ANPAS Piacenza, un anno di attività per il Gruppo Giovani

Si è consolidato nel 2024 il Gruppo Giovani Provinciale di ANPAS Piacenza, che riunisce volontari delle Pubbliche Assistenze del territorio tra i 16 e i 28 anni. Oltre a operare nei vari settori del servizio, il gruppo punta a coinvolgere coetanei nel mondo del volontariato e a far conoscere alla cittadinanza l’attività delle associazioni, collaborando anche con enti e realtà del territorio.
Il Coordinatore Provinciale di ANPAS Piacenza, Paolo Rebecchi, sottolinea come i giovani volontari sappiano “leggere i bisogni” e come sia importante affiancare ai protocolli tecnici la capacità di agire con empatia e rispetto verso persone, animali e ambiente, anche nei contesti di emergenza.
Negli ultimi mesi il gruppo ha promosso diverse iniziative. Gian Guido Pighi, volontario della Croce Bianca e membro del Comitato Giovani ANPAS Emilia-Romagna, ha preso parte a Kassel (Germania) al Torneo Sanitario Internazionale organizzato da ASB e Samaritan International, che ha simulato scenari complessi come soccorso in caso di deragliamento ferroviario e ricerca dispersi. L’esperienza, ha raccontato Pighi, è stata un’occasione di formazione tecnica e crescita personale.
Beatrice Casella, coordinatrice provinciale del Gruppo Giovani e consigliera regionale ANPAS Emilia-Romagna, ricorda alcune tappe significative dell’anno: point informativi in occasione dei 120 anni di ANPAS, la partecipazione alla Giornata Mondiale del Cuore a Palazzo Farnese insieme ad altre realtà del soccorso, visite natalizie nelle RSA, supporto alla Half Marathon di Piacenza e collaborazioni con CSV Emilia, Coldiretti e Università Cattolica.
Il gruppo è stato presente anche a eventi sportivi e fiere locali, come la “Darwin Knew Basketball” di Fiorenzuola e la Fiera dell’Aereo di San Damiano, curando attività logistiche e informative.
Per l’autunno sono in programma nuove iniziative, tra cui un progetto educativo rivolto alle scuole di ogni ordine e grado per promuovere la conoscenza delle Pubbliche Assistenze e le manovre di primo soccorso. Dal 13 al 14 settembre alcuni volontari parteciperanno al Meeting Giovani ANPAS Emilia-Romagna di Cervia, due giorni di formazione e confronto dedicati ai giovani volontari.




Botulino, attivati protocolli sanitari per i cluster in Sardegna e Calabria

Due recenti episodi di intossicazione da botulino – uno in Calabria e uno in Sardegna – hanno spinto il Ministero della Salute ad attivare con urgenza i protocolli di emergenza. Nei due cluster, che nelle ultime settimane hanno provocato diverse ospedalizzazioni e alcuni decessi, la risposta sanitaria è stata immediata, con l’invio rapido degli antidoti salvavita.

«Il sistema di intervento ha reagito prontamente, garantendo ai pazienti l’accesso tempestivo alle terapie – ha dichiarato Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento della prevenzione, ricerca ed emergenze sanitarie –. La rapidità è stata possibile grazie alla rete capillare della Scorta strategica nazionale antidoti e farmaci (Snaf) e alla collaborazione di tutti gli enti coinvolti. Ricordo che il botulino si sviluppa soprattutto in conserve casalinghe sottovuoto, in olio o acqua, e più raramente in prodotti industriali: è fondamentale rispettare le corrette procedure di preparazione e conservazione degli alimenti».

L’Istituto Superiore di Sanità ha confermato la diagnosi sui pazienti e analizzato i campioni alimentari sospetti, mentre il Centro antiveleni di Pavia – riferimento nazionale – ha centralizzato la gestione clinica in collaborazione con medici d’urgenza, neurologi e rianimatori.

Gli antidoti sono stati distribuiti in tempi record grazie all’intervento coordinato del Deposito Cri Militare di Cagliari, della Marina Militare di Taranto, della Guardia Costiera di Napoli e dell’ospedale San Camillo Forlanini. La rete di stoccaggio nazionale, supportata da Prefetture, forze dell’ordine, servizi 118 con elisoccorso e Croce Rossa, garantisce la copertura del territorio in poche ore.

Le indagini sulle cause sono affidate ai servizi di igiene degli alimenti delle Asl e Ats locali, con il supporto del Sistema di allerta alimentare del Ministero della Salute. Gli inquirenti stanno verificando eventuali legami tra i due episodi e la provenienza dei prodotti contaminati.




