Arrestati in via Roma a Piacenza due spacciatori ventenni

Continua l’attività di contrasto alla criminalità diffusa ed allo spaccio di stupefacenti da parte della Polizia di Stato.l
Nel corso dell’ultima settima, l’attenzione degli investigatori della Squadra Mobile di Piacenza si è rivolta in particolare al centro storico, nella delicata zona di via Roma.
Nel corso dei servizi di osservazione, ad inizio settimana sono stati individuati in via Roma due soggetti sospetti, presumibilmente dell’est Europa, che si muovevano con fare sospetto tra i bar della zona e gli automobilisti in transito.
Dopo alcuni giorni di pedinamenti, gli investigatori della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Piacenza, nel primo pomeriggio di ieri hanno assistito in diretta ad una cessione di cocaina da parte dei due sospetti ad un automobilista in transito. Tutti e tre sono stati fermati.
L’acquirenteė stato trovato in possesso di una dose di cocaina appena ricevuta e sanzionato quale assuntore di stupefacenti; essendo risultato privo di patente di guida e di assicurazione, è stato colpito anche dalle pesanti sanzioni previste dal Codice della Strada ed il suo veicolo sottoposto a sequestro finalizzato alla confisca del bene.
I due pusher avevano con sé denaro e altre nove dosi di cocaina pronte alla vendita al dettaglio.
La base di stoccaggio della sostanza era collocata proprio in un appartamento di via Roma che è stato perquisito con il rinvenimento di altre 22 dosi di cocaina, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento della sostanza stupefacente.
I due spacciatori sono quindi stati arrestati dalla Polizia ed al termine degli atti, condotti in carcere. Si tratta di due ventenni albanesi, incensurati in Italia e giunti da poco nel nostro Paese. Uno dei due è risultato irregolare sul territorio nazionale.
Complessivamente sono stati sequestrati 32 involucri di cellophane contenenti polvere bianca, per un peso lordo totale di 30,11 grammi, positivi all’analisi orientativa alla cocaina e la somma di euro 1700 in banconote di piccolo taglio, ritenuta provento dell’attività illecita.
Proseguono le indagini per ricostruire la rete di clienti dei due arrestati, ed i canali di approvvigionamento degli stupefacenti.




Arrestato a Piacenza pakistano indagato per terrorismo

Lunedì di questa settimana (3 marzo 2025) agenti delle Digos di Bologna e di Piacenza, insieme a personale Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Servizio per il Contrasto all’Estremismo e al Terrorismo Esterno, hanno dato esecuzione a un Mandato di Arresto Europeo emesso dalle Autorità spagnole nei confronti di un cittadino pakistano, domiciliato in provincia di Piacenza, indagato nel Paese iberico per reati in materia di terrorismo.
L’arresto è stato disposto nell’ambito di una più ampia operazione – per la quale sono stati disposti altri dieci analoghi provvedimenti eseguiti in contemporanea in Spagna dalla Polizia Nacional e dalla Polizia catalana. L’indagine riguarda una vasta indagine su un gruppo di presunti esponenti dell’organizzazione terroristica internazionale di matrice jihadista con base a Barcellona.
L’indagine ha permesso di individuare la presenza in Spagna ed in Italia di un gruppo strutturato, che attraverso canali criptati lanciava appelli che incitavano all’omicidio e alla decapitazione di coloro che si opponessero alla loro dottrina. Inoltre, nella pubblicistica divulgata esaltavano i mujahidin che avevano compiuto attentati contro persone accusate di blasfemia in Europa ed in Pakistan ed avevano già iniziato ad identificare possibili target da colpire; uno di questi gruppi era gestito da una delle arrestate in Spagna ed era composto esclusivamente da donne: si promuoveva l’indottrinamento e si cercava anche di individuare possibili obiettivi per future azioni.
L’operazione congiunta della polizia italiana e iberica costituisce la terza fase di un’indagine che ha portato, negli ultimi 3 anni, all’arresto di una trentina di terroristi e rappresenta il coronamento di una lunga e proficua sinergia operativa tra il nostro paese e la Spagna in materia di antiterrorismo. Il pakistano arrestato a Piacenza era già stato oggetto di attenzione investigativa da parte della Polizia italiana dal 2021 grazie ad una segnalazione della polizia spagnola che lo indicava quale contatto con i pakistani, poi arrestati dalla DIGOS di Genova nel giugno 2022, nell’ambito dell’Operazione Gabar, in esito alla quale furono sottoposti a custodia cautelare in carcere 14 cittadini pakistani (uno dei quali catturato in Spagna e tutti ora condannati in Italia, taluni con sentenza passata in giudicato) gravemente indiziati di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale. Questi erano direttamente legati all’autore dell’attentato commesso a fine settembre 2020 all’esterno della già tristemente nota sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, in cui vennero ferite due persone.
In quello stesso contesto investigativo era maturata l’inchiesta denominata operazione Sakina con cui le autorità spagnole, nel febbraio 2022, hanno arrestato in quel Paese cinque cittadini pakistani, seguaci del movimento Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP). Gli indagati sono stati ritenuti responsabili di apologia e indottrinamento al terrorismo poiché soliti alimentare il web tramite i loro profili social con pubblicazioni di esaltazione di azioni terroristiche, commesse dagli appartenenti a quel sodalizio.

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Disparità di genere nel mercato del lavoro piacentino: una realtà ancora da superare

L’analisi condotta dalla Provincia di Piacenza sui microdati ISTAT relativi al mercato del lavoro della provincia di Piacenza del 2023 offre un quadro approfondito sulle differenze di genere che continuano a caratterizzare il contesto occupazionale locale. Nonostante i progressi, le donne restano svantaggiate rispetto agli uomini in vari aspetti cruciali.

Uno dei principali punti di disuguaglianza riscontrati riguarda la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Secondo l’indagine, solo il 68,1% delle donne della provincia è attivo, una percentuale inferiore di quasi 15 punti rispetto agli uomini. Il divario si amplia ulteriormente quando si analizzano i tassi di occupazione: solo il 62,6% delle donne è occupato, con una differenza di quasi 16 punti rispetto agli uomini. Inoltre, il tasso di disoccupazione femminile (8%) è superiore di quasi 3 punti percentuali rispetto a quello maschile.

