Il credito a Piacenza: risparmi oltre i 20 miliardi. Impieghi in calo

A fine 2024 in provincia di Piacenza sono risultati in calo dell’1,6% i prestiti erogati dal sistema di credito rispetto alla stessa data dello scorso anno; gli impieghi bancari, pertanto, sono scesi a 6,2 miliardi di euro. Nel 2023, il valore degli impieghi si era attestato a 6,4 miliardi, dopo una flessione del 4,3%.
I dati rilasciati dalla Banca d’Italia e analizzati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia evidenziano un segno negativo per le imprese (-2,6%), a fronte di un lieve aumento per le famiglie consumatrici (+0,5% rispetto a fine 2023), mentre le società finanziarie ed assicurative hanno subito un crollo del ricorso al credito del 54,6%.
Ad assorbire la maggior parte degli impieghi bancari è stato il mondo delle imprese, con una quota del 55,6%, seguito dalle famiglie con il 42,4%.
Guardando al sistema produttivo, solo il comparto manifatturiero registra un aumento (+1,7%), mentre i restanti settori sono in flessione rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel comparto edile, ad esempio, la diminuzione è del 16,0%, mentre in quello dei servizi si attesta a -3,9%.
Per quanto riguarda il tasso di deterioramento del credito, in dodici mesi si è registrato un lieve aumento, passando dall’1,2% del 31 dicembre 2023 all’1,5% alla stessa data del 2024.
Sul versante dei risparmi, infine, mentre i depositi (soprattutto in conto corrente) hanno segnato un +3,0%, portandosi a 10,6 miliardi, i titoli a custodia hanno compiuto un balzo del 10,2%, salendo a 9,5 miliardi di euro.
Il totale del risparmio piacentino rappresentato da depositi e titoli a custodia presso le banche ha così superato, seppur di poco, i 20,0 miliardi di euro alla fine del 2024.




Banca di Piacenza. Il bilancio 2024 “vola”: l’utile netto cresce del 15%

Il Consiglio di amministrazione della Banca di Piacenza ha approvato il progetto di bilancio che chiude con un utile netto di 34,5 milioni di euro (29,9 nel 2023), in crescita del 15,01%.
Viene proposto un dividendo di 1,34533 euro per azione in contanti, oltre a 0,65467 euro tramite l’assegnazione di un’azione ogni 75 possedute e così per un totale unitario lordo di 2,000 euro ad azione (1,591 nel 2023).
La solidità patrimoniale dell’Istituto è confermata da un CET1 Ratio e da un Total Capital Ratio entrambi pari al 19,62%, coefficienti che si posizionano su valori notevolmente superiori ai requisiti minimi regolamentari e al di sopra dei valori normalmente riscontrati nel sistema bancario italiano.
Sul fronte della massa amministrata, si evidenzia una variazione positiva della raccolta diretta da clientela, passata da 3.183,3 a 3.409,1 milioni di euro, con una crescita del 7,09%. La raccolta indiretta è passata da 3.284,9 a 3.496,5 milioni di euro, mostrando un incremento del 6,44%, dovuto principalmente all’aumento del risparmio amministrato (+14,91%) per effetto, in particolare, della maggiore attrattività dei tassi dei titoli governativi.
Il volume degli impieghi alla clientela, al netto delle rettifiche di valore, si è collocato a 2.260,4 milioni di euro, con un aumento dell’1,63% rispetto al 31 dicembre 2023 (2.224,2 milioni di euro). Nel 2024, infatti, sono stati concessi quasi 448 milioni di nuovi mutui, con una crescita, per il comparto dei mutui ipotecari ordinari, del 29,45% rispetto al 2023, a dimostrazione del continuo sostegno finanziario rivolto a famiglie e imprese del territorio.
Il conto economico ha visto il margine di interesse sostanzialmente in linea rispetto all’esercizio precedente (84,6 milioni contro gli 83,6 del 2023). Le commissioni nette, pari a 45,5 milioni, mostrano un trend positivo anche nel 2024 (+1,95%). Il margine d’intermediazione si è attestato a 126,5 milioni, in crescita del 3,54% rispetto all’esercizio precedente (122,1 milioni), per effetto principalmente dell’aumento dei dividendi da partecipazioni (+1,1 milioni).
Il risultato netto della gestione finanziaria chiude in lieve diminuzione di 0,6 milioni (-0,55% rispetto al 2023), a causa di maggiori rettifiche di valore su crediti verso la clientela (10,9 milioni di euro a fronte dei 5,9 milioni del 2023). Per quanto riguarda le sofferenze – che rappresentano lo 0,30% del totale degli impieghi netti (0,23% nel 2023) – gli indicatori di rischiosità del portafoglio crediti risultano migliori della media di sistema (0,4% – fonte Banca d’Italia “Rapporto sulla stabilità finanziaria 2/2024”: dato al mese di giugno 2024). Il rapporto dei crediti deteriorati netti sugli impieghi netti è pari all’1,84% (1,70% nel 2023) e il grado di copertura dei crediti deteriorati è pari al 56,22%.
I costi operativi presentano una riduzione di 7,2 milioni rispetto al 2023. All’interno dell’aggregato, la voce “spese per il personale”, +2,7 milioni di euro, risulta influenzata principalmente dall’aumento delle retribuzioni a seguito dell’entrata in vigore a pieno regime del rinnovo del contratto nazionale, avvenuto a fine dello scorso esercizio. La voce “altre spese amministrative”, +0,9 milioni rispetto al 2023, presenta un incremento dei costi di gestione principalmente riconducile alle spese di manutenzione degli immobili, ai costi per servizi CSE e ai canoni di noleggio software. La voce “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri”, invece, si è ridotta di 10,3 milioni rispetto al 2023, nel quale risultava gravata dall’accantonamento prudenziale stanziato per la copertura degli oneri derivanti dal salvataggio della società di assicurazioni Eurovita S.p.A.
In ulteriore costante progresso anche quest’anno il numero dei conti correnti (+1,07%), con oltre 6 mila nuovi rapporti aperti.
Le prospettive per il 2025 restano buone per la Banca, con il consolidamento dei ricavi e un’evoluzione controllata dei costi operativi, che consentiranno – grazie anche ai nuovi sportelli, allo sviluppo di prodotti e servizi e ad investimenti mirati nell’intelligenza artificiale per la digitalizzazione dei processi – di continuare nel proprio ruolo di Banca vicina ai clienti e ai territori di insediamento e quindi di continuare a generare valore per i Soci.




