I sindacati contro Enel e-distribuzione: “A Piacenza condizioni di lavoro insostenibili e qualità del servizio a rischio”

La situazione in Enel e-distribuzione torna a far discutere e i sindacati alzano la voce. Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil di Piacenza denunciano un peggioramento radicale delle condizioni di lavoro e gravi ripercussioni sulla qualità del servizio elettrico, a fronte di impegni aziendali presi nel 2022 e mai rispettati.

Durante la vertenza nazionale di due anni fa, l’azienda aveva assicurato che avrebbe mantenuto all’interno le attività più delicate e strategiche, evitando esternalizzazioni dannose, e che avrebbe varato un piano di assunzioni per rafforzare le squadre operative. Tra gli impegni, anche la sperimentazione di un nuovo orario sfalsato in alcune Unità Territoriali, con il coinvolgimento dei sindacati nel monitoraggio degli effetti.

Grazie all’opposizione compatta dei sindacati locali e al coordinamento con le segreterie regionali, inizialmente Piacenza era stata esclusa dalla sperimentazione. “Abbiamo sempre considerato quell’orario inefficace e pericoloso per la sicurezza. Oggi gli indicatori ci danno ragione: i risultati promessi non ci sono stati”, affermano i rappresentanti sindacali.

Nonostante le criticità della sperimentazione, Enel ha deciso di estendere il nuovo orario a tutto il territorio nazionale, senza ascoltare il parere dei lavoratori né attendere un’analisi condivisa dei risultati. E soprattutto, sottolineano i sindacati, “senza affrontare il nodo cruciale della carenza di personale”.

A Piacenza, denunciano i sindacati, questa scelta si traduce in una crescente disorganizzazione. “Le squadre operative sono spesso dimezzate, le attività diventano sempre più difficili da programmare, ferie e riposi non sono più garantiti. La reperibilità è fuori controllo e anche le attività ordinarie si trasformano in emergenze quotidiane”, spiegano. Intanto, i tanto attesi investimenti legati al PNRR rischiano di restare sulla carta.

Le conseguenze si riflettono anche sulla qualità del servizio: rallentamenti, disservizi e una rete elettrica sempre più fragile. “La sicurezza è compromessa, come già evidenziato dalle segreterie nazionali nel recente comunicato che richiamava i blackout verificatisi in diverse aree del Paese”, ricordano i sindacati.

Un’altra ferita aperta è quella del presidio di Castel San Giovanni, struttura strategica per il territorio che Enel aveva promesso di riattivare. Ma, a distanza di tempo, nulla è stato fatto. “Tutto fermo, nessun passo concreto è stato compiuto”, denunciano i rappresentanti sindacali.

I sindacati lanciano un appello alla cittadinanza e ai media locali: “È in gioco la qualità dell’energia che alimenta le nostre case, scuole e ospedali. Dietro quel servizio ci sono lavoratrici e lavoratori che operano ogni giorno, spesso in condizioni difficili. È ora di cambiare rotta e rispettare il lavoro”.

Concludono con fermezza: “Non accetteremo oltre politiche aziendali che peggiorano le condizioni operative e tradiscono gli impegni presi. Piacenza non ci sta”.




Magazzino  BSB- Unieuro. Accordo secondo livello della Filt Cgi: 1900€ di premio

Siglato accordo di 2 livello tra FILT CGIL e BSB, azienda che lavora in appalto per la multinazionale Unieuro leader delle vendite di elettrodomestici e di elettronica, accordo che prevede per più di 300  lavoratori  del magazzino centrale di Piacenza un importo di più di 1900€ tra Premio di Produzione e presenza  per l’anno 2025.
“Come FILT CGIL – dichiara il sindacato – siamo estremamente soddisfatti di continuare a difendere il salario dei lavoratori e  dal  caro vita con accordi di sito innovativi e redistributivi della ricchezza prodotta dai lavoratori”.




I sindacati sui fatti di via IV Novembre: “La violenza non può mai essere giustificata, nemmeno di fronte a eventuali provocazioni”

Continuano le prese di posizione sulla rissa di via IV Novembre.Oggi arrivano quelle dei sindacati che pubblichiamo qui di seguito.