Un altro aspetto che emerge dall’analisi è la tipologia di occupazione che le donne ricoprono. Sono più spesso impiegate con contratti a tempo determinato e a part-time. Il 30% delle donne lavora part-time, contro solo il 6% degli uomini, e c’è una maggiore presenza di lavoro dipendente tra le donne (85% contro il 74% degli uomini). Questa precarietà lavorativa, combinata alla natura temporanea di molti contratti, è una delle cause principali della disoccupazione femminile. Non a caso, molte donne dichiarano di aver perso il lavoro per la scadenza di contratti a termine o a causa di licenziamenti.

Nonostante la maggiore precarietà, le donne piacentine risultano mediamente più istruite rispetto agli uomini. Presentano infatti una percentuale più bassa di basse qualifiche e una quota maggiore di laureate. Tuttavia, nonostante questo vantaggio in termini di istruzione, rimangono sottorappresentate nei ruoli direttivi. Solo il 4% delle donne ricopre posizioni di comando, contro il 6% degli uomini. Le donne sono anche meno rappresentate tra i lavoratori autonomi, con solo l’8% che sceglie questa strada, contro il 18% degli uomini.

Nonostante le difficoltà, il livello di soddisfazione per il lavoro svolto è sorprendentemente alto per entrambi i generi. Più del 60% delle donne e degli uomini si dichiara soddisfatto della propria condizione lavorativa, un dato che testimonia forse una maggiore accettazione delle condizioni esistenti, sebbene non giustifichi la persistenza delle disuguaglianze.




Un altro anno record per la Banca di Piacenza

“La Banca di Piacenza e i suoi territori”: proseguono gli incontri per illustrare in anteprima i risultati di bilancio 2024. Dopo Fiorenzuola e Cortemaggiore, i prossimi appuntamenti sono programmati per mercoledì 12 marzo a Pianello (sala comunale); giovedì 20 marzo a Piacenza (PalabancaEventi); giovedì 27 marzo a Pontedellolio (sala comunale); giovedì 3 aprile a Lodi (Ristorante La Pergola).

Il primo incontro si è dunque tenuto a Fiorenzuola. I dati sono stati presentati dal presidente Giuseppe Nenna coadiuvato dalla Direzione (Angelo Antoniazzi, direttore generale e Pietro Boselli, vicedirettore generale), davanti a un pubblico formato da rappresentanti delle istituzioni (tra gli altri, il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri, il vicesindaco di Fiorenzuola Paola Pizzelli, i sindaci di Carpaneto, Pontenure e San Giorgio: rispettivamente Andrea Arfani, Giuseppe Carini e Donatella Alberoni) da soci e clienti che hanno affollato la platea e i palchi dell’accogliente Teatro Verdi.

Dopo i saluti da parte dell’Amministrazione fiorenzuolana portati da Paola Pizzelli («Grazie alla Banca di Piacenza per la continua azione di sostegno al territorio e grazie a Corrado Sforza Fogliani per tutto quello che ha dato a questa provincia»), ha preso la parola il presidente Nenna per illustrare i dati principali del bilancio 2024. «La Banca è andata molto bene e questo ci consente di portare avanti il disegno del presidente Sforza Fogliani di essere indipendenti». Nuovo record per l’utile netto, che chiude a 34,5 milioni di euro (dopo i 29,9 del 2023); in crescita patrimonio (339 milioni contro i 315 del precedente esercizio), l’indice di solidità patrimoniale Cet1 (19,62%, era il 18,20), la raccolta diretta (+7,9, il sistema cresce del 2,4), gli impieghi (+2,6, in controtendenza rispetto al sistema che perde l’1,9%). «Dati che ci dicono due cose: che abbiamo la fiducia della clientela e che siamo punto di riferimento costante per famiglie e imprese», ha commentato il presidente Nenna aggiungendo che la Banca continuerà a investire: nell’apertura di nuovi sportelli, nel potenziamento delle attività (Private, Bancassicurazione, Imprese, con particolare attenzione al settore agricoltura e agrifood), nell’intelligenza artificiale per digitalizzare alcuni processi interni e acquisire clientela tramite canali digitali. Il presidente ha quindi accennato alle azioni messe in atto dall’Istituto per rinnovarsi (estensione impianto fotovoltaico all’Agenzia 2-Veggioletta, impianto fotovoltaico a Fiorenzuola centro e Pianello, impianto di illuminazione della sede centrale da convertire con luci a led, ristrutturazione delle filiali di Pianello, San Nicolò e Bobbio, dove la filiale si è trasferita in locali di proprietà). Il dott. Nenna ha poi sottolineato i successi conseguiti con le attività culturali: anche nel 2024 si sono organizzati più di 100 eventi; due su tutti: la mostra immersiva Icônes, con circa 5mila visitatori e la rassegna Atlas Maior, con oltre 7mila presenze. «Chiudiamo un 2024 da ricordare – ha concluso il presidente – e i risultati positivi non sono solo frutto della salita dei tassi, che ora stanno scendendo, ma di molto altro: la nostra continua crescita, con prudenza e tenacia, assicura l’indipendenza di poter fare scelte libere nell’interesse di soci e clienti, che da sempre hanno fiducia nella Banca».

Il direttore generale Antoniazzi ha presentato i risultati dell’ultimo triennio, evidenziando la progressione dell’utile netto (passato dai 20,6 milioni del 2022 ai 34,5 del 2024) e del ROE (l’indice di redditività del capitale proprio) che ha raggiunto il +10,2% (+7,1 nel 2022). Per quanto riguarda la qualità dell’attivo, l’obiettivo è quello di restare, con le sofferenze lorde, sotto al 5% come chiede la Banca d’Italia (nel 2024 la percentuale è del 4,1). Cresciuti gli impieghi a 2 miliardi e 403 milioni «a testimonianza di quanto siamo attenti alle richieste dei clienti e del recupero di quote di mercato nei territori dove abbiamo aperto le nuove filiali». Notizie positive anche dalla raccolta (vicina ai 7 miliardi; +4,2 la diretta e +3,3 l’indiretta negli ultimi tre anni). In salita anche il numero dei soci e dei conti correnti.

