Guardia di Finanza: sequestrati beni per 250 mila euro a Piacenza. Smantellato gruppo criminale legato a traffico di droga

Importante colpo inferto alla criminalità organizzata nel piacentino. La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per un valore complessivo di 250 mila euro, tra immobili e auto di grossa cilindrata, appartenenti a un gruppo criminale attivo nel traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione è stata condotta dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Piacenza su mandato della Procura della Repubblica locale.

Il blitz ha portato al sequestro di una casa situata nelle vicinanze del centro città e due auto di lusso, beni che risultavano intestati a prestanome ma che, attraverso indagini approfondite, sono stati ricondotti ai reali proprietari: due individui già noti alle forze dell’ordine. Entrambi sono accusati di trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e traffico di droga, reati che hanno permesso loro di accumulare un patrimonio ingente, nonostante i redditi dichiarati fossero del tutto esigui.

L’operazione, coordinata dalla Procura di Piacenza e condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, ha messo in luce come i due soggetti, insieme ad altre 16 persone coinvolte nell’indagine, avessero immesso sul mercato locale oltre 5 kg di cocaina, anfetamina, hashish e marijuana. Le investigazioni patrimoniali e finanziarie hanno inoltre dimostrato che i beni sequestrati erano stati acquistati con i proventi dell’attività illecita, completamente sconosciuti al Fisco.

Grazie a controlli incrociati sui beni immobiliari e mobiliari, estesi anche ai familiari e ai congiunti dei due indagati, la Guardia di Finanza ha individuato e sequestrato un’abitazione di lusso e due veicoli di alta gamma, tra cui una coupé sportiva e una berlina di grossa cilindrata. Nonostante questi beni fossero formalmente intestati a terze persone, le indagini hanno dimostrato che i due arrestati ne avevano il pieno controllo e li avevano acquistati grazie ai profitti del traffico di droga.

L’intero bottino, stimato in 250 mila euro, verrà ora confiscato e destinato al patrimonio dello Stato. Questo intervento rappresenta un ulteriore tassello nella strategia della Guardia di Finanza di aggredire i patrimoni illeciti dei gruppi criminali, privandoli delle risorse accumulate attraverso attività illegali.

L’inchiesta ha portato alla luce un vero e proprio sistema di spaccio che operava nelle piazze di Piacenza, con 18 persone finite nel mirino della magistratura. Diciassette di loro sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre uno è soggetto all’obbligo di dimora. Oltre al sequestro dei beni, sono stati recuperati più di 5 kg di sostanze stupefacenti, pronti per essere distribuiti sul mercato locale.

L’operazione congiunta tra Guardia di Finanza e Procura di Piacenza dimostra ancora una volta l’efficacia di un lavoro sinergico nella lotta alla criminalità organizzata, in particolare nel contrasto al traffico di droga e al riciclaggio di denaro sporco. Grazie a questo intervento, è stato inferto un duro colpo a un gruppo criminale che sembrava aver costruito un impero sulle spalle del mercato nero della droga.




L’Ausl di Piacenza nomina 4 dirigenti: Maurizio Bianco primario di diabetologia, Roberto Antenucci dell’Unità spinale di Fiorenzuola

Quattro nomine per altrettante unità operative: il direttore generale dell’Ausl di Piacenza ha ufficializzato, dopo la firma dei relativi contratti, alcuni importanti incarichi, nell’ambito del significativo percorso di riorganizzazione aziendale in atto in questi mesi.
Roberto Antenucci è il nuovo direttore dell’Unità spinale e Gracer dell’ospedale di Fiorenzuola, reparto che si occupa della riabilitazione e assistenza di gravi mielo e cerebrolesioni Il professionista ha il mandato di potenziare le attività di presa in carico e gestione multidisciplinare dei pazienti; l’obiettivo è assicurare loro un percorso assistenziale altamente qualificato, basato su un approccio innovativo e personalizzato.
Maurizio Bianco ha ricevuto l’incarico di direttore della Diabetologia. La sua comprovata professionalità e competenza garantiranno un ulteriore sviluppo dei percorsi assistenziali dedicati ai pazienti diabetici, con particolare attenzione all’innovazione terapeutica e alla continuità delle cure, per migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Antonio Manucra è stato nominato direttore della Medicina e lungodegenza dell’ospedale di montagna e dei processi di integrazione territoriale a valenza provinciale dell’ospedale di Bobbio. La sua consolidata esperienza e il suo impegno nell’ambito della medicina interna e della gestione delle cure prolungate saranno determinanti per il miglioramento dell’assistenza sanitaria nelle aree montane e per l’ottimizzazione dei processi di integrazione territoriale a livello provinciale.
Quello di Teresa Palladino è un nuovo ingresso in Azienda. La professionista ha assunto il ruolo di responsabile del Risk management, una funzione strategica per la sicurezza e la qualità delle cure erogate. La sua esperienza nella gestione del rischio clinico contribuirà a rafforzare le strategie di prevenzione degli eventi avversi, migliorando ulteriormente la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari, in un’ottica di eccellenza e responsabilità.
Ai quattro nominati dedicheremo specifici approfondimenti nei prossimi giorni, per informare la cittadinanza sulle attività che sono chiamati a svolgere e per presentare l’esperienza già maturata.
“Auguro a questi professionisti un percorso di lavoro proficuo – ha commentato il direttore generale Paola Bardasi – Sono certa che ognuno di loro metterà al servizio dell’intera comunità la proprio competenza e dedizione, elementi che rappresentano un valore aggiunto essenziale per il nostro sistema sanitario, che ogni giorno si impegna per offrire cure di alta qualità ai cittadini”.




