Piacenza, nuovi contratti  in calo a gennaio ma in lieve aumento nel primo trimestre 2025

Dopo la “ripresina” del dicembre scorso (un +0,6% che non ha comunque modificato granché il bilancio di un anno chiuso con un calo del 2,5%), il numero dei nuovi contratti che le imprese della provincia di Piacenza intendono attivare nel mese di gennaio 2025 risulta nuovamente in flessione.

I dati, elaborati dal Sistema informativo Excelsior, gestito da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con l’Ufficio Studi della Camera di commercio dell’Emilia, indicano, infatti, un -3,5%, per un totale di 2.760 nuovi contratti.

Lo sguardo rivolto al primo trimestre di quest’anno, al contrario, fa invece emergere un dato leggermente positivo (+0,3%), che porterà il numero delle attivazioni a quota 7.340.

parla registrano quindi una calo del 3,5% nel primo mese dell’anno e un lieve aumento (+0,3%) nel primo trimestre.

In dettaglio, per quanto riguarda il mese di gennaio l’industria manifatturiera e le public utilities, seppur mostrando un calo nel numero dei nuovi contratti (680 contro gli 820 del gennaio 2024), mantiene la quota più alta sul totale (24,6%); in calo anche le costruzioni, settore in cui sono  previsti 160 nuovi contratti, con una diminuzione del 20,0% rispetto al gennaio 2024.

Per i servizi, che assorbono il 69,6% dei nuovi contratti del mercato del lavoro piacentino, è previsto un aumento del 3,8% rispetto al gennaio 2024, con dinamiche molto diverse tra i singoli comparti: sono in forte crescita il commercio (+63,2%) e i servizi di alloggio e ristorazione (+31,6%), mentre i servizi alle persone mostrano un dato stabile (290 nuovi contratti come nel gennaio 2024) e i servizi alle imprese, infine, registrano un calo del 22,2%.

Tra i nuovi contratti prevarranno, come di consueto, quelli a tempo determinato (34%), seguiti da quelli di somministrazione (27%), le assunzioni a tempo indeterminato (24%), altre forme conmtrattuali (11%) e, infine, i contratti di apprendistato (4%).

Tra gli elementi più significativi dell’indagine spicca la rilevante quota di nuovi contratti riservata ai giovani con meno di 30 anni, che arriva al 35,2%. I giovani sono particolarmente richiesti in qualità di tecnici informatici, telematici e delle comunicazioni (per una quota del 48,1% del comparto) e di insegnanti nella formazione professionale; istruttori, allenatori (35,7% dei nuovi contratti nel comparto), tecnici in campo ingegneristico (37,5%), operatori della cura estetica (54,2%), addetti alla segreteria ed agli affari generali (46,9%), addetti alle vendite (57,9%), operai specializzati nelle lavorazioni alimentari (90,6%), operai specializzati macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (42,2%), operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali (58,2%).

L’avvio del 2025 è segnato anche da un ulteriore aumento dei candidati considerati introvabili da parte delle imprese della provincia piacentina, che dichiarano di avere difficoltà a reperire i profili ricercati nel 56,9% dei casi, equivalenti a 1.570 profili per il solo mese di gennaio.

Le cause all’origine della difficoltà di reperimento sono riconducibili in parte alla mancanza di candidati (nel 36,1% dei casi) e, in parte, all’insufficiente preparazione degli stessi (13,9% dei casi). Difficile anche  trovare profili che abbiano già maturato esperienze specifiche nei diversi ambiti di attività. Tra i profili più difficili da reperire, per gennaio emergono, nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, le figure dei tecnici della salute, dei tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni e dei tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione delle attività produttive. Nell’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi: gli operatori della cura estetica, gli esercenti e addetti nelle attività di ristorazione e gli addetti alle vendite. Nel segmento degli operai: fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria meccanica, operai specializzati in macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche, fabbri, ferrai, costruttori di utensili.




Piacenza: valore aggiunto 2023 a 10,3 miliardi di euro (+6,6%)

Con un valore aggiunto di 10.312,04 milioni di euro, nel 2023 Piacenza si è posizionata al 53° posto nella classifica delle province italiane, contribuendo con lo 0,5% al valore aggiunto nazionale e con il 6% a quello regionale. Rispetto al 2022, l’aumento è stato del 6,6%, il più alto tra le province dell’Emilia-Romagna, in linea con l’andamento nazionale e superiore alla crescita regionale (+6,1%).

Sono questi i risultati che emergono dall’elaborazione della Camera di Commercio dell’Emilia basata sui dati di Unioncamere e del Centro Studi Tagliacarne, che hanno analizzato il valore aggiunto a prezzi base e correnti delle province italiane. Questo indicatore quantifica la crescita economica in termini di nuovi beni e servizi messi a disposizione della comunità per impieghi finali.

La ricchezza prodotta a Piacenza è stata principalmente generata dal settore del commercio e dei servizi, che rappresentano il 68,6% del valore aggiunto provinciale. L’industria ha contribuito con il 22,7%, seguita dalle costruzioni (5,4%) e dall’agricoltura (3,3%).

