Tredicenne precipita dal settimo piano di un palazzo in via IV Novembre e muore

Erano da poco passate le 8,30 di questa mattina quando una ragazza di 13 anni è precipitata dal tetto situato al settimo piano di un palazzo in via IV Novembre, dove viveva con la famiglia, finendo su una terrazza al quarto piano dello stesso edificio. Purtroppo la giovane nell’impatto ha riportato ferite fatali ed i soccorsi sono risultati vani. Nel momento della caduta la studentessa era in compagnia di un amico, anch’egli adolescente,   che nell’immediatezza dell’incidente ha chiesto aiuto ai vicini di casa. Ancora da chiarire con esattezza le circostanze del drammatico evento su cui stanno indagando i carabinieri del nucleo investigativo di Piacenza, sotto la supervisione della procura per i minorenni di Bologna e della procura di Piacenza.

Il ragazzo è stato accompagnato presso la caserma dell’Arma in viale Beverora per fornire la propria  testimonianza, che potrebbe rivelarsi decisiva per comprendere meglio la dinamica dell’accaduto. L’interrogatorio si è protratto per diverse ore. Gli inquirenti non tralasciano alcun dettaglio e sul luogo dell’incidente sono stati effettuati vari rilievi scientifici. Il corpo della giovanissima vittima è stato trasferito all’Istituto di Medicina Legale di Pavia, dove sarà sottoposto ad autopsia.

Alcuni amici della ragazza si sono radunati nei pressi del palazzo per rendere omaggio alla sua memoria ed hanno lasciato volare verso il cielo palloncini bianchi con messaggi di addio.




Avevano trasformato il parcheggio della Cavallerizza in un dormitorio. Cinque denunciati

Intervento della polizia locale di Piacenza, all’alba di martedì 22 ottobre, nei piani interrati del parcheggio “Cavallerizza” sullo Stradone Farnese, dove sono state scoperte cinque persone che dormivano abusivamente in aree private e comuni dello stabile. Due sono cittadini italiani, gli altri tre uomini di nazionalità straniera (un egiziano, un iraniano e un indiano), due dei quali già noti alle forze di Polizia e con precedenti alle spalle. Sono stati tutti denunciati all’autorità giudiziaria per il reato di invasione di terreni o edifici, che prevede la reclusione da uno a tre anni e la multa da 103 a 1.032 euro.

Nei giorni scorsi, negli uffici del comando di via Rogerio, i proprietari delle aree adibite a garage privati nei piani interrati del parcheggio avevano formalizzato la querela, con la quale portavano all’attenzione degli agenti la presenza di più persone che avevano adibito alcune zone a dormitorio, con materassi, coperte e cartoni per ripararsi dal freddo nella notte. Non solo: per mantenere in sicurezza i propri effetti personali avevano chiuso con due lucchetti un’area nella quale sono installati alcuni macchinari per il riscaldamento e la circolazione dell’aria nel parcheggio multipiano, rendendola di fatto non più accessibile agli addetti ai lavori. Una situazione rispetto alla quale i proprietari dei garage e gli utenti del parcheggio lamentavano anche una percezione di insicurezza nel raggiungere il posteggio della propria auto.

Così, dopo avere effettuato alcuni sopralluoghi, nelle prime ore del mattino di martedì scorso, otto agenti della Polizia Locale di Piacenza hanno di fatto svegliato i cinque uomini sorpresi in questi accampamenti di fortuna, vietati dalla legge in quanto realizzati occupando aree private. Tutti sono stati invitati a recuperare gli effetti personali, per poi consentire l’intervento degli operatori ecologici e la rimozione di beni ed oggetti, ad esempio in un vano di accesso alle scale dove sono stati trovati materassi, coperte e i vestiti di una persona che vi dormiva.

Tre di loro, in quanto cittadini stranieri, sono stati accompagnati in questura per i previsti accertamenti del caso, mentre per tutti è scattata la denuncia a piede libero. La relazione sull’operazione effettuata dalla polizia locale verrà anche trasmessa ai servizi sociali comunali.

#tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item1 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2024/10/PL-Piacenza-Cavallerizza-22-10-2024-4--80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item2 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2024/10/PL-Piacenza-Cavallerizza-22-10-2024-3--80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item3 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2024/10/PL-Piacenza-Cavallerizza-22-10-2024-1--80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item4 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2024/10/PL-Piacenza-Cavallerizza-22-10-2024-7--80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item5 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2024/10/PL-Piacenza-Cavallerizza-22-10-2024-2--80x60.jpg) 0 0 no-repeat; } #tdi_1 .td-doubleSlider-2 .td-item6 { background: url(https://quotidianopiacenza.online/wp-content/uploads/2024/10/PL-Piacenza-Cavallerizza-22-10-2024-8--80x60.jpg) 0 0 no-repeat; }




Paga 2.500 euro per ottenere la patente, ma era una truffa

Un operaio 46enne di origini straniere pensava di poter prendere scorciatoie per ottenere la patente di guida ma è rimasto vittima di un raggiro. Nel marzo di quest’anno all’interno di un bar cittadino aveva conosciuto un giovane che aveva millantato la conoscenza con una persona in grado di fargli ottenere il permesso di guida evitando lezioni, esami e possibili bocciature. Dopo una settimana l’operaio si era così incontrato con il ragazzo ed il suo complice che gli avevano spiegato come fare. Trascorsi alcuni giorni aveva consegnato al truffatore la somma di 2.500 euro in contanti, ricevendo l’assicurazione che avrebbe ricevuto la patente di guida entro tre mesi. Trascorsi quattro mesi della patente però non vi era nessuna traccia ed il giovane era diventato irreperibile.

Capito di essere stato gabbato l’uomo si è così rivolto ai carabinieri che dopo alcune indagini hanno individuato tre truffatori. Si tratta di tre uomini di 74, 48 e 46 anni residenti in città che risponderanno all’autorità giudiziaria di truffa.




Due imprenditori piacentini denunciati per bancarotta fraudolenta. Sequestrati beni per 400 mila euro

Le Fiamme Gialle del comando Provinciale di Piacenza, su delega della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo di beni, per un importo di oltre quattrocento mila euro, successivamente convalidato dal gip del Tribunale di Piacenza, nei confronti di un’azienda piacentina, amministrata di fatto da due imprenditori indagati per bancarotta fraudolenta e altri svariati reati di natura fallimentare.
La complessa attività d’indagine, dei finanzieri nei confronti di una azienda piacentina operante nel settore dell’installazione di impianti idraulici, ha consentito di accertare che i soggetti indagati, dopo aver distratto vari beni dal patrimonio delle due società fallite, proseguivano l’attività imprenditoriale, attraverso la costituzione di un’ulteriore azienda, formalmente intestata alle mogli, operante non solo nel medesimo settore economico, ma anche nello stesso territorio e con gli stessi clienti delle società fallite.
Le Fiamme Gialle piacentine, pertanto, hanno effettuato il sequestro preventivo disposto dall’Autorità Giudiziaria sui molteplici conti correnti nonché sulle disponibilità patrimoniali riconducibili alla nuova società. E’ stato individuato e sottoposto a sequestro l’intero patrimonio aziendale (tra cui crediti, beni strumentali e rimanenze di magazzino), partecipazioni societarie e ingenti disponibilità finanziarie, che hanno di fatto consentito il pieno e integrale recupero del profitto del reato, per un importo complessivo di oltre 400 mila euro.
I due imprenditori sono stati denunciati in concorso, per il reato di bancarotta fraudolenta.




Tutto resta come prima. L’incontro fra sindaco e associazioni su piazza Cittadella non cambia le carte in tavola

All’indomani del comunicato stampa diffuso dal sindaco Katia Tarasconi sull’incontro tenutosi  cone le associazioni che stanno lottando per la salvezza dei 15 alberi di piazza Cittadella le stesse Legambiente, FATe, Italia Nostra, Archistorica, Laboratorio Popolare, Attac e i cittadini firmatari del ricorso forniscono la propri visione del faccia a faccia avuto con l’amministrazione che sostanzialmente vede ciascuno dei “contendenti” fermop sulle proprie posizioni.