Turismo a Piacenza: nel 2024 calano arrivi e presenze

A confermarlo è l’elaborazione dei numeri effettuata dall’Ufficio Statistica della Provincia di Piacenza. Il settore turistico piacentino ha chiuso il 2024 con un bilancio negativo, in un quadro regionale che, pur mostrando segnali di rallentamento, ha registrato una dinamica ancora ascendente. Secondo i dati consuntivi, nella provincia di Piacenza si è osservato un calo sia degli arrivi che delle presenze, in netta controtendenza rispetto alla media dell’Emilia-Romagna.
Dati Provinciali in Dettaglio
Nel 2024, gli arrivi turistici a Piacenza hanno raggiunto quota 265.260, con una diminuzione del 4,3% rispetto all’anno precedente. Le presenze si sono attestate a 569.732, segnando un calo del 5,6%. Questo andamento negativo ha di fatto azzerato i guadagni rispetto al periodo pre-pandemico.
Il comparto alberghiero è stato particolarmente colpito, con un calo degli arrivi dell’8,1% e delle presenze del 9,1%. Al contrario, il settore extra-alberghiero ha mostrato una crescita degli arrivi del 6,9%, mentre le presenze sono rimaste invariate.
Provenienza dei Turisti
Sia i turisti italiani che stranieri hanno contribuito al calo dei flussi. Gli arrivi di turisti italiani sono diminuiti del 3,9%, con un calo delle presenze del 5,4%. Gli arrivi di turisti stranieri sono calati del 4,8%, con un decremento delle presenze del 5,9%. Nonostante ciò, il turismo straniero rimane sopra i livelli del 2019, con una variazione positiva di circa il 10%.
Andamento Regionale a Confronto
In Emilia-Romagna, la dinamica turistica è stata nel complesso positiva, con un aumento del 2,7% degli arrivi e del 3,6% delle presenze rispetto al 2023. Tuttavia, anche a livello regionale si è osservato un rallentamento rispetto alla prima metà dell’anno. Piacenza e Parma sono le uniche province a registrare una variazione negativa dei flussi turistici.
Analisi Territoriale
Il turismo a Piacenza, in controtendenza rispetto al dato regionale, non “tira”. A livello territoriale, Piacenza città ha rappresentato il polo principale, concentrando circa il 53% dei movimenti turistici. Tuttavia, anche il capoluogo ha registrato un calo, con una diminuzione degli arrivi del 6% e delle presenze dell’8%. Solo i comuni collinari hanno mostrato un’evoluzione positiva, con un aumento degli arrivi del 23% e delle presenze del 14%.
Dunque il turismo piacentino nel 2024 ha risentito di un contesto macroeconomico incerto e di difficoltà specifiche del comparto alberghiero. La contrazione dei flussi ha riportato i numeri al di sotto dei massimi storici del 2011, nonostante il superamento di tali livelli registrato lo scorso anno. Sarà fondamentale monitorare l’evoluzione del settore e mettere in atto strategie per invertire questa tendenza negativa.




Confcommercio riapre la delegazione di Castel San Giovanni

Castel San Giovanni ha ospitato questa mattina l’inaugurazione della sede di delegazione di Confcommercio Piacenza, situata in Corso Matteotti 84B. Un ritorno importante per Confcommercio, che era già presente nel territorio attraverso il patronato Enasco 50&Più, attivo nel capoluogo della Val Tidone dal lontano 2009..

L’evento ha segnato non solo la riapertura dell’ufficio di Castel San Giovanni, ma anche l’introduzione di una significativa novità: il Centro di Assistenza Tecnica (CAT). Questa nuova struttura si propone di offrire servizi di alta consulenza alle aziende del terziario, spaziando dalla formazione all’assistenza fiscale e digitale, fino al supporto per i bandi.

