Piazza Cittadella, cantiere fermo da un mese. Barbieri e Soresi: “Comune assente, serve chiarezza”

Il cantiere per la realizzazione del parcheggio interrato in Piazza Cittadella è completamente fermo da quasi un mese. A sollevare l’allarme è la capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Sara Soresi: “Da almeno una settimana i mezzi sono spariti, e nessuno sa cosa stia succedendo. Ho posto la questione in Consiglio senza ricevere alcuna risposta dal sindaco o dalla Giunta”.

Un silenzio che Soresi definisce “assordante”, a fronte di un’opera pubblica di grande impatto economico e urbanistico, già al centro di attenzioni giudiziarie. “Da un accesso agli atti – aggiunge – risulta che il Comune non ha mai chiesto formalmente spiegazioni al concessionario, né Piacenza Parcheggi ha fornito aggiornamenti. Non ci sono comunicazioni ufficiali tra le parti da febbraio. È inaccettabile”.

Sulla vicenda interviene anche l’ex sindaco Patrizia Barbieri (civica centrodestra), secondo cui lo stop del cantiere non sarebbe giustificato. “I sottoservizi erano conosciuti fin dalla progettazione. Le problematiche non possono essere una scusa per sospendere ancora una volta i lavori. I cittadini meritano chiarezza e il Comune ha il dovere di pretenderla da chi gestisce l’intervento”.

Entrambe chiedono trasparenza e risposte su tempi, cause dello stop e aggiornamenti sul cronoprogramma, a partire dagli esiti della prima riunione del tavolo tecnico. “Troppe domande – concludono – sono ancora senza risposta”.




Finge di essere inviata del Tribunale: truffa un’anziana, ma i carabinieri la arrestano

Un piano studiato nei minimi dettagli, una voce rassicurante al telefono e una donna vestita di nero alla porta. Così una truffatrice ha tentato di sottrarre 1,2 kg di oro a un’anziana di Monticelli d’Ongina, nel Piacentino. Ma il colpo, da decine di migliaia di euro, è stato sventato grazie al tempestivo intervento dei carabinieri, che hanno arrestato in flagranza di reato una 43enne campana.
Il raggiro è andato in scena nel primo pomeriggio di martedì 14 maggio. La vittima, una donna di 80 anni, ha ricevuto una telefonata sul numero fisso di casa: all’altro capo, un uomo che si è spacciato per carabiniere di Cremona. Con tono allarmante, l’interlocutore ha raccontato che l’auto intestata al marito risultava coinvolta in una rapina e che, per escludere sospetti, era necessario far verificare tutti gli oggetti in oro presenti in casa.
Con abilità, l’uomo ha tenuto l’anziana al telefono per oltre mezz’ora, guidandola mentre sistemava i gioielli su un panno bianco. Poco dopo, secondo quanto preannunciato, alla porta si è presentata una donna che ha dichiarato di essere un’“incaricata del Tribunale di Piacenza”. Ha fotografato i preziosi e i documenti della coppia, poi ha riposto tutto in un sacchetto marrone che ha infilato nella borsa, allontanandosi a piedi.
Ma i carabinieri della Stazione di Monticelli erano già sulle tracce dei truffatori. Allertati dalla Centrale Operativa di Fiorenzuola per precedenti segnalazioni, i militari erano in pattuglia nel centro abitato quando hanno notato una donna sconosciuta con atteggiamento sospetto, intenta a parlare al telefono. Fermata per un controllo, ha mostrato nervosismo e non ha saputo spiegare la sua presenza in zona. Nella borsa, i carabinieri hanno trovato il bottino: circa 1,2 kg di gioielli in oro.
Pochi minuti dopo, è arrivata la telefonata dell’anziana: “Mi hanno appena truffata”. Recatasi in caserma con il marito, ha riconosciuto senza esitazione la donna arrestata. Anche il marito ha confermato l’identità.
La truffatrice, senza documenti, è stata identificata con rilievi foto-dattiloscopici e trattenuta nella camera di sicurezza del Comando di Fiorenzuola. Dopo aver manifestato sintomi d’ansia, è stata visitata al pronto soccorso e dimessa con una prescrizione di ansiolitici.
I preziosi, stimati tra gli 80mila e i 90mila euro, sono stati restituiti alla coppia nel pomeriggio stesso. I carabinieri proseguono le indagini per identificare il complice che ha agito al telefono.




Due giovani danno in escandescenza: intervengono i carabinieri

Una mattinata intensa quella di martedì 13 maggio 2025 per le pattuglie del Radiomobile dei carabinieri di Piacenza, intervenute in due distinti episodi legati a situazioni di disagio giovanile, entrambi nella zona di via Cornegliana.

Il primo allarme è scattato all’alba, intorno alle 6:20, presso una comunità di recupero della zona. A richiedere l’intervento dei militari è stato il personale sanitario del 118, che si è trovato in difficoltà nel gestire un giovane ospite in evidente stato di agitazione. Il ragazzo, un 16enne piacentino, aveva dato in escandescenza e non risultava contenibile con i mezzi ordinari. I carabinieri del Radiomobile, una volta giunti sul posto, sono riusciti a riportare il giovane alla calma. Dopo aver messo in sicurezza la situazione, si è proceduto con il suo trasferimento in ospedale per una valutazione sanitaria.

Poche ore più tardi, intorno alle 11:00, sempre in via Cornegliana, i militari sono intervenuti in un’abitazione privata in seguito alla richiesta d’aiuto di una madre preoccupata per le condizioni psicologiche del figlio ventenne. Il giovane, affetto da alcune patologie, era rimasto solo in casa e, in preda a un momento di crisi, aveva minacciato di incendiare l’appartamento se la madre non fosse rientrata immediatamente. Anche in questo caso, l’arrivo tempestivo della pattuglia ha permesso di evitare il peggio: i carabinieri hanno trovato il ragazzo tranquillo e collaborativo. Dopo una verifica dell’abitazione, risultata in ordine, non è stato necessario attivare ulteriori misure di sicurezza né procedimenti sanitari.

Entrambi gli episodi si sono conclusi senza conseguenze gravi, grazie alla prontezza degli operatori del 118 e all’efficace intervento dei militari, che hanno gestito con professionalità due situazioni potenzialmente critiche.




