Carceri in Emilia Romagna “fatiscenti e sovraffollate”. A Piacenza 80% dei detenuti con problemi di dipendenza

I garanti dei detenuti di tutta la regione si sono dati appuntamento a Bologna per fare il punto sulla situazione carceraria. Il garante regionale Roberto Cavalieri sul trasferimento di detenuti dal Pratello: “Il problema sovraffollamento non si affronta trasferendo dei detenuti da un carcere minorile a uno per adulti. Sono pessimista su questa operazione”

Serve cambiare passo, il sistema carcerario regionale non funziona: ancora irrisolto il problema del sovraffollamento, spazi inadatti per il recupero del detenuto, carenza di personale, fabbricati da rivedere. Lungo la via Emilia negli ultimi tre anni i detenuti sono aumentati di 500 unità: è come se fosse nato un nuovo carcere, peccato che personale della polizia penitenziaria, educatori, assistenti sociali, siano rimasti gli stessi. Compreso le occasioni di reinserimento lavorativo.

A chiedere una svolta, nel corso di una conferenza stampa organizzata nella sede dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, sono stati i garanti dei detenuti che operano in regione guidati dal garante regionale Roberto Cavalieri. Presente anche il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Maurizio Fabbri.

“Il problema del sovraffollamento nelle carceri – spiega il garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri – è pressoché ingovernabile, da anni si cercano vie d’uscita ma senza risultati: in regione sono quasi 1.000 i detenuti in più rispetto ai posti regolamentari, negli ultimi tre anni la popolazione carceraria è aumentata di 500 unità (come se fosse nato in regione un nuovo carcere), superando così le 3.800 presenze permanenti. Una situazione insostenibile, la gestione dei detenuti è sempre più complicata, così come l’attuazione dei percorsi a loro dedicati”. Sul tema sovraffollamento entra nello specifico sul caso del Pratello: “Il problema sovraffollamento non si affronta trasferendo dei detenuti da un minorile a un carcere per adulti, siamo pessimisti su questa operazione, temiamo che i tre mesi programmati si allungheranno in attesa dei 90 nuovi posti che dovrebbero arrivare da Rovigo, l’Aquila e Lecce.  Già dall’Abruzzo i feedback non sono buoni, risulta che i lavori di recupero della struttura aquilana non siano ancora iniziati”.

Il Garante affronta poi il tema della salute in carcere: “Problemi evidenti riguardano anche il tema della salute, sono sempre più le persone detenute con dipendenze o con disturbi psichici gravi, il personale dedicato a trattare questi casi è insufficiente. Questa situazione inevitabilmente non può essere discostata, assieme ad altri fattori, dal tema dei suicidi e dei comportamenti autolesivi in carcere, in costante aumento negli ultimi anni”. Prosegue sugli spazi in carcere: “A questo scenario si aggiungono la scarsità di percorsi dedicati al recupero del carcerato, gli spazi riservati a queste attività spesso risultano inadeguati, più in generale nelle strutture carcerarie della regione si riscontrano problemi infrastrutturali, fabbricati fatiscenti che andrebbero completamente rivisti”. Le conclusioni di Cavalieri: “La situazione è emergenziale, bisogna cambiare rotta, il carcere, che piaccia o no, rappresenta una componente della nostra società, se non si dà una possibilità di recupero al detenuto si violano diritti fondamentali, serve, quindi, rilanciare il sistema carcere, a partire dalla sua organizzazione”.

Interviene poi il presidente dell’Assemblea legislativa, Maurizio Fabbri, che assieme al garante ha voluto questa conferenza stampa: “Vogliamo dare un segnale forte alla comunità detenuta, parliamo di quasi 4.000 reclusi in Emilia-Romagna, sappiamo che nelle strutture carcerarie non sempre sono garantite tutele adeguate a queste persone”. Fabbri entra nello specifico: “Questione cruciale, e ancora irrisolta, è quella del sovraffollamento carcerario, causa di tensioni che inevitabilmente condizionano anche la riuscita dei percorsi di recupero del detenuto. Si possono innescare situazioni di disagio, anche psichico, che possono portare a eventi drammatici, penso, purtroppo, ai diversi casi di suicidio tra i detenuti presenti nelle strutture carcerarie della nostra regione”. Quindi, la proposta del presidente Fabbri: “In quanto presidente dell’Assemblea legislativa promuovo una nuova modalità di intervento che veda l’unione di tutte le forze in campo, partendo dagli stimoli che arrivano dal lavoro di osservazione e monitoraggio portato avanti dai garanti a tutela dei diritti dei detenuti”. Conclude il presidente: “È oramai inevitabile che la politica faccia proprie queste istanze e ricerchi rapidamente soluzioni sia a livello statale che regionale, con anche il coinvolgimento degli enti locali”.

Un focus, poi, sulla situazione delle case circondariali presenti sul territorio regionale, con un’analisi a cura, assieme allo stesso Cavalieri, dei garanti locali.

A Piacenza, ha rimarcato la garante Maria Rosa Ponginebbi, “la criticità più marcata riguarda la presenza eccessiva di detenuti con problemi di tossicodipendenza (circa l’80 per cento della popolazione carceraria ha problemi di dipendenza), a seguire queste persone c’è un solo sanitario che entra nella struttura un solo giorno alla settima, anche qui, poi, si necessitano lavori di ristrutturazione, in particolare, nel vecchio padiglione”.

“Nella casa circondariale bolognese, ad esempio, rimane il problema, ormai cronico, del sovraffollamento, così come ci sono carenze rispetto agli spazi, a partire da quelli dedicati alle attività rivolte al detenuto”, rimarca il garante Antonio Ianniello, che, sul Pratello, aggiunge “anche nel minorile il numero di presenze è decisamente fuori limite, gli ospiti sono quasi sessanta mentre la struttura ne potrebbe ospitare una quarantina, inoltre permangono perplessità sulla scelta, seppur temporanea, di spostare una parte del minorile alla Dozza”. La garante Francesca Bertolini su Reggio Emilia: “Anche la struttura che ospita il carcere reggiano richiederebbe interventi di recupero, inoltre le caratteristiche dell’edificio rendono particolarmente complessa la gestione delle diverse categorie di detenuti presenti, che a Reggio sono sei (come, ad esempio, detenuti con problemi di salute mentale, donne, transgender e persone in alta sicurezza)”. A Rimini, rimarca invece il garante Giorgio Galavotti, “più volte sono state denunciate condizioni di degrado rispetto a una specifica sezione, che andrebbe completamente ricostruita (c’è un progetto approvato dal ministero ma tutto è ancora fermo), evidente poi il problema della carenza di personale, tra sanitari e agenti”. A Parma, prosegue la garante Veronica Valenti, “sono presenti 250 detenuti con problemi sanitari (provenienti da tutta Italia) nonostante i posti letto della sezione sanitaria siano solo 25, c’è poi il tema dell’alto numero di carcerati anziani, in 80 hanno più di 65 anni, è anche aumentata anche la presenza di persone con disturbi psichiatrici gravi”. A Modena, evidenzia la garante Laura De Fazio, “pur essendo un carcere concepito per accogliere principalmente imputati e indagati in attesa di giudizio e condannati definitivi a pene non superiori a cinque anni, sono presenti quasi 400 detenuti con anche condanne lunghe (in molti con problemi di dipendenze), l’offerta trattamentale risulta inadeguata, anche il personale, a partire dagli educatori e sanitari, è insufficiente”. A Ferrara, interviene la garante Manuela Macario, “la struttura necessita urgentemente di interventi di ristrutturazione, gli spazi comuni non sono adeguati ad accogliere le attività educative e ricreative, ci sono poi problemi organizzatici, pacchi, per fare un esempio, che non vengono consegnati o vengono consegnati dopo molto tempo con cibi che nel frattempo si sono deteriorati”.  Conclude lo stesso Cavalieri sui casi di Castelfranco, Forlì e Ravenna: “A Castelfranco Emilia, nel modenese, per mane il problema delle misure di sicurezza prolungate nei confronti della categoria degli internati. A Ravenna e Forlì i due fabbricati sono da riqualificare”.




