La gratitudine della Diocesi di Piacenza-Bobbio per l’elezione di Papa Leone XIV

La Diocesi di Piacenza-Bobbio accoglie con gioia e gratitudine l’annuncio dell’elezione di Papa Leone XIV, Vescovo della Chiesa di Roma che presiede nella carità tutte le Chiese. Con spirito filiale gli assicura intensa preghiera e profondo affetto a sostegno del delicato e prezioso ministero che lo attende, quello di essere un coraggioso testimone dell’amore di Dio e di lasciarsi condurre da Lui per guidare il suo popolo sulle strade della verità e della speranza.
In questi tempi di guerra, violenza e profonde lacerazioni, sia segno di misericordia, di unità e di pace per il mondo intero, volto di una Chiesa “disarmata e disarmante”, evangelizzatrice e missionaria capace di mostrare a tutti la bellezza di aprire il cuore a Cristo, Redentore dell’uomo.
(Immagine vatica.va)

Messaggio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per l’elezione di Sua Santità Papa Leone XIV

La famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore esprime una grande gioia per l’elezione al soglio pontificio del Cardinale Robert Francis Prevost e affida la Sua missione di Pastore Universale della Chiesa alla cura del Sacro Cuore di Gesù.
L’Ateneo dei cattolici italiani, con rinnovato slancio, si pone al servizio di Sua Santità Papa Leone XIV.
Possa il Suo Pontificato essere segno di speranza nel mondo, di unità nella Chiesa e di pace tra le nazioni.
Il rettore Elena Beccalli




Medico arrestato per violenza sessuale aggravata e atti persecutori: le reazioni della politica

Sanità. Piacenza, primario arrestato per violenza sessuale e stalking sulle colleghe e le infermiere del reparto, il presidente della Regione Michele de Pascale: “Un quadro gravissimo denunciato con coraggio da una dottoressa. Avvieremo tutte le verifiche disciplinari su eventuali comportamenti collegati per garantire piena chiarezza e trasparenza”

“Ringrazio la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Piacenza e la Squadra mobile della Questura di Piacenza per l’accurato lavoro di indagine svolto, che, al netto delle valutazioni che competeranno all’autorità giudiziaria, fa emergere un quadro gravissimo all’interno dell’ospedale di Piacenza. Riconosco con la medesima gratitudine il coraggio con il quale la dottoressa ha deciso di denunciare l’accaduto rivolgendosi alla direzione aziendale dell’Ausl di Piacenza, la quale poi ha cooperato affinché la notizia entrasse immediatamente nella conoscenza della Questura e della Procura della Repubblica. Già nella giornata di ieri l’Ausl ha proceduto al licenziamento del primario coinvolto”.

 

Così il presidente della Regione, Michele de Pascale, commenta la notizia del primario dell’Ospedale di Piacenza agli arresti domiciliari per violenza sessuale e stalking sulle colleghe e le infermiere del reparto.

 

“Indipendentemente dagli esiti del procedimento penale- prosegue il presidente-, sul piano del diritto del lavoro il quadro emerso è di per sé ampiamente sufficiente a giustificare provvedimenti immediati e inequivocabili. Ho inoltre richiesto di avviare ulteriori verifiche disciplinari su eventuali comportamenti collegati meritevoli di attenzione, per garantire piena chiarezza e trasparenza sull’intera situazione”.

 

“Il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna, a partire dall’Ausl di Piacenza, ha attivato negli anni diversi strumenti sia per sostenere denunce e segnalazioni che di prevenzione. Tuttavia- aggiunge de Pascale- un episodio di questa gravità ci impone di andare oltre. Dobbiamo rafforzare ogni azione volta a sostenere chi trova il coraggio di denunciare, promuovendo un clima di ancora maggiore fiducia verso le istituzioni, ma ancora di più non possiamo accettare un persistente clima culturale nel quale una persona possa anche solo pensare di attuare condotte come quelle contestate, immaginando di avere il diritto di uscirne impunito per via della sua posizione o del ruolo che ricopre all’interno della nostra società”.

 

“È evidente che alla base di simili condotte- conclude- ci sono certamente comportamenti individuali, ma c’è anche un clima maschilista e patriarcale che dobbiamo aggredire in radice anche dentro le nostre organizzazioni e istituzioni, affinché non si possa nemmeno ipotizzare il verificarsi di fenomeni di questo tipo”.

La nota del sindaco Katia Tarasconi sull’arresto del primario piacentino

“E’ un momento difficile per Piacenza, scossa dalla notizia dell’arresto di un medico che dovrebbe rappresentare un punto di riferimento per i malati, per i colleghi e i collaboratori, per la sanità del nostro territorio e per tutta la comunità piacentina. Il quadro che invece emerge dalle accuse su cui si basa l’arresto è sconcertante e tocca un nervo ancora troppo scoperto nel 2025. Un quadro fatto di abusi costanti, reiterati, esercitati grazie anche al ruolo e alla posizione di potere, e circondati da uno strano silenzio che lascia senza parole.

Ecco perché il Comune di Piacenza si costituirà parte civile in un eventuale processo per il caso in questione: certi atti, se accertati, è come se fossero stati compiuti contro tutte le donne di Piacenza, contro la nostra comunità nel suo insieme. E ci tengo che la stessa comunità si stringa, anche formalmente, attorno a chi ha dovuto subire abusi del genere.

Muovere accuse, provarle ed emettere una sentenza non è compito mio così come non è compito di nessuno al di fuori dell’autorità giudiziaria, sulla cui azione – come sindaca e come cittadina – ripongo la mia più totale fiducia.

Ma se tutto ciò che stiamo leggendo in queste ore dovesse rivelarsi vero, anche solo in parte, saremmo di fronte a fatti inqualificabili sotto ogni punto di vista possibile.

Dico di più: indipendentemente dagli aspetti penali, che sono di competenza della magistratura, ritengo che siamo già di fronte a condotte inaccettabili, anche in considerazione che – stando a quanto già accertato – si sono svolte in un luogo di lavoro, perdipiù in una struttura pubblica, aperta ai cittadini, ai pazienti del nostro sistema sanitario. Quel che è emerso è già molto grave, tant’è che la direzione generale dell’Ausl ha preso provvedimenti interrompendo per giusta causa il rapporto di lavoro con il medico indagato.