Benemerenza civica “Piacenza Primogenita” a Diego Maj

Questa mattina nel salone monumentale di Palazzo Gotico, si è tenuta la cerimonia pubblica di consegna della benemerenza civica “Piacenza Primogenita d’Italia”, quest’anno attribuita al direttore artistico di Teatro Gioco Vita Diego Maj. Accanto al sindaco Katia Tarasconi, ai componenti della Giunta e del Consiglio comunale sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni e le personalità che, nel corso degli anni, hanno condiviso il proprio percorso professionale e umano con Diego Maj.
Queste le parole lette dal sindaco Katia Tarasconi “Attribuire la benemerenza civica “Piacenza Primogenita d’Italia” a Diego Maj
significa, oggi più che mai, abbracciare il concetto di cultura inteso come elemento di
coesione, riconoscendo la generosità, la sensibilità sociale e il senso di appartenenza
alla comunità che ha sempre contraddistinto il suo modo di vivere la propria
genialità creativa.
Desidero ringraziare la presidente Gazzolo e tutto il Consiglio comunale – a cominciare da Stefano Perrucci e Patrizia Barbieri, proponenti e primi firmatari della candidatura avallata da tanti colleghi – così come i componenti della Commissione valutatrice, Danilo Anelli e Robert Gionelli, per aver condiviso il valore di questa assegnazione.
E mi piace immaginare la cornice istituzionale in cui ci troviamo, il salone monumentale di Palazzo Gotico, come un sipario che oggi si apre e accende i riflettori su una persona che ha vissuto il proprio lavoro innanzitutto dietro le quinte, creando una grande impresa artistica che ha scelto di far progredire, passo dopo passo, con la collettività. Con le famiglie e le scuole che hanno avvicinato, grazie alle
rassegne di Teatro Gioco Vita, generazioni di bambini e ragazzi alla profondità delle
parole recitate, coltivando un pubblico appassionato e competente. Con le periferie e
i luoghi insoliti in cui ha saputo trasferire la magia di copioni e scenografie. Con le
realtà del territorio in prima linea nel supportare le fragilità, dando voce – ad
esempio attraverso la compagnia Diurni e Notturni avviata con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl o all’esperienza dello spazio culturale della Caritas
Diocesana – a chi più aveva bisogno di essere ascoltato, di esprimere la propria
identità e l’universo della propria anima.
Perché questo, ci ha insegnato Diego Maj in mezzo secolo di attività. Che il Teatro non è finzione, ma autenticità. Non è un mestiere, ma un percorso di vita. Non è astrazione, ma parla a ciascuno di noi toccando le corde più vere e profonde delle emozioni. E credo che il merito per il quale oggi gli viene consegnata l’onorificenza a nome dell’intera comunità piacentina stia proprio nella sua capacità di ridurre in ogni contesto la distanza tra il palco – e Teatro Gioco Vita ha calcato quelli di tutto il mondo, ottenendo premi prestigiosi che hanno fatto onore anche alla nostra città – e il
pubblico, accolto e rispettato ad ogni occasione come un protagonista.
Questo è il momento in cui possiamo finalmente restituire, a un concittadino che in
oltre cinquant’anni di impegno ha portato a Piacenza i più grandi nomi e – con il
costante coraggio di innovare – i talenti emergenti da valorizzare, gli applausi che
abbiamo tributato stagione dopo stagione ai suoi spettacoli. Oggi, Diego, questa
platea gremita è solo per te”.

Questo il testo presente sulla targa: Attestato di civica benemerenza
“Piacenza Primogenita d’Italia”
a Diego Maj
Per aver coltivato, sul palco, i sogni di intere generazioni,
in un percorso di costante ricerca artistica che ha dato lustro al territorio,
promuovendo la cultura e l’arte del Teatro ai più alti livelli,
valorizzandone sempre la dimensione umana e solidale.


Il discorso pronunciato da Diego Maj
Non immaginate quanto ho cercato le parole giuste per dire grazie per l’importante e prezioso riconoscimento, per me è un segno e un pensiero di affetto da parte di chi l’ha proposto e sostenuto. Ho ricevuto come direttore di Teatro Gioco Vita diversi riconoscimenti nazionali e internazionali, ma questo in verità è per me il più importante perché è della mia città, della mia Piacenza.
Ringrazio la sindaca Katia Tarasconi, i consiglieri comunali che hanno proposto la mia candidatura, i componenti la Giunta comunale, la commissione giudicatrice per il conferimento della benemerenza civica “Piacenza Primogenita d’Italia”. Grazie anche a SE il Prefetto Paolo Ponta e a tutte le autorità presenti.
Manifesto la mia gratitudine:
al Ministero per i beni culturali, alla Regione Emilia Romagna e alla Fondazione di Piacenza e Vigevano
a tutto il nostro pubblico, perché se sono qui lo devo anche al pubblico di Teatro Gioco Vita, quello di ieri e di oggi, di tutte le età, dai 2 ai 90 anni, che ha creduto in noi e che con gli applausi e con le critiche ci ha sempre sostenuto;
a tutte le scuole e le realtà socio-educative con cui abbiamo avuto modo di collaborare e che hanno creduto nelle nostre proposte;
a tutto il personale di Teatro Gioco Vita, presente e passato, che grazie alla sua professionalità, passione e dedizione ha contribuito a far crescere Teatro Gioco Vita;
all’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita e al suo presidente Stefano Pareti;
a Patrizia Barbieri e Stefano Perrucci che hanno proposto il mio nominativo per la benemerenza.
Parlare di questa unica e confusa doppia anima che siamo io e Teatro Gioco Vita (che mi ricorda in una versione umana e benevola un po’ il dottor Jekyll e mr Hide) mi provoca una sensazione di smarrimento. Non mi sono mai reso veramente conto di quello che ho fatto. E credo che il non prendermi troppo sul serio sia stato come sempre la mia salvezza: non so davvero quale tempesta o fortunale mi abbia portato fino a qui. Sono stati anni ricchi di incontri, di emozioni, di piacevoli follie, e anche di crisi. Da subito consapevoli della precarietà, delle incertezze e delle difficoltà del viaggio che stavamo intraprendendo.
La nostra strada è stata segnata da tre momenti importanti.
L’animazione teatrale, movimento del quale siamo stati tra i fondatori. Esperienza grazie alla quale abbiamo saputo dare un contributo originale alla nascita del teatro ragazzi in Italia e portare nuove visioni e nuovi linguaggi, per stimolare la creatività, la spontaneità e la fantasia dei bambini e delle bambine nelle scuole e guidare gli insegnanti a utilizzare il fare teatro come strumento educativo e formativo.
Il teatro delle ombre, che abbiamo incontrato alla fine degli anni Settanta e nel quale abbiamo maturato un’esperienza unica nel suo genere che ci è valsa riconoscimenti e prestigiose collaborazioni in ogni parte del mondo. E siamo arrivati ad essere considerati i fondatori del teatro d’ombre contemporaneo occidentale. Coinvolgendo nel nostro lavoro fin dagli inizi un grande artista che ha messo a disposizione del mondo dell’infanzia la sua creatività attraverso libri, illustrazioni, film di animazione e tanto altro: parlo di Emanuele Luzzati.
I teatri. Il Teatro San Matteo, un teatro privato nato in una chiesa ormai vuota ristrutturata contando sulle nostre risorse. Poi il Teatro Filodrammatici e il Teatro Municipale, teatri pubblici la cui attività ci è stata assegnata a seguito di gare d’appalto. E ancora, il Teatro Gioia. La sfida era quella di far convivere due anime: quella privata e quella pubblica. L’apertura del Teatro San Matteo e successivamente gli altri teatri hanno cambiato il mio rapporto personale e il mio impegno in Teatro Gioco Vita: da allora sono stato sempre più presente nel lavoro nella città e sul territorio, allentando la mia presenza nella produzione e nell’attività della compagnia. Mi hanno portato tante domande, dubbi e incertezze, culturali, progettuali e anche economiche. Ansie artistiche e ansie depressive perché a volte mi sono trovato davvero a non sapere quale sarebbe stato il futuro e che cosa potevano pensare i cittadini di Piacenza di Teatro Gioco Vita se l’incarico non avesse portato frutti. Mi hanno portato a chiedermi che teatro volevo per Piacenza, e ho sempre pensato a un teatro che si apre al territorio: un teatro che entra nella città e un teatro che porta dentro la città. Un teatro fatto non di un luogo solo ma di tanti luoghi (pensiamo alle iniziative realizzate all’ex Macello, Cavallerizza, Ex Enel e altri spazi), capace di uscire dalla propria città per andare nel mondo e per portare un po’ di mondo nella propria città.
Piacenza negli anni Ottanta era ancora considerata una provincia di confine in senso culturale e teatrale. Aveva (e ha) un meraviglioso teatro storico con stagioni che ospitavano le grandi compagnie capocomicali e le eccellenze del teatro, ma mancava un luogo altro del fare teatro, che desse spazio alla ricerca, alle nuove tendenze della scena italiana e internazionale, a nuovi linguaggi e nuove figure artistiche, oltre la prosa istituzionale. E che si rivolgesse a pubblici diversi. I nostri teatri sono stati quell’altro luogo, ricco non solo di spettacoli, ma di tante occasioni e proposte: laboratori, incontri, produzioni, formazione, festival e feste.
A Piacenza fino a oggi abbiamo collaborato con 14 amministrazioni comunali e con altrettanti sindaci, da Felice Trabacchi a Katia Tarasconi (è proprio vero che il teatro è l’arte dell’impossibile, se in tutti questi anni abbiamo condiviso tanti progetti con sensibilità politiche diverse).
Un intellettuale del Novecento diceva che la cultura non è parlare di una cosa ma farla. Anche per noi teatro non significa parlarne, ma progettarlo, attuarlo, farlo. E ogni proposta è utopica, trascina altrove, è l’offerta di un nuovo punto di vista. Fin dagli anni dell’animazione teatrale abbiamo cercato di collaborare con artisti che potessero farci da maestri (Rodari, Lodi, Luzzati, Piovani, Albertazzi, Baj, Paolo Poli, Peppe Servillo ecc.) e ci siamo sempre confrontati con realtà di alto livello professionale.
Insieme alle nostre produzioni per l’infanzia abbiamo portato la città di Piacenza in 35 paesi del mondo. Nei più importanti teatri in Italia e all’estero, tra cui il Teatro alla Scala e il Piccolo Teatro di Milano con cui abbiamo coprodotto più di quattro spettacoli. A New York al New Victory Theatre di Broadway, alla Maison Théatre di Montreal, al Festival Mondiale di Charleville-Mézieres. In Cina, Giappone, Brasile e in tanti altri paesi europei ed extraeuropei.
Nella produzione ma anche nel lavoro con il pubblico, con le scuole, con i ragazzi e nell’area del disagio, così come nella direzione artistica delle stagioni per i giovani e gli adulti, abbiamo sempre pensato di offrire il meglio. Abbiamo cercato di inventare e pensare nuovi percorsi e nuovi linguaggi teatrali, nuove modalità: questa filosofia e pedagogia di vita ci ha sempre accompagnato, nei grandi progetti così come nei piccoli.
I risultati e la presenza del pubblico, adulti, giovani e bambini fin dalla prima infanzia, mi hanno rassicurato.
Sono certo che questo importante riconoscimento di cui la città di Piacenza mi ha fatto dono sarà uno stimolo anche per il futuro di Teatro Gioco Vita e ci darà la forza e ancora più coraggio per puntare a nuovi traguardi. Un desiderio molto personale è dedicare questo grande momento ai miei nipoti, Camilla il sapere, Petra la dolcezza, Leone il coraggio, Lorenzo il magnifico. E poi a Jacopo e Maddalena, il mio futuro. E a tutti voi, presenti e assenti.
Majakovskij diceva: «Il mondo non è stato attrezzato per l’allegria, la gioia va strappata a viva forza». E ricevere un riconoscimento così prestigioso dopo essermi divertito per tutti questi 54 anni passando tra tempeste e fortunali è davvero meraviglioso.
Grazie!