«Siamo particolarmente soddisfatti di poter riaprire una sede in un comune così importante – ha dichiarato Gian Luca Barbieri, direttore di Confcommercio Piacenza – e siamo doppiamente contenti perché in questa sede troverà luogo il nostro CAT. Il centro d’assistenza tecnica è una società che abbiamo appositamente istituito per dare servizi di alta qualità sia ai soci sia ai non soci che potranno usufruire di consulenze di innovazione d’impresa, di digitalizzazione, consulenze finanziarie e, cosa molto importante, con un focus specifico sulle startup. Diciamo un’assistenza particolarmente qualificata a 360°».

All’inaugurazione hanno partecipato figure di spicco dell’amministrazione locale e rappresentanti del tessuto economico, tra cui il sindaco di Castel San Giovanni Valentina Stragliati, l’assessore al Commercio Wendalina Cesario, il direttore di Confcommercio Piacenza Gian Luca Barbieri con il vicedirettore Arianna Beta, Franco Bonini presidente di 50&Più, il delegato Confcommercio per la zona di Castel San Giovanni Carlo Clemente Beretta, il vice delegato Cesare Resposi, la responsabile provinciale del patronato Enasco 50&Più Marica Battaglia e Andrea Binaghi, che gestirà il CAT.

Il sindaco Valentina Stragliati ha sottolineato l’importanza dell’apertura: «Una bella iniziativa che come amministrazione comunale vogliamo assolutamente sostenere. Abbiamo già iniziato convocando la cabina di regia con la presenza delle associazioni di categoria nell’ambito del Commercio per rilanciare il nostro commercio locale con il supporto dell’amministrazione comunale con l’organizzazione di nuovi eventi rispetto a quelli che sono stati in calendario negli anni precedenti, nuove iniziative per cercare di rilanciare il commercio che è in crisi un po’ in tutta Italia».

Anche l’assessore al Commercio Wendalina Cesario ha espresso la sua preoccupazione per la situazione del commercio di vicinato a livello nazionale «Leggiamo tutti i giorni – ha detto – notizie di chiusure di negozi. Questo fa male perché sono attività che garantiscono un reddito alle persone ma sono anche presidi sociali importanti per per le città». I rappresentanti istituzionali hanno auspicato di riuscire ad innescare un’inversione di tendenza grazie anche al supporto di Confcommercio e del CAT.

La riapertura della delegazione Confcommercio, arricchita dal CAT, rappresenta un segnale di dinamismo e sarà un importante punto di riferimento per il tessuto imprenditoriale di Castel San Giovanni e del suo territorio, avendo come obiettivo quello di fornire strumenti e competenze per affrontare le sfide del mercato attuale. Il CAT sarà operativo ogni giovedì mattina, con un recapito telefonico dedicato (3514079145) mentre il patronato 50&Più sarà disponibile l’ultimo martedì del mese (per appuntamenti telefonare al 348 4095151).