Tarasconi: “Non è vero che avremmo potuto rescindere il contratto con Piacenza Parcheggi”

Un comunicato al giorno (su piazza Cittadella) leva il medico di torno. Viene spontaneo citare il proverbio, normalmente legato alle mele, a fronte della sfilza di note stampa, con batti e ribatti che riguardano la vicenda del parcheggio sotterraneo, divenuto ormai l’unico argomento di dibattito nella nostra città. Oggi, a dire il vero o comunicati sono addirittura due e per semplicità li pubblichiamo uno dopo l’altro qui sotto. Il primo è quello del sindaco Katia Tarasconi che risponde ai rilievi che le erano stati mossi da chi l’ha preceduta alla guida di Piacenza, Patrizia Barbieri.
Il secondo invece è del consigliere comunale Massimo Trespidi che attacca l’amministrazione per come ha gestito proprio piazza Cittadella.

La dichiarazione del sindaco Katia Tarasconi

“Il dibattito politico è una cosa, i fatti e i documenti ufficiali sono altra cosa. I documenti sono agli atti del Comune e, naturalmente, una volta assunti i nostri incarichi istituzionali dopo le elezioni, li abbiamo studiati a fondo insieme agli uffici competenti. Ad di là delle scelte politiche, non è corretto sostenere che l’attuale amministrazione potesse rescindere unilateralmente il contratto con Piacenza Parcheggi sulla base di una nota inviata alla società dagli uffici comunali il 13 giugno 2022, ovvero nel giorno delle elezioni amministrative che si sono poi concluse al ballottaggio il 27 dello stesso mese con la vittoria della coalizione da me rappresentata. A quella nota, con la quale il Comune contestava a Piacenza Parcheggi il “grave inadempimento contrattuale” per mancanza di specifica documentazione fornendo alla stessa società 30 giorni di tempo per produrre la documentazione in questione, è seguita in tempo utile la risposta da parte di Piacenza Parcheggi con la documentazione richiesta. Di conseguenza l’eventuale procedura di risoluzione contrattuale non è scattata. Esattamente come non è scattata nelle due volte in cui gli uffici comunali, sotto l’attuale amministrazione, hanno inviato note per inadempimento contrattuale quando c’erano gli elementi per doverlo fare. In tutti i casi, dunque, la società concessionaria ha presentato la documentazione richiesta. Ribadisco quindi un concetto che ho già avuto modo di esprimere: i contratti vanno onorati e non possono essere stracciati sulla base di antipatie o simpatie e nemmeno sulla base della visione politica. Tant’è che, pur avendo una più che legittima visione politica ben diversa dalla nostra in tema di riqualificazione del comparto nord della città che comprende il parcheggio interrato di piazza Cittadella, la scorsa amministrazione rappresentata da Patrizia Barbieri non ha potuto risolvere il contratto con Piacenza Parcheggi nei cinque anni che ha avuto a disposizione. Anche in tema di interesse pubblico, il tavolo aperto per valutarne la sussistenza non ha portato ad alcuna decisione contraria rispetto a quelle assunte nel 2012, ovvero quando è stato sottoscritto il contratto di concessione. Perdipiù, prima del nostro insediamento, non erano stati incassati i canoni dovuti da Piacenza Parcheggi e l’ente comunale risultava parzialmente inadempiente per non aver consegnato l’area di cantiere come previsto dal contratto. Una situazione che mi porta a sostenere che fosse necessario mettere ordine sulla vicenda di piazza Cittadella. Dovevamo mettere il Comune di Piacenza in una posizione di forza; questo era il nostro dovere prima di ogni valutazione e scelta politica. Senza questa precondizione, ogni altra strada immaginabile avrebbe esposto l’ente, e quindi i cittadini, a contenziosi giudiziari milionari. In buona sostanza, se esiste un valido contratto di concessione va onorato. E al nostro insediamento, il contratto era valido perché la procedura di risoluzione contrattuale avviata il 13 giugno 2022 dall’amministrazione precedente era stata interrotta dagli uffici a fronte della presentazione, da parte di Piacenza Parcheggi, della documentazione richiesta. Oltre alla validità del contratto, va sempre verificato se il contraente privato è perfettamente in regola e di conseguenza può legittimamente essere interlocutore di una pubblica amministrazione. Piacenza Parcheggi poteva legittimamente essere interlocutore del Comune negli anni che hanno preceduto il nostro insediamento e, per quanto è di competenza degli uffici comunali, i controlli sono stati fatti anche nel corso della nostra attività amministrativa. Ad oggi, le carte sono in regola. Ogni passo, negli ultimi due anni e mezzo, è stato puntualmente trasmesso alle autorità competenti, Anac compresa, e la società concessionaria in questo momento risulta essere legittimata a operare come sta facendo. Ritengo fuorviante e poco opportuno voler attribuire all’attuale amministrazione e agli uffici comunali la responsabilità di eventuali e ipotetici sviluppi futuri che potrebbero far decadere i requisiti di Piacenza Parcheggi come società titolare di una concessione pubblica. Ad oggi, come ha espressamente dichiarato il Prefetto, tali requisiti ci sono. Come è ovvio che sia, se non dovessero esserci più, si andrà verso la risoluzione contrattuale, in linea con i principi che regolano i rapporti tra enti pubblici e privati; rapporti che si basano sulle carte, sugli atti ufficiali. Lo ribadisco ancora una volta: non esiste alcun “a tutti i costi” nel nostro modo di agire in qualità di amministratori pubblici. La nostra intenzione politica era ed è quella di voler riqualificare l’area di piazza Casali e piazza Cittadella con il recupero delle ex Scuderie di Maria Luigia e la realizzazione di un parcheggio interrato che porti le auto sottoterra e restituisca dignità e bellezza a Palazzo Farnese. E per fare ciò, abbiamo lavorato con dirigenti e uffici per mettere il Comune nella posizione di poter esercitare la sua funzione di controllo rispetto a un cantiere, quello di Cittadella, che doveva partire in base a un contratto del 2012. Se è tutto in regola, e al momento lo è, si va avanti; se in futuro le autorità competenti diranno che il concessionario non avrà i requisiti per essere tale, ci si muoverà di conseguenza. Ci tengo a precisare che tale punto di vista non significa affatto scaricare la responsabilità, ma semmai il contrario: come amministrazione abbiamo assunto consapevolmente la piena responsabilità di arrivare al termine di una vicenda che era in stallo da tempo immemorabile senza che fossa stata messa in campo alcuna iniziativa concreta, ma sempre nel totale e assoluto rispetto delle normative. Spiace notare che ancora una volta si tenti di far passare la sottoscritta, e più in generale questa amministrazione e gli stessi uffici comunali, come poco trasparenti nella gestione del rapporto che l’ente ha con il concessionario privato. Al contrario, come rappresentanti pro tempore del Comune, facciamo ciò che possiamo fare quando si tratta di dar seguito a scelte politiche e lo facciamo osservando le regole e le disposizioni delle autorità sovracomunali”.

Trespidi: chi risarcirà i piacentini?
“La sindaca Tarasconi sente puzza di bruciato e mette le mani avanti. L’opera simbolo del centrosinistra, ormai oltre la metà del mandato amministrativo, è ferma al palo, in una situazione fantasma, e la giunta non è in grado di prendersi le proprie responsabilità.” Parte da qui l’intervento di Massimo Trespidi, consigliere comunale di Liberi, in replica alle recenti dichiarazioni della sindaca Katia Tarasconi rispetto alla vicenda del parcheggio interrato in Piazza Cittadella.