Nel confronto annuale sul 2022, tutti i settori hanno mostrato un incremento: il settore delle costruzioni ha registrato il maggiore aumento con un +9,7%, il macrosettore dei servizi è cresciuto del 7,4%, con un’ottima performance del comparto commercio all’ingrosso e al dettaglio, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e ristorazione, e comunicazione, che segna un incremento dell’8,5%; l’agricoltura, infine, ha registrato un aumento del 5,7%, mentre l’industria è cresciuta del 3,7%.

Il valore aggiunto pro capite ha raggiunto i 36.178,67 euro, portando la provincia al 19° posto nella classifica nazionale. Rispetto al 2022, l’aumento è del 6,1%. Il dato piacentino, tra l’altro, è risultato superiore alla media nazionale (32.377,41 euro).

“I dati riferiti allo scorso anno – sottolinea il vicepresidente vicario della Camera di Commercio dell’Emilia, l’imprenditore piacentino Filippo Cella – attestano con evidenza la solidità del nostro tessuto imprenditoriale e la sua capacità competitiva”.

“Oggi – prosegue Cella – l’industria in senso stretto sta vivendo una fase congiunturale non favorevole, attestata dal calo della produzione che abbiamo registrato nel terzo trimestre del 2024, ma i fondamentali del nostro sistema economico sono ben saldi”. “Proprio per questo – conclude il vicepresidente vicario della Camera di Commercio dell’Emilia – occorre continuare a sostenere un tessuto imprenditoriale la cui capacità di investimento e di innovazione non è in discussione, ed è un patrimonio che continua a generare ricchezza, lavoro e opportunità nelle comunità locali”.




Livio Trombone nominato presidente di Coop Alleanza 3.0

Questo pomeriggio, il Consiglio di Amministrazione di Coop Alleanza 3.0 ha deliberato l’avvicendamento alla Presidenza della Cooperativa tra Mario Cifiello e Domenico Livio Trombone.

Il Presidente uscente Mario Cifiello, che ha guidato Coop Alleanza 3.0 dal 2020 ad oggi, ha deciso di rimettere le deleghe dopo aver raggiunto, con un anno di anticipo, gli obiettivi previsti nel suo mandato. Cifiello continuerà a fornire il proprio contributo al rilancio di Coop Alleanza 3.0 come membro del Consiglio di Amministrazione.

“Nel 2023, un anno prima rispetto a quanto avevamo indicato nel Piano Industriale, Coop Alleanza 3.0 ha chiuso il bilancio in utile – osserva Mario Cifiello – e questo risultato è stato possibile grazie al contributo dei validi collaboratori che da anni lavorano per la Cooperativa e alla sinergia che abbiamo saputo costruire con i manager che si sono uniti a noi in tempi più recenti, a partire dalla Direttrice Generale Milva Carletti, alla quale vanno la mia gratitudine e la mia stima”.

“Il neo eletto Presidente Domenico Livio Trombone è un professionista preparato, autorevole e stimato a livello nazionale e conosce perfettamente la Cooperativa, avendone ricoperto per anni il ruolo di Presidente del Collegio Sindacale”, conclude Cifiello.

Nato nel 1960, Domenico Livio Trombone è commercialista esperto del mondo finanziario e revisore legale, ha ricoperto e ricopre da anni incarichi di spicco in società ed enti di rilievo nazionale, come Eni, il Gruppo Pirelli, Prelios, il Gruppo Italgas e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Ha conseguito la laurea in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Modena e nella città emiliana tutt’ora vive e lavora.

Nell’assumere le deleghe, il neo Presidente di Coop Alleanza 3.0, Domenico Livio Trombone ha dichiarato: “È un incarico che mi onora, e ringrazio tutto il Consiglio di Amministrazione e, in particolare, il mio predecessore Mario Cifiello per la fiducia che mi hanno accordato. Il mio impegno sarà principalmente rivolto a proseguire nel percorso di risanamento e rilancio già avviato, avvalendomi delle qualità del Personale tutto – a partire dalla Direttrice Generale Milva Carletti – e confidando nel sostegno unanime del Consiglio di Amministrazione”.

Al termine della seduta, il Consiglio di Amministrazione e la Direttrice Generale hanno esteso al nuovo Presidente i migliori auguri di buon lavoro, assieme ai più sentiti ringraziamenti a Mario Cifiello per il grande lavoro svolto.

Chi è Domenico Livio Trombone neo Presidente di Coop Alleanza 3.0

Domenico Livio Trombone, classe 1960, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Modena, dove vive e lavora.

È Dottore Commercialista e Revisore Legale e vanta una lunga esperienza nella gestione strategica di aziende nazionali di primo livello.

Attualmente, ricopre la carica di Presidente di Focus Investments S.p.A, Consorzio Cooperative Costruzioni e Società Gestione Crediti Delta S.p.A.

Ricopre la carica di Sindaco Effettivo in Italgas Newco S.p.A. ed è Presidente del Collegio Sindacale di Pirelli Digital Solutions S.r.l, Acimac Associazione Costruttori Italiani Macchine Attrezzature per Ceramica.

È stato inoltre Consigliere indipendente di Eni S.p.A., Consigliere e Presidente in Prelios Credit Servicing S.p.A. e Presidente del Collegio Sindacale dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., nonché Presidente del Collegio Sindacale di Coop Alleanza 3.0.

È consulente tecnico in procedimenti giudiziari, coadiutore di procedure fallimentari, liquidatore, curatore fallimentare e commissario giudiziale.