“Come era facilmente prevedibile l’incontro non ha cambiato minimamente le divergenti posizioni tra i soggetti a confronto ma è stata un’occasione, l’unica dall’inizio del mandato, per ribadire direttamente alla Sindaca le motivazioni che sono alla base della contrarietà sia all’abbattimento delle alberature, sia alla costruzione del parcheggio interrato. Se ci fosse stato maggiore ascolto, verso le associazioni e i cittadini, riconosciuti dalla stessa Sindaca quali “consapevoli e informati”, probabilmente non saremmo arrivati a questo punto e soluzioni ben più vantaggiose per la città si sarebbero potute trovare.

Le motivazioni esposte si sono concentrate su questioni ambientali (taglio delle piante, inquinamento atmosferico, isole di calore, mobilità non sostenibile), di tutela della piazza storica, di  rischio archeologico, ecc.; il tutto gravato dalla cappa dell’eccessiva onerosità del progetto, tra l’altro, in presenza oggi di alternative possibili e a minor costo. Costi che la Sindaca ha rilevato non essere a carico dei cittadini ma dei soli fruitori delle strisce blu, come se chi usufruisce e paga le strisce blu non fossero cittadini.

La durata dell’incontro, due ore e mezza, ha dimostrato la ricchezza delle argomentazioni illustrate, che non è possibile condensare in poche righe.

Certamente abbiamo sottolineato che i lavori di scavo (una nostra stima per difetto prevede 3.000 viaggi di camion per il trasporto della terra scavata, circa 1.000 ore di lavoro di escavatore, 500 viaggi di betoniere, ecc.) determinerebbero un inquinamento insostenibile per i residenti e per gli allievi della scuola Mazzini e delle scuole limitrofe. Inquinamento, disagio per rumori e vibrazioni, che durerebbero anni, a causa delle probabili interruzioni dei lavori dovuti. Disagi e costi che non sono stati per nulla valutati per la mancata applicazione della necessaria verifica di assoggettabilità e della conseguente possibile valutazione di impatto ambientale.

Si è inoltre ribadito che il contratto del 2012 poteva in più occasioni essere rescisso, per inadempienze procedurali più volte evidenziate in Consiglio Comunale. Anche rispetto al mancato accertamento della condizione di bancabilità è stato risposto che la responsabilità compete ai tecnici che l’avrebbero verificata. Risposta piuttosto burocratica, che scarica le responsabilità, per niente rassicurante.

Come per niente rassicurante è risultata la risposta circa le preoccupazioni in merito al rischio archeologico: “la Soprintendenza ha approvato il progetto” – è stato detto – assicurando di aver condotto anche indagini tramite georadar, di cui fin qui non era mai stata data alcuna evidenza e di cui l’amministrazione stessa – a detta dell’assessora all’urbanistica –  non è in possesso di documentazione.

Vi è in sostanza un ribaltamento del concetto di interesse pubblico. Per l’Amministrazione tale interesse è di carattere squisitamente economico, sta nell’evitare le penali (eventuali) per la rescissione del contratto, che da tutti è stato definito eufemisticamente “mal concepito”, per non dire capestro. Contratto le cui condizioni non sarebbero più approvate oggi, anche secondo la pubblica ammissione di alcuni consiglieri di maggioranza. Per noi invece l’interesse pubblico prioritario è la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, soprattutto in un contesto climatico cambiato; evitare l’attrazione di ulteriore traffico nel centro storico; evitare il rischio archeologico e accedere a una riqualificazione delle due piazze con un progetto unitario e coerente ai vincoli storici presenti. Noi per primi siamo contrari al degrado e desideriamo una piazza bella e accogliente; affermare il contrario è pura mistificazione.