“L’avvio della procedura di interdittiva antimafia risale a metà gennaio. Capisco il doveroso riserbo, ma evitiamo l’ipocrisia di cadere dal pero. Il centrosinistra ha voluto realizzare il parcheggio a tutti i costi, forzando anche la mano per portarlo avanti. A Piacenza Parcheggi è stato concesso un aumento delle tariffe delle strisce blu fino a 1,80 euro l’ora, è stato ridotto il canone e allungata la concessione a favore del privato. E ora, a fronte di queste concessioni, nel contratto e nel suo addendum non è stato nemmeno inserito un articolo che consenta la risoluzione dell’accordo. Non è vero che è tutto a posto. Se così fosse, perché il cantiere è fermo da novembre? Perché i lavori non ripartono?”

“Stando al cronoprogramma allegato all’addendum contrattuale – continua Trespidi – il cantiere avrebbe dovuto prendere il via nel febbraio 2024 e terminare nell’agosto 2025. Come può la sindaca Tarasconi dichiarare che è tutto a posto? Le tempistiche non saranno rispettate, questo è evidente.”

Trespidi incalza poi sulla scarsa trasparenza riguardo la copertura assicurativa: “La polizza del cantiere era scaduta il 31 dicembre 2024. Il 31 gennaio il Comune ha dovuto sollecitare l’invio della nuova documentazione, che è arrivata solo il 7 febbraio. Quindi per 37 giorni l’ente pubblico non era a conoscenza del fatto se il cantiere fosse rimasto senza copertura, mentre l’amministrazione continuava a sostenere che fosse tutto sotto controllo.”

Infine, un affondo sul danno economico per i cittadini: “Ora il problema è recuperare le concessioni fatte a Piacenza Parcheggi. Ma soprattutto: chi risarcirà i piacentini per l’aumento delle tariffe dei parcheggi nelle strisce blu, portato avanti per garantire il riequilibrio economico finanziario ritenuto necessario dal privato al fine di avviare la costruzione del parcheggio interrato? È ora che la giunta esca dall’ambiguità e si assuma le proprie responsabilità.”




Villa Verdi è da oggi di proprietà dello Stato

Dal pomeriggio di oggi Villa Verdi è diventata ufficialmente proprietà dello Stato, attraverso la procedura di esproprio. A Villanova erano presenti la soprintendente Maria Luisa Laddago, Luciana Scrivano per l’Agenzia del Demanio, il sindaco Freddi ed i rappresentanti legali di due degli eredi. È stato anche annunciato un primo stanziamento di 370mila euro far fronte ai primi lavori urgenti di sistemazione della villa e del parco, chiusi da oltre due anni.
Non vi è invece ancora accordo con tutti e quattro gli eredi sull’entità che verrà loro corrisposta dallo Stato.
Sul posto anche vari cittadini ed alcuni rappresentanti del Comitato Giuseppe Verdi-Il suo tempo e la sua terra.




Patrizia Barbieri su piazza Cittadella: “Nel giugno del 2022 avviata la procedura per risolvere il contratto. Proseguire è stata una scelta politica”

Dopo essersi tenuta relativamente defilata rispetto alla vicenda di piazza Cittadella l’ex sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri, capogruppo della lista civica Barbieri Sindaco, attraverso un comunicato, prende oggi posizione e rispedisce al mittente alcune delle velate accuse che Katia Tarasconi aveva rivolto alle precedenti amministrazioni per come si è sviluppato dal 2012 ad oggi l’appalto del parcheggio sotterraneo.

“Condivido il pensiero del Sindaco – scrive la Barbieri – quando sostiene che non bisogna cadere in narrazioni distorte, che nulla hanno a che vedere con la realtà dei fatti; e proprio sulla scorta di ciò non posso che contestare l’affermazione di Katia Tarasconi quando dice di aver dovuto mettere la pratica “sul pulito”, come se chi c’è stato prima di lei non avesse fatto la propria parte o anche peggio. Al di là dell’utilizzo di un termine offensivo ed equivoco, vale a questo punto la pena ricordare ciò che si cerca di tacere: è indubbiamente vero che nel 2012 l’allora Giunta Dosi (non il centrodestra) diede il via al contratto di Piazza Cittadella ed è vero ciò che sostiene il Sindaco Tarasconi quando dice che un contratto firmato pone degli obblighi che non si possono disattendere a piacimento, se non a pena di risarcimenti milionari. Ed infatti a noi la pratica così è pervenuta, con un contratto firmato e obblighi da rispettare. Ma gli obblighi devono essere onorati da entrambe le parti, non dal solo Comune, e così nel 2020 in occasione dell’adeguamento del piano economico finanziario si iniziò un contraddittorio con il privato caratterizzato da reciproche contestazioni e valutazioni, che avevano portato la mia amministrazione ad istituire nel 2021 un tavolo intersettoriale per verificare se c’erano ancora i presupposti dell’interesse pubblico alla realizzazione del parcheggio. Questo proprio perché, onde evitare richieste di danni e contenziosi, i contratti non si possono disattendere per un capriccio o una mutata volontà politica, ma per ragioni di diritto. Sulla scorta di questa premessa, non posso quindi accettare le narrazioni del Sindaco quando sostiene di aver dovuto mettere la pratica “sul pulito”, poiché la realtà è quella che si ricava dagli atti e non dalle parole. E gli atti ci dicono che la decisione di questa Amministrazione nel voler proseguire su Piazza Cittadella si basa solo su una scelta politica, assunta nella consapevolezza da parte della attuale maggioranza che nella tarda primavera del 2022 chi li aveva preceduti era giunto alla conclusione, attraverso i risultati di difficoltosi tavoli tecnici, dei verbali dei Revisori dei Conti, dei pareri dell’Avvocatura, dell’allora Direttore Generale etc. che c’erano gli elementi per avviare la richiesta di risoluzione contrattuale (nessun contratto da stracciare quindi, ma inadempimenti da contestare al privato). Ed è stato così che, una volta acquisiti gli elementi utili, in data 13/6/22 (13 giorni prima dell’elezione del Sindaco Tarasconi) il Comune notificava a Piacenza Parcheggi spa la contestazione di grave inadempimento implicante la risoluzione contrattuale (nel caso di specie la questione era l’incompletezza della cauzione).

Il resto è storia: il 26.6.22 Katia Tarasconi ha vinto le elezioni e ha dichiarato l’interesse pubblico per il parcheggio di Piazza Cittadella.

Condivido quindi che il Sindaco ora rivendichi la propria scelta politica, ma non condivido però che cerchi di addossare ad altri responsabilità che sono solo sue. Chi l’ha preceduta aveva notificato l’avvio per la risoluzione contrattuale sulla base di un lavoro impegnativo, prezioso e puntuale fatto dal tavolo intersettoriale, con un’Avvocatura che si era ben espressa sul punto e con i Revisori che avevano redatto verbali dettagliati.

Poi si può essere più o meno d’accordo sulla scelta della mia Amministrazione di notificare l’avvio della risoluzione contrattuale, ma non si dica che l’attuale Sindaco non aveva altra scelta se non proseguire con il parcheggio di Piazza Cittadella.

In ogni Consiglio e in ogni Commissione relativa a questa operazione ho sempre contestato, motivando e documentando, le scelte consapevoli e per me non condivisibili dell’attuale maggioranza. Non si scordi ad esempio che dal gennaio 2024 le tariffe per le strisce blu sono aumentate e al privato è stata concessa una diminuzione di canone da corrispondere al Comune oltre ad un ampliamento degli anni di concessione; ed ora ci troviamo con una piazza desolata, gli alberi abbattuti, un cantiere abbandonato e la faccenda dell’avvio dell’interdittiva di cui si parla.

E questo è aver messo l’Ente “sul pulito”?

Penso che il Sindaco stia semplicemente tentando di mettere le mani avanti sperando di eludere una responsabilità politica che è tutta di questa amministrazione”.




Liste di attesa in sanità: a Piacenza aprono due sportelli per affiancare i cittadini e far valere i loro diritti

Le lunghe liste di attesa per visite specialistiche, esami, od interventi sono purtroppo diventate una costante anche in Emilia-Romagna. La Regione ha recentemente varato nuove norme nel tentativo di risolvere questo problema ma, secondo il Coordinamento piacentino salute e medicina territoriale, si tratta più che altro di un escamotage per sgonfiare le liste ma solo su carta, travasando i pazienti in “pre-liste” senza però cambiare la situazione. Come ha spiegato Lino Anelli rimane comunque “inalterato ed esigibile il diritto costituzionale alla presa in cura nei tempi previsti dalla prescrizione medica” (vedi in fondo a questo articolo quali sono i tempi massimi previsti).