Ora però il mio pensiero, da donna prima ancora che da rappresentante delle istituzioni, va alle vittime che ogni giorno purtroppo subiscono atti del genere. Un pensiero che vuole essere un abbraccio sincero: non sentitevi sole, non vergognatevi, non abbiate paura; chiedete aiuto, denunciate. E’ necessario, ancora una volta, spezzare il silenzio colpevole che troppo spesso accompagna fatti di questo genere perché c’è ancora una parte di mondo che associa la violenza sessuale a un’azione esercitata con la forza bruta, la sopraffazione muscolare, la costrizione fisica, le botte. Come se, in assenza di lividi sul corpo della vittima, uno stupro non fosse in realtà uno stupro ma fosse qualcos’altro; qualcosa in cui, puntualmente, sembra quasi legittimo insinuare un dubbio subdolo: magari la vittima non è proprio una vittima, magari “ci stava”, magari è quello che voleva. Ed ecco lo stigma, il giudizio pronunciato a mezza bocca oppure ridacchiando, scherzando, schernendo.

Questa dinamica maschilista è atroce, ingiusta, pericolosa, inaccettabile. La violenza sessuale è tanto altro, è anche soggezione, sudditanza, paura. Una donna che subisce abusi di questo tipo, di qualsiasi natura essi siano, entra automaticamente in uno stato di fragilità assoluta; subentra la vergogna, il dubbio, il timore del giudizio, del fraintendimento, della condanna sociale.

E’ fondamentale trovare il coraggio di parlare, dunque, come ha fatto la dottoressa dell’ospedale di Piacenza rivolgendosi alla direzione generale dell’Ausl e dando il via all’indagine in questione.

Sono ben consapevole che la stragrande maggioranza delle donne e degli uomini della nostra comunità sono persone per bene, lontane anni luce anche solo dall’idea di mettere in pratica o dal voler giustificare certi comportamenti, e sono altrettanto consapevole di quanto sia ingiusto e fuorviante fare di tutta l’erba un fascio: i casi singoli sono da considerare come tali e, si sa, la responsabilità penale – quando c’è – è personale.

Ma il problema esiste, il tema è reale. Come sindaca dunque sento il dovere di non fermarmi alla solidarietà alle vittime ma intendo mettere in campo ogni azione possibile per far sì che non si abbassi la guardia su una piaga che, purtroppo, è ancora presente ai giorni nostri, in una realtà occidentale teoricamente evoluta come la nostra. E mi riferisco al maschilismo strisciante e diffuso che porta a sottovalutare certe condotte ai danni delle donne, anche quando non sfociano in reati ma si limitano all’approvazione, al plauso; un maschilismo che non così di rado, incredibilmente, sembra appartenere anche ad alcune donne che puntano il dito e giudicano invece che essere solidali.

Ci tengo a ringraziare la Procura della Repubblica e la Questura di Piacenza per lo spirito di servizio e l’impegno che mettono nell’affrontare un lavoro spesso difficile, pieno di risvolti e implicazioni delicate, più che mai in questo caso.

Ci tengo anche a rinnovare la mia vicinanza alle migliaia di ottimi dipendenti, professionisti e dirigenti dell’Ausl di Piacenza che oggi vedono il loro nome associato a quello di chi sembrerebbe aver contravvenuto ad ogni principio su cui deve basarsi la professione medica. Non è un caso singolo che può minare la credibilità e la serietà di un’intera struttura e delle persone che ci lavorano con dedizione e impegno”.

I capogruppo di minoranza in comune chiedono al presidente della regione e all’assessore di prendere provvedimenti sull’Ausl

Gli scriventi capigruppo di minoranza al Consiglio Comunale di Piacenza, Patrizia Barbieri (lista Barbieri Sindaco – Trespidi con Liberi), Sara Soresi (FDI), Luca Zandonella (Lega) hanno scritto al Presidente della Regione Emilia Romagna De Pascale e all’assessore alla Sanità Massimo Fabi chiedendo provvedimenti.
Nell’arco degli ultimi mesi, personale dell’AUSL di Piacenza è stato a vario titolo protagonista di gravi vicende giudiziarie. 
Ricordiamo le indagini sui “regali” in cambio di certificazioni di sicurezza sul lavoro alle imprese, l’arresto della dottoressa del Pronto Soccorso che avrebbe sottratto e assunto per anni la morfina, il medico di famiglia che ha fornito dietro pagamento ricette per medicinali contenenti oppioidi, lo psichiatra accusato di peculato e truffa, e da ieri il primario che avrebbe abusato di dottoresse e infermiere del suo reparto. 
Senza entrare nel merito di questioni che attengono solo alla Magistratura, e non permettendoci di emettere giudizi nei confronti di chicchessia esprimendo nel contempo la solidarietà a chi risulta vittima, non possiamo non rilevare la totale inadeguatezza della Dirigenza AUSL quantomeno sotto il profilo del controllo e della conoscenza di quanto avviene e sta avvenendo nella sanità piacentina. 
Non a caso riportiamo uno stralcio di quanto si legge nei resoconti delle testate giornalistiche con riferimento all’ultimo episodio di ieri quando si cita l’aver “permesso di cristallizzare un inquietante scenario all’interno dell’Ospedale di Piacenza” o ancora: “l’ambiente ospedaliero si è dimostrato gravemente omertoso ed autoreferenziale in quanto le condotte prevaricatrici del primario erano da tempo note a gran parte del personale …”. 
Alla luce di quanto sopra, e di tutti gli episodi che ormai con cadenza bimestrale vedono arresti e/o indagini riguardanti personale dell’azienda, è evidente che il Direttore Generale e i vertici AUSL non paiono avere posto la minima attenzione su ciò che da tempo li circonda, e conseguentemente pari “attenzione”, anzi disattenzione, si ritiene che possa essere tenuta anche con riguardo ai Servizi Sanitari a cui i cittadini hanno diritto. 
Fatte queste doverose premesse, nella nostra qualità di capigruppo, ci saremmo aspettati le
dimissioni da parte della Dirigenza e del Direttore Sanitario. Poiché questo non è avvenuto, chiediamo al Presidente della Regione e all’Assessore alla Sanità che si attivino immediatamente perché venga adottata ogni e più opportuna iniziativa a salvaguardia della Sanità Piacentina, con ogni conseguente utile provvedimento che porti ad un doveroso cambio dei vertici dell’AUSL a garanzia e a tutela della comunità”.

Alternativa per Piacenza, Alleanza Verdi e Sinistra e Rifondazione Comunista esprimono profondo sdegno per quanto accaduto. Le lavoratrici non devono più essere ricattabili. Serve una svolta etica e politica.”

ApP, AVS e PRC esprimono sdegno, rabbia e dolore di fronte a quanto emerso ieri dalla cronaca cittadina: l’arresto di un primario dell’Ospedale di Piacenza per 32 episodi accertati di violenza sessuale, commessi – secondo le accuse – approfittando del proprio ruolo di potere su dottoresse e infermiere.

