Dalla classe del Nicolini al palco con Riccardo Muti: il salto di Manuela Mosca
C’è chi sogna di suonare in una grande orchestra… e poi c’è Manuela Mosca, che a soli 19 anni quel sogno lo sta già vivendo. Con il violino stretto tra le mani e il talento nel cuore, la giovane piacentina ha conquistato il pubblico sotto la bacchetta di uno dei più grandi maestri al mondo: Riccardo Muti.
Manuela è entrata a far parte della prestigiosa Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, protagonista di un concerto straordinario che verrà trasmesso su Rai 1. Dietro a questo traguardo c’è talento, ma soprattutto passione, studio e determinazione. Nata e cresciuta musicalmente tra le aule del Conservatorio Nicolini di Piacenza, dove oggi frequenta il secondo anno del biennio accademico sotto la guida del maestro Antonio De Lorenzi, Manuela è già una delle promesse più brillanti del panorama musicale italiano. Per entrare a far parte dell’Orchestra Cherubini – nata per volere di Riccardo Muti con l’obiettivo di valorizzare giovani talenti – Manuela ha dovuto superare una selezione tra le più competitive del settore. Il bando è stato pubblicato a marzo e, dopo un intenso periodo di preparazione, l’audizione si è svolta a giugno. Il percorso prevedeva una semifinale valutata da membri interni dell’orchestra, seguita da una finale in cui solo 21 violinisti su oltre 200 candidati sono stati scelti.
A decretare i vincitori è stato Francesco Manara, primo violino del Teatro alla Scala di Milano. Manuela ha affrontato il tutto con lucidità e determinazione, spiccando per preparazione tecnica e sensibilità interpretativa. “Il successo di Manuela è motivo di grande orgoglio per tutto il Conservatorio,” commenta il presidente Massimo Trespidi. “È la dimostrazione concreta di come l’alta formazione musicale possa aprire le porte ai più importanti palcoscenici internazionali.” Il debutto ufficiale con l’Orchestra Cherubini è avvenuto in due contesti di eccezionale valore: il 5 luglio al Ravenna Festival e il 7 luglio nella magnifica Valle dei Templi di Agrigento. Il programma era tutt’altro che semplice: la Sinfonia n. 4 “Italiana” di Mendelssohn, la Sinfonia n. 5 di Beethoven e l’ouverture dai “Vespri siciliani” di Verdi. La sinfonia di Mendelssohn, in particolare, è notoriamente temuta dai violinisti per la sua complessità tecnica ed è spesso scelta come brano d’audizione nei concorsi. Lo stesso Muti ha confidato all’orchestra di non aver mai diretto questo brano con la Cherubini, giudicandolo troppo difficile per un’orchestra giovanile. Un’affermazione che, se da un lato conferma l’eccezionalità del repertorio, dall’altro esalta il livello raggiunto dai giovani strumentisti coinvolti.
“È stata una delle esperienze più stimolanti e formative della mia vita – racconta Manuela -, essere diretta da un maestro come Muti e affrontare un repertorio così impegnativo mi ha fatto crescere tantissimo. E poi… ero la più giovane dell’orchestra!”.
Il concerto nella Valle dei Templi, sotto le stelle siciliane, resterà impresso nella memoria della giovane musicista per sempre. “Un momento unico, emozionante, irripetibile. Spero di poterlo rivivere,” dice con entusiasmo.
Chiunque voglia condividere quelle emozioni potrà farlo quando la serata di Agrigento sarà trasmessa su Rai 1, nella notte tra sabato 2 e domenica 3 agosto alle 00.30, portando la musica della Cherubini nelle case degli italiani.
A pochi giorni dall’inizio della produzione orchestrale, Manuela era appena rientrata in Italia da un altro momento cruciale del suo percorso: l’esperienza Erasmus a Bruxelles, conclusa il 27 giugno. Lì ha avuto la possibilità di studiare con Valery Oistrakh, nipote del celebre violinista David Oistrakh, un incontro che ha segnato profondamente la sua crescita musicale.
“È stato un anno davvero formativo, non solo dal punto di vista musicale, ma anche umano. Bruxelles mi ha insegnato a essere più indipendente, ad affrontare nuove sfide e a mettermi in gioco con musicisti di tutta Europa,” racconta.
“Aver avuto come insegnante un violinista di quel calibro è stato fondamentale. Ringrazio davvero il Conservatorio Nicolini per avermi dato questa opportunità”.
Il suo percorso nella Cherubini durerà tre anni, durante i quali potrà partecipare a nuove produzioni e collaborazioni di altissimo livello. Nel frattempo, continuerà i suoi studi a Piacenza, mantenendo sempre forte il legame con la città che ha visto nascere e crescere il suo talento.
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Il progetto Bottega XNL-Fare Teatro si aggiudica il Premio Radicondoli per il Teatro
Nei giorni scorsi il progetto Bottega XNL-Fare Teatro è stato insignito del Premio Radicondoli per il Teatro, che viene assegnato alle iniziative che abbiano saputo dare “positivo impulso al teatro, alla cultura teatrale”.
A ricevere il premio è stata la sua ideatrice e direttrice artistica Paola Pedrazzini, nel corso di una partecipata cerimonia che si è svolta a Palazzo Bizzarrini di Radicondoli, il bel centro toscano in provincia di Siena, nell’ambito dell’omonimo festival diretti da Massimo Luconi.
Giunto alla sua XVI edizione e organizzato dal Festival di Radicondoli insieme al Comune e a Radicondoli Arte, con il patrocinio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, il premio Radicondoli è un riconoscimento che nasce dal mondo del teatro, particolarmente apprezzato dagli addetti ai lavori. Ogni anno viene assegnato sia a un Maestro sia a un progetto significativo nel panorama del teatro contemporaneo, da una giuria di critici che, per il 2025, era formata da Sandro Avanzo, Rossella Battisti, Claudia Cannella, Enrico Marcotti, Valeria Ottolenghi ed Elena Lamberti.
Al fianco di Paola Pedrazzini, a ricevere quest’anno il Premio Radicondoli, il Maestro Danio Manfredini, attore, cantante, regista fra i più stimati del panorama teatrale italiano.
«Nato come uno dei progetti di punta del Centro per le arti contemporanee della Fondazione di Piacenza e Vigevano, nell’ottica di investire sui giovani e sulla loro formazione umana e professionale anche nel settore delle arti, il progetto Bottega XNL è ed è stato per il nostro ente una scommessa sui cui abbiamo investito con convinzione – sottolinea il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi -, siamo perciò particolarmente orgogliosi di questo premio, che rappresenta una conferma del valore dell’iniziativa e un riconoscimento per l’ottimo lavoro svolto dalla direttrice Paola Pedrazzini, a cui vanno le nostre congratulazioni».
«Sono emozionata e molto felice per questo riconoscimento – ha detto al momento della premiazione Paola Pedrazzini ideatrice e direttrice artistica del progetto Bottega XNL-Fare Teatro – oltre alla giuria del premio Radicondoli, desidero ringraziare di cuore la Fondazione di Piacenza e Vigevano e nello specifico il presidente Roberto Reggi e il vicepresidente Mario Magnelli per aver creduto con lungimiranza ed entusiasmo al progetto dall’inizio e avergli dato vita; desidero ringraziare i tre meravigliosi Maestri che hanno dato corpo al progetto declinandolo, ciascuno con la sua specifica linea artistica e pedagogica: grazie a Marco Baliani che ha accolto il mio invito e si è messo in gioco quando il progetto era ancora solo su carta, dandomi fiducia; grazie a Fausto Russo Alesi per aver raccolto il testimone di Baliani e portato la sua profondità e sensibilità nel progetto; grazie a Leonardo Lidi per il gioioso entusiasmo con cui ha affrontato questo quarto anno di Bottega XNL-Fare Teatro!; desidero infine ringraziare i giovani attori e attrici allievi e allieve che hanno partecipato a questa avventura di alta formazione-produzione e fruizione artistica con i loro sogni e il loro talento!».
