Scelte di investimento: meglio affidarsi agli intermediari classici per prevenire frodi

Sono stati innumerevoli gli spunti offerti da Claudio Cacciamani in tema di scelte consapevoli sul risparmio e sulle decisioni di investimento per “cercare di vivere tutti meglio con quello che abbiamo”, come si trova scritto sul pamphlet (“Zibaldone di pensieri economici, finanziari e assicurativi”, edizioni Giappichelli) realizzato dal docente di Economia degli intermediari finanziari presso il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Parma e presentato al PalabancaEventi di via Mazzini per iniziativa della Banca di Piacenza. Il volume raccoglie articoli “didascalici” (dall’autore definiti “didascalie sparse”) pubblicati dal 2017 al 2024 come pezzi di fondo dell’inserto economico del lunedì della Gazzetta di Parma.

Il prof. Cacciamani ha fatto notare come in campo finanziario «molti fenomeni sfuggono alla vigilanza o non sono regolamentati», come nel caso in cui alla cassa del supermercato ti viene chiesto se vuoi lasciare il resto per un piano di accumulo («è regolamentata quella roba lì?», si è chiesto il relatore) e consigliato agli intermediari di dare «poche informazioni e serie» usando «parole semplici ma efficaci». L’autore ha quindi fatto cenno agli investimenti alternativi («cose allucinanti») che hanno fatto la loro comparsa appena prima e subito dopo il Covid, «fenomeni che rischiano di provocare serie disuguaglianze».

Nella finanza, nelle banche e nelle assicurazioni «non esiste un modello imprenditoriale a cui ispirarsi perché – ha spiegato il prof. Cacciamani – ci sono istituti di piccole dimensioni che vanno bene, grandi banche che se la passano male e viceversa». E nel dibattito sulle concentrazioni bancarie «sentiamo spesso i manager di importanti gruppi dire che l’obiettivo è creare valore per gli azionisti. E il cliente?».

Il docente ha espresso perplessità sui sempre maggiori obblighi informativi e sulla eccessiva standardizzazione dell’informativa. Dubbi anche sull’intelligenza artificiale: «Può essere usata per discriminare a monte la clientela; esiste un tema etico; la vigilanza bancaria si sta già interrogando in merito».

«L’accesso a transazioni sicure e decentralizzate – ha concluso il prof. Cacciamani – fornisce una base solida per prevenire le frodi, per garantire una maggiore governance, per avere dati e reportistiche migliori. Gli intermediari finanziari e bancari possono avere notifiche aggiornate e accurate in relazione ai cambiamenti. Ciò permette loro di migliorare la gestione del rischio e massimizzare le opportunità di capitali e fondi». Ultimo consiglio: «Investire in competenze, perché è su quelle che si gioca il futuro».




«Scuola italiana prigioniera di sindacati e pedagogisti»

I rapporti tra Europa e America dopo i risultati delle elezioni presidenziali negli Usa: questo il prossimo tema del Festival della cultura della libertà nell’anno del decennale (2026). L’anticipazione arriva dal curatore scientifico Carlo Lottieri, che ha svolto le considerazioni finali dell’edizione numero nove, conclusasi oggi e organizzata al PalabancaEventi di via Mazzini dall’Associazione culturale Luigi Einaudi in collaborazione con Confedilizia, Banca di Piacenza, European students for liberty, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Liberali Piacentini, Comitato nazionale per i 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi. «Ci siamo trovati qui a Piacenza – ha osservato – per riflettere, ragionare e capire meglio perché è importante la libertà di educazione. Spero che ognuno di noi torni a casa con un’idea che lo abbia arricchito. Io ne porto con me due: in presenza di istituzioni sovrane che pretendono di essere sopra tutto, non c’è spazio per la libertà educativa; ogni libertà in meno dissolve anche le altre libertà». Per i saluti finali è intervenuto anche il presidente nazionale di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, che ha ringraziato (ringraziamenti a cui si è unito Antonino Coppolino, presidente dei Liberali Piacentini) Carlo Lottieri e tutti coloro che hanno contribuito all’ottima riuscita del Festival e ha ricordato l’attività culturale della Confedilizia per diffondere il pensiero liberale, anche oltre i temi che riguardano più direttamente la proprietà immobiliare.

La mattinata della seconda giornata (tema del Festival, “Libertà educativa, meno Stato, più società”), moderata da Emanuele Galba, aveva preso il via con la IV sessione che ha trattato di “Imprese e istruzione: un rapporto da costruire”, con Roberto Brazzale (imprenditore), Cesare Galli (professore di diritto industriale all’Università di Parma, in collegamento) e Pierluigi Magnaschi (direttore di Italia Oggi). L’avv. Brazzale ha individuato negli anni ‘70 l’inizio della parabola discendente della qualità formativa, con riforme continue che hanno burocratizzato la scuola dove, ha sostenuto, «ci sono ottimi insegnanti che non sono messi in condizione di lavorare come sanno». L’imprenditore veneto ha quindi stigmatizzato «l’ideologizzazione della scuola che produce il “perfetto cittadino”, vale a dire un imbecille». Il prof. Galli ha sostenuto che per migliorare la collaborazione tra imprese e sistema scolastico bisognerebbe dare impulso alle agenzie private del lavoro, perché l’Agenzia nazionale dell’occupazione «ha fallito». Il docente universitario ha poi auspicato maggiore concorrenza tra sistemi scolastici «non per creare scuole di serie A e di serie B, ma per avere scuole diverse per esigenze diverse».

Il direttore Magnaschi ha sentenziato la crisi della scuola italiana, dove troviamo «punti di eccellenza e qualità media molto bassa». Una crisi che secondo il giornalista piacentino deriva dal fatto che «i processi educativi sono governati da Roma, dove abbiamo burocrati prigionieri dei sindacati. Altro grande problema della scuola italiana, a parere di Magnaschi, «l’affidamento dei programmi ministeriali ai pedagogisti, che li rendono ideologici». Il direttore di Italia Oggi ha quindi fatto cenno a un altro grande problema del nostro livello di istruzione: la scarsa conoscenza dell’inglese dovuta al fatto che per troppi anni nelle nostre scuole si è insegnato come prima lingua straniera il francese «per una sorta di sudditanza verso la Francia». L’oratore ha concluso auspicando «una più forte presenza del settore privato al ministero della Pubblica istruzione».