Il vicedirettore generale Boselli ha invece affrontato il tema della desertificazione bancaria: «La continua fusione tra banche porta alla riduzione di personale e sportelli (in Emilia Romagna sono 38mila le persone – e 2.600 le imprese – che risiedono in comuni dove non c’è più nessuna banca, mentre in Lombardia sono 724mila le persone e 48mila le imprese nelle stesse condizioni). Come risponde la Banca di Piacenza? Non abbandonando i territori dove è già presente e aprendo in altre zone con l’intento di rimanere». Sono 56 gli sportelli attivi, con un costo superiore a un’App, ma con il vantaggio – è stato sottolineato – di potersi relazionare con i clienti; e 14 i punti Bancomat Atm di presidio, con un ruolo sociale di servizio. Il vicedirettore generale ha infine compiuto una carrellata sui principali prodotti della Banca, a partire dai quattro nuovi conti correnti (Valore giovani, Valore BPC, Valore Smart e Valore impresa) e dalle varie tipologie di carte di credito, oltre a prodotti ad alto contenuto di innovazione tecnologica, come i nuovi Pos Android e l’ultima versione dell’App della Banca.

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Autobus in fiamme a Rustigazzo. Illesi autista e due passeggeri

Un altro autobus in fiamme. Questa volta è capitato ad una corriera Seta che, nel primo pomeriggio di oggi, 6 marzo, è stata rapidamente divorata dal fuoco lungo la provinciale 14 vicino a Rustigazzo, nel comune di Lugagnano. I vigili del fuoco intervenuti sul posto hanno provveduto a spegnere le fiamme. Fortunatamente sia l’autista sia i due passeggeri presenti sul mezzo pubblico, fra cui un ottantenne, sono riusciti ad uscire indenni.

Bisognerà ora capire le cause del rogo, quasi certamente originato da un guasto tecnico.

Questo il comunicato stampa diffuso da Seta

SETA comunica che questo pomeriggio, alle ore 14:00 circa, un autobus in servizio sulla linea E42 della rete extraurbana di Piacenza ha improvvisamente preso fuoco mentre percorreva la S.P.14 all’altezza di Rustigazzo. Il mezzo era partito da San Michele alle ore 13:40 ed era diretto a Piacenza (via Carpaneto-Cadeo-Pontenure), con arrivo previsto alle ore 14:42. Nonostante l’attivazione dell’impianto automatico antincendio di cui il bus era dotato, le fiamme si sono propagate dal vano motore all’intero veicolo, che è andato completamente distrutto.

L’incendio è avvenuto pochi minuti dopo la partenza da San Michele. A bordo erano presenti solo due passeggeri, nessuno dei quali ha riportato conseguenze. L’autista, accortosi dello sprigionarsi delle fiamme, ha prontamente arrestato la marcia ed ha fatto scendere i passeggeri dal mezzo, assicurandosi che si trovassero in condizioni di sicurezza. Il conducente ha quindi contattato la sala operativa di SETA, che a sua volta ha immediatamente richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco, intervenuti da Fiorenzuola con due autopompe.

Il bus incendiatosi oggi apparteneva ad un lotto di mezzi extraurbani prodotti da Iveco nel 2017 ed acquistati da SETA per il servizio extraurbano nei bacini provinciali serviti dall’azienda. Nella scheda tecnica che riporta lo storico degli interventi effettuati risulta essere stato sempre regolarmente sottoposto alle operazioni di manutenzione programmate, ed aver sempre superato positivamente le prescritte revisioni annuali obbligatorie, l’ultima delle quali è stata effettuata lo scorso mese di gennaio.

Il mezzo sarà sottoposto ad un’indagine interna presso l’officina SETA di Piacenza al fine di determinare le cause dell’incendio. SETA ringrazia i Vigili del Fuoco di Fiorenzuola, intervenuti prontamente. Un sentito ringraziamento va anche all’autista, che ha agito con senso di responsabilità ed accuratezza adeguate alle circostanze.

A causa dell’interruzione temporanea al transito disposta in quel tratto della S.P.14, fino al termine della giornata il servizio della linea E42 viene limitato a Badagnano, quindi le corse da/per Piacenza non raggiungono Rustigazzo e San Michele. La corsa delle ore 16:10 da Piacenza per San Michele limita la corsa a Badagnano; la conseguente corsa delle 17:20 da San Michele per Piacenza partirà da Badagnano.

 

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Gli aggiornamenti del Comune di Piacenza ora arrivano anche via Whatsapp

E’ ufficialmente operativo, dopo un breve periodo di sperimentazione interna all’ente, il nuovo canale Whatsapp del Comune di Piacenza, cui tutti i cittadini interessati possono iscriversi in modo immediato, gratuito e tutelando la propria privacy, dal momento che non è richiesta in alcun modo la comunicazione del proprio numero di telefono.

Iscrivendosi al canale “Comune di Piacenza”, gli utenti avranno la possibilità di ricevere direttamente nell’area “aggiornamenti” della propria applicazione Whatsapp una serie di informazioni riguardanti un ampio ventaglio di temi: dagli eventi in calendario ai nuovi bandi, dalle opportunità per i giovani alle iniziative per la terza età, senza dimenticare le informazioni di servizio relative alle modifiche alla viabilità o agli orari degli sportelli.

Iscriversi richiede solo tre passaggi:

collegarsi all’indirizzo comune.piacenza.it/wa
cliccare sul link “Iscriviti al canale” o inquadrare il QR code (un’anteprima del canale verrà mostrata direttamente su WhatsApp)
selezionare quindi “Iscriviti” nella app.
Chi lo desidera può inoltre attivare le notifiche per ricevere un avviso in occasione di ogni nuova pubblicazione di contenuti.

L’iscrizione, così come le notifiche stesse, potrà essere revocata in qualsiasi momento, con effetto istantaneo.

“Con l’attivazione del canale Whatsapp – sottolinea il sindaco Katia Tarasconi – l’intento è quello di raggiungere una fascia sempre più ampia di cittadini per la diffusione di informazioni di interesse pubblico, in modo non invasivo ma particolarmente efficace perché diretto, sintetico e incentrato sulle novità quotidiane più significative legate all’attività dell’ente. Sarà, per chi sceglierà di aderire, un alert che invita poi ad approfondire gli argomenti di proprio interesse nella sezione del sito web comunale dedicata alle notizie”.

