Sfondano vetrina di un negozio e rubano qualche spiccio dalla cassa: arrestati dalla polizia
Nella sera di martedì 12 febbraio 2025 le Volanti della Questura di Piacenza hanno proceduto all’arresto in flagranza di due cittadini italiani, di 35 e 39 anni, per furto aggravato con violenza alle cose commesso ai danni di un esercizio commerciale, un negozio di fiori in via Conciliazione.
I malviventi, utilizzando strumenti per lo scasso, hanno danneggiato la vetrata di ingresso riuscendo ad introdursi nel locale per poi forzare il registratore di cassa e appropriarsi di vi era contenuto.
I forti rumori causati dalla rottura della vetrina sono stati dall’infrangersi della vetrata, sono stati notati da alcuni cittadini presenti nelle vicinanze, che hanno subito chiamato il numero di emergenza. La volante è arrivata sul posto ed ha rapidamente individuato, nelle vicinanze, due persone corrispondenti alla descrizione fornita dai testimoni. I malviventi avevano con sé strumenti per lo scasso, tra cui un martello, pinza e cacciavite, e una esigua somma di denaro contante. Inoltre, uno dei due aveva una lieve ferita, che si era probabilmente procurato con i vetri infranti. Vista la flagranza di reato sono stati arrestati per procedere nei loro confronti con rito direttissimo.
Carabinieri fermano furgone con 500 chili di rame in cavi
Ieri pomeriggio, 11febbraio 2025, i carabinieri del Radiomobile di Fiorenzuola d’Arda, insieme ai colleghi di Lugagnano Val d’Arda, hanno bloccato un furgone e recuperato 500 kg di cavi di rame e attrezzatura da scasso.
L’uomo, 32 anni, straniero, senza fissa dimora, circolava per Fiorenzuola d’Arda con il suo camioncino finchè è stato fermato dai militari. Aprendo il portellone del mezzo sono comparsi 500 chili di cavi di rame riguardo ai quali il conducente non ha saputo fornire alcuna spiegazione. Sono in corso indagini per verificare se i cavi di rame fossero stati rubati da qualche impianto o azienda della provincia e sul proprietario del furgone.
Lo straniero, una volta identificato e perquisito, è stato denunciato per ricettazione. Il mezzo è stato sequestrato così come gli attrezzi da scasso e due coltelli a serramanico che aveva addosso.
Il mezzo era già stato notato in sosta in via Roma a Fiorenzuola d’Arda, sin dalla notte precedente, ed era stato segnalato ai militari. E’ possibile che si tratti di un carico accumulato per giorni che il 32enne avrebbe portato successivamente in un posto sicuro al fine di “spellare” o incendiare i cavi per estrarre il rame.
Incontro romantico in hotel finisce con l’arresto per uno spacciatore
Nel pomeriggio di venerdì 7 febbraio le Volanti della questura di Piacenza hanno rintracciato a Piacenza un quarantenne nigeriano, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa per spaccio di sostanza stupefacente (eroina), reato commesso a Palermo lo scorso mese di gennaio.
L’ordinanza era stata emessa martedì 4 febbraio, ma il ricercato aveva lasciato la Sicilia ed era tornato nella nostra provincia, dove già in passato aveva dimorato.
L’uomo però, aveva conosciuto tramite social network una coetanea abitante negli U.S.A., che aveva deciso di raggiungerlo a Piacenza per stare con lui, incontrandosi in un albergo cittadino.
Grazie al controllo effettuato nel sistema alloggiatiweb, le Volanti con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia, hanno raggiunto l’hotel dove hanno trovato il nigeriano, all’interno di una stanza, in compagnia della donna.
I due sono stati perquisiti per la ricerca di droga e armi, con esito negativo, quindi sono stati accompagnati presso gli uffici della Questura, e fotosegnalati. L’uomo è stato portato in carcere.
Proseguono le indagini per delineare la rete di contatti del ricercato nel piacentino, comprese le eventuali reti di approvvigionamento della droga.
