccio ed investire in politiche di prevenzione non solo dando soldi alle cooperative, ma investendo di più sugli oratori e su quei progetti di volontariato che operano concretamente ogni giorno con i giovani, costruendo sul territorio una rete di prevenzione essenziale. In questi anni, l’Amministrazione ha destinato ingenti risorse sul sociale, ma evidentemente poco ha fatto per prevenire il disagio giovanile ed il fenomeno delle baby gang. La sensazione è che l’amministrazione investa  grandi cifre su  progetti che poi si rivelano deludenti in termini di risposte al contrasto del disagio giovanile, e che quindi non portano alcun beneficio reale alla città.
Piacenza non può più permettersi di chiudere gli occhi di fronte a questo problema. Servono azioni concrete, sicurezza e prevenzione. Minimizzare non può più essere un’opzione.”




Dichiara di trasportare solvente ma era benzina. Camionista denunciato dalla Guardia di finanza

I militari della Guardia di Finanza del Gruppo di Piacenza, nel corso dei quotidiani controlli sul territorio hanno notato un’autocisterna, che transitava sulla tangenziale di Fiorenzuola D’Arda in direzione Piacenza. Hanno quindi deciso di sottoporre a controllo, il mezzo pesante. Il conducente italiano ha esibito una scarna documentazione di trasporto, apparentemente regolare, ed ha dichiarato di trasportare “solvente” che, in quanto tale, non è soggetto alla normativa fiscale che disciplina la circolazione di prodotti energetici sottoposti ad accisa.

Analizzando però i documenti, anche grazie al supporto delle banche dati in uso al Corpo, è emerso che il carico era destinato ad un soggetto inesistente. I finznaieri hanno eseguito ulteriori approfondimenti sul posto e prelevato alcuni campioni per la misurazione della densità del prodotto. E’ cosa emerso che si trattava  di benzina per autotrazione, commercializzata illecitamente in evasione d’imposta. Il carburante era stato mescolato con alcuni diluenti per mascherarne il caratteristico odore.

Le Fiamme Gialle hanno sequestrato 25 tonnellate di benzina, pari ad oltre 35.000 litri, fraudolentemente sottratta al pagamento delle accise e potenzialmente pericolosa, in quanto alterata. I Finanzieri hanno anche sottoposto a sequestro cautelare il rimorchio, il traino e la cisterna utilizzati per trasportare il prodotto mentre il conducente è stato denunciato alla procura della Repubblica di Piacenza per il reato di “Sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sugli prodotti energetici”.

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Incidente a Villò: grave una donna

Nel pomeriggio di oggi, mercoledì 29 gennaio, nei pressi di Villò, frazione di Vigolzone, si è verificato un grave incidente stradale lungo la Statale 654 di Val Nure. Una donna di 68 anni, residente a Ponte dell’Olio, ha improvvisamente perso il controllo della sua auto per cause ancora in fase di accertamento, finendo in un canale a lato della carreggiata.

Sul posto sono intervenuti immediatamente i sanitari del 118, la Pubblica Assistenza Valnure e i vigili del fuoco di Piacenza, che hanno lavorato per estrarre la donna dall’abitacolo. Le sue condizioni sono apparse subito gravi, tanto da rendere necessario l’intervento dell’elisoccorso che l’ha trasportata in codice rosso all’ospedale Maggiore di Parma. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche gli agenti della Polizia locale dell’Unione Val Nure Val Chero, per i rilievi di legge.

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Controlli dei Nas nelle case di riposo emiliane

Nell’ambito dei controlli disposti su tutto il territorio nazionale dal comando carabinieri per la tutela della Salute, i carabinieri del NAS di Parma hanno recentemente eseguito ispezioni igienico-sanitarie presso numerose strutture socio-sanitarie e assistenziali situate nelle province di Parma, Reggio Emilia, Piacenza e Modena. L’obiettivo è stato quello di verificare la conformità delle condizioni igienicosanitarie, gestionali e strutturali, al fine di garantire la sicurezza e il benessere degli ospiti, con particolare attenzione agli anziani, spesso tra i soggetti più vulnerabili. Svariate le irregolarità constatate dai carabinieri nelle due vicine province  mentre nel piacentino si è registrata una sola contestazione.

Presso una casa di riposo nella Val Trebbia, sono state segnalate infiltrazioni d’acqua nel soffitto, scrostature dell’intonaco, pavimentazione danneggiata e carenze nell’arredo comune. Le irregolarità sono state riferite alle autorità competenti per l’adozione di misure correttive.




Fermati in zona Piacenza Expo forse preparavano una qualche truffa

L’Ufficio di Gabinetto della questura di Piacenza, ha pianificato alcuni controlli nell’ambito della fiera organizzata lo scorso fine settimana presso Piacenza Expo. È stato impiegato personale in divisa ed in borghese che ha presidiato la zona della Fiera.
Nell’ambito di tali servizi, nel pomeriggio del 24 gennaio, un equipaggio della Squadra mobile ha fermato nelle adiacenze della Fiera, una coppia di cittadini italiani di origine sinti, provenienti dalla Provincia di Reggio Emilia, che apparivano sospetti.
I due non erano in grado di giustificare la loro presenza in quel luogo, ed il controllo ai terminali ha permesso di appurare che sia l’uomo sia la donna erano gravati da numerosissimi precedenti, in particolare per reati contro il patrimonio commessi ai danni di anziani.
Il veicolo su cui si muovevano, un’auto sportiva, è stata
perquisita sul posto con l’ausilio di un equipaggio delle Volanti, e i due sono stati invitati ad allontanarsi.
La Divisione Anticrimine della Questura ha avviato le pratiche per l’emissione della misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio a carico di entrambi.
Si sospetta che i due soggetti possano aver provato a compiere furti o truffe, presumibilmente con le note tecniche “delle monetine” o “dello specchietto”. Eventuali vittime sono invitate
sporgere querela in questura.




