Imprese giovanili a Piacenza: -3,2% nel primo semestre 2025

Il calo registrato a marzo si è confermato anche nel trimestre successivo: al 30 giugno 2025 le imprese giovanili attive a Piacenza risultano 1.795, con una diminuzione del 3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari a 60 unità in meno. I dati provengono dalle elaborazioni dell’Ufficio studi statistica della Camera di commercio dell’Emilia.
La quota delle imprese guidate da under 35 sul totale delle realtà imprenditoriali attive in provincia si attesta oggi al 7,0%, in linea con la media regionale che si ferma al 7,2%.
Guardando ai settori, l’unico a mostrare un incremento è quello dei servizi alla persona, che con 194 attività fa segnare una crescita del 7,2% (+13 imprese). Tutti gli altri comparti hanno invece archiviato un bilancio in calo: le costruzioni perdono 39 unità (-10,3%, ora a quota 339), l’agricoltura scende del 9% con 202 imprese attive (-20), la manifattura cala leggermente (108 imprese, due in meno), i servizi alle imprese si riducono di due unità (388 in totale) e alloggio-ristorazione segnano una sola impresa in meno (210). Il commercio, pur restando il secondo settore con la maggiore concentrazione di imprese giovanili (346), subisce la contrazione più significativa in termini assoluti (-32 unità rispetto a giugno 2024).
Per quanto riguarda le forme giuridiche, prevalgono nettamente le ditte individuali, che rappresentano l’80,8% delle imprese giovanili (1.450 unità). Seguono le società di capitali, pari al 14,6% (262), e le società di persone con il 4,2% (76 imprese).
L’analisi camerale valuta inoltre il grado di partecipazione giovanile sulla base delle quote detenute da under 35, distinguendo tra “maggioritaria”, “forte” ed “esclusiva”. A Piacenza, la larga maggioranza delle imprese giovanili (91,6%, pari a 1.645 unità) è a presenza “esclusiva”. Il 6,6% (118 imprese) rientra nella fascia a presenza “forte”, mentre solo l’1,8% (32 imprese) è a presenza “maggioritaria”.




Piacenza: nuovi contratti in forte calo ad agosto (-10,5%), ma in ripresa nel trimestre agosto/ottobre (+9,8%)