Il coordinamento scende ora in campo a fianco dei cittadini, con rinnovato vigore, per essere da pungolo all’Ausl di Piacenza. Dalla prossima settimana entreranno infatti in funzione due Sportelli Tutela Salute a cui ci si potrà rivolgere per informazioni o per far valere i propri diritti.

Il primo sarà aperto il martedì dalle 10.00 alle 11.30 presso la sede di Legambiente, in via Giordani 2 a Piacenza (negli stessi orari di apertura sarà anche possibile parlare con l’addetto chiamando il numero 0523 332 666).

Il secondo sportello sarà invece operativo il giovedì dalle 17.00 alle 18.00 presso la Coop Infrangibile, in via Alessandria 19 a Piacenza, Spazio banchetto GAP, Tel. 350 1967 317.  Si devono portare con sé  portare con sé la prescrizione del medico di bas, un documento di identità, la tessera sanitaria e l’eventuale risposta del CUP. Nel caso in cui si abiti in provincia e non si abbia la possibilità di raggiungere fisicamente uno dei due sportelli si può prendere contatto con gli stessi via telefono o ancora meglio scrivendo una email all’indirizzo Per informazioni scrivere a: coordinamentosanita.pc@gmail.com.

Lo sportello, gratuitamente, si occuperà di scrivere all’Ausl di Piacenza per sollecitare il rispetto delle tempistiche previste e nel caso in cui queste sollecitazioni non abbiano effetto anche di presentare ricorso (sempre gratuitamente) grazie ad un pool di avvocati che mettono a disposizione il proprio tempo.

Il Coordinamento ha già vinto alcune battaglie contro il servizio pubblico e, lo scorso dicembre, è riuscita – ad esempio –  a far riaprire il centro per le cure odontoiatriche di Castel San Giovanni. Attualmente sta seguendo alcuni casi legati a tempistiche troppo lunghe ad esempio per operazioni di ernia, di prostata e per visite allergologiche. L’esempio piacentino intanto fa scuola e sono state aperti sportelli anche a Parma, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara e altre sono in arrivo.

Sotto la lente del comitato anche il fenomeno delle cosiddette dimissioni selvagge, ossia la troppa fretta che hanno alcuni ospedali di dimettere i pazienti dopo le operazioni, con un occhio più alla carenza di letti che non al sereno decorso dei malati.

Il diritto alle prestazioni sanitarie e i tempi d’attesa

Il Servizio Sanitario Nazionale ha tra i suoi principi fondamentali quello di tutelare la salute dei cittadini, garantendo l’equità di accesso in base ai bisogni di salute e fornendo prestazioni efficaci.

Nel rispetto delle risorse disponibili e a fronte di una sempre crescente domanda di prestazioni da parte dei cittadini, è stato adottato in tutto il Paese un metodo che, utilizzando le classi di priorità, è in grado di garantire che vengano visti per primi i pazienti con problemi più seri e poi tutti gli altri.

Le classi di priorità e i tempi massimi da garantire Le classi di priorità sono uno strumento per differenziare il tempo di accesso alle visite specialistiche e alle prestazioni, regolandolo in base al quadro clinico e al rischio per la salute.

Da sempre i medici analizzano i problemi dei loro pazienti e consigliano o meno l’approfondimento diagnostico, decidendone la maggiore o minore urgenza. Questo comportamento è ora standardizzato; viene utilizzato anche per regolare il tempo di attesa per le prestazioni sanitarie e le nuove impegnative sono predisposte a questo scopo. Il medico curante assegna pertanto alla richiesta di visita o prestazione specialistica la classe di priorità a seconda di quanto precoce dovrà essere, a suo avviso, la loro esecuzione.

Sono state definite 4 classi di priorità, corrispondenti a 4 tempi massimi di attesa.

Per le visite e gli esami di primo accesso, il medico di base e lo specialista, sono tenuti ad indicare sulla prescrizione una classe di priorità con i seguenti standard temporali:

U – URGENTE con attesa massima 72 ore;
B – BREVE con attesa massima 10 giorni;
D – DIFFERIBILE con attesa massima 30 giorni per le visite e 60 giorni per le prestazioni diagnostico strumentali;
P – con attesa massima 120 giorni.
Per visite ed esami di controllo o comunque non relativi ad un primo accesso, il medico indica sulla ricetta la tempistica entro cui il cittadino deve effettuare le prestazioni a fianco della dicitura “accesso successivo”.

Vi è inoltre l’obbligo, da parte dello specialista, in caso di necessità di eventuali approfondimenti o di controlli, di provvedere alla presa in carico del cittadino effettuando la prescrizione e la prenotazione attraverso il sistema CUP nei tempi che ritiene necessari, evitando al cittadino di recarsi dal suo medico di base e al CUP.

Il rispetto dei tempi di attesa, indicati in ricetta, è previsto per tutte le prestazioni erogate dal SSR.




Katia Tarasconi interviene su piazza Cittadella: “Non ci sono atti formali che giustifichino la risoluzione del contratto”

Dopo che negli ultimi quattro giorni in città il dibattito politico (per l’ennesima volta) ha ruotato intorno alla vicenda di piazza Cittadella e alla notizia dell’avvio di una procedura per accertare eventuali infiltrazioni mafiose, Katia Tarasconi chiarisce la sua posizione e quella dell’amministrazione che guida attraverso un comunicato.
“C’è un concetto che va chiarito al meglio, perché ho l’impressione che nella nostra città ci sia chi vuol dipingere l’attuale Amministrazione comunale come poco trasparente rispetto al rapporto che esiste tra l’Ente e la società Piacenza Parcheggi.

È una narrazione distorta, che non ha niente a che vedere con la realtà dei fatti.

Se da un lato non abbiamo mai fatto mistero della nostra scelta politica, e cioè di voler vedere finalmente realizzato il parcheggio interrato di piazza Cittadella di cui si parla da decenni e di cui crediamo ci sia bisogno in città, dall’altro abbiamo sempre sostenuto che ciò non sarà mai fatto a tutti i costi. Ma ovviamente a patto che vengano rispettate tutte le norme, che l’iter amministrativo sia perfettamente in regola e conforme al contratto stipulato e che i costi rispettino quanto stabilito nel piano economico e finanziario approvato.

L’iniziativa condotta da questa Amministrazione, infatti si è indirizzata per cercare di riportare l’Ente “sul pulito”, ossia di perseguire la massima tutela del nostro Comune dopo anni di stallo.

L’Amministrazione, grazie al lavoro di Dirigenti e Uffici, ha messo dunque l’Ente in una posizione di forza e l’ha fatto basandosi su ciò che è stato ereditato dalle precedenti Amministrazioni, ovvero un valido contratto che risale al 2012 e che vede come concessionario la società privata Piacenza Parcheggi.

C’è chi questo contratto vorrebbe vederlo stracciato oggi stesso per i motivi più vari. Molto semplicemente: non si può. Anche immaginando, per pura fantasia, di voler vedere andare a monte l’intero progetto di riqualificazione di piazza Casali e piazza Cittadella, non è pensabile che un’Amministrazione comunale possa stracciare un contratto di concessione senza che ci siano ragioni concrete o disposizioni precise in tal senso che arrivino da organi istituzionali superiori. Facendolo, il Comune verrebbe esposto a una causa giudiziaria certa, costosa, e che già di per sé contravverrebbe a un interesse pubblico e della comunità.

In questi due anni così come a oggi, non sono esistiti né esistono atti formali che giustifichino la risoluzione del contratto da parte del Comune; ricordando che la “pratica Cittadella” è attenzionata da anni da Organismi ed enti sovracomunali – Anac compresa – che finora hanno accompagnato e attestato il percorso passo per passo.