I consigli dell’Ausl di Piacenza per evitare intossicazioni alimentari

Durante i mesi estivi, l’aumento delle temperature rende più frequenti i casi di intossicazioni alimentari. Il caldo favorisce infatti la crescita dei microrganismi e delle tossine da essi prodotte negli alimenti contaminati, aumentando i rischi di disturbi gastrointestinali. L’Azienda Usl di Piacenza invita tutti i cittadini a prestare la massima attenzione, adottando comportamenti responsabili e consapevoli nella gestione degli alimenti. Oggi la sicurezza della filiera alimentare è garantita da controlli rigorosi e standard produttivi elevati. Sempre più spesso le misure messe in atto lungo la linea di produzione, trasformazione e commercializzazione sono vanificate dal comportamento dei consumatori nelle fasi di acquisto, trasporto, preparazione e conservazione presso il proprio domicilio. È dunque fondamentale prestare attenzione fin dall’acquisto perché, ancora oggi, le malattie a trasmissione alimentare rappresentano un serio problema di sanità pubblica.
“Fare la spesa nelle ore più fresche della giornata rappresenta una prima buona abitudine, così come acquistare per ultimi i prodotti freschi, surgelati o pronti al consumo” afferma Laura Stinga, Dirigente veterinario di Igiene degli alimenti di origine animale dell’Ausl di Piacenza. “È consigliato posteggiare l’auto nei parcheggi sotterranei che tendono a essere più freschi rispetto a quelli all’aperto, soprattutto durante le giornate e le ore più calde. Riporre la spesa nell’abitacolo per limitare il riscaldamento degli alimenti durante il tragitto verso casa, non nel baule che tende a surriscaldare maggiormente se esposto al sole a meno che non sia dotato di un sistema di refrigerazione apposito. Utilizzare buste o borse termiche aiuta a mantenere la catena del freddo fino al momento della sistemazione in frigorifero, così come affiancare all’interno della busta i cibi refrigerati con i surgelati. Inoltre è consigliato separare i prodotti cotti o precotti da quelli freddi. Mai lasciare gli alimenti sull’auto esposta al sole”.
“Una volta a casa, occorre riporre immediatamente i cibi deperibili nel frigorifero o nel freezer. Lasciare gli alimenti freschi a temperatura ambiente anche per breve tempo può favorire la crescita batterica. È bene ricordare che l’apertura frequente dell’elettrodomestico va limitata, perché può compromettere l’efficacia del raffreddamento. Non va riempito troppo. Se l’aria non circola, il raffreddamento può non essere sufficiente” prosegue la professionista “Per una corretta conservazione degli alimenti è essenziale conoscere le diverse aree del frigo e le relative temperature. La parte più fredda, che di solito si trova in basso o in un cassetto specifico, è adatta per carne e pesce, con una temperatura ideale compresa tra zero e tre gradi. In questa zona gli alimenti vanno conservati in contenitori chiusi, evitando che i liquidi prodotti dalla carne o dal pesce contaminino gli altri cibi. I ripiani centrali, con temperature che si aggirano intorno ai cinque o sei gradi, sono adatti a prodotti come latticini, uova, avanzi e dolci, oltre agli alimenti che riportano in etichetta l’indicazione di refrigerazione dopo l’apertura. La zona dedicata alla frutta e alla verdura, generalmente situata nei cassetti inferiori, mantiene temperature tra l’uno e i tre gradi, ideali per ortaggi. Il principio da seguire è semplice: i cibi più deperibili vanno posti nelle aree più fredde, mentre quelli che resistono meglio alle variazioni termiche possono essere conservati nelle zone meno fredde”.
È importante rispettare la data di scadenza (da consumare entro) degli alimenti deperibili, si può essere più flessibili con il termine minimo di conservazione (da consumare preferibilmente entro). È buona norma sistemare gli alimenti più vecchi davanti a quelli appena acquistati, in modo da consumarli prima e ridurre lo spreco alimentare. Inoltre, è opportuno eliminare periodicamente dal frigorifero i cibi deteriorati, per evitare contaminazioni e diffusione di muffe. Un altro aspetto fondamentale è la pulizia periodica dell’elettrodomestico, che deve essere sanificato con regolarità per evitare la proliferazione di batteri, anche a basse temperature. Oltre alla sicurezza, è essenziale riflettere sul valore del cibo e sull’impatto dello spreco alimentare. Un acquisto consapevole aiuta a evitare sprechi, specialmente per i prodotti più deperibili. Acquistare solo il necessario, pianificando i pasti e controllando la reale necessità dei prodotti, consente non solo di tutelare la salute ma anche di ridurre il numero di alimenti buttati inutilmente.
“Infine, la preparazione in cucina richiede altrettanta attenzione. È indispensabile cuocere i cibi in modo adeguato, raggiungendo almeno 70° C anche al cuore degli alimenti, conservare i cibi pronti in contenitori chiusi (di piccole dimensioni a favore del freddo) per evitare contaminazioni, i cibi precedentemente cotti vanno riscaldati rapidamente e ad alta temperatura prima del loro consumo. I prodotti congelati devono essere scongelati in frigorifero o nel forno a microonde, mai a temperatura ambiente” conclude la veterinaria.
L’igiene personale e degli ambienti resta un pilastro fondamentale: è necessario lavarsi accuratamente le mani prima e durante la preparazione degli alimenti, mantenere puliti utensili e superfici di lavoro e separare sempre i cibi crudi da quelli cotti.
Si ricorda a tutti i cittadini che il rispetto di queste semplici ma fondamentali regole permette di proteggere la salute di tutta la famiglia, prevenendo intossicazioni e infezioni alimentari e al tempo stesso di combattere lo spreco alimentare domestico, per un consumo più responsabile e sostenibile anche nei mesi estivi.




Marta Evangelisti (FdI): “Ambulanze del 118 senza GPS, un fallimento politico e gestionale della sanità emiliano-romagnola”

“Siamo di fronte all’ennesimo caso che testimonia il profondo scollamento tra la narrazione trionfalistica della Giunta regionale e la realtà quotidiana del servizio sanitario emiliano-romagnolo. La denuncia dello Snami sulle ambulanze del 118 costrette a viaggiare senza un sistema di navigazione satellitare ufficiale e integrato è gravissima. È l’emblema di una sanità che funziona a parole, ma che nella pratica è ferma a logiche e strumenti del secolo scorso”. Così Marta Evangelisti, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Emilia-Romagna, commenta con durezza l’allarme lanciato dal sindacato dei medici del territorio.

“Nel 2025 – prosegue Evangelisti – è semplicemente inaccettabile che gli equipaggi del 118 siano costretti a usare i propri smartphone e le proprie app di geolocalizzazione per raggiungere il luogo dell’emergenza. Una situazione non solo anacronistica, ma pericolosa, perché compromette la tempestività degli interventi e mette a rischio la vita dei cittadini, oltre che la sicurezza e la responsabilità professionale degli operatori”.