Coldiretti. 20 mila agricoltori manifestano a Parma

Sono ventimila gli agricoltori della Coldiretti arrivati a Parma da tutta Italia per difendere la salute di tutti i cittadini. Un grande corteo pacifico non di protesta, ma a difesa soprattutto delle nuove generazioni, guidato dal presidente nazionale Ettore Prandini e dal segretario generale Vincenzo Gesmundo, partito dal parco 1° maggio della cittadina per raggiungere la sede dell’Efsa, l’Agenzia europea per la Sicurezza Alimentare. Si tratta dell’ente incaricato di valutare l’immissione al consumo dei nuovi alimenti che ha sede proprio nella città ducale, simbolo della Food Valley nazionale dove vengono prodotte tante eccellenze della Dieta mediterranea messe oggi a rischio dagli alimenti che l’Agenzia è chiamata a valutare.
Non a caso assieme alle bandiere gialle dell’organizzazione con il tricolore italiano sventolano quelle blu dell’Unione Europea a sottolineare il sostegno all’Europa, ma con una richiesta forte di avere un’Europa diversa, a cui oggi si chiede più coraggio. Sui centinaia di cartelli esposti dai manifestanti, si leggono alcuni slogan come “Cibo dalle campagne non dai laboratori”, “Più ricerca medica”, “I cittadini europei non sono cavie”, ma anche “Coltiviamo un futuro di pace”, “Stop alle guerre militari e commerciali” e “L’Europa ci serve come il pane”. Ma all’Europa si chiede ora un deciso cambio di passo su temi cruciali come quello della burocrazia che soffoca i nostri agricoltori. C’è bisogno di un’Europa che ascolti davvero i bisogni della gente e non le lobby o le multinazionali, di un’Europa attenta alla difesa dell’identità di ogni Stato.
Coldiretti, come richiesto da illustri scienziati, è scesa in piazza per chiedere che vengano fatti studi medici clinici e preclinici, prima di dare il via libera ai cibi cellulari e di fermentazione di precisione, per tutti i prodotti compresi quelli già presentati prima del 1 febbraio 2025. Un tema importante per l’intera popolazione e secondo un’indagine Noto Sondaggi 2024, sette italiani su 10 si dichiarano contrari al consumo di carne, latte e altri cibi fatti in laboratorio, l’8% in più rispetto al 2023.
In piazza a sostenere l’iniziativa, oltre 1000 comuni rappresentati con molti gonfaloni provenienti da tutto il Paese, tra cui il comune di Pollica, comunità emblematica della Dieta Mediterranea patrimonio Unesco, presente con il sindaco Stefano Pisani. Numerose associazioni di categoria come quella dei consumatori del Codacons e dell’ Adusbef, Federbio, Fipe (l’associazione italiani dei pubblici esercizi leader nel settore della ristorazione), rappresentanti di Natura Sì, oltre ad altre sigle che hanno manifestato il sostegno pur non potendo essere in piazza. Presenti anche i rappresentanti di due organizzazioni agricole europee: Juan Luis Delgado vicepresidente della spagnola Asaja e Patrick Benezit presidente francese della Fnb, una delle più grandi rappresentanze di allevatori d’Europa.
A supportare la mobilitazione, anche la campagna digitale #facciamoluce, per informare i consumatori sui potenziali rischi di questi prodotti e promuovere un’alimentazione consapevole, radicata nella tradizione agricola italiana. Attraverso sticker simbolici a forma di lampadina e contenuti mirati, l’iniziativa invita a riflettere su ciò che arriva sulle nostre tavole e a dare voce ai dubbi sollevati dalla comunità scientifica.




Carabinieri Nas. Ispezioni nei supermercati

I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (N.A.S.) di Parma, nell’ambito dei controlli a tutela
della salute pubblica, hanno effettuato ispezioni igienico-sanitarie presso duesupermercati situati
rispettivamente in provincia di Piacenza e di Reggio Emilia, rilevando irregolarità e contestando
sanzioni amministrative per un importo complessivo di 5.000 euro.
In particolare, in un supermercato della Val Nure, in provincia di Piacenza, l’attività ispettiva ha portato
alla rilevazione di sporcizia all’interno della cella frigorifera, con presenza di eccessivo ghiaccio dovuto
al non corretto funzionamento dell’attrezzatura, nonché l’omessa applicazione delle procedure di
autocontrollo in materia di decongelamento dei prodotti da forno.
A seguito delle irregolarità riscontrate, al legale responsabile dell’esercizio sono state contestate
violazioni amministrative, con l’irrogazione di sanzioni pecuniarie per un importo complessivo di 3.000
euro.




Diablo rinchiuso senza cibo né acqua. Salvato dai carabinieri

Un cane rottweiler rinchiuso, senza cibo nè acqua, denutrito, è stato salvato dai carabinieri.
Il fatto è avvenuto in una frazione di Borgonovo Val Tidone: il proprietario del cane, un 27enne piacentino, è stato denunciato, ieri, dai carabinieri della stazione di Borgonovo Val Tidone per maltrattamenti di animali.
Tutto è partito dalla segnalazione di alcuni abitanti della zona, che sentivano continui guaiti dell’animale, tenuto rinchiuso in stato di abbandono all’interno di una stanza di un edificio senza acqua né cibo. Due carabinieri ed il comandante della locale stazione si sono recati sul luogo ed hanno avvertito i lamenti di “Diablo”, un giovane cane “rottweiler”, rinchiuso in un bugigattolo privo di finestre e con la porta chiusa a chiave.
I militari hanno pertanto richiesto l’intervento di una guardia zoofila del canile di Montebolzone di Agazzano (PC) che ha prestato immediato soccorso all’animale. L’animale versava in totale stato di abbandono e in condizioni igienico sanitarie precarie e visibilmente denutrito, senza acqua nella ciotola.
Attraverso i dati estrapolati dal microchip, i carabinieri di Borgonovo Val Tidone sono riusciti a risalire all’identità del padrone del cane: un giovane 27enne disoccupato, di fatto senza una fissa dimora che aveva soggiornato per qualche tempo nell’abitazione accanto al bugigattolo. “Diablo” invece è stato affidato in custodia giudiziale al responsabile del canile di Montebolzone di Agazzano, dove verrà curato ed accudito.