“Si potenzia, così – aggiunge l’assessore ai Servizi al Cittadino e alla Trasformazione Digitale Simone Fornasari – la presenza del Comune di Piacenza sulle piattaforme social, affiancando a Facebook e Instagram uno strumento ancora più agile, tra i più utilizzati in Italia, con una fruizione che raggiunge il 90% delle persone tra i 16 e i 65 anni. Così come gli altri canali social, anche Whatsapp non sostituirà in alcun modo la comunicazione istituzionale, ma potrà svolgere una funzione preziosa nel supportarla, accendendo l’attenzione dei cittadini sui temi più rilevanti nella vita di ciascuno – che sia una manifestazione, un concorso pubblico, l’erogazione di contributi o una scadenza amministrativa – e indirizzandoli verso la fonte ufficiale più autorevole e sicura, ovvero il sito web comunale, dove trovare i chiarimenti esaustivi su tutti i servizi messi in campo dall’ente e sugli eventi in programma”.

“Attivare questa nuova modalità di comunicazione – conclude il direttore generale Luca Canessa – significa consolidare l’impegno per rendere il processo di transizione tecnologica del Comune di Piacenza sempre più improntato alla trasparenza e all’accessibilità, mettendo a disposizione dei cittadini un supporto ulteriore, sulla scia dell’assistente virtuale, dei centri di facilitazione e dei corsi di alfabetizzazione digitale già in essere, per orientarsi più agevolmente nella rete dei servizi comunali ed essere più consapevoli delle opportunità offerte”.

Si ricorda che i messaggi provenienti dai canali sono mostrati nella sezione Aggiornamenti della app, lontano dalle chat e chiamate personali: non è una conversazione, ma una comunicazione a senso unico, che consente solo ai titolari del canale l’inserimento di messaggi, mentre gli iscritti possono tutt’al più reagire con le emoji, visibili a tutti gli altri utenti ma anonime, o rispondere a eventuali sondaggi che potranno essere lanciati dal Comune in questa forma.

Il nuovo servizio si affianca ai canali istituzionali già attivi su altre piattaforme social, tra cui in particolare ai profili Facebook comunedipiacenza  e Instagram comunedipiacenza.official

L’elenco completo dei canali social comunali è disponibile su comune.piacenza.it/socialmedia




Domenica 9 marzo a Piacenza super saldi con lo Sbaracco

Si terrà domenica 9 marzo, a Piacenza, lo Sbaracco invernale, la manifestazione che segna la fine dei saldi ed offre le ultime occasioni di shopping a prezzo scontato.
Alla conferenza stampa di presentazione stamane hanno partecipato l’assessore al Commercio del Comune di Piacenza Simone Fornasari, il direttore di Unione Commercianti Gian Luca Barbieri, il vice direttore di Confesercenti Giorgio Bonoli, la direttrice di Cna Enrica Gambazza e Anna Lusa di Iscom Group.


I negozi aderenti:
Pellizzari 1830 – Via Verdi 22
Thun – Corso Vittorio Emanuele II 104
Pull Love – Corso Vittorio Emanuele II 36/b
Arbiter – Via XX settembre 84
Beboll family brand – Via Nova 11
Stock house – C.so Vittorio Emanuele II 198
Derby – Corso Vittorio Emanuele 205
Glam – Corso Vittorio Emanuele 287
Selfie Boutique – Via Cavour 46
Nouvelle Vague – C.so Vittorio Emanuele 84
L’Oca Irriverente – Via Chiapponi 11
Pinalli – Corso Vittorio Emanuele 2/4/6
Pinalli – Via XX Settembre 135
Libreria Fahrenheit 451 – Via Legnano 4
Golden Sport – C.so Vittorio Emanuele II 120/122/134
Carpe Diem – Via chiapponi 6/a
Spike Dot – Via XX Settembre 144
Skyler – Corso Vittorio Emanuele 190
La Pulce – Via Calzolai 64
Mettimi Giù – Via Soppramuro 46/d
Primadonna Collection – C.so Vittorio Emanuele II 82
COSE Bijoux – Via Sant’antonino 16
Spada Roma – Via XX settembre 68
Il Monello – Via XX Settembre 96
Bambi – Galleria San Francesco 4
Via Calzolai74 – Via Calzolai 74
Sartoria Sara – Piazza Cavalli 23
Monello Baby – Via Soprammuro 35/A
Jo Ferrari – Via Cavour 3
Romax Intimo – Via XX Settembre 15
Bros 91 – C.so Vittorio Emanuele 3/3
Homeless– Via San Donnino 24
L’Erboristeria del Corso – Piacenza – C.so Vittorio Emanuele II 94
Metrò – Via Cavour 33
Giovannacci Intimo – Via Soprammuro 46
Robe di Kappa – C.so Vittorio Emanuele II 119
Le Perle – C.so Vittorio Emanuele II 34
Sheed – C.so Garibaldi 6
Arcadia – Via San Donnino 19
Interni e Dintorni – Via Santa Franca 2/ Via Sant’Antonino 1
Tandem – C.so Vittorio Emanuele 67
Giustina – Piazza Duomo 23
Bottega del Vimini – Via Pace 6
Piccadilly – Via XX Settembre 2
Piccadilly – Via Cavour 15
Marionnaud Paris – Via XX Settembre 5
Sintonia – Via XX Settembre 94
Tacchini – C.so Vittorio Emanuele 102
CorsoModa – C.so Vittorio Emanuele 230
Calzoleria Pirola – C.so Vittorio Emanuele 60
Perlage Intimo – C.so Vittorio Emanuele 48
Nami Boutique – C.so Vittorio Emanuele 36/c
Biffi Faschion – Largo Battisti 13
Tra le nuvole – Via Felice Frasi 11/13
L’altroSport – Via Felice Frasi 41
Kalos Outlet – C.so Vittorio Emanuele 123
Circolo10 – Via Garibaldi 10
Flavio Castellani – C.so Vittorio Emanuele II 143
Tammi – Via XX Settembre 100/132
Candy House – Cocò – Hope – Via XX settembre 116-126-136-134
Bulla – Via Colombo 85/89
Bulla – C.so Vittorio Emanuele II 118
Frasi Intime – Via Cavour 54
Mfm Boutique – Via Garibaldi 16
Dovani – C.so Vittorio Emanuele II 237
Gelateria del Duomo – Piazza Duomo 43
Rewind vintage store – Via Chiapponi 11
Punto Camicie – Via XX Settembre 115
Ceylon Store – Piazza Duomo 10 / C.so Vittorio Emanuele 130




