Polisportivo, riparte l’iter. Via libera della giunta. Critico il centrodestra

Riparte a pieno ritmo l’iter per la riqualificazione del Polisportivo Franzanti di Piacenza dopo lo stop dello scorso dicembre dovuto alla rilevata impossibilità, per motivi tecnici, di ristrutturare l’edificio che oggi ospita la piscina coperta e che, nel progetto originario della società veronese Glaukos, avrebbe dovuto ospitare spazi dedicati alla ginnastica artistica.

La Giunta guidata dalla sindaca Katia Tarasconi, con voto unanime, ha approvato la variante progettuale proposta dalla stessa Glaukos considerata “pienamente aderente all’interesse pubblico” deliberato dal Consiglio comunale lo scorso 16 settembre; una variante che consentirà un risparmio economico di oltre 2 milioni e 286mila euro sul totale dell’operazione complessiva a carico dell’ente. Tutto ciò, garantendo la stessa offerta di attività sportive. “In particolare – si legge nella delibera di Giunta – preserva la fruibilità degli spazi destinati alla pratica della ginnastica artistica che continueranno ad essere svolti nell’edificio attuale”.

Niente più trasloco nello stabile che oggi ospita la piscina coperta, che verrà demolito, ma riqualificazione degli spazi attuali.

«Saranno spazi rinnovati – commenta la sindaca – nei quali chi pratica la ginnastica artistica potrà allenarsi come ha fatto finora, potendo però contare su ambienti risanati, più belli e inseriti in un contesto che sarà all’avanguardia e di grande pregio, come Piacenza merita».

Di certo l’idea iniziale di lavorare sullo stabile della piscina coperta avrebbe garantito un aumento dello spazio a disposizione della ginnastica, ed è per questo motivo che era stata considerata positivamente. Di fronte all’impossibilità strutturale di metter mano a quell’edificio, tuttavia, Glaukos ha avanzato al Comune due proposte: la “variante 1 bis” e la “variante 2 bis”. La seconda prevede la demolizione e successiva ricostruzione dell’edificio “E”, ovvero l’attuale piscina coperta, ma con un aggravio di costi che l’amministrazione comunale ha ritenuto insostenibile: oltre tre milioni complessivi in più sul totale. Ipotesi dunque scartata.

La Giunta ha ritenuto inoltre di considerare non adeguata la nuova proposta arrivata dalla società Consorzio Leonardo Servizi e Lavori che comprende, tra i vari aspetti, il finanziamento dell’opera tramite un’operazione di locazione finanziaria il cui piano di ammortamento prevede un contributo complessivo di oltre 39 milioni e 744mila euro a carico dell’ente di Palazzo Mercanti da corrispondere nell’arco di vent’anni. Un incremento del contributo finanziario a carico del Comune considerato eccessivo e a fronte del quale, si legge in delibera, «non si rilevano elementi migliorativi rispetto alla procedura già in corso, sia rispetto allo strumento giuridico della locazione finanziaria, sia rispetto agli aspetti economico finanziari, sia rispetto agli aspetti tecnici in relazione al rapporto qualità/prezzo tali da interrompere o sospendere il procedimento in corso sul quale il Consiglio comunale ha già disposto il pubblico interesse con deliberazione n. 33 del 16/09/2024 valutando anche in quella sede lo strumento della locazione finanziaria».

Scartata dunque la nuova proposta del Consorzio Leonardo, scartata anche la variante 2 bis di Glaukos, c’è luce verde alla “variante 1 bis” della stessa società veronese. A questo punto può ripartire l’iter istruttorio: gli uffici dovranno acquisire da parte di Glaukos il Progetto di fattibilità tecnico-economica aggiornato e il relativo Piano economico-finanziario asseverato, dopodiché si passerà in sede di Conferenza dei servizi decisoria.

Riqualificazione Polisportivo; centrodestra chiede una Commissione: “Progetto modificato senza comunicarlo preventivamente. Dalla Giunta mancanza di rispetto e trasparenza”

Prospettiva opposta quella dei consiglieri dei capigruppo di centrodestra Patrizia Barbieri, Sara Soresi e Luca Zandonella che ritengono politicamente “irrituale ed irritante” il comportamento della giunta Tarasconi.

“Dopo che a settembre il consiglio comunale è stato chiamato ad esprimersi sull’interesse pubblico del progetto di riqualificazione del Polisportivo, oggi apprendiamo dalla stampa – e non dall’Amministrazione – che tale progetto viene modificato in corso d’opera all’oscuro dei consiglieri comunali, quanto meno di quelli del centrodestra. Ritenendo questo comportamento una mancanza di rispetto nei confronti del ruolo di consigliere e dell’intera città, abbiamo immediatamente richiesto la convocazione delle commissioni consiliari 1 e 2 in seduta congiunta perché si venga informati, nei canali ufficiali, dell’operazione in corso”. L’annunciano i capigruppo di centrodestra dopo aver appreso dalla stampa la notizia dell’approvazione da parte della Giunta della variante al progetto proposta della società Glaukos che ha in capo la realizzazione dei lavori”.