Cresce l’export piacentino: +7,2% nei primi nove mesi del 2024

Prosegue il buon andamento delle esportazioni piacentine, che nei primi nove mesi del 2024 hanno fatto segnare un incremento del 7,2%, attestandosi, in valore, a 5.119 milioni di euro esportati. Ad evidenziarlo sono le analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati Istat, che indicano una crescita significativa in quasi tutti i continenti.

L’incremento percentuale è inferiore al +10,6% registrato alla fine del primo semestre, ma risulta ampiamente superiore a quello che si sta registrando nelle altre province emiliane.

Positivi i valori raggiunti in Europa (che detiene una quota del 72% sul totale delle esportazioni piacentine), con 3.695 milioni e una crescita del 4,1%, anche se in termini assoluti è stata l’Asia ad imprimere una particolare spinta all’export, con una crescita del 33,9% corrispondente a ben 245 milioni in più, per un totale che ha sfiorato i 967 milioni.

Aumenti, sempre parlando di continenti, anche in Oceania (+36,8% e 47 milioni di export), mentre  una flessione del 16,6% si è registrata in Africa, con il valore sceso a 108 milioni.

La Germania mantiene il primo posto nella graduatoria dei Paesi maggiori importatori di “made in Piacenza” con 784 milioni di esportazioni ed un incremento del 9,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Buon andamento anche per Francia, con 735 milioni ed un +2,2%, Spagna con 390 milioni di euro e +10,4% e Polonia con 157 milioni e +27,4%.

Tra i paesi extra UE, buona performance della Cina con 369 milioni di euro e +40,6%, e Regno Unito con 105 milioni di euro ed un incremento del 7,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

In calo, invece, le quote export verso gli Stati Uniti che, con un valore pari a 204 milioni di euro, hanno mostrato una diminuzione del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Guardando ai diversi settori produttivi, tra i comparti che hanno maggiormente contribuito all’aumento dell’export nei primi nove mesi del 2024 spicca il tessile abbigliamento che, con un incremento del 13,6%, ha portato il valore delle esportazioni a 1.626 milioni, aggiungendo 194 milioni ai risultati del settembre 2023. Rilevante, percentualmente, l’aumento delle esportazioni di prodotti alimentari e bevande; la crescita, in questo caso, è stata del 6,6%, vale a dire  30 milioni in più rispetto al settembre 2023, per un totale salito a 493 milioni di euro.

Buoni saldi, poi, anche per il settore delle macchine e apparecchi, che si colloca al secondo posto della graduatoria dei prodotti a più alto valore di esportazioni; l’aumento del 7,7%, infatti, ha portato ad una cifra pari a 998 milioni di euro. Andamento positivo anche per l’industria metallurgica con 425 milioni di euro esportati ed un incremento dell’8,3%, così come gli apparecchi elettrici con 347 milioni di euro esportati ed un incremento in dodici mesi del 4,1%.

In calo, invece, il settore degli articoli in gomma e materie plastiche, con 227 milioni esportati ed un calo del 3,1%, così come i mezzi di trasporto, con  375 milioni esportati ed una diminuzione del 4,7% delle esportazioni in un anno.




Il valore aggiunto del sistema economico piacentino supera i 10 miliardi di euro

Il valore aggiunto totale realizzato nel 2023 dal sistema economico piacentino è stato di 10.312 milioni di euro, 635 in più rispetto al 2022, con una variazione positiva del 6,6%, poco sopra a quella media dell’Emilia-Romagna (+6,1%), ma inferiore a quella nazionale (+8,8%). E’ quanto emerge dai dati recentemente pubblicati (novembre 2024) dal Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, ente di ricerca di Unioncamere nazionale, che ha elaborato le stime del valore aggiunto prodotto lo scorso anno nelle province italiane. L’ulteriore sviluppo della ricchezza prodotta a Piacenza nel 2023 interviene dopo quello molto più consistente messo a segno nel 2022 (+13,3% a prezzi correnti), che però risulta amplificato dall’elevata inflazione registrata in quell’anno a causa delle tensioni internazionali sui mercati dell’energia e delle materie prime dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino (Nel 2022, in Italia, la variazione dei prezzi alla produzione rispetto all’anno precedente è stata in media di + 34,4% nell’industria, di +17,7% nell’agricoltura, di + 8,2% nelle costruzioni, e di +3,9% nel totale dei servizi – fonte: Istat).

Cosa è il valore aggiunto

Per valore aggiunto si intende l’incremento di valore che si verifica nell’ambito della produzione e distribuzione di beni e servizi finali grazie ai fattori produttivi adoperati (capitale e lavoro) a partire da beni e risorse primarie iniziali. Rappresenta l’aggregato che consente di apprezzare la crescita del sistema economico in termini di nuovi beni e servizi messi a disposizione della comunità per impieghi finali. Il valore aggiunto è qui calcolato a prezzi base (cioè al netto delle imposte sui prodotti finali e al lordo dei contributi alla produzione) e correnti (cioè riferiti all’anno indicato).

Confronto fra province

Rispetto al 2019 il valore aggiunto provinciale è aumentato del 18,6%, evidenziando una capacità di ripresa del nostro sistema economico territoriale dai minimi della pandemia che è in questo caso in linea con l’andamento nazionale (+19,0%), e sempre leggermente superiore a quello regionale (+17,0%).