Secondo quanto riportato dalle Agenzie Stampa, infatti, nessuna ambulanza del 118 in Emilia-Romagna sarebbe dotata di un sistema GPS ufficiale integrato con la centrale operativa, e le mappe digitali disponibili sarebbero statiche, utilizzabili solo sotto copertura dati e comunque non navigabili. Le mappe cartacee, peraltro, non verrebbero più fornite da anni. In assenza di uno strumento di navigazione riconosciuto, il personale sanitario si trova dunque ad agire in condizioni di precarietà operativa, facendo affidamento su mezzi propri e senza alcuna tutela in caso di errori o ritardi dovuti a indicazioni errate.

“Il fatto che la mancata adozione di un sistema ufficiale sia attribuita, secondo quanto riferito dal sindacato, alla volontà di ‘non assumersi la responsabilità’ di eventuali errori cartografici, è qualcosa che va oltre la negligenza: è un atto di deresponsabilizzazione inaccettabile da parte delle strutture sanitarie e della stessa Regione – incalza la Capogruppo in Regione –. Questo modo di gestire l’emergenza, delegando tutto al buon senso e alle tasche degli operatori, è indegno di un sistema sanitario che si definisce ‘eccellenza’.”

Fratelli d’Italia chiede quindi che la Regione si attivi immediatamente per colmare questa gravissima lacuna tecnologica e operativa, con l’adozione di sistemi di navigazione satellitare moderni, interoperabili, ufficiali e integrati con il sistema 118net, come già avviene in molte altre Regioni italiane.

“Non ci si venga a dire che mancano le risorse – conclude Evangelisti –. Questa è una scelta politica, frutto di anni di priorità sbagliate e di una gestione centralizzata autoreferenziale che ignora i bisogni concreti del personale sanitario e dei cittadini. Se la Regione non è nemmeno in grado di dotare un’ambulanza di un GPS funzionante, come può pretendere di affrontare le sfide della medicina del futuro e dell’intelligenza artificiale?”

Fratelli d’Italia presenterà un’interrogazione formale in Aula per chiedere conto di questa inaccettabile situazione, con l’obiettivo di tutelare sia gli operatori del 118 che la salute pubblica dell’Emilia-Romagna.




Chirurgia epatica di Piacenza protagonista al congresso mondiale

La chirurgia epatica piacentina vola in Corea del Sud e conquista il palcoscenico internazionale. Al congresso mondiale della International Laparoscopic Liver Society (ILLS 2025), tenutosi a Seoul, Filippo Banchini, direttore della Chirurgia generale, ha rappresentato con orgoglio l’Ausl di Piacenza, affiancato dal collega Mario Giuffrida.

I due chirurghi hanno presentato i risultati di uno studio comparativo che ha suscitato notevole interesse: una ricerca sugli interventi laparoscopici mininvasivi per l’asportazione di tumori localizzati nei segmenti superiori del fegato, considerati tra i più complessi da trattare per posizione e accessibilità. Interventi che richiedono grande competenza tecnica ed esperienza, e che fino a pochi anni fa venivano eseguiti quasi esclusivamente con tecniche tradizionali.

Piacenza ha dimostrato di poter offrire lo stesso livello di sicurezza, efficacia e cura dei più noti ospedali di riferimento. Un risultato che conferma la solidità dell’impostazione clinica e la qualità del lavoro svolto.

“Essere stati selezionati per presentare il nostro lavoro in un contesto così prestigioso è un riconoscimento importante per il percorso scientifico che stiamo portando avanti”, ha spiegato Banchini. “È stata un’occasione preziosa per confrontarci con colleghi da tutto il mondo, approfondire nuove prospettive e consolidare il nostro impegno nel garantire ai pazienti cure sempre più sicure e avanzate”.

Uno degli elementi distintivi dell’approccio adottato a Piacenza è l’impiego sistematico della ricostruzione tridimensionale del fegato, una tecnologia avanzata che consente di pianificare ogni intervento con estrema precisione. Utilizzata in fase preoperatoria, questa metodica permette di affrontare anche i casi più complessi in modo conservativo e sicuro, riducendo i rischi, contenendo le perdite di sangue e abbreviando sensibilmente i tempi di degenza.

Il team della Chirurgia generale dell’Ausl di Piacenza, impegnato da anni in percorsi di aggiornamento e innovazione, ha all’attivo anche altre pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, a conferma di un’attività clinica costante, rigorosa e di qualità.




Chiusura del ponte sul Nure. Criticità anche sotto il profilo sanitario

Proseguono gli incontri tra l’Azienda Usl di Piacenza e gli amministratori dei Comuni attraversati dalla Via Emilia per affrontare le criticità legate alla viabilità e alla gestione dell’emergenza-urgenza. Nei giorni scorsi, la direttrice del Distretto di Levante, Evelina Cattadori, e il dirigente delle professioni sanitarie per l’area emergenza territoriale, Pronto soccorso e CAU, Stefano Nani, hanno incontrato i sindaci di Fiorenzuola, Romeo Gandolfi, e di Alseno, Davide Zucchi.
Al centro del confronto, la necessità di garantire la piena operatività del sistema di emergenza durante il periodo in cui la viabilità subirà modifiche a causa della chiusura del ponte. Una situazione che rischia di allungare i tempi di percorrenza verso l’ospedale di Piacenza.