“E’ questa l’ennesima dimostrazione di come l’Amministrazione di sinistra intende la gestione della cosa pubblica – concludono i capigruppo – dimenticando che si stanno spendendo i soldi dei piacentini”.




Tarasconi: “Pretestuoso l’attacco di Soresi a Groppelli” nel giorno del Ricordo

Riceviamo e pubblichiamo una nota del sindaco Katia Tarasconi a difesa dell’assessore Serena Groppelli, attaccata in consiglio comunale da Sara Soresi, capogruppo di Fratelli d’Italia.
“Usare una giornata come quella del Ricordo per attaccare pretestuosamente l’amministrazione dai banchi del Consiglio comunale, credo sia davvero ciò che di più lontano possa esistere dal mio modo di vedere la politica.

La Giornata del Ricordo ci vede tutti partecipi in modo sincero, al di là delle distinzioni. E proprio oggi ne abbiamo vissuto la prova nel parco cittadino dedicato ai martiri delle foibe: eravamo tutti insieme, uniti, di fronte ai cittadini, ai rappresentanti delle associazioni, alle autorità militari, civili e religiose, e di fronte alle bambine e ai bambini delle scuole.

C’ero io e c’era l’assessora Serena Groppelli che tra le sue deleghe ha appunto la “Cultura della memoria” e che, poco prima della cerimonia, era a portare i saluti dell’amministrazione nell’ambito dell’iniziativa “Andremo via anche noi. Istria, ricordi di un esodo” dedicata alle scuole secondarie di secondo grado e organizzata dall’Istituto di Storia Contemporanea di Piacenza, dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Istituto Nazionale Ferruccio Parri in collaborazione con il Comune.

Con noi al Giardino del Ricordo c’erano autorevoli rappresentanti del centrodestra (l’onorevole Elena Murelli della Lega, il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia, per citarne alcuni) con i quali abbiamo condiviso fianco a fianco un momento importante per tutti.

C’era anche il ministro Tommaso Foti, che ci ha onorati della sua presenza: non era prevista, ed è stata una bella sorpresa che ha dato ancora più importanza alla cerimonia della nostra città. Tra l’altro è stato proprio il ministro a farmi i complimenti per le parole che, con il cuore, ho rivolto ai presenti. E mi ha fatto davvero piacere.

Ecco, in questo contesto di unità, nel giorno di una ricorrenza così sentita da tutti, l’attacco frontale contro l’assessora Groppelli da parte della consigliera di Fratelli d’Italia Sara Soresi mi ha davvero stupito. Anche perché si basa su informazioni non vere.

L’impegno dell’assessora, rispetto alla sua delega specifica, è costante e si inserisce, come è ovvio che sia, in un lavoro di squadra che ci vede tutti coinvolti. Qualche esempio? L’inaugurazione della panchina nel giardino della Besurica intitolato a Norma Cossetto, martire delle foibe, è stato frutto del suo lavoro. Così come lo è stato, con l’assessore Christian Fiazza, lo spettacolo teatrale “Adio, vecia Pola” dedicato alla tragedia delle foibe che si è tenuto al Farnese. E ancora, fa parte del suo lavoro occuparsi dei tanti eventi dedicati alla Memoria e al Ricordo che vengono proposti da enti, associazioni e scuole e per i quali vengono richiesti la collaborazione o il patrocinio del Comune. Fa tutto parte di un impegno più che tangibile. Le persone coinvolte lo sanno bene. E probabilmente lo sa bene anche la consigliera Soresi, che tuttavia ha scelto di gettare benzina su un fuoco che in realtà oggi non era nemmeno acceso”




Gommista “sommerso” da 800 pneumatici e nessuno li ritira

“E’ ormai nota la vicenda di un gommista – in zona Piazzale Velleia – letteralmente invaso da oltre 800 pneumatici fuori uso, accatastati da più di un anno di fronte all’ingresso della sua officina. A dire il vero, è una vicenda che accomuna tantissimi altri lavoratori del settore e si tratta di una situazione problematica non solo per il titolare (che, ovviamente, ne subisce ripercussione economiche negative) ma anche per l’intera cittadinanza, considerando il rischio incendio, di infezioni ma anche di eventuali cadute accidentali di una o piu gomme”, così Sara Soresi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale, che ha presentato un’interrogazione sul tema.