Ventenne arrestato per spaccio davanti alla stazione ferroviaria di Piacenza

Un’operazione congiunta della Guardia di Finanza e dalla Polizia Ferroviaria di Piacenza ha portato, ieri 13 marzo, all’arresto di un 20enne di origine albanese, trovato in possesso di numerose dosi di cocaina, pronte ad essere immesse sul mercato.

I controlli si sono concentrati nell’area antistante la stazione di Piacenza con l’impiego anche di unità cinofile. Agli agenti non è sfuggito il comportamento sospetto di un giovane, che ha più volte cercato di sfuggire ai controlli. E’ stato comunque fermato e trovato in possesso di circa 30 grammi di cocaina, suddivisa in cinque dosi. Il controllo è stato esteso anche al veicolo e all’alloggio del ragazzo presso un affittacamere della città, dove sono stati rinvenuti altri 80 grammi di cocaina, un bilancino di precisione e materiale utile per confezionare le dosi di droga.

Per il 20enne è scattato l’arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente ed è stato portato in carcere.




«Salva Casa, Regioni e Comuni facciano la loro parte»

«Ora la sfida per il decreto Salva-Casa è la messa a terra del provvedimento». Lo ha detto questa mattina, sabato 15 marzo, il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini intervenuto (in video collegamento) al convegno che si è tenuto al PalabancaEventi di via Mazzini e che ha fatto il punto sulla normativa e sulle linee guida del ministero. Un focus organizzato da Confedilizia (nazionale e locale) in collaborazione con la Banca di Piacenza. «Se il primo trimestre del 2024 si è concluso per le vendite immobiliari con un segno meno – ha esordito il ministro – e l’ultimo trimestre dell’anno si è chiuso con un +7% di compravendite immobiliari rispetto all’anno precedente, voglio che ci prendiamo una piccola parte di questo merito».
«Si tratta – ha proseguito – di ridare segnali di semplificazione e di sburocratizzazione, non di fare un condono, e di restituire il diritto alla proprietà». Quanti degli ottomila comuni italiani stanno effettivamente accelerando, semplificando, venendo incontro alle esigenze sia dei professionisti, sia dei cittadini?, si è domandato il vicepresidente del Consiglio, osservando che se la norma semplifica sulla carta ma non è messa a terra, non entra negli uffici tecnici comunali perché nessuno vuole prendersi la responsabilità, alcuni per ideologia, manca il passaggio finale. «Mi dispiacerebbe – ha concluso il ministro Salvini – che la pubblica amministrazione, per inerzia o per mancanza di volontà, togliesse mesi all’applicazione di una norma che abbiamo costruito insieme come passaggio virtuoso per rimettere in circolo tanti immobili ora fuori dal mercato».
Un percorso, è stato ricordato dallo stesso ministro e dal presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, annunciato nel settembre del 2023 proprio a Piacenza al Coordinamento legali di Confedilizia che si tiene ogni anno alla Sala convegni della Banca di Piacenza alla Veggioletta.
Dopo i saluti del presidente del popolare Istituto di credito Giuseppe Nenna («il nostro presidente Corrado Sforza Fogliani sarebbe contento di vederci riuniti in questa sala a lui dedicata a dibattere di un tema di grande attualità con relatori di alto livello») e del presidente di Confedilizia Piacenza Antonino Coppolino («oggi parliamo di un provvedimento importante e serio in materia di edilizia che offre soluzioni ragionevoli a problemi reali; cerchiamo di applicare il più possibile le linee guida del ministero affinché si trasformino in fonte del diritto»), ha introdotto i lavori l’avv. Spaziani Testa («il Salva Casa affronta una materia che si intreccia con le competenze delle Regioni e dei Comuni: un fattore che diventa un problema a monte rispetto all’efficacia che potrà avere»).
Giovanni Govi, presidente Centro studi Confedilizia di Bologna, ha quindi trattato dei contenuti del provvedimento, evidenziando le modifiche di maggior rilievo al testo unico dell’edilizia, rimarcando l’importanza del raccordo tra normativa nazionale e regionale e inquadrando il provvedimento come un percorso di semplificazione per agevolare la soluzione di piccole irregolarità che bloccano le compravendite.
Maria Benedetta Pancera, presidente Collegio notarile di Piacenza, ha invece parlato degli effetti sulle compravendite immobiliari del Salva Casa, osservando come il decreto di per sé non tocchi le problematiche degli abusi primari, che più coinvolgono l’attività dei notai, bensì si ponga l’obiettivo di dare certezze al mercato immobiliare («ma per vederne gli effetti ci vorrà tempo»).
Pietro Boselli, vicedirettore generale della Banca di Piacenza, ha dal canto suo trattato dell’incidenza sulle garanzie bancarie del decreto, indicando quattro tipi di benefici: la riduzione del rischio legale, la valorizzazione degli immobili (regolarizzati valgono di più e rappresentano per le banche una garanzia più solida), maggiore liquidabilità nelle procedure esecutive e aumento delle transazioni immobiliari («le misure contenute nel Salva Casa stimolano il mercato immobiliare e finanziario; la sfida sarà quella di evitare un eccessivo aumento del prezzo degli immobili»).
Alessandro Rizzi, del Coordinamento urbanistica Confedilizia, ha esaminato gli aspetti tecnici del decreto lamentando il ritardo della Regione Emilia Romagna nella “messa a terra” evocata dal ministro Salvini («attendevo il Salva Casa, perché c’è tanto bisogno di semplificazione in un settore costellato di cavilli burocratici»).
Gian Paolo Ultori, presidente Collegio geometri di Piacenza, ha infine trattato delle applicazioni in sede locale, segnalando in generale una difficoltà dei tecnici ad operare in una realtà dove le indicazioni e le interpretazioni delle norme sono diverse in base al capoluogo o al singolo comune con cui hai a che fare.