“Il nostro obiettivo – ha spiegato Nani – è mettere in campo una serie di misure per mantenere inalterati gli attuali standard di risposta h24. In quest’ottica, nonostante alcune difficoltà di reclutamento del personale nel quadro del periodo estivo, stiamo lavorando per rendere operativa 24 ore su 24 la sede della Croce Rossa di Cadeo e per garantire la presenza fissa di un mezzo di soccorso avanzato dell’Ausl. Così potremo assicurare una copertura continua su tutto il territorio, riducendo i tempi di intervento e salvaguardando la sicurezza della popolazione anche in questa fase di transizione”.
Non solo. L’Ausl ha avviato interlocuzioni anche con l’Azienda ospedaliero-universitaria e l’Azienda sanitaria di Parma, al fine di definire un protocollo condiviso che consenta un accesso rapido e sicuro agli ospedali di Parma e Fidenza, nei casi in cui si renda necessario un ricovero d’urgenza fuori provincia.
“Con queste misure – ha dichiarato Evelina Cattadori – saremo in grado di offrire una copertura completa sulle 24 ore, mantenendo elevati standard di intervento e tutelando la sicurezza della popolazione. L’attivazione di nuove risorse, il potenziamento dei presidi territoriali e il rafforzamento della collaborazione tra enti ci consentiranno di rispondere con tempestività ed efficienza anche nelle situazioni più critiche. In un contesto reso complesso dalla chiusura del ponte, il nostro impegno è garantire la continuità assistenziale senza compromessi sulla qualità del servizio. L’Azienda Usl è in aperto e continuo confronto e dialogo con i Comuni coinvolti, affinché ogni azione sia condivisa e coordinata, a beneficio della collettività. È solo attraverso un lavoro di squadra, fondato su ascolto e collaborazione, che possiamo affrontare efficacemente questa fase di transizione e trasformarla in un’opportunità di miglioramento della rete di emergenza-urgenza”.
Soddisfatti dell’esito dell’incontro i sindaci di Fiorenzuola e Alseno. “Abbiamo trovato piena disponibilità all’ascolto – commentano Gandolfi e Zucchi – e apprezzato l’approccio tempestivo e concreto dell’Azienda, che si sta muovendo con efficacia per gestire questa fase delicata minimizzando i disagi per la cittadinanza”.




Secondo l’Ausl di Piacenza nessuna fuga dall’azienda. “Turnover nella norma, competenze valorizzate”

Figa di sanitari dall’ospedale di Piacenza? La voce si è fatta sempre più insistente ed in particolare Negli ultimi tempi ha ripreso vigore in seguito ai clamorosi arresti che di ben due primari. Con un comunicato stampa però l’Ausl di Piacenza interviene per smentire questa tesi.

Ecco la nota.

Negli ultimi giorni, è stata diffusa una tesi infondata che ipotizza una presunta “corposa uscita di scena di dipendenti” dall’Azienda sanitaria di Piacenza. Un’affermazione che non trova alcun riscontro nei dati oggettivi, né nella realtà quotidiana di una struttura che conta quasi 4.000 dipendenti: una vera e propria “città” operativa e dinamica, al servizio della salute pubblica.

In un’organizzazione di queste dimensioni, è del tutto naturale che ogni mese una quota fisiologica di personale – tra le 10 e le 20 unità – cambi percorso professionale o raggiunga l’età pensionabile. Parlare di “fuga” è quindi fuorviante e distorsivo: il turnover registrato è perfettamente in linea con quello degli anni precedenti, senza alcuna anomalia.

“Il ricambio del personale attraverso cessazioni e nuove assunzioni rappresenta una normale dinamica organizzativa – chiarisce Mario Giacomazzi, direttore della Gestione risorse umane di Ausl Piacenza – È un processo fisiologico, che permette all’organizzazione di mantenere elevati livelli di competenza e qualità dei servizi”.

I numeri secondo l’Ausl parlerebbero chiaro:

– nel bimestre maggio-giugno 2025 si sono registrate 40 cessazioni, a fronte delle 38 del bimestre precedente;

– nei primi sette mesi dell’anno i dipendenti cessati sono stati 152, a fronte dei 150 nello stesso periodo del 2024;

– il tasso di turnover annuale si conferma attorno al 6-7%, coerente con gli standard di sistema.

Le motivazioni sono prevalentemente personali: pensionamenti (che rappresentano circa la metà dei casi), esigenze familiari o trasferimenti verso strutture più vicine al luogo di origine. In alcuni casi, le dimissioni non segnano un impoverimento del sistema sanitario locale, ma piuttosto una sua evoluzione: come per due pediatri ospedalieri che hanno scelto di diventare Pediatri di libera scelta, continuando a operare sul territorio.

Al normale ricambio si affianca l’arrivo di nuove figure di riferimento. È il caso di Francesco Giangregorio, stimato gastroenterologo, che prenderà servizio entro l’anno come nuovo direttore della Medicina Interna dell’ospedale di Castelsangiovanni, subentrando a Carlo Cagnoni, recentemente pensionato. Sono inoltre già confermate, entro l’anno, le nomine del nuovo primario di Oncologia e del nuovo primario di Chirurgia, in collaborazione con l’Università di Parma, a conferma del ruolo universitario di alcune sedi ospedaliere piacentine.

L’Azienda sanitaria di Piacenza respinge quindi con fermezza ogni tentativo di alimentare allarmismi infondati e in un’ottica di trasparenza e responsabilità, continuerà a monitorare con attenzione l’evoluzione della propria forza lavoro, garantendo stabilità organizzativa, qualità operativa e un costante investimento sulle professionalità che compongono il sistema sanitario locale.




Il numero chiuso ed il test di medicina aboliti solo “per finta”. Gli studenti costretti all’alienante DAD

Dopo tanta attesa va in scena la criticatissima riforma dell’accesso all’università di medicina voluta dal ministro dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini. Strombazzata ai quattro venti come l’abolizione del test di medicina è in realtà tutt’altra cosa ed in pratica non fa altro che rinviare a dopo un quadrimestre di studio la selezione.