Cantiere di piazza Cittadella: “Eppur si muove”

Un po’ come ebbe a pronunciare Galileo Galilei, con riferimento alla terra, tanti piacentini in transito dalle parti di piazza Cittadella oggi immaginiamo abbiano esclamato “eppur si muove” dinnanzi alle ruspe in azione all’interno del cantiere per il parcheggio sotterraneo. Dopo uno stop dei lavori durato mesi, dopo lo spostamento dei mezzi e dopo una settimana di polemiche, che si sono accumulate l’una sopra l’altra, stamane è ricomparsa una gru, qualche furgone e si è visto un certo andirivieni di tecnici. Sul posto oltre agli uomini dell’azienda incaricata dei lavori si sarebbero recati anche tecnici del comune e rappresentanti della Soprintendenza. Nei prossimi giorni dovrebbe iniziare lo spostamento dei tubi fognari secondo le prescrizioni di Ireti e da giovedì potrebbe anche essere parzialmente chiusa la strada per permettere le relative operazioni. Intanto, nel giro di poche ore, si sono formati qua e là cumuli di terra.




Carceri in Emilia Romagna “fatiscenti e sovraffollate”. A Piacenza 80% dei detenuti con problemi di dipendenza

I garanti dei detenuti di tutta la regione si sono dati appuntamento a Bologna per fare il punto sulla situazione carceraria. Il garante regionale Roberto Cavalieri sul trasferimento di detenuti dal Pratello: “Il problema sovraffollamento non si affronta trasferendo dei detenuti da un carcere minorile a uno per adulti. Sono pessimista su questa operazione”

Serve cambiare passo, il sistema carcerario regionale non funziona: ancora irrisolto il problema del sovraffollamento, spazi inadatti per il recupero del detenuto, carenza di personale, fabbricati da rivedere. Lungo la via Emilia negli ultimi tre anni i detenuti sono aumentati di 500 unità: è come se fosse nato un nuovo carcere, peccato che personale della polizia penitenziaria, educatori, assistenti sociali, siano rimasti gli stessi. Compreso le occasioni di reinserimento lavorativo.

A chiedere una svolta, nel corso di una conferenza stampa organizzata nella sede dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, sono stati i garanti dei detenuti che operano in regione guidati dal garante regionale Roberto Cavalieri. Presente anche il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Maurizio Fabbri.

“Il problema del sovraffollamento nelle carceri – spiega il garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri – è pressoché ingovernabile, da anni si cercano vie d’uscita ma senza risultati: in regione sono quasi 1.000 i detenuti in più rispetto ai posti regolamentari, negli ultimi tre anni la popolazione carceraria è aumentata di 500 unità (come se fosse nato in regione un nuovo carcere), superando così le 3.800 presenze permanenti. Una situazione insostenibile, la gestione dei detenuti è sempre più complicata, così come l’attuazione dei percorsi a loro dedicati”. Sul tema sovraffollamento entra nello specifico sul caso del Pratello: “Il problema sovraffollamento non si affronta trasferendo dei detenuti da un minorile a un carcere per adulti, siamo pessimisti su questa operazione, temiamo che i tre mesi programmati si allungheranno in attesa dei 90 nuovi posti che dovrebbero arrivare da Rovigo, l’Aquila e Lecce.  Già dall’Abruzzo i feedback non sono buoni, risulta che i lavori di recupero della struttura aquilana non siano ancora iniziati”.

Il Garante affronta poi il tema della salute in carcere: “Problemi evidenti riguardano anche il tema della salute, sono sempre più le persone detenute con dipendenze o con disturbi psichici gravi, il personale dedicato a trattare questi casi è insufficiente. Questa situazione inevitabilmente non può essere discostata, assieme ad altri fattori, dal tema dei suicidi e dei comportamenti autolesivi in carcere, in costante aumento negli ultimi anni”. Prosegue sugli spazi in carcere: “A questo scenario si aggiungono la scarsità di percorsi dedicati al recupero del carcerato, gli spazi riservati a queste attività spesso risultano inadeguati, più in generale nelle strutture carcerarie della regione si riscontrano problemi infrastrutturali, fabbricati fatiscenti che andrebbero completamente rivisti”. Le conclusioni di Cavalieri: “La situazione è emergenziale, bisogna cambiare rotta, il carcere, che piaccia o no, rappresenta una componente della nostra società, se non si dà una possibilità di recupero al detenuto si violano diritti fondamentali, serve, quindi, rilanciare il sistema carcere, a partire dalla sua organizzazione”.

Interviene poi il presidente dell’Assemblea legislativa, Maurizio Fabbri, che assieme al garante ha voluto questa conferenza stampa: “Vogliamo dare un segnale forte alla comunità detenuta, parliamo di quasi 4.000 reclusi in Emilia-Romagna, sappiamo che nelle strutture carcerarie non sempre sono garantite tutele adeguate a queste persone”. Fabbri entra nello specifico: “Questione cruciale, e ancora irrisolta, è quella del sovraffollamento carcerario, causa di tensioni che inevitabilmente condizionano anche la riuscita dei percorsi di recupero del detenuto. Si possono innescare situazioni di disagio, anche psichico, che possono portare a eventi drammatici, penso, purtroppo, ai diversi casi di suicidio tra i detenuti presenti nelle strutture carcerarie della nostra regione”. Quindi, la proposta del presidente Fabbri: “In quanto presidente dell’Assemblea legislativa promuovo una nuova modalità di intervento che veda l’unione di tutte le forze in campo, partendo dagli stimoli che arrivano dal lavoro di osservazione e monitoraggio portato avanti dai garanti a tutela dei diritti dei detenuti”. Conclude il presidente: “È oramai inevitabile che la politica faccia proprie queste istanze e ricerchi rapidamente soluzioni sia a livello statale che regionale, con anche il coinvolgimento degli enti locali”.

Un focus, poi, sulla situazione delle case circondariali presenti sul territorio regionale, con un’analisi a cura, assieme allo stesso Cavalieri, dei garanti locali.