Avviato nel 2022 e giunto quest’anno alla sua quarta edizione, Bottega XNL-Fare Teatro è una palestra di formazione, alta e professionalizzante, per giovani attori e attrici che hanno avuto modo di lavorare concretamente su alcuni dei maggiori capolavori del teatro classico sotto la guida esperta di grandi Maestri, secondo il modello ispiratore delle botteghe rinascimentali. Dalle prime due edizioni, condotte da Marco Baliani, hanno così preso vita le tragedie di Sofocle Antigone (2022) ed Edipo Re (2023). Sotto la direzione di Fausto Russo Alesi, nel 2024, l’Ifigenia in Aulide di Euripide, mentre quest’anno, con il testimone di Maestro passato nelle mani di Leonardo Lidi, i 15 giovani attori e attrici selezionati hanno lavorato sul testo di Baccanti di Euripide. Per tutti gli spettacoli la fase di formazione degli allievi e di produzione dell’opera teatrale si è svolta a Piacenza, a XNL, mentre la fase di fruizione artistica, ovvero la presentazione in prima nazionale è avvenuta nell’ambito del Festival di Teatro Antico di Veleia.
Durante la consegna del premio, per mano del presidente di Radicondoli Arte Marco Rossi, la giuria si è soffermata sulla qualità del progetto Bottega, sull’ottima reputazione che si è conquistato in pochi anni dalla sua attivazione e, sopra tutto, ha celebrato il cammino professionale e artistico della sua direttrice Paola Pedrazzini, ricostruendone i passaggi principali a partire dai primi passi mossi a Fiorenzuola, animando la stagione teatrale del capoluogo della Valdarda. Sono stati quindi ricordate le direzioni artistiche di Monza, del Festival del Teatro Antico di Veleia, di Pulcheria, la pluriennale collaborazione con Marco Bellocchio a Bobbio e i grandi successi di pubblico e di critica riscossi dalle iniziative che ha finora diretto.
Il nome del progetto Bottega XNL e della sua direttrice artistica Paola Pedrazzini, si aggiungono dunque all’albo d’oro dei vincitori in cui, nelle passate edizioni, sono entrati i nomi prestigiosi dei Maestri Antonio Latella, Serena Sinigaglia, Maria Consagra, Claudio Morganti, Peter Stein, Fausto Malcovati e, fra i progetti, “NeXtwork” (premio a Luca Ricci e Teatro dell’Orologio), “Aldo Morto” (premio a Daniele Timpano e Teatro dell’Orologio), “La Corte Ospitale” di Rubiera, Rai5.
Bobbio si prepara ad accogliere i talenti della danza con la seconda edizione del Summer Ballet Intensive
Bobbio si conferma palcoscenico d’eccezione per l’alta formazione tersicorea. Dal 7 al 18 luglio 2025, la pittoresca località ospiterà la seconda edizione del Bobbio Summer Ballet Intensive, uno stage internazionale di danza classica e contemporanea. L’evento, presentato come uno dei migliori stage di danza in Italia e in Europa, si propone di offrire un percorso formativo esclusivo a ballerini di ogni livello, dai principianti agli avanzati, con l’obiettivo di migliorare tecnica ed espressività.
Direttrice artistica dell’iniziativa è Dora Ciacca, ballerina professionista e docente internazionale.
Dora Ciacca ha un ricco percorso formativo e professionale che l’ha vista studiare a Vergato (Bologna), poi a New York presso il Ballet Academy East, il 92Y (dove ha danzato coreografie di Jerome Robbins e Martha Graham a 12 anni), l’Alvin Ailey School, Manhattan Youth Ballet e Premiered Division. Dopo il diploma, ha approfondito il metodo Cecchetti in Italia, la danza contemporanea a Roma e la tecnica Vaganova a Barcellona. Ha danzato con il Ballet de Barcelona e attualmente è alla sua terza stagione con il Columbia Classical Ballet (South Carolina). Oggi, oltre a dirigere l’intensive, insegna balletto e tiene masterclass in Italia e negli Stati Uniti.
Il programma formativo del Bobbio Summer Ballet Intensive è intensivo e variegato, pensato per soddisfare le esigenze di ballerini con diverse esperienze e obiettivi
Le lezioni proposte includono:
Danza classica, Tecnica delle punte, Tecnica per uomini, Variazioni (classiche e contemporanee), Repertorio (classico e contemporaneo), Danza contemporanea, Passo a due, Pilates per ballerini, Yoga per ballerini, Tecnica Horton (nell’ambito della danza contemporanea/moderna).
Per i più piccoli, è previsto un programma dedicato con due ore al giorno di danza classica e moderna. Sono inoltre previsti percorsi formativi distinti in base al livello: “Introduzione al Balletto” per principianti, “Perfezionamento Balletto” per ballerini esperti, e “Innovazione in Danza Contemporanea e Moderna” per tutti i livelli con focus sulla tecnica Horton e nuove tendenze. Gli insegnanti si impegnano a progettare percorsi didattici personalizzati.
L’intensive vanta la presenza di insegnanti di fama internazionale. Tra i docenti di quest’edizione (e potenzialmente delle precedenti, alcuni dei quali potrebbero tornare) figurano nomi di spicco come:
Camilo Cardenas Herrera: Principal dancer e insegnante internazionale con esperienze in importanti compagnie e stage.
Rebecca Storani: Professaressa di danza classica, laureata all’Accademia Nazionale di Danza di Roma e specializzata in punte e repertorio, con una carriera da ballerina professionista in teatri europei di prestigio.
Nadege Hottier: Ex solista in compagnie europee come il Lucerne Theater, Bonn Opera Ballet, Leipzig Opera Ballet e Berlin State Opera Ballet, con un repertorio che include lavori di Balanchine e Kylián.
Ha lavorato anche come Ballet Master a New York e fondato il Première Division Ballet.
Ilenia Montagnoli: Prima Ballerina all’Arena di Verona e demi-solista/solista allo Staatsballett Berlin, ha vinto diversi premi ed è stata ambasciatrice YGP Italy e Europa
Dal 2024 dirige l’International Ballet Program a Verona.
Gregory Lau: Danzatore con NDT2, NDT1, e Kidd Pivot, ha collaborato con AMOC e recentemente è stato coreografo associato per il film Smile 2.
Iratxe Ansa e Igor Bacovich: Coreografi che collaborano dal 2013, hanno fondato la compagnia Metamorphosis Dance, noti per il loro linguaggio coreografico distintivo e l’attenzione alla qualità del movimento.
Le lezioni si svolgeranno presso l’Auditorium Philippe Daverio di Bobbio.
L’iniziativa rappresenta un’occasione unica per il territorio di Bobbio, sia per l’alta qualità dell’offerta formativa che per il valore culturale e turistico dell’evento, attirando giovani talenti da tutta Italia e dall’estero.
Per maggiori informazioni, è possibile visitare il sito ufficiale o contattare l’organizzazione tramite email o telefono.