Nella V sessione il filosofo del diritto Carlo Lottieri e lo storico delle dottrine politiche Diana Thermes hanno affrontato il tema del finanziamento dell’istruzione in una società libera. «L’istruzione – ha argomentato il direttore scientifico del Festival – è finanziata dal contribuente, spesso senza saperlo e senza avere qualcosa in cambio. Il nostro è un sistema educativo socialista basato sulla coercizione e che punta all’egualitarismo piuttosto che credere in una società dinamica che possa dare opportunità con finanziamenti volontari e privati». La prof. Thermes ha illustrato il pensiero della scrittrice statunitense di origini russe Ayn Rand, che ha sempre sostenuto come la libertà d’istruzione sia l’unico mezzo per formare uomini liberi e che ha sempre lottato con i suoi romanzi contro gli educatori progressisti.

Nel pomeriggio la VI sessione ha visto al tavolo dei relatori Raimondo Cubeddu, Gabriele Marmonti e Alessandro Vitale che hanno parlato di “Università contemporanee e dogmatismo dominante”, mentre nell’ultima sessione (tema, “L’accademia in un mondo in trasformazione”) sono intervenuti Sergio Belardinelli, Paolo Miccoli e Andrea Simoncini. Le sessioni pomeridiane sono state moderate da Antonino Coppolino.




Alessandro Seggio vince il concorso del CPAE. Il suo dipinto sarà in manifesto della Vernasca Silver Flag 2025

Gli ultimi ritocchi tra la luce soffusa della Galleria della Borsa tra prospettive e scelte stilistiche diverse ed auto, che su tela o incollate all’asfalto, hanno tracciato la storia dell’automobilismo italiano ed internazionale. A vincere il concorso estemporaneo di pittura organizzato dal CPAE in collaborazione con il Liceo Artistico “Bruno Cassinari” l’opera di Alessandro Seggio, studente del terzo anno Achitettura dell’istituto piacentino, che diventerà così manifesto della ventinovesima edizione della Vernasca Silver Flag.

Alessandro ha immortalato nel suo lavoro il tema portante della prossima edizione rappresentando un mondo dal quale prorompono le scie di tre auto capaci di vincere ed incantare migliaia di appassionati in tutto il globo e che sono fulcro di quanto si consumerà in Val d’Arda il fine settimana del 13 giugno: un 1975 storico nel quale Ferrari vinceva con Lauda e la 312 B il Campionato del Mondo di Formula 1, Alfa Romeo conquistava il Campionato del Mondo Marche con le 33 TT12 mentre Lancia completava il tris di Mondiali con la vittoria del Campionato del Mondo Rally con la Stratos.

La giuria del concorso ha discusso e dibattuto prima di decretare il vincitore, segno che gli altri quattro finalisti – selezionati tra i trentadue partecipanti complessivi – erano distanti per questione di pochi voti, di centesimi sulla linea del traguardo. Secondo posto per Marta Cattaneo, terzo gradino del podio per Luka Angelov (stesso risultato della precedente edizione del concorso), quarta piazza per Aaron Lee e quinto posto per Aurora Toscano: gli studenti si sono suddivisi equamente anche l’indirizzo di provenienza, segno che le proposte pur di stampo diverso sono state apprezzate in egual misura.

«Un concorso di pittura può essere occasione di avvicinarsi al mondo delle auto d’epoca – ha commentato così il professor Massimo Grandi (ex direttore Laboratorio di Car Design, Dipartimento Architettura UNIFI), membro della giuria – Gli studenti sono stati invitati ad affrontare una tematica particolare in un contesto dove il design automobilistico ha come propulsore il marketing che opera in base a principi i quali limitano la libertà: è necessario affidare questo manifesto a ragazzi giovani, per evitare il rischio che si perda interesse per l’auto storica». A sottolineare le parole dello storico designer fiorentino la vice presidente di ASI, Agnese Di Matteo. «Partecipando alle ultime edizioni della Silver sono sempre rimasta affascinata dalla organizzazione del club (CPAE, NdR) capace di fare squadra: l’idea di coinvolgere i giovani può essere stimolo per ritrovare interesse verso auto e viaggi. È difficile trovare l’argomento giusto per avvicinare i ragazzi: ASI Giovani, al suo secondo mandato, sta lavorando anche su questo fronte».

Oltre a Grandi e Di Matteo in giuria erano presenti Lorenzo Boscarelli (Presidente AISA), Claudio Casali (Presidente CPAE) e Giovanni Groppi (Vicepresidente CPAE e membro Commissione cultura ASI). Assente per indisposizione Andrea Vetrucci (Interior Designer Automobili Lamborghini, vincitore concorso nel 2015), ex studente del Cassinari.

Le premiazioni finali si sono svolte di fronte a Palazzo Mercanti alla presenza dell’assessore Mario Dadati, dei docenti del liceo Cassinari che hanno seguito gli studenti nella fase di preparazione al concorso insieme alla dirigente scolastica, Sabrina Mantini.

LA CLASSIFICA DEI FINALISTI

1.   Alessandro Seggio (III Architettura)

2.   Marta Cattaneo (V Grafica)

3.   Luka Angelov (IV Figurativo)

4.   Aaron Lee (IV Architettura)

5.   Aurora Toscano (IV Design)




«La scuola di oggi è un disastro e non è in grado di trasmettere ai giovani il desiderio di sapere»

«La scuola di oggi è un disastro perché non è in grado di formare giovani dotati di spirito critico. Manca il desiderio di sapere. La scuola dovrebbe tenere vivo il desiderio di conoscenza, perché senza conoscenza non c’è libertà». Questo il giudizio, severo ma del tutto condivisibile, dato da Maria Antonietta De Micheli Sforza Fogliani, che nella scuola ha insegnato per tanti anni e che ha suggerito il tema di quest’anno, intervenuta alla prima giornata della nona edizione del Festival della cultura della libertà (organizzato dall’Associazione culturale Luigi Einaudi in collaborazione con Confedilizia, Banca di Piacenza, European students for liberty, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Liberali Piacentini, Comitato nazionale per i 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi) in corso al PalabancaEventi di via Mazzini a Piacenza e intitolato al marito Corrado Sforza Fogliani, ideatore della kermesse liberale ricordato da tutti gli intervenuti, in modo particolare dal sindaco. «È stata una figura straordinaria per la nostra città e nel panorama nazionale – ha affermato Katia Tarasconi -. La sua scomparsa ha rappresentato una profonda perdita per Piacenza, città che ha amato e che ha servito fino all’ultimo».