L’Ufficio Immigrazione della Questura valuterà invece la sua posizione sul territorio nazionale, per adottare gli opportuni provvedimenti allorquando sarà scarcerato.
Mezzo spazzaneve in fiamme sulla Statale del Penice
Un mezzo spazzaneve ha improvvisamente preso fuoco stamattina lungo la strada statale 461 “ Del Passo del Penice” al km 47,200 nel comune di Bobbio (Piacenza). La strada é stata momentaneamente chiusa al traffico, in direzione nord. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per donare le fiamme, le squadre Anas e le forze dell’ordine per la gestione del traffico in piena sicurezza e per consentire il ripristino della regolare viabilità nel più breve tempo possibile.
Spacciatore diciottenne arrestato dalla polizia in via Taverna a Piacenza
Un diciottenne di nazionalità nord africana é stato arrestato, nel pomeriggio di ieri, dagli investigatori della Squadra mobile di Piacenza. Il pusher 18 è stato notato dagl agenti in borghese mentre effettuava un sospetto scambio di droga in via Taverna. I poliziotti sono subito intervenuti, lo hanno lo hanno bloccato e sottoposto a controllo. Il ragazzo ha però opposto una strenua resistenza, scalciando, colpendo gli investigatori con le mani e tentando di morderne uno, il tutto con l’intenzione di divincolarsi per guadagnare la fuga.
Durante la perquisizione personale, all’interno di una sigaretta elettronica, sono state trovate tre dosi di cocaina pronte per la vendita, nonché la somma di 150 euro, verosimilmente provento di spaccio.
Il diciottenne é stato arrestato in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale, è portato presso le celle di sicurezza della questura, in attesa di processo per direttissima.
Da successivi controlli é emerso controlli che l’arrestato, risultava ricercato da sei mesi, in quanto destinatario di custodia cautelare in carcere, emessa dall’A.G. minorile, per spaccio di sostanze stupefacenti. I fatti erano avvenuti prima del raggiungimento della maggiore età ed erano stati rilevati dalla polizia locale di Piacenza.
Al termine delle pendenze con l’autorità giudiziaria piacentina, sarà quindi condotto in carcere minorile a Bologna.
L’arrestato era già conosciuto alla polizia, in quanto era uno dei soggetti coinvolti nell’operazione denominata Streetbullying effettuata dalla questura di Piacenza lo scorso anno, nel corso della quale era stato denunciato per rissa e possesso di armi da taglio, in seguito al violento scontro avvenuto in Corso Vittorio Emanuele II la sera del 19.11.2023. Era stato sottoposto alla Misura di Prevenzione dal Questore di Piacenza.
La sua posizione sarà vagliata dal locale ufficio immigrazione per i provvedimenti di competenza, vista la sua posizione irregolare sul territorio nazionale.
Piacenza: arrestata stalker seriale. Aveva stilato un quaderno dei nemici
Aveva stilato un vero e proprio quaderno dei nemici, la stalker seriale arrestata dalla polizia della questura di Piacenza in seguito ad un’indagine coordinata dalla procura della Repubblica. La donna è indagata per atti persecutori, possesso di oggetti atti ad offendere e calunnia, commessi ai danni di una giovane coppia piacentina. L’indagata ha diversi precedenti penali per fatti simili e, secondo quanto ricostruito dalla Squadra mobile, nell’ottobre 2024 avrebbe cominciato a perseguitare i giovani, peraltro da poco genitori, per screzi avvenuti con la famiglia dell’uomo oltre vent’anni fa.
La stalker agiva principalmente con un telefonino intestato ad un prestanome.
Le vittime vivevano un vero e proprio incubo e si sentivano costantemente seguite ed osservate, senza capire cosa stesse realmente accadendo, né chi le avesse presi di mira. Ricevevano continue minacce, con l’invio di fotografie scattate nei pressi della loro abitazione.