Spiace aver dovuto infine costatare che la Sindaca non abbia nemmeno voluto concedere un gesto di attenzione verso i cittadini che hanno dato vita alla mobilitazione e al presidio attuale, favorendo quantomeno la sospensione dei lavori nel cantiere di Piazza Cittadella, in attesa dell’udienza in Tribunale del 28 ottobre prossimo. Un gesto che avrebbe rasserenato gli animi e che avrebbe allontanato il dubbio di malcelato risentimento nei confronti dei manifestanti. Lavori che – nel caso di mancato accoglimento del reclamo – risulterebbero peraltro inutili e un costo ingiustificato per la collettività, attesa la irrealizzabilità del progetto approvato a causa dell’impedimento di abbattere le piante. Dubitiamo che un accordo con la ditta non si sarebbe potuto trovare.

Così come non si è voluta nemmeno accettare la proposta di acquisire l’ex autosilo di via X giugno per destinarlo a parcheggio pubblico, mediante soluzioni da valutare, fra cui il finanziamento nell’ambito del bando periferie o una rinegoziazione del contratto con Piacenza Parcheggi. Si è richiesto di introdurre comunque una variante urbanistica sull’edificio da zona residenziale a parcheggio pubblico, per ragioni di pubblica utilità.

Rimane il rammarico di un’occasione persa per una vera apertura di dialogo, a cui questa l’amministrazione non è evidentemente abituata, preferendo il decisionismo, a dispetto della partecipazione. La disponibilità a concedere spazi di confronto sulle dotazioni superficiali della Piazza futura (magari qualche piantina in più in contenitori di cemento), ci sembra una proposta tardiva e inadeguata. Nessuna possibile compensazione ci ripagherà dell’abbattimento dei 15 alberi monumentali e della ex-autostazione degli autobus, e del traffico di auto in centro storico per sempre. Per quanto la si decori, una torta con panna rancida è comunque immangiabile.




Economia. A Piacenza cresce il PIL ma l’industria è in calo

Sarà positivo, seppure con previsioni di lieve rallentamento, il bilancio dell’economia piacentina a fine 2024.

Le ultime analisi della Camera di Commercio dell’Emilia su dati degli Scenari di previsione dell’Osservatorio Prometeia, infatti, prevedono, a fine 2024, un Pil in crescita dello 0,9%, in lieve calo rispetto al +1,2% previsto a luglio scorso. Per il 2025, poi, è previsto un ulteriore incremento dello 0,5%.

Lo sviluppo più significativo dell’economia piacentina per il 2024 è previsto nell’ambito delle costruzioni, con previsioni che parlano di una crescita del 6,5% e ipotesi, però, di un calo del 7,7% nel 2025.

In crescita del 4,4% anche l’agricoltura, che è data comunque anch’essa in contrazione (-3,4%) nel 2025.

Note più positive, anche in prospettiva, riguardano il comparto dei servizi, dato in crescita dello 0,7% quest’anno e con un’ulteriore spinta dell’1,3% nel 2025.

A segnare il dato di lieve rallentamento della crescita è invece l’industria, per la quale è previsto un calo dello 0,8% quest’anno; la crescita, dunque, è rimandata al 2025, quando si ipotizza un + 1,1%.

Le esportazioni – la cui dinamica è comunque influenzata dal peso della logistica – sono previste in crescita brillante dell’11,0%, con stima di un ulteriore aumento del 4,4% per il 2025. Le importazioni, al contrario, sono date in ribasso del 5,3% nel 2024, con un ritorno lievemente positivo (+0,2%) nel 2025.

Il reddito disponibile per le famiglie è previsto in aumento del 3,4% nel 2024 e del 2,0% nel 2025.

Sul mercato del lavoro, infine, le previsioni parlano per gli occupati di un aumento dello 0,9% nel 2024 e di una sostanziale stabilità nel 2025, con un tasso di disoccupazione previsto al 4,7% quest’anno e al 5,0% nel 2025.




A sorpresa medicina in inglese cambia sede. Si trasferisce al campus Crédit Agricole di via San Bartolomeo

Dopo essere stato ospitato per i primi tre anni negli spazi del Collegio Alberoni il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicine and Surgery e i corsi di laurea delle Professioni sanitarie dell’Università di Parma a Piacenza avranno una nuova sede: si tratta del Campus di Crédit Agricole Italia, già Centro di formazione del Gruppo, in via San Bartolomeo 40, vicinissima all’ospedale di via Taverna.