Questa vicenda non è un “caso isolato”. È il frutto marcio di un sistema in cui la gerarchia si trasforma in abuso, il potere si traveste da prestigio, e le donne continuano a essere esposte a forme di ricatto, molestie e intimidazioni. Un sistema in cui, troppo spesso, chi ha potere conosce le regole per proteggersi, mentre chi lo subisce è costretta a difendersi, giustificarsi, pagare il prezzo del coraggio. Chiediamo che la città intera, a partire dalle istituzioni e dai vertici dell’Ausl, reagisca con fermezza, trasparenza e rispetto per chi ha denunciato. Non bastano asettici e generici comunicati di collaborazione alle autorità. Ci mancherebbe altro! Chiediamo soprattutto che si apra una riflessione collettiva: quante lavoratrici vivono oggi sotto ricatto nei luoghi in cui dovrebbero essere sicure? Quanti ambienti professionali sono ancora modellati da logiche patriarcali, dove il silenzio è premiato e la denuncia punita?

Prendiamone atto, prevale ancora una visione maschilista della società, per cui tante donne non si espongono per la vergogna di confessare pubblicamente e in famiglia gli abusi subiti. È il paradosso del senso di umiliazione che, nella vittima, prevale sul dovere di denunciare la violenza. Siamo un po’ tutti responsabili se in mezzo a noi vivono persone adulte, istruite e competenti a cui è mancato il coraggio di far subito fronte comune e ribellarsi.

Insieme proponiamo:

– una più capillare pubblicizzazione dello strumento di “Segnalazione condotte illecite (whistleblowing)” già a disposizione di dipendenti, collaboratori e di chiunque svolge, ha svolto o dovrà svolgere un’attività lavorativa o professionale in favore dell’Azienda Usl di Piacenza;

– ⁠l’immediata costituzione di uno sportello indipendente per l’ascolto e la tutela delle lavoratrici del comparto sanitario;

– ⁠la revisione delle procedure di valutazione dei dirigenti, con particolare attenzione individuare indicatori più stringenti per garantire ambienti di lavoro sicuri e rispettosi. La nostra vicinanza va alle vittime di questa scioccante vicenda e ai loro affetti, oltre alla famiglia della persona arrestata, a sua volta vittima, travolta da un dramma umano difficile da immaginare. Non accetteremo che questa storia venga archiviata come l’ennesima anomalia. È ora di spezzare il silenzio, cambiare le regole per difendere davvero chi lavora, cura e denuncia”.

De Micheli (Pd): “No alle strumentalizzazioni politiche di una vicenda gravissima, solidarietà alle vittime e vicinanza ai lavoratori della sanità”

“Di fronte alla vicenda del primario arrestato dell’ospedale di Piacenza, la solidarietà alle donne che hanno subito abusi precede ogni considerazione sul merito di una vicenda che mi ha profondamente turbata. Voglio esprimere la mia vicinanza alle professioniste che hanno subito violenza e a tutte quelle che si sono ritrovate nell’intollerabile condizione di sudditanza e prevaricazione sul posto di lavoro. Dobbiamo ringraziare chi ha avuto la forza di denunciare e incoraggiare tutte le donne a farlo in qualsiasi circostanza, ogni volta che qualcuno approffita della propria posizione di potere per esercitare un abuso”. Lo affema la parlamentare piacentina del Partito Democratico Paola De Micheli.
   
“Spetta al lavoro dei magistrati stabilire la gravità dei reati e le responsabilità di quanto avvenuto, – prosegue – riconoscendo sempre la presunzione di innocenza, tuttavia quello che è già emerso dalle indagini svolte dalla Polizia di Stato compone un quadro gravissimo. Per questo occorre ringraziare il lavoro svolto dalla Procura della Repubblica e proseguire nell’azione per fare piena chiarezza. Non è il momento della becera strumentalizzazione politica che altri hanno già iniziato a esercitare senza alcun freno, ma di stringersi a fianco degli operatori della sanità pubblica, che ogni giorno lavorano con dedizione e impegno in un settore fondamentale per la nostra comunità. In questo senso voglio manifestare il mio apprezzamento alla collaborazione fornita dall’Ausl agli inquirenti e desidero confermare la stima e la gratitudine a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori della sanità, a partire dalla direttrice generale Bardasi che in questa fase delicata li rappresenta”.

Lega: “Dimissioni e commissariamento della Direzione sanitaria”

Dopo l’arresto di un primario, la Lega si rivolge all’assessore regionale alla Sanità: «L’Asl sta cercando di nascondere le omissioni. Vanno tutelati i tanti lavoratori che operano in modo corretto»

La Lega chiede le dimissioni del direttore sanitario dell’Ausl, e il commissariamento di quella Direzione, e lo fa rivolgendosi all’assessorato regionale alla Sanità. Dopo l’arresto di un primario dell’ospedale posto ai domiciliari, il Carroccio chiede provvedimenti immediati per fronteggiare una situazione preoccupante a causa delle tante carenze dell’Azienda sanitaria, ma anche per tutelare le centinaia di dipendenti che lavorano in modo corretto.

«Il caso di Piacenza – afferma la Lega – che ha visto l’arresto di un primario accusato di violenza sessuale aggravata e stalking nei confronti di alcune dottoresse e infermiere sta tenendo banco su tutti i mezzi d’informazione nazionale. Non certo un bel biglietto da visita per la nostra Ausl».

Il Carroccio, in una nota della senatrice Elena Murelli e del segretario provinciale Luca Zandonella, con il Direttivo provinciale sottolinea come «l’immagine e la serietà di tanti professionisti ne risulti ingiustamente infangata. C’è un punto nell’ordinanza su cui urge una riflessione. L’indagato viene definito da polizia e procura “un uomo” potente sia per il ruolo all’interno dell’Ausl sia per le sue “conoscenze”, e tale posizione determinava nel personale sanitario una forte soggezione».

“Esprimiamo prima di tutto la vicinanza a tutte le donne che hanno subito violenza o stalking sottomesse a forte pressioni. Ora – continua il Carroccio – «i termini “conoscenze” e “potere” significano evidentemente che questi gli derivano da altri. E’, così, inevitabile guardare in alto. Ma l’intenzione della Direzione aziendale, come emerge dal comunicato di ieri, è di insabbiare qualunque ricerca di omissioni o complicità di fatto. Sembra di assistere a una catena di omertà sullo stile “niente vidi”, atteggiamento noto in ben altri contesti».

Sindacati: “Primario arrestato. Aspettiamo il corso della giustizia”

Questa la nota di Cgil Piacenza – Ivo Bussacchini, Fp Cgil Piacenza – Melissa Toscani, Coordinamento Donne  Cgil Piacenza – Stefania Pisaroni.