Quando, dopo un incontro in città, hanno intuito che alla base di questa persecuzione poteva esserci una lontana conoscente, hanno sporto denuncia. Durante una perquisizione sull’auto della donna la polizia ha trovato e sequestrato, il cellulare da cui venivano effettuate le chiamate ma anche altro materiale allarmante: due martelli, un coltello, una scatola di fiammiferi, un accendino ed una confezione di prodotto disgorgante contenente acido. Già in passato l’indagata aveva minacciato un’altra vittima di utilizzare l’acido nei confronti del figlio.
Nell’abitazione della donna, invece è stato rinvenuto un quaderno denominato “Elenco dei nemici” contenente, tra gli altri, le foto dell’uomo principale vittima delle persecuzioni, nonché una foto scattata al cortile interno della Questura da un balcone limitrofo, struttura verso la quale la donna proverebbe astio per una precedente indagine per minacce aggravate (ed altrettanto immotivate) ai danni di altra persona, per la quale era stata da poco condannata in via definitiva.
Una volta venuta a conoscenza dell’indagine a suo carico, la pregiudicata, ha pensato bene di tentare di sviare le indagini, presentando una calunniosa denuncia nei confronti proprio della principale vittima degli atti persecutori. Visto il quadro probatorio il gip ha accolto la richiesta dei pm ed emesso la misura cautelare degli arresti domiciliari, immediatamente eseguita dalla Squadra mobile.
Due interventi della polizia locale nati da segnalazioni dei cittadini
Perde l’orientamento e non ricorda più la strada per fare ritorno a casa. Così un uomo di 89 anni è stato soccorso dalla polizia locale di Piacenza, dopo che la centrale operativa del Comando di via Rogerio aveva ricevuto la richiesta di aiuto da parte di un cittadino, residente nella zona di via Cella, che segnalava la presenza nel proprio cortile di una persona apparentemente disorientata.
Il fatto risale al pomeriggio di mercoledì 5 febbraio. Gli agenti intervenuti sul posto hanno subito accertato le condizioni di salute dell’anziano e, colloquiando con lui, son riusciti ad ottenere informazioni sull’indirizzo della sua abitazione. L’uomo è stato accolto sull’auto di servizio e riaccompagnato a casa, alla Besurica, dove è stato affidato alle cure dei parenti.
Nella stessa giornata, una pattuglia ha riconsegnato alla legittima proprietaria un’auto di cui, nell’ottobre scorso, era stato denunciato il furto. Il veicolo aveva destato sospetti in un cittadino che ha contattato il comando di polizia locale per segnalarne la sosta, da diverso tempo, nella medesima posizione, in via Guglielmo da Saliceto. Gli agenti intervenuti sul posto, al termine dei dovuti accertamenti, hanno scoperto che sul mezzo pendeva una denuncia per furto presentata lo scorso ottobre da una piacentina, alla quale l’auto è stata riconsegnata.
Il comando di polizia locale di Piacenza ricorda “l’importanza delle segnalazioni che ogni giorno provengono dai cittadini alla centrale operativa, che risponde tutti i giorni, dalle 6.30 all’1.30, al numero 0523.7171. Nel corso del 2024 sono state 26.314 le richieste di intervento ricevute, con conseguenti iniziative messe in atto dalle pattuglie e dai nuclei specialistici, mentre superano già quota 2000 quelle pervenute nel primo mese del 2025. Gran parte di queste provengono quotidianamente da 34 Gruppi di vicinato attivi su tutto il territorio comunale e coordinati dal Nucleo frazionale e di vicinato, impegnato nell’ultimo anno a gestire 730 segnalazioni, garantendo anche 182 interventi grazie alla chat dedicata ai commercianti del centro storico”.
La Guardia di finanza di Reggio Emilia scopre maxi giro di fatture false
Oltre 200 finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia e di altri Reparti della Guardia di finanza, su delega della locale Procura della Repubblica e sotto la direzione del Procuratore Capo, Calogero Gaetano Paci, hanno dato esecuzione, su tutto il territorio nazionale, ad un’articolata operazione di polizia giudiziaria mirata ad interrompere le attività illecite di un’associazione a delinquere finalizzata ad imponenti frodi fiscali.