“La presenza di oltre 800 pneumatici accatastati in zona aperta al pubblico, praticamente sulla strada cittadina – osserva Soresi – risulta altamente pericolosa: per il rischio di incendio, di infezioni ma anche dell’eventuale caduta accidentale di uno o più pneumatici sul marciapiedi o sulla strada pubblica (basti pensare a cosa accadrebbe se una o più gomme dovessero accidentalmente riversarsi sulla strada durante il passaggio delle automobili o, addirittura, su qualche pedone in transito lungo il marciapiede)”.
“Non solo – aggiunge la capogruppo – “questo accumulo di pneumatici invade completamente l’ingresso, impedendo ai clienti di posteggiare ed ostacolando l’utilizzo delle aree operative dell’officina, con ovvie ripercussioni economiche negative sul titolare”.

“Nonostante il proprietario dell’attività – specifica l’esponente di Fratelli d’Italia – abbia regolarmente pagato la tassa per il ritiro e lo smaltimento dei pneumatici ai Consorzi competenti e richiesto, appunto, in più occasioni, l’intervento degli stessi, questi ultimi non sono mai intervenuti, lasciando l’artigiano in una situazione insostenibile sia dal punto di vista lavorativo che economico. La legge prevede che, in caso di abbandono di rifiuti su proprietà privata, il proprietario sia tenuto alla rimozione degli stessi ed al ripristino dello stato dei luoghi nel caso in cui lo stesso sia responsabile di detto abbandono. Ma, nel caso concreto, il titolare dell’esercizio non può certamente dirsi responsabile dell’abbandono, tanto che si è attivato sia pagando (in via anticipata) la tassa per il ritiro e smaltimento dei penumatici, sia chiedendone – ai Consorzi competenti – il ritiro. In detti casi, allora, secondo la giurisprudenza, in situazioni in cui il proprietario del terreno non è responsabile dell’abbandono dei rifiuti, l’Amministrazione Comunale ha l’obbligo di intervenire per la rimozione degli stessi”.

Sara Soresi ha dunque depositato un’interrogazione per chiedere all’Amministrazione Comunale se intenda intervenire con urgenza per garantire la rimozione degli pneumatici, tutelando la sicurezza pubblica e l’attività del gommista e se ha avviato o intende avviare interlocuzioni con i consorzi competenti per sollecitare un intervento immediato.

“La situazione è inaccettabile – conclude la capogruppo – e necessita di un intervento tempestivo. L’Amministrazione deve garantire la sicurezza dei cittadini ed il supporto agli artigiani che rispettano le regole, attivandosi anche quando i consorzi preposti non adempiono ai loro obblighi. Questo accumulo di pneumatici non è solo un problema economico per il titolare, ma un rischio concreto per l’intera comunità”.
(Immagine creata con AI).




Rinnovo passi carrai a Piacenza. Soresi (FdI): “Procedura complicata”

“Molti piacentini stanno ricevendo in questi giorni una comunicazione dal Comune con cui vengono informati della necessità di rinnovare l’autorizzazione per il passo carraio rilasciata nel 1996. La procedura imposta è però tutt’altro che semplice e rischia di trasformarsi in un nuovo ostacolo burocratico ed economico per i cittadini” – dichiara Sara Soresi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale, che ha depositato un’interrogazione per chiedere chiarimenti all’Amministrazione.

“La richiesta di rinnovo può essere presentata esclusivamente in modalità telematica, escludendo di fatto una parte della popolazione, come gli anziani o coloro che non hanno familiarità con gli strumenti digitali. Inoltre, ai cittadini viene richiesto di eseguire varie misurazioni tecniche, operazione che non tutti possono svolgere autonomamente e che potrebbe costringerli – come già sta accadendo – a rivolgersi ad un tecnico qualificato, sostenendo ulteriori costi” – prosegue Soresi.

“La cosa più assurda è che nel 1996 queste misurazioni erano state eseguite direttamente dal Comune. Ora, invece, si chiede ai cittadini di farsene carico. È evidente che si tratti di un’ingiustizia” – sottolinea la capogruppo.

Nella sua interrogazione, Soresi chiede all’Amministrazione se intenda prevedere la possibilità di presentare la domanda anche in forma cartacea e se si possa consentire il rinnovo senza nuove misurazioni nel caso in cui non siano intervenute modifiche strutturali. Inoltre, interroga il Comune sulla possibilità che sia l’Ente stesso a occuparsi delle misurazioni, come avveniva in passato, e se siano previsti aumenti della tariffa di concessione, domandando altresì quali saranno le conseguenze per i cittadini in caso di errori nella misurazione.

Conclude la capogruppo: “Ancora una volta, questa Amministrazione dimostra di voler complicare la vita ai cittadini invece di semplificarla. Mi auguro che il Comune faccia un passo indietro e permetta una procedura più equa, senza scaricare sui piacentini costi e responsabilità che dovrebbero spettare all’ente pubblico”.

 




I commenti della politica all’operazione della polizia contro la devianza giovanile

A margine della conferenza stampa della questura di Piacenza sui provvedimenti per contrastare la devianza giovanile arrivano i commenti della politica.