A Piacenza aumentano i nuovi contratti: previsto un +9,9% a marzo

I nuovi contratti che le imprese della provincia di Piacenza intendono attivare nel mese di marzo risultano in aumento del 9,9% rispetto allo stesso mese del 2024, con un dato complessivo di 2.340 attivazioni. In crescita meno marcata i dati relativi al trimestre marzo-maggio, con previsioni di nuovi contratti pari a 6.890 unità rispetto ai 6.650 dello stesso trimestre 2024 (+3,6%).
Con questi valori, la provincia di Piacenza appare in decisa controtendenza rispetto alle altre province emiliane che hanno a riferimento la Camera di Commercio dell’Emilia; sia a Parma che, soprattutto, a Reggio Emilia, le nuove attivazioni appaiono infatti in diminuzione.
I dati, elaborati dal sistema informativo Excelsior, gestito da Unioncamere, Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in collaborazione con l’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia, registrano quindi una crescita complessiva rispetto ad un anno fa.
Tuttavia, rispetto al quadro generale positivo, spiccano settori che, a marzo, dovrebbero registrare cali molto marcati, tra cui l’alloggio e ristorazione (-10,5%), che passa dalle 190 nuove attivazioni del marzo 2024 alle attuali 170, e i servizi alla persona che, con 190 nuovi contratti previsti, calano del 5,0%.
Si tratta delle uniche eccezioni in un quadro in cui appaiono in crescita tutti i comparti.
Nel settore dei servizi (che da solo, con 1.550 nuovi contratti, copre il 66,2% delle attivazioni previste a marzo), spicca il commercio, in cui sono previsti 510 nuovi contratti, con una crescita del 54,5% rispetto ad un anno fa.
Buone prospettive anche per i servizi alle imprese che, con 690 attivazioni, dovrebbe registrare un aumento dei nuovi contratti dell’1,5%, per le costruzioni (210 attivazioni, con un + 40,0%), l’industria e le public utilities, per le quali è previsto un +1,8%, con 580 nuovi contratti.
Rispetto nel marzo 2024, i contratti stabili (tempo indeterminato e apprendistato) scendono dal 31,0% al 26,0%, mentre di converso quelli a termine (tempo determinato o altri contratti con durata predefinita) salgono dal 69,0% al 74,0%.
Tra gli elementi più significativi dell’indagine spicca la quota di nuovi contratti che a marzo è riservata ai giovani con meno di 30 anni, che si attesta al 30,5%. Questi, nell’ambito dirigenziale e delle professioni con elevata specializzazione e competenza tecnica, sono particolarmente richiesti in qualità di tecnici in campo ingegneristico (48,7%), di tecnici in campo informatico e delle telecomunicazioni (48,0%) e di tecnici della salute (40,6%). Invece nell’ambito delle professioni impiegatizie, commerciali e dei servizi, gli under 30 sono molto richiesti come addetti alle vendite (47,6%), operatori della cura estetica (39,1%) ed esercenti e addetti alle attività di ristorazione (35,9%). Da ultimo, tra gli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine, si prevede che il 70,0% dei nuovi contratti sarà riservato agli under 30 operai addetti ai macchinari nell’industria alimentare, il 51,4% ai fabbri ferrai costruttori di utensili e il 47,8% agli operai specializzati delle lavorazioni alimentari.
Marzo 2025 è ancora caratterizzato dal fenomeno dei candidati considerati introvabili da parte delle imprese piacentine, che dichiarano di avere difficoltà a reperire i profili ricercati nel 58,2% dei casi, di cui il 36,5% per mancanza di candidati e il 16,0% per inadeguata preparazione degli stessi. Tra i profili più difficili da reperire, nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica troviamo i tecnici della salute (84,4%), gli specialisti in scienze gestionali, commerciali e bancarie (77,1%) e i tecnici della distribuzione commerciale (75,8%). Nell’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, di difficile reperimento sono, soprattutto, gli addetti alle professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (74,3%), gli operatori della cura estetica (69,6%) e gli esercenti e addetti nelle attività di ristorazione (59,0%). Nel segmento degli operai con elevata qualificazione, le difficoltà si incontrano soprattutto nella ricerca degli operai specializzati nell’installazione e manutenzione di attrezzature elettroniche/elettriche (85,7%), di meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori di macchine fisse e mobili (85,0%) e di conduttori di veicoli a motore e a trazione animale (80,1%).




L’export piacentino nel 2024 cresciuto del 5,5%

Con un valore di 6,8 miliardi di euro, nel 2024 l’export piacentino è cresciuto del 5,5%.

Le elaborazioni dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio dell’Emilia su dai Istat evidenziano buoni risultati per la manifattura nel suo complesso che, con un +5,1%, ha portato il valore delle esportazioni a 6,8 miliardi di euro.

Molto rilevante, seppure con cifre sensibilmente più contenute, la crescita fatta segnare dai prodotti dell’agricoltura, passati dai 5,8 milioni del 2023 a 8,5 milioni, con un incremento del 47,1% in un anno.

Buone performances anche per il settore del trattamento dei rifiuti e del risanamento, che ha portato l’export ad un valore di 16,77 milioni (+20,9%, con una contemporanea flessione delle importazioni del 5,6% e un saldo attivo degli scambi positivo per quasi 6 milioni di euro), così come per i servizi di informazione e comunicazione (+10,6%, con un valore di 29,5 milioni di euro).

Il dato in assoluto più interessante – in considerazione del peso preponderante che ha sulle esportazioni piacentine – resta, comunque, quello relativo alla manifattura, con quel +5,1% trainato dal comparto tessile (+10,2% e un valore di quasi 2,2 miliardi) e da quello dei macchinari, che ha indirizzato all’estero prodotti per un valore di oltre 1,3 miliardi di euro, con un aumento del 6,9% rispetto al 2023.

Verso l’Europa, che con un’incidenza del 71,6% si conferma il continente più importante per il commercio estero piacentino, nel 2024 si è registrata una crescita dell’export del 3,1% rispetto all’anno precedente. Questo dato è stato fortemente sostenuto dai primi tre partners commerciali che, mantenendo le posizioni già occupate nel 2023, hanno incrementato significativamente le loro importazioni da Piacenza: la Germania si è confermata prima con un’incidenza del 15,1% (1,04 miliardi) ed un incremento dell’export parmense del 6,8%; al secondo posto, con una quota del 14,6% (1 miliardo), c’è ancora la Francia, verso la quale le esportazioni sono cresciute del 4,3%; infine, la terza posizione è rimasta occupata dalla Spagna, con un’incidenza del 7,7% e nei confronti della quale le esportazioni sono aumentate del 7,8%, salendo a 532 milioni di euro.

Tra i paesi extraeuropei che nel 2024 hanno giocato un ruolo importante negli scambi commerciali esteri piacentini, spicca la Cina che, occupando la quarta posizione nella classifica dell’export, ha fatto segnare un aumento del 20,9%, con un peso del 7,0% sul totale delle esportazioni provinciali ed un valore pari a 486 milioni di euro.

In rallentamento, infine, gli scambi con gli Stati Uniti, con un calo del 17,1% delle importazioni e una flessione dell’1,4% delle esportazioni.