Cisl e Uil Piacenza

Michele Vaghini – Cisl Parma Piacenza e Francesco Bighi – Uil Piacenza, firmano un comunicato congiunto.

“L’episodio di violenza verificatosi in via IV Novembre rappresenta un segnale di allarme, un avvertimento a tutti i piacentini per quella che è una strada da non percorrere nei prossimi anni.
Innanzitutto, sarà fondamentale attendere che le indagini delle forze dell’ordine facciano piena luce sulla dinamica dei fatti, per comprendere responsabilità e circostanze precise di quanto accaduto.
Episodi come questo ci riportano alla mente quanto l’odio basato sulla nazionalità sia un veleno sociale che la storia del Novecento ha tragicamente insegnato essere pretestuoso e distruttivo per l’intera comunità.
Non possiamo permettere che pregiudizi di questo tipo inquinino il tessuto sociale della nostra città.
È importante sottolineare che le migliaia di lavoratrici e lavoratori stranieri che operano quotidianamente nei diversi settori produttivi piacentini – dalla logistica alla metalmeccanica, dal commercio alla ristorazione, dall’agricoltura all’edilizia fino ad arrivare all’assistenza alle persone e alla sanità – non possono e non devono essere accomunati a chi commette reati. Questa distinzione è fondamentale per mantenere la coesione sociale.
La violenza non può mai essere giustificata, nemmeno di fronte a eventuali provocazioni.
Il dialogo e la legalità devono sempre prevalere sulla forza bruta.
In vista delle prossime manifestazioni organizzate nel nostro territorio, ci auguriamo che si svolgano nel pieno rispetto delle regole democratiche e della sicurezza pubblica, come sempre avvenuto durante la festa dei lavoratori, ogni 1° maggio.
Infine, il tema della sicurezza urbana non deve diventare appannaggio esclusivo di una parte politica: riguarda tutti i cittadini e richiede un approccio condiviso, basato su dati oggettivi e soluzioni concrete, non su strumentalizzazioni ideologiche.
La cultura del “farsi giustizia da soli” rappresenta un fenomeno che si allontana completamente dai principi di giustizia e di ristabilimento dell’ordine pubblico, configurandosi invece come un elemento che alimenta ulteriormente le tensioni e la frammentazione del tessuto sociale.
È del tutto legittimo che i cittadini richiedano alle istituzioni competenti maggiore sicurezza e il pieno rispetto delle norme che regolano la convivenza civile, perché la sicurezza è un tema che non dev’essere appannaggio di parti politiche ma è un bene che riteniamo debba considerarsi comune.
Tuttavia, quando si passa dall’esigere interventi istituzionali al sostituirsi alle autorità preposte, si entra in un territorio non solo pericoloso ma anche contrario alla legge.
Questa deriva verso forme di “giustizia privata” diventa ancora più preoccupante quando viene amplificata dalla ricerca di visibilità sui social media, dove la spettacolarizzazione degli episodi finisce per esacerbare ulteriormente le dinamiche conflittuali.
Tali azioni, in realtà, non producono alcun effetto positivo.
Non rappresentano né un deterrente efficace né una soluzione. Rispondere con la rabbia si rivela controproducente perché innesca unicamente meccanismi di odio e contrapposizione, creando un circolo vizioso che allontana sempre di più dalla possibilità di costruire soluzioni costruttive e durature”.

CGIL Piacenza

“La Camera del Lavoro – CGIL di Piacenza condanna fermamente l’aggressione a sfondo razziale avvenuta pochi minuti prima delle 23 di mercoledì 25 giugno in via IV Novembre.

Secondo quanto emerge da notizie di stampa, testimonianze dirette e dalle prime indagini della polizia giudiziaria, si sarebbe trattato di una violenta aggressione a sfondo razziale al termine di una manifestazione dedicata alla sicurezza che si era svolta poco prima al Pubblico Passeggio.