Piacenza. Studenti del liceo Gioia sperimentano scenari di guerra in una simulazione della Croce Rossa

Il prossimo 30 maggio 2025, presso l’Area di Addestramento “Scalo Po” del 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza, si terrà un’iniziativa unica a livello nazionale organizzata dal Comitato Provinciale di Piacenza della Croce Rossa Italiana: una simulazione sul campo di Diritto Internazionale Umanitario (DIU) rivolta agli studenti della classe 3° linguistico C del Liceo Melchiorre Gioia.
L’evento, che si svolgerà dalle ore 9.00 alle ore 13.30, conclude un percorso scolastico svolto dagli studenti del Gioia durante l’anno sul tema “Giustizia penale e Diritti Umani”, arricchito dagli interventi del personale qualificato CRI in diritto internazionale umanitario. L’obiettivo principale è insegnare ciò che avviene durante i conflitti per portare gli studenti a capire il significato dell’educazione alla pace. Si mira a sviluppare e rafforzare il senso civico e i valori umanitari negli studenti, stimolando il pensiero critico e l’interesse per le vicende internazionali contemporanee.
La simulazione vedrà gli studenti assumere il ruolo di delegati e operatori della Croce Rossa Italiana impegnati ad affrontare contesti critici e rapidamente mutevoli tipici dei teatri di conflitto.

La metodologia simulativa è una competenza tecnica del personale CRI, utilizzata anche per la formazione di chi è destinato a missioni in zone di conflitto armato. Gli scenari proposti saranno estremamente veritieri e gestiti da simulatori preparati della Croce Rossa, con i quali i ragazzi dovranno confrontarsi. La simulazione riprodurrà realisticamente quattro scenari operativi che la Croce Rossa affronta istituzionalmente nei teatri di conflitto, offrendo un’esperienza formativa immersiva.

L’iniziativa si svolge con la collaborazione attiva del 2° Reggimento Genio Pontieri e dell’Associazione Nazionale Alpini – sezione di Piacenza, e gode del patrocinio del Comune di Piacenza

Il messaggio di fondo è chiaro: come afferma il Papa, la guerra è ormai una cosa inutile, e l’evento cerca di portare i giovani sull’obiettivo della pace. Promuovere la conoscenza del diritto internazionale umanitario e divulgarne i principi umanitari sono obiettivi fondamentali, stimolando l’attenzione e l’approfondimento anche al di fuori dell’ambito bellico

Il Diritto Internazionale Umanitario (DIU), noto anche come diritto dei conflitti armati, è quella branca del diritto internazionale che disciplina la condotta durante un conflitto per contenerne la violenza e proteggere le persone.

Esso regola il trattamento di feriti, malati, naufraghi, prigionieri di guerra e protegge i civili e i beni culturali. Principio fondamentale è la distinzione tra civili e militari. Il legame tra DIU e Croce Rossa è profondo: il DIU nasce anche grazie al contributo della Croce Rossa, incaricata dalla comunità internazionale di divulgarne il rispetto e vigilare sulla sua applicazione. La Convenzione di Ginevra del 1864, il primo trattato riconosciuto di DIU, fu stipulata a Ginevra, sede storica della Croce Rossa.

Parteciperanno all’evento diverse istituzioni e ospiti d’onore invitati, tra cui rappresentanti della Prefettura, Questura, Provincia, Comune di Piacenza e Comandi militari e delle forze dell’ordine. La simulazione offre agli studenti non solo una profonda comprensione teorica del DIU e delle sfide umanitarie, ma soprattutto un’esperienza pratica e toccante di cosa significhi operare in scenari di crisi, rafforzando il loro impegno verso i valori di umanità e pace.