La prima sessione (moderata da Emanuele Galba) ha trattato di “Luigi Einaudi e la scuola libera”, con a Roberta Modugno (storica delle dottrine politiche), Vincenzo Nasini (avvocato e vicepresidente di Confedilizia), Paolo Silvestri (professore di filosofia del diritto Università di Catania) e Giuseppe Vegas (presidente del Comitato nazionale per i 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi, che ha portato un saluto a nome del Comitato, la cui funzione è stata quella di «riportare in primo piano una persona, Einaudi, che ha dato tanto al nostro Paese ma che è ricordato molto meno di chi fa più chiasso»). «Einaudi – ha argomentato la prof. Modugno – aveva definito il valore legale del titolo di studio la peggior peste che potesse capitare, perché il valore legale uniforma, di fatto, gli insegnamenti in tutte le scuole ai programmi decisi dallo Stato». La relatrice ha quindi spiegato la differenza che l’economista di Dogliani faceva tra due modelli di scuola: quello napoleonico franco-italiano, con criteri formativi stabiliti dallo Stato, e modello anglosassone, simbolo di libertà.

L’avv. Nasini ha dal canto suo trattato dell’educazione dei giovani al rispetto del valore della proprietà privata attraverso la scuola, lamentando che questo rispetto non venga insegnato. «Anzi – ha osservato – gli studenti si convincono a disprezzare tutto quello che è privato dimenticando che senza libertà economica non esiste libertà politica».

Il prof. Silvestri ha approfondito il tema della libertà educativa e dell’educazione alla libertà che ritroviamo nel pensiero einaudiano. «L’uomo è al centro del pensiero di Einaudi – ha sostenuto l’oratore – uomo che definiva non perfetto, bensì perfettibile, nel senso che si può sbagliare, l’importante è però sapere che la libertà è fatta di lotta per migliorarsi. Per il Nostro l’uomo non nasce libero ma lo diventa con lo sforzo continuo e la libertà è un qualcosa che si nutre di diversità. E nemici della libertà sono coloro disposti a barattarla con la sicurezza, come è avvenuto con il fascismo».

Il Festival si era aperto con gli interventi di saluto (introdotti da Danilo Anelli) del presidente dei Liberali Piacentini Antonino Coppolino («Il Festival è stata una grande intuizione di Corrado Sforza Fogliani, che ha sempre vissuto questa due giorni come una ventata di libertà»), del presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa («Grazie alla Banca di Piacenza che ci ospita in questo bellissimo posto, a Carlo Lottieri che ogni anno sviluppa i temi e coinvolge i relatori, al presidente Sforza Fogliani per aver avuto la splendida idea di questa iniziativa; e grazie a Danilo Anelli; riguardo al tema di quest’anno, vorrei segnalare che il ministro Valditara ha inserito nelle indicazioni del programma di educazione civica il concetto dell’importanza della proprietà privata, che va rispettata e incoraggiata»), del presidente della Banca di Piacenza Giuseppe Nenna («Corrado Sforza Fogliani ha sempre sviluppato idee che hanno avuto un successo duraturo nel tempo. È stata una grande perdita per la città e per la Banca, dove ha seminato bene, lasciandoci una realtà autonoma e indipendente; il nostro impegno quotidiano è di mantenerla tale») e di Antonietta De Micheli Sforza Fogliani (del suo intervento abbiamo riferito all’inizio.

Il deputato svizzero e insegnante all’ETH di Zurigo Paolo Pamini ha tenuto una stimolante lectio magistralis su “La Svizzera è un modello?”, illustrando il funzionamento delle istituzioni svizzere e spiegando che quel modello ci può aiutare a comprendere certi meccanismi ma non è esportabile in Italia.

La giornata – seguita anche in diretta streaming (liberalipiacentini.com, culturadellaliberta.com, confedilizia.it) – è proseguita nel pomeriggio (gli incontri sono stati moderati dal giornalista Carlandrea Triscornia) con la II sessione (“Le ragioni della scuola parentale”), che ha visto confrontarsi lo storico Eugenio Capozzi, il filosofo del diritto Andrea Favaro e il libero professionista Matteo Piazza, che ha raccontato la sua personale esperienza dell’aver tentato di mettere in piedi una scuola parentale. Il filosofo politico Raimondo Cubeddu ha ricordato il prof. Lorenzo Infantino, mancato nei giorni scorsi e più volte ospite al Festival: «Tra di noi si era sviluppata una bella amicizia. Era un calabrese molto orgoglioso e un po’ permaloso, ammiratore dei grandi classici del liberalismo austriaco, ma che si sentiva inglese dopo aver studiato a Oxford. Era uno studioso formidabile. Ci mancherà».

Nella III sessione (“Le scuole libere in Italia: quali prospettive”) sono invece intervenuti suor Anna Monia Alfieri (religiosa, ed esperta in educazione), Tiziana Marzaroli (professore di filosofia e padagogia Liceo artistico Cassinari Piacenza) e Sandro Scoppa (avvocato e presidente Confedilizia Calabria). La prima giornata si è conclusa con un momento musicale che ha visto protagonisti Elisabetta Viviani e Claudio Damiani.




Numeri da record per la mostra “Atlas Maior”

Chiusura col botto per la mostra “Atlas Maior – Un universo senza confini – La cartografia, il viaggio e l’arte” sulla quale è calato il sipario ieri, domenica 19 gennaio, dopo una settimana di proroga che era stata decisa valutato il crescente apprezzamento dei piacentini per la rassegna. Nell’ultimo weekend sono stati infatti circa un migliaio di visitatori che non hanno voluto farsi scappare l’occasione di osservare da vicino il capolavoro della cartografia del ‘600 realizzato da Joan Blaeu, un atlante in dieci volumi (di proprietà della Banca di Piacenza) assoluto protagonista della rassegna che si è tenuta al PalabancaEventi di via Mazzini a partire dal 14 dicembre.

«Grande soddisfazione» è stata espressa da Giuseppe Nenna per il successo della mostra. «Le migliaia di persone che in queste settimane sono venute al PalabancaEventi – ha osservato il presidente della Bancahanno apprezzato soprattutto la scelta di proseguire con allestimenti che prevedono la tecnica immersiva (quella già utilizzata per “Icônes”, il viaggio multimediale nei tre capolavori di Piacenza – Ecce Homo, Tondo di Botticelli e Signora di Klimt) rispetto alle esposizioni tradizionali. Un’ulteriore prova che al pubblico piacciono le novità. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito con la loro competenza e il loro lavoro al buon esito di questa iniziativa».