Due ragazzi di 22 e 24 anni, uno studente e un lavoratore, hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere.

In attesa che le indagini facciano piena luce su quanto accaduto è necessario ribadire con forza che Piacenza, decorata con la medaglia d’oro alla Resistenza, è da sempre una comunità capace di includere e integrare, grazie al lavoro, all’associazionismo, al volontariato e alle reti sociali forti e collaborative del territorio.

L’aggressione di mercoledì scorso è un segnale preoccupante che va condannato con determinazione. Come cittadini ci rivolgiamo alle istituzioni, a partire dal Ministero degli Interni, al quale chiediamo risposte in termini di contrasto a episodi di intolleranza razziale inaccettabili.

Episodi come quello avvenuto non sono degni della nostra storia e devono essere respinti e condannati con chiarezza da tutti coloro che rivestono un ruolo pubblico, a partire da movimenti e partiti che fanno della rappresentanza democratica la propria ragion d’essere. Una rappresentanza che, per essere davvero legittima, deve essere incardinata e ispirata ai principi costituzionali: lavoro, antifascismo, inclusione, pari opportunità.

Purtroppo, i fenomeni neofascisti trovano alimento anche nella normalizzazione del linguaggio d’odio.

L’opinione pubblica piacentina, negli ultimi giorni ha assistito a notizie preoccupanti attorno alla presenza di circoli di ispirazione neofascista. Poco dopo, una manifestazione sulla sicurezza pare dimostrarsi la cosa più insicura per una città: sfociare in gravi problemi di ordine pubblico per un’aggressione a sfondo razziale.

Quindi condannare questi episodi è un dovere all’interno di una comunità democratica e costituzionale.

Saremo sempre al fianco dei valori di solidarietà, rispetto, inclusione, partecipazione e antifascismo, che rappresentano le fondamenta della nostra convivenza civile e della nostra Costituzione”.

Le precedenti reazioni si possono leggere qui. 




Sindacati. Grande adesione allo sciopero dei lavoratori Lidl a Piacenza

È stato un successo lo sciopero che nei giorni scorsi ha interessato i punti vendita della Lidl anche Piacenza, con un’adesione arrivata al 90%, secondo quanto riferiscono Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL.

La mobilitazione, culminata con il presidio di sabato 24 maggio davanti al punto vendita Lidl di via Calciati, ha visto la partecipazione convinta delle lavoratrici e dei lavoratori dei vari supermercati della provincia. “Sono stati fatti margini da capogiro grazie alla forza lavoro: ora vogliamo la nostra parte”, è il messaggio arrivato forte e chiaro dal presidio.

La giornata di sciopero, proclamata a livello nazionale per il mancato rinnovo del contratto integrativo aziendale, ha riguardato circa 23mila dipendenti Lidl in tutta Italia. La rottura del tavolo di trattativa ha spinto le organizzazioni sindacali a proclamare lo stato di agitazione con blocco delle prestazioni straordinarie e supplementari, fino allo sciopero del 24 maggio.

“Tra i principali motivi della rottura – spiegano i sindacati – vi è la volontà dell’azienda di non redistribuire in maniera adeguata gli utili raggiunti, negando il giusto riconoscimento a chi ogni giorno produce il risultato. Ricordiamo che Lidl ha un fatturato di 7 miliardi di euro, con un utile ante imposte pari a 1,3 miliardi”.

Altre criticità segnalate riguardano l’organizzazione del lavoro, con carichi eccessivi dovuti alla carenza di personale e a una flessibilità spinta all’estremo, con gravi ripercussioni sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

“Chiediamo la riapertura immediata del confronto e un integrativo che riconosca realmente l’apporto fondamentale delle lavoratrici e dei lavoratori Lidl”.

 




Logistica Piacenza, Nippon spa internalizza 80 lavoratori

Nippon spa  internalizza  e assume sotto le proprie dipendenze dal 1 giugno 2025 nel magazzino di Burberry, noto marchio di abbigliamento di lusso, sito in Piacenza, circa 80 lavoratori ad oggi operanti come lavoratori in appalto.