I nuovi contratti che le imprese della provincia di Piacenza prevedono di attivare ad agosto risultano in calo del 10,5% rispetto allo stesso mese del 2024, con un dato complessivo di 2.130.
La ripresa, però, è dietro l’angolo, visto che appaiono positivi i dati relativi al trimestre agosto-ottobre 2025, con previsioni di nuovi contratti pari a 8.210 unità, ovvero un +9,8% rispetto allo stesso periodo del 2024.
I dati, elaborati dal Sistema informativo Excelsior (realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea) per agosto evidenziano il pesante calo dei tre macrocomparti dell’economia: l’industria, con un -39,1% che fermerà i nuovi contratti a quota 390, il settore primario (-14,3% e 180 nuovi contratti) e i servizi, con una contrazione dell’11,4% e 1.550 attivazioni.
I soli settori che questo mese si muoveranno in territorio positivo sono, nell’ambito del terziario, le attività di alloggio e ristorazione con un +20,0% e 300 nuovi contratti, e quello del commercio, dove si prevedono 590 attivazioni ed un +11,3%.
In tutti gli altri ambiti si registrerà un forte calo dei nuovi contratti a partire da quello delle costruzioni che, con soli 80 nuovi contratti, cede il 50,0% delle attivazioni rispetto ad un anno fa.
Calo pesante anche per la manifattura, con la previsione di un -35,4% che attesterà le attivazioni mensili a 310, seguita da vicino (-33,3%) dai servizi alle imprese (480 contratti). L’ultima previsione negativa di agosto riguarda i servizi alla persona che, con soli 190 nuovi contratti, sono avviati a cedere il 20,8% rispetto ad un anno fa.
Come si diceva, però, è poi previsto un andamento del mercato del lavoro in netto miglioramento, tanto che nel trimestre agosto-ottobre si dovrebbe chiudere con un +9,8%, grazie al traino dei servizi (+11,4% e 5.960 attivazioni) e, al loro interno, al buon andamento dell’alloggio e ristorazione (+48,7%), del commercio (+38,7%) e dei servizi alla persona (+33,3%).
I servizi alle imprese, al contrario confermeranno il trend negativo anche nel trimestre, con un -26,1%. Nessun cambio di passo anche per il settore primario (410 nuovi contratti e -19,6%) e per l’industria, con il 13,2% in meno dei contratti dell’anno scorso.
Il dato complessivo della manifattura si attesterà a 1.840 nuovi contratti, nonostante una ripresa delle costruzioni (+20,5% le attivazioni nel trimestre) che non basta a compensare il -21,3% della manifattura stessa.
Le imprese che ad agosto prevedono di attivare nuovi contratti, sono pari al 14,0% del totale e nel 15,0% dei casi le entrate saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato. Di converso, l’85,0% dei contratti sarà a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita), con un incremento di queste tipologie contrattuali del 9,0% rispetto all’anno scorso.
Resta alta, intanto, la quota di nuovi contratti che ad agosto è riservata ai giovani con meno di 30 anni, che si attesta al 39,1%. Nell’ambito dirigenziale e delle professioni con elevata specializzazione e competenza tecnica, spicca la richiesta di giovani tecnici dei rapporti con i mercati (44,4% dei profili ricercati).
Invece, nell’ambito delle professioni impiegatizie, commerciali e dei servizi, i giovani sotto i trent’anni sono molto richiesti come addetti alle vendite (67,5%), come esercenti e addetti nelle attività di ristorazione (61,8%) e infine come addetti alla segreteria e agli affari generali (39,4%).
Da ultimo, tra gli operai specializzati e conduttori d’impianti e macchine, si prevede che il 35,5% dei nuovi contratti sarà riservato agli under 30 in qualità di agricoltori e operai agricoli specializzati, seguiti dai meccanici artigianali montatori riparatori manutentori (31,8% dei casi) ed infine dagli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (29,4%).
Dalla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura dell’Emilia con cortese preghiera di pubblicazione e diffusione.




Dai mercati alle spiagge: il business estivo del falso

L’estate è forse il periodo dell’anno durante il quale, consapevole o meno, il consumatore si trova maggiormente esposto al rischio di acquistare merce contraffatta, soprattutto per quello che riguarda i marchi più prestigiosi.
Specialmente durante il periodo di vacanza, entriamo in contatto con articoli, per lo più del settore moda e ornamenti, proposti da una miriade di venditori, spesso ambulanti, che stazionano quotidianamente nelle pubbliche vie, sulle spiagge o sui punti di passeggio delle località turistiche.
Quasi sempre si tratta di persone che, anche quando in possesso di licenza per effettuare il commercio itinerante, non danno nessun’altra garanzia di regolarità ai potenziali acquirenti, i quali vengono allettati solo dal rilevante risparmio sul prezzo derivante dall’acquisto di quel dato capo od oggetto.
Il direttore di Confcommercio Piacenza, Gian Luca Barbieri, pone forte l’accento su questo fenomeno, ormai presente da troppi anni in tutte le nostre città, a tutela innanzi tutto della legalità e regolarità delle operazioni economiche, che vanno a danneggiare tutti i commercianti in genere, tra i quali gli iscritti all’Associazione Piacentina:
«Voglio riportare – inizia Barbieri – i resoconti di un importante convegno, recentemente organizzato da Confcommercio ad Ancona, proprio all’inizio della stagione estiva e con essa del movimento turistico nazionale. Il titolo del Convegno era “Le nuove dinamiche di mercato nella lotta alla contraffazione e nella tutela del Made in Italy” e ad esso hanno partecipato, oltre ad esponenti del Sistema Confederale come il direttore generale di Confcommercio Marche Massimiliano Polacco e il presidente nazionale di Federmoda Confcommercio Massimo Torti, anche esponenti del mondo universitario come il Rettore del Politecnico delle Marche, Prof. Gian Luca Gregori, e dell’Agenzia delle Dogane Marche Andrea Spaccesi, oltre al Comandante interregionale dell’Italia Centro-Settentrionale, Gen. Fabrizio Cuneo.
Da questo Convegno, grazie all’autorevolezza e competenza di tutti i relatori intervenuti – continua il direttore di Confcommercio Piacenza – sono emersi dati e linee guida validi in generale per tutto il territorio nazionale, come ad esempio il fatto che tale mercato turistico sommerso, spesso legato alla criminalità, frutti qualcosa come 20 miliardi di euro all’anno, con intollerabili ricadute economiche e reputazionali sul sistema economico-commerciale sano; come poi il fatto che parecchia di questa merce contraffatta provenga illegalmente dall’estero utilizzando abusivamente la dicitura Made in Italy, ma soprattutto che violi le basilari norme sia fiscali che commerciali, per ciò che riguarda le normative doganali e quelle sulle etichettature a norma di legge per la messa in commercio».
Vale la pena ricordare infine che l’acquisto di merce contraffatta costituisce un rischio sanzionatorio anche per l’acquirente stesso, il quale, se lo effettua consapevolmente, è passibile di multe salate e, nei casi più gravi, può anche incorrere nel reato di ricettazione.