Allestita da NEO (Narrative Environments Operas), rientrante nelle iniziative di Rete Cultura Piacenza e promossa dal popolare Istituto di credito su progetto scientifico di Antonio Iommelli, direttore dei Musei Civici di Palazzo Farnese, la mostra ha offerto a oltre settemila visitatori l’opportunità di esplorare il mondo della cartografia storica attraverso un percorso suddiviso in quattro sezioni tematiche, in cui si sono potute ammirare mappe dettagliate, dipinti e strumenti scientifici dell’epoca. Quattro le sale del PalabancaEventi coinvolte: Sala Corrado Sforza Fogliani, il Cuore dell’Atlas, con al centro una sfera luminosa, un mappamondo tridimensionale ispirato ai disegni originali di Willem Blaeu, padre di Joan; Sala Carnovali (Abissi senza fine); Sala Raineri (Tra pennello e compasso) e Sala Douglas Scotti (Farnese Mundi); della curatela di quest’ultimo ambiente si è occupato Graziano Tonelli, già direttore dell’Archivio di Stato di Parma.

VISITE GUIDATE. Molto intenso è stato il programma di visite guidate. L’ultimo venerdì di apertura, il curatore scientifico della mostra Antonio Iommelli (presentato dal presidente Nenna) ha curato una visita guidata nel corso della quale ha sfogliato alcuni dei dieci libri dell’Atlas Maior catturando l’attenzione dei presenti su molti particolari che solo uno sguardo esperto poteva cogliere. Le altre visite guidate sono state tenute dalla storica dell’arte Laura Bonfanti, molto apprezzata per la sua chiarezza espositiva, e hanno coinvolto – oltre al Consiglio di Amministrazione, ai soci e ai clienti private della Banca – scuole (terza A e B turistico dell’Istituto Romagnosi) e associazioni (Inner Wheel, Società Dante Alighieri, Maria Cristina di Savoia, Pittori Csi, Cra Banca d’Italia, Amici della lirica).

MANIFESTAZIONI COLLATERALI. Quattro gli eventi collaterali organizzati durante il periodo di svolgimento della mostra. Protagonisti Luigi Rizzi (“Atlas Maior: 360 anni di un capolavoro cartografico”), Graziano Tonelli (“Piacenza e il viaggio in Italia tra ‘600 e ‘700”), Valeria Poli (“La cartografia tra scienza e politica. Città e territorio in età farnesiana”) e Antonio Iommelli (“Tra pennello e compasso. Arte e scienza nel XVII secolo”).




Arte (pennello) e scienza (compasso) strettamente legate per diffondere il sapere

Pubblico numeroso in Sala Panini del PalabancaEventi per il quarto appuntamento (dopo quelli con Luigi Rizzi, Graziano Tonelli e Valeria Poli) con le manifestazioni collaterali alla mostra “Atlas Maior – Un universo senza confini – La cartografia, il viaggio e l’arte”, promossa dalla Banca di Piacenza e aperta fino a domenica 19 gennaio dopo la proroga decisa dall’Istituto di credito valutato il successo della rassegna.

Il curatore scientifico della mostra Antonio Iommelli (direttore dei Musei Civici di Palazzo Farnese) – introdotto da Roberto Tagliaferri, responsabile dell’Ufficio Economato e Sicurezza della Banca – ha con grande maestria portato i presenti dentro il 1600 (periodo a cui risale la realizzazione dell’Atlas Maior), un secolo tra luci e ombre dove arte e scienza avevano «un rapporto stretto» (da qui il titolo della conferenza, “Tra pennello e compasso”).

Il viaggio del dott. Iommelli è iniziato dall’Olanda di Willem Beau, padre di Joan autore dell’Atlas. Figura di spicco nella storia della cartografia e dell’astronomia, è il classico esempio, ha rimarcato il relatore, di come attraverso la scienza si potessero raggiungere posizioni di agiatezza pur non essendo di nobili origini. L’Olanda a quel tempo era una terra «in bilico tra cattolicesimo e protestantesimo», dove gli artisti erano più liberi, rispetto all’Italia, di rappresentare le scoperte scientifiche nelle loro opere. Terra che si arricchisce attraverso il commercio alimentato dal desiderio di viaggiare verso l’ignoto alla scoperta di nuovi mondi, da dove arrivavano poi spezie, ceramiche, tessuti. E le case olandesi erano ricche di ceramiche e opere d’arte, opere dove venivano spesso rappresentati carte geografiche e oggetti legati alla geografia (globi celesti e terrestri, la sfera armillare). Il direttore dei Musei Civici ha quindi mostrato diverse opere di Jan Vermeer (Donna in azzurro che legge una lettera, Donna con brocca d’acqua, Allegoria della pittura, Allegoria della Fede) nelle quali sono dipinte in modo dettagliato mappe e simboli della scienza in maniera diretta. In Italia, invece, fortemente influenzata dalla regole della Chiesa, gli artisti erano costretti a rappresentare il legame tra arte e scienza “nascondendo”, per esempio, la luna cinerea teorizzata da Leonardo da Vinci o quella dove si vedevano i crateri, a dimostrazione che non era piatta come si sosteneva all’epoca; o il cannocchiale, che per primo Galileo puntò verso il cielo allo scoperta dei pianeti e che diventò emblema del sapere. «Gli scienziati – ha spiegato il dott. Iommelli – ruppero gli schemi e per questo furono messi al rogo. Ricordo che Galilei fu riabilitato solo nel 1992 da Papa Giovanni Paolo II».

A tutti gli intervenuti è stata consegnata copia del catalogo della mostra.

 

ORARI DELLA MOSTRA

Da martedì a venerdì: 16 – 19

Sabato e domenica: 10 – 13 / 16 – 19

L’ingresso alla mostra è libero.




Teatro Duse di Cortemaggiore. Serata dedicata a Gian Luca Vialli “Le cose importanti”

La figura non solo sportiva, ma soprattutto umana di Gianluca Vialli è la protagonista dell’appuntamento previsto domenica 12 gennaio alle ore 21 al Teatro Duse di Cortemaggiore con il regista Marco Ponti e lo scrittore Pierdomenico Baccalario che presentano Gian Luca Vialli “Le cose importanti”. Un appuntamento letterario nell’ambito della stagione del Duse in collaborazione con Fedro Cooperativa e grazie al sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Marco Ponti, il regista di “Santa Maradona” ha avuto la fortuna di poter raccogliere le parole del calciatore durante le riprese del docufilm “La bella stagione”.  «Ci sono un po’ di cose in più che vorrei raccontarvi. Cose importanti, per me, che voglio che voi ascoltiate e che restino. Ci tengo molto.» Le cose importanti che Gianluca Vialli ha voluto dire durante la registrazione del docufilm La bella stagione sono racchiuse nel libro che verrà presentato a Cortemaggiore. E sono importanti perché sono proprio le sue e sprigionano la magica energia delle parole definitive. Dopo la clamorosa e vincente carriera da calciatore professionista, Gianluca Vialli si è reinventato molte volte: prima come commentatore televisivo, poi public speaker, quindi capo delegazione della Nazionale italiana di calcio, quella che sollevò il trofeo nel 2021. L’ultima reinvenzione è stata quella di condivisione pubblica della sua personalissima esperienza di resilienza di fronte alla malattia incurabile. In questo libro Vialli parla di sé, delle persone che ha incontrato, delle esperienze che lo hanno migliorato, dei valori che ha incarnato, della consapevolezza della propria fragilità, della forza delle relazioni vere, del rigore nel fare le cose ben fatte, della serietà e dell’impegno con cui ci si deve offrire al mondo. Parte dei proventi del libro vanno a sostenere la ricerca sulla SLA tramite la Fondazione Vialli e Mauro.