Questo passaggio garantirà maggior stabilità economica e normativa ai lavoratori con la fine degli appalti dopo quasi 15 anni.
Le organizzazioni sindacali FILT Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti ribadiscono la propria soddisfazione del risultato raggiunto con l’azienda e che lo strumento  dell’internalizzazione garantisce stabilità e garanzia per i lavoratori per un lavoro fatto di maggior sicurezza, dignità e diritti nella logistica.




FNP Cisl e Uil Pensionati: “Cau, punto dolente dell’assistenza sanitaria”

I sindacati dei pensionati intervengono sui CAU, i pronto soccorso light che a loro giudizio non stanno funzionando come avrebbero dovuto. La riforma dei servizi territoriali, voluta con il Decreto Ministeriale 77/2022 (DM 77) e concretizzata nell’istituzione dei Centri Assistenziali Unitari (CAU), doveva rappresentare uno snodo fondamentale per garantire cure primarie integrate e coordinate. Tuttavia le promesse sembrano disattese, almeno in parte.

Nonostante la Direzione Generale della AUSL possa formalmente dimostrare di rispettare le norme, emerge chiaramente che, nella sostanza, lo spirito del DM 77 viene ignorato, compromettendo l’efficienza e la qualità della medicina territoriale.

“I cittadini, in particolare pensionate e pensionati, esprimono insoddisfazione e ce lo riferiscono – affermano Aldo Baldini e Pasquale Negro di FNP Cisl e Uil Pensionati. I CAU, pur rispettando apparentemente la cornice normativa, dotandosi ad esempio di sedi adeguate, mancano spesso delle figure sanitarie necessarie a garantirne il funzionamento effettivo”. Alcuni centri risultano privi di personale specializzato, come infermieri dedicati alla continuità assistenziale o operatori socio-sanitari formati per gestire patologie complesse. In alcuni casi, persino la figura del coordinatore del CAU viene affidata a professionisti già oberati da impegni clinici, senza tempo né risorse per supervisionare le attività. La composizione stessa del personale medico presenta fragilità, sollevando interrogativi sulla continuità e qualità dell’assistenza.

Questa carenza di personale adeguatamente qualificato e dedicato, ha inevitabili ripercussioni sull’efficienza della medicina territoriale. Senza un team multidisciplinare capace di collaborare in modo sinergico, i CAU rischiano di diventare poco più che “contenitori vuoti”, incapaci di rispondere alle esigenze dei cittadini. I pazienti si ritrovano ad affrontare lunghe attese e visite frammentate. La situazione penalizza in modo particolare le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli anziani, i malati cronici e i pazienti con bisogni socio-sanitari complessi. L’assenza di figure specifiche, quali assistenti sociali o psicologi, rende difficile gestire casi che richiedono un approccio globale.

Un’altra criticità preoccupante è l’assenza di un vero triage infermieristico. I pazienti vengono gestiti secondo l’ordine di arrivo anziché in base alla priorità clinica, una modalità che espone a rischio sia i pazienti che i professionisti sanitari. Il sistema di triage telefonico del numero unico 116-117, che dovrebbe fornire un filtro preventivo, non è ancora pienamente operativo. La valutazione dei pazienti è affidata sporadicamente a infermieri senza un protocollo sistematico.

Le criticità non sono casuali: i centri rimangono sotto-organizzati e non pienamente efficienti, vanificando gli obiettivi della riforma. Persino l’uso di strumenti digitali appare inadeguato.

Per garantire il successo dei CAU e un’assistenza efficace, è necessario un cambiamento d’approccio.

Senza questi interventi urgenti, i CAU rischiano di rimanere un progetto incompiuto. “Non è possibile, sottolineano le categorie dei pensionati, che i nostri associati ci riportino di essere continuamente sollecitati a recare con sé documentazione cartacea anche se i dati si trovano in un pc della stessa sede. È tempo che la AUSL dimostri con i fatti di avere a cuore il benessere dei propri assistiti, traducendo finalmente in azioni concrete gli obiettivi del DM 77”.