Il sindaco di Piacenza Katia Tarasconi scrive: “L’operazione della questura di Piacenza dimostra tutto l’impegno, spesso invisibile, che le istituzioni mettono in campo ogni giorno per arginare un fenomeno che coinvolge una parte sempre più rilevante del territorio nazionale. Mi riferisco a un disagio giovanile diffuso che spesso sfocia in condotte antisociali quando non addirittura criminali. Un fenomeno che non appartiene più solo alle grandi realtà metropolitane ma che tocca da vicino centri di provincia fino a poco tempo fa considerati isole felici. Per invertire la tendenza, questo disagio va prima di tutto compreso ed è nostro dovere mettere in campo tutte le azioni utili a contrastarlo alla radice con iniziative di sensibilizzazione che aumentino la consapevolezza reale di cosa significa vivere in una società civile; ma di fronte alla degenerazione, di fronte alla violenza, di fronte a reati veri e propri, non c’è altra strada se non quella di azioni di polizia come l’operazione messa in campo nelle scorse ore dagli uomini e dalle donne della questura di Piacenza ai quali va il mio personale plauso e quello della comunità piacentina. Il messaggio è e deve essere chiaro: a Piacenza non sono tollerati comportamenti come quelli che abbiamo visto nei video diffusi dalla questura ed emersi dal lavoro degli investigatori. 

Complimenti dunque al questore e ai suoi collaboratori. Come Comune, continueremo a fare il possibile per dare un valido contributo affinché a Piacenza certe realtà deviate non attecchiscano e certe dinamiche non trovino spazio”.

Tagliaferri (FdI): “Sulle baby gang e sui sempre più frequenti episodi di violenza giovanile la non-ricetta della sinistra è stata un fallimento colossale”.

Il consigliere di Fratelli d’Italia interviene sull’operazione di polizia avviata a Piacenza e sulla polemica politica sviluppatasi

“Nessuno pensa di reintrodurre le pene corporali e nemmeno, come fanno in alcune parti del mondo, inserire la legge del ‘occhio per occhio’ ma è compito primario dello Stato in ogni sua declinazione, garantire la sicurezza dei più deboli, delle persone per bene, di chi lavora e anche delle stesse forze di sicurezza, mentre la ricetta della sinistra fintamente basata su un ascolto del tutto fasullo, ha creato la situazione che tutti noi abbiamo sotto i nostri occhi”.

Così il consigliere di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri sull’indagine della polizia di Piacenza che ha portato all’operazione odierna contro svariate bande giovanili.

“Quello che mi rattrista e preoccupa è la tendenza del Pd nel voler sbandierare a tutti i costi una ricetta sulla sicurezza in generale e sulla violenza giovanile che non c’è e non c’è mai stata. Le forze di centrosinistra che per decenni hanno governato il nostro paese hanno spesso puntato il dito contro i cittadini per bene che lamentavano il problema, li hanno tacciati come razzisti e poi come fascisti, ma le persone picchiate, derubate, violentate per le strade, nei giardini o nei centri commerciali della perfettissima Bologna, della rossissima Modena o Reggio, quasi sempre non sono elettori del centrodestra, bensì cittadini normali che hanno tutto il diritto ad essere tutelati”.

Per Tagliaferri, infine, “è chiaro che occorre una strategia integrata per combattere il sempre più dilagante fenomeno della violenza giovanile e delle baby gang, ma in attesa di elaborare e mettere in atto strategie educative realmente efficaci (e con tempi umani) anche la Regione, così come i comuni dei nostri territori, dovrebbero seguire l’esempio del governo nazionale e attuare un deciso giro di vite a politiche evidentemente troppo lassiste e inefficaci”.




Caso Almasri: per gli avvocati penalisti italiani l’iscrizione di Meloni e dei ministri nel registro delle notizie di reato “non era un atto dovuto”

Resta alta la tensione intorno all’iscrizione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni (nella foto durante un comizio a Piacenza), del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano nel registro delle notizie di reato in seguito alla denuncia dell’ex politico ed avvocato Luigi Li Gotti. Come è noto la decisione presa dal procuratore della Repubblica di Roma, Francesco Lovoi, è stata difesa dall’associazione dei magistrati ANM che l’ha definita “un atto dovuto”. Contro questa tesi ora però si schiera nettamente l’L’Unione della Camere Penali Italiane, l’associazione degli avvocati penalisti a cui aderiscono 128 Camere Penali territoriali per un totale di più di 10.000 legali.