Email: info@bobbiosummerballetintensive.com Telefono Italia (WhatsApp): +39 391 189 4354 Telefono USA: +1 914 484 7640
A Piacenza nasce il Parco culturale ecclesiale “Terre di passo”
È nato ufficialmente a Piacenza questa mattina 26 maggio al Seminario vescovile il Parco culturale ecclesiale “Terre di passo”. Il nome deriva dalla celebre espressione di Leonardo da Vinci, contenuta nel Codice Atlantico che qualificava il nostro come un territorio di passaggio, oggi al confine di quattro regioni: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Liguria. Un territorio tra il mare e la pianura, che si è tradotto dal Medio Evo in una Piacenza terra di pellegrini, mercanti e banchieri. La forma giuridica sarà quella di una fondazione di partecipazione. A promuoverla è la diocesi insieme ad alcuni altri enti ecclesiali: l’Opera della Cattedrale di Piacenza, l’ente Cattedrale di Bobbio, l’ente Seminario di Bedonia, individuati al fine di garantire una rappresentanza territoriale vasta.
Sono intervenuti l’architetto Manuel Ferrari, direttore dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici, il prof. Antonio Chizzoniti, professore ordinario di Diritto canonico e diritto ecclesiastico alla Facoltà di economia e giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Nicola Bellotti (società Blacklemon); con loro era presente il notaio Massimo Toscani. In rappresentanza degli enti fondatori erano presenti il dott. Giovanni Struzzola (ente Cattedrale di Piacenza), mons. Piero Bulla (ente Cattedrale di Bobbio) e mons. Lino Ferrari (Seminario di Bedonia).
L’ispirazione del giornalista Giovanni Gazzaneo
L’idea del Parco nasce all’interno del progetto pastorale “Bellezza e Speranza per tutti”, messo a punto nel 2018 dall’Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, a partire da una proposta del giornalista Giovanni Gazzaneo, coordinatore del mensile di Avvenire “Luoghi dell’infinito”.
I Cammini religiosi
“Il nostro obiettivo – spiega l’architetto Ferrari – è valorizzare in chiave pastorale i Cammini religiosi del territorio e le ricchezze artistiche della diocesi, quasi 700 edifici di culto e 90 mila beni artistici conservati all’interno di chiese, oratori, biblioteche e musei. Verranno messi in rete i diversi soggetti coinvolti, dalle associazioni culturali legate ai Cammini alle strutture di accoglienza”.
La fondazione rientra tra gli Enti del terzo settore iscritti al Runts, il Registro unico nazionale del terzo settore. Oltre ai soggetti ecclesiali fondatori, vi potranno aderire enti pubblici, associazioni e privati conferendo capitale o servizi. L’essere un ente del terzo settore – appunta Ferrari – permetterà di avere una fiscalità agevolata, di accreditarsi per beneficiare del 5 per mille e di partecipare a bandi per ottenere risorse e così riqualificare e promuovere il patrimonio culturale e le strutture di accoglienza.
I Musei in rete
La fondazione potrà candidarsi a essere anche il soggetto a cui verrà affidata la gestione dei Musei del circuito diocesano, a partire da Kronos in Cattedrale e dal Museo Mazzolini a Bobbio. Altri musei ecclesiastici potranno valutare se aderire alla Fondazione e beneficiare di servizi e vantaggi.
È già attivo il sito internet www.parcoculturalepiacenza.it, predisposto dalla società Blacklemon. Con il logo che si ispira alla formella del pellegrino sulla colonna del transetto destro della Cattedrale, servirà a far conoscere la proposta artistica (chiese, musei, archivi, biblioteche e antichi organi), con la possibilità di effettuare tour virtuali con foto a 360° per ammirare i dettagli artistici dei diversi edifici. Vi si potranno inoltre inserire contributi espressione della vita pastorale (le feste dei patroni, sagre religiose…).
Dal modello Guercino a oggi
“Puntiamo – prosegue l’architetto Ferrari – a riqualificare immobili, a partire dalle canoniche in disuso, per accogliere i pellegrini (ma anche mettere a norma gli ostelli esistenti). Sarà necessario individuare comunità accoglienti sul territorio che si possano occupare della gestione”.
“È fuor di dubbio – conclude Ferrari – che come conseguenza l’attività della fondazione porterà anche a una maggiore qualificazione del territorio e ad un’accoglienza dei turisti migliore. Il progetto Guercino? È stato il primo evento culturale che ha avuto la capacità di mettere insieme più soggetti (diocesi, Comune di Piacenza, Provincia e Fondazione di Piacenza e Vigevano). Ci ha trasmesso la fiducia del “si può fare, se ci crediamo”. Un sano orgoglio per la nostra bella città e provincia, dove le persone, se motivate, sanno mettere in campo un’accoglienza tradizionale e genuina. È una strada tracciata da seguire”.
Elaborato un dossier sul patrimonio culturale
“L’avvio della fondazione – spiega l’architetto Ferrari – è stato preparato da un lavoro di due anni di conoscenza dei parchi ecclesiali esistenti in Italia. La candidatura a parco ecclesiale presso la Cei è stata possibile grazie allo statuto messo a punto dagli esperti dell’Università Cattolica, vero partner del progetto, coordinati dal prof. Antonio Chizzoniti insieme al notaio Massimo Toscani. L’équipe dell’Ateneo, formata anche dalla prof.ssa Anna Gianfreda e dalla dott.ssa Giulia Mazzoni, ha elaborato un ampio dossier che ha mappato in diocesi il patrimonio culturale materiale e immateriale (le tradizioni, le processioni e gli aspetti liturgico-pastorali)”.
Grazie a un QR code si potrà entrare direttamente negli edifici
Si spera che possa anche partire, come in Piemonte, il progetto “Chiese a porte aperte”
“In cantiere – spiega l’architetto Ferrari – ci sono percorsi per formare operatori culturali con un’attenzione specifica agli aspetti della catechesi attraverso l’arte (se ne parlerà al prossimo convegno nazionale sui parchi) e l’avvio del progetto “Chiese a porte aperte”, già attivo nelle diocesi del Piemonte”.
Turisti e pellegrini, dopo aver scaricato gratuitamente l’apposita App sul proprio smartphone, possono registrarsi e prenotare la visita gratuita in una chiesa: giunti sul posto nell’orario selezionato, inquadrando il QR code si aprirà automaticamente la porta dell’edificio. Nella chiesa sono previsti un sistema di guida con una voce narrante in tre lingue, di illuminazione dei dettagli artistici e pannelli visivo-tattili multisensoriali con la descrizione della chiesa e le riproduzioni tattili di opere d’arte (in alcune chiese anche un contributo audio-video in lingua italiana dei segni). Le chiese sono dotate di telecamere che possono riconoscere eventuali gesti vandalici e attivare, se necessario, l’allarme.
Un’esperienza di narrazione automatizzata è già stata attivata nella cappella di Santa Caterina nella Collegiata di Castell’Arquato. Sarà possibile dare vita a questo servizio in chiese magari lontane dai centri abitati e ormai solitamente chiuse gran parte dell’anno. Ecco alcuni possibili esempi, secondo Ferrari: la chiesa della Perduca in val Trebbia, l’oratorio di Mignano in val d’Arda, Santa Maria nell’area del parco archeologico di Travo e Vigolo Val Nure, San Giuseppe a Cortemaggiore e molte altre ancora.
Se ci fossero arredi e suppellettili di valore da mettere in sicurezza, questi si possono radunare in sagrestia, qualora sia possibile realizzare una chiusura blindata, oppure farli convergere in centri di deposito sicuri.