A Piacenza, ha rimarcato la garante Maria Rosa Ponginebbi, “la criticità più marcata riguarda la presenza eccessiva di detenuti con problemi di tossicodipendenza (circa l’80 per cento della popolazione carceraria ha problemi di dipendenza), a seguire queste persone c’è un solo sanitario che entra nella struttura un solo giorno alla settima, anche qui, poi, si necessitano lavori di ristrutturazione, in particolare, nel vecchio padiglione”.

“Nella casa circondariale bolognese, ad esempio, rimane il problema, ormai cronico, del sovraffollamento, così come ci sono carenze rispetto agli spazi, a partire da quelli dedicati alle attività rivolte al detenuto”, rimarca il garante Antonio Ianniello, che, sul Pratello, aggiunge “anche nel minorile il numero di presenze è decisamente fuori limite, gli ospiti sono quasi sessanta mentre la struttura ne potrebbe ospitare una quarantina, inoltre permangono perplessità sulla scelta, seppur temporanea, di spostare una parte del minorile alla Dozza”. La garante Francesca Bertolini su Reggio Emilia: “Anche la struttura che ospita il carcere reggiano richiederebbe interventi di recupero, inoltre le caratteristiche dell’edificio rendono particolarmente complessa la gestione delle diverse categorie di detenuti presenti, che a Reggio sono sei (come, ad esempio, detenuti con problemi di salute mentale, donne, transgender e persone in alta sicurezza)”. A Rimini, rimarca invece il garante Giorgio Galavotti, “più volte sono state denunciate condizioni di degrado rispetto a una specifica sezione, che andrebbe completamente ricostruita (c’è un progetto approvato dal ministero ma tutto è ancora fermo), evidente poi il problema della carenza di personale, tra sanitari e agenti”. A Parma, prosegue la garante Veronica Valenti, “sono presenti 250 detenuti con problemi sanitari (provenienti da tutta Italia) nonostante i posti letto della sezione sanitaria siano solo 25, c’è poi il tema dell’alto numero di carcerati anziani, in 80 hanno più di 65 anni, è anche aumentata anche la presenza di persone con disturbi psichiatrici gravi”. A Modena, evidenzia la garante Laura De Fazio, “pur essendo un carcere concepito per accogliere principalmente imputati e indagati in attesa di giudizio e condannati definitivi a pene non superiori a cinque anni, sono presenti quasi 400 detenuti con anche condanne lunghe (in molti con problemi di dipendenze), l’offerta trattamentale risulta inadeguata, anche il personale, a partire dagli educatori e sanitari, è insufficiente”. A Ferrara, interviene la garante Manuela Macario, “la struttura necessita urgentemente di interventi di ristrutturazione, gli spazi comuni non sono adeguati ad accogliere le attività educative e ricreative, ci sono poi problemi organizzatici, pacchi, per fare un esempio, che non vengono consegnati o vengono consegnati dopo molto tempo con cibi che nel frattempo si sono deteriorati”.  Conclude lo stesso Cavalieri sui casi di Castelfranco, Forlì e Ravenna: “A Castelfranco Emilia, nel modenese, per mane il problema delle misure di sicurezza prolungate nei confronti della categoria degli internati. A Ravenna e Forlì i due fabbricati sono da riqualificare”.




Tarasconi: “Non è vero che avremmo potuto rescindere il contratto con Piacenza Parcheggi”

Un comunicato al giorno (su piazza Cittadella) leva il medico di torno. Viene spontaneo citare il proverbio, normalmente legato alle mele, a fronte della sfilza di note stampa, con batti e ribatti che riguardano la vicenda del parcheggio sotterraneo, divenuto ormai l’unico argomento di dibattito nella nostra città. Oggi, a dire il vero o comunicati sono addirittura due e per semplicità li pubblichiamo uno dopo l’altro qui sotto. Il primo è quello del sindaco Katia Tarasconi che risponde ai rilievi che le erano stati mossi da chi l’ha preceduta alla guida di Piacenza, Patrizia Barbieri.
Il secondo invece è del consigliere comunale Massimo Trespidi che attacca l’amministrazione per come ha gestito proprio piazza Cittadella.