La recente riforma dell’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, entrata in vigore con il DL 15 maggio 2025, n. 71, e i successivi decreti attuativi (Decreto Ministeriale n. 418 del 30-05-2025), è stata presentata come una soluzione ai problemi del vecchio sistema, in particolare l’abolizione del numero chiuso e del test “a crocette”.

Tuttavia, un’analisi approfondita delle nuove disposizioni rivela che molte delle criticità passate permangono, e ne emergono di nuove, gettando un’ombra sulla qualità della formazione medica e sul benessere degli studenti

Nonostante gli annunci, il numero chiuso, ovvero l’accesso programmato a medicina, non è stato eliminato. La riforma introduce invece un “semestre filtro” di quattro mesi, durante il quale gli studenti frequenteranno corsi di fisica, chimica, propedeutica biochimica e biologia, seguiti da un test nazionale per la selezione finale che sarà una vera sfida all’OK Corral, un tutti contro tutti dagli esiti incerti ed imprevedibili, fortemente condizionata dal livello formativo e didattico che ciascuna università saprà dare. La riforma valorizza prevalentemente le competenze nozionistiche, attraverso domande basate sulla memoria, a discapito del pensiero critico, della logica e della cultura generale che i precedenti test, seppur imperfetti, provavano a rilevare. L’Ordine dei medici e numerosi professionisti del settore hanno già espresso preoccupazione, affermando che la riforma disorienterà e penalizzerà gli studenti. La possibilità di riprovare l’iscrizione al semestre filtro per ben tre anni contribuisce ad aumentare lo stress e l’ansia dei ragazzi che rischiano di rimanere matricole a vita e di perdersi lungo il percorso. Ogni volta lo studente deve ripetere lo stesso percorso in una sorta di malsano loop temporale.

Uno degli aspetti più allarmanti della riforma riguarda la modalità di erogazione dei corsi del semestre filtro. Dai primi dati raccolti, circa l’80% delle università ha optato per lezioni online.

Se da un lato la didattica a distanza (DAD) può mitigare le difficoltà logistiche legate al gestire decine di migliaia di studenti in strutture universitarie spesso inadeguate, dall’altro solleva gravi dubbi sulla qualità formativa. La DAD, infatti difficilmente garantisce la qualità formativa richiesta per un percorso così delicato e impegnativo come quello medico. Questo approccio rischia di portare a una situazione in cui gli studenti, anziché vivere appieno l’esperienza universitaria e costruire relazioni formative, si trovano a vivere a casa, in solitudine, con i rischio di depressione ed alienazione. Un disastro annunciato i cui danni si sono già visti durante il Covid.

La possibilità di una formazione mista, con lezioni in aula e in streaming contemporaneamente, crea inoltre una disparità qualitativa tra chi può beneficiare dell’insegnamento dal vivo e chi no. La critica più profonda è che la riforma non risolve il problema della selezione di studenti realmente motivati.

La scelta della DAD da parte di molte università è una soluzione obbligata (ma no qualitativa) davanti al rischio di sovraffollamento e alle difficoltà organizzative. Tuttavia, ciò non elimina scogli di natura economica per le famiglie. Nonostante la DAD possa far risparmiare sugli affitti per i fuori sede in un primo momento, le famiglie dovranno comunque sostenere una quota forfettaria di iscrizione al semestre filtro e l’acquisto di materiale didattico, il tutto nella totale incertezza sul futuro. La situazione si complica ulteriormente considerando che gli studenti iscritti temporaneamente al semestre filtro non sono formalmente immatricolati. Questo status provvisorio comporta la probabile esclusione da borse di studio, mense universitarie, alloggi pubblici e altre misure previste dal diritto allo studio. Per i circa 70-80mila studenti attesi al semestre filtro, e con le città con il maggior numero di iscritti – Milano, Roma, Torino, Bologna e Padova – che sono notoriamente quelle con gli affitti più cari, si prefigura un vero e proprio caos abitativo per coloro che supereranno il test nazionale dopo quattro mesi e che si ritroveranno a cercare alloggi in un mercato già saturo e costoso, con la disponibilità di case che rischia di essere drasticamente ridotta in quella fase avanzata dell’anno accademico. Allo stesso modo tutti coloro che avevano abitazioni da affittare in prossimità delle facoltà di medicina rischiano di trovarsi i locali sfitti per i primi quattro mesi dell’anno, con conseguente danno economico.

In sintesi, la riforma, lungi dal risolvere i problemi dell’accesso a medicina, sembra perpetuare e persino esacerbare le criticità preesistenti, introducendo nuove forme di stress, disparità e incertezza per decine di migliaia di giovani aspiranti medici.

Medicina: cosa fa l’Università di Parma

Anche la vicina Università di Parma, dove tanti studenti della nostra città tradizionalmente frequentano medicina ha scelto – per ovvi motivi di spazio – di puntare sulle lezioni a distanza. Vediamo qui di seguito come funzionerà per questo ateneo.

Lezioni erogate in modalità telematica sincrona, dal 1° settembre al 4 novembre.

Parma, 15 luglio 2025 – L’Università di Parma rende note le caratteristiche delle lezioni del “semestre filtro” per i corsi in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Medicina veterinaria. Com’è noto, la riforma delle modalità di ammissione a questi corsi ha infatti istituto una sorta di semestre “propedeutico”, senza test d’ingresso, durante il quale studentesse e studenti dovranno partecipare a lezioni a frequenza obbligatoria di chimica e propedeutica biochimica, fisica e biologia, per un totale di 18 crediti (6 per insegnamento), in una sede inserita come prima scelta.

Al termine del semestre filtro, dagli esiti degli esami scaturirà una graduatoria nazionale che determinerà l’accesso ai corsi Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Medicina veterinaria.