Chilometri e chilometri lungo i sentieri della fede
Dalla Via Francigena al Cammino di San Colombano, dalla Via degli Abati ai Cammini di Santa Franca e di San Rocco: vanno potenziate le strutture di accoglienza
“La diocesi – spiega l’architetto Manuel Ferrari – è attraversata sul proprio territorio da diversi Cammini religiosi che il progetto del nascente Parco ecclesiale culturale vuole potenziare e far conoscere ancora di più. Tre di essi sono approvati dalla Regione Emilia Romagna e fanno parte perciò del catalogo nazionale dei Cammini istituito dal Ministero del turismo. Si tratta della Via Francigena e del Cammino di San Colombano – entrambi accreditati anche a livello europeo – e della Via degli Abati. La Via Francigena registra il passaggio nell’area piacentina di circa 3500 persone all’anno, la Via degli Abati arriva a un migliaio”.
La via Francigena
La via Francigena è la più nota fra le vie dei pellegrinaggi dal Nord Europa e conduce dalla Gran Bretagna e dall’Europa centrale, in particolare dalla Francia, a Roma. La relazione di viaggio più antica di questa via attraverso 79 tappe, conservata nella British Library di Londra, risale al 990 grazie a Sigerico, arcivescovo di Canterbury, di ritorno da Roma dopo aver ricevuto il Pallio dalle mani del papa Giovanni XV. In diocesi copre il tratto dal Guado di Sigerico sul fiume Po tra Corte Sant’Andrea e Soprarivo di Piacenza fino a Fidenza passando per Fiorenzuola e Chiaravalle della Colomba per poi dagli Appennini scendere a Roma.
Il Cammino di San Colombano
Il Cammino di San Colombano è a sua volta una via di pellegrinaggio che attraversa gran parte dell’Europa seguendo le orme dell’abate del VI-VII secolo dall’Irlanda, sua terra natale, fino a Bobbio, sede dell’abbazia da lui fondata nel 614.
La Via degli Abati
La Via degli Abati porta da Pavia a Pontremoli; nella diocesi copre il territorio da Pometo a Borgotaro. Risale al periodo della dominazione Longobarda ed era utilizzata dai monaci di Bobbio per raggiungere Roma prima che la Via Francigena di Monte Bardone (oggi passo della Cisa), rimasta a lungo sotto il controllo dei Bizantini, assumesse un ruolo predominante nelle antiche vie di commercio e pellegrinaggio.
Le strutture di accoglienza
“Lungo questi percorsi sono collocate alcune strutture recettive per i pellegrini, ma altre – precisa l’architetto Ferrari – potrebbero essere create. Sulla Via Francigena si trovano, ad esempio, l’ostello del Montale gestito dalla parrocchia di San Lazzaro, la casa per ferie Bellotta a Valconasso di Pontenure e la struttura di accoglienza dei monaci all’abbazia cistercense di Chiaravalle della Colomba. Sul percorso legato al monaco irlandese ci sono, invece, la Pieve di Verdeto in val Luretta, l’ostello San Paolo a Mezzano Scotti non lontano da Bobbio e l’istituto delle suore Giannelline nel centro della val Trebbia. Ma altre strutture sono già in cantiere come, a Piacenza, un piccolo ostello per volontà della parrocchia di Santa Teresa sul Corso Vittorio Emanuele”.
La Via dei Monasteri Regi
A questi Cammini – come appare nel sito internet del nascente Parco ecclesiale culturale “Terre di passo” – se ne aggiungono altri. È il caso della Via dei Monasteri Regi, un tracciato, attestato già nel 744, che collegava un tempo tre monasteri soggetti all’autorità imperiale longobarda: Fiorenzuola (nel luogo in cui oggi sorge la Collegiata), l’antica Abbazia di Val Tolla salendo verso Morfasso e Gravago nei pressi di Bardi, dopo aver oltrepassato l’oratorio medievale di Mignano (vicino all’omonima diga) e il passo del Pelizzone a mille metri d’altezza.
Il Cammino di San Rocco
Il Cammino di San Rocco si rifà, invece, al percorso del Santo di Montpellier nel tratto Piacenza-Voghera passando per i Comuni di Rottofreno, Calendasco, Sarmato, Castel San Giovanni e Stradella lungo la Via Romea, l’itinerario frequentato da pellegrini, viandanti, mercanti e cavalieri diretti a Roma dalla Francia meridionale o provenienti dal Sud Italia e diretti a Santiago di Compostela in Spagna. Tre santi sono legati a questo itinerario: San Rocco a Sarmato, San Contardo a Broni e San Bovo a Voghera. Il Comune di Sarmato insieme alle altre istituzioni coinvolte ne sta promuovendo la realizzazione insieme all’associazione San Rocco di Sarmato.
San Rocco è nato a Montpellier fra il 1345 e il 1350 ed è morto a Voghera fra il 1376 ed il 1379 a non più di 32 anni di età dopo un lungo viaggio verso Roma e dopo aver assistito gli appestati in diverse città.
Il Cammino di Santa Franca
Completano il quadro un percorso legato alle Pievi tra Pavia, Parma e Piacenza e il Cammino di Santa Franca, badessa benedettina nata a Vitalta di Vernasca nel 1275 e morta a Pittolo nel 1218. L’itinerario propone un cammino escursionistico che si snoda tra i Comuni di Castell’Arquato, Vernasca e Morfasso fino al santuario della Santa a Montelana.
La Cei vara il turismo della Bella Notizia
Il progetto dei Parchi ecclesiali culturali sviluppa le intuizioni del documento. “Bellezza e Speranza per tutti”: lo stupore suscitato dall’arte aiuta a incontrare Dio.
Il progetto dei Parchi ecclesiali culturali in Italia, quindi anche quello piacentino, sviluppa le intuizioni contenute nel progetto pastorale “Bellezza e Speranza per tutti” a cura dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei. Un progetto – precisa il testo – da portare avanti creando sinergie nella comunità ecclesiale e con la comunità civile (istituzioni, imprenditori e terzo settore).
L’attenzione all’ospite
I Parchi ecclesiali, in una società dei non-luoghi, cioè della spersonalizzazione, dell’anonimato e dell’isolamento degli individui, puntano a dar vita a realtà in cui “i territori diventino luoghi in cui l’ospite si senta accolto e riconosciuto, dove si tessono situazioni in cui le relazioni sappiano offrire calore, dove il patrimonio di cultura e tradizione sappia stupire e le persone abbiano qualcosa da raccontare”. L’intento dei Parchi è rendere accessibili i luoghi e favorire vacanze formato famiglia.
L’arte genera stupore
Il favorire un nuovo incontro con la bellezza dell’arte apre sempre la strada allo stupore e a una nuova esperienza della vicinanza di Dio. “Grazie allo stupore – sottolinea il documento – il vedere diventa un guardare. C’è qualcosa che interpella il soggetto costringendolo a porsi l’interrogativo fondamentale: perché mai io vivo qui e ora? È questa l’esperienza di turismo che chiameremo turismo No.Bel., cioè della Bella Notizia, ministero della comunità cristiana che si attua in un tipo particolare di relazione tra un animatore e una persona che vive un’esperienza unica di incontro con lo stupore attraverso elementi «wow», capaci cioè di suscitare questo sentimento”.
Serve creatività
Nei progetti – appunta il testo – occorrerà muoversi con creatività, intesa non come eccentricità o allontanamento dalla Tradizione della Chiesa, ma come la capacità di aprire orizzonti nuovi e di rinnovare il linguaggio con cui annunciare il Vangelo agli uomini del nostro tempo.
Nel progetto dei Parchi ecclesiali il profitto è importante, ma sarà solo un risultato, un indicatore di salute e di buon funzionamento del processo generativo, non un fine. L’iniziativa dei Parchi ecclesiali, d’intesa con il Progetto Policoro, potrà creare anche occasione di nuove iniziative d’impresa soprattutto da parte dei giovani.