Davide Rossi, Presidente Fedro Cooperativa: “Sono davvero felice di poter ospitare il regista Marco Ponti e lo scrittore Pierdomenico Baccalario che ci guideranno alla scoperta di alcuni aneddoti tratti dal libro “Gianluca Vialli, le cose importanti”. Un omaggio alla figura umana di un grande leader del calcio venuto a mancare proprio il 6 gennaio 2023. Sarà l’occasione per scoprire le tante sfumature di un uomo che è diventato un esempio per molti”.

PROSSIMO APPUNTAMENTO

12 gennaio ore 21 –  Marco Ponti e Pierdomenico Baccalario

“Gianluca Vialli – Le cose importanti”

Incontro letterario

BIGLIETTERIA

Biglietteria locale presso Associazione turistica, via Boni Brighenti 2/a – Cortemaggiore

Info +39 366 3065722 e dusecortemaggiore@gmail.com

Biglietto intero 20€




Atlas Maior. Mostra prorogata fino al 19 gennaio

È stata prorogata fino a domenica 19 gennaio la mostra dedicata all’Atlas Maior – il capolavoro della cartografia del ‘600 realizzato da Joan Blaeu – in corso al PalabancaEventi (già Palazzo Galli) di via Mazzini. La decisione è stata presa dal Consiglio di amministrazione della Banca di Piacenza valutato il successo crescente della rassegna allestita in modalità multimediale da NEO (Narrative Environments Operas), la società di Milano che aveva già curato con successo la scorsa estate “Icônes”, il viaggio immersivo nei tre capolavori di Piacenza (Ecce Homo, Tondo di Botticelli e Signora di Klimt).

La mostra – rientrante nelle iniziative di Rete Cultura Piacenza e promossa dal popolare Istituto di credito su progetto scientifico di Antonio Iommelli, direttore dei Musei Civici di Palazzo Farnese – è incentrata sui dieci volumi (con 594 incisioni) dell’Atlas Maior di proprietà della Banca, dopo la donazione avvenuta nel 2010 da parte di Annarosa Mars.

L’evento ha già offerto a centinaia di visitatori l’opportunità di esplorare il mondo della cartografia storica attraverso un percorso suddiviso in quattro sezioni tematiche, in cui si sono potute (e si potranno) ammirare mappe dettagliate, dipinti e strumenti scientifici dell’epoca.

Quattro le sale del PalabancaEventi coinvolte: Sala Corrado Sforza Fogliani, il Cuore dell’Atlas, con al centro una sfera luminosa, un mappamondo tridimensionale ispirato ai disegni originali di Willem Blaeu, padre di Joan; Sala Carnovali (Abissi senza fine); Sala Raineri (Tra pennello e compasso) e Sala Douglas Scotti (Farnese Mundi); la curatela di quest’ultimo ambiente è affidata a Graziano Tonelli, già direttore dell’Archivio di Stato di Parma, che sui Farnese e sui viaggiatori stranieri tra ‘600 e ‘700 ha tenuto una manifestazione collaterale alla mostra.

E a proposito di eventi collaterali, ricordiamo che – dopo quelli che hanno visto protagonisti Luigi Rizzi e Graziano Tonelli – domani, giovedì 9 gennaio, Valeria Poli terrà al PalabancaEventi (ore 18) una conferenza sulla “Cartografia tra scienza e politica”; mentre Antonio Iommelli giovedì 16 gennaio (sempre alle 18 al PalabancaEventi) interverrà sul tema “Tra pennello e compasso. Arte e scienza nel XVII secolo”.

ORARI DELLA MOSTRA

Orari e giorni d’accesso alla Mostra “Atlas Maior – Un universo senza confini – La cartografia, il viaggio e l’arte”

Da martedì a venerdì: 16 – 19

Sabato e domenica: 10 – 13 / 16 – 19

Giorno di chiusura: lunedì

L’ingresso alla mostra è libero.

 




Farnesiana. Al Circolo Quartiere 4 pranzo dell’inclusione con Aism e Radio Shock

È stato un pranzo all’insegna dell’allegria, della solidarietà e dell’inclusione quello che si è tenuto venerdì 13 dicembre presso il Circolo ricreativo Quartiere 4 della Farnesiana.

A tavola, insieme agli animatori del Circolo, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e il Dipartimento di Salute Mentale con Radio Shock. Tutte realtà piacentine accomunate dal piacere dello stare insieme, dalla voglia di “contaminarsi” e, soprattutto, da una spiccata sensibilità e attenzione alle persone e alla loro cura.

Al pranzo hanno preso parte anche il vicesindaco Matteo Bongiorni e l’assessore al Commercio Simone Fornasari che hanno voluto essere presenti e hanno portato i saluti dell’amministrazione comunale.

Vista anche l’occasione di Santa Lucia, non poteva mancare un dono: una targa raffigurante l’albero della vita che il Circolo Quartiere 4 e l’AISM hanno voluto consegnare a Valter Bulla, quale sostenitore storico delle loro iniziative benefiche e come segno di riconoscenza e affetto.

Il Circolo opera da anni nel quartiere della Farnesiana, ed è indubbiamente diventato un punto di riferimento per la socialità, il tempo libero e lo sport (nel periodo primaverile ed estivo sono infatti attivi due campi da bocce all’aperto). Attività che spesso coincidono con iniziative di valore sociale, e che tendono a costruire reti di relazione e di collaborazione.

Proprio per questo, anche la disponibilità a collaborare di più realtà tra loro in occasione di un semplice pranzo per lo scambio degli auguri può rappresentare il modo per aumentare la conoscenza reciproca e promuovere inclusione.