Piacenza Parcheggi tuttora – come ha di recente confermato la Prefettura – è in possesso dei requisiti formali per poter essere interlocutore del Comune su questa partita. Si tratta di una società che, vale la pena ricordarlo a chi pare averlo dimenticato, è in rapporti con il Comune di Piacenza da oltre tredici anni. In altre parole, e partendo da una situazione che vedeva il Comune in una posizione addirittura di parziale inadempimento rispetto al contratto di concessione stipulato nel 2012, si è riusciti a rimettere la posizione in asse e sbloccare un’opera da troppo tempo in stallo. Grazie al lavoro degli Uffici comunali, l’Ente – che temporaneamente amministriamo tentando ogni giorno di fare il meglio per i piacentini – si trova ora “sul pulito”. Ovvero, una volta consegnata al concessionario l’area di cantiere, il Comune si è messo nelle condizioni di poter esercitare la sua funzione di controllo per quanto di sua competenza, e cioè con riferimento al crono-programma dei lavori e al relativo piano economico e finanziario. Funzione che il Comune sta svolgendo alla luce del sole.

Per intenderci,l’Amministrazione si è occupata di creare le condizioni affinché l’opera pubblica in questione venga realizzata. Ora, se è tutto in regola – e attualmente lo è, come ci confermano gli organi istituzionali superiori – l’iter per la realizzazione del parcheggio interrato di piazza Cittadella proseguirà con il Comune a svolgere i controlli che rientrano nelle sue competenze; viceversa, se dovessero intervenire motivi per i quali il concessionario risultasse privo dei requisiti necessari, si aprirebbe la strada della rescissione del contratto nella consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per mettere al riparo il Comune, e quindi i cittadini, da ripercussioni negative. Un’attenzione e una tutela doverosa che vale per Piazza Cittadella così come per tutte le altre opere in corso.

In buona sostanza, come sempre in questi casi, gli scenari sono due: o il titolare di concessione ha tutte le carte in regola per potersi relazionare con l’Ente comunale, oppure le carte in regola non le ha. E fino a questo istante, le carte risultano in regola. Nel momento in cui non dovessero più esserlo, si aprirà la strada della risoluzione contrattuale. Senza che però il Comune corra il rischio di dover subire contenziosi giudiziari.

Oggi quindi si prosegue, con l’intenzione rendere migliore un più ampio comparto della nostra città, che passa dalla realizzazione del parcheggio interrato e della riqualificazione di Piazza Cittadella per estendersi a Piazza Casali e al recupero delle ex Scuderie di Maria Luigia. Progetto che riteniamo di fondamentale importanza per il bene di Piacenza e dei piacentini.

Questo è quanto. Non esiste una versione della storia nella quale l’Amministrazione comunale forzi la mano, spinga affinché venga realizzata l’opera a tutti i costi, come pare voler far credere qualcuno. Il rapporto tra Comune e concessionario non è altro che il rapporto tra un ente pubblico e una società privata titolare di regolare concessione; è quindi un rapporto che si basa su atti e documenti ufficiali. Così come deve sempre essere per un ente pubblico”.




Industria piacentina: bene l’alimentare, in calo la meccanica

Confindustria Piacenza si avvia verso la propria ottantesima Assemblea che sarà un momento importante di celebrazione e forse anche l’occasione per dare notizia di nuovi importanti investimenti che potrebbero concretizzarsi, tra le altre cose, in un rafforzamento del polo universitario piacentino. Anche perché i verici dell’associazione industriali sono convinti del fatto rendere la nostra una città sempre più universitaria sia la strada giusta e da perseguire con la massima determinazione.
È questo uno degli elementi emersi oggi a margine della conferenza stampa indetta per presentare l’indagine congiunturale relativa al secondo semestre 2024. Il presidente Nicola Parenti, affiancato dal direttore Luca Groppi, ha risposto alle svariate domande dei giornalisti. Parenti ha sottolineato i problemi che derivano da costi dell’energia ancora troppo elevato e che rischiamo di spingere in altro l’inflazione, ostacolando gli investimenti delle imprese. Sul pericolo dei dazi americani è stata espressa preoccupazione ed attesa. Sarebbe un ulteriore ostacolo che si andrebbe ad aggiungere a quello causato dalle sanzioni alla Russia che hanno chiuso un mercato un tempo importante per il nostro export. Parenti si è augurato che si arrivo presto alla fine del conflitto in Ucraina non tanto per gli aspetti economici ma per l’enorme perdita di vite umane che ha fin qui comportato.
Si è anche parlato del PNNR. L’Italia è certamente il paese che ne ha maggiormente usufruito ma purtroppo per goderne appieno i benefici sono mancate due riforme, quella della giustizia e quella fiscale. Fortunatamente invece si è potuto porre rimedio ad una situazione di inciviltà che riguardava le scuole, molte delle quali sono state messe a norma sotto il profilo antisismico.
I dati dell’osservatorio congiunturali relativi al secondo semestre 2024 sono stati illustrati da Giulia Silva dell’Ufficio Studi
L’industria piacentina mostra una buona capacità di risposta al complesso contesto economico globale, chiudendo il 2024 con dati complessivamente ancora positivi, nonostante l’esposizione a diversi
fattori di incertezza.
La consueta Indagine Congiunturale condotta dall’ufficio studi di Confindustria Piacenza ha analizzato vari indicatori economici tra le imprese manifatturiere associate, confrontando l’andamento di fatturato, occupazione, ordini e giacenze nel secondo semestre 2024 rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente, nonché l’andamento degli investimenti nell’anno. Sono state altresì rilevate le previsioni degli stessi indicatori per il primo semestre 2025.
Nel secondo semestre del 2024, il fatturato complessivo delle aziende manifatturiere è rimasto
sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, registrando una lieve crescita dello 0,48%. Tuttavia, si riscontrano alcune difficoltà sul mercato domestico, dove l’intero comparto manifatturiero ha visto un calo del fatturato interno dello -0,36%, il primo dato negativo dal 2020.

Le esportazioni mostrano un andamento particolarmente positivo, soprattutto nel settore alimentare (+15,46%) e nella meccanica (+4,29%). Quest’ultimo settore evidenzia però una forte eterogeneità nelle performance delle diverse filiere. Le aziende attive nell’oil&gas e nelle infrastrutture energetiche stanno ottenendo risultati positivi, trainate da una domanda in forte crescita. Al contrario, il comparto delle
macchine utensili sta risentendo della contrazione di alcuni mercati chiave, in particolare la filiera automotive e il mercato tedesco, che tradizionalmente assorbe una quota significativa della produzione piacentina. Le aziende che hanno potuto diversificare i mercati di sbocco, orientandosi ad esempio verso altre aree geografiche, come gli Stati Uniti, o verso altri settori in espansione, come la difesa e l’aerospazio,
stanno beneficiando della crescita economica in queste aree e filiere.
L’occupazione si conferma in crescita (+1,63%); anche per questo dato, il settore meccanico risulta quello più prudente (+0,11%).
La variazione degli investimenti nel 2024 risulta nel complesso positiva (+3,09%), con particolare dinamismo nel settore alimentare (+7,70%). Le imprese hanno investito principalmente in impianti,
macchinari e formazione del personale, con una crescente attenzione alla digitalizzazione e alla sostenibilità. Tra i principali ostacoli agli investimenti emergono la carenza di personale qualificato (37%) e un livello di domanda atteso insufficiente (35%).
Per il primo semestre del 2025 le previsioni sono più caute rispetto a sei mesi fa e vedono diminuire la percentuale di chi si aspetta un aumento del fatturato e degli ordini nel semestre in corso.
Nonostante le incertezze economiche, l’occupazione mostra segnali positivi: il 18% degli imprenditori prevede un aumento del personale. Come evidenziato in questa indagine, la difficoltà nel reperire risorse umane resta uno dei principali ostacoli agli investimenti. Allo stesso tempo, il capitale umano si conferma
un elemento strategico per la crescita aziendale. Per mantenere competitività e innovazione, le imprese scelgono di investire nel personale, puntando su competenze e professionalità come leve fondamentali per affrontare le sfide del mercato.
Gli investimenti continueranno a concentrarsi nel 2025 su digitalizzazione, software, IT e formazione del personale, con una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale. Nonostante le difficoltà globali e le
incertezze derivanti dalle politiche commerciali internazionali, la transizione digitale e l’innovazione
sembrano essere considerati strumenti chiave per sostenere la competitività e il futuro delle imprese manifatturiere.
Il contesto globale e nazionale in cui si inserisce la congiuntura piacentina è rappresentato nell’ultima edizione della Congiuntura Flash, elaborata dal Centro Studi Confindustria.