Forza, potenza e bellezza: Manni e Ossoli conquistano il pubblico con i Canti di Leopardi
“Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna?” È iniziato con il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia e si è concluso con L’Infinito (“Naufragar m’è dolce in questo mare”) il recital dedicato al grande poeta Giacomo Leopardi messo in scena dalla Compagnia Manni-Ossoli al PalabancaEventi di via Mazzini (Sala Corrado Sforza Fogliani) per iniziativa della Banca di Piacenza (presenti il vicepresidente Domenico Capra, il vicedirettore generale Pietro Boselli e il responsabile della Sede centrale Paolo Marzaroli); e che ha visto protagonisti Mino Manni (regista e voce recitante), Marta Ossoli (voce recitante e canto), Angela Lazzaroni (pianoforte) e Camilla Squassina (violino).
Nel mezzo delle citate liriche iniziale e finale, altri sei canti del poeta di Recanati (Alla luna, La quiete dopo la tempesta, La sera del dì di festa, Il passero solitario, A Silvia, Il sabato del villaggio) per un totale di otto tra i più significativi, 8 come il simbolo dell’infinito, a richiamare il titolo dello spettacolo, “Infinito Leopardi”. Un’esibizione salutata alla fine da convinti applausi da parte del numeroso pubblico che ha apprezzato la grande abilità di attori e musicisti di creare un’atmosfera capace di toccare anime e cuori, «come solo Leopardi sa fare con la forza, la potenza e la bellezza ancora struggente e attuale dei suoi versi immortali», ha sottolineato Mino Manni ringraziando il pubblico «per l’ascolto così silenzioso, segno di attenzione e rispetto» e la Banca di Piacenza per l’opportunità offerta di essere ancora una volta al PalabancaEventi a proporre cultura.
La bellezza dei canti leopardiani è stata espressa anche attraverso la voce e il canto di Marta Ossoli che ha proposto alcune delle arie più famose dell’epoca (alcune liriche ispirate a Verdi, ma anche ad opere del poeta stesso). Lo spettacolo è stato accompagnato da musiche romantiche ottocentesche (per pianoforte e violino) coeve al periodo di Leopardi e tratte da famose composizioni: Chiaro di luna di Vivaldi, Il temporale e l’Inno alla gioia di Beethoven, Notturno di Chopin.
Per ringraziare il pubblico, gli attori e i musicisti hanno offerto un piccolo bis.
Sabato 3 maggio la Compagnia dialettale Egidio Carella conclude la Rassegna dialettale Corrado Sforza Fogliani
Sarà la Compagnia dialettale Egidio Carella a concludere sabato 3 maggio alle ore 21 al Teatro President la Rassegna dialettale 2024-2025 con la commedia “Al siur Ernesto e la Marta”, tre atti comici di Gabriella Bonazzi con adattamento al dialetto piacentino e regia di Delio Marenghi.
Rassegna realizzata grazie alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, la Banca di Piacenza e con il Patrocinio del Comune di Piacenza.
La trama della divertente commedia prevede che un’anima tenera viene ingannata da una coppia senza scrupoli e avidi del denaro che lo zio possiede, ma non hanno fatto i conti con chi lo ama e lo protegge e che farà di tutto per smascherare i due imbroglioni…
Fra equivoci e doppi sensi la storia alla fine porta all’amore e alla verità.
Personaggi e interpreti:
Marta, governante, Luisa Pierucci; Ernesto, padrone di casa, Delio Marenghi; Regina, cuoca, Maria Grazia Barbieri; Ciclamino, nipote di Ernesto, Marco Galandini; Elsa, moglie di Ciclamino, Zanon Roberta; dott. Serafini, medico di famiglia, Ettore Celli; Nicola, maggiordomo fannullone, Pierluigi Camozzi; Riccardo, figlio di Ernesto, Gianluca Ghizzoni; notaio, Umberto Arruffati.
Suggeritrice Alessandra Zermani:ù
Posto unico non numerato € 12 – Soci Famiglia Piasinteina € 5 – Under 18 Gratuito – Prevendita: CITY BAR, Via Manfredi 33 da Lunedì a Sabato dalle ore 7 alle 19 – Info e prenotazioni: tel. 351 8728156 da lunedì a Sabato dalle 15 alle 19
Dopo la polemica, la presentazione del libro “Le vite delle donne contano”
Nella giornata di sabato 26 aprile si è svolta, presso l’Hotel Euro di via Colombo, la conferenza di presentazione del libro “Le vite delle donne contano” di Francesca Totolo, alla presenza dell’autrice del libro, del consigliere comunale e avvocato Sara Soresi e di Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro. La conferenza è stata moderata da Manuel Radaelli, che alla fine della presentazione ha tenuto a precisare in maniera netta la sua posizione riguardo le polemiche sull’iniziale concessione della sala comunale di via Musso, con attacchi diretti alla Giunta.
Totolo, Soresi e Radaelli, in una dichiarazione congiunta, esprimono profonda soddisfazione per il successo dell’evento, in una sala stracolma, che ha visto la partecipazione di oltre cinquanta persone: “Nonostante i tentativi di boicottaggio e di impedirci di dare voce alle vittime dell’immigrazione incontrollata, siamo riusciti comunque a presentare il volume alla presenza di un pubblico attento e partecipe. Sicuramente il comportamento incomprensibile da parte dell’Amministrazione ha creato alcune difficoltà, tuttavia con determinazione abbiamo dato modo ai piacentini di ascoltare una testimonianza diretta, come quella di Alessandra Verni, che ci ha emozionato col ricordo della figlia Pamela.”
“Abbiamo analizzato – continuano Totolo, Soresi e Radaelli – la correlazione tra immigrazione e aumento delle violenze nei confronti delle donne in Italia e in Europa, andando a ricordare vittime dimenticate e taciute dalla stampa italiana e internazionale. Inoltre, abbiamo evidenziato come anche a Piacenza il problema della criminalità stia diventando un grave peso per i cittadini piacentini, preoccupati da questa ondata di violenza da parte di immigrati e italiani di seconda generazione.”
“Quanto alla Giunta – chiudono i relatori – ribadiamo la nostra profonda indignazione per il comportamento insensato, causando grave imbarazzo per la città di Piacenza, di fronte soprattutto a una testimone diretta di ciò che abbiamo trattato nella conferenza. Quanto meno, sarebbe stato gradita almeno la presenza di un rappresentante dell’Amministrazione.”
Successo di pubblico ed emozioni alla Sala Arazzi con “Suggestioni” tra musica, danza e poesia
Una Sala Arazzi gremita e partecipe ha accolto, venerdì scorso al Collegio Alberoni, lo spettacolo “SUGGESTIONI, musica, danza e poesia”, superando ogni aspettativa degli organizzatori. Un evento che ha saputo toccare corde profonde del pubblico, coniugando arte e solidarietà in una serata intensa e coinvolgente.
«Sono molto soddisfatta della grande partecipazione – ha commentato Maria Grazia Sabato, curatrice e promotrice della serata insieme al Maestro Patrizia Bernelich –. Abbiamo vissuto un momento di rara intensità emotiva, grazie alla straordinaria qualità degli artisti coinvolti e al calore del pubblico. Ma ciò che rende ancora più importante questa serata è il suo scopo: sostenere Scacco Matto, realtà fondamentale nel supporto ai disagi mentali e valida alleata del Dipartimento di Igiene e Salute Mentale dell’Ausl di Piacenza».