Controlli dei carabinieri: lavoratori in nero e irregolarità varie. Tre aziende sospese

Controlli serrati e irregolarità diffuse: è questo il bilancio della settimana di verifiche condotte dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Piacenza, che ha passato al setaccio quattro aziende del territorio. Gli esiti parlano chiaro: tre attività sospese, quattro persone denunciate e sanzioni per oltre 39mila euro.
Il caso più grave è stato riscontrato a Caorso, dove i militari hanno ispezionato un’azienda che si occupa di vendita di prodotti antincendio e antinfortunistici. Due lavoratori su due sono risultati totalmente “in nero” e un tirocinio formativo si è rivelato un escamotage per mascherare un vero e proprio rapporto di lavoro. Le violazioni accertate sono numerose: dalla mancata nomina del medico competente, all’assenza di formazione e visite mediche, fino alla presenza di estintori nascosti e non raggiungibili. La titolare, una 57enne, è stata denunciata e l’attività sospesa. Ammende e sanzioni raggiungono i 21.500 euro.
A Pontenure, il 9 maggio i carabinieri sono intervenuti in un ristorante dove sono stati trovati quattro lavoratori occasionali non regolarmente assunti. Anche in questo caso è scattata la sospensione dell’attività e alla titolare, 50 anni, è stata comminata una multa da 6.000 euro.
Infine, a Piacenza, le ispezioni si sono concentrate su due aziende del comparto logistico. In una, con sede legale a Milano, i militari hanno denunciato il procuratore 54enne per segnaletica carente e deteriorata. Nell’altra, con sede legale a Vicenza, la presidente del CdA (37 anni) è stata denunciata per omessa redazione del Documento di Valutazione dei Rischi, estintori non accessibili e uscite di sicurezza ostruite. Anche qui, attività sospesa e sanzioni per un totale di 12.500 euro.
Le operazioni, spiegano i carabinieri, rientrano in un più ampio piano di contrasto al lavoro irregolare e alla violazione delle norme sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.




Riaperto il parco giochi del Facsal, totalmente rinnovato

“Oggi restituiamo alla città un parco giochi in perfetta efficienza, con attrezzature rinnovate e inclusive. Uno spazio da condividere in sicurezza per bambini e famiglie, reso più accessibile grazie agli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, più funzionale e accogliente con il rifacimento dei servizi igienici”.

Durante l’inaugurazione del parco giochi del Pubblico Passeggio, il vice sindaco Matteo Bongiorni ha fatto il punto sulla riqualificazione di questo spazio collocato nella cornice del Bastione Sant’Agostino, parte integrante delle mura rinascimentali cittadine. Per questo i lavori si sono svolti di concerto con la  Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, visto il contesto di grande rilievo storico e culturale.

Il taglio del nastro, cui era presente anche il sindaco Katia Tarasconi (che ha provato in prima persona uno dei giochi, la teleferica) segna la riconsegna alla collettività di un’area che da sempre rappresenta un punto di riferimento, ma i cui arredi vetusti, non sempre conformi ai più recenti adeguamenti normativi, richiedevano un significativo rinnovamento che l’Amministrazione comunale ha deliberato il 23 maggio 2023, approvando lo studio di fattibilità.  L’importo complessivo previsto era di 600 mila euro (di risorse comunali), di cui oltre 527 mila destinati all’area del Facsal (il resto per la  Baia del Re). Il consultivo dei lavori dovrebbe vedere un risparmio finale effettivo di circa 50 mila euro rispetto a quanto preventivato.

A spiegare nel dettaglio i lavori svolti nell’area di gioco è stato il responsabile dell’ufficio verde e decoro urbano del Comune Vittorio Omati.

L’intervento sul Pubblico Passeggio ha comportato la demolizione dei servizi igienici in muratura già esistenti, ormai inutilizzabili per le condizioni di fatiscenza: al loro posto, una struttura prefabbricata e completamente accessibile, rivestita in legno, priva di barriere architettoniche.

Si è inoltre provveduto alla rimozione degli arredi – gazebo, panchine e cestini portarifiuti – che ancora non erano stati tolti e alla demolizione delle pavimentazioni antitrauma,sostituite da una versione nuova con finitura in gomma colata per l’area gioco destinata ai più piccoli, anch’essa drenante come la soletta in cemento sottostante, mentre lo spazio con le attrezzature per i più grandi è stato dotato di una base antitrauma in ghiaino stondato.

Per quanto riguarda le attrezzature ludiche, nell’area gioco per i più piccoli sono stati installati:

– un castello adatto dai 3 anni in su, in acciaio e legno di robinia, con diverse torri, due scivoli, una parete di arrampicata, scala e rampa inclinata per la salita e “ponte levatoio”;

– un disco olandese in accio inox con pedana rotante, idoneo dagli 8 anni;

– 2 altalene in accio inox che possono accogliere i piccoli dall’età di 1 anno, con sistema di cuscinetti antiavvolgimento delle catene, che non hanno necessità di manutenzione e sono predisposte per prevenire atti vandalici;

– un trampolino circolare con perimetro portante in acciaio zincato e piano molleggiato ultraresistente, con superficie funzionale a tutte le direzioni di movimento e anti-scivolo, per i bambini dai 3 anni in su;

– una altalena inclusiva, pienamente fruibile anche dai bambini con disabilità, con gli stessi sistemi di prevenzione per le catene, idonea dai 3 anni in avanti.

Nella zona riservata ai più grandi, trovano collocazione:

– una struttura in acciaio zincato a caldo per arrampicata, dotata di scivolo, amaca e ponte tibetano in corda;

– un’altalena a due postazioni adatta ai bambini dagli 8 anni, con le stesse caratteristiche funzionali delle altre.

“Abbiamo scelto di investire su qualità e resistenza dei materiali, sulla funzionalità e l’accoglienza degli spazi – rimarca Bongiorni – perché è fondamentale che all’interno di un parco giochi le famiglie possano sentirsi sicure e vivere con serenità il proprio tempo libero. C’è stata un’attenzione particolare anche sui servizi igienici, finalmente adeguati agli standard di un servizio pubblico e alle esigenze di chi frequenta quest’area, così come alla dotazione di meccanismi che possano prevenire e contrastare atti vandalici sui giochi: in tal senso facciamo appello, però, al senso civico di tutti, perché ogni parco è un bene della nostra comunità e in primo luogo dei più piccoli”. L’appaltatore principale dei lavori è la ditta Nebrodinverde di Bronte. I giochi, di fabbricazione tedesca, sono stati installati da Tecnoverde e forniti da Italiangarden.




APU di piazza Duomo: entrano in funzione le telecamere

Scoccherà alle 0.00 di lunedì 12 maggio l’attivazione sperimentale, in regime di pre-esercizio senza sanzioni, per le telecamere che monitorano 24 ore su 24 l’accesso dei veicoli all’area pedonale urbana di piazza Duomo, collocate l’una all’intersezione con via Romagnosi e via Daveri, l’altra sul lato opposto alla confluenza di via Pace e chiostrini del Duomo. Come previsto dalla delibera di Giunta del 9 gennaio 2024, che disciplina la circolazione all’interno delle zone definite come “APU”, oltre alla piazza stessa vi sono ricomprese, negli immediati dintorni, via Vago, vicolo del Tarocco, vicolo Pazzarelli e il tratto di via Chiapponi tra via XX Settembre e via Sopramuro, oltre alla stessa via XX Settembre. Anche in questo caso, come per tutte le aree pedonali urbane, si ricorda che il divieto per i mezzi non autorizzati è valido giorno e notte, dalle 0.00 alle 24.00, senza distinzioni di fasce orarie.