Una notizia che avrebbe colto totalmente di sorpresa l’Opera Pia Alberoni che dall’apertura della facoltà di medicina ad oggi era stata una vera e propria ancora di salvezza per l’Ausl di Piacenza (che paga gli spazi) e per l’Università di Parma, avendo messo prima a disposizione il Salone degli Arazzi per far partire il corso del primo anno e poi accelerato la ristrutturazione del palazzo Portici per accogliere gli studenti.

Da tempo però i rapporti fra l’Alberoni e Università di Parma/Ausl sembravano essersi raffreddati, tanto che nonostante gli studenti lamentassero la mancanza di spazi per le lezioni nessuno si era fatto avanti con l’Opera Pia per chiederle di mettere a disposizione altri piani dell’edificio (pur essendo disponibili).

Gli ingenti capitali investiti per la ristrutturazione di Palazzo Portici non dovrebbero però andare sprecati. Proprio a fronte dell’apparente “immobilismo” legato agli sviluppi di medicina in inglese l’Alberoni aveva preso contatti con la vicina Università Cattolica per capire se quest’ultima potesse essere interessata ad utilizzare le aule libere e così sembrerebbe essere. Via gli studenti dell’area sanitaria potrebbero dunque arrivare a stretto giro quelli di agraria, economia, giurisprudenza e delle altre facoltà dell’Ateneo di San Lazzaro.

Il campus di via San Bartolomeo

Tornando invece a Medicina e all’ex Campus di via San Bartolomeo, quest’ultimo sarebbe stato scelto in seguito all’esito di un avviso pubblico per manifestazione d’interesse emanato dall’Ateneo. Sei anni il periodo di durata del contratto.

La struttura sarà impiegata per le attività didattiche già a partire da fine ottobre, ma andrà a pieno regime nell’arco di un anno. Si tratterà dunque di un ingresso graduale e progressivo: gli spazi della sede temporanea di Palazzo Portici saranno ancora impiegati, fino al trasferimento completo delle attività nel nuovo centro.

Il complesso di via San Bartolomeo si compone di due fabbricati principali e dispone di una sala conferenze, spazi di accoglienza e spazi break, aule corsi, sale studio, uffici, oltre a un ampio parcheggio riservato interrato.

“Crediamo che sia un’ottima soluzione: l’ex Centro di formazione di Crédit Agricole Italia risponde appieno alle nostre necessità – osserva il Rettore Paolo Martelli -. Si tratta di una struttura all’avanguardia che ha spazi adeguati alle attività dei nostri corsi a Piacenza. A studentesse e studenti chiediamo un po’ di pazienza per i disagi di quest’anno di transizione, con il progressivo trasferimento nella nuova sede”.




Rubano un’auto e non si fermano all’alt dei carabinieri. Inseguimento per le vie di Fiorenzuola

Le strade di Fiorenzuola d’Arda si sono trasformate in un’improbabile pista da corsa quando una Volkswagen T-Roc, con tre persone a bordo, giunta alle porte della cittadina ha ignorato l’alt dei carabinieri e si è lanciata in una spericolata fuga. Una gazzella del Radiomobile della locale compagnia, ha intercettato la vettura, di proprietà di un 56enne, che era stata rubata poco prima nel parcheggio di un supermercato di Fidenza.

I militari hanno rapidamente invertito la marcia e si sono messi alle spalle dell’auto, attivando sirena e lampeggianti. L’uomo alla guida però, anziché accostare e fermarsi  ha accelerato iniziando una folle corsa lungo le vie del centro cittadino, tallonato dall’Alfa Romeo Giulia dell’Arma che, a sirene spiegate e suonando il clacson, tentava di avvisare pedoni ed automobilisti del pericolo costituito dalla vettura in fuga che ha anche imboccato rotonde in contromano. Dopo circa 5 minuti di inseguimento i carabinieri hanno indotto il ladro ad imboccare una via senza uscita e la T-Roc è rimasta bloccata senza più vie di fuga. Gli uomini dell’Arma hanno fermato l’autista ed uno dei passeggeri mentre il terzo uomo è riuscito a scappare. Nell’auto e addosso ai malviventi è stata trovata parte della refurtiva sottratta poco prima in Fidenza. Un italiano di 46 anni e un 33enne ecuadoriano sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Piacenza per furto aggravato in concorso, resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione in concorso e indebito utilizzo di carte di credito: avevano infatti prelevato 200 euro con la carta bancomat contenuta nel portafoglio della vittima.