“Il saldo degli scambi con gli Usa – osserva il vicepresidente vicario della Camera di Commercio dell’Emilia, l’imprenditore piacentino Filippo Cella – è così risultato positivo per 251 milioni di euro, ma è evidente che il dato è poco significativo a fronte dei timori relativi ai possibili dazi statunitensi, rispetto ai quali continuiamo a chiedere un’azione corale da parte dei Paesi dell’Unione Europea”.




Raffaele Chiappa rieletto consigliere nazionale di Confcommercio

Raffaele Chiappa, presidente dell’Unione Commercianti di Piacenza, è stato confermato nel ruolo di consigliere nazionale di Confcommercio durante l’assemblea elettiva tenutasi a Roma mercoledì 12 marzo 2025.

La nomina di Chiappa, che coincide con la quinta rielezione Carlo Sangalli alla guida di Confcommercio, acquista un significato particolare in questo anno storico, in cui si celebra  l’ottantesimo anniversario della fondazione di entrambe le associazioni. Questo risultato sottolinea l’importanza del lavoro svolto e il ruolo strategico che Confcommercio Piacenza ha ormai acquisito all’interno dell’organizzazione nazionale.

Chiappa ha commentato così la sua riconferma: «Desidero esprimere la mia gratitudine all’Assemblea di Confcommercio per la fiducia rinnovata. Essere nuovamente eletto nel Consiglio Nazionale è motivo di grande soddisfazione e sento tutta la responsabilità del ruolo. Questo incarico rappresenta non solo un riconoscimento del lavoro che portiamo avanti con dedizione a Piacenza, ma soprattutto un’opportunità per garantire che le esigenze del nostro tessuto imprenditoriale siano adeguatamente rappresentate a livello nazionale, così come i nostri iscritti meritano».  Prosegue il Presidente Chiappa «In un periodo segnato da incertezze economiche globali e cambiamenti profondi, il dialogo tra il territorio locale e il livello nazionale è cruciale», ha aggiunto Chiappa.

Tra le priorità del nuovo mandato, come evidenziato dal Presidente Sangalli, nel suo discorso di ringraziamento vi sono il rilancio dei consumi, il contrasto alla desertificazione commerciale, la lotta contro il caro energia e la regolamentazione dell’intelligenza artificiale e il suo uso efficacie all’interno delle aziende.

«L’ottantesimo anniversario – prosegue Chiappa – è poi un’occasione  per riflettere sul nostro passato e guardare al futuro, come bene esprime lo slogan scelto da Confcommercio: “Ricordare il futuro”. Questo anniversario ci invita quindi a ripensare il percorso compiuto e a proiettare il nostro impegno verso nuove sfide con rinnovata determinazione e ci permette di trasferire conoscenze e risorse preziose ai nostri associati offrendo loro strumenti per affrontare al meglio le sfide economiche».

In conclusione quindi ciò che esprime meglio il valore e il significato del lavoro che intende svolgere questo rinnovato Consiglio nazionale potrebbe sintetizzarsi con la frase di Winston Churchill che è stata proiettata durante l’Assemblea nazionale: “Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta».




Piacenza in vetrina al MIPIM di Cannes

Si è conclusa ieri, giovedì 12 marzo 2025, la missione piacentina al MIPIM di Cannes. La fiera di riferimento a livello internazionale per gli investimenti sui territori ha visto la partecipazione di oltre 20mila operatori provenienti da novanta diverse nazioni.

Per il terzo anno consecutivo Piacenza si è messa in mostra all’interno dello stand di Art-ER e Regione Emilia-Romagna grazie a Confindustria Piacenza: nella delegazione, con il presidente di Confindustria Nicola Parenti, anche la sindaca Katia Tarasconi e l’assessore all’Urbanistica Adriana Fantini in rappresentanza dell’amministrazione comunale. Insieme a Confindustria Piacenza anche i presidenti provinciali e regionali di Ance Alessandro Losi e Maurizio Croci, accompagnati da Matteo Raffi.

In evidenza diverse aree rigenerabili ad alto potenziale nel Comune di Piacenza, in attesa di investitori con risorse e visione che possano dare loro una seconda vita. Tra le altre: Bastione Borghetto, l’ex Ospedale Militare, Cascina San Savino e l’Albergo San Marco.

La partecipazione Piacentina conferma l’approccio vincente delle precedenti edizioni con un fronte comune tra il mondo delle imprese (Confindustria e Ance) e l’amministrazione locale, approcciandosi agli investitori come territorio coeso e dalle visioni condivise.