Il TAR accoglie (parzialmente) il ricorso dell’avvocato Vezzulli sul ridimensionamento dell’Avvocatura

Non passa un giorno senza che la vicenda di piazza Cittadella, con annessi e connessi, non procuri un qualche grattacapo all’attuale amministrazione comunale guidata da Katia Tarasconi. E’ di oggi la notizia che il TAR ha dato parzialmente ragione all’avvocato Elena Vezzulli, già a capo dell’avvocatura comunale, ed arrivata a scontrarsi con i vertici di Palazzo Mercanti proprio in seguito alla fideiussione bancaria presentata da Piacenza Parcheggi e poi rivelatasi falsa. La Vezzulli era stata spostata ad altro incarico attraverso una riorganizzazione del Comune che aveva in sostanza limitato il campo di azione  dell’avvocatura. Contro la decisione la Vezzulli aveva presentato ricorso al TAR, assistita dagli avvocati Sandro Mainardi e Marco Sgroi.

Il tribunale amministrativo per l’Emilia Romagna, sezione staccata di Parma, si è espresso con una sentenza pubblicata in data odierna.

Al centro della disputa vi era la delibera della Giunta comunale n. 155 dell’11 luglio 2024, che approvava la revisione della macrostruttura e del funzionigramma dell’Ente, inclusa la revisione dell’assetto degli incarichi di Elevata Qualificazione (EQ). La Vezzulli contestava, tra l’altro, l’istituzione di una nuova posizione dirigenziale “Prevenzione e Sicurezza” e la modifica dell’assetto dell’Avvocatura comunale, e riteneva illegittima la soppressione della figura apicale del Dirigente Avvocato cassazionista, ruolo da lei precedentemente ricoperto. Modifiche a suo giudizio finalizzate a rimuoverla dall’avvocatura e sosteneva  che l’affidamento degli incarichi dell’avvocatura comunale a una figura di “EQ” anziché a un dirigente non fosse adeguatamente motivato.

Il Comune di Piacenza, difeso dagli avvocati Giancarlo Altavilla e Alberto Pizzoferrato aveva eccepito il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, sostenendo che la controversia rientrasse nella competenza del giudice ordinario in quanto attinente alla gestione del rapporto di lavoro. Inoltre l’amministrazione comunale difendeva la legittimità della riorganizzazione, anche alla luce di un parere dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) che aveva evidenziato l’obbligo di rotazione del dirigente posto al vertice dell’Avvocatura.

Il TAR di Parma ha dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo su alcuni atti impugnati, indicando il giudice ordinario come competente per deliberazioni riguardanti la pesatura delle posizioni dirigenziali e la nomina di nuovi difensori del Comune. Tuttavia, il Tribunale Amministrativo ha parzialmente accolto il ricorso introduttivo, il primo e il terzo ricorso per motivi aggiunti.

Nella sentenza il TAR scrive che «il Collegio … ritiene che nel caso di specie l’Amministrazione non abbia adeguatamente garantito, con il dovuto rigore, l’Avvocatura civica attraverso i presidi legali necessari ad assicurarne in concreto l’autonomia e l’indipendenza, tenuto conto delle intrinseche limitazioni alle funzioni dell’organo di vertice della struttura. Nel caso concreto, infatti, le guarentigie di autonomia ed indipendenza dell’Avvocatura pubblica non emergono dagli atti di riorganizzazione impugnati che allo scopo non risultano, come già si è avuto modo di osservare, nemmeno supportati dai presupposti dagli stessi enunciati».

Il ricorso introduttivo è stato accolto in parte, dichiarato improcedibile in parte (limitatamente all’impugnazione della preposizione di un dirigente amministrativo all’Avvocatura comunale) e respinto in parte (riguardo all’istituzione del nuovo Settore “Prevenzione e Sicurezza”). I motivi aggiunti sono stati accolti nei limiti specificati nella motivazione della sentenza, portando all’annullamento parziale degli atti impugnati. La sentenza sottolinea la centralità dell’art. 23 della Legge professionale (L. n. 247/2012), che disciplina l’organizzazione degli uffici legali degli enti pubblici e richiede la garanzia di autonomia e indipendenza degli avvocati interni. Il TAR ha evidenziato come la figura apicale dell’Avvocatura comunale debba possedere poteri dirigenziali per garantire tale autonomia

La sentenza ha inoltre rilevato delle criticità nella sostituzione del dirigente avvocato con un funzionario “EQ”, in violazione dei principi di autonomia e indipendenza sanciti dalla Legge professionale. Il TAR ha contestato la motivazione addotta dal Comune, basata sull’ordinanza cautelare del Tribunale e sul parere dell’ANAC, evidenziando che tali atti non imponevano la sostituzione del dirigente con una figura di “EQ.