“La notizia dell’arresto del primario ospedaliero con l’accusa di avere commesso reati di natura sessuale nei confronti di sue collaboratrici ci ha profondamente scosso.

Riteniamo che non sia nostro compito esprimere giudizi di merito su una vicenda così dolorosa, che colpisce nel profondo il lavoro, i corpi, i sentimenti e la sensibilità di tutte le persone e le famiglie coinvolte, vittime comunque di questa vicenda. Per questo riteniamo sia giusto in questo momento aspettare il corso della giustizia, evitando di alimentare il clamore e la morbosità mediatica che la notizia sta suscitando.

Allo stesso modo però non ci sottraiamo al nostro ruolo di rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori attorno ai temi della sicurezza e del benessere organizzitavo. Pretendiamo che i luoghi di lavoro siano liberi da ogni forma di abuso, discriminazione ed intimidazione di qualsiasi natura, sollecitando politiche aziendali attente e che garantiscano tutele di genere, soprattutto di valutare con grande attenzione ogni denuncia e manifestazioni di disagio soprattutto della parte femminile, la più esposta a questo genere di criticità in una società profondamente patriarcale dentro e fuori luoghi di lavoro. Crediamo che su questi temi ci sia ancora tanta strada da percorrere e siamo pronti a lavorare con l’Azienda, ad esempio, ad un miglioramento del sistema di comunicazione, perché sia – e sia percepito – pienamente tutelante nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che, purtroppo, in diverse occasioni non si sentono di esporre criticità di alcun tipo perché temono ritorsioni”.




Licenziato il primario arrestato. La senatrice Murelli chiede il commissariamento dell’Ausl di Piacenza. Il direttore generale Bardasi difende l’azienda

La vicenda del primario dell’ospedale di Piacenza arrestato ieri dalla polizia per presunte violenze nei confronti di una collega, che l’ha denunciato, sta tenendo banco sulla stampa locale e nazionale e anche i vertici dell’Ausl di Piacenza sono diventati oggetto di forte pressione con la Lega che, tramite la senatrice Elena Murelli, in un intervento a palazzo Madama ha chiesto di commissariare l’azienda sanitaria della nostra città. La senatrice ha ricordato i numerosi e recenti scandali che hanno toccato sanitari piacentini (dall’infermiera delle false vaccinazioni durante il Covid, al medico arrestato per spaccio di oppioidi, alla dottoressa del pronto soccorso a sua volta arrestata per droga, al dirigente Centro di Salute Mentale finito ai domiciliari). «I sanitari piacentini – ha detto la senatrice Murelli – sono naturalmente infangati da questa situazione e a loro va la mia vicinanza. La mia vicinanza va anche alle vittime e alle donne che hanno subito violenza e pressioni da parte del primario. Anche perché c’è un punto importante nell’ordinanza su cui urge una riflessione. L’indagato viene definito dalla polizia della Procura, un uomo potente sia per il ruolo all’interno dell’AUSL sia per le sue conoscenze e tale posizione determinava nel personale sanitario una forte soggezione. Ecco, allora chiediamo direttamente che l’assessore alla sanità Fabi intervenga all’interno della direzione sanitaria, vada direttamente a commissariare la l’USL di Piacenza e prenda provvedimenti. Chiediamo anche un intervento del Ministero della Salute al riguardo, perché l’USL piacentina, la sanità piacentina non merita tutto ciò».

Con una conferenza stampa convocata last minute nel primo pomeriggio di oggi il direttore generale dell’Ausl di Piacenza Paola Bardasi ha cercato di difendere il proprio operato e quello dei suoi stretti collaboratori in questa vicenda. Va ricordato che la dottoressa vittima di violenze si è rivolta proprio alla direzione dell’azienda sanitaria e che questa ha operato dietro le direttive della polizia e della procura per raccogliere prove sufficienti ad incastrare il primario finito ieri mattina all’alba ai domiciliari, quando gli agenti della squadra mobile si sono presentati davanti alla porta della sua abitazione, a ridosso del centro storico.

La prima vera notizia fornita da Paola Bardasi riguarda l’interruzione del rapporto di lavoro con il primario. Vista la gravità delle accuse si è deciso di agire ancora prima di avere certezze giuridiche ed eventuali condanne  «Il medico accusato di violenza sessuale aggravata e di atti persecutori – ha detto Bardasi – è stato licenziato dall’Ausl nella giornata di ieri, 7 maggio, per “giusta causa. Indipendentemente dagli esiti del procedimento penale, sul piano del diritto del lavoro il quadro emerso è di per sé ampiamente sufficiente a giustificare provvedimenti immediati. Il reparto dell’ospedale è stato affidato al professor Giuseppe Marchesi».

«Come donna – ha aggiunto Bardasi – apprendere questa vicenda è stato particolarmente doloroso. Voglio rinnovare la mia gratitudine alla collega per la forza e la determinazione dimostrate. Episodi come questi non devono accadere. Per questo motivo, al di là dell’accertamento giudiziario che compete alla Magistratura, la direzione aziendale ha avviato le opportune verifiche interne per comprendere con trasparenza e chiarezza il quadro della vicenda e per migliorare ulteriormente i percorsi di supporto efficaci per le lavoratrici».

Rispondendo alle domande dei tantissimi giornalisti presenti il direttore Bardasi ha aggiunto che qualora dalle indagini della polizia dovessero emergere responsabilità a carico dei colleghi con cui il dirigente si sarebbe vantato dei suoi comportamenti “non sono esclusi eventuali provvedimenti disciplinari nei loro confronti”.

Il direttore generale ha rivolto anche un ringraziamento alla dottoressa che ha denunciato il primario: «Desidero innanzitutto esprimere un sentito ringraziamento alla dottoressa che, con coraggio, ha deciso di rivolgersi alla Direzione per denunciare l’accaduto, dando così avvio alle indagini preliminari. Per noi è fondamentale che tutti i nostri dipendenti sentano l’Azienda è al loro fianco nel tutelarli e sostenerli».

Fin da quel primo momento, ci siamo attivati per accoglierla e sostenerla accompagnandola lungo il percorso della denuncia. Da subito ci siamo messi a disposizione della Magistratura per garantire l’efficacia dell’azione inquirente, a tutela della fragilità della persona offesa.

Il direttore generale Paola Bardasi ha poi risposto ad una nostra domanda in cui le chiedevamo, fatta salva la responsabilità dei singoli, se non considerasse come un segnale preoccupante il coinvolgimento in gravi episodi di ben cinque medici piacentini nel giro di pochi mesi.