Il presidente di Confindustria Piacenza Nicola Parenti esprime soddisfazione: «Piacenza conferma la partecipazione a MIPIM, interfacciandosi con importanti investitori internazionali. La soddisfazione è esserci non solo come Confindustria ma come “sistema Piacenza”, insieme ad amministrazione comunale, Ance e Regione. Ringrazio le istituzioni e gli imprenditori che ci hanno accompagnato in questa fondamentale tre giorni. La nostra presenza a Cannes con Invest in Piacenza, la vetrina delle aree rigenerabili e disponibili per gli investimenti nella nostra provincia, già nelle scorse edizioni ha permesso di aprire interlocuzioni preziose con soggetti strategici internazionali. Per noi è fondamentale incontrare investitori di qualità e attirarli a Piacenza dove c’è il saper fare combinato con una posizione strategica. La competizione tra i territori è notevole, bisogna esserci e collocare la nostra città sulla mappa: lo sviluppo di Piacenza non va dato per scontato ma coltivato in ogni occasione disponibile»

«La partecipazione della nostra città al MIPIM di Cannes rappresenta un’opportunità strategica per promuovere Piacenza sulla scena internazionale, valorizzando il suo potenziale di investimento e sviluppo», commenta la sindaca Katia Tarasconi. «Grazie all’impegno di Confindustria Piacenza, abbiamo dialogato con importanti interlocutori del settore immobiliare e promosso i nostri punti di forza a potenziali investitori da ogni parte del mondo, un passo fondamentale per lo sviluppo e la riqualificazione della nostra città. In un contesto in continua evoluzione, città come la nostra stanno emergendo come destinazioni sempre più attrattive per investimenti qualificati e sostenibili. Siamo consapevoli che i risultati di questo lavoro si manifesteranno nel tempo, ma siamo altrettanto certi che il cammino intrapreso darà i suoi frutti, contribuendo alla riqualificazione e allo sviluppo del nostro territorio. Piacenza ha tutte le carte in regola per essere protagonista».




Da Summer Cult un’occasione per gli esercizi di piazza Cittadella

Il cartellone di spettacoli e concerti della rassegna Summer Cult, che animerà Palazzo Farnese dal 19 giugno al 15 luglio, come volano per la promozione delle attività commerciali e degli esercizi di ristorazione di piazza Cittadella. Questo l’obiettivo condiviso dai titolari delle attività in un incontro con l’assessore alla Cultura Christian Fiazza e l’organizzatore della kermesse, Lorenzo Pronti di Com.Unica, mirato proprio a confrontarsi sulle opportunità di coinvolgimento in occasione delle serate estive che richiameranno una platea potenziale di migliaia di spettatori.

Durante la riunione, cui era presente anche la consigliera comunale Angela Fugazza, in particolare è emersa sia la proposta di includere l’elenco delle attività commerciali del settore alimentare e pubblici esercizi di piazza Cittadella sulle locandine, i biglietti di ingresso, le pagine web e i banner dedicati alla manifestazione, sia la possibilità di far partecipare attivamente gli esercenti al servizio di bar e ristorazione che sarà operativo in occasione degli eventi.

“L’intento – sottolinea l’assessore Fiazza – è quello di valorizzare l’offerta di qualità e le proposte di queste attività, sulle quali il cantiere in corso ha inevitabilmente un impatto che ne limita la visibilità e l’accesso, cogliendo l’occasione di un appuntamento di successo, particolarmente atteso non solo dalla città ma capace di portare a Piacenza un pubblico in buona parte proveniente anche da fuori. In questi anni Summer Cult si è consolidato, si è radicato nel territorio e intendiamo metterlo in sinergia con le realtà cittadine. L’iniziativa ha una forza in grado di porsi in un ambito più vasto per fare squadra e per fare sistema. Da parte del’Amministrazione comunale c’è la massima disponibilità e l’impegno a lavorare insieme ai commercianti per far sì che porti vantaggi e opportunità di crescita per tutti. Presto annunceremo anche i nuovi grandi nomi che andranno a comporre il calendario completo della rassegna che sarà al centro dell’estate piacentina”.




Disparità di genere nel mercato del lavoro piacentino: una realtà ancora da superare

L’analisi condotta dalla Provincia di Piacenza sui microdati ISTAT relativi al mercato del lavoro della provincia di Piacenza del 2023 offre un quadro approfondito sulle differenze di genere che continuano a caratterizzare il contesto occupazionale locale. Nonostante i progressi, le donne restano svantaggiate rispetto agli uomini in vari aspetti cruciali.

Uno dei principali punti di disuguaglianza riscontrati riguarda la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Secondo l’indagine, solo il 68,1% delle donne della provincia è attivo, una percentuale inferiore di quasi 15 punti rispetto agli uomini. Il divario si amplia ulteriormente quando si analizzano i tassi di occupazione: solo il 62,6% delle donne è occupato, con una differenza di quasi 16 punti rispetto agli uomini. Inoltre, il tasso di disoccupazione femminile (8%) è superiore di quasi 3 punti percentuali rispetto a quello maschile.

Un altro aspetto che emerge dall’analisi è la tipologia di occupazione che le donne ricoprono. Sono più spesso impiegate con contratti a tempo determinato e a part-time. Il 30% delle donne lavora part-time, contro solo il 6% degli uomini, e c’è una maggiore presenza di lavoro dipendente tra le donne (85% contro il 74% degli uomini). Questa precarietà lavorativa, combinata alla natura temporanea di molti contratti, è una delle cause principali della disoccupazione femminile. Non a caso, molte donne dichiarano di aver perso il lavoro per la scadenza di contratti a termine o a causa di licenziamenti.