Fp Cgil: Gli organici dei Vigili del Fuoco sono insufficienti

“Questa mattina abbiamo incontrato il Sig. Prefetto, alla presenza anche del Comandante e Vicecomandante dei Vigili del Fuoco di Piacenza, per rappresentare la grave situazione di carenza organica, che purtroppo pesa su tutti i comandi della Regione, e che su Piacenza significa 25% di personale in meno”
Così Giovanni Molinaroli (Coordinatore Provinciale Fp Cgil VVF Piacenza) e Melissa Toscani (Segretaria Generale Fp Cgil Piacenza). “Il grande numero di ore straordinarie assegnate al nostro comando è significativo del problema. Gli straordinari sono al momento l’unica possibiltà per dare continuità all’assistenza alla popolazione, ma la soluzione per garantire un soccorso puntuale ed efficace, nel rispetto della sicurezza degli operatori non può essere questa: serve un piano di assunzioni che risponda effettivamente ai fabbisogni”
“Il Sig. Prefetto” – proseguono Molinaroli e Toscani – “Ha colto alla perfezione la contraddizione di una provincia come Piacenza, strategica perché posta al crocevia di tre regioni e che vede il passaggio di migliaia di persone ogni giorno (si pensi solo alla logistica e al grande traffico viario che comporta). E dove, invece, molto spesso i giovani neoassunti dalle pubbliche amministrazioni non desiderano restare, un dato di fatto che ci fa riflettere sull’efficacia degli attuali sistemi di assunzione nazionali.
Inoltre, la nostra provincia ha un territorio in parte montano, con località che si raggiungono con grande disagio e altre che sono meta di turismo o di rientri per le vacanze degli emigranti.
Anche per questo è necessario non solo che gli organici siano completi per garantire l’adeguata copertura delle necessità di soccorso e intervento, ma anche mantenere lo status di sede disagiata per il distaccamento di Bobbio”
“Abbiamo visto una positiva concordanza di intenti sia con il Sig. Prefetto che con il Comandate. Il Sig. Prefetto ha dato la propria disponibilità per l’invio di una nota al Ministero e al Prefetto di Bologna, oltre che per conoscenza alla Direzione Regionale VVF”.
“Continueremo a tenere viva l’attenzione” – concludono i rappresentanti Fp Cgil – “perché il comando di Piacenza possa avere un organico e attrezzature adeguate a rispondere sempre con prontezza alle necessità dei cittadini, operando in sicurezza. Sta a chi governa, al di là degli slogan, agire in modo che il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco possa lavorare al meglio”




CGIL di Piacenza: nuovo sito internet e sbarco su Instagram

La CGIL di Piacenza lancia il nuovo sito internet www.cgilpiacenza.it, completamente rinnovato nei contenuti, nella grafica e nella struttura, per garantire maggiore accessibilità e trasparenza al lavoro del sindacato sul territorio. Contestualmente, apre anche il nuovo profilo Instagram, @cgilpiacenza, per raccontare la vita sindacale con un linguaggio semplice, immediato e visivo, rivolto anche alle nuove generazioni.

“Tutto questo coincide con la campagna referendaria che porterà al voto dell’8 e 9 giugno – ha spiegato Ivo Bussacchini, segretario generale Cgil in conferenza stampa – abbiamo deciso di rinnovare completamente la nostra presenza online per rendere ancora più accessibile e trasparente il nostro lavoro quotidiano. Il sito è stato pensato per facilitare il contatto con le persone e offrire informazioni chiare sui servizi, e sulle attività degli uffici. Questo è il primo passo per un riposizionamento che passerà da un secondo sito che affronterà tutte le notizie sindacali sul lavoro della Cgil e infine un terzo portale dedicato ai pensionati piacentini. La comunicazione oggi è parte essenziale dell’azione sindacale: essere presenti online in modo efficace significa difendere meglio i diritti.”