Ripartenza stentata

A inizio 2025, il sostegno all’economia viene dal proseguire del taglio dei tassi anche
se l’inflazione sta risalendo alimentata dai rincari di gas e elettricità. L’industria è in crisi e i servizi trainano poco. Il PIL italiano, fermo nel 3° e 4° trimestre 2024, è atteso in lieve crescita. Sulle prospettive pesa l’incertezza sui possibili dazi USA, che rischia di frenare scambi e investimenti.
Prezzo del gas più che raddoppiato. Prosegue senza sosta l’aumento del prezzo del gas in Europa: 53
€/mwh a febbraio il TTF, da 49 a gennaio (26 un anno fa). Imprese e famiglie pagheranno di più anche per l’elettricità, visto che il prezzo in Italia rimane legato strettamente al gas: PUN a 155 €/mwh a febbraio,
da 143 (88 un anno fa). La quotazione del petrolio, invece, è in calo (76 $/barile, da 79).
Aumenta l’inflazione. Nell’Eurozona i prezzi al consumo dell’energia sono ormai in rialzo (+1,8% annuo a
gennaio) e la core alta e stabile (+2,7%): perciò l’inflazione è in aumento (+2,5%). In Italia, i prezzi
dell’energia sono risaliti quasi allo zero (-0,7% annuo) e la core è ferma su valori più bassi (+1,6%):
l’inflazione è pian piano cresciuta a +1,5% a inizio 2025, da un minimo di +0,7% nel corso del 2024.
Tassi: continua il taglio. A fine gennaio la BCE ha tagliato i tassi di un altro quarto di punto (2,75%, dal
4,00% iniziale), perché guarda all’inflazione sul medio termine, prevista in moderazione; secondo i
mercati, ci saranno altri due tagli nel 2025. In Italia, il tasso per le imprese è sceso finora di oltre un punto (4,40% a dicembre, da un picco di 5,59%), ma il credito resta in calo (-2,3% annuo).

Gli investimenti faticano a ripartire. La fiducia delle imprese a gennaio sale di poco (95,7 da 95,3), su valori vicini alla media 2024, e l’incertezza si riduce appena. Lato domanda, a inizio 2025 i giudizi sugli ordini recuperano di poco nella manifattura, un po’ di più nei servizi. Nel complesso, gli investimenti delle imprese non sembrano ancora beneficiare della politica monetaria meno restrittiva.

Consumi: crescita incerta. A dicembre si è avuto un recupero delle vendite al dettaglio (+0,8%), che ha limitato il calo nel 4° trimestre a -0,2%. A gennaio, la fiducia dei consumatori risale, pur su valori contenuti (98,2, da 96,3). L’ulteriore allentamento di politica monetaria stimola il canale del credito e il reddito totale è cresciuto nel 2024. In contrasto, l’indicatore ICC suggerisce una frenata a inizio 2025.

Servizi: crescita modesta. La spesa dei turisti stranieri si è assestata su un’espansione moderata (+1,3% annuo a dicembre). A gennaio, l’indice RTT (CSC-TeamSystem) segnala un calo del fatturato dei servizi; il PMI scende e resta appena in area espansiva (50,4 da 50,7), indicando una crescita striminzita; anche la fiducia delle imprese del settore si è ridotta a inizio anno (99,0 da 99,6).

Industria in affanno. La produzione è scesa a dicembre (-3,1%) dopo il marginale recupero a novembre: -1,1% nel 4° trimestre, il 7° consecutivo in calo: l’automotive segna un -36,6% su dicembre 2023. A gennaio, l’HCOB PMI è rimasto su valori recessivi (46,3 da 46,2) e l’RTT industria indica un fatturato in calo; la fiducia rimane su livelli bassi, le attese di produzione migliorano ma restano modeste.

Export debole. L’export di beni italiano ha mostrato una moderata risalita a dicembre (+1,9%), ma nel complesso del 2024 resta di poco negativo (-0,4% a prezzi correnti), a causa del calo delle vendite intra-UE (-1,9%), solo in parte bilanciato da un aumento extra-UE (+1,2%). Tra i settori, positive le dinamiche di farmaceutico e alimentari, negative quelle di automotive e pelletteria. Tra i paesi, calo nei primi mercati (Germania, USA, Francia), crescita in altre importanti destinazioni (Spagna, UK, Turchia).

Eurozona: l’industria non riparte. Secondo i PMI manifatturieri, a gennaio le principali economie dell’Eurozona sono sotto la soglia di espansione, esclusa solo la Spagna. Non cambia dunque il quadro offerto dai dati sulla produzione industriale di dicembre: Spagna in aumento (+1,4%), Germania in forte calo (-2,9%) e Francia in lieve flessione (-0,4%); anche il 4° trimestre 2024 si è chiuso bene solo in Spagna (+0,9%) mentre è stato negativo per Germania e Francia (-1,2% e -0,7%).

USA: domanda interna fiacca. L’industria a gennaio è salita oltre le aspettative (+0,5% la produzione), delineando un 1° trimestre 2025 positivo (+1,1% acquisito, dopo -0,3% nel 4° 2024). Le vendite al dettaglio, invece, sono scese in modo rilevante (-0,9%) per la prima volta da agosto, ma l’acquisito nel 1° trimestre rimane positivo (+0,2%). Rallenta anche la dinamica degli occupati (+143mila unità).

Cina: frenata dei consumi. La produzione industriale accelera di poco a novembre (+5,4% annuo, da +5,3%), trainata da high-tech (+8,7%) e attrezzature industriali (+7,8%); gli indicatori PMI suggeriscono che la manifattura rallenti a gennaio, pur restando in area espansiva. Intanto, frena la crescita dei consumi (+3,0% annuo a novembre, da +4,8%) e resta bassa la dinamica dei prezzi: al consumo è a +0,5% annuo in gennaio (da +0,1%), alla produzione è a -2,3% per il secondo mese consecutivo.
 
L’indagine dell’ufficio studi di Confindustria Piacenza ha rilevato le variazioni di
diversi indicatori economici tra le imprese manifatturiere (escluse le imprese
edili) associate. In particolare, sono stati indagate le variazioni di fatturato e
occupazione del secondo semestre 2024 e l’andamento della variazione degli
investimenti effettuati nel 2024; sono state inoltre registrate le previsioni
relative al primo semestre 2025. I dati sono stati raccolti mediante la
somministrazione di un questionario, effettuata a gennaio 2025.
Il fatturato nel secondo semestre 2024 ha registrato una variazione nel complesso ancora positiva, seppur
con alcune criticità e differenze tra settori. La variazione per l’intero comparto manifatturiero si attesta
a +0,48% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A differenza dell’indagine precedente,
l’andamento dei prezzi non ha avuto un impatto significativo sulla crescita, ma permangono incertezze
legate principalmente alla domanda interna.
Il fatturato estero continua infatti a essere il principale traino della crescita, con un incremento del
+4,00%, mentre il fatturato interno, per la prima volta dal 2020, segna un dato negativo (-0,36%),
suggerendo una domanda interna meno dinamica.
Guardando ai settori, il miglior risultato è quello del settore dei materiali edili (+7,32%), La buona
performance continua ad essere sostenuta da due importanti driver di sviluppo: gli incentivi fiscali per la
riqualificazione del patrimonio immobiliare, seppur depotenziati, e il piano di investimenti infrastrutturali
previsti dal PNRR. L’incremento appare però influenzato anche dall’aumento dei prezzi, che rimane
significativo (+4,67%).
Anche il settore alimentare continua, nel complesso, a mantenere un buon risultato (+3,30%), sostenuto
da un exploit del fatturato estero (+15.46%), a compensare il dato negativo del fatturato interno (-
1,15%).
Il settore meccanico, centrale per l’economia provinciale, registra una diminuzione del fatturato pari a –
0,66%. Sebbene le vendite estere abbiano segnato un incremento del +4,29%, il calo del mercato
domestico (-2,57%) ha impedito una crescita complessiva positiva. All’interno del settore meccanico, le
performance risultano eterogenee: le aziende legate all’oil&gas e alle infrastrutture energetiche registrano
dati positivi, mentre il comparto delle macchine utensili risente del ridimensionamento di alcuni mercati,
in particolare della filiera automotive e del mercato tedesco, tradizionale sbocco delle produzioni
piacentine. Al contrario, le imprese che intrattengono rapporti commerciali con gli Stati Uniti beneficiano
del buon ritmo di crescita del mercato statunitense.
Le industrie varie (tessile, arredamento, legno, chimica/plastica e altri) registrano invece una flessione
del fatturato del -5,32%. La riduzione riguarda sia il mercato estero (-19,70%) che quello interno (-2,17%).