Sul palco si sono alternati i talentuosi studenti del Conservatorio Nicolini – Vittoria Rasi al violoncello, Elena Soresi al pianoforte, Viola Perotti e Lorenzo Santaniello al pianoforte a quattro mani – che hanno aperto la serata con l’intensità romantica dei Fantasiestücke di Schumann e la leggerezza dei Ragtime di Joplin. Momento centrale del programma è stata l’esecuzione dei brani originali Suggestioni del Maestro Bernelich, che ha anche accompagnato al pianoforte le coreografie dell’Accademia di Danza Domenichino da Piacenza, diretta da Michela Arcelli ed Elisabetta Rossi. Oltre 40 allieve, dai 12 anni in su, hanno dato vita a un concerto coreografico che ha incantato il pubblico con l’intensità dei movimenti e l’armonia tra musica e gesto.
I brani originali, espressi con un linguaggio tonale e costruiti con giochi polifonici raffinati, hanno alternato atmosfere intime ad altre più vivaci, ispirate alle forme danzate della Habanera e della Tarantella. Ogni coreografia è diventata racconto, emozione, strumento per esplorare la consapevolezza di sé, dimostrando il valore trasformativo della danza.
L’attrice Carolina Migli ha accompagnato le performance con letture poetiche introduttive, rendendo ogni quadro ancora più suggestivo.
Applausi calorosi hanno salutato tutti gli interpreti al termine di una serata intensa e apprezzata, che ha visto anche la presenza istituzionale del Comune di Piacenza, rappresentato dalla presidente del Consiglio comunale Paola Gazzolo e dall’assessora Nicoletta Corvi, che ha introdotto l’evento accanto a Maria Grazia Sabato.
«Offrire alla collettività uno spettacolo di questo tipo – ha concluso Sabato – significa valorizzare le tante professionalità artistiche del nostro territorio e creare sinergie che possono generare nuove collaborazioni, a beneficio non solo della cultura ma anche del tessuto sociale e sanitario».
L’iniziativa ha goduto del patrocinio della Fondazione di Piacenza e Vigevano, dell’AUSL e del Conservatorio Nicolini, oltre che del Comune di Piacenza.
“Der Wald, der lebt”; “Il bosco che vive”: teatro bilingue al Liceo Gioia
Si è concluso con un incredibile “mise en espace”, nella magnifica cornice fiabesca del teatro di Grazzano Visconti, la sera di mercoledi 16 aprile, il laboratorio di teatro bilingue in italiano e tedesco, nato dalla collaborazione tra il Liceo Gioia e il Goethe Zentrum, ACIT, di Piacenza. Il progetto è stato coordinato dall’attrice e docente di recitazione, fondatrice della Compagnia di teatro Chezactors Carolina Migli Bateson, e dalle docenti di Storia, Lingua e Letteratura tedesca del Liceo Gioia Laura Potjans e Gemma Leobardi. In scena si sono esibiti studenti del liceo Gioia delle classi 2BL, 5BL della sezione internazionale tedesca e 3DL della sezione Edexel con tedesco seconda lingua straniera: Altomonte Giorgia, Sacco Anna, Monachella Alessia, Ziliani Martina, Farina Elena, Scapuzzi Greta, Bariani Rebecca, Nienstedt Julia, Veneziani Vanessa, Hunt Rohan. I ragazzi del Gioia hanno portato al teatro di Grazzano la restituzione del laboratorio di scrittura drammaturgica creativa sul tema della ballata Gotica. Partendo dal testo “il re degli Elfi”, attraverso esercizi di improvvisazione, hanno scritto alcune scene riguardanti il bosco come luogo del fantastico della fiaba e della ricerda interiore. Quello che inizia come un viaggio di scoperta di sé, si evolve in un confronto con i misteri della vita, della morte e del proprio inconscio. Si affronta così anche un viaggio dentro le due lingue, tedesca ed italiana, e nel loro continuo alternarsi ed intrecciarsi, così come quello dei rami del bosco che da creature arboree diventano umane. Dopo mesi di prove gli studenti attori hanno potuto cogliere i frutti dell’impegnativo lavoro, prendendosi, con tanta soddisfazione, i meritatissimi applausi del pubblico.
L’orchestra Cherubini celebra i suoi vent’anni
Sarà una giornata di festa condivisa con la città, quella di giovedì 29 maggio, che culminerà alle 20.30 con l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, diretta dal Maestro Riccardo Muti, protagonista sul palco del Teatro Municipale di Piacenza dove, il 13 dicembre 2004, la formazione under 30 fece il suo debutto ufficiale tra gli applausi di una platea gremita. Il concerto celebra ufficialmente i vent’anni di attività dell’ensemble strumentale – fortemente voluto dal Maestro Muti come opportunità formativa di eccellenza, che consentisse di valorizzare i giovani talenti provenienti da tutta Italia – e proporrà, con la partecipazione straordinaria di Giuseppe Gibboni al violino, un repertorio che spazia tra Beethoven (l’ouverture in do minore, op. 62 dal “Coriolano” e la sinfonia n. 7 in la maggiore, op. 92) e Mozart (concerto n. 4 in re maggiore per violino e orchestra K 218). I biglietti saranno disponibili in prevendita sul portale teatripiacenza.it e, negli orari di apertura consultabili sul sito, presso il Teatro stesso a partire da giovedì 17 aprile. Lo spettacolo serale non sarà, tuttavia, l’unico evento speciale in programma per onorare i vent’anni dalla nascita dell’Orchestra. Già nella mattinata del 29 maggio, infatti, il Teatro Municipale si animerà con la prova generale dedicata al pubblico delle scuole, a ingresso gratuito su prenotazione, sino ad esaurimento dei posti disponibili. L’iniziativa è rivolta alle classi 4° e 5° della scuola primaria, alle scuole secondarie di primo grado, alle scuole superiori, agli studenti universitari e del Conservatorio. La richiesta di prenotazione deve essere inviata dall’istituto scolastico di riferimento all’indirizzo biglietteria@teatripiacenza.it con l’indicazione del numero di studenti e docenti accompagnatori. I tagliandi di ingresso validi come invito dovranno essere ritirati alla biglietteria del Teatro Municipale entro martedì 27 maggio. Aperto infine a tutti gli appassionati di musica e cultura, senza necessità di prenotazione, sino ad esaurimento degli 80 posti disponibili, l’appuntamento delle ore 18 – nella cornice del Ridotto del Teatro – con la presentazione del libro fotografico a cura di Silvia Lelli, che rende omaggio a questi vent’anni di attività raccontando, attraverso le immagini, le tappe più significative di un cammino intenso, costellato di successi e contraddistinto dall’impegno costante per sostenere il percorso professionale e artistico dei giovani orchestrali che, selezionati a seguito di rigorose audizioni, hanno via via avuto la possibilità di condividere un percorso triennale d’eccezione, ponendo le basi per una successiva, meritoria collocazione nelle più importanti formazioni musicali in Italia e a livello internazionale. “In vent’anni di storia, l’Orchestra Cherubini ha suonato su prestigiosi e indimenticabili palcoscenici in Italia, in Europa e nel mondo, ma ha sempre mantenuto un profondo legame con i territori in cui è fiorita questa straordinaria esperienza di musica e formazione – sottolinea Stefano Perrucci, vice presidente della Fondazione Cherubini – Ogni concerto a Piacenza è un ritorno a ‘casa’, che acquisisce un valore simbolico ancora più alto nel ventennale dalla creazione dell’orchestra. E diventa non solo una tappa celebrativa ma anche un nuovo sguardo verso il futuro, grazie a quanti hanno creduto e credono in questo progetto e nel patrimonio che rappresenta per la musica in Italia e per la nuova generazione di musicisti. Desideriamo ringraziare il sindaco Katia Tarasconi per l’accoglienza che Piacenza riserva al Maestro e alla Cherubini e il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi, il cui generoso sostegno ha reso possibile