La decisione del TAR di Parma, pur non accogliendo integralmente le richieste della ricorrente, evidenzia la necessità di garantire l’autonomia e l’indipendenza dell’Avvocatura comunale e del suo vertice, in linea con la normativa di riferimento. Il parziale accoglimento del ricorso e l’annullamento di alcuni atti rappresentano un punto a favore della tesi di Elena Vezzulli riguardo alla riorganizzazione dell’ufficio legale del Comune di Piacenza. La vicenda potrebbe avere ulteriori sviluppi, considerando il rinvio di alcune questioni al giudice ordinario e la possibilità di impugnazione della sentenza del TAR davanti al Consiglio di Stato. L’Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici (UNAEP) era intervenuta ad nel giudizio a sostegno delle ragioni dell’avvocato Vezzulli. Le spese di lite sono state poste a carico del Comune di Piacenza, ad eccezione di quelle nei confronti dell’UNAEP, che sono state compensate.




«Il Comune non è in possesso delle delibere bancarie ma abbiamo garanzie sufficienti per considerarli bancabili»

«Lo volete o non lo volete questo parcheggio sotterraneo? Sono appena stata a Cannes (per il MIPIM n.d.r.) e lì ci sono parcheggi sotterranei ovunque. Solo da noi non si riesce a fare».

Questo sfogo a favore di giornalisti del sindaco  Katia Tarasconi ha chiuso ieri il lungo pomeriggio della Commissione comunale 1 e 2  richiesta dalla minoranza per fare chiarezza sulla vicenda del cantiere di Piazza Cittadella. Una seduta, iniziata e finita in ritardo, protrattasi per quasi due ore, che come c’era da aspettarsi si è, in alcuni momenti, infiammata in particolare quando si sono toccati temi da sempre caldi come la bancabilità e la procedura che avrebbe in corso la prefettura per valutare un’eventuale interdittiva. Per questo versante vi lasciamo a quanto scritto dal collega Giovanni Volpi (leggi qui).  Vediamo invece di occuparci proprio del tema bancabilità, emerso con forza durante l’incontro.

Alcune fra le tante e dettagliate domande poste dai commissari di minoranza sono, a loro giudizio, rimaste senza una risposta esaustiva, tanto che l’ex sindaco Patrizia Barbieri ha lanciato l’idea di costituire una commissione permanente di controllo, con cadenza mensile, per avere aggiornamenti continui e non «dover essere costretti a venire a sapere le cose solo attraverso accessi agli atti» di cui peraltro gli uffici comunali si sarebbero lamentati, arrivando ormai a getto continuo.

La Barbieri, nel suo intervento di apertura tra le altre domande poste, ha chiesto di sapere se la bancabilità c’è o meno. «Non ho ancora avuto la possibilità di capire se questa bancabilità c’è o meno. Continuo a sentire delle rassicurazioni sulla bancabilità ma la documentazione della bancabilità dov’è? Chi ce l’ha? Vorrei avere i documenti! Avete visto cos’è successo sulla fideiussione. Mi sono andata a vedere le sedute del consiglio del 31 luglio 2023. I consulenti avevano detto “ricordatevi la bancabilità prima di tutto. Se non c’è la bancabilità non potete consegnare le aree”. Voglio vederla la bancabilità, non che mi dite “c’è”».

Una prima risposta è arrivata dall’attuale RUP (responsabile unico del procedimento), il terzo in ordine di tempo, da poco subentrato in questo delicato incarico, l’architetto Emanuela Schiaffonati.

«Riguardo alla bancabilità sostengo quanto sostenevano i RUP precedenti. Abbiamo garanzie sufficienti a considerarli bancabili. Il rischio è tutto a carico del concessionario».

Chiarimento che non ha per nulla convinto né Patrizia Barbieri né l’avv. Sara Soresi (FdI) che in chiusura di seduta è tornata sull’argomento chiedendo, al riguardo, una risposta precisa al RUP : «Esistono le delibere bancarie o c’è solo la dichiarazione dell’advisor? Il comune è in possesso delle delibere bancarie si o no? Le banche hanno reso disponibili dieci milioni previsti si o no?».

Concetto rimarcato anche dall’avvocato Barbieri «Sulla bancabilità io voglio sapere se abbiamo finalmente una delibera non una certificazione che va tutto bene. C’è una delibera? Non è vero come ha affermato il RUP che il rischio è a carico del concessionario. Non so se vi rendete conto della situazione che comporterebbe l’eventuale mancanza di bancabilità!».

Nella suo intervento finale il RUP ha ribattuto «Sulla bancabilità ho già spiegato prima, non è cambiato nulla rispetto alla precedente affermazione. Non è una mia opinione».

A questo punto è intervenuta la presidente della commissione 2 Caterina Pagani (Piacenza Oltre) che ha ricordato al RUP quale era stata la domanda precisa dei commissari: «E’ stato chiesto se ci sono le delibere bancarie o no».

La risposta del RUP a questo punto è stata secca «Non le abbiamo acquisite».

A proposito del RUP il consigliere Massimo Trespidi ha chiesto come mai la scelta per terzo RUP cambiato nel giro di pochi mesi sia caduto proprio sull’architetto Schiaffonati, che nel comune di Piacenza ricopre un incarico dirigenziale legato al patrimonio e non ai lavori pubblici. Il consigliere Soresi si è invece chiesta se il RUP, come previsto dal codice degli appalti il nuovo RUP  sia in possesso di un’esperienza di almeno 5 anni nell’ambito delle attività di programmazione, progettazione, affidamento o esecuzione di appalti e concessioni di servizi e forniture. L’architetto Schiaffonati ha risposto dicendo di aver lavorato nel settore dell’edilizia scolastica e quindi di essersi ampiamente occupata di appalti. Prima di approdare a Piacenza la professionista era stata alle dipendenze della provincia di Reggio Emilia nel ruolo di Istruttore direttivo Tecnico presso il servizio unità speciale per la sismica e l’edilizia scolastica.