Sono state eseguite perquisizioni locali e personali, finalizzate all’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo di beni mobili, immobili, crediti per quasi 70 milioni di euro, con contestuale notifica agli indagati degli avvisi di garanzia.
Il Provvedimento del GIP di Reggio Emilia è stato emesso nei confronti di 87 persone fisiche tra i 179 indagati, di cui 40 residenti in Emilia Romagna (21 in provincia di Reggio Emilia), e 4 soggetti giuridici
(due aziende reggiane, una di diritto tedesco e una con sede a Milano, tutte società a disposizione del gruppo).
Le attività di indagine hanno fatto emergere un sodalizio criminale i cui principali capi erano di base a Reggio Emilia. Attraverso la costituzione di società cartiere e l’utilizzo di fatture false, venivano effettuate indebite compensazioni di crediti fittizi – creati ad hoc – con debiti tributari reali verso aziende individuate, che, a fronte del credito inesistente ceduto, pagavano una percentuale all’organizzazione. I crediti venivano in parte compensati attraverso l’istituto dell’accollo e parte ceduti attraverso la simulazione della cessione di un ramo d’azienda.
Gli ingenti introiti ricevuti per circa 70 milioni venivano prelevati in contanti – grazie al ruolo di veri e
propri “prelevatori” ed in parte bonificati su conti di società estere.
Questo schema fraudolento ha coinvolto circa 400 aziende, di cui 40 fittizie con il ruolo di “cartiere” per l’emissione delle fatture false e 369 beneficiarie delle indebite compensazioni, ed ha visto anche il concorso esterno di professionisti appartenenti a diversi ordini (commercialisti e notai, che al momento non sono interessati da alcuna misura).
Tra i destinatari dell’Ordinanza del GIP eseguita in data odierna, figura uno dei soggetti già sottoposti a misura cautelare nell’ambito di un’operazione eseguita il 14 gennaio scorso e legata ad un’indagine sul narcotraffico internazionale.
Le attività sono state condotte con l’ausilio di 38 Reparti del Corpo competenti per territorio, in 28 province italiane (Reggio Emilia, Bologna, Piacenza, Parma, Modena, Rimini, Bolzano, Torino, Asti, Milano, Pavia, Monza, Verona, Perugia, Terni, Firenze, Pisa, Pesaro, Roma, Rieti, Frosinone, Pescara, Napoli, Caserta, Benevento, Taranto, Crotone, Trapani).
Le indagini, supportate oltre che da una complessa opera di disamina documentale e di analisi di ingenti
movimentazioni bancarie, anche da intercettazioni telefoniche, hanno consentito di ricostruire la
fitta rete di rapporti personali e commerciali tra i soggetti coinvolti, e diretti dall’amministrazione occulta reggiana.
Banda di ladri d’appartamento reinvestiva gli utili in cocaina
Alle prime luci dell’alba i carabinieri del comando provinciale di Rimini hanno dato esecuzione a una ordinanza di applicazione di misure cautelari, emesse dal gip su richiesta della procura della Repubblica di Rimini, nei confronti di 39 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di rapina, furti in abitazione, traffico, detenzione e spaccio di quantità ingenti di stupefacenti, cocaina in particolare. I provvedimenti sono stati eseguiti, oltre che nella provincia di Rimini, anche in quelle di Bologna, Campobasso, Cagliari, Forlì-Cesena, Imperia, Milano, Monza, Parma, Piacenza, Pesaro e Ravenna, con il supporto dei Reparti Anticrimine di Bologna e Padova, della componente aerea del 13º Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì, dei Nucleo Carabinieri Cinofili di Pesaro e delle Polizie Locali di Rimini e Riccione.