«La mia – ha affermato Bardasi – è una direzione che ha in un qualche modo sovvertito tanti percorsi, in modo anche faticoso (frase che forse meriterebbe ulteriori approfondimenti ndr). Quattro o cinque casi su 4.000 dipendenti non vuole dire che siano una percentuale bassa. Sono fatti gravissimi che mi coinvolgono anche personalmente e penso che lo possiate capire. Però l’azienda è un’azienda fatta da 4.000 dipendenti che stanno come sto io adesso. Su 4000 dipendenti 3995 sono persone per bene, persone che lavorano, persone che curano i pazienti. Questo non vorrei che fosse dimenticato, pur nella gravità degli episodi e in particolare di questo episodio».

Nel frattempo l’Ausl ha avviato un’indagine interna (un audit) ed è stato attivato  un servizio di supporto psicologico per il personale femminile del reparto coinvolto nella vicenda, anche con professionisti reclutati all’esterno dell’azienda.

Bardasi infine ha sottolineato come una volta coinvolta la polizia e la procura tutte le decisioni su come comportarsi nei confronti del primario e le azioni da intraprendere in reparto siano state dettate dagli inquirenti «Ci siamo affidati a questura e procura. Abbiamo seguito le loro indicazioni, abbiamo lavorato per loro e con loro». Il primario inquisito non aveva intuito che ci fosse una indagini su di lui in corso «non sono in grado di dire se fosse intimidito o non intimidito (per le indagini ndr). Mi viene da dire che non lo avesse capito».




Fiazza e Rancan (Lega): “Da Piacenza uno scandalo che fa orrore. la Regione valuti il commissariamento dell’Ausl”

“Trentadue abusi sessuali in 45 giorni, un primario arrestato per violenze sessuali nel suo reparto, un ambiente descritto come omertoso e complice. Cosa aspetta la Regione a intervenire? Serve un chiarimento urgente in Aula. Di fronte a fatti così gravi, il commissariamento dell’AUSL di Piacenza non può essere un tabù”.
È quanto dichiarano il consigliere regionale della Lega Tommaso Fiazza – che ha presentato immediatamente un’interrogazione alla Giunta a risposta scritta – e il segretario regionale del Carroccio Matteo Rancan, a seguito dell’arresto del primario di Radiologia dell’Ospedale di Piacenza, accusato di aver compiuto decine di abusi sessuali su dottoresse e infermiere durante l’orario di servizio. Le indagini, avviate dopo la denuncia di una delle vittime, hanno portato la polizia a documentare 32 episodi in soli 45 giorni, grazie a intercettazioni ambientali e video installati nello studio del dirigente medico.
“Non è il primo scandalo – sottolineano –. Oltre al primario arrestato oggi, lo scorso agosto un medico di base era finito in manette per spaccio di oppiacei, truffa, corruzione e falsi certificati. Nella stessa indagine era stato coinvolto anche un secondo medico. A novembre, un’ulteriore inchiesta ha travolto una dottoressa del Pronto Soccorso, accusata di essersi procurata illegalmente grandi quantità di morfina, anche intestando ricette ad amici e conoscenti, senza che nessuno, nonostante i sospetti interni, sia intervenuto con controlli concreti”.
“Tre casi gravissimi in meno di un anno, all’interno della stessa AUSL, mettono a nudo un sistema fuori controllo – aggiungono Fiazza e Rancan –. Una cultura del silenzio e della paura, che ha permesso per troppo tempo ad alcuni di abusare del proprio ruolo, mentre altri chiudevano gli occhi”.
“Chiediamo all’assessore di riferire urgentemente in Aula su quanto accaduto, di spiegare cosa sia stato fatto dopo le prime segnalazioni, come si intenda tutelare le vittime e se esistano protocolli interni realmente efficaci per prevenire abusi, mobbing o stalking nei luoghi di lavoro”.




Boscaiolo infortunato al passo della Cappelletta

Nella mattinata di oggi (poco dopo le 10) un boscaiolo di 70 anni, residente a Farini d’Olmo (PC), mentre stava lavorando al passo della Cappelletta é stato colpito di rimbalzo alle gambe, da un ramo che gli ha procurato un importante e doloroso trauma ad entrambi gli arti inferiori.
I suoi colleghi gli hanno prestato i primi soccorsi ed hanno immediatamente chiamato il numero d’emergenza.
La Centrale Operativa Emilia Ovest ha inviato sul posto
l’ambulanza infermieristica di Farini, la Squadra del Soccorso Alpino e Speleologico, stazione M.te Alfeo, l’elicottero 118 di Pavullo nel Frignano dotato di verricello con a bordo un tecnico di elisoccorso del CNSAS, i vigili del Fuoco i carabinieri Forestali e i carabinieri della locale stazione.
L’uomo è stato raggiunto in breve tempo da un Tecnico del CNSAS che ha confermato la necessità di un intervento
dell’elicottero. Il mezzo aereo arrivato sul posto ha sbarcato l’equipaggio con il verricello perché la
zona non era adatta all’atterraggio.
All’uomo, molto dolorante, sono stati somministrati analgesici ed intanto sono stati immobilizzati gli arti. Posizionato sulla barella è stato recuperato sempre con il verricello e
trasportato all’ospedale di Parma in codice di media gravità.




Vicenda medico arrestato. Lega: “Gravi responsabilità della Direzione sanitaria, serve aria nuova”

«La Direzione generale prenda atto – e agisca di conseguenza – delle gravi responsabilità della Direzione sanitaria aziendale dopo i tanti casi giudiziari che hanno coinvolto l’Ausl di Piacenza».
Lo afferma la Lega piacentina in una nota siglata dalla senatrice Elena Murelli (che è capogruppo del Carroccio in commissione Sanità) e dal direttivo provinciale.
«Ricordiamo che per anni una dottoressa del Pronto soccorso ha sottratto e abusato di morfina mentre era al lavoro. E ci sarebbe il dubbio che la sottrazione sia stata fatta ai danni di pazienti cui non veniva somministrata. Una notizia che era nota ad una buona parte dell’ambiente sanitario» afferma la Lega.
Ora arriva la notizia «di comportamenti inappropriati – continua il Carroccio piacentino – reiterati e contestati dalla Procura come violenza sessuale aggravata – su dottoresse e infermiere, in orari e nel luogo di lavoro – nei confronti di un primario per cui è stato emesso un ordine di custodia cautelare. Nonostante quanto emerso finora, restiamo garantisti e attendiamo l’esito dell’inchiesta. In precedenza, inoltre, si era registrato l’intervento dei carabinieri del Nas, che ha portato ad avvisi di garanzia nel servizio di Salute Mentale con la chiusura di Centri non autorizzati, cioè aperti senza alcun bando di gara, per la riabilitazione di bambini disabili e di pazienti psichiatrici con perdita di posti in comunità e abbandono per mesi di molte prestazioni.
Nessuno, a parte gli arrestati e i destinatari di avvisi di garanzia, si è mai preoccupato di accertare le responsabilità. Ricordiamo che esiste anche il principio della culpa in vigilando. La direzione sanitaria è stata finora silente e, come asseriscono anche le notizie e gli atti giudiziari, di fatto la riteniamo corresponsabile di inerzia e omertà. E’ quindi necessaria aria nuova ai vertici dell’Ausl dopo questo ennesimo episodio».