Pil piacentino in crescita nel 2025: +0,5%. Verso un 2026 più dinamico

L’economia piacentina mostra segnali di crescita nel 2025, con un Pil atteso in aumento dello 0,5% secondo le elaborazioni della Camera di commercio dell’Emilia sui dati dell’Osservatorio Prometeia. Pur leggermente inferiore alla stima di aprile (+0,7%), la previsione conferma la tenuta del sistema economico locale, in un contesto nazionale e internazionale ancora caratterizzato da incertezze. Le stime per il 2026 indicano un’accelerazione, con una crescita che dovrebbe arrivare all’1%.

A livello settoriale, industria e servizi mantengono un andamento positivo: per i servizi si prevede un +0,5% nel 2025 e un +1,1% l’anno successivo, mentre l’industria dovrebbe crescere dello 0,8% quest’anno e dell’1,2% nel 2026. L’agricoltura dovrebbe affrontare un 2025 in calo (-1,7%), ma con una netta ripresa nel 2026 (+5,8%). Le costruzioni, invece, dopo una lieve contrazione nel 2025 (-0,3%), sono attese in ulteriore flessione nel 2026 (-4,4%).

Le esportazioni, influenzate dal rallentamento di alcuni mercati esteri e dalle dinamiche delle economie internazionali, dovrebbero registrare una flessione del 13,1% nel 2025, seguita da un rimbalzo positivo dell’8,2% nel 2026. Sul fronte del reddito disponibile delle famiglie, si stima un aumento del 2,3% quest’anno e dell’1,6% il prossimo, mentre il mercato del lavoro appare stabile, con un tasso di disoccupazione intorno al 5% e livelli occupazionali pressoché invariati.

«Il quadro che abbiamo davanti – afferma Filippo Cella, vicepresidente Vicario della Camera di Commercio dell’Emilia – è quello di un’economia che, pur in una fase di transizione, continua a crescere e a dimostrare capacità di tenuta economica e sociale. L’industria e i servizi confermano una traiettoria positiva, segno della capacità del nostro tessuto imprenditoriale di adattarsi e guardare avanti».

«Questi dati – prosegue Cella – ci dicono che, nonostante alcune previsioni più prudenti rispetto ad aprile, Piacenza mantiene solide basi per affrontare i prossimi mesi con ottimismo, anche grazie alla prospettiva di ripresa in settori chiave come l’agricoltura. Le famiglie e le imprese potranno beneficiare di un contesto che, se accompagnato da politiche mirate, potrà tradurre la crescita economica in maggiore capacità di spesa e investimenti».

«Diventa perciò fondamentale – conclude Cella – proseguire con misure che favoriscano la competitività, alleggerendo il costo del lavoro e tenendo sotto controllo le dinamiche inflazionistiche, così da garantire che l’aumento del reddito disponibile si traduca in reale benessere per le famiglie e in nuove opportunità per il nostro territorio».