L’operazione eseguita oggi, ha visto la partecipazione di oltre 200 Carabinieri, è l’epilogo di una complessa e articolata attività investigativa condotta dai carabinieri della Sezione Operativa di Riccione, avviata a seguito di una serie di furti in abitazione consumati durante lo scorso inverno nel comune rivierasco ed in quelli limitrofi.
Le indagini, hanno consentito di risalire a una serie di soggetti, tutti di nazionalità albanese ma domiciliati in Emilia Romagna che, di volta in volta, reclutavano connazionali fatti appositamente giungere in Italia per commettere reati contro il patrimonio. Dopo una breve permanenza in Italia venivano fatti rientrare nel paese d’origine e rimpiazzati con nuove figure criminali.
Oltre ai reati predatori, gli indagati erano attivi anche nel fiorente settore degli stupefacenti, acquistati da connazionali appartenenti ad altra struttura criminale operante anch’essa in Riviera.
Anche in questo caso veniva utilizzato utilizzavano un rigido turnover di spacciatori. Nonostante tutte le accortezze poste in essere, i Carabinieri riuscivano comunque ad individuare i luoghi ritenuti essere le basi operative e a delineare così il modus operandi utilizzato.
Rilevante anche il ruolo delle compagne italiane dei cittadini albanesi tratti in arresto, destinatarie anch’esse di misure cautelari detentive: il loro compito era quello di trasportare la droga che in precedenza avevano concorso a suddividere in dosi.
I proventi dei furti venivano reinvestiti nell’acquisto di grossi quantitativi di cocaina. In totale sono stati effettuati 30 arresti in flagranza di reato e sequestrati 253 kg di cocaina e 40 di hashish. Il sequestro più grande era stato effettuato il 27 settembre dai carabinieri di Riccione, in collaborazione con i militari dei comandi Arma di Milano e Vimercate (MB): in due distinte perquisizioni eseguite contestualmente erano stati trovati 203 kg di cocaina. Altri 20 chili di cocaina erano stati intercettati, nel mese di novembre, a Imola.
Nel mese di dicembre a Piacenza era stato catturato un pericoloso latitante, ricercato per reati contro il patrimonio. Si trattava di un 36enne che aveva trovato rifugio nella nostra città, usando false generalità. Al momento del fermo l’uomo aveva con sé oltre 100 gr. di oro (per un controvalore di circa 9 mila euro).
In totale il valore di tutta la droga sequestrata nel corso dei mesi è stato calcolato dai carabinieri in oltre 8 milioni di euro all’ingrosso, che al dettaglio, una volta tagliato e suddiviso in dosi, avrebbe reso ai membri della struttura criminale oltre 25 milioni di euro.
Sono state anche rinvenute varie armi fra cui tre revolver e tre pistole semiautomatiche e quattro fucili,
E’ stata recuperata un’ingente parte della refurtiva, sequestrata nei porti di Bari, Ancona e in quello di Durazzo. In totale il gip del tribunale ha disposto l’esecuzione di 26 misure cautelari in carcere, presso i Penitenziari di Rimini, Pesaro, Forlì, Ravenna, Bologna, Piacenza, Monza e Larino (CB), di 3 misure cautelari agli arresti domiciliari e 10 interrogatori precautelari.
Oggi, durante l’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, sono arrestati, in flagranza di reato, altri due soggetti, uno di nazionalità albanese ed una donna marocchina, trovati in possesso di oltre un chilogrammo di cocaina. L’uomo ha per di più opposto resistenza all’arresto procurando gravi lesioni ad uno dei carabinieri. Alcuni destinatari della misura cautelare sono al momento irreperibili sul territorio nazionale e sono ricercati all’estero.