Fondazione di Piacenza e Vigevano: eletti tredici nuovi membri del Consiglio Generale

È entrato nel vivo l’iter per il rinnovo della governance della Fondazione di Piacenza e Vigevano, avviato nell’autunno scorso. Sono stati eletti lunedì sera, con voto palese, tredici nuovi membri del Consiglio Generale che detterà le linee di indirizzo dell’ente di via Sant’Eufemia, a partire da fine aprile prossimo.

I consiglieri designati sono, per Piacenza: Valter Bulla, Luigi Cavanna, Vincenzo Cerciello, Francesca Colla, Ivano Fortunati, Fabio Leggi, Mauro Monti, Anna Muselli, Maria Grazia Sabato, Luigi Salice. I componenti rappresentativi del territorio di Vigevano finora designati sono Daniela Boffino, Rossella Buratti ed Elena Sisaro.

Come previsto dallo Statuto della Fondazione, i consiglieri eletti sono stati scelti dall’attuale Consiglio generale a partire da tredici coppie di candidati, un uomo e una donna, proposte ciascuna dagli enti designanti della Fondazione: Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, comuni della Provincia di Piacenza (eccetto il capoluogo), Camera di Commercio, Diocesi di Piacenza-Bobbio, Università Cattolica di Piacenza, Politecnico di Milano, organismi del volontariato di Piacenza e provincia, associazione La Ricerca, Conservatorio di Musica “G. Nicolini”, Comune di Vigevano, Diocesi di Vigevano e organismi del volontariato di Vigevano.
Tutti i candidati che erano presenti anche nel Consiglio uscente, sono stati riconfermati.

La costituzione del nuovo “parlamentino” sarà completata nel mese di aprile con la nomina di due consiglieri cooptati da parte dei tredici neoeletti, portando così a quindici il totale dei suoi rappresentanti.
Il Consiglio Generale della Fondazione è l’organo di indirizzo dell’ente ed è chiamato ad eleggerne Presidente. Dopo l’approvazione del Bilancio d’esercizio 2024 sarà lo stesso presidente Roberto Reggi a convocare i quindici rappresentanti del nuovo Consiglio Generale per la nomina del Presidente che guiderà l’ente di via Sant’Eufemia per i prossimi quattro anni.

Una volta eletto, il Presidente procederà alla definizione della sua squadra di lavoro, il Consiglio di Amministrazione, che potrà essere composto da un numero variabile di elementi, compreso fra sei e otto persone. Regolamento e procedure sono consultabili nello Statuto della Fondazione di Piacenza e Vigevano disponibile sul sito.




Vertice in prefettura per il ponte sul Po a Castelvetro Piacentino

Nel pomeriggio di oggi, mercoledì 26 febbraio, si è tenuto l’annunciato incontro presso la Prefettura di Piacenza relativo al Ponte sul Po, lungo la ss 10 “padana inferiore” tra Castelvetro Piacentino e Cremona, coordinato dal Prefetto, Paolo Ponta, alla presenza del Prefetto di Cremona, Antonio Giannelli, della Presidente della Provincia di Piacenza, Monica Patelli, del Presidente della Provincia di Cremona, Roberto Mariani, dei Sindaci di Castelvetro Piacentino, Silvia Granata, di Monticelli d’Ongina, Gimmi Distante, degli Assessori del Comune di Cremona, Simona Pasquali e Luca Zanacchi, dei Comandanti Provinciali dei Vigili del Fuoco di Piacenza e Cremona, Ing. Pier Nicola Dadone e Ing. Michele Castore, dei Comandanti delle Sezioni di Polizia Stradale di Piacenza e Cremona, commissario Nicola Di Lernia e Vicequestore Ettore Guidone oltre che del Responsabile Gestione Rete Anas Emilia Romagna, Gennaro Coppola.

In apertura dell’incontro i Prefetti di Piacenza e Cremona hanno richiamato l’importanza della tutela dell’incolumità pubblica, cui si sono associati i Presidenti delle due Province coinvolte e i rappresentanti degli enti locali intervenuti, i quali hanno evidenziato la strategicità del ponte per la vita quotidiana dei propri territori.

Sul piano tecnico i Comandanti dei Vigili del Fuoco di Piacenza e Cremona hanno riferito dell’esito dei recenti sopralluoghi condotti sull’opera, nonché delle misure sottoposte all’attenzione di Anas, quale attuale proprietario dell’infrastruttura.

L’opera è passata infatti dalla Provincia di Piacenza nelle competenze di Anas a far data dal 08/04/2021, in attuazione del D.P.C.M. 21 novembre 2019.

Al riguardo Anas ha rappresentato che, sin dal passaggio delle competenze, anche in applicazione delle Linee Guida Ponti, di aver inserito l’opera in un piano di sorveglianza e di monitoraggio costante che prevede ispezioni principali annuali, a cura di ingegneri abilitati, nonché ispezioni ricorrenti con cadenza trimestrale, assicurandone la sorveglianza e tutte le attività ricorrenti tese al mantenimento delle ordinarie condizioni di percorribilità, quali, tra le altre, quelle afferenti a ripristini puntuali delle pavimentazioni stradali, all’occorrenza e più di frequente a seguito di precipitazioni meteo particolarmente intense.

L’infrastruttura inoltre sarà oggetto di prossimi lavori di manutenzione rimasti in carico alla Provincia di Piacenza, precedente gestore, che, avendo mantenuto il finanziamento di cui al Decreto del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti 01 febbraio 2018, n. 267, per un importo di circa 7,6 milioni di euro, ha chiuso, nell’estate 2024, le relative procedure di affidamento e, di recente, ha avviato le prime attività di cantiere operando dalla golena del fiume.

Ciò posto, Anas ha altresì annunciato che per consentire e agevolare l’esecuzione della prima fase di lavori da parte della Provincia di Piacenza, come da essa stessa richiesto, a partire da lunedì 3 marzo, per una durata di 45 giorni, verrà disposto il divieto di transito a tutti i veicoli con carico superiore alle 7,50 tonnellate, ad esclusione di quelli adibiti al trasporto pubblico di persone, fino ad un max di 20 tonnellate, ed a servizi essenziali e di emergenza, permanendo il divieto di transito per i veicoli con massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate, che trasportano prodotti infiammabili o esplosivi, nella fascia oraria dalle ore 07:00 alle ore 19:00. Lungo l’intero sviluppo del ponte verrà altresì imposto il limite di velocità di 30 km/h per tutti gli autoveicoli.

E’ in fase di avvio la progettazione un ulteriore intervento straordinario di manutenzione a seguito dell’ottenimento da parte di Anas di un nuovo finanziamento ministeriale di 8,5 milioni di euro.