La dichiarazione del sindaco Katia Tarasconi

“Il dibattito politico è una cosa, i fatti e i documenti ufficiali sono altra cosa. I documenti sono agli atti del Comune e, naturalmente, una volta assunti i nostri incarichi istituzionali dopo le elezioni, li abbiamo studiati a fondo insieme agli uffici competenti. Ad di là delle scelte politiche, non è corretto sostenere che l’attuale amministrazione potesse rescindere unilateralmente il contratto con Piacenza Parcheggi sulla base di una nota inviata alla società dagli uffici comunali il 13 giugno 2022, ovvero nel giorno delle elezioni amministrative che si sono poi concluse al ballottaggio il 27 dello stesso mese con la vittoria della coalizione da me rappresentata. A quella nota, con la quale il Comune contestava a Piacenza Parcheggi il “grave inadempimento contrattuale” per mancanza di specifica documentazione fornendo alla stessa società 30 giorni di tempo per produrre la documentazione in questione, è seguita in tempo utile la risposta da parte di Piacenza Parcheggi con la documentazione richiesta. Di conseguenza l’eventuale procedura di risoluzione contrattuale non è scattata. Esattamente come non è scattata nelle due volte in cui gli uffici comunali, sotto l’attuale amministrazione, hanno inviato note per inadempimento contrattuale quando c’erano gli elementi per doverlo fare. In tutti i casi, dunque, la società concessionaria ha presentato la documentazione richiesta. Ribadisco quindi un concetto che ho già avuto modo di esprimere: i contratti vanno onorati e non possono essere stracciati sulla base di antipatie o simpatie e nemmeno sulla base della visione politica. Tant’è che, pur avendo una più che legittima visione politica ben diversa dalla nostra in tema di riqualificazione del comparto nord della città che comprende il parcheggio interrato di piazza Cittadella, la scorsa amministrazione rappresentata da Patrizia Barbieri non ha potuto risolvere il contratto con Piacenza Parcheggi nei cinque anni che ha avuto a disposizione. Anche in tema di interesse pubblico, il tavolo aperto per valutarne la sussistenza non ha portato ad alcuna decisione contraria rispetto a quelle assunte nel 2012, ovvero quando è stato sottoscritto il contratto di concessione. Perdipiù, prima del nostro insediamento, non erano stati incassati i canoni dovuti da Piacenza Parcheggi e l’ente comunale risultava parzialmente inadempiente per non aver consegnato l’area di cantiere come previsto dal contratto. Una situazione che mi porta a sostenere che fosse necessario mettere ordine sulla vicenda di piazza Cittadella. Dovevamo mettere il Comune di Piacenza in una posizione di forza; questo era il nostro dovere prima di ogni valutazione e scelta politica. Senza questa precondizione, ogni altra strada immaginabile avrebbe esposto l’ente, e quindi i cittadini, a contenziosi giudiziari milionari. In buona sostanza, se esiste un valido contratto di concessione va onorato. E al nostro insediamento, il contratto era valido perché la procedura di risoluzione contrattuale avviata il 13 giugno 2022 dall’amministrazione precedente era stata interrotta dagli uffici a fronte della presentazione, da parte di Piacenza Parcheggi, della documentazione richiesta. Oltre alla validità del contratto, va sempre verificato se il contraente privato è perfettamente in regola e di conseguenza può legittimamente essere interlocutore di una pubblica amministrazione. Piacenza Parcheggi poteva legittimamente essere interlocutore del Comune negli anni che hanno preceduto il nostro insediamento e, per quanto è di competenza degli uffici comunali, i controlli sono stati fatti anche nel corso della nostra attività amministrativa. Ad oggi, le carte sono in regola. Ogni passo, negli ultimi due anni e mezzo, è stato puntualmente trasmesso alle autorità competenti, Anac compresa, e la società concessionaria in questo momento risulta essere legittimata a operare come sta facendo. Ritengo fuorviante e poco opportuno voler attribuire all’attuale amministrazione e agli uffici comunali la responsabilità di eventuali e ipotetici sviluppi futuri che potrebbero far decadere i requisiti di Piacenza Parcheggi come società titolare di una concessione pubblica. Ad oggi, come ha espressamente dichiarato il Prefetto, tali requisiti ci sono. Come è ovvio che sia, se non dovessero esserci più, si andrà verso la risoluzione contrattuale, in linea con i principi che regolano i rapporti tra enti pubblici e privati; rapporti che si basano sulle carte, sugli atti ufficiali. Lo ribadisco ancora una volta: non esiste alcun “a tutti i costi” nel nostro modo di agire in qualità di amministratori pubblici. La nostra intenzione politica era ed è quella di voler riqualificare l’area di piazza Casali e piazza Cittadella con il recupero delle ex Scuderie di Maria Luigia e la realizzazione di un parcheggio interrato che porti le auto sottoterra e restituisca dignità e bellezza a Palazzo Farnese. E per fare ciò, abbiamo lavorato con dirigenti e uffici per mettere il Comune nella posizione di poter esercitare la sua funzione di controllo rispetto a un cantiere, quello di Cittadella, che doveva partire in base a un contratto del 2012. Se è tutto in regola, e al momento lo è, si va avanti; se in futuro le autorità competenti diranno che il concessionario non avrà i requisiti per essere tale, ci si muoverà di conseguenza. Ci tengo a precisare che tale punto di vista non significa affatto scaricare la responsabilità, ma semmai il contrario: come amministrazione abbiamo assunto consapevolmente la piena responsabilità di arrivare al termine di una vicenda che era in stallo da tempo immemorabile senza che fossa stata messa in campo alcuna iniziativa concreta, ma sempre nel totale e assoluto rispetto delle normative. Spiace notare che ancora una volta si tenti di far passare la sottoscritta, e più in generale questa amministrazione e gli stessi uffici comunali, come poco trasparenti nella gestione del rapporto che l’ente ha con il concessionario privato. Al contrario, come rappresentanti pro tempore del Comune, facciamo ciò che possiamo fare quando si tratta di dar seguito a scelte politiche e lo facciamo osservando le regole e le disposizioni delle autorità sovracomunali”.

Trespidi: chi risarcirà i piacentini?
“La sindaca Tarasconi sente puzza di bruciato e mette le mani avanti. L’opera simbolo del centrosinistra, ormai oltre la metà del mandato amministrativo, è ferma al palo, in una situazione fantasma, e la giunta non è in grado di prendersi le proprie responsabilità.” Parte da qui l’intervento di Massimo Trespidi, consigliere comunale di Liberi, in replica alle recenti dichiarazioni della sindaca Katia Tarasconi rispetto alla vicenda del parcheggio interrato in Piazza Cittadella.

“L’avvio della procedura di interdittiva antimafia risale a metà gennaio. Capisco il doveroso riserbo, ma evitiamo l’ipocrisia di cadere dal pero. Il centrosinistra ha voluto realizzare il parcheggio a tutti i costi, forzando anche la mano per portarlo avanti. A Piacenza Parcheggi è stato concesso un aumento delle tariffe delle strisce blu fino a 1,80 euro l’ora, è stato ridotto il canone e allungata la concessione a favore del privato. E ora, a fronte di queste concessioni, nel contratto e nel suo addendum non è stato nemmeno inserito un articolo che consenta la risoluzione dell’accordo. Non è vero che è tutto a posto. Se così fosse, perché il cantiere è fermo da novembre? Perché i lavori non ripartono?”

“Stando al cronoprogramma allegato all’addendum contrattuale – continua Trespidi – il cantiere avrebbe dovuto prendere il via nel febbraio 2024 e terminare nell’agosto 2025. Come può la sindaca Tarasconi dichiarare che è tutto a posto? Le tempistiche non saranno rispettate, questo è evidente.”

Trespidi incalza poi sulla scarsa trasparenza riguardo la copertura assicurativa: “La polizza del cantiere era scaduta il 31 dicembre 2024. Il 31 gennaio il Comune ha dovuto sollecitare l’invio della nuova documentazione, che è arrivata solo il 7 febbraio. Quindi per 37 giorni l’ente pubblico non era a conoscenza del fatto se il cantiere fosse rimasto senza copertura, mentre l’amministrazione continuava a sostenere che fosse tutto sotto controllo.”