Come mostrano i dati della tabella, la crescita della ricchezza prodotta dalla economia piacentina rispetto al pre-Covid è stata tuttavia meno consistente a confronto con quella osservata nelle province confinanti, in particolare – sulla direttrice della Via Emilia – di Lodi (+23,8%) e Parma (+23,7%), ma anche – lungo l’asse del Po – di Cremona (+22,4%) e Pavia (+20,3%).

Il minor dinamismo nella creazione del valore aggiunto totale da parte delle imprese della provincia di Piacenza rispetto a quelle dei contesti territoriali limitrofi trova spiegazione analizzando più nel dettaglio i diversi macrosettori considerati nello studio del Tagliacarne.

Valore aggiunto per macrosettori in provincia di Piacenza

In particolare, sembra imputabile all’evoluzione del valore aggiunto prodotto da manifatturiero, estrattivo e utilities (l’industria in senso stretto), che aumenta del 3,7% nel 2023, del 5,5% nel 2022, e complessivamente del 10,3% tra il 2019 e il 2023 (da 2.121 a 2.340 milioni di euro), con una velocità notevolmente inferiore a quella media provinciale, accusando le difficoltà presenti sui mercati a seguito del peggioramento del quadro geopolitico internazionale. Difficoltà che hanno frenato certamente meno il settore delle costruzioni, il quale, grazie all’orientamento al mercato interno e agli straordinari incentivi statali riservati al comparto (bonus e superbonus 110 per cento) nella fase post-pandemica, evidenzia le migliori performance nella creazione di ricchezza, facendo registrare ancora nel 2023 un incremento di quasi il 10% sull’anno precedente, dopo il +24,2% nel 2022 e il + 22,5% nel 2021, in totale +74,5% rispetto al 2019 (da 318 a 555 milioni). Il comparto dei Servizi e quello dell’Agricoltura si sono contraddistinti invece per andamenti complessivi attorno alla media provinciale. Il primo, che pesa da solo per oltre due terzi sul valore aggiunto provinciale e comprende anche logistica (settore dove siamo fortemente specializzati), commercio, ricettività turistica e ristorazione, segna nel 2023 un aumento di quasi mezzo miliardo di euro rispetto al 2022 (+7,4%) e di 1,1 miliardi rispetto al 2019 (+18,5%). Il secondo arriva alla fine del 2023 a realizzare un valore aggiunto pari a 342 milioni di euro, con un incremento del 5,7% sull’anno precedente e del 20% rispetto al pre-Covid.

Maggiori informazioni si possono ottenere osservando nello specifico il comportamento di ogni settore nel più ampio contesto nazionale, regionale e delle province limitrofe, come riportato nelle tabelle successive.

Performance dell’industria peggiori rispetto ad altre province

Da questo punto di vista, per quanto riguarda l’industria in senso stretto, risulta subito evidente come le performance del valore aggiunto a Piacenza siano state in generale meno buone rispetto a quelle degli altri contesti territoriali. Ciò non tanto nel 2023 e nel 2021, dove il nostro comparto spunta variazioni sull’anno precedente che risultano tutto sommato in linea con quelle medie nazionali e regionali, quanto nel 2022 (l’anno della crisi internazionale), quando il valore aggiunto industriale è cresciuto da noi solo del 5%, aumentando molto di più altrove, del 12,5% circa in regione e in Italia, del 17-19 per cento a Cremona e Pavia e del 21-23 per cento a Parma e Lodi.  Il recupero rispetto al pre-pandemia, fermatosi così a +10% nel piacentino, arriva invece a mostrare tassi di variazione fino a tre volte superiori nelle province confinanti, compresi tra il 25 e il 33 per cento.

Se questa è la situazione per l’industria, certamente meglio hanno fatto il settore delle costruzioni e il settore agricolo.

Comparto edile

Il comparto edile piacentino, insieme a quelli di Lodi e di Cremona, evidenzia infatti (anche grazie al fatto di non aver subito flessioni nell’anno del Covid) uno dei tassi di sviluppo della ricchezza più elevati nel medio periodo, +74,5% tra il 2019 e il 2023, sopra la media regionale (+55,3%) e nazionale (+61%), oltre che sopra ai risultati messi a segno da Pavia (+42,5%) e Parma (+33,7%).

Settore agricolo

Allo stesso modo, anche il settore agricolo provinciale sperimenta – sempre tra il 2019 e il 2023 – una dinamica del valore aggiunto molto positiva (+20,0%) nel confronto interprovinciale, ai vertici per ritmo di crescita, allineato a quello delle province di Parma (+20,6%) e di Cremona (+21,1%) e notevolmente superiore a quello dell’Emilia-Romagna (+6,9%).

Servizi

Per quanto riguarda invece il valore aggiunto realizzato dal settore dei servizi Piacenza mostra nel periodo considerato un andamento sostanzialmente simile a quello degli altri ambiti territoriali. Ciò si può osservare (al di là di qualche scostamento puntuale) sia a livello delle singole variazioni annuali, sia a livello della variazione complessiva di medio periodo (2023-19), con il piacentino (+18,5%) che si colloca al secondo posto per tasso di crescita, dopo Parma (+20,5%), ma comunque non molto distante da Pavia (+17,6%), Cremona (+16,8%) e Lodi (+16,2%), oltre che dalla media nazionale (+16,3) e regionale (+15,3).