Via Bixio ancora chiusa. Non si sono registrate particolari criticità

Intensa nottata di lavoro per la polizia locale, di Piacenza impegnata nel monitoraggio serale degli argini nel territorio comunale (Trebbia e Fiume Po), da Borgotrebbia sino a Roncaglia e dei sottopassi cittadini. Non si sono registrate criticità. Alle 23.45 il livello idrometrico del Fiume Po segnava soglia 6 m, con l’acqua che raggiungeva la strada ed in particolare il tratto di via Nino Bixio – chiuso con le transenne – sottostante il ponte ferroviario.
Nella notte hanno monitorato la situazione i tecnici reperibili della Protezione Civile del Comune, provvedendo alla chiusura dei sottopassi di via Mussi e via Ferdinando di Borbone.
In mattinata è ripreso il monitoraggio di argini e sottopassi da parte delle pattuglie della Polizia Locale. Il tratto di via Nino Bixio sottostante al ponte ferroviario, resta ancora chiuso al traffico.




I carabinieri seguendo le “briciole informatiche” lasciate da due spacciatori li rintracciano in Tunisia

Marito e moglie, lei 28 anni italiana, lui 31 tunisino, avevano avviato una fiorente attività di spaccio a Piacenza, piazza dove avevano esercitato fra il gennaio 2016 ed il gennaio 2017 finchè erano stati scoperti ed arrestati dai carabinieri che avevano documentato una dozzina di episodi a carico di lui e sei a carico di lei. Per questi reati avevano rimediato pesanti condanne, 8 anni 4 mesi e 24 giorni l’uomo e 5 anni 9 mesi e 8 giorni la donna. La corte di appello di Bologna aveva emesso nei loro confronti due ordini di carcerazione e da quel momento i militari piacentini con tenacia si erano messi sulle loro tracce. Il Nucleo Investigativo Carabinieri di Piacenza in un primo tempo aveva trovato tracce della loro presenza a Liegi, dove i due probabilmente intendevano riprendere il loro business illecito. Coinvolti attraverso il meccanismo di cooperazione fra polizie Europol, i colleghi belgi non erano però riusciti a catturarli essendosi i due dati ulteriormente alla fuga.

Mantenendo fede alla nomea che “dai carabinieri di Piacenza non si sfugge nemmeno nascondendosi in un’isola deserta …” gli investigatori di via Beverora hanno svolto anche attività di “web patrolling” ovvero il controllo e l’analisi della rete Internet, fiduciosi che prima o poi qualche traccia sarebbe emersa, perché la vanità gioca brutti scherzi anche a criminali incalliti. Scandagliando i profili social, anche di conoscenti, amici e familiari infatti alla fine sono riusciti a localizzare i due ricercati nella capitale tunisina. I due pensavano fosse bastato cambiare le proprie generalità e muoversi in un ambiente che il marito ben conosceva, essendo originario della zona. La donna aveva anche trovato lavoro quale consulente di una società che si occupa di organizzare “soggiorni clinici” per chirurgia estetica in Tunisia. Come ha spiegato il tenente colonnello Michele Laghi, comandante del Reparto Operativo, con estrema efficienza i poliziotti di Tunisi, allertati dai carabinieri di Piacenza attraverso l’Interpol, in poche ore li hanno individuati ed arrestati. I due ora si trovano in un carcere tunisino. Per la donna, italiana, verranno avviate le procedure per l’estradizione, mentre per marito, tunisino, verranno attivate le procedure finalizzate ad un eventuale riconoscimento della sentenza di condanna, in quel paese dove potrebbe scontare la lunga pena detentiva.