LE LEZIONI

Per quanto riguarda l’Università di Parma, le lezioni del “semestre filtro” saranno erogate in modalità telematica sincrona, al fine di garantire equità a studentesse e studenti fuori sede.

La frequenza sarà rilevata telematicamente.

Il periodo di lezioni sarà dal 1° settembre al 4 novembre.

L’orario delle lezioni sarà strutturato dal lunedì al giovedì, mentre il venerdì saranno previsti momenti di ripasso e approfondimento. Il materiale didattico (slide delle lezioni) sarà caricato sulla piattaforma Elly.

A fine agosto (data ancora da definire) sarà organizzata una “lezione zero”, sempre da remoto, per dare il benvenuto a studentesse e studenti del semestre filtro.

COME ISCRIVERSI AL SEMESTRE FILTRO

Si ricorda che per iscriversi al semestre filtro occorre innanzitutto effettuare la registrazione sulla piattaforma nazionale Universitaly entro le 17 del 25 luglio 2025. In questa fase è necessario indicare anche un corso di laurea “affine” (di ambito biomedico, sanitario, farmaceutico o veterinario) al quale ci si potrà iscrivere se non si sarà ammesse/i a Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria o Medicina veterinaria. Questa è un’altra delle novità della riforma.

Una volta fatta la registrazione su Universitaly e scelta Unipr come sede, si può procedere con l’iscrizione al semestre filtro all’Università di Parma tramite la piattaforma Esse3 – Segreteria online: le iscrizioni sono aperte dal 3 luglio e si chiudono alle 17 del 25 luglio.

L’iscrizione al semestre filtro è una procedura che richiede tempo per essere portata a termine. Per questo si sconsiglia di effettuarla a ridosso della scadenza.

I “CORSI AFFINI” DISPONIBILI NELL’OFFERTA FORMATIVA UNIPR

Questi i “corsi affini” tra cui scegliere nell’offerta formativa dell’Università di Parma: Biologia (L-13), Biotecnologie (L-2), Chimica e tecnologia farmaceutiche (LM-13), Farmacia (LM-13), Scienze animali (L-38), Assistenza sanitaria (L/SNT4, corso interateneo con sede amministrativa l’Università di Modena e Reggio Emilia), Educazione professionale (L/SNT2), Infermieristica (L/SNT1), Ortottica ed assistenza oftalmologica (L/SNT2), Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (L/SNT4).

CONTRIBUTO FORFETTARIO

Per iscriversi al semestre filtro è richiesto il pagamento di un contributo forfettario di 250 euro entro il 25 luglio 2025. Ci sono però casi in cui questo contributo può essere ridotto o azzerato.

ESAMI E GRADUATORIA NAZIONALE

Al termine del semestre filtro studentesse e studenti dovranno sostenere gli esami di chimica e propedeutica biochimica (6 crediti), fisica (6 crediti) e biologia (6 crediti). Le prove d’esame saranno uguali a livello nazionale e si svolgeranno in contemporanea, nello stesso giorno. Ci saranno due appelli: il primo il 20 novembre e il secondo il 10 dicembre, sempre alle 11.

I punteggi conseguiti nei singoli esami saranno validi per la formazione della graduatoria nazionale.

INFO DI DETTAGLIO E CONTATTI

Tutte le info dettagliate e i contatti sono disponibili sul sito web dell’Università di Parma, nella pagina dedicata al semestre filtro

https://www.unipr.it/accesso-ai-corsi-di-medicina-e-chirurgia-odontoiatria-e-protesi-dentaria-e-medicina-veterinaria




Fratelli d’Italia: “La Regione mantenga gli impegni su Medicina a Piacenza. Basta sedi provvisorie”

I consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri (primo firmatario) e Priamo Bocchi (secondo firmatario) hanno depositato un’interrogazione alla Giunta regionale per fare piena luce sulla situazione, ancora oggi poco chiara, riguardante la sede definitiva del Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Medicine and Surgery dell’Università di Parma, attivo dal 2021 presso la città di Piacenza.

«Dopo anni di annunci e protocolli firmati – dichiarano Tagliaferri e Bocchi – nulla sembra essersi mosso in merito al recupero dell’ex ospedale militare di via Palmerio, che secondo gli impegni istituzionali sottoscritti nel 2022 avrebbe dovuto diventare la sede definitiva del corso. Al contrario, ci ritroviamo oggi con una sede provvisoria presso un ex centro di formazione bancario, in via San Bartolomeo, concessa per sei anni. Una soluzione certamente comoda, ma lontana anni luce dall’idea di un polo universitario integrato con il sistema ospedaliero, come auspicato dallo stesso Rettore dell’Ateneo di Parma».

Con l’interrogazione presentata, i consiglieri di Fratelli d’Italia chiedono alla Giunta regionale se intenda dare concreta attuazione al protocollo d’intesa del 2022, che impegnava la Regione stessa alla ricerca dei fondi per la ristrutturazione dell’ex ospedale militare. Si chiede inoltre se nel progetto del nuovo ospedale di Piacenza – da realizzarsi con formula di Partenariato Pubblico Privato – sia prevista una sede idonea per ospitare il corso universitario in lingua inglese.

«Siamo di fronte a una mancanza di visione – continuano Tagliaferri e Bocchi – e a una gestione che rischia di penalizzare sia gli studenti, che oggi sono oltre 300 e arriveranno a 440 dal prossimo anno, sia il territorio, che merita una progettualità seria, duratura e coerente con le esigenze formative e sanitarie. In particolare chiediamo anche chiarezza su chi pagherà l’affitto o le eventuali spese di ristrutturazione del nuovo campus temporaneo, quali siano oggi le “Sedi Ulteriori” universitarie presso l’Ausl di Piacenza, quanti e quali docenti siano effettivamente presenti, con che titoli e che competenze in lingua inglese, e dove vengano svolti i tirocini degli studenti, considerato che i reparti ospedalieri locali non sembrano in grado di accoglierli tutti».