Il consigliere Andrea Fossati  prendendo la parola si è detto dispiaciuto per questa «mancanza di fiducia nei tecnici dell’ente». «La città – ha proseguito – avrebbe bisogno di un dibattito maggiormente costruttivo.  Oggi non c’è stato confronto politico ma si sono lanciati attacchi, dubbi».

Un concetto ribadito oggi, attraverso un comunicato stampa, dai capigruppo di maggioranza in consiglio comunale a Piacenza,  Andrea Fossati, Boris Infantino, Luca Dallanegra, Caterina Pagani, Claudia Gnocchi.

«L’attuale maggioranza – scrivono –  esprime forte preoccupazione per il clima di delegittimazione che continua a colpire i dipendenti comunali, sempre più spesso oggetto di attacchi strumentali da parte dell’opposizione di centrodestra.

Il confronto politico è legittimo, ma deve restare su un piano istituzionale e rispettoso. Durante la commissione su Piazza Cittadella, invece, si è andati oltre, con atteggiamenti intimidatori e attacchi personali che nulla hanno a che fare con il dibattito politico. Questo atteggiamento denota una grave mancanza di fiducia da parte del centro-destra nei confronti della macchina comunale e di chi vi opera con professionalità. 

Per quanto riguarda la recente nomina dell’architetto Schiaffonati, precisiamo che si tratta di una figura con esperienza all’interno degli uffici comunali e senza alcuna incompatibilità. Continuare a mettere in discussione ogni scelta amministrativa con insinuazioni prive di fondamento non solo è scorretto, ma contribuisce a creare un clima di sfiducia che danneggia la città intera.

Chiediamo a tutte le forze politiche di mantenere il confronto nei giusti termini, evitando strumentalizzazioni e attacchi personali. La critica politica è legittima, ma deve basarsi su argomentazioni concrete, non su pregiudizi e delegittimazioni. Piacenza ha bisogno di una politica che costruisce, non di polemiche sterili».

In chiusura di commissione, ieri sera, l’architetto Schiaffonati sul tema dei cartelli dei cantiere incompleti segnalati da Trespidi, ha assicurato di aver già scritto nei giorni scorsi all’azienda per segnalare le difformità che se permarranno verranno sanzionate. Ha anche anticipato che nell’ambito del sopralluogo in cantiere (previsto nella giornata odierna ndr) avrebbe verificato: «La cosa è attenzionata».




Il polo globale dell’Università Cattolica è in prima linea per la sostenibilità e guarda con attenzione all’Africa

«Formare uomini e donne di valore per risolvere i problemi del nostro pianeta. In questa storica dichiarazione di Padre Gemelli si riflette ancora la missione della sede di Piacenza-Cremona dell’Università Cattolica del Sacro Cuore». Così ha esordito il rettore Elena Beccalli durante il suo intervento inaugurale al Dies Academicus della sede di Piacenza-Cremona. Ha poi sottolineato che, rispetto al passato, i problemi che ci troviamo ad affrontare oggi sono cambiati significativamente: «Le rapide trasformazioni nel settore agricolo sono strettamente legate alle innovazioni tecnologiche. Per gestire e orientare questi cambiamenti, è essenziale adottare un approccio inter e trans-disciplinare, che in questa sede si manifesta in modo chiaro ed efficace».

La sede di Piacenza-Cremona, ha evidenziato il rettore, rappresenta un microcosmo internazionale. «Sono ben 386 gli studenti internazionali, di cui il 13% proviene da Paesi africani. Inoltre, 323 studenti hanno scelto di arricchire il loro percorso di studi con esperienze all’estero». Questa vocazione internazionale è iniziata vent’anni fa, con l’introduzione del primo double degree in International Management, che ha consolidato Piacenza e Cremona come poli universitari globali, con un legame crescente con l’Africa.

Proprio l’Africa è al centro di un’emergenza: «Circa il 20% della popolazione africana soffre di insicurezza alimentare, una percentuale molto superiore a quella di Asia (8%) e America Latina (6%). Nel 2023, ben 298 milioni di africani hanno vissuto questa condizione», ha affermato Beccalli. Ha aggiunto che queste povertà alimentari evidenziano «i limiti del modello economico dominante», confermati anche dal cambiamento climatico, che l’economista Nicholas Stern, laureato honoris causa dell’Ateneo, ha definito «il più grande fallimento di mercato mai visto al mondo». Da qui l’urgenza di promuovere «un modello basato sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale».

L’impegno dell’Università Cattolica per la sostenibilità, ha spiegato il rettore, è concreto. Dal 2020, la sede di Piacenza-Cremona offre una laurea in Management per la Sostenibilità. Nel 2021 è stato inaugurato un parco agrivoltaico e con la Fondazione EDUCatt è stata costituita la prima comunità energetica rinnovabile in ambito universitario.

Il sindaco di Piacenza, Katia Tarasconi, ha sottolineato l’importanza del parco agrivoltaico, che «ha restituito vitalità a terreni in disuso», e ha parlato di altri progetti scientifici legati alla sostenibilità ambientale. Per lei, «la sinergia tra l’ateneo e la città si fonda su obiettivi condivisi, con un’attenzione particolare allo sviluppo sostenibile. Piacenza, come “città delle università”, ha la responsabilità di contribuire a un futuro migliore».