L’Ausl sull’ordinanza di custodia cautelare a carico del primario dell’ospedale di Piacenza

Ricevimento e pubblichiamo la nota della direzione Ausl di Piacenza sulla vicenda del primario arrestato per violenza sessuale.
“In riferimento all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Piacenza nei confronti di un medico in servizio presso l’ospedale di Piacenza, la Direzione dell’Azienda Usl di Piacenza esprime piena fiducia nel lavoro della Magistratura.
La direzione aziendale ha sempre collaborato con le autorità competenti, attivandosi per fornire ogni elemento utile a ricostruire i fatti. Su indicazione della Procura, abbiamo agevolato in ogni modo il lavoro degli inquirenti, garantendo condizioni ottimali per lo svolgimento delle indagini.
Esprimiamo piena solidarietà e vicinanza alle vittime. Il rispetto e la tutela della persona sono da sempre principi fondanti della nostra missione: ogni atto che possa ledere la dignità, la libertà o la sicurezza di chi lavora o si cura nelle nostre strutture è inaccettabile.
La direzione aziendale è impegnata a completare, con la massima celerità, tutte le azioni necessarie a tutela delle persone coinvolte e ad adottare i provvedimenti previsti nei confronti del medico indagato, nel pieno rispetto delle disposizioni di legge. Laddove sarà opportuno e necessario, ci costituiremo parte civile.
Ribadiamo il nostro impegno a garantire un ambiente di lavoro sicuro, rispettoso e professionale, in cui ogni operatore sanitario possa svolgere il proprio ruolo serenamente e con dignità. Continueremo a collaborare con le autorità in attesa degli sviluppi dell’inchiesta”.




Abusi in corsia: arrestato primario dell’Ospedale di Piacenza per violenza sessuale e atti persecutori

Un noto primario dell’Ospedale Civile di Piacenza è stato arrestato nella mattinata di oggi dalla Polizia di Stato, su disposizione della Procura della Repubblica e in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Piacenza. Il medico è indagato per gravi reati: violenza sessuale aggravata e atti persecutori nei confronti di dottoresse e infermiere in servizio presso il reparto da lui diretto.
Contestualmente all’arresto, gli agenti della Squadra Mobile hanno eseguito anche una perquisizione nei luoghi di lavoro dell’indagato. L’inchiesta, condotta con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, ha permesso di delineare un quadro inquietante: il primario avrebbe abusato sistematicamente del suo ruolo, compiendo atti sessuali, anche durante l’orario di servizio, ai danni delle sue collaboratrici.
L’indagine è partita dalla denuncia di una dottoressa, aggredita nello studio del medico durante un colloquio di lavoro. La donna ha raccontato di essere stata chiusa a chiave nella stanza, spinta contro un mobile e costretta a subire atti sessuali, interrotti solo dal provvidenziale arrivo di un collega.
In poche settimane di accertamenti, gli investigatori hanno raccolto gravi indizi anche su altri episodi analoghi. Le telecamere installate nello studio del medico, in un arco di tempo di circa 45 giorni, hanno documentato ben 32 episodi tra violenze, rapporti sessuali completi e atti orali, quasi tutti avvenuti in orario di lavoro. Le vittime, spesso in uno stato di soggezione, temevano ritorsioni sul piano professionale e personale, tanto da mostrarsi reticenti nelle prime fasi delle indagini.
In almeno due casi, i comportamenti del medico hanno assunto la forma di veri e propri atti persecutori, con episodi ripetuti e continui. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il primario si comportava come se le donne del reparto fossero a sua completa disposizione, anche dal punto di vista sessuale, arrivando a compiere atti intimi nel corso di normali conversazioni lavorative.
Alcuni episodi hanno visto coinvolte anche operatrici consenzienti, ma ciò – sottolineano gli inquirenti – non riduce la gravità del contesto, in cui il potere e la posizione dominante del primario esercitavano una pressione costante e pervasiva sul personale femminile.
Nonostante l’ambiente ospedaliero fosse a conoscenza delle condotte del medico – che arrivava persino a vantarsene con alcuni colleghi – è emersa una diffusa omertà. Il timore di ripercussioni ha impedito per lungo tempo la denuncia dei fatti, aggravando un clima lavorativo già fortemente compromesso. In un caso, una seconda dottoressa ha scelto di ritirare la denuncia appena presentata, spaventata dalle possibili conseguenze.
Le violenze non solo hanno colpito le vittime sul piano personale e professionale, ma hanno avuto anche un impatto sul servizio sanitario stesso: le operatrici, costantemente turbate, e un primario distratto dalle sue pulsioni, hanno inevitabilmente influito sulla qualità dell’assistenza fornita ai pazienti.
Le indagini proseguono, con l’obiettivo di fare piena luce su una vicenda che scuote profondamente l’ambiente sanitario piacentino.




Alimenti mal conservati sequestrati da Ausl e polizia locale

Nei giorni scorsi la Polizia Locale di Piacenza, nel corso di un servizio nella zona di via Roma, ha effettuato un controllo, insieme ad alcuni tecnici veterinari dell’Azienda Usl, in un esercizio commerciale etnico, terminato con il sequestro di oltre 600 prodotti alimentari e sanzioni a carico del titolare.

Il controllo è scaturito a seguito della vendita di alcolici al di fuori dagli orari consentiti dall’ordinanza sindacale, già in vigore da alcuni anni nel quartiere di via Roma, accertata il giorno prima nel corso di un servizio in abiti borghesi proprio in quella zona. Durante le verifiche da parte di agenti e ufficiali della Polizia Locale è stata riscontrata la vendita di alimenti senza etichettatura oltreché di dubbia provenienza, la non corretta conservazione dei surgelati e la mancata esposizione prezzi. I veterinari dell’Ausl, intervenuti a seguito dell’attivazione da parte della pattuglia, hanno proceduto al sequestro di circa 350 pezzi di prodotti alimentari tra carne congelata, pesce congelato e pesce essiccato. Le etichette apposte su tali prodotti – per un totale di circa 150 kg – non provenivano dal produttore originale, ma erano state create dal proprietario del negozio (e quindi prive dell’indispensabile requisito della rintracciabilità). Altri prodotti non erano stati conservati correttamente in quanto mantenuti a temperatura non conforme. Gli agenti hanno posto sotto sequestro circa 300 prodotti alimentari e non alimentari confezionati, in quanto o scaduti o mancanti di etichettatura riportante la traduzione in lingua italiana del tipo di prodotto e del contenuto. Gli accertamenti hanno portato gli operatori di Polizia Locale ad elevare sanzioni anche per la mancata esposizione dei prezzi. L’importo complessivo delle sanzioni per le violazioni commesse ammonta a oltre 3.500 euro.