Fratelli d’Italia ribadisce quindi la necessità di un serio investimento sull’alta formazione in ambito medico, senza soluzioni tampone né continui rinvii.

«L’istituzione del corso Medicine and Surgery a Piacenza rappresenta un’opportunità strategica per tutta la provincia, ma occorre evitare che si trasformi in un’occasione sprecata per mancanza di visione e concretezza – concludono i consiglieri –. La Regione Emilia-Romagna, che ha sostenuto l’avvio del progetto, non può ora voltarsi dall’altra parte».

 




Confermato un caso di chikungunya a Castel San Giovanni (PC)

Oggi è stato confermato un caso verosimilmente autoctono di chikungunya in provincia di Piacenza.
Si tratta di un uomo italiano, residente a Castel San Giovanni, in località Pievetta, over 65, che nei giorni scorsi ha manifestato febbre, dolori osteomuscolari e congiuntivite.
Il paziente non ha effettuato viaggi in zone endemiche per la malattia: la diagnosi è stata possibile grazie alla segnalazione del medico di famiglia e alla conferma di laboratorio su prelievo ematico.

Cos’è la chikungunya
La chikungunya è causata da un virus trasmesso all’uomo dalla puntura di zanzare infette, in particolare la zanzara tigre (Aedes albopictus).
Non si trasmette direttamente da persona a persona. Durante la fase acuta (3–7 giorni), una zanzara può pungere una persona malata e trasmettere poi il virus ad altri.
I sintomi più comuni sono:
•     febbre improvvisa
•     forti dolori articolari e muscolari
•     mal di testa, congiuntivite, affaticamento, rash cutaneo.
I dolori possono essere così intensi da costringere la persona a rimanere immobile in posizioni antalgiche: il termine chikungunya deriva proprio da una parola swahili che significa “ciò che curva” o “contorce”.
Nella maggior parte dei casi la guarigione è spontanea e completa, con cure di supporto (riposo, antipiretici, liquidi), ma negli anziani e nei fragili può portare a complicanze.

Sorveglianza sanitaria
Per individuare tempestivamente eventuali altri casi, i professionisti di Igiene e Sanità pubblica saranno presenti domani, lunedì 14 luglio, dalle 15 alle 17, nella frazione di Pievetta con un’ambulanza del 118 per effettuare prelievi ematici.

Sono invitati a presentarsi:
•     i cittadini che vivono o lavorano nella zona e che negli ultimi 15 giorni hanno avuto febbre o dolori muscolari/articolari
•     chi, sempre nelle ultime due settimane, è tornato da viaggi in aree a rischio

In alternativa, è possibile rivolgersi anche al proprio medico di famiglia per segnalare eventuali sintomi e ricevere indicazioni sui successivi accertamenti.

Misure di prevenzione
Dalla segnalazione del caso sospetto (11 luglio), a scopo precauzionale sono stati effettuati già tre interventi di disinfestazione nelle aree pubbliche e private della zona interessata. Con la conferma ufficiale, le operazioni proseguiranno e saranno ampliate.

Per contenere la diffusione del virus, è fondamentale ridurre il contatto con le zanzare.
Il sindaco di Castel San Giovanni, Valentina Stragliati, ha emesso un’ordinanza che invita i cittadini che abitano nella zona oggetto dei trattamenti a:
•     lavare accuratamente le verdure e frutta degli orti prima del consumo
•     svuotare e pulire frequentemente le ciotole degli animali
•     tenere le finestre chiuse, soprattutto nelle ore di maggiore attività delle zanzare (mattino e tardo pomeriggio).

Inoltre, si raccomanda di:
•     installare zanzariere alle finestre e, se possibile, usare il condizionatore
•     indossare abiti chiari e coprenti (maniche lunghe e pantaloni)
•     applicare repellenti sulle parti scoperte della pelle, seguendo le indicazioni per bambini e donne in gravidanza
•     eliminare ogni raccolta d’acqua (es. sottovasi) e utilizzare larvicidi per quelle non eliminabili (es. tombini, pozzetti).
Ricordiamo che le zanzare vettori della malattia sono attive soprattutto di giorno, in particolare nelle ore del mattino e del tardo pomeriggio.

Per saperne di più
Ulteriori informazioni sulla malattia e sulla prevenzione sono disponibili su:
•     Zanzara Tigre Online – Chikungunya
La collaborazione dei cittadini è fondamentale per proteggere la salute di tutti. Invitiamo chiunque presenti sintomi compatibili a contattare tempestivamente il proprio medico.




Cambio al vertice dell’Ortopedia e Traumatologia: Maniscalco lascia Piacenza per Chieti, nominato Quattrini

Cambio al vertice dell’Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Piacenza. Dal 1 luglio, il professor Pietro Maniscalco lascerà la direzione della struttura, incarico ricoperto per 16 anni, per assumere un nuovo prestigioso ruolo come professore ordinario all’Università di Chieti.
D’intesa con l’Università di Parma, in attesa del completamento delle procedure accademiche, la direzione aziendale ha designato come facente funzione il professor Fabrizio Quattrini, attuale responsabile della struttura semplice di Traumatologia dello sport.
“La nostra è una scelta di prospettiva, con l’incarico a professionista giovane e di comprovata esperienza – evidenzia il direttore generale Paola Bardasi – che vanta una piena padronanza clinica in tutti gli ambiti della specialistica”.