Nonostante la maggiore precarietà, le donne piacentine risultano mediamente più istruite rispetto agli uomini. Presentano infatti una percentuale più bassa di basse qualifiche e una quota maggiore di laureate. Tuttavia, nonostante questo vantaggio in termini di istruzione, rimangono sottorappresentate nei ruoli direttivi. Solo il 4% delle donne ricopre posizioni di comando, contro il 6% degli uomini. Le donne sono anche meno rappresentate tra i lavoratori autonomi, con solo l’8% che sceglie questa strada, contro il 18% degli uomini.

Nonostante le difficoltà, il livello di soddisfazione per il lavoro svolto è sorprendentemente alto per entrambi i generi. Più del 60% delle donne e degli uomini si dichiara soddisfatto della propria condizione lavorativa, un dato che testimonia forse una maggiore accettazione delle condizioni esistenti, sebbene non giustifichi la persistenza delle disuguaglianze.




Un altro anno record per la Banca di Piacenza

“La Banca di Piacenza e i suoi territori”: proseguono gli incontri per illustrare in anteprima i risultati di bilancio 2024. Dopo Fiorenzuola e Cortemaggiore, i prossimi appuntamenti sono programmati per mercoledì 12 marzo a Pianello (sala comunale); giovedì 20 marzo a Piacenza (PalabancaEventi); giovedì 27 marzo a Pontedellolio (sala comunale); giovedì 3 aprile a Lodi (Ristorante La Pergola).

Il primo incontro si è dunque tenuto a Fiorenzuola. I dati sono stati presentati dal presidente Giuseppe Nenna coadiuvato dalla Direzione (Angelo Antoniazzi, direttore generale e Pietro Boselli, vicedirettore generale), davanti a un pubblico formato da rappresentanti delle istituzioni (tra gli altri, il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri, il vicesindaco di Fiorenzuola Paola Pizzelli, i sindaci di Carpaneto, Pontenure e San Giorgio: rispettivamente Andrea Arfani, Giuseppe Carini e Donatella Alberoni) da soci e clienti che hanno affollato la platea e i palchi dell’accogliente Teatro Verdi.

Dopo i saluti da parte dell’Amministrazione fiorenzuolana portati da Paola Pizzelli («Grazie alla Banca di Piacenza per la continua azione di sostegno al territorio e grazie a Corrado Sforza Fogliani per tutto quello che ha dato a questa provincia»), ha preso la parola il presidente Nenna per illustrare i dati principali del bilancio 2024. «La Banca è andata molto bene e questo ci consente di portare avanti il disegno del presidente Sforza Fogliani di essere indipendenti». Nuovo record per l’utile netto, che chiude a 34,5 milioni di euro (dopo i 29,9 del 2023); in crescita patrimonio (339 milioni contro i 315 del precedente esercizio), l’indice di solidità patrimoniale Cet1 (19,62%, era il 18,20), la raccolta diretta (+7,9, il sistema cresce del 2,4), gli impieghi (+2,6, in controtendenza rispetto al sistema che perde l’1,9%). «Dati che ci dicono due cose: che abbiamo la fiducia della clientela e che siamo punto di riferimento costante per famiglie e imprese», ha commentato il presidente Nenna aggiungendo che la Banca continuerà a investire: nell’apertura di nuovi sportelli, nel potenziamento delle attività (Private, Bancassicurazione, Imprese, con particolare attenzione al settore agricoltura e agrifood), nell’intelligenza artificiale per digitalizzare alcuni processi interni e acquisire clientela tramite canali digitali. Il presidente ha quindi accennato alle azioni messe in atto dall’Istituto per rinnovarsi (estensione impianto fotovoltaico all’Agenzia 2-Veggioletta, impianto fotovoltaico a Fiorenzuola centro e Pianello, impianto di illuminazione della sede centrale da convertire con luci a led, ristrutturazione delle filiali di Pianello, San Nicolò e Bobbio, dove la filiale si è trasferita in locali di proprietà). Il dott. Nenna ha poi sottolineato i successi conseguiti con le attività culturali: anche nel 2024 si sono organizzati più di 100 eventi; due su tutti: la mostra immersiva Icônes, con circa 5mila visitatori e la rassegna Atlas Maior, con oltre 7mila presenze. «Chiudiamo un 2024 da ricordare – ha concluso il presidente – e i risultati positivi non sono solo frutto della salita dei tassi, che ora stanno scendendo, ma di molto altro: la nostra continua crescita, con prudenza e tenacia, assicura l’indipendenza di poter fare scelte libere nell’interesse di soci e clienti, che da sempre hanno fiducia nella Banca».