Fondazione, nel nuovo CdA entrano Giovanna Palladini, Enrica De Micheli e Luigi Salice

Saranno in tutto otto – cinque uomini e tre donne – i componenti del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano per il mandato 2025-2029. La squadra, proposta dal presidente Roberto Reggi, è stata nominata oggi pomeriggio dal Consiglio Generale.
Investito del compito di coordinare e dare impulso all’attività dell’ente, il nuovo CdA nasce nel segno della continuità, in linea con quanto preannunciato nelle scorse settimane. Alcuni nuovi ingressi si sono comunque resi necessari per potenziarne l’azione e sostituire i componenti non più rieleggibili.
Nome inedito per la Fondazione è quello di Giovanna Palladini, classe ‘56, giornalista professionista ora a riposo, che ha svolto servizio come addetta stampa della Provincia di Piacenza, dell’Agenzia Arpae e presso un assessorato della Regione Emilia-Romagna. Palladini entra in CdA per la sua solida esperienza nel sociale, maturata in relazione alla propria attività professionale e come amministratrice pubblica in ambito Welfare.
Gli altri due nuovi ingressi provengono invece dal Consiglio Generale appena costituito e sono la gallerista e antiquaria Enrica De Micheli, direttrice dello spazio espositivo Volumnia chiamata allo scopo di consolidare l’azione del settore Arte e Cultura, e l’avvocato Luigi Salice, forte di una solida specializzazione nell’assistere enti pubblici e privati per ciò che concerne le controversie di diritto amministrativo e civile.
Gli altri cinque membri del nuovo Cda erano già presenti nel primo mandato: Mario Magnelli, riconfermato vicepresidente vicario, già dirigente scolastico presso il Liceo Gioia e assessore provinciale alla Cultura; l’altro vicepresidente Luigi Grechi, imprenditore artigiano nell’ambito calzaturiero e presidente di Confartigianato Lomellina; Robert Gionelli, di recente confermato anche nel ruolo di Delegato provinciale del Coni; il direttore di Confindustria Piacenza Luca Groppi; Elena Uber, Direttora dell’Unità operativa Dipendenze patologiche del Dipartimento Salute mentale Ausl di Piacenza.
Nel corso della seduta odierna, il Consiglio Generale ha inoltre nominato i tre membri del Collegio sindacale, l’organo di controllo chiamato a vigilare sull’osservanza della legge, dello Statuto, dei principi di corretta amministrazione e ad esporre il proprio parere sui documenti programmatici annuali e pluriennali. Per il prossimo triennio ne faranno parte i commercialisti Antonella Gasparini (nominata presidente), Stefano Seclì e Luciano Egalini.
«Con questo passaggio restituiamo la piena operatività all’ente – è il commento del presidente Reggi -, che entra in un quadriennio caratterizzato da sfide particolarmente impegnative. Ringrazio i consiglieri riconfermati, per essersi messi ancora a disposizione della Fondazione, e i nuovi ingressi per aver accettato questo impegno. Dal canto mio, sono molto soddisfatto del gruppo di lavoro che si è costituito oggi: tutte persone estremamente competenti, disponibili a interpretare il proprio ruolo a servizio delle comunità di Piacenza e Vigevano e animati da uno spiccato spirito di squadra senza il quale, lo dico sempre, è impossibile raggiungere risultati davvero significativi».
L’iter di rinnovo degli organi della Fondazione non è del tutto concluso. Nelle prossime settimane sarà necessario nominare i due membri del Consiglio Generale che sostituiranno Enrica De Micheli e Luigi Salice. Sarà ridefinita anche la composizione delle Commissioni consultive, vale a dire quei gruppi di lavoro che periodicamente si riuniscono per valutare nel dettaglio attività erogativa e progettualità nei diversi ambiti di intervento della Fondazione (Welfare, Ricerca e Istruzione, Arte e Cultura e la Commissione Attività Istituzionale per Vigevano) a cui si aggiunge la Commissione Investimenti.




Valentina Vezzali e Daniele Garozzo a Piacenza per presentare i Campionati Italiani Assoluti di scherma olimpica

La suggestiva cornice della Sala delle Armi, a Palazzo Farnese, ha tenuto a battesimo la presentazione dei Campionati Italiani Assoluti di scherma olimpica Piacenza 2025. La grande kermesse tricolore in programma dal 5 al 10 giugno a Piacenza Expo per le fasi eliminatorie e al PalaBanca per le finali è stata presentata questa mattina da due super-campioni d’eccezione, il Vicepresidente vicario della Federscherma, Daniele Garozzo, e la delegata ai rapporti istituzionali della presidenza FIS, Valentina Vezzali. Accolti da un bagno di folla, i due olimpionici hanno presentato le medaglie speciali di questi Assoluti 2025, con dedica alla città di Piacenza rappresentata dal monumento equestre di Alessandro Farnese, e il lancio del ticketing per questa 106^ edizione dei Tricolori dei “big” della scherma italiana.

Grande affetto e partecipazione da parte del territorio piacentino ed emiliano romagnolo. “Un onore essere per la prima volta nella storia sede di questi Campionati di una disciplina che trasmette grandi valori”, ha detto la sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi, affiancata dall’assessore allo sport Mario Dadati che ha sottolineato “il grandissimo legame tra la città e la scherma, celebrando quest’anno anche il 70° anniversario del Circolo Pettorelli presieduto da Alessandro Bossalini”.

Fondamentale il supporto della Regione Emilia Romagna, rappresentata in video dall’assessore al turismo Roberta Frisoni e dal coordinatore di Sport Valley Giammaria Manghi: “La scherma e la Regione Emilia Romagna costituiscono un binomio di tradizione e successo. Un progetto importantissimo anche per la valorizzazione del turismo sportivo”.

Il Vicepresidente vicario Daniele Garozzo ha evidenziato: “Porto i saluti del Presidente federale Luigi Mazzone e sono onorato di lanciare un evento che ambisce a dare al nostro sport e ai nostri campioni un risalto eccezionale. Grazie al supporto delle istituzioni stiamo lavorando a un grande Campionato Italiano e invitiamo tutto il pubblico a vedere da vicino lo spettacolo del nostro sport”.