Benzinai: la chiara posizione di Figisc-Confcommercio sui contratti di affidamento nei distributori di carburanti

Il Presidente Provinciale di Figisc Confcommercio Piacenza, Antonio Pancotti, smentisce le notizie circolate nelle ultime settimane , circa un presunto “cedimento” nelle trattative in corso al tavolo del Mise , tra la principale tra le Associazioni di Categoria dei gestori degli impianti di distribuzione di carburante e le Compagnie Petrolifere. Pancotti ricorda l’evoluzione della vicenda e puntualizza: “I fatti stanno cosi: a partire dall’inizio del 2025 , la FIGISC , in perfetta solitudine ha avviato un confronto con ENI per esplorare un confronto su tutti i contratti e soprattutto a) per riportare il discorso sugli affidamenti di servizi dentro regole di contrattazione collettiva, b) per garanzie normative ed economiche, e c) per porre un freno al ricorso a questa tipologia, ossia esattamente entro i termini che sin dal 2024 erano rivendicati (come li abbiam scritti sopra) e che oggi stanno dentro quasi integralmente nella bozza di disegno di legge. Ma c’e’ di più – continua Pancotti – si partiva da una situazione in cui la controparte voleva agire in assoluta libertà, fuori dagli schemi della negoziazione collettiva, degli accordi, con un contratto di appalto imposto singolarmente al gestore (come è andata avanti per anni “sul campo” fino ad arrivare a 3.300, con la protervia bulimica di alcune Compagnie, che volevano fare in modo di agire indisturbate, senza che il sindacato dovesse metterci becco. Il tutto a dispetto di quello che è circolato nelle ultime settimane su molti mezzi d’informazione”.

Pancotti rincara la dose rimarcando ancora una volta che “Sembra oggi di poter dire che i testi ministeriali contengano buona parte di quel che si voleva ottenere: a) obbligo generalizzato di contrattazione collettiva (ossia accordi con le aziende), per trattare ruoli, trattamento economico, indennizzi, preavvisi; c) ripresa di ruolo centrale delle organizzazioni di categoria; d) regolarizzazione dei contratti anomali in essere, e) regole eguali per tutti, f) meccanismi di arbitrato con potere sostitutivo nelle situazioni di stallo delle negoziazioni collettive, g) negoziazione con gli strumenti esistenti – non con l’affidamento di servizi, cioè, – per le attività non oil”.




Piacenza: imprese femminili in flessione nel primo semestre 2025

Nel primo semestre 2025, le imprese femminili attive in provincia di Piacenza sono diminuite di 73 unità, segnando un calo dell’1,3% (a fronte del -0,6% a livello nazionale e del -1,1% regionale). Il numero complessivo si attesta così a 5.528, pari al 21,6% del totale delle attività imprenditoriali del territorio.

I dati, forniti da Infocamere e confrontati con quelli dei primi sei mesi del 2024, derivano dalle elaborazioni dell’Ufficio studi statistica della Camera di commercio dell’Emilia.

Tra i settori analizzati, solo tre hanno registrato un segno positivo al 30 giugno 2025: i servizi alla persona (+1,3%, con 959 imprese), i servizi alle imprese (+1,2% e 1.083 attività) e i servizi di alloggio e ristorazione (+0,9%, pari a 6 unità in più, per un totale di 678).

Negli altri comparti, invece, si rileva una contrazione. Il commercio, che con le sue 1.326 imprese mantiene la prima posizione per incidenza sul totale (24,0%), segna un -4,2%, ovvero 58 attività in meno. Segue l’agricoltura con un -3,7% (908 imprese, 35 in meno rispetto al 2024); il manifatturiero scende del 3,0% fermandosi a 353 unità (-11, incidenza del 6,4%); infine, anche il settore delle costruzioni registra un -3,0%, con 6 imprese in meno, arrivando a 194.

Dal punto di vista della natura giuridica, prevalgono le imprese individuali (3.794, pari al 68,6% del totale, in diminuzione dell’1,7%), seguite dalle società di capitale (1.043 unità, 18,9% del totale, in crescita dell’1,4%) e dalle società di persone (605 unità, 10,9% del totale, in calo del 3,5%).