Aggredisce una conoscente per gelosia e le sottrae il telefono. Arrestato

Nella giornata di sabato 12 ottobre, le Volanti della Questura di Piacenza hanno arrestato un cittadino italiano di 34 anni colto in flagranza di reato per rapina commessa in città ai danni di una donna di 47 anni e consumata presso l’abitazione di quest’ultima.
In seguito ad una segnalazione arrivata al 113, gli agenti si sono recati sul posto dell’evento. Qui hanno scoperto che la vittima, dopo una discussione con un conoscente, per motivi di gelosia, era stata minacciata dallo stesso con un coltello da cucina, rinvenuto dalla polizia piantato nell’armadio della camera da letto. L’uomo inoltre le aveva sottratto il telefono e le chiavi di casa, per poi allontanarsi con la propria autovettura pochi istanti prima l’arrivo delle Volanti che hanno avviato un’attività di ricerca sul territorio, riuscendo in pochi minuti ad intercettare l’auto con a bordo l’uomo, apparso da subito irrequieto ed in evidente stato di alterazione dovuta all’abuso di sostanze alcoliche. E’ stato controllato  e i poliziotti gli hanno trovato addosso gli oggetti rapinati in precedenza alla ragazza.
E’ stato quindi arrestato in flagranza di reato con l’accompagnamento in Questura. Dopo le formalità di rito è stato portato in carcere a Piacenza, in attesa di giudizio.
La donna, invece, in forte stato di agitazione e con una leggera ferita all’altezza del collo, è dovuta ricorrere a cure mediche ed è stata accompagnata al pronto soccorso dov è stata poi dimessa con qualche giorno di prognosi. Le sono stati restituiti gli oggetti rapinati.
Oltre all’arresto per i reati di rapina e lesioni personali, nei confronti dell’uomo è stato avviato il procedimento per l’applicazione della Misura di Prevenzione emessa dal Questore del Foglio di Via Obbligatorio dalla provincia di Piacenza per 3 anni, misura che verrà applicata all’atto della scarcerazione, divieto la cui violazione prevede la reclusione da 6 a 18 mesi e la multa fino a 10.000 euro. Inoltre è stata applicata la Misura dell’Ammonimento del Questore per violenza domestica.




Il Po supera la soglia dei 5.40 metri: chiusa via Nino Bixio

Via Nino Bixio è chiusa al traffico dalle 8.30 di questa mattina (nel tratto dalla rotonda sotto il ponte ferroviario alle Società Canottieri), a seguito di un sopralluogo di verifica del livello del Po effettuato stamani alle 7.30 da una pattuglia, su disposizione della Protezione Civile. Al raggiungimento della soglia idrometrica di 5.40 metri è stata disposta la chiusura della strada.

Aipo (Agenzia Interegionale iume Po) informa che “Le intense precipitazioni in corso e previste potranno generare apporti degli affluenti all’onda di piena del fiume Po, che ha transitato nelle scorse ore nel tratto più occidentale e il cui colmo è previsto nel corso della notte a Piacenza con valori che supereranno la soglia 2 di criticità (moderata, colore arancione) e a Cremona nella giornata di domani con valori superiori alla soglia 1 (ordinaria, colore giallo). Sulla base delle stime attuali, si prevede che la piena superi la soglia 2 di criticità (colore arancione) nell’arco delle prossime 36 ore nel tratto tra Casalmaggiore a la foce. E’ attivo il monitoraggio del servizio di piena centrale AIPo e degli uffici territoriali dell’Agenzia, in coordinamento con i sistemi regionali e locali di protezione civile. La piena interesserà diverse aree golenali ed è raccomandata prudenza nelle aree vicine al fiume e nelle attività di navigazione. Il personale AIPo degli Uffici territoriali Emiliani è in costante attività sui corsi d’acqua di competenza dell’Agenzia per il monitoraggio sulle opere idrauliche e eventuali interventi di somma urgenza”.