questo concerto ma anche, unitamente a SIDRA, main sponsor dell’Orchestra, la pubblicazione del libro fotografico di Silvia Lelli in tributo ai vent’anni della Cherubini. Siamo inoltre grati alla direttrice del Teatro Municipale Cristina Ferrari per la collaborazione e al presidente del Bel Real Estate Group Armando Magnelli e alla sua famiglia per il prezioso contributo all’appuntamento.” “Le parole del vicepresidente Perrucci, che definisce Piacenza la casa dell’Orchestra Giovanile Cherubini, racchiudono un legame profondo e fortemente radicato – sottolinea il sindaco Katia Tarasconi – ma anche il senso di una continuità preziosa, che in questi vent’anni ha dato modo di esprimersi e realizzare un sogno a decine di giovani musicisti che hanno potuto raccogliere, anche grazie a questa esperienza altamente qualificante, il frutto di anni di studio e dedizione. Questo è un valore di importanza fondamentale per un territorio che oggi più che mai sta investendo sulla crescita della propria identità come città delle Università, polo di attrazione e punto di riferimento per il sostegno ai giovani talenti. Siamo onorati di aver accompagnato il cammino dell’Orchestra Cherubini sin dall’inizio, quando l’Amministrazione Reggi rispose con entusiasmo alla proposta del Maestro Muti, accogliendone con gratitudine la generosità, artistica e umana, nei confronti delle giovani generazioni e condividendone la visione lungimirante”. “Festeggiare un traguardo così importante per l’Orchestra Cherubini nel nostro bellissimo Teatro Municipale è motivo di festa e di orgoglio per tutta la città, e per me anche fonte di grande emozione – è il commento del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi -. Mi riporta a quando da Sindaco ebbi l’onore di seguire l’opera di restauro dell’ex chiesa seicentesca di San Vincenzo, condividendo con il Maestro Riccardo Muti un progetto d’avanguardia che diede vita alla Sala dei Teatini, eletta a sede piacentina, sala prove e concerti, della sua nascente Orchestra. Orchestra che da allora, fra Piacenza e Ravenna, e poi in tutto il mondo, opera per promuovere e valorizzare il talento giovanile, come punto di raccordo fra il mondo accademico e quello del lavoro. Una mission, la formazione dei giovani alle professioni artistiche, che abbiamo poi sposato anche come Fondazione, sviluppandola nel progetto bottega di XNL Piacenza, per la formazione alle arti contemporanee”.
Chiosa Cristina Ferrari, direttrice della Fondazione Teatri di Piacenza: “I vent’anni dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini segnano una tappa significativa che siamo lieti di celebrare al Teatro Municipale. Due decenni consacrati alla formazione di giovani talenti, grazie alla guida autorevole del Maestro Muti. Vent’anni di impegno nella trasmissione del sapere e nella diffusione della cultura musicale, qui nelle terre verdiane, che rappresenta un punto di riferimento prezioso per le nuove generazioni di musicisti”.
Inaugurata la mostra “Il Cavalier Malosso. Un artista cremonese alla corte dei Farnese”
Taglio del nastro ufficiale questo pomeriggio a Palazzo Farnese a Piacenza per la mostra “Il Cavalier Malosso. Un artista cremonese alla corte dei Farnese”. Si tratta di un’occasione unica per riscoprire la figura di Giovan Battista Trotti, un pittore eclettico e di
grande talento che ha lasciato un segno indelebile tra Cremona, Piacenza e Parma.
L’esposizione, frutto della collaborazione tra i Musei Civici di Palazzo Farnese di Piacenza e il Museo Diocesano di Cremona, si articola in due sedi, proponendo un percorso espositivo ricco e coinvolgente che approfondisce due aspetti distinti di questo artista poliedrico.
La sede di Piacenza si concentra sulla straordinaria ricomposizione del cosiddetto “Trittico Salazar”, un’opera commissionata da don Diego Salazar, una figura di spicco dell’epoca, originariamente composto da tre tele: la pala centrale, raffigurante l’Adorazione dei pastori, firmata e datata 1595 e oggi di proprietà della Banca di Piacenza; le due ante laterali raffiguranti San Sebastiano e San Diego d’Alcalà, recentemente riemerse sul mercato antiquario.
Il ritrovamento e la ricostruzione del trittico, di grande valore storico e artistico, sono stati
dunque possibili grazie alla sinergia tra diverse istituzioni, con un ruolo fondamentale svolto dalla Banca di Piacenza in quanto proprietaria della pala centrale, e dall’associazione
Amici dell’Arte di Piacenza, che ha individuato gli attuali proprietari delle due ante laterali.
A Cremona, invece, sono esposti dipinti, bozzetti e disegni realizzati dall’artista e dalla sua bottega, fulcro e filo conduttore del percorso di visita nella città lombarda, dove è inoltre presente una piccola selezione di materiali utilizzati dai pittori dell’epoca, come pigmenti,
pennelli e tele, per offrire uno sguardo più approfondito sulle tecniche pittoriche del
tempo. E’ data anche la possibilità di assistere al restauro di un’opera di particolare interesse, osservando da vicino le diverse fasi degli interventi.
Di cruciale importanza l’impegno e la sensibilità della Banca di Piacenza che, oltre a mettere a disposizione un’opera di straordinario prestigio, ha garantito il suo prezioso sostegno economico all’iniziativa culturale e artistica. Fondamentale anche il contributo della Camera di Commercio di Cremona, Mantova e Pavia e della Fondazione comunitaria della Provincia di Cremona, a testimonianza dell’impegno congiunto nel promuovere e valorizzare il patrimonio artistico e culturale del territorio.
Le due mostre sono accompagnate da un unico catalogo, curato da Antonio Iommelli, Stefano Macconi e Raffaella Poltronieri, che rappresenta uno strumento prezioso per approfondire la conoscenza dell’opera del Malosso e del contesto artistico in cui operò. Il volume offre un’analisi accurata delle opere esposte, corredata da un ricco apparato iconografico e da saggi critici che ne contestualizzano la produzione nel panorama artistico della fine del XVI secolo.
Un biglietto convenzionato offre ai visitatori di ciascuna delle due mostre la possibilità di
scoprire l’altra esposizione a un prezzo ridotto: a Piacenza, chi è in possesso del biglietto
di Cremona può accedere alla mostra “Il Cavalier Malosso” alla tariffa agevolata di 3 euro
anziché al costo intero di 7 euro. Lo stesso vale per chi è in possesso del biglietto
cumulativo di ingresso a tutte le sezioni dei Musei di Palazzo Farnese, nonché per i soci
degli Amici dell’Arte. Ingresso gratuito per i soci della Banca di Piacenza, anche in questo
caso su presentazione della tessera.
In concomitanza con la mostra dedicata a Giovanni Fattori, in corso a XNL Piacenza, i
visitatori in possesso di tale biglietto possono accedere alla mostra del Malosso a Palazzo
Farnese al costo ridotto di 3 euro, usufruendo inoltre di uno sconto (7 euro anziché 10)
per il biglietto cumulativo di tutte le Sezioni museali.
La mostra “Il Cavalier Malosso: un artista cremonese alla corte dei Farnese” è visitabile
negli orari di apertura di Palazzo Farnese: martedì mercoledì giovedì venerdì: 10-13 e 15-18; sabato domenica: 10-18.
Concerto di Pasqua a Pianello
Appuntamento musicale di grande rilevanza, quello proposto da DeA Donne e Arte con il patrocinio del Comune e della Parrocchia di Pianello per sabato 12 aprile, alle 21.00, presso la storica Chiesa dei Santi Maurizio e Colombano a Pianello Val Tidone. Un concerto di Auguri in vista della Santa Pasqua, per celebrare la bellezza della musica sacra grazie a musicisti di alto livello e con un programma incentrato sullo “Stabat Mater” di Pergolesi.