L’Ufficio studi ha approfondito anche le caratteristiche delle imprese individuali femminili, le uniche per le quali è possibile ricavare dati su specifiche qualifiche. Risultano 1.075 le imprese femminili artigiane (19,4% del totale), 679 quelle a guida straniera (12,3%) e 381 le imprese giovanili “in rosa” (6,8%).

A livello territoriale, i comuni con un’incidenza di imprese femminili superiore al 25% sul totale delle attività locali sono: Ponte dell’Olio (123 unità, 29,9%), Bobbio (132, 28,4%), Travo (81, 28,3%), Vigolzone (87, 27,2%) e Cerignale (7, 26,9%).

La concentrazione maggiore si registra nel capoluogo: Piacenza conta 2.080 imprese a conduzione femminile, pari al 22,0% del totale delle attività presenti.




Banca di Piacenza, l’utile sale ancora. Raccolta e impieghi in forte crescita

La Banca di Piacenza ha chiuso il primo semestre del 2025 con un utile netto pari a 19,7 milioni di euro, in aumento del 7,04% rispetto al 30 giugno 2024. La raccolta complessiva da clientela, diretta e indiretta, è cresciuta rispetto a dicembre del 2,85% e si attesta sopra i 7,1 miliardi di euro (6,9 miliardi a dicembre 2024). Particolarmente positivo il dato relativo alla raccolta netta di prodotti di risparmio gestito che, nel primo semestre, si attesta oltre i 49 milioni di euro.

Gli impieghi netti, considerando solo i finanziamenti verso la clientela, ammontano a 2.368,0 milioni di euro (2.260,4 milioni al 31 dicembre 2024, +4,76%), a dimostrazione del continuo sostegno della Banca a famiglie e imprese del territorio. Nel primo semestre del 2025, le erogazioni di mutui ipotecari prima casa sono cresciute del 21,92% rispetto a quelle del primo semestre dell’anno precedente. Anche il comparto delle imprese ha beneficiato dell’appoggio finanziario da parte della Banca, con una crescita dei finanziamenti chirografari del 7,21%. La buona qualità dell’attivo è confermata dall’ulteriore riduzione del rapporto dei crediti deteriorati netti sugli impieghi netti, pari all’1,80% (1,84% a dicembre 2024), così come dal grado di copertura dei crediti deteriorati, pari al 55,62% (56,22% a dicembre 2024).

I dati sopra esposti permettono alla Banca di riconfermare la solidità patrimoniale, per effetto anche dell’apporto del risultato del semestre.

Nei primi sei mesi del 2025 sono stati registrati quasi 3mila nuovi conti correnti.




MCM S.p.A. verso la composizione negoziata della crisi

Si è svolto nella mattinata odierna, presso la sede di Confindustria Piacenza, l’incontro sindacale tra i rappresentanti dei lavoratori e MCM Machining Centers Manufacturing S.p.A., storica azienda di Vigolzone (Piacenza), leader mondiale nella progettazione e costruzione di centri di lavoro per la produzione automatizzata di componenti meccanici di precisione, con particolare specializzazione nei settori Aerospace ed Energia.

Al termine del confronto, l’azienda ha reso noto che il Consiglio di Amministrazione, in linea con quanto deliberato nelle precedenti riunioni, ha conferito alla società FAI – Financial Advisory and Investments l’incarico di redigere un Piano Industriale e di Cassa triennale, funzionale alla presentazione della domanda di accesso alla procedura di Composizione Negoziata della Crisi.

“La decisione – recita un comunicato – nasce dalla volontà di affrontare in modo ordinato l’attuale situazione di crisi di liquidità, anche a fronte della scelta dell’attuale azionista di non procedere a ulteriori interventi finanziari a supporto della società. Obiettivo dichiarato è quello di favorire l’ingresso di nuovi investitori, capaci di garantire continuità e rilancio all’attività industriale”.

A tal fine, MCM ha affidato sempre a FAI anche l’incarico di curare la ricerca di nuovi partner finanziari. La società di advisory vanta una consolidata esperienza nelle operazioni di M&A, ristrutturazioni aziendali e finanza straordinaria, con competenze specifiche a livello internazionale proprio nel settore delle Macchine Utensili.