Grazie alle elaborazioni dei dati del Centro Studi Tagliacarne è possibile infine osservare l’incidenza settoriale del valore aggiunto nell’anno 2023 , e di confrontarla con quella rilevata nel 2019. Rispetto alla composizione media italiana, la provincia di Piacenza presenta specializzazioni nel comparto agricolo, con una quota del valore aggiunto a livello locale del 3,3% (contro il 2,1% in Italia), e nel settore industriale, dove il valore aggiunto incide per il 22,7% (mentre a livello nazionale arriva al 19,8%). Piacenza risulta invece allineata alla media italiana per quanto riguarda il settore delle Costruzioni (5,4% contro 5,8%), ma è despecializzata con riferimento al comparto dei servizi pubblici e privati (68,6% contro 72,4%). Rispetto al 2019, la composizione settoriale della ricchezza prodotta ha visto nel piacentino un incremento della quota riferita al settore delle costruzioni, a danno di quella del settore industriale (che diminuisce), mentre è risultata stabile l’incidenza del settore dei servizi e di quello agricolo.

Valore aggiunto pro capite

In termini di valore aggiunto pro capite, la provincia di Piacenza con 36.178,7 euro nel 2023 supera dell’11,7% la media Italia (n.i.=100; 32.377,4 euro) e si colloca al 19° posto della graduatoria nazionale, nella parte alta della classifica delle 107 province italiane. Il dato di Piacenza si conferma il più elevato – dopo quello di Parma – tra le province limitrofe , presentando un differenziale positivo molto consistente in particolare nel confronto con il valore aggiunto pro-capite di Pavia e di Lodi. Risulta però inferiore a quello medio emiliano-romagnolo, pari a 38.703 euro.

In un’ottica di medio periodo, il reddito pro-capite piacentino (sempre in rapporto a quello medio italiano) ha registrato una lieve flessione dei numeri indice dopo la caduta nell’anno del Covid, stentando a recuperare il valore del 2019, quando era il 12,9% in più della media nazionale. Più incisiva è stata invece l’evoluzione in tal senso mostrata dalle province confinanti, in particolare Parma, Cremona e Lodi.

 




Il credito a Piacenza: lieve calo degli impieghi, aumentano i risparmi

A fine settembre 2024, sono risultati in calo dell’1,6% i prestiti in essere del sistema di credito piacentino rispetto alla stessa data dello scorso anno; gli impieghi bancari si sono così portati a 6,24 miliardi di euro.

I dati rilasciati dalla Banca d’Italia e analizzati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia evidenziano un calo generalizzato che interessa tutti i settori, cioè le amministrazioni pubbliche, le società finanziarie e le imprese, con l’unica eccezione delle famiglie consumatrici che crescono di un +0,2%.

Ad assorbire la maggior parte degli impieghi bancari è sempre il mondo delle imprese, che si attesta al 55,9%, seguito dalle famiglie consumatrici con un 42,1%.

Guardando al sistema produttivo, il comparto manifatturiero, ad esempio, mostra un lieve aumento dell’ordine dello 0,4% rispetto al settembre 2023; le costruzioni mostrano un calo del 7,0% ed i servizi evidenziano un calo del ricorso al credito bancario pari a -1,5%.

In lieve miglioramento il tasso di deterioramento del credito, che dall’1,2% è passato all’1,1%.

Il tasso di variazione dei depositi si è attestato a +0,6%, per un valore pari a 10,18 miliardi di euro;    in aumento anche il valore dei titoli a custodia, con una crescita del 19,6%, per un valore stock complessivo di 9,41 miliardi di euro registrato a fine settembre 2024.

 

 




Piacenza, aumenta il numero delle imprese guidate da stranieri (3.980)

E’ risultato in aumento, alla fine del terzo trimestre 2024, il numero delle imprese guidate da stranieri presenti in provincia di Piacenza, che si pone al secondo posto regionale, con un 15,5%, per l’incidenza di queste imprese sul totale delle attività imprenditoriali.

Secondo le analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia su dati Infocamere, infatti, si registrano 3.980 unità, un dato in aumento del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2023.

La classifica relativa alla presenza settoriale pone al primo posto l’edilizia, con un numero di imprese guidate da stranieri pari a 1.722 unità (il 43,3% sul totale) e un aumento del 5,6%.

Non dissimile è il trend delle attività afferenti al commercio (768 imprese guidate da stranieri, pari al 19,3% sul totale), che hanno chiuso il primo semestre con 34 imprese in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e una crescita del 4,6%.

Aumenti, poi, anche le attività di alloggio e ristorazione (367 imprese a guida straniera, con un +4,6%), nei servizi rivolti alle imprese (488 unità, +6,6%), nei servizi alle persone (262 imprese e + 6,1%) , in agricoltura (98 unità, con un + 10,1%) e, infine, nella manifattura, con un + 8,8%, che segna il passaggio da 250 a 272 unità.