“In questa fase – spiega l’assessore alla Viabilità Matteo Bongiorni – le telecamere, già installate e collaudate, avranno la funzione di rilevare il transito dei mezzi ma, come già avvenuto nella zona di piazza Cavalli, durante le prime settimane di accensione (almeno sino al 16 giugno) non verrà comminata alcuna sanzione. Per i residenti, le persone con disabilità, gli esercenti titolari e gestori di negozi o di postazioni mercatali, così come per le categorie elencate alla pagina web comune.piacenza.it/apu nella sezione delle domande frequenti (FAQ), non cambia nulla: il loro pass Ztl è già stato adeguato automaticamente e non devono presentare richieste o fare comunicazioni specifiche. Solo al momento del rinnovo, quando il loro pass attuale sarà in scadenza ne riceveranno uno aggiornato, ma nel frattempo possono muoversi in tranquillità con quello già in loro possesso”.

Restano a libero accesso per tutti, senza necessità di pass Ztl, via Vescovado (svoltando a sinistra da via Roma), via Nicolini, i chiostri del Duomo e via Prevostura, strada di ingresso e uscita dai chiostri.

I mezzi autorizzati per la Ztl A – ma non per l’accesso all’Apu – potranno accedere ai chiostrini del Duomo transitando in via Pace, così come, da via Sopramuro, potranno svoltare a destra in via Chiapponi; se percorrenti via Romagnosi, potranno proseguire dritto solo lungo il lato Nord di piazza Duomo, per poi svoltare a sinistra in uscita su via Legnano. Resta infine accessibile, per i veicoli con pass Ztl A, via Daveri, in ingresso da via Roma.

“Nelle prossime settimane – aggiunge Bongiorni – sarà data ampia notizia di tutti gli aggiornamenti e verrà data attuazione anche alla divisione dei pass APU tra la zona di piazza Cavalli e quella di piazza Duomo: la linea di confine, quasi certamente, sarà la direttrice via Felice Frasi – via San Francesco. In ogni caso, ribadisco che le persone aventi diritto non devono preoccuparsi o attivarsi in alcun modo; il sito Internet del Comune è in aggiornamento con tutte le informazioni utili, così come resta a disposizione per ulteriori chiarimenti, o per la necessità di pass quotidiani, l’ufficio Ztl che risponde allo 0523-1798367 o alla mail ztl@comune.piacenza.it”.

Sempre da lunedì 12 maggio, sarà attivata in via sperimentale anche la telecamera di via Del Cementificio, alla Baia del Re, che con lo stesso principio dell’APU tutela 24 ore su 24 l’accesso a un parco pedonale. “Rispondiamo in questo modo alle richieste e segnalazioni dei residenti – conclude l’assessore – per prevenire il passaggio incontrollato di veicoli in una zona destinata a pedoni e biciclette, lasciando nel contempo libertà di movimento, in caso di emergenza, ai mezzi di soccorso, delle forze dell’ordine e altri servizi consentiti, per i quali la posa di fioriere, jersey o barriere di qualsiasi tipo costituiva un ostacolo alle loro funzioni”.




Primario di Piacenza arrestato: la lettera aperta dei direttori di dipartimento dell’Ausl

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta che ci è stata trasmessa dai direttori di dipartimento dell’Ausl di Piacenza, relativa al caso del primario arrestato per presunte violenze sessuali. La missiva è firmata da: Antonella Antonioni, Daniela Aschieri, Raffaella Bertè, Giacomo Biasucci, Gaetano Maria Cattaneo, Filippo Celaschi, Ruggero Massimo Corso, Rino Frisina, Giuliana Lo Cascio, Lucio Luchetti, Giuseppe Marchesi, Fabrizio Micheli
Marco Maserati, Massimo Rossetti, Giampietro Scaglione, Daniele Vallisa.

“In queste ore difficili, come dirigenti dell’Azienda sanitaria di Piacenza, sentiamo il dovere di ribadire con fermezza la nostra posizione e la nostra vicinanza a chi è stato colpito da una vicenda dolorosa e inaccettabile.

Siamo profondamente scossi da quanto emerso dalla ricostruzione delle indagini: fatti gravissimi che ci lasciano attoniti, come persone prima ancora che come professionisti. La nostra solidarietà va innanzitutto alle colleghe che hanno subito violenze e soprusi e a tutti i colleghi del reparto che sono finiti loro malgrado alla ribalta delle cronache.

Sappiamo che il dolore e lo sconcerto sono condivisi da molti: tra i quasi 4.000 dipendenti che ogni giorno lavorano con dedizione nella nostra Azienda, oggi prevale un senso di sgomento e ci chiediamo come sia potuto succedere tutto questo.  Questi atti non rappresentano chi siamo e come operiamo ogni giorno al servizio della comunità. Né tantomeno come collaboriamo tra noi quotidianamente.

La responsabilità dei fatti gravissimi emersi è in capo a chi ha sbagliato e non devono degenerare in giudizi sommari.

L’Azienda è fatta da migliaia di donne e uomini per bene, che si prendono cura, ogni giorno, di questa comunità. Che si riconoscono nei valori di rispetto, responsabilità e dedizione. Che vogliono dissociarsi da ogni comportamento che tradisce la fiducia delle persone e danneggia la dignità della nostra professione.

Non vogliamo che questo impegno venga oscurato da un caso isolato e gravissimo.
Siamo consapevoli che la fiducia si costruisce lentamente e si può perdere in un attimo. Per questo, oggi più che mai, dobbiamo ribadire chi siamo.

Va detto, con altrettanta forza, che la direzione in questi anni ha agito con determinazione, assumendosi la responsabilità di cambiare assetti consolidati, anche con fatica. Proprio a loro dobbiamo dare atto di aver avuto il merito di aver innescato un percorso di riorganizzazione profonda, un cambio di rotta che ha permesso di far emergere situazioni che preesistevano. Come dirigenti, ci impegniamo a proseguire nella strada della trasparenza, del rispetto e della cura. È nostro dovere vigilare, tutelare e reagire, affinché episodi come questi non abbiano più spazio.

Non vogliamo che l’intera comunità sanitaria piacentina venga confusa con chi ha tradito i propri doveri più elementari. Essere un’Azienda pubblica significa anche questo: non nascondere, ma agire. Non difendersi, ma migliorare. Non lasciare sole le persone.
Continueremo a lavorare con coscienza e responsabilità, insieme a una direzione medica e generale che ha accolto le denunce e si è attivata per sradicare comportamenti e reati nel segno della fiducia che i cittadini ci affidano ogni giorno”.

 




Castel San Giovanni: 15 migranti (fra cui donne e bambini) stipati nel rimorchio di un TIR

Quindici migranti stipati all’interno di un Tir adibito a trasporto merci, guidato da un 56enne autista di origini bielorusse. L’incredibile ritrovamento è avvenuto nella mattinata di ieri (giovedì 8 maggio 2025), verso le 10, quando un dipendente di una ditta di logistica ha sentito strani rumori provenire dall’interno di un container ed ha subito allertato i carabinieri. Il TIR era appena arrivato da Ventimiglia (IM). Quando gli uomini dell’Arma sono arrivati sul posto ed hanno aperto le porte del rimorchio si sono trovati davanti sei uomini, cinque donne e quattro bambini, tutti verosimilmente di nazionalità eritrea e privi di documenti, visibilmente provati ma fortunatamente non in condizioni critiche. I carabinieri delle stazioni di Borgonovo Val Tidone e Castel San Giovanni hanno subito soccorso i componenti del gruppo ed hanno attivato il servizio di emergenza sanitario 118, che ha inviato personale medico per prestare le prime cure e valutare le condizioni generali delle persone. Nessuno presentava sintomi gravi o situazioni sanitarie critiche, ma l’intervento dei militari e degli operatori è stato fondamentale per garantire un’assistenza immediata, soprattutto ai più piccoli.
I migranti, dopo essere stati rifocillati, intorno alle 13:30, sono stati trasferiti presso il comando provinciale dei carabinieri di Piacenza. Da lì, è stata organizzata la loro scorta fino alla questura, dove sono iniziate le procedure di fotosegnalamento e verifica dello status giuridico sul territorio nazionale.
Le indagini sono attualmente in corso per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e comprendere se il conducente del mezzo fosse a conoscenza della presenza dei migranti. L’ipotesi al vaglio dei carabinieri di Piacenza è quella di un possibile caso di immigrazione clandestina con infiltrazione dei migranti sul mezzo durante le tappe precedenti del tragitto.