IL CONCERTO DI PASQUA sarà ad ingresso gratuito, rendendo così accessibile a tutti l’opportunità di vivere la bellezza della musica dal vivo in un’atmosfera intensa e coinvolgente.
La serata, organizzata da DeA con la direzione artistica del soprano Giovanna Beretta, è stata resa possibile grazie alla disponibilità del Comune di Pianello Val Tidone, in particolare del sindaco Mauro Lodigiani e dell’assessore alla cultura Stefano Cassi, e della Parrocchia dei Santi Maurizio e Colombano, nella persona del parroco Mons. Luigi Bavagnoli, ed è stata realizzata grazie al contributo di Lorenzo Cassi Liutaio, Metronotte Piacenza Vigilanza e Olimpia Inox.
GRANDE MUSICA, OTTIMI INTERPRETI Lo “Stabat Mater” di Giovanni Battista Pergolesi, una delle opere più intense del repertorio barocco, è un capolavoro che esprime, attraverso il profondo dolore materno di Maria in seguito alla crocifissione di Gesù, sentimenti universali e senza tempo. Nel concerto del 12 aprile a Pianello l’esecuzione sarà affidata ad un ensemble di musicisti di talento, con la direzione del maestro Marco Fornaciari, che assumerà anche il ruolo di violino solista.
Accanto a Fornaciari, il violinista Antonio De Lorenzi, la violista Lucia Colonna, il violoncellista Alexander Zyumbrovskiy e il contrabbassista Leonardo Colonna. A completare il quadro sonoro, le voci straordinarie di Luisa Bertoli, soprano, e di Anna Trotta, contralto, entrambe vincitrici di edizioni del Concorso Internazionale San Colombano.
IL CONCORSO SAN COLOMBANO Il concerto di Pianello è parte della rassegna musicale abbinata all’ 8° Concorso Internazionale San Colombano, che, per il 2025, si svolgerà dal 23 al 26 ottobre con un calendario fitto ed eventi che spazieranno dalle audizioni dei cantanti lirici ai concerti dei finalisti. Anche per questa edizione sono attesi a Piacenza giovani talenti della musica prevenienti da tutto il mondo pronti a “darsi battaglia” con impegno e in diverse categorie, tra lirica e sacra. Un’importante opportunità targata Piacenza e DeA che negli anni si è ritagliata un posto di rilievo nell’ambito dei concorsi lirici internazionali. Un evento anche artistico che arricchisce l’offerta culturale del territorio, grazie ad appuntamenti musicali distribuiti lungo tutto l’anno che danno visibilità e spazio a giovani cantanti lirici. Non solo. Entrambi i concerti finali del Concorso, infatti, saranno trasmessi in streaming sui canali social del concorso, permettendo a un pubblico ancora più ampio di apprezzare il talento dei giovani artisti.
CURRICULA MUSICISTI
Luisa Bertoli
Soprano, cremonese, dopo la laurea magistrale in Scienze Linguistiche (arabo, inglese e francese) presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano si diploma con lode in canto lirico alla Civica Scuola di Musica Claudio Abbado. Ha interpretato Papagena (Il Flauto Magico) al Teatro Lirico di Milano, Chiara in Chiara o Serafina? di Donizetti al Teatro Sociale di Bergamo e recentemente Die Zweite Dame nell’opera Die Zauberflöte al Festival del Luglio Musicale Trapanese. Ha cantato il repertorio tardo-novecentesco e contemporaneo nelle opere Jakob Lenz di W. Rihm al 69° Festival di Torre del Lago, La Voix Humaine a Milano e Acquaprofonda di G. Sollima al Teatro Sociale di Como e Regio di Parma.
Anna Trotta
Mezzosoprano, modenese, si è laureata in canto al Conservatorio di Modena. Ha preso parte a numerose produzioni musicali: lo Stabat Mater di Pergolesi, il Messiah di Handel, la Messa in Si minore di Bach, l’opera barocca Astarto di Giovanni Bononcini eseguito al Teatro Bonci di Cesena. Ha partecipato come Amor Divino all’esecuzione dell’Oratorio Il Trionfo dell’umiltà di San Filippo Neri di Tonelli a Carpi ed è stata solista nel Gloria di Vivaldi eseguito ad Arezzo. Recentemente ha cantato nel ruolo di Maddalena presso Palazzo Lanfranchi nella città di Pisa, il ruolo di Angelina nella Cenerentola di G. Rossini al teatro Regio di Parma e ha preso parte al recital di arie d’opera Glorius Divas ad Oxford.
Marco Fornaciari
Livornese, si è diplomato in violino al Conservatorio di Ginevra. Ha suonato da solista nelle più prestigiose sale da Concerto: Teatro alla Scala, Mozarteum di Salisburgo, Salle Pleyel, Felsenreitschule, Accademia di S. Pietroburgo, Sala Tchaikovskij, Suntory Hall, Sydney Opera House, MusikVerein, Lincoln Center registrando spesso in presa diretta per numerosi enti radiotelevisivi. È fra i pochissimi a cui sia stato concesso più volte di suonare lo Stradivari del Comune di Cremona ed il Guarneri di Paganini del Comune di Genova al Teatro Carlo Felice.
Antonio De Lorenzi
Nato a Cremona, si è diplomato in Violino presso il Conservatorio di Piacenza e in direzione d’orchestra presso il Conservatorio di Parma. Violino di spalla dell’Orchestra La Camerata di Cremona e dell’Orchestra Filarmonica Italiana, ha suonato con l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma e con la Filarmonica della Scala. Ha svolto attività cameristica con i Solisti di Cremona e con il Quartetto d’archi Amati di Verona al Mozarteum di Salisburgo. Attualmente è docente di Violino presso il Conservatorio di Piacenza.
Lucia Colonna
Figlia d’arte, si è diplomata in viola al Conservatorio di Piacenza perfezionandosi successivamente con J. Levitz e Danilo Rossi. Ha collaborato con orchestre da camera quali I cameristi Lombardi e Milano classica e con le orchestre del Teatro regio di Parma, del Teatro Regio di Torino, I Pomeriggi Musicali, l’Orchestra Toscanini di Parma e l’Orchestra della Svizzera Italiana.
Alexander Zyumbrovskiy
Nato in Ucraina, si è diplomato in violoncello al Conservatorio Tchaikovskiy di Mosca. Dal 2008 fa parte dell’Orchestra del Festival Arena di Verona. Dal 1994 è primo violoncello dell’United Europe Chamber Orchestra e dell’Orchestra Guido Cantelli di Milano. Collabora regolarmente con l’Orchestra della Scala, la Mahler Chamber Orchestra e l’Orchestra Sinfonica Toscanini. In qualità di primo violoncello ha collaborato con le orchestre Giuseppe Verdi, I Pomeriggi Musicali, i Cameristi Scaligeri e con l’Orchestra del Teatro Regio e l’Orchestra Toscanini di Parma.
Leonardo Colonna
Dopo il diploma in contrabbasso presso il Conservatorio di Piacenza è stato vincitore di numerosi concorsi nazionali e internazionali. È stato primo contrabbasso nell’orchestra della RAI di Roma e del Teatro alla Scala di Milano e titolare della cattedra di contrabbasso al Conservatorio di Piacenza. Ha collaborato con i Solisti Veneti, i Virtuosi di Roma e altre formazioni cameristiche, effettuando concerti in tutto il mondo, registrazioni discografiche e radiotelevisive.