La salvaguardia ambientale è strettamente collegata ai problemi di fame e denutrizione, e richiede «azioni congiunte per costruire un sistema agricolo più inclusivo, sostenuto da ricerca e innovazione tecnologica». Questo, secondo Beccalli, si inserisce nella visione di ecologia integrale della Laudato si’. Ha aggiunto che tale paradigma può essere applicato sia alla Food Valley italiana, sia ai Paesi africani, con cui l’Università Cattolica collabora attraverso il Piano Africa, un’iniziativa che Beccalli definisce «un’opera di giustizia più che di carità».

Monica Patelli, presidente della Provincia e amministratore unico di Epis, ha richiamato i valori fondanti che hanno ispirato la nascita della prima Facoltà dell’Ateneo a Piacenza oltre 70 anni fa, sottolineando come tali principi siano ancora oggi alla base delle attività dell’Università.

Attualmente, l’Università Cattolica ha in corso 123 progetti con 40 Paesi africani, 10 dei quali presso la sede di Piacenza-Cremona. «Negli anni Quaranta e Cinquanta, l’agricoltura era un settore chiave per l’Italia. Oggi, lo stesso vale per l’Africa», ha osservato Beccalli, evidenziando il ruolo cruciale che le questioni agro-alimentari avranno nel Piano Africa.

Un esempio concreto di cooperazione è il progetto in Mali, che ha visto la partecipazione del dottorando Gabriele Bellotti. «Il nostro obiettivo era rigenerare i suoli agricoli di quattro villaggi, creando ricchezza, opportunità e riducendo le migrazioni irregolari», ha raccontato Bellotti. Questo progetto, ha detto, dimostra come la cooperazione possa portare a cambiamenti reali nella vita delle persone coinvolte.

L’education power, termine spesso utilizzato da Beccalli, evidenzia il ruolo cruciale dell’educazione per lo sviluppo sostenibile. Secondo il rettore, «l’education power è fondamentale anche nell’ambito della ricerca agro-alimentare», e ha citato la FAO come partner essenziale per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.

La prolusione di Nosipho Nausca-Jean Jezile, presidente del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale presso la FAO, ha posto l’accento sul ruolo delle organizzazioni internazionali nella trasformazione dell’Africa. Jezile ha sottolineato l’importanza di una collaborazione tra governi, istituzioni e settore privato per promuovere la sostenibilità dei sistemi alimentari in Africa, affrontando le sfide della malnutrizione, del cambiamento climatico e della bassa produttività agricola.

La trasformazione dei sistemi alimentari africani, secondo Jezile, richiede «innovazione, riforme politiche e pratiche sostenibili».

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«Piacenza crede davvero nella Via Francigena?»

La tratta piacentina della via Francigena e delle vie Romee è al contempo un’opportunità ed una sfida. La sua attrattiva non risiede solo nei pellegrini in viaggio verso Roma, ma anche negli escursionisti e turisti che esplorano la storia e i paesaggi piacentini. Tuttavia, per mantenere e sviluppare questo potenziale, è cruciale un impegno comune che unisca enti pubblici, privati e cittadini, costruendo un sistema strategico e integrato.
Piacenza come crocevia: un’opportunità da non perdere
Piacenza si trova lungo uno dei tracciati più affascinanti e storicamente rilevanti della Via Francigena, testimoniato dalle tappe descritte nel diario di viaggio del vescovo Sigerico. «Piacenza è crocevia di cammini antichi e di nuove opportunità turistiche» afferma Giampietro Comolli, presidente pro tempore del Comitato Tratta Piacenza vie Romee e Via Francigena Italia pro Unesco. «Tuttavia – aggiunge – la domanda da porsi è: la città crede davvero nella Via Francigena?».
Il Comitato Tratta Piacenza ha recentemente presentato alla BIT di Milano un nuovo progetto che coinvolge l’intera città, promuovendo la cartoguida dei cammini all’interno delle mura rinascimentali. Un’iniziativa che mira a trasformare Piacenza non solo in un punto di transito, ma in una vera destinazione. La mappa, realizzata con il sostegno della Banca di Piacenza, offre un’ampia gamma di servizi locali per turisti e pellegrini, evidenziando la ricchezza del territorio, dalle colline dell’alta Val Ceno e Val Taro fino ai passi appenninici liguri.
Tuttavia, come sottolinea Comolli «il cuore pulsante della Tratta Piacenza resta il guado di Sigerico sul fiume Po. Senza una barca operativa e un sistema di attracco sicuro, Piacenza rischia di essere tagliata fuori dai percorsi principali».

La crisi del Guado di Sigerico: una barriera da superare
Il guado di Sigerico, che da secoli rappresenta un passaggio fondamentale sulla Via Francigena, è oggi in una situazione precaria. Il traghettatore Danilo Parisi, che da oltre 20 anni garantisce il passaggio dei pellegrini, si trova a fronteggiare una crisi dovuta alla distruzione della sua barca durante l’ultima piena del Po. La comunità si è mobilitata con una raccolta fondi. Giampietro Comolli avverte che questa non è una soluzione a lungo termine: «Non possiamo continuare a tamponare le emergenze. Serve una strategia strutturale per garantire la sicurezza del guado e la continuità del servizio».
Il problema principale non è solo la barca, ma la mancanza di un pontile solido e sicuro, come evidenziato dagli studi dell’AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume Po).
«Occorre un pontile ben ancorato e un sistema di alaggio per proteggere la barca durante le piene del fiume – continua Comolli. – Solo così possiamo assicurare che Piacenza resti parte integrante della Via Francigena».