Ispettorato del Lavoro. A Piacenza, nel 2024, aumentano i controlli e le irregolarità rilevate
L’Ispettorato Territoriale del Lavoro (I.T.L.) di Piacenza ha presentato il bilancio delle attività di vigilanza per il 2024, mostrando un incremento significativo nei controlli e nelle irregolarità riscontrate. Nel 2024, sono stati effettuati 744 accessi ispettivi, un notevole aumento rispetto ai 544 del 2023. Un dato che testimonia la volontà di garantire sempre più la legalità nei luoghi di lavoro. Di questi accessi, 491 sono stati di vigilanza ordinaria e 253 di vigilanza tecnica, rispetto ai rispettivi 404 e 140 dell’anno precedente.
L’organico del personale impiegato in funzioni di vigilanza nel 2024 è stato di 14 persone, inclusi 4 militari del Nucleo Ispettorato Lavoro dell’Arma dei Carabinieri, rispetto agli 11 del 2023
Le pratiche ispettive definite sono state 475 nel 2024, con un aumento del 21,17% rispetto alle 392 del 2023. Le pratiche irregolari sono state 285, pari al 60% del totale, in leggera diminuzione rispetto al 62,50% del 2023. Sono stati individuati 587 lavoratori irregolari, di cui 67 in nero, 56 per somministrazione irregolare e 230 riqualificati da lavoratori autonomi a subordinati. Significativo l’aumento delle riqualificazioni (+230% rispetto al 2023)
Le violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro sono state 289 nel 2024, in netto aumento rispetto alle 164 del 2023.
I settori maggiormente interessati da fenomeni di lavoro nero, irregolare o sfruttamento della manodopera sono
Edilizia (20,43%)
Commercio all’ingrosso e al dettaglio (29,15%)
Trasporto e logistica (16,62%)
Attività di servizi di alloggio e ristorazione (16,91%)
Agricoltura (8,45%)
Attività manifatturiera (7,87%)
Il recupero di imponibili non dichiarati ha raggiunto 2.180.000 euro, con un aumento del 174% rispetto a 1.252.400 euro nel 2023. Le sanzioni amministrative e penali ammontano a 1.209.000 euro, di cui 896.000 euro amministrative e 313.000 euro penali. L’ufficio ha adottato 220 ordinanze per un importo ingiunto complessivo di € 822.132,53. Sono stati iscritti a ruolo 298 partite per un importo complessivo di € 1.010.808,13. Le somme riscosse nel 2024 a titolo di sanzioni amministrative ammontano ad € 79.341,00 per ingiunzioni e ad € 474.607,38 per cartelle
Le persone denunciate all’autorità giudiziaria sono state 202, di cui 183 per violazioni prevenzionistiche. Sono state denunciate 13 persone ai sensi dell’art. 603 bis c.p. Il numero di lavoratori interessati da fenomeni di sfruttamento è stato di 133.
Nuovo giro di vite della questura di Piacenza contro le bande giovanili
La questura di Piacenza, guidata dal dottor Ivo Morelli, continua a “marcare stretto” i gruppi di giovani autori di svariati episodi di criminalità sul territorio cittadino. Questa mattina, in conferenza stampa, sono stati presentati i risultati di questo nuovo “giro di vite” messo in atto dalla polizia e che ha portato nel suo complesso a nove arresti, l’emissione di una misura cautelare, trenta denunce, dodici perquisizioni, tre sorveglianze speciali, dodici misure di prevenzione oltre alla chiusura di due attività ed al sequestro di dodici fra armi ed oggetti atti ad offendere e di 789 grammi di stupefacente (hashish, cocaina, oppiacei, benzodiazepine).
La volontà chiaramente espressa dai vertici di viale Malta è quella di “fermare i giovani” prima che sia troppo tardi, cercando di evitare che le devianze di oggi si trasformino, domani, in vere e proprie forme di delinquenza senza più ritorno. E’ lo stesso spirito con cui, lo scorso anno, vennero emessi una quarantina di Daspo o di altre misure di prevenzione: dei giovani coinvolti solo un paio hanno continuato sulla strada della criminalità mentre la gran parte ha scelto di rispettare le norme penali e quelle di convivenza civile.