A curare lo sviluppo del nuovo sito è stata l’agenzia Gedinfo, rappresentata da Giacomo Biffi, che sottolinea: “Abbiamo lavorato per costruire uno strumento che fosse moderno, facile da navigare, accessibile e soprattutto utile. Le persone devono poter trovare quello che cercano in pochi clic, senza barriere tecniche o informative”. In questo senso è stato realizzato un nuovo sistema sulle presenze e sui servizi nei territori. Un punto chiave del progetto è stato anche l’integrazione con i servizi digitali interni del sindacato. Lo ricorda Andrea Bersani, del Centro Servizi Informatici della CGIL, che aggiunge: “Il nuovo sito della CGIL di Piacenza si inserisce in una strategia più ampia di digitalizzazione dell’organizzazione. Siamo al lavoro per rendere le strutture sindacali sempre più interconnesse, in grado di rispondere con prontezza alle esigenze del territorio, anche grazie alla tecnologia.” Mattia Motta, ufficio stampa della CGIL di Piacenza, spiega il senso generale dell’operazione: “Questo sito non è solo una vetrina, ma un ponte tra la CGIL e la comunità. Vogliamo raccontare la realtà del lavoro, le battaglie sindacali, ma anche le buone pratiche, i progetti, le persone. E per farlo serve un linguaggio comprensibile e strumenti adeguati.” Proprio in quest’ottica nasce anche il nuovo profilo Instagram @cgilpiacenza, presentato da Roberta Abbatangelo e Ambra Visconti di Rara Digital, che ha curato l’apertura e l’impostazione strategica del canale. “Instagram è una piattaforma visiva e narrativa – spiegano – e ci offre l’opportunità di raccontare il sindacato in modo coinvolgente, autentico. Non è solo un canale per i giovani: è uno spazio dove si costruiscono comunità, si trasmettono valori, si aprono conversazioni. La CGIL ha tante storie da condividere e da oggi potrà farlo anche qui.”

Il sito è già online, accessibile da qualsiasi dispositivo, e sarà aggiornato quotidianamente.
La pagina Instagram è attiva e pronta ad accogliere contributi, segnalazioni e interazioni da parte di tutte e tutti.




Sciopero generale. Secondo Ggil e Uil adesione altrissima con punte oltre il 90% nel manifatturiero

Centinaia di lavoratrici e lavoratori con CGIL e UIL in piazza a Bologna allo sciopero generale partiti da Piacenza per la manifestazione regionale, conclusa dal segretario generale Cgil Maurizio Landini. Rivendicano l’aumento di salari e pensioni, il finanziamento della sanità pubblica, istruzione, servizi pubblici e nuove politiche industriali. Dati di adesione molto alti in provincia di Piacenza.

Si va dall’85% di adesione alla Paver al 60% di alcuni marchi della GDO come Lidl, con i corrieri che consegnano la merce che al 70% hanno incrociato le braccia, stessa adesione alla Gibpo del comparto logistica passando al 53% della sicurezza privata di Sicuritalia; alta adesione nel comparto manifatturiero in senso stretto: punte del 97% in Diamond Service, 56% all’Astra veicoli industriali; 50% di adesioni allo sciopero alla Drillmec e alla Sitav, e qualcosa in più, 53%, alla Lift Tek Elecar. Lo sciopero a Piacenza, in questa giornata, raccoglie un’adesione media oltre il 70 percento.

Nel comparto pubblico adesione altissima, tanto che tutti i nidi comunali sono rimasti chiusi tranne una sezione. Braccia incrociate anche alla Cancelleria penale del Tribunale di Piacenza e chiuso anche asilo Unicoop causa sciopero.

“Sono numeri importanti, segno che le persone vogliono risposte – commentano i segretari generali di Cgil e Uil, Ivo Bussacchini e Francesco Bighi da Bologna – anche i dati dell’inflazione usciti oggi, confermano che l’aumento dei prezzi prosegue mentre i rinnovi dei contratti di lavoro non seguono l’andamento per scelte miopi della parte datoriale e la mancanza di visione industriale e di sistema-Paese della Finanziaria. Questo è più che mai uno sciopero necessario sul merito delle questioni”.