Valentina Vezzali ha svelato la medaglia esclusiva raccontando: “Vedrete in pedana 13 medagliati olimpici e tante giovani promesse decise ad affermarsi. Questo evento merita l’attenzione che la città di Piacenza e la Regione Emilia-Romagna stanno dando e sono certa che sarà un evento da ricordare e in grado di promuovere sempre di più la disciplina più medagliata dello sport italiano”. Mancano dunque trenta giorni all’appuntamento, con l’edizione 106 dei Tricolori dei “big” per la prima volta a Piacenza nell’anno del settantesimo compleanno del Circolo “Pettorelli”.
Oltre alla leggendaria campionessa Valentina Vezzali (delegata ai rapporti istituzionali della presidenza FIS), presente anche un altro campione della pedana, Daniele Garozzo (fiorettista oro olimpico a Rio 2016 e argento a Tokyo 2020), ora vicepresidente vicario della Federscherma. I due olimpionici hanno presentato le medaglie speciali di questi Assoluti 2025, con la dedica alla città di Piacenza rappresentata dal monumento equestre di Alessandro Farnese.
“Una manifestazione del genere crea connubio tra sport, cultura e conoscenza della città – ha affermato la Vezzali, che in carriera ha vinto ben 15 titoli italiani individuali, oltre a ben nove medaglie olimpiche (delle quali sei d’oro) oltre a un interminabile palmarès di altri successi – sono molto onorata di essere qui oggi per presentare un evento che spero possa essere una festa per Piacenza e possa portare più piacentini possibili a conoscere i grandi “big” della scherma italiana che alle Olimpiadi non tradiscono mai e tornano sempre a casa con tantissime medaglie. La scherma in Italia affonda radici nel passato, nel presente e nel futuro, fa parte del nostro dna ed è la disciplina sportiva che ha regalato più medaglie d’oro allo sport italiano”.
“Piacenza – le parole di Garozzo – è una città molto importante per la scherma, a partire dalla società “Pettorelli” che quest’anno compie 70 anni e dove sono usciti grandi campioni tra cui l’attuale presidente Alessandro Bossalini. Quello in arrivo tra un mese sarà un evento molto particolare, un Campionato italiano Assoluto diverso da quelli a cui siamo stati abituati. Abbiamo deciso di puntare sulla spettacolarizzazione dell’evento e invito tutta la città a partecipare.  Il livello sarà altissimo sia tecnicamente, con tutti i 13 medagliati dei Giochi di Parigi presenti in pedana poi dopo una settimana agli Europei a Genova, sia per lo spettacolo e l’intrattenimento”.
“Questo – ha affermato il presidente del “Pettorelli” Alessandro Bossalini  – è un sogno che si avvera e la mia emozione arriva ricordando le nostre figure storiche di Bruno Polidoro e Sandrino Bernardelli, che sarebbero stati fieri e orgogliosi di questo appuntamento”.

“E’ un onore – ha detto il sindaco Katia Tarasconi – essere per la prima volta nella storia sede di questi Campionati di una disciplina che trasmette grandi valori”. L’assessore allo Sport Mario Dadati ha sottolineato il  “grandissimo legame tra la città e la scherma”. Fondamentale il supporto della Regione Emilia Romagna, rappresentata dal coordinatore di Sport Valley Giammaria Manghi.

  1. “La scherma e la Regione Emilia Romagna costituiscono un binomio di tradizione e successo. Un progetto importantissimo anche per la valorizzazione del turismo sportivo”.
    Giovedì 5 giugno si inizierà con le gare individuali di sciabola, poi competizione a squadre della stessa arma il 6. Sabato 7 il testimone passerà al fioretto (gare individuali), che si completerà l’8 con le gare a squadre. Infine, il gran finale con la spada: gare individuali il 9 e a squadre il 10 giugno. La rassegna tricolore impegnerà Piacenza Expo e il PalaBancaSport (per le finali).
    Nei prossimi giorni, attraverso il circuito Vivaticket sarà lanciata la prevendita per i tagliandi. Nel frattempo, il Circolo “Pettorelli” si occuperà di diverse iniziative promozionali nell’ambito di eventi sportivi già in calendario sul territorio, ricordando così il grande appuntamento tricolore in arrivo tra un mese.

CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI INDIVIDUALI E A SQUADRE “Piacenza 2025”

Giovedì 5 giugno

Sciabola individuale M. e F.

Le 4 semifinali e le 2 finali | orari 17.30-19.30

Venerdì 6 giugno

Sciabola a squadre M. e F.

Le due Finali 1°/2° posto | orari 17.30-19.30

Sabato 7 giugno

Fioretto individuale M. e F.

Le 4 semifinali e le 2 finali | orari 17.30-20.00

Domenica 8 giugno

Fioretto a squadre M. e F.

Le due Finali 1°/2° posto | orari 17.30-20.00

Lunedì 9 giugno

Spada individuale M. e F.

Le 4 semifinali e le 2 finali | orari 17.30-20.00

Martedì 10 giugno

Spada a squadre M. e F.

Le due Finali 1°/2° posto | orari 17.30-20.30




Ristorante chiuso in Val Luretta: cibo scaduto, sporcizia e muffe in cucina

Gravi carenze igienico-sanitarie e prodotti alimentari scaduti: un ristorante della Val Luretta, in provincia di Piacenza, è stato chiuso dopo un’ispezione condotta dai carabinieri del Nas di Parma.
Nel locale, i militari hanno trovato una situazione decisamente fuori norma: 50 chili di alimenti tra pasta fresca, pesce e semilavorati sono stati sequestrati perché scaduti o privi delle indicazioni obbligatorie sulla tracciabilità. Il valore stimato dei prodotti ritirati sfiora i mille euro.
Ma a destare maggiore preoccupazione è stato lo stato dei locali: sporcizia vecchia sotto i piani di lavoro, grasso colato sulle pareti della cucina, ragnatele sopra i banchi di preparazione della pasta fresca. Nella dispensa, i carabinieri hanno trovato intonaco che cadeva a pezzi, muffa e perfino carcasse di insetti. Inoltre, alcune uova in giacenza erano completamente prive di documentazione sulla loro origine.
A seguito delle violazioni, al titolare sono state contestate sanzioni per un totale di 4.500 euro. L’Ausl di Piacenza, intervenuta su richiesta del Nas, ha disposto la sospensione immediata dell’attività fino al ripristino delle condizioni minime di igiene. È scattata anche una diffida per l’assenza del registro degli allergeni, documento obbligatorio da esibire alla clientela.