“Al professor Maniscalco – aggiunge – va il nostro ringraziamento per il lungo e proficuo impegno professionale e umano al servizio dei pazienti e della comunità piacentina. Non possiamo che augurargli un brillante futuro accademico. Non escludiamo anche in futuro di poter collaborare ancora con lui”.
“Non vado via a cuor leggero. A Piacenza – commenta il professor Maniscalco – ho vissuto sedici anni meravigliosi: intensi, difficili, ma anche ricchi di soddisfazioni, per me e per tutto il gruppo (medici, infermieri, operatori socio sanitari, fisioterapisti…) che ho avuto il privilegio di dirigere. Ringrazio tutti per la fiducia, il supporto e l’affetto. È stato un onore essere il primo professore ordinario in servizio all’ospedale di Piacenza. Vado a Chieti a lavorare ma rimarrò a vivere qui con la mia famiglia. Non è quindi il tempo dei rimpianti, né delle polemiche. È invece quello di ripartire, con quell’entusiasmo, grinta e determinazione che credo mi abbiano contraddistinto in 60 anni”.

“Il reparto di Ortopedia e Traumatologia – evidenzia il direttore sanitario Andrea Magnacavallo – è a direzione universitaria. D’intesa con il rettore, abbiamo affidato la guida al professor Quattrini, professionista stimato, conosciuto e competente. Il suo profilo clinico e scientifico è solido, con un’esperienza che gli consente di proseguire con autorevolezza nel percorso di sviluppo del servizio”.
Quarantaquattro anni, originario di Legnano (Milano), Quattrini è in servizio a Piacenza dal 2017.
Specialista in Ortopedia e Traumatologia, Quattrini ha costruito il proprio percorso formativo e professionale in contesti di alto livello, trascorrendo sette anni alla Clinica ortopedica e traumatologica universitaria dell’IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, sotto la direzione del professor Francesco Benazzo, tra i massimi esperti del settore a livello nazionale. A completamento della propria preparazione, ha conseguito un master in patologia del ginocchio.
A Piacenza dal 2022 è alla guida della struttura semplice di Traumatologia dello sport, distinguendosi per un approccio clinico completo e aggiornato. È membro e istruttore per società scientifiche nazionali e internazionali, tra cui AO Trauma – fondazione internazionale di riferimento per la ricerca e la formazione in traumatologia – e SIAGASCOT, società scientifica italiana di riferimento per la chirurgia del ginocchio.
Ricercatore universitario all’Università di Parma dal 2022, insegna nei corsi di laurea in Medicine & Surgery e Fisioterapia con sede a Piacenza. Il passaggio al ruolo di professore associato, previsto per il 1 settembre 2025, segna una nuova tappa in un percorso accademico e professionale coerente e solido.
A 44 anni, il professor Quattrini assume la guida dell’unità operativa con un profilo già maturo e pienamente competente, pronto a dare continuità e sviluppo al progetto di crescita del reparto (dove in questi mesi si stanno inserendo tre nuovi professionisti) integrando l’attività clinica con la didattica e la ricerca, in una prospettiva sempre più orientata all’innovazione e alla qualità delle cure.

Nella foto, da sinistra: il direttore sanitario Andrea Magnacavallo, il direttore uscente Pietro Maniscalco, il direttore facente funzioni Fabrizio Quattrini e il direttore generale Paola Bardasi.




Inchiesta Ausl Piacenza. ApP, AVS e Rifondazione chiedono subito la convocazione della Commissione 5 “Prevenzione e contrasto delle mafie e della corruzione”

Alternativa per Piacenza, Alleanza Verdi e Sinistra [AVS] e prendono posizione sull’inchiesta della magistratura che ha investiti (nuovamente) l’Ausl di Piacenza

“Alla luce dell’inchiesta giudiziaria che coinvolge i vertici dell’Azienda Sanitaria Locale, riteniamo di estrema urgenza la convocazione immediata della Commissione 5 “Prevenzione e contrasto delle mafie e della corruzione, promozione della cultura della legalità” del Consiglio Comunale di Piacenza.
È necessario aprire uno spazio di maggiore confronto sulla situazione nella quale attualmente versa la gestione della nostra Azienda Sanitaria Locale e il suo sistema di controllo. Ciò non solo in seguito ai più recenti fatti che l’hanno coinvolta, ma soprattutto in vista della costruzione del Nuovo Ospedale attraverso un partenariato pubblico-privato, che in assenza di un robusto sistema di controllo interno potrebbe esporre ad ulteriori criticità. Un’opera che, ricordiamo, prevede un investimento complessivo superiore ai 300 milioni di euro.

Riteniamo che, in questo difficile e critico momento, il Consiglio Comunale abbia il dovere, oltre che il diritto, di essere coinvolto in ogni fase dell’iter con tempestività e che un confronto nel merito delle decisioni sia non più rimandabile.
Vorremmo evitare il ripetersi di situazioni che hanno visto il nostro Consigliere Luigi Rabuffi di fatto costretto ad abbandonare la Presidenza della Commissione 5 ad Agosto 2023, in aperta polemica con l’Amministrazione, a poche ore di distanza dal voto del Consiglio comunale sul piano di riequilibrio di piazza Cittadella laddove era stato impedita la convocazione e calendarizzazione della Commissione stessa.

La guida della Commissione è oggi presieduta da esponenti dell’opposizione di destra ma l’operato degli ultimi mesi risulta quanto meno discutibile, e soprattutto non ha prodotto alcun passo avanti concreto né sul piano della sua efficacia né su quello del controllo democratico delle scelte strategiche.

Per questo motivo chiediamo con urgenza al Presidente del Consiglio Comunale e alla nuova Presidenza della Commissione 5 di procedere immediatamente alla convocazione di una seduta straordinaria aperta, nella quale si definisca un percorso condiviso per ristabilire il pieno esercizio del ruolo di controllo dei consiglieri comunali, e dunque dei cittadini da essi rappresentati, sulle principali scelte strategiche per la città”.