«Non siamo davanti a delle baby gang organizzate gerarchicamente – ha sottolineato il questore – ma a gruppi numericamente variabili. Li seguiamo in maniera continuativa, monitorandoli anche sui social».
Si tratta di gruppi talvolta piccoli, talvolta che raggiungono anche la quindicina di persone ma in cui a commettere veri e propri reati sono generalmente pochi «quattro o cinque litigano e quindici riprendono con il telefonino».
Alla base di tutto ci sono faide fra gruppi etnici, magari nate proprio per qualche parola o commento di troppo su Instagram o YouTube o per una spallata od uno spintone fuori da scuola. Da una parte c’è un gruppo di giovani egiziani, dall’altra – a seconda della situazione – un gruppo di tunisini ed uno di marocchini, ma non mancano neppure altre etnie e fra i partecipanti ci sono anche italiani. Sono tutti maggiorenni, seppure molti lo siano diventati da poco. Alcuni fra gli stranieri sono nati in Italia e sono tutti regolarmente presenti sul territorio nazionale.
Le indagini della polizia sono partite in seguito ad una serie di accoltellamenti avvenuti a cavallo fra giugno e luglio dello scorso anno fra i giovani egiziani ed i tunisini sia per il predominio delle piazze d spaccio sia per questioni di “mancato rispetto”. Grupp, un i di circa 20 egiziani hanno preso d’assalto i “concorrenti” con coltelli e anche machete. Un egiziano 22enne, considerato il leader del gruppo la “banda” è stato arrestato ben tre volte nel giro di un mese, due da parte della polizia per spaccio ed una da parte della polizia locale per lesioni aggravate ai danni di un marocchino (ed è attualmente sottoposto a divieto di dimora in provincia di Piacenza). E’ peraltro coinvolto nell’indagine per corruzione e spaccio a carico di due medici di base, uno dei quali arrestato lo scorso agosto.
In una catena di azioni e vendette, i tunisini avevano risposto ai rivali con altrettanta brutalità ed il loro “capo”, un pluripregiudicato trentacinquenne, era finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio ai danni di un giovane egiziano accoltellato con un fendente al petto a luglio del 2024. Un episodio originato da un precedente accoltellamento, avvenuto in via Colombo, poche ore prima, ad opera di due egiziani ai danni di tunisino. Nella giornata odierna a carico del tunisino è stato notificato un provvedimento di sorveglianza speciale per 18 mesi con obbligo di soggiorno a Piacenza.
Gli uffici della questura piacentina hanno collaborato strettamente fra loro, partendo dalle denunce recepite dall’ufficio prevenzione generale, dai riscontri sul campo delle Volanti e dalle successive indagini della Squadra Mobile, nonchè dalla collaborazione con le altre forze dell’ordine fra cui carabinieri e polizia locale. In totale sono stati ricostruiti sette accoltellamenti, di cui tre qualificati come tentato omicidio. Su un ottavo accoltellamento sono invece intervenuti i carabinieri.
Un locale di barberia che fungeva da base per i tunisini è stato chiuso dal Comune, nei mesi estivi, per lungo tempo, su richiesta dell’Ausl. Addosso al proprietario del negozio e nel retro, a terra, era stata trovata droga.
E’ stato anche effettuato un attento monitoraggio dei social ed in particolare di YouTube ed Instagram, entrambi utilizzati per dare risalto ai vari episodi avvenuti in città ad opera di queste pseudo bande. E’ stata richiesta la chiusura dei profili di un trapper di origine egiziana indagato a luglio come mandante di uno dei tentati omicidi, quello avvenuto in via Colombo a colpi di machete. Il fendente diretto al volto aveva colpito un giovane connazionale fortunatamente “solo” ad un braccio riportando comunque ferite giudicate guaribili in 60 giorni. Prima dell’aggressione il trapper aveva pubblicato una storia in cui si mostrava con due machete in mano, inviando minacce proprio al ferito. Alcuni suoi video su YouTube, ben fatti tecnicamente, mostravano armi e droga e questo gli è valso una denuncia per istigazione a delinquere.