“Il percorso avviato rappresenta una fase cruciale per il futuro dell’azienda piacentina, che si conferma determinata a individuare soluzioni concrete per superare le difficoltà e salvaguardare il proprio patrimonio tecnologico, industriale e occupazionale”.




Piacenza. In lieve calo le imprese attive (-0,2%)

Confermando l’andamento del primo trimestre, è risultato in lievissimo calo, alla fine del giugno scorso, il numero delle imprese attive in provincia di Piacenza rispetto allo stesso periodo del 2024.

I dati elaborati dalla Camera di commercio dell’Emilia, infatti, evidenziano una flessione dello 0,2%, corrispondente a 41 unità in meno, a fronte di dati nazionale e regionale che mostrano, invece, flessioni più marcate (rispettivamente -0,6 e -0,8%).

Le realtà piacentine si sono così attestate a 25.608.

Dall’analisi dei settori viene confermata la maggiore incidenza di quello del Commercio (21,1% sul totale delle imprese attive), nonostante il calo dell’1,9% che ha portato le imprese del settore a 5.410 (-103 unità rispetto al primo semestre del 2024).

Seguono i servizi alle imprese, che contano 4.945 unità (il 19,3% sul totale) e hanno fatto segnare un aumento dell’1,8%, corrispondente a 88 unità in più in un anno.

Fatta eccezione per il commercio, tutto l’ambito dei servizi ha mostrato buoni andamenti, con una crescita dell’1,6% del numero delle imprese nel segmento alloggio e ristorazione (1.901 imprese attive) e in quello dei servizi alla persona (1.885 imprese attive e +1,0%).

Di segno opposto, invece, gli andamenti per le costruzioni (4.625 unità e -0,2%), l’agricoltura (attestata a 4.308 imprese, con un -1,6%) e la manifattura, che ha fatto segnare un lieve ribasso (-0,5%) e si è portata a 2.381 imprese attive.

Osservando le imprese in base alla natura giuridica, le società di capitale attive a Piacenza, che rappresentano il 23,3% del totale, sono risultate 5.966, in crescita del 2,3% rispetto al 2024. Le società di persone, che rappresentano il 15,4% del totale delle imprese piacentine si sono attestate a 3.935, in calo del 2,1% rispetto al secondo trimestre dell’anno scorso. Le imprese individuali, che rappresentano il 59,6% del totale, sono risultate 15.252 e in calo dello 0,6% rispetto al 2024.




Manifattura piacentina: segni di tenuta nel 2025, fiducia per il secondo semestre

Nel primo semestre del 2025 l’industria manifatturiera piacentina ha mostrato una crescita moderata, confermando la propria capacità di adattamento in uno scenario economico complesso e instabile. È quanto emerge dall’ultima indagine congiunturale realizzata dall’Ufficio Studi di Confindustria Piacenza, che ha coinvolto un campione di aziende rappresentative di circa 4 miliardi di euro di fatturato e 8.000 addetti.

Un settore che tiene, ma con luci e ombre

Il fatturato complessivo delle imprese manifatturiere ha registrato un incremento dell’1,27% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il motore principale è stato il mercato interno (+1,35%), mentre le esportazioni, storicamente trainanti per il territorio, hanno segnato un modesto +0,56%.

Analizzando i singoli comparti, spicca la buona performance dell’alimentare (+2,91%) e delle industrie varie (+4,53%), con quest’ultima sostenuta da un forte recupero dell’export (+8,51%). Segnali negativi invece dal settore meccanico, che rappresenta una parte consistente dell’economia locale e che ha subito un calo del fatturato dello 0,77%, penalizzato soprattutto dalla flessione delle vendite estere (-1,77%). Nonostante questo, le aziende meccaniche inserite in filiere legate alla difesa, all’aerospazio e alle infrastrutture energetiche sembrano godere di buone prospettive grazie alla domanda crescente in questi ambiti.

Occupazione stabile, ma con segnali misti

L’occupazione nel settore manifatturiero è risultata sostanzialmente stabile (-0,05%), dopo otto semestri consecutivi di crescita. I comparti più penalizzati sono stati le industrie varie (-2,60%) e l’alimentare (-1,80%), mentre crescono lievemente il meccanico (+0,71%) e i materiali edili (+1,67%).