Inaugurata “Atlas Maior”, la mostra di Natale della Banca di Piacenza

È partito nel tardo pomeriggio di oggi, venerdì 13 dicembre, il simbolico viaggio che la Banca di Piacenza offre alla comunità piacentina in occasione delle festività natalizie. Destinazione, quell’universo senza confini rappresentato dall’Atlas Maior, il capolavoro cartografico realizzato nel ‘600 da Joan Bleau e al centro della mostra del PalabancaEventi inaugurata alla presenza delle autorità e dei rappresentanti di “Rete Cultura Piacenza”: il sindaco del Comune di Piacenza Katia Tarasconi (con l’assessore alla Cultura Christian Fiazza), il vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Mario Magnelli (accompagnato dal consigliere di amministrazione Robert Gionelli), il vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia Filippo Cella, il direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Piacenza-Bobbio Manuel Ferrari. Presenti, tra gli altri, il comandante del 2° Reggimento Genio Pontieri col. Daniele Paradiso accompagnato dal ten. col. Massimo Moreni e Daniela Morsia della Biblioteca Passerini Landi (tra i prestatori). La Banca di Piacenza era rappresentata dal presidente Giuseppe Nenna, dal vicepresidente Domenico Capra, dal direttore generale Angelo Antoniazzi, dal vicedirettore generale Pietro Boselli e da componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale.

«Siamo orgogliosi di mantenere la tradizione di offrire alla città la mostra di Natale, quest’anno un po’ diversa dal solito e per questo ancora più interessante, nata per dare lustro all’Atlas Maior, dono di una cliente che ha riconosciuto nella Banca un posto sicuro dove le cose vengono custodite e valorizzate», ha sottolineato il presidente Nenna nel suo intervento di saluto, a cui è seguito quello del sindaco: «Il vostro Istituto di credito – ha affermato Katia Tarasconi – credo che interpreti davvero la visione della banca di territorio dimostrando di esserla quotidianamente con iniziative culturali e non solo. E l’iniziativa di questa mostra è speciale. So dal dott. Iommelli che avete messo tanto impegno per realizzarla. Grazie per l’opportunità che date ai nostri cittadini. State portando avanti i valori che rappresentava Corrado Sforza Fogliani nel migliore dei modi e oggi sarebbe orgoglioso di essere qui con noi».

Il direttore dei Musei Civici di Palazzo Farnese Antonio Iommelli, curatore della mostra, ha confessato di «aver ricevuto per Santa Lucia il regalo più bello chiedendogli di curare questa mostra. Sono esperto del ‘600, ma non di cartografia; quindi per me è stata una sfida far dialogare questo tesoro di atlante con altri oggetti d’arte presenti a Piacenza». Il direttore dei Musei Civici ha poi invitato in Sala Corrado Sforza Fogliani gli intervenuti, accolti da una scenografia d’impatto, illustrata dallo stesso curatore. Al centro della stanza, in un grande tavolo rotondo, si trovano esposti i dieci volumi dell’Atlas Maior di Blaeu. Al centro del tavolo, una sfera luminosa cattura immediatamente l’attenzione: si tratta di un globo alto cinque metri realizzato ad hoc, basato sui disegni originali di Blaeu, che per la prima volta vengono trasformati in un mappamondo tridimensionale. Questa creazione unica illumina delicatamente i volumi e simboleggia la visione del mondo offerta dal celebre cartografo.

Il globo rappresenta un punto focale di grande impatto visivo, evocando il desiderio di esplorazione e la precisione scientifica che hanno caratterizzato l’opera di Blaeu. L’installazione crea un’atmosfera suggestiva e invita i visitatori a riflettere sulla bellezza della cartografia antica e sulla sua capacità di modellare la nostra comprensione del mondo.

“Atlas Maior – Un universo senza confini – La cartografia, il viaggio e l’arte” è allestita in modalità multimediale da NEO (Narrative Environments Operas), la società di Milano che ha già curato con successo la scorsa estate Icônes, e rientra tra le iniziative di Rete Cultura Piacenza. L’apertura al pubblico è prevista per domani, sabato 14 dicembre (e fino al 12 gennaio), a partire dalle 10. La mostra è incentrata sui dieci volumi (con 594 incisioni) dell’Atlas Maior di Joan Blaeu, di proprietà dell’Istituto di credito di via Mazzini dopo la donazione avvenuta nel 2010 da parte di Annarosa Mars (vedova del compianto ing. Bruno Torretta e socia benemerita dell’Istituto mancata nel 2020 all’età di 97 anni) con questa dedica: “La Banca di Piacenza rappresenta al meglio i valori del territorio piacentino, con spirito autonomo e indipendente”.

L’evento – al quale è stato dedicato un catalogo (stampa, Kréati) con contributi di Giuseppe Nenna, Antonio Iommelli, Graziano Tonelli, Giulia Mazzocchi – offre l’opportunità di esplorare il mondo della cartografia storica attraverso un percorso suddiviso in quattro sezioni tematiche, in cui i visitatori potranno ammirare mappe dettagliate, dipinti e strumenti scientifici dell’epoca.

ALLESTIMENTO

L’esposizione, caratterizzata da un allestimento immersivo, inviterà a scoprire le tecniche cartografiche, l’evoluzione delle rappresentazioni geografiche e il contesto storico-culturale in cui prese forma lo straordinario progetto di Blaeu.

Quattro le sale del PalabancaEventi coinvolte.

Sala Corrado Sforza Fogliani: Il Cuore dell’Atlas – Al centro della mostra saranno esposti i dieci volumi dell’Atlas Maior le cui pagine, ricche di dettagli e informazioni, invitano a esplorare luoghi lontani e a scoprire culture e dinamiche politiche di un’epoca. La sfera luminosa del mappamondo tridimensionale, ispirato ai disegni originali di Willem Blaeu, padre di Joan, proietterà i visitatori in un’epoca in cui il desiderio di esplorare il mondo era un motore potentissimo.

Sala Carnovali: Abissi senza fine – Le due tele provenienti da Palazzo Farnese di Piacenza (Francesco Monti detto il Brescianino, Mare in burrasca con navi alla deriva; Pieter Mulier detto il Tempesta, Mare in burrasca con naufragio), racconteranno le pericolose avventure dei navigatori.

Raffiguranti tempeste marine in tutta la loro furia, queste opere ricordano i rischi affrontati da coloro che, spinti dalla sete di scoperta, si avventuravano in mari sconosciuti e ci aiuteranno a comprendere il ruolo fondamentale della cartografia nella navigazione. Si ammirerà, infine, una ricca collezione di strumenti scientifici, tra cui un’armilla e un cannocchiale provenienti dall’Opera Pia Alberoni di Piacenza, a testimonianza dell’intreccio tra esplorazioni celesti e marittime, un connubio che guidò le ambiziose imprese della Compagnia olandese delle Indie orientali, per la quale i Blaeu lavoravano.