Nota stampa dei capigruppo in consiglio comunale Patrizia Barbieri, Sara Soresi e Luca Zandonella
“Un plauso alle nostre Forze dell’ordine e in particolare alla Questura per l’importante operazione di contrasto alle baby gang condotta nei giorni scorsi a Piacenza. Un intervento che dimostra come il fenomeno sia reale, preoccupante e sempre più dilagante anche nella nostra città.
Occorre prendere atto del fallimento di un modello di società fondato sull’eccesso di tolleranza, permissivismo e sulla minimizzazione – o addirittura negazione – dei problemi.
Per questo accogliamo ora positivamente il comunicato del Sindaco, con il quale finalmente prende atto dell’esistenza di un fenomeno che, solo due anni fa, minimizzava declassandolo alle semplici “ragazzate” messe in atto da “gruppetti di giovanissimi”.
Purtroppo non è così: non si tratta di percezione, e questo avevamo avuto già modo di evidenziarlo durante il post covid, non siamo di fronte a semplici gruppi di ragazzi sbandati, ma ad una realtà che si è strutturata, con dinamiche precise e, in molti casi, finalità criminali; a gruppi di ragazzi, per lo più stranieri, che spesso non hanno alcuna intenzione nè di integrarsi nè di reinserirsi nella comunità civile.
Sono assolutamente lodevoli ed utili le iniziative nelle scuole ma di fronte a questa realtà è necessario cambiare approccio ed investire in politiche di prevenzione non solo dando soldi alle cooperative, ma investendo di più sugli oratori e su quei progetti di volontariato che operano concretamente ogni giorno con i giovani, costruendo sul territorio una rete di prevenzione essenziale. In questi anni, l’Amministrazione ha destinato ingenti risorse sul sociale, ma evidentemente poco ha fatto per prevenire il disagio giovanile ed il fenomeno delle baby gang. La sensazione è che l’amministrazione investa grandi cifre su progetti che poi si rivelano deludenti in termini di risposte al contrasto del disagio giovanile, e che quindi non portano alcun beneficio reale alla città.
Piacenza non può più permettersi di chiudere gli occhi di fronte a questo problema. Servono azioni concrete, sicurezza e prevenzione. Minimizzare non può più essere un’opzione.”
Dichiara di trasportare solvente ma era benzina. Camionista denunciato dalla Guardia di finanza
I militari della Guardia di Finanza del Gruppo di Piacenza, nel corso dei quotidiani controlli sul territorio hanno notato un’autocisterna, che transitava sulla tangenziale di Fiorenzuola D’Arda in direzione Piacenza. Hanno quindi deciso di sottoporre a controllo, il mezzo pesante. Il conducente italiano ha esibito una scarna documentazione di trasporto, apparentemente regolare, ed ha dichiarato di trasportare “solvente” che, in quanto tale, non è soggetto alla normativa fiscale che disciplina la circolazione di prodotti energetici sottoposti ad accisa.
Analizzando però i documenti, anche grazie al supporto delle banche dati in uso al Corpo, è emerso che il carico era destinato ad un soggetto inesistente. I finznaieri hanno eseguito ulteriori approfondimenti sul posto e prelevato alcuni campioni per la misurazione della densità del prodotto. E’ cosa emerso che si trattava di benzina per autotrazione, commercializzata illecitamente in evasione d’imposta. Il carburante era stato mescolato con alcuni diluenti per mascherarne il caratteristico odore.
Le Fiamme Gialle hanno sequestrato 25 tonnellate di benzina, pari ad oltre 35.000 litri, fraudolentemente sottratta al pagamento delle accise e potenzialmente pericolosa, in quanto alterata. I Finanzieri hanno anche sottoposto a sequestro cautelare il rimorchio, il traino e la cisterna utilizzati per trasportare il prodotto mentre il conducente è stato denunciato alla procura della Repubblica di Piacenza per il reato di “Sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sugli prodotti energetici”.