E’ necessario fare sistema
La costruzione di un sistema efficace richiede la collaborazione di tutti: dai comuni coinvolti alla Regione, dall’AIPO agli albergatori, agli operatori turistici locali. «Fare sistema è fondamentale – dichiara Comolli. – Non possiamo continuare a curare solo il nostro piccolo orticello. La tratta Piacenza può crescere solo se tutti gli attori coinvolti si impegnano a lavorare insieme, cosa che fino ad ora non si è purtroppo mai verificata».
Una delle soluzioni proposte riguarda l’utilizzo dei fondi raccolti per non solo acquistare una nuova barca, ma per creare un’infrastruttura solida e duratura. L’AIPO ha già avviato progetti di rinaturazione lungo le rive del Po che potrebbero includere anche la realizzazione di un nuovo attracco sicuro a Calendasco. «Questo potrebbe risolvere definitivamente i problemi legati alle piene del fiume – afferma Comolli -. Un progetto di questo tipo, che guarda al futuro, garantirebbe la continuità del servizio e permetterebbe a Piacenza di mantenere il suo ruolo centrale sulla Via Francigena. Senza barca la città di Piacenza rischia di essere tagliata fuori: infatti diventa più naturale, non solo consigliato, passare da Pavia a Fidenza usando le corriere, il treno, il pullman o la bici+treno, penalizzando la nostra provincia».

Il ruolo del traghettatore: un bando per il futuro
Oltre a garantire la sicurezza del guado, c’è una questione importante da affrontare: chi sostituirà Danilo Parisi quando non sarà più in grado di proseguire?
«Danilo non è eterno, – sottolinea Comolli – serve un bando per formare un nuovo traghettatore che possa garantire il servizio in futuro. Non possiamo lasciare che tutto dipenda dalla buona volontà di una sola persona».
Questo nuovo traghettatore non dovrebbe essere un volontario, ma un professionista remunerato, per garantire la sostenibilità del servizio nel lungo periodo. «Il guado di Sigerico ha un valore troppo grande per Piacenza e per il turismo locale per essere lasciato al caso» conclude Il presidente del Comitato Tratta Piacenza.




Edifici scolastici al centro della variazione di bilancio approvata dal Consiglio Provinciale di Piacenza

Il Consiglio Provinciale ha approvato ieri una variazione di bilancio che ha toccato diverse aree d’intervento, con particolare attenzione agli edifici scolastici.
Uno dei principali provvedimenti riguarda il finanziamento della nuova palestra nell’ex area demaniale Pontieri. Inizialmente previsto a 3,3 milioni di euro, il costo dell’opera è salito a 4 milioni. La Provincia ha ipotizzato il ricorso a un mutuo o, in alternativa, l’utilizzo dell’avanzo di bilancio già accantonato, a seconda di quanto risulterà conveniente a livello di tassi d’interesse.

Ulteriori risorse, pari a circa 400.000 euro, saranno destinate all’acquisto dei moduli didattici attualmente utilizzati dai licei Colombini e Respighi. La conclusione dell’operazione è prevista entro aprile 2025. Inoltre, sono stati stanziati oltre 400.000 euro per sostenere interventi PNRR già in esecuzione, con specifiche assegnazioni di 290.000 euro per il Liceo Respighi, 71.000 euro per l’ex Ipsia Leonardo da Vinci e 60.000 euro per la segreteria del Raineri Marcora.

Alcuni investimenti, come la costruzione di un nuovo edificio didattico a Castel San Giovanni (stimato a 2,6 milioni di euro), slitteranno al 2026, in linea con il Documento Unico di Programmazione approvato lo scorso dicembre.
In tema di inclusione, il bilancio provinciale prevede anche un incremento di 52.000 euro per il trasferimento regionale a favore degli alunni disabili, con fondi destinati ai Comuni.

Per quanto riguarda la viabilità, sono stati reiscritti i fondi statali previsti dal D.M. 123/2020 per i lavori di riqualificazione della Strada Provinciale n. 6 di Carpaneto, con un finanziamento di 1 milione di euro. Anche le risorse per le funzioni fondamentali sono state adeguate, con un aumento complessivo di 315.599 euro per il 2025, 329.563 euro per il 2026 e 696.304 euro per il 2027.

Il Consiglio Provinciale ha inoltre approvato un protocollo d’intesa con Rete Ferroviaria Italiana (RFI), Provincia e i Comuni di Castel San Giovanni e Sarmato, per la soppressione dei passaggi a livello sulla linea Alessandria-Piacenza. È prevista la costruzione di un cavalcavia e una viabilità di ricucitura, ma l’attuazione dipenderà dalla disponibilità delle risorse necessarie.

Di rilievo anche l’accordo con il Comune di Ferriere per la riqualificazione dell’ex caserma dei Carabinieri. L’edificio sarà messo a disposizione del Comune per partecipare al bando della Presidenza del Consiglio per la riqualificazione di aree dismesse, che potrebbe consentire un finanziamento per la ristrutturazione. In caso di successo, l’immobile resterà a disposizione del Comune per 30 anni; in caso contrario, tornerà nelle mani della Provincia.

Infine, il Consiglio ha riconosciuto la legittimità di un debito fuori bilancio di 7.054,74 euro, derivante da una sentenza della Corte d’Appello di Bologna.

La seduta è stata aperta, come di consueto, dalle comunicazioni dei consiglieri, con discussioni su temi come le difficoltà di accesso alla telefonia mobile nelle aree montane (Bonini), la nuova gestione della raccolta rifiuti (Morganti, Ferri, Calza), la collocazione del nuovo ospedale nell’area 5 (Morganti, Ferri) e le modalità di convocazione della CTSS (Morganti).
Durante la riunione, la presidente della Provincia Monica Patelli ha presentato Monica Penserini, la nuova dirigente del Servizio “Istruzione, Pari Opportunità, Stazione Unica Appaltante, Acquisti,” esprimendo un augurio di buon lavoro e ringraziando il dirigente uscente, Andrea Tedaldi, per il suo impegno.