Il direttore generale Antoniazzi ha presentato i risultati dell’ultimo triennio, evidenziando la progressione dell’utile netto (passato dai 20,6 milioni del 2022 ai 34,5 del 2024) e del ROE (l’indice di redditività del capitale proprio) che ha raggiunto il +10,2% (+7,1 nel 2022). Per quanto riguarda la qualità dell’attivo, l’obiettivo è quello di restare, con le sofferenze lorde, sotto al 5% come chiede la Banca d’Italia (nel 2024 la percentuale è del 4,1). Cresciuti gli impieghi a 2 miliardi e 403 milioni «a testimonianza di quanto siamo attenti alle richieste dei clienti e del recupero di quote di mercato nei territori dove abbiamo aperto le nuove filiali». Notizie positive anche dalla raccolta (vicina ai 7 miliardi; +4,2 la diretta e +3,3 l’indiretta negli ultimi tre anni). In salita anche il numero dei soci e dei conti correnti.

Il vicedirettore generale Boselli ha invece affrontato il tema della desertificazione bancaria: «La continua fusione tra banche porta alla riduzione di personale e sportelli (in Emilia Romagna sono 38mila le persone – e 2.600 le imprese – che risiedono in comuni dove non c’è più nessuna banca, mentre in Lombardia sono 724mila le persone e 48mila le imprese nelle stesse condizioni). Come risponde la Banca di Piacenza? Non abbandonando i territori dove è già presente e aprendo in altre zone con l’intento di rimanere». Sono 56 gli sportelli attivi, con un costo superiore a un’App, ma con il vantaggio – è stato sottolineato – di potersi relazionare con i clienti; e 14 i punti Bancomat Atm di presidio, con un ruolo sociale di servizio. Il vicedirettore generale ha infine compiuto una carrellata sui principali prodotti della Banca, a partire dai quattro nuovi conti correnti (Valore giovani, Valore BPC, Valore Smart e Valore impresa) e dalle varie tipologie di carte di credito, oltre a prodotti ad alto contenuto di innovazione tecnologica, come i nuovi Pos Android e l’ultima versione dell’App della Banca.

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Imprese femminili in lieve calo in provincia di Piacenza (-0,3%)

Sono scese di 16 unità, alla fine del 2024, le imprese femminili attive in provincia di Piacenza; un lievissimo calo (-0,3% rispetto al -1% regionale e nazionale) che ha portato le imprese “in rosa” piacentine a 5.545, con un’incidenza del 21,7% sul totale delle imprese attive nel territorio.

I dati – diffusi in occasione della “Festa della donna” – sono frutto delle analisi e delle elaborazioni dell’Ufficio Studi della Camera di commercio dell’Emilia.

All’interno dell’universo delle imprese femminili attive analizzato dall’Ente camerale, la graduatoria relativa alla maggior presenza di aziende “in rosa” assegna il primato al commercio, con 1.371 unità (in calo del 2,8%, con 40 unità in meno) e una quota del 24,7% sul totale delle imprese femminili.

Segue il comparto dei servizi alle imprese che, con 1.069 unità, incide per il 19,3% sul totale ed è risultato in crescita dell’1,0% (+11 imprese).

In aumento anche le imprese femminili nell’ambito dei servizi alla persona (930 unità, con un +1,2% in un anno e una quota del 16,8% sul totale), nelle costruzioni (199 unità, quota del 3,6% sul totale e aumento della consistenza dell’1,0%) e nei servizi di alloggio e ristorazione (674 unità, quota del 12,2%, in aumento del 2,4%).

In calo, invece, dell’1,3% le imprese femminili del settore primario, scese a 931 unità (16,8% del totale), e quelle della manifattura, che hanno scontato un calo dell’1,7% e si sono attestate a 351 (6,3% del totale).

Le imprese femminili con la qualifica di artigiane sono 1.248 (il 22,5% del totale), quelle anche giovanili 514 (il 9,3%), mentre le femminili a guida straniera sono 836 (il 15,1%).

Per quanto riguarda la natura giuridica delle imprese femminili, prevalgono le imprese individuali (3.835 unità che rappresentano il 69,2% del totale, in lievissimo calo a -0,2%), seguite dalle società di capitale (1.017 unità, 18,3% del totale e in crescita dell’1,5%) e dalle società di persone (606 unità, 10,9% del totale e in calo del 3,2%).

La classifica dei Comuni piacentini che presentano la maggior incidenza di imprese femminili sul totale delle aziende attive localmente è guidata da Travo, all’interno del quale le 86 imprese femminili rappresentano il 29,5% del totale.

Seguono Ponte dell’Olio (119 imprese femminili, cioè il 29,2% sul totale delle attive), Vigolzone  (92 unità, 28,6% sul totale), Bobbio (132 unità, 28,3%), Cerignale  (7 unità, 25,9%), Pianello Val Tidone (65 unità, 24,6%) e Rottofreno (172 unità, 24,2% sul totale delle aziende locali attive).

In termini assoluti, il più alto numero di imprese femminili si ritrova, ovviamente, nel Comune capoluogo; a Piacenza, infatti, si contano 2.060 imprese guidate da donne che rappresentano il 21,9% delle imprese attive.

Numeri rilevanti anche per Fiorenzuola d’Arda, che conta 319 imprese femminili (23,5%), seguito da Castel San Giovanni (229 unità, 21,5%), il citato Rottofreno, Carpaneto Piacentino (156 unità, 22,6%) e Podenzano (140 unità, 19,3%).