Il presidente Francesco Petrelli ha diffuso una nota in cui sottolinea la pericolosità, per gli equilibri dello Stato, di questa iscrizione:

«In un momento in cui è già altissima la tensione fra politica e magistratura apprendiamo con preoccupazione di una iniziativa giudiziaria che vede indagati i vertici del governo per favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda della liberazione del comandante libico Almasri. Non conoscendo nel merito le ragioni dell’iscrizione non è allo stato possibile comprendere ove la procura romana individui il limite fra il legittimo esercizio della discrezionalità politica esposta al solo sindacato dell’opinione pubblica e dall’elettorato ed il controllo di legalità, fermo restando che anche la eventuale violazione di un trattato internazionale cui lo stato italiano debba ottemperare non può essere oggetto di una azione giudiziaria da parte della magistratura.
Risulta pericoloso per gli equilibri dello Stato che, mentre si devono ancora accertare gli effettivi limiti e la correttezza dell’azione politica del Governo davanti al Parlamento,  si intervenga da parte del potere giudiziario con un’azione davvero eclatante che rischia di innescare ingiustificatamente un ulteriore motivo di tensione e di conflitto».

Ancora più interessante è però la nota scritta dalla Giunta dell’Unione Camere Penali Italiane in cui si spiega, con i dovuti riferimenti normativi, perché l’iscrizione di Meloni e dei suoi ministri non sarebbe affatto automatica e quindi dovuta a prescindere. Un’interpretazione che smentisce nettamente quanto sostenuto dai rappresentanti dei magistrati.

Il capolavoro dell’ingiustizia è di sembrare giusta senza esserlo

«Come chiarito fin dal 2009 dalle Sezioni Unite dalla Suprema Corte di Cassazione, con la famosa sentenza “Lattanzi”, l’obbligo del Pubblico Ministero di iscrivere una notizia di reato e il nome dell’indagato nel relativo registro sorge solo a fronte di una notizia “qualificata” e non in presenza di qualunque esposto, denuncia o querela. Il principio è stato recepito dal legislatore, che con la riforma “Cartabia” nel 2022 ha modificato l’articolo 335 del Codice di Procedura Penale, prevedendo che si debba trattare “di un fatto, determinato e non inverosimile riconducibile in ipotesi a una fattispecie incriminatrice” e per il quale “risultino” “indizi” a carico “della persona alla quale il reato è attribuito”.

Sul punto si era ampiamente diffusa anche la nota “circolare Pignatone” del 2 ottobre 2017”, che escludeva “iscrizioni automatiche basate su una lettura meccanica della normativa” che poterebbero ad “attribuire impropriamente alla polizia giudiziaria – o addirittura al privato denunciante – il potere di disporre in ordine alle iscrizioni”.

Dunque il pubblico ministero è onerato di verificare se le condotte descritte nell’eventuale esposto possano essere ritenute, anche solo astrattamente, penalmente rilevanti, e ove questo giudizio dia esito negativo, non deve procedere ad alcuna iscrizione.

La legge costituzionale numero 1 del 1989 che prevede poi, per i reati che si ipotizza siano stati commessi dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai Ministri nell’esercizio delle loro funzioni, l’obbligo di avviso alle persone interessate e la Trasmissione al Tribunale dei Ministri, deve ovviamente essere letta alla luce della regola generale.

Ne discende che non esistono automatismi. A nessuno può sfuggire che, ogni interpretazione contraria, oltre a contraddire la legge, darebbe luogo ad esiti paradossali; la più insensata, infondata e fantasiosa denuncia dovrebbe dare luogo alla costituzione di un Tribunale dei Ministri, composto da tre magistrati, e determinare l’avvio di un’attività di indagine.

Sorprende, dunque, la lettura data dall’ANM alla scelta da parte del Procuratore di Roma di iscrivere nel registro delle notizie di reato la Presidente del Consiglio, il Ministro della Giustizia, il Ministro dell’Interno e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, secondo cui si sarebbe trattato di “atto dovuto”.

Malgrado quanto sostenuto dal sindacato delle toghe, non è dovuta l’iscrizione di una notizia che non abbia un minimo di fondamento e tale valutazione spetta, appunto, al Pubblico Ministero.

L’8 agosto dell’anno scorso, l’On. Roberto Giachetti ha presentato un esposto-denuncia contro il Ministro Nordio e i sottosegretari Andrea Delmastro Delle Vedove e Andrea Ostellari, ritenuti responsabili di condotte omissive in relazione ai 65 suicidi di detenuti all’interno degli istituti di pena. Qualcuno ha avuto notizia che il Procuratore di Roma li abbia inscritti nel registro degli indagati e abbia trasmesso gli atti al Tribunale dei Ministri previo avviso agli interessati? Sarebbe istruttivo conoscere il pensiero dell’ANM a riguardo.

Insegnava Platone: “Il capolavoro dell’ingiustizia è di sembrare giusta senza esserlo”.

Almeno per questa volta il capolavoro però, per quanto ci si sforzi, non pare sia riuscito».




Bollino antifascista. Interrogazione di Gloria Zanardi (FdI)

Gloria Zanardi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ha depositato un’interrogazione urgente, tornando sul tema del “bollino antifascista” introdotto all’articolo 17 comma 3 del “REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI PATROCINI, DI COLLABORAZIONI E DELLE SALE COMUNALI” approvato, con il voto favorevole della maggioranza e di App, in occasione del consiglio comunale del 27 gennaio scorso.