La gratitudine della Diocesi di Piacenza-Bobbio per l’elezione di Papa Leone XIV

La Diocesi di Piacenza-Bobbio accoglie con gioia e gratitudine l’annuncio dell’elezione di Papa Leone XIV, Vescovo della Chiesa di Roma che presiede nella carità tutte le Chiese. Con spirito filiale gli assicura intensa preghiera e profondo affetto a sostegno del delicato e prezioso ministero che lo attende, quello di essere un coraggioso testimone dell’amore di Dio e di lasciarsi condurre da Lui per guidare il suo popolo sulle strade della verità e della speranza.
In questi tempi di guerra, violenza e profonde lacerazioni, sia segno di misericordia, di unità e di pace per il mondo intero, volto di una Chiesa “disarmata e disarmante”, evangelizzatrice e missionaria capace di mostrare a tutti la bellezza di aprire il cuore a Cristo, Redentore dell’uomo.
(Immagine vatica.va)

Messaggio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per l’elezione di Sua Santità Papa Leone XIV

La famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore esprime una grande gioia per l’elezione al soglio pontificio del Cardinale Robert Francis Prevost e affida la Sua missione di Pastore Universale della Chiesa alla cura del Sacro Cuore di Gesù.
L’Ateneo dei cattolici italiani, con rinnovato slancio, si pone al servizio di Sua Santità Papa Leone XIV.
Possa il Suo Pontificato essere segno di speranza nel mondo, di unità nella Chiesa e di pace tra le nazioni.
Il rettore Elena Beccalli




Medico arrestato per violenza sessuale aggravata e atti persecutori: le reazioni della politica

Sanità. Piacenza, primario arrestato per violenza sessuale e stalking sulle colleghe e le infermiere del reparto, il presidente della Regione Michele de Pascale: “Un quadro gravissimo denunciato con coraggio da una dottoressa. Avvieremo tutte le verifiche disciplinari su eventuali comportamenti collegati per garantire piena chiarezza e trasparenza”

“Ringrazio la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Piacenza e la Squadra mobile della Questura di Piacenza per l’accurato lavoro di indagine svolto, che, al netto delle valutazioni che competeranno all’autorità giudiziaria, fa emergere un quadro gravissimo all’interno dell’ospedale di Piacenza. Riconosco con la medesima gratitudine il coraggio con il quale la dottoressa ha deciso di denunciare l’accaduto rivolgendosi alla direzione aziendale dell’Ausl di Piacenza, la quale poi ha cooperato affinché la notizia entrasse immediatamente nella conoscenza della Questura e della Procura della Repubblica. Già nella giornata di ieri l’Ausl ha proceduto al licenziamento del primario coinvolto”.

 

Così il presidente della Regione, Michele de Pascale, commenta la notizia del primario dell’Ospedale di Piacenza agli arresti domiciliari per violenza sessuale e stalking sulle colleghe e le infermiere del reparto.

 

“Indipendentemente dagli esiti del procedimento penale- prosegue il presidente-, sul piano del diritto del lavoro il quadro emerso è di per sé ampiamente sufficiente a giustificare provvedimenti immediati e inequivocabili. Ho inoltre richiesto di avviare ulteriori verifiche disciplinari su eventuali comportamenti collegati meritevoli di attenzione, per garantire piena chiarezza e trasparenza sull’intera situazione”.

 

“Il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna, a partire dall’Ausl di Piacenza, ha attivato negli anni diversi strumenti sia per sostenere denunce e segnalazioni che di prevenzione. Tuttavia- aggiunge de Pascale- un episodio di questa gravità ci impone di andare oltre. Dobbiamo rafforzare ogni azione volta a sostenere chi trova il coraggio di denunciare, promuovendo un clima di ancora maggiore fiducia verso le istituzioni, ma ancora di più non possiamo accettare un persistente clima culturale nel quale una persona possa anche solo pensare di attuare condotte come quelle contestate, immaginando di avere il diritto di uscirne impunito per via della sua posizione o del ruolo che ricopre all’interno della nostra società”.

 

“È evidente che alla base di simili condotte- conclude- ci sono certamente comportamenti individuali, ma c’è anche un clima maschilista e patriarcale che dobbiamo aggredire in radice anche dentro le nostre organizzazioni e istituzioni, affinché non si possa nemmeno ipotizzare il verificarsi di fenomeni di questo tipo”.

La nota del sindaco Katia Tarasconi sull’arresto del primario piacentino

“E’ un momento difficile per Piacenza, scossa dalla notizia dell’arresto di un medico che dovrebbe rappresentare un punto di riferimento per i malati, per i colleghi e i collaboratori, per la sanità del nostro territorio e per tutta la comunità piacentina. Il quadro che invece emerge dalle accuse su cui si basa l’arresto è sconcertante e tocca un nervo ancora troppo scoperto nel 2025. Un quadro fatto di abusi costanti, reiterati, esercitati grazie anche al ruolo e alla posizione di potere, e circondati da uno strano silenzio che lascia senza parole.

Ecco perché il Comune di Piacenza si costituirà parte civile in un eventuale processo per il caso in questione: certi atti, se accertati, è come se fossero stati compiuti contro tutte le donne di Piacenza, contro la nostra comunità nel suo insieme. E ci tengo che la stessa comunità si stringa, anche formalmente, attorno a chi ha dovuto subire abusi del genere.

Muovere accuse, provarle ed emettere una sentenza non è compito mio così come non è compito di nessuno al di fuori dell’autorità giudiziaria, sulla cui azione – come sindaca e come cittadina – ripongo la mia più totale fiducia.

Ma se tutto ciò che stiamo leggendo in queste ore dovesse rivelarsi vero, anche solo in parte, saremmo di fronte a fatti inqualificabili sotto ogni punto di vista possibile.

Dico di più: indipendentemente dagli aspetti penali, che sono di competenza della magistratura, ritengo che siamo già di fronte a condotte inaccettabili, anche in considerazione che – stando a quanto già accertato – si sono svolte in un luogo di lavoro, perdipiù in una struttura pubblica, aperta ai cittadini, ai pazienti del nostro sistema sanitario. Quel che è emerso è già molto grave, tant’è che la direzione generale dell’Ausl ha preso provvedimenti interrompendo per giusta causa il rapporto di lavoro con il medico indagato.