Uno sguardo ottimista verso il secondo semestre

Le previsioni per il secondo semestre 2025 appaiono più fiduciose rispetto al recente passato. Il 37% delle imprese prevede un aumento del fatturato (contro il 15% che teme un calo), e il saldo positivo risulta in miglioramento rispetto alla precedente indagine. Stesso trend per gli ordini totali: il 38% prevede una crescita, il 15% una diminuzione. Anche sul fronte occupazionale, il 24% degli imprenditori si aspetta un aumento degli addetti, mentre solo il 4% ipotizza una riduzione.

Un contesto globale in chiaroscuro

Lo scenario macroeconomico europeo contribuisce al cauto ottimismo. La Germania, grazie a nuovi investimenti pubblici, e la Spagna, in crescita anche nel settore automotive, offrono opportunità concrete per l’export piacentino. Inoltre, la riduzione dei tassi da parte della BCE dovrebbe agevolare il credito e sostenere gli investimenti.

Tuttavia, permangono alcune criticità: la svalutazione del dollaro e i nuovi dazi USA penalizzano la competitività delle imprese italiane, mentre il costo dell’energia resta elevato. Il lento esaurimento degli effetti del PNRR potrebbe rappresentare un’occasione mancata per la produttività del sistema Paese.




Federica Bussandri vicepresidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio dell’Emilia

L’imprenditrice piacentina Federica Bussandri è stata eletta alla Vicepresidenza del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio dell’Emilia.
La nomina, all’unanimità, è avvenuta nell’ambito dell’organismo in cui sono presenti le 27 esponenti delle associazioni rappresentate nel Consiglio dell’Ente camerale.
Federica Bussandri – socio amministratore della Bussandri srl e indicata da UPA-Federimpresa – proseguirà così il lavoro che per molti anni, prima della fusione tra le Camere di Commercio di Piacenza, Parma e Reggio Emilia, l’ha vista impegnata all’interno dello stesso comitato attivo all’interno dell’Ente camerale piacentino, di cui è stata presidente.
“Un’esperienza importante – osserva Federica Bussandri – che sarà ora condivisa in chiave d’area vasta, puntando a rafforzare complessivamente il valore rappresentato dall’imprenditorialità femminile; proprio per questo sarà fondamentale ragionare in una logica di rete, facendo leva e portando a sintesi le caratteristiche, le visioni e le opportunità di cui ogni territorio è espressione”.
Presieduto dall’imprenditrice parmense Linda Davighi, il Comitato è chiamato ad elaborare analisi, proposte e progetti che possano contribuire allo sviluppo dell’imprenditoria femminile; “tutto questo – spiega Federica Bussandri, che condivide la Vicepresidenza con l’imprenditrice reggiana Francesca Paoli – avendo come obiettivo un rafforzamento complessivo di quel sistema imprenditoriale che crea lavoro e ricchezza nei nostri territori”.
“Un tessuto straordinario – prosegue Federica Bussandri, di cui è nota anche l’intensa attività nel sociale e la presidenza dell’Associazione Famiglie Disabili (AfaDI) – all’interno del quale l’imprenditoria femminile, con 23.000 imprese nelle province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia, pesa per il 20%, con il valore più alto proprio nella provincia di Piacenza, dove la quota sale al 21,6%”.
“Qui – spiega la Vicepresidente del Comitato per l’imprenditoria femminile – si contano oltre 5.500 imprese femminili, ma negli ultimi anni si osserva un rallentamento, seppur lieve, della crescita; ecco perché, a maggior ragione, dobbiamo rigenerare attrattività di quei percorsi imprenditoriali che rappresentano opportunità di crescita non solo per le donne, ma per i nostri territori e le comunità locali, all’interno delle quali le attività d’impresa si traducono non solo in lavoro e ricchezza economica, ma anche in coesione sociale, inclusione e servizi”.
Del Comitato, come si è detto, fanno parte 27 esponenti del mondo dell’impresa; per la provincia di Piacenza, insieme a Federica Bussandri, sono presenti Cristiana Crenna (CNA), Cristina Dodici Confcommercio), Gabriella Ferrari (Libera Associazione Artigiani), Michelle Marenghi (Confindustria), Sandra Politi (Confesercenti) e Margherita Spezia (Confcooperative). Nel Comitato, che include 8 consigliere di Parma e 7 di Reggio Emilia, sono inoltre presenti, con rappresentanze che vanno oltre i confini provinciali, Loretta Losi (membro del Consiglio e della Giunta camerale), Angela Calò (in rappresentanza delle confederazioni sindacali delle delle tre province), Silvia Dodi (indicata da Adiconsum Emilia-Romagna), Michela Pacchiani (designata dall’Abi nazionale), Monia Repetti (di nomina Coldiretti per Parma, Piacenza e Reggio Emilia).