Rubano in appartamenti in viale Dante. Arrestati dalla polizia

Arresto per furti in abitazione e tentate truffe ai danni di persone anziane.
Questa mattina di lunedì 27 gennaio 2025 le Volanti della questura di Piacenza, unitamente alla locale Squadra mobile, hanno proceduto all’arresto in flagranza di due cittadini extracomunitari, rispettivamente di anni 40 e 47, non residenti nella nostra provincia, per due furti in abitazione, di cui il secondo sventato dal tempestivo arrivo della polizia.
I malviventi, dopo aver realizzato il primo furto in un’abitazione in zona viale Dante Alighieri (sottraendo dall’appartamento diversi gioielli d’oro), hanno tentato di ripetere il colpo in un diverso edificio dello stesso quartiere.
In questa occasione, la donna che era presente nell’abitazione, sentendo che qualcuno stava tentando di introdursi in casa, ha immediatamente contattato il numero di emergenza consentendo alle Volanti di arrivare sul posto e bloccare immediatamente i due malviventi che alla vista dei poliziotti hanno tentato di allontanarsi velocemente.
Da un primo controllo all’interno della autovettura sono stati trovati strumenti di effrazione e, nascosta in un piccolo vano, la refurtiva del precedente furto che è stata mmediatamente restituita alla legittima proprietaria.
I due fermati, con precedenti per reati contro il patrimonio, sono stati atrestati e trattenuti nelle camere di sicurezza della questura in attesa del rito direttissimo.




Due truffatori ventenni vendono macchina inesistente a un giovane piacentino. Denunciati

La Squadra mobile della questura di Piacenza ha denunciato due ragazzi, un italiano ventiduenne ed un russo ventunenne, per il reato di truffa in concorso, recuperando l’intera somma erano riusciti ad intascare truffando un ragazzo, residente in città, per circa 26.000 euro.

I giovani malviventi avevano pubblicato, su un noto sito Internet, un annuncio per la vendita di una Mercedes Classe A ad un prezzo competitivo, spacciandosi per un’autoconcessionaria piemontese realmente esistente. Dopo prolungate trattative, erano riusciti a convincere la vittima ad effettuare diversi pagamenti, anche con la scusa che alcuni dei bonifici non erano andati a buon fine. Nel momento in cui, secondo gli accordi, avrebbero dovuto consegnare il veicolo alla vittima, all’improvviso però sono spariti ed hanno bloccato il contatto telefonico. A quel punto il piacentino ha finalmente capito di essere stato truffato ed ha sporto denuncia in questura.  Gli investigatori della Squadra mobile hanno agito con tempestività e sono riusciti a sequestrare i soldi ancora presenti sui conti correnti dei due malfattori. Il denaro è poi stato restituito alla vittima. I due ventenni, dimoranti in provincia di Pavia, sono stati denunciati per il reato di truffa.




Il generale Paolo Kalenda in visita al comando provinciale della Guardia di finanza di Piacenza

Il comandante regionale Emilia – Romagna, generale di divisione Paolo Kalenda, nell’ambito del programma delle visite a tutti i reparti della regione, si è recato, nella mattinata odierna, presso il comando provinciale della Guardia di finanza di Piacenza.

L’alto ufficiale, accolto con gli onori di rito dal comandante provinciale, colonnello Massimo Amadori, ha incontrato una rappresentanza di militari in servizio alla sede, nonché una delegazione dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia di Piacenza.

Nell’occasione, il generale Kalenda, rivolgendo un caloroso saluto a tutti i finanzieri alla sede, ha voluto illustrare i temi e le linee strategiche affidate al Corpo, improntati a principi non solo di efficacia e concretezza dell’azione ispettiva ma anche di tutela delle libertà economiche e di mercato costituzionalmente garantite, rimarcando l’azione della Guardia di finanza quale presidio irrinunciabile della legalità economico-finanziaria.

A seguire il Colonnello Amadori, con gli Ufficiali e i comandanti delle Tenenze di Castel San Giovanni e Fiorenzuola d’Arda, ha illustrato, al comandante regionale, il briefing operativo, soffermandosi sulle principali attività ispettive in corso di esecuzione, con particolare riferimento al contrasto all’evasione fiscale, alla criminalità economico-finanziaria e alla tutela della spesa pubblica.

Nel corso della mattinata il comandante regionale si è recato presso la procura della Repubblica di Piacenza per un saluto istituzionale con il procuratore capo della Repubblica, Maria Grazia Pradella.

Successivamente la visita si è spostata presso il Comune di Castel San Giovanni e di Fiorenzuola d’Arda che ospitano le sedi delle Tenenze del Corpo. Anche in questa occasione il comandante regionale si è soffermato con il personale dipendente ringraziandolo per l’impegno assicurato quotidianamente a tutela del territorio di competenza e della Comunità locale.