Sala Raineri: Tra pennello e compasso – In questa sala, le immagini dei dipinti di Jan Vermeer (che ritraggono interni borghesi adornati da mappamondi e carte geografiche) dialogheranno con le tavole cartografiche dell’Atlas Maior in una suggestiva videoinstallazione sincronizzata. Le proiezioni sulle pareti creeranno un’atmosfera magica, dove arte e cartografia si fonderanno in un’unica esperienza sensoriale. La presenza di due globi antichi, uno celeste e uno terrestre, provenienti dall’Opera Pia Alberoni di Piacenza, confermerà la diffusa passione per questi oggetti, che rappresentavano non solo strumenti di conoscenza, ma anche e soprattutto simboli di status e raffinatezza.

Sala Douglas Scotti: Farnese Mundi – L’esposizione culminerà con un omaggio a Piacenza, luogo di nascita di illustri esploratori come il missionario Dionigi de Carli. Una mappa del ducato farnesiano, realizzata da Blaeu e inserita dal cartografo nell’VIII volume dedicato interamente all’Italia, offre un’istantanea preziosa del territorio in un momento storico cruciale, evidenziando il legame tra la città e i grandi viaggiatori dell’epoca, come Alessandro Farnese. La presenza, infine, di oggetti esotici e animali tassidermizzati, come un vaso con decorazioni cinesi e le collezioni del Museo di Storia Naturale di Piacenza, sottolineerà l’eterna curiosità dell’uomo di esplorare e comprendere il mondo che lo circonda, facendo rivivere lo stupore e la meraviglia che i viaggiatori provavano alla vista di nuove e straordinarie creature.

MANIFESTAZIONI COLLATERALI

Affiancheranno la mostra alcune manifestazioni collaterali che si terranno al PalabancaEventi con inizio alle 18. Ecco il calendario (che si arricchirà strada facendo):

– Lunedì 16 dicembre: Atlas Maior, 360 anni di un capolavoro cartografico, relatore l’ing. Luigi Rizzi.

– Giovedì 19 dicembre: Piacenza e il viaggio in Italia tra Seicento e Settecento, conferenza con il dott. Graziano Tonelli.

– Giovedì 9 gennaio: La cartografia tra scienza e politica, con intervento della prof. Valeria Poli.

VISITE GUIDATE AL COLLEGIO ALBERONI

L’Opera Pia Alberoni, tra i prestatori, ha programmato – in occasione della mostra – due visite guidate al Collegio secondo questo calendario:

– Domenica 29 dicembre e lunedì 6 gennaio, ore 16: Il mondo sulla carta. I tesori della Biblioteca Alberoni. Antichi atlanti e preziose mappe dal fondo Mars Torretta e dagli altri fondi librari Alberoni. Visita guidata speciale. Ingresso ridotto 6,00 euro.

ORARI

Orari e giorni d’accesso alla Mostra “Atlas Maior – Un universo senza confini – La cartografia, il viaggio e l’arte”

Da martedì a venerdì: 16 – 19

Sabato e domenica: 10 – 13 / 16 – 19

Giorno di chiusura: lunedì

Giorno di Natale: chiuso

Aperture straordinarie:

Lunedì 16 dicembre: 16-19

Giovedì 26 dicembre: 10 – 13 / 16 – 19

Lunedì 30 dicembre: 16 – 19

Lunedì 6 gennaio: 10 – 13 / 16 – 19\

L’ingresso alla mostra è libero.




14.000 euro a Casa di Iris e Casa del Fanciullo, grazie alla cena benefica organizzata da Piacenza Expo

Un’iniziativa benefica giunta quest’anno alla sua quarta edizione, in grado di toccare il cuore dei piacentini e di portare aiuti concreti a meritorie realtà assistenziali del nostro territorio.
E’ “Iris, il fiore di Natale”, la tradizionale cena benefica organizzata da Piacenza Expo, che ieri sera ha messo a tavola nel Padiglione 3 del quartiere fieristico di Le Mose più di quattrocento persone – tra cui la Sindaca Katia Tarasconi con alcuni assessori comunali, ma anche rappresentanti di enti, istituzioni e associazioni di categoria del territorio – e che ha permesso di raccogliere complessivamente 14.000 euro. Una cifra consistente frutto non solo della generosità dei tanti piacentini che hanno partecipato all’iniziativa, ma anche della famiglia Squeri, titolare dell’azienda Steriltom, che replicando il gesto generoso dello scorso anno ha contribuito ad aumentare la somma raccolta. Cifra che, equamente divisa in due parti, è stata destinata all’Hospice “La Casa di Iris” e alla “Casa del Fanciullo”.
“Un sentito ringraziamento a tutti i presenti e in particolare ai soci di Piacenza Expo, che ancora una volta hanno voluto dimostrarci la loro sensibilità – ha commentato il Presidente della società fieristica piacentina, Giuseppe Cavalli – ma anche alla famiglia Squeri e alla Steriltom che ha da sempre nel cuore i bisogni del nostro territorio. Un grazie anche a Valter Bulla e ai soci del Rotaract Piacenza, che quest’anno hanno collaborato attivamente all’organizzazione di questo evento capace di diventare ogni anno sempre più grande e partecipato”.
Già identificati alla vigilia dell’evento i progetti cui saranno destinate le donazioni: lavori di manutenzione della sede di Via Bubba per “La Casa di Iris”, e istituzione di borse di studio per minori in situazioni di difficoltà alla “Casa del Fanciullo”.
La consegna simbolica degli assegni è stata effettuata dai componenti del Consiglio di amministrazione di Piacenza Expo – il Presidente Cavalli, la Vicepresidente Elisabetta Montesissa e il Consigliere Davide Villa – e da Alberto Squeri alla Sindaca Tarasconi per “La Casa di Iris” e alla  Presidente della “Casa del Fanciullo”, Maria Scagnelli, che hanno rivolto un sentito e caloroso ringraziamento agli organizzatori e a tutti i presenti per la sensibilità dimostrata e per la generosità.