Fwu, si allungano i tempi per l’ammissione al passivo della compagnia assicurativa fallita

Il commissario liquidatore della compagnia assicurativa Fwu ha comunicato che l’accesso ai database e ai sistemi informatici della compagnia è andato perduto fin dal 31 gennaio 2025, pertanto si è in fase di recupero delle informazioni e dei dati dei clienti. Di conseguenza le lettere di credito (ovvero le dichiarazione di ammissione al passivo precompilate) saranno inviate con ritardo.

Il commissario liquidatore ha creato un apposito “Portale clienti” – attualmente ancora in fase di sviluppo e quindi non attivo – finalizzato a centralizzare digitalmente tutte le richieste e le comunicazioni future con i clienti. Il portale mira a fornire un canale di comunicazione diretto e sicuro tra la liquidazione di Fwu e i suoi assicurati-beneficiari. Questa piattaforma semplificherà la gestione delle richieste, garantendo interazioni più rapide e trasparenti. Il portale dovrebbe essere operativo entro settembre 2025.

Il commissario liquidatore precisa, in ogni caso, che si sta facendo il possibile per inviare ai creditori la lettera di credito precompilata entro la fine di luglio 2025, così come originariamente previsto, ammettendo però che saranno possibili ritardi e che non tutte le lettere arriveranno contemporaneamente a tutti i creditori. Sono previsti ritardi maggiori per i creditori con polizze unit linked che hanno avviato azioni giudiziarie che ritardano la liquidazione degli attivi sottostanti.

A fronte di questo disguido tecnico, il liquidatore comunica però una notizia positiva: «Prevediamo che gli attivi realizzati da Fwu consentiranno il rimborso di una parte sostanziale dei crediti dei creditori privilegiati e in particolare degli assicurati/beneficiari». Il commissario liquidatore precisa inoltre che i tempi di liquidazione saranno lunghi, anche se, in collaborazione con il Tribunale del Lussemburgo, vi è «l’impegno a rimborsare i creditori privilegiati il più rapidamente possibile nel rispetto delle regole dell’insolvenza e con la garanzia della parità di trattamento dei creditori nella stessa posizione».

Secondo l’avvocato Antonio Pinto, responsabile del settore Prodotti finanziari di Confconsumatori, «è importante che i creditori privilegiati, ovvero i titolari di polizze vita, seguano le istruzioni riportate sui moduli precompilati e alleghino la documentazione richiesta. Per chiarezza ricordiamo che tutti i clienti devono inviare la domanda di insinuazione al passivo entro il 31 gennaio 2028, usando il modulo precompilato ricevuto, ben potendo come per legge, chiedere una somma diversa da quella che risulta al commissario liquidatore, motivando la richiesta con documenti e con ragioni giuridiche».

L’avvocato Margherita Bonanno, responsabile della sede piacentina di Confconsumatori, ricorda che quando gli assicurati riceveranno la dichiarazione di credito dovranno verificarla e, se rilevano difformità rispetto a quanto a loro dovuto, potranno farsi assistere dallo sportello cittadino.

Ad oggi sono decine le persone assistite dalla sede territoriale di Piacenza che sono in attesa di ricevere la ritardataria dichiarazione di credito.

Per informazioni o assistenza è possibile rivolgersi allo sportello Confconsumatori di Piacenza, in via Musso 5 (confconsumatoripiacenza@gmail.com; Tel. 351.5273633).