Zanardi rileva: “durante la discussione generale e degli emendamenti ho posto alcuni interrogativi rispetto all’applicazione pratica del “bollino antifascista” che, a mio parere, potrebbe creare criticità e paradossi – prosegue – visto che non ho ricevuto alcuna risposta in merito, sono stata costretta a depositare un’interrogazione al fine di ottenerle, ritenendo fondamentale, al netto della contrapposizione politica/ideologica sull’opportunità di tale previsione, avere lumi in ordine al risvolto pratico ed operativo della clausola”.

Il consigliere di Fratelli d’Italia, dunque, ha chiesto formalmente all’amministrazione quale sarà la valutazione in alcuni casi pratici, affermando: “La clausola in questione crea controsensi imbarazzanti; così per come è stata formulata, ad esempio, un’antifascista anarchico sovversivo potrebbe ottenere la concessione, mentre a stessa potrà essere vietata ad una persona che voglia organizzare un’iniziativa nobile ed utile alla comunità ma che, per rispetto della libertà di pensiero, non voglia esprimersi con la sottoscrizione della dichiarazione – conclude – è un’assurdità”.

Pertanto, Zanardi nell’interrogazione chiede:

il motivo per il quale, oltre agli atteggiamenti di espressione “fascista, razzista, sessista” non sono stati inseriti quelli omofobi, classisti, xenofobi e via dicendo e il criterio con il quale si è ritenuto di inserire solo quelle tre posizioni;
il motivo per il quale si è precisato che tali atteggiamenti debbano essere “tipici delle ideologie assolutiste e totalitarie” escludendo, ad titolo esemplificativo, il sessismo legato a mentalità maschiliste derivante da profili culturali o sociali o religiosi, scevri da ideologie assolutistiche e totalitarie; in quei casi come ci si comporta?
il motivo per il quale si è scelto di fare una valutazione sulle opinioni e non sul contenuto delle iniziative;
quale sarà la valutazione nel caso in cui sia richiesta una sala comunale per un’iniziativa con scopo utile e nobile per la comunità (es. sensibilizzazione rispetto ad una patologia, contro l’uso delle droghe, raccolta fondi per la Casa di Iris ecc..) senza che il richiedente sottoscriva il modulo della dichiarazione in oggetto?
quale sarà la valutazione nel caso in cui una sala comunale sia richiesta da una persona conosciuta per le sue posizioni publiche fasciste, razziste e sessiste che, tuttavia, sottoscriva la dichiarazione in questione?
quale sarà la valutazione nel caso in cui una sala comunale sia richiesta da una persona conosciuta per le sue posizioni pubbliche antifasciste ma, altresì, anarchiche e sovversive o simpatizzante con i brigatisti rossi e via dicendo?
nel caso in cui la sala comunale sia richiesta da un’associazione la dichiarazione verrà richiesta a tutti i soci o solo alla persona che fisicamente formula l’istanza per l’uso?
nel caso in cui la sala comunale sia richiesta da associazioni che nel loro statuto hanno esplicitamente stabilito l’imparzialità politica/partitica e la neutralità rispetto a qualsivoglia opinione legata ad orientamenti politici/partitici verrà richiesta ugualmente la sottoscrizione della dichiarazione in questione?




Soresi: “I semafori pedonali davanti alla stazione installati 4 mesi fa non sono ancora funzionanti”

Avrebbero dovuto entrare in funzione mesi fa ed invece i semafori installati in piazzale Marconi per regolare l’attraversamento pedonale verso la stazione continuano a lampeggiare, in attesa di un’attivazione che non arriva. In teoria i tecnici del Comune e quelli di Seta avrebbero dovuto calcolare i tempi ideali dei semafori ma evidentemente la pratica sta prendendo più tempo del previsto. Della questione si occupa ora Sara Soresi, capoghruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale.

Risale allo scorso settembre l’installazione del semaforo a chiamata per i pedoni in Piazzale Marconi, nell’area della stazione ferroviaria e, a distanza di quattro mesi, l’impianto risulta totalmente inattivo e non è mai entrato in funzione”.

Piacenza ha già assistito all’inutile investimento di soldi pubblici in Via Martiri, dove erano stati installati i c.d. T-Red, nonostante l’idea di predisporre a stretto giro la rotatoria all’incrocio Via Martiri-Via Boselli (fortemente voluta dal gruppo di Fratelli d’Italia che – a tal proposito – ha presentato apposito ordine del giorno al Dup). Non vorrei che quello di Piazzale Marconi rappresentasse un altro esempio di sperperamento di soldi pubblici”.