 




«Dialettica critica e costruttiva che sposava alla concretezza dei principi del diritto»

«Ha avuto una vita piena, vissuta con grande impegno ed entusiasmo. Un’esistenza coerente ai suoi principi di uomo libero e liberale, mai miope ed egoista, con una visione sociale di ampio respiro e con uno spirito critico ma costruttivo». Al presidente dell’ABI-Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli il compito, svolto mirabilmente, di aprire – al PalabancaEventi (Sala Panini, con Sala Verdi videocollegata) – l’album dei ricordi nella Giornata (seconda edizione) dedicata alla memoria di Corrado Sforza Fogliani, il presidente esecutivo della Banca di Piacenza (oltre che presidente di Assopopolari, vicepresidente ABI e presidente del Centro Studi Confedilizia) mancato nel dicembre di due anni fa. Con il presidente Patuelli, Beppe Ghisolfi (banchiere, scrittore e giornalista) e Giuseppe De Lucia Lumeno, segretario generale dell’Associazione fra le Banche Popolari. «Tre grandi banchieri», li ha definiti il presidente della Banca di Piacenza Giuseppe Nenna (presenti anche il vicepresidente Domenico Capra, il direttore generale Angelo Antoniazzi, il vicedirettore generale Pietro Boselli e componenti del Cda) nel suo intervento di saluto: «Siamo felici di ospitare – ha aggiunto – il gotha bancario italiano, di cui anche l’avv. Sforza Fogliani faceva parte. Relatori illustri, tutti e tre molto amici del nostro Presidente, uomo di valore e di valori che ci manca tanto».

«La prima emozione arrivando qui a Piacenza – ha esordito il presidente ABI – è non trovare Corrado sul portone in giacca e cravatta, senza cappotto, capello e quanto serve in questa stagione. Non aveva mai freddo. È bello ritrovarsi come se lui ci fosse e sono convinto che Corrado sia ancora qui con noi».

NITIDA IDENTITÀ CULTURALE. «Pensare a Corrado – ha osservato il presidente Patuelli – mi riporta alla sua nitida identità culturale basata, innanzitutto, su metodo di analisi e coerente comportamento, alto senso di responsabilità civile e sociale fondate sulla forte volontà di partecipazione all’associazionismo. Aveva in sé la concretizzazione di quello che scrisse due secoli fa Alexis de Tocqueville in La Democrazia in America: “Una democrazia ben funzionante e solida deve avere vitalità nel libero associazionismo”. Corrado ha dedicato molto del suo tempo a questo, con metodo dialettico, in modo critico e costruttivo: questo è un metodo scientifico applicato alla vita comunitaria pubblica e alle relazioni sociali». L’oratore ha quindi ricordato i mondi dove l’avv. Sforza è stato un protagonista «di grande prestigio»: quello della Confedilizia, quello delle banche popolari e, più in generale, delle banche italiane. «La sua cultura liberaldemocratica – ha argomentato il dott. Patuelli – si basava su profondità di studi, profonda coerenza tra ragionamenti, metodo della ragione, ideali, letture continue, diritto, professione di avvocato e comportamenti tutti».

METODO SCIENTIFICO. «Il metodo scientifico della dialettica critica e costruttiva appena ricordato, si sposava con la concretezza dei principi del diritto, quei principi che lo portavano a impugnare provvedimenti di dubbia costituzionalità. In questo era invincibile». Il presidente ABI ha poi fatto cenno all’importanza che l’avv. Sforza ha avuto nelle istituzioni, soprattutto nella sua Piacenza: «In Consiglio comunale, luogo di concretezza per doveri e diritti di cittadinanza, era un mattatore e i suoi interventi erano attesi e temuti. Considerava la civitas della sua città il luogo principale delle sue chance di vita».

OCCHIO LASER DELL’ABI. Il relatore ha quindi ricordato «il grande» l’impegno in Banca di Piacenza, quello in ABI («era un occhio laser sulle tematiche che esaminiamo – noi ci occupiamo di regole – e un giurista raffinato, fortemente idealista e civilmente responsabile come lui era per noi di forte preziosità»), in Confedilizia a Roma («per le libertà economiche e sociali, ispirandosi a Einaudi, con l’immobile visto come frutto del risparmio»), condiviso con il segretario generale Marco Bertoncini, mancato anche lui di recente («formavano un grande sodalizio, anche Marco ci manca molto»).

Dopo aver sottolineato che l’impegno che lo divertiva di più era quello di scrivere articoli per i giornali, il presidente Patuelli ha così concluso il suo ricordo rivolgendosi alla moglie Maria Antonietta e alla figlia Maria Paola, sedute in prima fila: «Corrado rimane tra noi e la sua famiglia potrà sempre contare sul nostro sostegno attraverso la fortissima memoria che di lui portiamo nel cuore e nel cervello».

Il prof. Ghisolfi (già presidente della Cassa di Risparmio di Fossano) ha raccontato di aver conosciuto l’avv. Sforza in ABI: «Diventammo subito amicissimi; quando interveniva restavano tutti a bocca aperta: conosceva gli argomenti e proponeva soluzioni».

AUTOBIOGRAFIA. Lo scrittore e giornalista ha in seguito fatto cenno ad alcuni passaggi dell’autobiografia del compianto Presidente pubblicata sul volume (curato dallo stesso prof. Ghisolfi, ndr), Banchieri (2018, Aragno Editore, Prefazione di Antonio Patuelli). Dove confidava di come si avvicinò, giovanissimo, alla Banca di Piacenza: aveva avallato una cambiale di un amico di scuola che aveva deciso di aprire un negozio. All’amico andò male e la Banca chiamò Sforza a onorare il debito. In quell’occasione gli proposero di diventare azionista e la cosa si concretizzò. Dove, ancora, si parla di una lettera da lui scritta alla Stampa di Torino per replicare a un articolo di Pansa che elogiava la Cassa di Risparmio di Piacenza. Gli amministratori della Banca di Piacenza ne apprezzarono i contenuti e iniziarono a “tenere d’occhio” il Nostro, che di lì a poco entrò nel Consiglio dell’Istituto di credito. E dove raccontava di quando fece togliere il correttore ortografico ai programmi dei computer della Banca perché si era accorto che storpiava in automatico alcune parole, compreso il suo cognome che diventava Fogliari.

L’IMPORTANZA DELLA MEMORIA. Il dott. De Lucia (Assopopolari ha dedicato alla memoria di Sforza ben sei pubblicazioni in due anni) – oltre al personale ricordo del “suo” Presidente («per il nostro cuore e la nostra mente è difficile immaginare che non ci sia più un “guerriero medievale che si aggirava nella modernità”») – ha invece spostato l’attenzione sull’importanza della memoria: «Per una società che voglia guardare al futuro – ha sostenuto – è bene ricordare la storia come maestra di vita, perché la memoria significa conoscenza delle proprie radici, significa comunità. La memoria personale, quella universale e quella sociale (che rischia di essere oscurata dal modernismo) danno senso alla vita dell’uomo. Abbiamo dunque il dovere di lasciare memoria del passato come ha fatto Corrado Sforza Fogliani, con la forza delle proprie idee».

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