Una mobilitazione nazionale – lo ricordiamo – per cambiare la manovra economica. Otto ore di tutti i settori privati e pubblici, con il rispetto dei servizi pubblici essenziali. “Che spesso – denunciano i sindacati – avendo gli organici ridotti all’osso viene minato il diritto di scioperare”. Nonostante i tentatavi di depotenziare la protesta con precettazioni e campagne di disinformazione, migliaia di lavoratrici e lavoratori, insieme alle pensionate e ai pensionati di Piacenza, hanno incrociato le braccia per dare un segnale al Governo e alla parte datoriale.

Salari e pensioni tra i più bassi d’Europa, un definanziamento sempre più preoccupante della sanità e dell’istruzione pubblica, tassi di mortalità e infortuni gravi sul lavoro da bollettini di guerra e una politica industriale senza fiato e prospettiva sono questioni cruciali, che chiedono risposte immediate e un impegno forte della politica.

Il resto d’Italia

Altissima la partecipazione in tutti i settori produttivi e in tutto il Paese: 85% alla Ferrarelle in Valle Camonica, alla Lavazza di Vercelli, alle Acciaierie Beltrame Vicenza, nei punti vendita Coop e IperCoop della Liguria e alla Carrefour di Carugate (MI); 80% alla Siemens di Trento e alla Leonardo di Pomigliano d’Arco; 98% tra i somministrati della Lamborghini di Bologna; 90% all’Ikea di Genova,  alla Pirelli di Settimo Torinese e alla Fincantieri di Castellammare di Stabia; 75% a Poltrona Frau di Macerata, alla Italcementi di Brescia e alla Fincantieri di Palermo; 95% alla Isab di Siracusa.
Elevata l’adesione anche nel settore della conoscenza, con tante scuole completamente chiuse nelle maggiori città italiane.

Grande partecipazione alle 43 manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta la penisola. Più di 50 mila al corteo di Bologna, con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. E oltre 30 mila a Napoli, con il segretario generale della Uil PierPaolo Bombardieri.




Cgil Piacenza: “Dati shock per irregolarità sul lavoro”

“Una situazione sconfortante non solo in materia di rispetto delle normative, ma anche rispetto alla dignità del lavoro. Dai dati dei controlli dell’ITL e carabinieri emerge una spinta della parte datoriale a non rispettare norme e legislazioni mettendo a rischio i lavoratori in ambito previdenziale, salariale e di sicurezza”. Così la Cgil di Piacenza, in una nota, commenta i dati delle irregolarità aziendali emerse dopo verifiche dell’Ispettorato del Lavoro nella provincia emiliana.

Nei primi dieci mesi del 2024, infatti, a Piacenza il 50 per cento delle imprese controllate è risultata fuori norma con 63 persone impiegate “in nero” e accertamenti per un milione e 200mila euro di contributi evasi, con 579 lavoratori impiegati con irregolarità  a vario titolo e 230 infrazioni in tema di sicurezza sul lavoro.

“Una situazione che ci inquieta ma non ci sorprende: lo stesso Governo da tempo produce interventi che non rispondono ai bisogni del lavoro e generano peggioramenti in una situazione già grave e deficitaria. Finché si liberalizzano le questioni del lavoro ci saranno sempre più irregolarità a cascata, e aumentare i controlli è solo parte della soluzione: occorre superare condizioni di precarietà e affrontare i problemi strutturali del mercato del lavoro, non come si fa nel cosiddetto “decreto lavoro” meloniano”. C’è un’unica strada: va garantita un’occupazione stabile, dignitosa, sicura e tutelata: e ci batteremo con tutte le azioni necessarie a partire dai quattro referendum popolari sul lavoro e dallo sciopero generale proclamato il 29 Novembre prossimo.

“Da subito chiediamo che il Patto per il lavoro e per il clima, siglato a livello regionale tra parti sociali, istituzioni e società civile, sia rilanciato – è l’appello della Cgil – come i protocolli contro l’illegalità e per la sicurezza sul lavoro che in questi anni sono stati siglati nella nostra provincia in Prefettura. Ognuno faccia la sua parte”.