Tra l’altro – aggiunge la capo gruppo – uno dei quattro semafori risulta parzialmente rimosso, senza contare che il sotto passaggio che si trova in loco è chiuso (oltre che in condizioni a dir poco indecorose).  Insomma: i pedoni non possono beneficiare né dei semafori, né del sottopasso, nonostante l’opera sia costata – alle casse comunali – circa 40.000,00 Euro. Senza contare che, allo stato, molti cittadini si domandano quali saranno le ripercussioni del funzionamento di detto impianto sul traffico, soprattutto negli orari di punta”.

 Soresi ha quindi depositato un’interrogazione per domandare all’Amministrazione: se, da settembre 2024, l’impianto semaforico sia mai stato funzionante e, in caso positivo, per quanti giorni; la motivazione per la quale l’impianto semaforico risulta ancora non attivo; il motivo per il quale uno dei quattro semafori è stato parzialmente rimosso; se sia intenzione dell’Amministrazione attivare l’impianto semaforico e – in caso affermativo – quando; se sia sua intenzione mantenere la chiusura del sotto passo presente in loco nonostante il mancato funzionamento dell’impianto semaforico; se l’amministrazione sia in possesso di relazione e/o studio avente ad oggetto le ripercussioni del funzionamento di detto impianto sul traffico, soprattutto negli orari di punta.




Tagliaferri (FdI): “Basta scuse: in alta Val Nure va risolto il problema dell’assenza di segnale telefonico”

Il consigliere di Fratelli d’Italia presenta un atto di indirizzo politico per risolvere l’annoso problema dell’assenza di segnale telefonico “con la speranza che la giunta de Pascale sia meno sorda ai bisogni delle aree interne e delle zone montane di quanto fatto in passato da Bonaccini”

“Vorrei ricordare a tutti che anche l’alta Val Nure fa parte del territorio regionale e quindi sarebbe ora di estendere gli standard minimi della telefonia mobile anche in tali zone”.

Questo l’auspicio di Giancarlo Tagliaferri (FdI) che ha depositato oggi una specifica risoluzione sui perduranti problemi di segnale telefonico nell’alta Val Nure.

“L’ennesimo atto – continua il Vicepresidente dell’Assemblea legislativa – l’ennesimo allarme, l’ennesima sollecitazione a mettere in campo politiche concrete per eliminare incomprensibili divari tra i vari territori e dare un futuro alla nostra montagna”.

Per il consigliere di Fratelli d’Italia, infatti, poco o nessun senso hanno gli interventi spot per ripopolare la montagna se prioritariamente non si riescono a garantire gli standard minimi per vivere e lavorare in luoghi da troppo tempo dimenticati.

“Senza le infrastrutture strategiche – conclude Tagliaferri – la montagna si spopolerà creando enormi problemi, ma per evitare ciò bisogna consentire quanto meno le comunicazioni di base. E’ una questione di coerenza con gli slogan sentiti da troppo tempo sull’Emilia-Romagna inclusiva e tecnologicamente all’avanguardia”.




Zanardi (FdI) su Largo Erfurt: “Cittadini ormai esasperati”

Gloria Zanardi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, torna sui problemi di sicurezza e degrado di Largo Erfurt, nonostante il presidio della Polizia Locale.

Zanardi afferma: “I cittadini ormai sono esasperati dagli episodi quotidiani di inciviltà, degrado e microcriminalità a cui devono assistere nella zona di Largo Erfurt e non si sentono sicuri a percorrere le strade del quartiere, non solo nelle ore serali, ma anche in pieno giorno – prosegue – non solo i residenti ma anche coloro che lavorano li”.

Il consigliere di Fratelli d’Italia rileva: “L’apertura del presidio della Polizia Locale non è stata certo risolutiva: sia perché non è costante e, dunque, nelle ore di assenza non vi sono più regole, sia perché l’irriverenza di certi personaggi che animano la zona non si ferma innanzi a nulla – aggiunge – anche le caratteristiche dei luoghi non aiutano, essendovi gallerie sotto i condomini e vie alternative che rendono agevole la dispersione nello spazio”.

Zanardi continua: “L’amministrazione ha investito circa 40mila euro per un sondaggio sulla sicurezza, quando basterebbe frequentare alcuni quartieri ed ascoltare i cittadini per rendersi conto della reale situazione, reale e non certo meramente percepita – prosegue – forse investire quei fondi per potenziare i presidi e garantirne una maggiore continuità sarebbe stato senza dubbio più costruttivo”.

Il consigliere del partito della Meloni prosegue: “Occorre che l’amministrazione solleciti il rafforzamento e il coordinamento del Comitato provinciale dell’Ordine e Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto, per creare una rete ancora più efficiente che, con continuità, attraverso un monitoraggio costante delle zone critiche della città, effettui un’analisi di tutte le dinamiche spazio-temporali delle manifestazioni delinquenziali e anche delle caratteristiche degli autori dei reati, così da individuare i punti da potenziare per un’azione più efficace allo scopo e soprattutto non si deve continuare a tollerare silenziosamente atteggiamenti, anche di mero bivacco, che, statisticamente, portano all’esasperazione di alcune situazioni con conseguenti problemi di ordine pubblico e pubblica sicurezza, quali quelli di degrado ed inciviltà”.