Alla luce del nuovo disposto saranno intensificati i controlli da parte delle Forze dell’ordine, Polizie provinciali e locali per garantirne il rispetto.




Piazza Cittadella. Il prefetto Ponta incontra il sindaco: “Allo stato la società concessionaria non risulta destinataria di alcun provvedimento interdittivo”

Dopo che ieri sera il capogruppo di Fratelli d’Italia Sara Soresi, in consiglio comunale, aveva dato notizia dell’avvio di un procedimento per interdittiva antimafia a carico della concessionaria del parcheggio di piazza Cittadella,  nel tardo pomeriggio di oggi il prefetto Paolo Ponta ha diffuso un comunicato in cui afferma che “allo stato la società concessionaria non risulta destinataria di alcun provvedimento interdittivo ai sensi dell’art. 91 del d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159”. La stessa Soresi ieri sera non aveva però parlato di un’interdittiva già in essere (leggi e ascolta qui), bensì “dell’avvio del procedimento per interdittiva” che è cosa diversa. Un punto che non viene quindi chiarito appieno dal comunicato della prefettura che riportiamo in forma integrale qui di seguito:

«Con riferimento alle recenti notizie e a quanto emerso nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale di Piacenza rispetto al cantiere del parcheggio interrato di Piazza Cittadella, nel pomeriggio odierno, il Prefetto, Paolo Ponta, ha ricevuto il sindaco, Katia Tarasconi, unitamente al direttore generale, Luca Canessa, ai quali è stato confermato che allo stato la società concessionaria non risulta destinataria di alcun provvedimento interdittivo ai sensi dell’art. 91 del d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159 (c.d. interdittiva prefettizia antimafia), risultando pertanto abilitata a intrattenere rapporti contrattuali con la Pubblica Amministrazione.
Pertanto, il Comune continua a svolgere regolarmente la propria attività di vigilanza nell’appalto in questione in piena collaborazione con la Prefettura e gli altri organi dello Stato.
Nell’occasione il Prefetto ha infatti ribadito la massima attenzione del Gruppo Interforze Antimafia, coordinato dalla Prefettura, sul predetto cantiere come su tutti i cantieri per la realizzazione di opere pubbliche insistenti nel territorio provinciale, a tutela della legalità».




Adescavano uomini su una chat di incontri e poi li rapinavano: tre giovani arrestati

Adescavano le vittime su una App di incontri e le attiravano in luoghi appartati. Qui una banda di giovani sovrastava numericamente il malcapitato e minacciandolo anche con coltelli lo rapinava. Era questo il modus operandi di tre giovani italiani di età compresa fra i 19 ed i 31 anni, a cui sono stati contestati due episodi specifici e che sono stati arrestati la mattina di sabato 22 febbraio dai carabinieri della compagnia di Fiorenzuola d’Arda, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Piacenza su richiesta della procura.

I cyber-adescatori, secondo la ricostruzione degli inquirenti, hanno agito nel primo pomeriggio del 1° febbraio e nella tarda serata del 9 febbraio 2025 dopo aver contattato le loro due vittime tramite una nota chat di incontri che garantisce l’anonimato degli iscritti.

Si sono dati un cosiddetto appuntamento “al buio” in una località appartata del Comune di Villanova sull’Arda. Un uomo, originario della provincia di Parma, si è trovato di fronte oltre all’individuo conosciuto in rete ma anche altre due persone, una delle quali armata di coltello. Il terzetto, tramite minacce, ha preteso soldi in contanti.  Lo sfortunato ha però avuto la prontezza di risalire a bordo della propria autovettura e fuggire, senza riportare conseguenze. Anche la seconda vittima era un uomo della provincia di Parma. Davanti all’aggressione ha reagito ingaggiando una colluttazione. Ha però rischiato di rimanere soffocato quando è caduto in un canale ed uno degli aggressori gli tenuto la testa bloccata nell’acqua. Nonostante tutto anche lui alla fine è riuscito a scappare ed a rifugiarsi in auto, chiudendo le portiere e chiamando il 112. Nel frattempo il trio si era dato alle gambe,  portando con sé le chiavi dell’auto della vittima. I carabinieri di Villanova hanno passato al setaccio le telecamere delle zone circostanti ed hanno alla fine rintracciato i tre aggressori ma anche altre due persone che avevano svolto la funzione di palo, almeno nel primo episodio: una di queste era una donna. Viste le prove raccolte e la pericolosità dei soggetti la procura della Repubblica di Piacenza ha richiesto le misure cautelari dell’arresto in carcere eseguite sabato, anche con il supporto dei carabinieri del comando provinciale di Cremona. I tre sono stati portati alle Novate mentre i due complici sono stati denunciati. Le accuse, a vario titolo, nei confronti dei cinque, sono di tentata rapina in concorso, rapina in concorso, porto abusivo di arma e lesioni personali aggravate.

Durante le perquisizioni effettuate sia in provincia di Piacenza sia in quella di Cremona, sono stati rinvenuti oggetti ritenuti di particolare interesse investigativo, tra cui tre coltelli e una pistola giocattolo priva di tappo rosso.

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Nuove nubi sul cantiere di piazza Cittadella

Cosa succederebbe se all’improvviso sulla già intricatissima vicenda di piazza Cittadella irrompesse anche un’ipotetica interdittiva antimafia? È la domanda che sorge spontanea dopo che questa sera, al termine del consiglio comunale, durante le comunicazioni, la capogruppo di Fratelli d’Italia Sara Soresi ha sganciato quella che – se confermata – sarebbe una vera e propria bomba politica. L’esponente del partito della Meloni ha reso noto che, da quanto le è stato riferito, sarebbe stata avviato il procedimento previsto dal Decreto legislativo 159 del 2011. A questo link sul sito del consiglio comunale si può ascoltare il suo intervento. Qui di seguito la trascrizione dello stesso:“Ho appreso – ha detto Soresi parlando del cantiere di piazza Cittadella – una notizia da verificare, che vi invito a verificare, che è piuttosto allarmante: mi è stato riferito che sarebbe stato notificato l’avvio del procedimento per interdittiva ai sensi degli articoli 91 e seguenti del Decreto legislativo 159 del 2011. Sono certa che il concessionario avrà tutti gli elementi per evitare questa interdittiva fornendo tutti i necessari chiarimenti. Ma se così non fosse, cosa facciamo? Potremmo andare incontro ad uno periodo di stallo davvero lungo, una situazione preoccupante per la prosecuzione di un’opera che non ho mai condiviso, ma che certo non puó trovarsi nello stato in cui si trova attualmente”.

Vediamo cosa comporta un’interdittiva antimafia
L’interdittiva antimafia è un provvedimento amministrativo del prefetto che mira a tutelare l’economia da infiltrazioni della criminalità organizzata e produce l’effetto di escludere l’imprenditore (colpito da essa) da contratti con la pubblica amministrazione.

Al termine di un’articolata procedura il prefetto può decidere che ci siano o che non ci siano le condizioni per un provvedimento di interdittiva antimafia.

A chiarire le conseguenze della prima ipotesi é la stessa Anac, l’autorità anticorruzione: “In presenza di una informativa interdittiva, la Stazione appaltante deve adeguarsi agli accertamenti eseguiti dal Prefetto, e dunque procedere all’annullamento dell’aggiudicazione”.

Cosa può fare l’impresa che si ritenga ingiustamente colpita da interdittiva

Un’impresa colpita da interdittiva può impugnare il provvedimento davanti al Tar e l’eventuale sentenza del tribunale amministrativo può essere oggetto di ricorso al Consiglio di Stato.

È evidente che un’interdittiva antimafia, al di là di qualunque altra considerazione, quando interviene su un appalto in corso di svolgimento rischia di provocare un lungo periodo  di incertezza, congelando i lavori.

Una situazione che ci si augura non debba accadere a Piacenza. Un cantiere fermo in attesa che si concludano le procedure giudiziarie sarebbe una vera iattura per tutti.