Ora però il mio pensiero, da donna prima ancora che da rappresentante delle istituzioni, va alle vittime che ogni giorno purtroppo subiscono atti del genere. Un pensiero che vuole essere un abbraccio sincero: non sentitevi sole, non vergognatevi, non abbiate paura; chiedete aiuto, denunciate. E’ necessario, ancora una volta, spezzare il silenzio colpevole che troppo spesso accompagna fatti di questo genere perché c’è ancora una parte di mondo che associa la violenza sessuale a un’azione esercitata con la forza bruta, la sopraffazione muscolare, la costrizione fisica, le botte. Come se, in assenza di lividi sul corpo della vittima, uno stupro non fosse in realtà uno stupro ma fosse qualcos’altro; qualcosa in cui, puntualmente, sembra quasi legittimo insinuare un dubbio subdolo: magari la vittima non è proprio una vittima, magari “ci stava”, magari è quello che voleva. Ed ecco lo stigma, il giudizio pronunciato a mezza bocca oppure ridacchiando, scherzando, schernendo.

Questa dinamica maschilista è atroce, ingiusta, pericolosa, inaccettabile. La violenza sessuale è tanto altro, è anche soggezione, sudditanza, paura. Una donna che subisce abusi di questo tipo, di qualsiasi natura essi siano, entra automaticamente in uno stato di fragilità assoluta; subentra la vergogna, il dubbio, il timore del giudizio, del fraintendimento, della condanna sociale.

E’ fondamentale trovare il coraggio di parlare, dunque, come ha fatto la dottoressa dell’ospedale di Piacenza rivolgendosi alla direzione generale dell’Ausl e dando il via all’indagine in questione.

Sono ben consapevole che la stragrande maggioranza delle donne e degli uomini della nostra comunità sono persone per bene, lontane anni luce anche solo dall’idea di mettere in pratica o dal voler giustificare certi comportamenti, e sono altrettanto consapevole di quanto sia ingiusto e fuorviante fare di tutta l’erba un fascio: i casi singoli sono da considerare come tali e, si sa, la responsabilità penale – quando c’è – è personale.

Ma il problema esiste, il tema è reale. Come sindaca dunque sento il dovere di non fermarmi alla solidarietà alle vittime ma intendo mettere in campo ogni azione possibile per far sì che non si abbassi la guardia su una piaga che, purtroppo, è ancora presente ai giorni nostri, in una realtà occidentale teoricamente evoluta come la nostra. E mi riferisco al maschilismo strisciante e diffuso che porta a sottovalutare certe condotte ai danni delle donne, anche quando non sfociano in reati ma si limitano all’approvazione, al plauso; un maschilismo che non così di rado, incredibilmente, sembra appartenere anche ad alcune donne che puntano il dito e giudicano invece che essere solidali.

Ci tengo a ringraziare la Procura della Repubblica e la Questura di Piacenza per lo spirito di servizio e l’impegno che mettono nell’affrontare un lavoro spesso difficile, pieno di risvolti e implicazioni delicate, più che mai in questo caso.

Ci tengo anche a rinnovare la mia vicinanza alle migliaia di ottimi dipendenti, professionisti e dirigenti dell’Ausl di Piacenza che oggi vedono il loro nome associato a quello di chi sembrerebbe aver contravvenuto ad ogni principio su cui deve basarsi la professione medica. Non è un caso singolo che può minare la credibilità e la serietà di un’intera struttura e delle persone che ci lavorano con dedizione e impegno”.

I capogruppo di minoranza in comune chiedono al presidente della regione e all’assessore di prendere provvedimenti sull’Ausl

Gli scriventi capigruppo di minoranza al Consiglio Comunale di Piacenza, Patrizia Barbieri (lista Barbieri Sindaco – Trespidi con Liberi), Sara Soresi (FDI), Luca Zandonella (Lega) hanno scritto al Presidente della Regione Emilia Romagna De Pascale e all’assessore alla Sanità Massimo Fabi chiedendo provvedimenti.
Nell’arco degli ultimi mesi, personale dell’AUSL di Piacenza è stato a vario titolo protagonista di gravi vicende giudiziarie. 
Ricordiamo le indagini sui “regali” in cambio di certificazioni di sicurezza sul lavoro alle imprese, l’arresto della dottoressa del Pronto Soccorso che avrebbe sottratto e assunto per anni la morfina, il medico di famiglia che ha fornito dietro pagamento ricette per medicinali contenenti oppioidi, lo psichiatra accusato di peculato e truffa, e da ieri il primario che avrebbe abusato di dottoresse e infermiere del suo reparto. 
Senza entrare nel merito di questioni che attengono solo alla Magistratura, e non permettendoci di emettere giudizi nei confronti di chicchessia esprimendo nel contempo la solidarietà a chi risulta vittima, non possiamo non rilevare la totale inadeguatezza della Dirigenza AUSL quantomeno sotto il profilo del controllo e della conoscenza di quanto avviene e sta avvenendo nella sanità piacentina. 
Non a caso riportiamo uno stralcio di quanto si legge nei resoconti delle testate giornalistiche con riferimento all’ultimo episodio di ieri quando si cita l’aver “permesso di cristallizzare un inquietante scenario all’interno dell’Ospedale di Piacenza” o ancora: “l’ambiente ospedaliero si è dimostrato gravemente omertoso ed autoreferenziale in quanto le condotte prevaricatrici del primario erano da tempo note a gran parte del personale …”. 
Alla luce di quanto sopra, e di tutti gli episodi che ormai con cadenza bimestrale vedono arresti e/o indagini riguardanti personale dell’azienda, è evidente che il Direttore Generale e i vertici AUSL non paiono avere posto la minima attenzione su ciò che da tempo li circonda, e conseguentemente pari “attenzione”, anzi disattenzione, si ritiene che possa essere tenuta anche con riguardo ai Servizi Sanitari a cui i cittadini hanno diritto. 
Fatte queste doverose premesse, nella nostra qualità di capigruppo, ci saremmo aspettati le
dimissioni da parte della Dirigenza e del Direttore Sanitario. Poiché questo non è avvenuto, chiediamo al Presidente della Regione e all’Assessore alla Sanità che si attivino immediatamente perché venga adottata ogni e più opportuna iniziativa a salvaguardia della Sanità Piacentina, con ogni conseguente utile provvedimento che porti ad un doveroso cambio dei vertici dell’AUSL a garanzia e a tutela della comunità”.

Alternativa per Piacenza, Alleanza Verdi e Sinistra e Rifondazione Comunista esprimono profondo sdegno per quanto accaduto. Le lavoratrici non devono più essere ricattabili. Serve una svolta etica e politica.”

ApP, AVS e PRC esprimono sdegno, rabbia e dolore di fronte a quanto emerso ieri dalla cronaca cittadina: l’arresto di un primario dell’Ospedale di Piacenza per 32 episodi accertati di violenza sessuale, commessi – secondo le accuse – approfittando del proprio ruolo di potere su dottoresse e infermiere.

Questa vicenda non è un “caso isolato”. È il frutto marcio di un sistema in cui la gerarchia si trasforma in abuso, il potere si traveste da prestigio, e le donne continuano a essere esposte a forme di ricatto, molestie e intimidazioni. Un sistema in cui, troppo spesso, chi ha potere conosce le regole per proteggersi, mentre chi lo subisce è costretta a difendersi, giustificarsi, pagare il prezzo del coraggio. Chiediamo che la città intera, a partire dalle istituzioni e dai vertici dell’Ausl, reagisca con fermezza, trasparenza e rispetto per chi ha denunciato. Non bastano asettici e generici comunicati di collaborazione alle autorità. Ci mancherebbe altro! Chiediamo soprattutto che si apra una riflessione collettiva: quante lavoratrici vivono oggi sotto ricatto nei luoghi in cui dovrebbero essere sicure? Quanti ambienti professionali sono ancora modellati da logiche patriarcali, dove il silenzio è premiato e la denuncia punita?