Zanardi chiosa: “Non è facile trovare soluzioni ma un primo passo è prendere coscienza del problema e non continuare a sminuire gli allarmi lanciati dagli stessi piacentini; anche a fronte della situazione generale legata ai flussi migratori, alla povertà dilagante ed agli atteggiamenti da parte di alcune amministrazioni, come la nostra, i cittadini hanno perso fiducia nelle istituzioni politiche e questa situazione deve cambiare”.

Il Consigliere di FdI conclude: “Sarebbe senza dubbio utile che, o in commissione o in incontri ad hoc, con cadenza costante, si condividessero le valutazioni effettuate su situazioni ed azioni affinché tutti possano lavorare nella stessa direzione e con il medesimo obiettivo, dando il proprio contributo”.




Murelli (Lega): «Aggiornare la direttiva Seveso sulle merci pericolose nella logistica»

«E’ emerso che serve un aggiornamento della legge Seveso che viene applicata anche al settore della logistica della logistica quando c’è lo stoccaggio di merci che contengono sostanze pericolose. Ad esempio, la società GXO, di Castelsangiovanni, immagazzina condizionatori che contengono una piccola quantità di gas. La merce, però, è tanta e il sito è considerato tra quelli che ricadono sotto la normativa».

Lo afferma la senatrice Elena Murelli (Lega), in prefettura, al termine della visita della visita della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro del Senato che si è recata in alcune aziende della logistica della provincia: a Fiorenzuola alla New Cold – presente il sindaco Romeo Gandolfi – e a Castelsangiovanni a GXO e Moncler, presente la sindaca Valentina Stragliati. Oltre a Murelli, la delegazione era composta dai senatori Marco Lombardo (Azione), il presidente Tino Magni (Pd) e il prefetto Paolo Ponta. In prefettura, i senatori hanno incontrato i rappresentanti delle categorie economiche, delle associazioni di impresa e dei sindacati.

Murelli fa sapere che i membri della commissione discuteranno e studieranno quindi «una proposta per aggiornare la direttiva Seveso con una legge ad hoc dedicata al trasporto e stoccaggio delle merci pericolose».

La direttiva Seveso II del 1982 è la norma europea volta alla prevenzione e al controllo dei rischi di incidenti rilevanti, connessi con le sostanze classificate pericolose.




Zandonella (Lega): “Per piazza Duomo servono sicurezza, pulizia e valorizzazione”

“La situazione di Piazza Duomo a Piacenza non può più essere ignorata: residenti e commercianti lamentano da tempo problemi di sicurezza, scarsa pulizia e un’assenza di valorizzazione adeguata di una delle piazze più rappresentative della nostra città.” A dichiararlo è Luca Zandonella, consigliere comunale della Lega, che ha depositato un’interrogazione a risposta orale per chiedere interventi concreti e tempestivi da parte dell’amministrazione comunale.

“Da tempo – spiega Zandonella – Piazza Duomo è al centro delle preoccupazioni di chi ci vive e ci lavora, soprattutto per l’insicurezza nelle ore serali, aggravata da una pubblica illuminazione insufficiente. Spiace constatare che in consiglio comunale il Sindaco Tarasconi, nonostante l’aumento delle tasse, abbia risposto negativamente alla mia richiesta di installare telecamere di contesto. Inoltre, la pulizia della piazza lascia molto a desiderare, mentre le sue potenzialità restano in gran parte inespresse. Si potrebbe fare molto di più, ad esempio organizzando eventi che la rendano viva e attrattiva per cittadini e turisti.”

Zandonella punta il dito anche contro l’atteggiamento dell’amministrazione comunale: “L’assessore al commercio Fornasari ha recentemente dichiarato di attendere proposte dai commercianti, ma questo approccio è sbagliato. Non si può restare con le mani in mano: il Comune deve essere il primo a muoversi, magari istituendo un tavolo di confronto permanente con commercianti e residenti, così da raccogliere idee e collaborare concretamente per il rilancio della zona.”

Nella sua interrogazione, Zandonella chiede al Sindaco e alla Giunta di intervenire in molteplici direzioni principali: “Innanzitutto – sottolinea – occorre potenziare l’illuminazione pubblica per aumentare la sicurezza; poi, bisogna incrementare i controlli della Polizia Locale, con pattuglie appiedate, per garantire una presenza costante. Infine, è necessario sollecitare il gestore del servizio di pulizia urbana a dedicare maggiore attenzione alla piazza, che è una vera e propria vetrina della nostra città.”

“La Lega – conclude Zandonella – continuerà a vigilare e a incalzare l’amministrazione affinché Piazza Duomo torni ad essere un luogo sicuro, pulito e valorizzato come merita.”