Infine, un affondo sul danno economico per i cittadini: “Ora il problema è recuperare le concessioni fatte a Piacenza Parcheggi. Ma soprattutto: chi risarcirà i piacentini per l’aumento delle tariffe dei parcheggi nelle strisce blu, portato avanti per garantire il riequilibrio economico finanziario ritenuto necessario dal privato al fine di avviare la costruzione del parcheggio interrato? È ora che la giunta esca dall’ambiguità e si assuma le proprie responsabilità.”




Villa Verdi è da oggi di proprietà dello Stato

Dal pomeriggio di oggi Villa Verdi è diventata ufficialmente proprietà dello Stato, attraverso la procedura di esproprio. A Villanova erano presenti la soprintendente Maria Luisa Laddago, Luciana Scrivano per l’Agenzia del Demanio, il sindaco Freddi ed i rappresentanti legali di due degli eredi. È stato anche annunciato un primo stanziamento di 370mila euro far fronte ai primi lavori urgenti di sistemazione della villa e del parco, chiusi da oltre due anni.
Non vi è invece ancora accordo con tutti e quattro gli eredi sull’entità che verrà loro corrisposta dallo Stato.
Sul posto anche vari cittadini ed alcuni rappresentanti del Comitato Giuseppe Verdi-Il suo tempo e la sua terra.




Patrizia Barbieri su piazza Cittadella: “Nel giugno del 2022 avviata la procedura per risolvere il contratto. Proseguire è stata una scelta politica”

Dopo essersi tenuta relativamente defilata rispetto alla vicenda di piazza Cittadella l’ex sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri, capogruppo della lista civica Barbieri Sindaco, attraverso un comunicato, prende oggi posizione e rispedisce al mittente alcune delle velate accuse che Katia Tarasconi aveva rivolto alle precedenti amministrazioni per come si è sviluppato dal 2012 ad oggi l’appalto del parcheggio sotterraneo.

“Condivido il pensiero del Sindaco – scrive la Barbieri – quando sostiene che non bisogna cadere in narrazioni distorte, che nulla hanno a che vedere con la realtà dei fatti; e proprio sulla scorta di ciò non posso che contestare l’affermazione di Katia Tarasconi quando dice di aver dovuto mettere la pratica “sul pulito”, come se chi c’è stato prima di lei non avesse fatto la propria parte o anche peggio. Al di là dell’utilizzo di un termine offensivo ed equivoco, vale a questo punto la pena ricordare ciò che si cerca di tacere: è indubbiamente vero che nel 2012 l’allora Giunta Dosi (non il centrodestra) diede il via al contratto di Piazza Cittadella ed è vero ciò che sostiene il Sindaco Tarasconi quando dice che un contratto firmato pone degli obblighi che non si possono disattendere a piacimento, se non a pena di risarcimenti milionari. Ed infatti a noi la pratica così è pervenuta, con un contratto firmato e obblighi da rispettare. Ma gli obblighi devono essere onorati da entrambe le parti, non dal solo Comune, e così nel 2020 in occasione dell’adeguamento del piano economico finanziario si iniziò un contraddittorio con il privato caratterizzato da reciproche contestazioni e valutazioni, che avevano portato la mia amministrazione ad istituire nel 2021 un tavolo intersettoriale per verificare se c’erano ancora i presupposti dell’interesse pubblico alla realizzazione del parcheggio. Questo proprio perché, onde evitare richieste di danni e contenziosi, i contratti non si possono disattendere per un capriccio o una mutata volontà politica, ma per ragioni di diritto. Sulla scorta di questa premessa, non posso quindi accettare le narrazioni del Sindaco quando sostiene di aver dovuto mettere la pratica “sul pulito”, poiché la realtà è quella che si ricava dagli atti e non dalle parole. E gli atti ci dicono che la decisione di questa Amministrazione nel voler proseguire su Piazza Cittadella si basa solo su una scelta politica, assunta nella consapevolezza da parte della attuale maggioranza che nella tarda primavera del 2022 chi li aveva preceduti era giunto alla conclusione, attraverso i risultati di difficoltosi tavoli tecnici, dei verbali dei Revisori dei Conti, dei pareri dell’Avvocatura, dell’allora Direttore Generale etc. che c’erano gli elementi per avviare la richiesta di risoluzione contrattuale (nessun contratto da stracciare quindi, ma inadempimenti da contestare al privato). Ed è stato così che, una volta acquisiti gli elementi utili, in data 13/6/22 (13 giorni prima dell’elezione del Sindaco Tarasconi) il Comune notificava a Piacenza Parcheggi spa la contestazione di grave inadempimento implicante la risoluzione contrattuale (nel caso di specie la questione era l’incompletezza della cauzione).

Il resto è storia: il 26.6.22 Katia Tarasconi ha vinto le elezioni e ha dichiarato l’interesse pubblico per il parcheggio di Piazza Cittadella.

Condivido quindi che il Sindaco ora rivendichi la propria scelta politica, ma non condivido però che cerchi di addossare ad altri responsabilità che sono solo sue. Chi l’ha preceduta aveva notificato l’avvio per la risoluzione contrattuale sulla base di un lavoro impegnativo, prezioso e puntuale fatto dal tavolo intersettoriale, con un’Avvocatura che si era ben espressa sul punto e con i Revisori che avevano redatto verbali dettagliati.

Poi si può essere più o meno d’accordo sulla scelta della mia Amministrazione di notificare l’avvio della risoluzione contrattuale, ma non si dica che l’attuale Sindaco non aveva altra scelta se non proseguire con il parcheggio di Piazza Cittadella.

In ogni Consiglio e in ogni Commissione relativa a questa operazione ho sempre contestato, motivando e documentando, le scelte consapevoli e per me non condivisibili dell’attuale maggioranza. Non si scordi ad esempio che dal gennaio 2024 le tariffe per le strisce blu sono aumentate e al privato è stata concessa una diminuzione di canone da corrispondere al Comune oltre ad un ampliamento degli anni di concessione; ed ora ci troviamo con una piazza desolata, gli alberi abbattuti, un cantiere abbandonato e la faccenda dell’avvio dell’interdittiva di cui si parla.

E questo è aver messo l’Ente “sul pulito”?

Penso che il Sindaco stia semplicemente tentando di mettere le mani avanti sperando di eludere una responsabilità politica che è tutta di questa amministrazione”.