L’analisi relativa alla natura giuridica delle imprese oggetto di analisi evidenzia che la maggior parte sono imprese individuali, con 3.230 unità che incidono per l’81,2% sul totale delle imprese guidate da stranieri in provincia di Piacenza. Seguono le società di capitale con 548 unità, le società di persone con 177 unità,  le cooperative con 21  unità e,  infine, altre forme per un totale di  4 unità.

Tra i Paesi di provenienza degli imprenditori stranieri (con riferimento alle sole 3.230 imprese individuali, le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare), quello più rappresentato è l’Albania, con 564 imprese individuali e una quota del 17,5% sul totale delle imprese a guida straniera della provincia piacentina.

Seguono poi diversi Paesi Extra-UE che contano un numero rilevante di imprese individuali: Marocco con 380, Macedonia con 261, Cina con 206, Ucraina con 134 e Tunisia con 123.

Il primo Paese comunitario presente in graduatoria è la Romania con 310 imprese individuali guidate da cittadini provenienti dal Paese dei Carpazi.




Il gruppo Giglio disegna il suo futuro con investimenti per 150 milioni di euro fra Piacenza e Reggio Emilia

Il Gruppo Giglio rilancia le proprie iniziative imprenditoriali con tre operazioni dal valore complessivo di 150 milioni di euro. Il Gruppo Giglio ha riacquisito la maggioranza di Deenova, implementato un piano di investimento in Santa Teresa Energy ed è entrato nell’azionariato della reggiana Comer Industries. Lo hanno annunciato i vertici della holding durante la conferenza stampa indetta oggi 27 novembre a Confindustria Piacenza.

“La storia imprenditoriale del Gruppo Giglio, che attualmente vanta un portafoglio di 500 milioni circa, ha come riferimento centrale l’attenzione all’innovazione e, soprattutto, alle persone. Ogni scelta imprenditoriale del Gruppo ha avuto, ed ha, come presupposto il coinvolgimento nel progetto di chi ha il giusto mix di esperienza, capacità e volontà e un forte radicamento territoriale. Sulla base di questi presupposti, a tre anni dalla cessione al fondo EQT di Antas Spa (oggi Getec, società tutt’ora profondamente radicata sul territorio piacentino ove ha mantenuto la sua sede e che occupa oltre 1.100 dipendenti) il Gruppo Giglio rilancia le proprie iniziative imprenditoriali in tre direzioni che vedono, tutte, persone e innovazioni al loro centro”.

Riacquisita la maggioranza di Deenova

Il Gruppo ha raggiunto un accordo per riacquisire dal Fondo HIG la maggioranza di Deenova srl, azienda che occupa 250 dipendenti e che ha sede e stabilimento a Gragnanino.

Presente anche in Francia con unità produttive e in altri 7 Paesi europei con i propri prodotti, Deenova è una azienda specializzata nella gestione informatizzata del farmaco in confezioni monodose e nella razionalizzazione delle spese nei dispositivi medici. Attualmente i suoi impianti e servizi sono presenti in 100 ospedali europei. Gli altri azionisti che accompagnano il Gruppo nel reinvestimento in Deenova srl sono il Fondo Equiter Infrastructure II (fondo finalizzato allo sviluppo di progetti infrastrutturali in Italia con significativi profili di innovazione e impatto gestito da Ersel Asset Management SGR con Equiter S.p.A. e con la partnership strategica di Cassa Depositi e Prestiti) e il Fondo APEI (Gruppo Amundi controllato da Crédit Agricole).

Investimenti in Santa Teresa Energy

Il Gruppo ritorna ad investire anche nel settore dell’efficientamento energetico con la startup Santa Teresa Energy srl che occupa 100 dipendenti e che eredita l’esperienza storica del Gruppo Giglio nel settore della gestione calore e della pubblica illuminazione. L’ambizioso obiettivo del Gruppo Giglio prevede investimenti per circa 60 milioni di euro da realizzarsi nell’ambito del settore dell’efficienza energetica, e più in generale nella transizione ecologica (Partenariato Pubblico Privato).

Gruppo Giglio nell’azionariato della reggiana Comer Industries

Il Gruppo è entrato nell’azionariato di Comer Industries (in pieno accordo con la Famiglia Storchi, fondatrice e guida della società che ne condivide l’attenzione per l’innovazione e le persone). Realtà reggiana leader mondiale della trasmissione di potenza, Comer società quotata al segmento Euronext della Borsa Valori di Milano, è presente nel mercato globale con 11 stabilimenti nel mondo e 4.000 dipendenti.  La nomina di Sergio Giglio nel CdA di Comer consolida l’alleanza tra le società per un investimento con una visione di lungo periodo.

L’investimento complessivo previsto per le tre iniziative è di circa 150 milioni di euro e sarà sostenuto dalla Holding del Gruppo e dal Gruppo Crédit Agricole.




Il CdA di Piacenza Expo scrive a De Pascale e ai neo consiglieri regionali

A conclusione delle operazioni di scrutinio relative alla tornata elettorale del 17 e 18 novembre, per l’elezione del Presidente e dei componenti del nuovo Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, il Consiglio di Amministrazione di Piacenza Expo – il Presidente Giuseppe Cavalli, la Vicepresidente Elisabetta Montesissa e il Consigliere Davide Villa – desidera rivolgere un augurio di buon lavoro al nuovo Presidente dell’Assemblea legislativa, Michele De Pascale, e ai consiglieri piacentini Ludovico Albasi, Luca Quintavalla e Giancarlo Tagliaferri.