Prendiamone atto, prevale ancora una visione maschilista della società, per cui tante donne non si espongono per la vergogna di confessare pubblicamente e in famiglia gli abusi subiti. È il paradosso del senso di umiliazione che, nella vittima, prevale sul dovere di denunciare la violenza. Siamo un po’ tutti responsabili se in mezzo a noi vivono persone adulte, istruite e competenti a cui è mancato il coraggio di far subito fronte comune e ribellarsi.

Insieme proponiamo:

– una più capillare pubblicizzazione dello strumento di “Segnalazione condotte illecite (whistleblowing)” già a disposizione di dipendenti, collaboratori e di chiunque svolge, ha svolto o dovrà svolgere un’attività lavorativa o professionale in favore dell’Azienda Usl di Piacenza;

– ⁠l’immediata costituzione di uno sportello indipendente per l’ascolto e la tutela delle lavoratrici del comparto sanitario;

– ⁠la revisione delle procedure di valutazione dei dirigenti, con particolare attenzione individuare indicatori più stringenti per garantire ambienti di lavoro sicuri e rispettosi. La nostra vicinanza va alle vittime di questa scioccante vicenda e ai loro affetti, oltre alla famiglia della persona arrestata, a sua volta vittima, travolta da un dramma umano difficile da immaginare. Non accetteremo che questa storia venga archiviata come l’ennesima anomalia. È ora di spezzare il silenzio, cambiare le regole per difendere davvero chi lavora, cura e denuncia”.

De Micheli (Pd): “No alle strumentalizzazioni politiche di una vicenda gravissima, solidarietà alle vittime e vicinanza ai lavoratori della sanità”

“Di fronte alla vicenda del primario arrestato dell’ospedale di Piacenza, la solidarietà alle donne che hanno subito abusi precede ogni considerazione sul merito di una vicenda che mi ha profondamente turbata. Voglio esprimere la mia vicinanza alle professioniste che hanno subito violenza e a tutte quelle che si sono ritrovate nell’intollerabile condizione di sudditanza e prevaricazione sul posto di lavoro. Dobbiamo ringraziare chi ha avuto la forza di denunciare e incoraggiare tutte le donne a farlo in qualsiasi circostanza, ogni volta che qualcuno approffita della propria posizione di potere per esercitare un abuso”. Lo affema la parlamentare piacentina del Partito Democratico Paola De Micheli.
   
“Spetta al lavoro dei magistrati stabilire la gravità dei reati e le responsabilità di quanto avvenuto, – prosegue – riconoscendo sempre la presunzione di innocenza, tuttavia quello che è già emerso dalle indagini svolte dalla Polizia di Stato compone un quadro gravissimo. Per questo occorre ringraziare il lavoro svolto dalla Procura della Repubblica e proseguire nell’azione per fare piena chiarezza. Non è il momento della becera strumentalizzazione politica che altri hanno già iniziato a esercitare senza alcun freno, ma di stringersi a fianco degli operatori della sanità pubblica, che ogni giorno lavorano con dedizione e impegno in un settore fondamentale per la nostra comunità. In questo senso voglio manifestare il mio apprezzamento alla collaborazione fornita dall’Ausl agli inquirenti e desidero confermare la stima e la gratitudine a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori della sanità, a partire dalla direttrice generale Bardasi che in questa fase delicata li rappresenta”.

Lega: “Dimissioni e commissariamento della Direzione sanitaria”

Dopo l’arresto di un primario, la Lega si rivolge all’assessore regionale alla Sanità: «L’Asl sta cercando di nascondere le omissioni. Vanno tutelati i tanti lavoratori che operano in modo corretto»

La Lega chiede le dimissioni del direttore sanitario dell’Ausl, e il commissariamento di quella Direzione, e lo fa rivolgendosi all’assessorato regionale alla Sanità. Dopo l’arresto di un primario dell’ospedale posto ai domiciliari, il Carroccio chiede provvedimenti immediati per fronteggiare una situazione preoccupante a causa delle tante carenze dell’Azienda sanitaria, ma anche per tutelare le centinaia di dipendenti che lavorano in modo corretto.

«Il caso di Piacenza – afferma la Lega – che ha visto l’arresto di un primario accusato di violenza sessuale aggravata e stalking nei confronti di alcune dottoresse e infermiere sta tenendo banco su tutti i mezzi d’informazione nazionale. Non certo un bel biglietto da visita per la nostra Ausl».

Il Carroccio, in una nota della senatrice Elena Murelli e del segretario provinciale Luca Zandonella, con il Direttivo provinciale sottolinea come «l’immagine e la serietà di tanti professionisti ne risulti ingiustamente infangata. C’è un punto nell’ordinanza su cui urge una riflessione. L’indagato viene definito da polizia e procura “un uomo” potente sia per il ruolo all’interno dell’Ausl sia per le sue “conoscenze”, e tale posizione determinava nel personale sanitario una forte soggezione».

“Esprimiamo prima di tutto la vicinanza a tutte le donne che hanno subito violenza o stalking sottomesse a forte pressioni. Ora – continua il Carroccio – «i termini “conoscenze” e “potere” significano evidentemente che questi gli derivano da altri. E’, così, inevitabile guardare in alto. Ma l’intenzione della Direzione aziendale, come emerge dal comunicato di ieri, è di insabbiare qualunque ricerca di omissioni o complicità di fatto. Sembra di assistere a una catena di omertà sullo stile “niente vidi”, atteggiamento noto in ben altri contesti».

Sindacati: “Primario arrestato. Aspettiamo il corso della giustizia”

Questa la nota di Cgil Piacenza – Ivo Bussacchini, Fp Cgil Piacenza – Melissa Toscani, Coordinamento Donne  Cgil Piacenza – Stefania Pisaroni.

“La notizia dell’arresto del primario ospedaliero con l’accusa di avere commesso reati di natura sessuale nei confronti di sue collaboratrici ci ha profondamente scosso.

Riteniamo che non sia nostro compito esprimere giudizi di merito su una vicenda così dolorosa, che colpisce nel profondo il lavoro, i corpi, i sentimenti e la sensibilità di tutte le persone e le famiglie coinvolte, vittime comunque di questa vicenda. Per questo riteniamo sia giusto in questo momento aspettare il corso della giustizia, evitando di alimentare il clamore e la morbosità mediatica che la notizia sta suscitando.

Allo stesso modo però non ci sottraiamo al nostro ruolo di rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori attorno ai temi della sicurezza e del benessere organizzitavo. Pretendiamo che i luoghi di lavoro siano liberi da ogni forma di abuso, discriminazione ed intimidazione di qualsiasi natura, sollecitando politiche aziendali attente e che garantiscano tutele di genere, soprattutto di valutare con grande attenzione ogni denuncia e manifestazioni di disagio soprattutto della parte femminile, la più esposta a questo genere di criticità in una società profondamente patriarcale dentro e fuori luoghi di lavoro. Crediamo che su questi temi ci sia ancora tanta strada da percorrere e siamo pronti a lavorare con l’Azienda, ad esempio, ad un miglioramento del sistema di comunicazione, perché sia – e sia percepito – pienamente tutelante nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che, purtroppo, in diverse occasioni non si sentono di esporre criticità di alcun tipo perché temono ritorsioni”.