“L’augurio di un proficuo e costruttivo lavoro a beneficio di tutto il territorio emiliano-romagnolo, e in particolare di quello piacentino, ma anche un accorato invito a partecipare alle fiere e agli eventi organizzati da Piacenza Expo, in un’ottica collaborativa che possa contribuire all’ulteriore crescita della società fieristica piacentina. Sei anni fa la Regione Emilia Romagna pareva intenzionata a dismettere le proprie quote per uscire definitivamente dalla compagine sociale di Piacenza Expo. I risultati raggiunti e i piani strategici approvati negli anni successivi dal’Assemblea dei Soci, hanno invece convinto la Regione non solo a mantenere le proprie quote, ma a investire ulteriormente nella nostra società fieristica passando da una quota di capitale dell’1% all’attuale 5,615%. Piacenza Expo – così come le altre fiere medio-piccole che hanno saputo conservare e consolidare la propria autonomia, evitando incorporazioni e fusioni – svolge un ruolo strategico fondamentale non solo per la valorizzazione e la crescita del tessuto economico-produttivo piacentino, ma anche per la promozione del territorio provinciale, delle sue bellezze paesaggistiche, dei suoi tesori storici, artistici e architettonici, dell’enogastronomia e di tutte le sue eccellenze. Ogni anno Piacenza Expo porta sul nostro territorio – tra visitatori, allestitori, tecnici ed espositori – circa 180.000 persone, creando un indotto a favore del territorio stesso di circa 8 milioni di euro. In attesa di poter ospitare – auspichiamo già dal prossimo evento fieristico, Dairy Expo Tech, in programma dal 5 al 6 dicembre – i neo consiglieri regionali piacentini, ma anche il Presidente De Pascale, li esortiamo a tenere in considerazione nel loro operato l’importanza del sistema fieristico locale, salvaguardandone e incentivandone le attività che, come già evidenziato, si configurano come importante valore aggiunto dei territori”.




Confedilizia e Fiaip Piacenza a confronto sul decreto “Salva Casa”

 Nell’ottica della collaborazione storica tra Confedilizia e Fiaip, presso la sede di Confedilizia Piacenza di Piazza della Prefettura si è tenuto nei giorni scorsi un incontro sul decreto “Salva Casa” (decreto-legge n. 69 del 29/5/2024), organizzato al fine di informare gli iscritti alla Federazione degli agenti immobiliari sulla normativa di recente introduzione.

I lavori sono stati introdotti dal Direttore di Confedilizia dott. Maurizio Mazzoni e da Marco Gazzola, Presidente Fiaip Piacenza, il quale ha appunto sottolineato la sinergia esistente tra Fiaip e Confedilizia, sia a livello locale che nazionale, e l’importanza della formazione degli operatori del mondo immobiliare.

Relatori sono stati l’avv. Antonino Coppolino, Presidente di Confedilizia Piacenza e Vice Presidente nazionale di Confedilizia, e il geom. Gian Mario Scaravella.

L’avv. Coppolino ha illustrato il decreto in linea generale ed ha spiegato che la nuova normativa ha introdotto diverse semplificazioni in materia di edilizia e di urbanistica, elencando le più importanti per la proprietà immobiliare e per il settore in generale ed auspicando che il decreto raggiunga presto gli sperati effetti di stimolo al mercato delle compravendite, ma anche di ausilio agli interventi di riqualificazione degli edifici.

Il geom. Scaravella ha intrattenuto il folto pubblico presente illustrando in modo specifico ed analitico le novità introdotte dal decreto e l’interazione delle nuove norme con la legge regionale vigente.

Ha parlato in particolare di ampliamento delle attività di edilizia libera, semplificazione nel riconoscimento dello stato legittimo degli immobili, agevolazioni nei cambi di destinazione d’uso, deroghe ad altezza minima e superficie minima dei locali, tolleranze costruttive, accertamento di conformità, incentivazione del recupero dei sottotetti, opere eseguite in difformità dal titolo, somme dovute a titolo di oblazione, ecc…

Al termine dell’incontro i relatori hanno risposto ai quesiti dei numerosi presenti.

Per informazioni sulle nuove norme gli interessati possono rivolgersi presso la sede dell’Associazione Proprietari Casa-Confedilizia di Piacenza, ove è attivo un apposito sportello “Salva Casa” (Via Del Tempio n. 27-29 – Piazza della Prefettura -, tel. 0523.327273 – fax 0523.309214. Uffici aperti tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00, lunedì, mercoledì e venerdì anche dalle 16.00 alle 18.00; e-mail: info@confediliziapiacenza.it; sito Internet: www.confediliziapiacenza.it).




Mercato del lavoro in calo a Piacenza: trimestre in flessione per i nuovi contratti

Calo per il mercato del lavoro in provincia di Piacenza. Sono 2.490, infatti, i nuovi contratti previsti per il mese di novembre e 6.590 quelli per il trimestre novembre-gennaio; sia su base mensile che trimestrale, i valori appaiono in flessione rispetto  a quelli dello scorso anno (rispettivamente -6,0% e -7,4%).

I dati rilasciati dal Sistema informativo Excelsior, analizzati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia, evidenziano che le attivazioni previste per novembre 2023 si concentreranno per il 75,1% nel settore dei servizi, con 1.870 nuovi contratti e un -7,9% rispetto al novembre 2023 e, per il 55 %, saranno in capo ad aziende con 50  o più dipendenti.

Nell’ambito del comparto, il più elevato numero di nuovi contratti è previsto per il commercio con  870 nuovi contratti (dato quasi triplicato  rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), i servizi alle imprese con 550 nuovi contratti (-56,0% sul novembre 2023), i servizi di alloggio e ristorazione con 250 nuovi contratti  (+8,7%) ed i servizi alle persone con 200 nuovi contratti (-13,0%).

Stabile, invece, il numero di nuovi contratti previsti nell’industria, con 620  attivazioni che risultano il frutto di una crescita dell’industria in senso stretto (490 nuovi contratti, +2,1%) e di un calo delle costruzioni (130 nuovi contratti in meno, con un -7,1% ).

Nel 20% dei casi – rileva la Camera di Commercio – i nuovi contratti previsti saranno stabili, cioè a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nell’80% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o altre forme con durata predefinita).

I nuovi contratti interesseranno per una quota del 38% giovani con meno di trent’anni; nel 55% dei nuovi contratti  è comunque richiesto il possesso di esperienza professionale specifica o nello stesso settore.

Anche a novembre le aziende incontreranno difficoltà nel reperimento di alcune figure professionali, complessivamente in 50 casi su 100.

Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, tra le figure di più difficile reperimento vi sono gli specialisti in discipline artistico-espressive ( nell’86,1% dei casi), i tecnici della salute (nell’84,6% dei casi) ed i tecnici dei rapporti con i mercati ( nel 64,2% dei casi, di difficile reperimento).

Riguardo l’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento i professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali (nel 92,3% dei casi), gli operatori della cura estetica (nel 57,1% dei casi) e gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (52,0% dei casi).

Nel segmento degli operai specializzati le difficoltà si scontano soprattutto nella ricerca di  fonditori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (89,0% dei casi), di operai specializzati nell’installazione e manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche (85,0% dei casi) e di operai per macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (83,3%).




Piacenza, Cassa Integrazione in aumento del 10,6% nei primi nove mesi del 2024

Seppure in misura largamente inferiore a quanto accaduto in altre province emiliane, anche a Piacenza è risultato in aumento l’andamento della Cassa integrazione nei primi nove mesi del 2024.

Le analisi dell’ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia su dati Inps evidenziano, infatti, un numero complessivo di ore autorizzate, da gennaio a fine settembre, pari a 811.167, mentre nello stesso periodo del 2023 erano 733.582; l’incremento, dunque, è pari al 10,6%.

Il dato complessivo è il risultato di un incremento sia della cassa integrazione ordinaria, passata dalle 588.520 ore autorizzate fino a settembre 2023 alle 616.072 ore di quest’anno, che di quella straordinaria (che ha segnato particolarmente i mesi di maggio e luglio), con il numero di ore autorizzate passato da 145.062 a  195.095.

La maggior parte delle ore di cassa integrazione ha interessato il settore manifatturiero, che ha assorbito 446.824 ore della Cig ordinaria e 194.798 della straordinaria.

“L’andamento della Cig – sottolinea il vicepresidente vicario della Camera di Commercio dell’Emilia, l’imprenditore piacentino Filippo Cella – riflette, nella sostanza, il periodo complesso che sta vivendo l’industria piacentina, per la quale, a fine 2024, è previsto un calo del Pil dello 0,8%, mentre il dato complessivo dell’economia locale è previsto in aumento dello 0,9%”.

“I dati – prosegue Cella – indicano che si sono messi in atto più consistenti processi di riconversione e ristrutturazione, ma il ricorso temporaneo alla Cig straordinaria non deve  generare situazione di allarme, anche perché, per completezza di analisi, le ore di Cassa integrazione autorizzate a Piacenza nel mese di settembre 2024 segnano un calo rispetto a quanto rilevato nel periodo precedente di maggio/luglio 2024, registrando, addirittura, un dato inferiore e in controtendenza rispetto alle 137.982 ore di Cassa integrazione autorizzate nel mese di settembre 2022 e all’incirca replicate a settembre 2023”.

“La propensione agli investimenti da parte del tessuto imprenditoriale, e segnatamente dal settore dell’industria – osserva Cella – non è dunque stata intaccata, e la conferma viene anche dal volume delle domande che sono giunte sui bandi della Camera di Commercio destinati a sostenere lo sviluppo imprenditoriale, con richieste che complessivamente hanno superato i 9 milioni di euro, con i valori più alti per i processi di innovazione digitale e l’internazionalizzazione”.

“Proprio per questo – conclude il vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia –  nel luglio scorso abbiamo raddoppiato le risorse messe a disposizione delle imprese, anche per Bandi a sostegno delle PMI e delle Certificazioni di sistema ESG, con un intervento straordinario che accompagni il tessuto imprenditoriale in una fase di incertezza che, pur coinvolgendo tutti i settori, caratterizza soprattutto l’industria ma con prospettive di ripresa che, per il 2025, la danno in crescita dell’1,1%, in linea con l’andamento atteso per l’intero sistema economico territoriale”.