Donati a Piacenza 15 rifugi portatili per senzatetto

Sono stati consegnati oggi al comune di Piacenza dall’associazione Sheep Italia 15 rifugi mobili pensati per assicurare protezione dalle temperature rigide dell’inverno alle persone senza dimora. Questi shelter originariamente concepiti in Inghilterra vengono ora realizzati in Italia da tantissimi volontari e soprattutto dagli scout che assemblano i materiali, teli termici e impermeabili, utilizzando appositi nastri adesivi. Ognuna di queste tende ha un costo di circa 50 euro. Così come le coperte di lana, realizzate sempre da Sheep Italia, vengono donate ad associazioni presenti sul territorio nazionale. Ogni anno sono 3800 le coperte create e regalate ai senzatetto, come ha spiegato il presidente dell’associazione Saverio Tommasi che ha anche raccontato le caratteristiche degli Sheep Dreams. Superleggero, trasportabile in una sacca, si apre in pochi secondi e si richiude con estrema facilità. E’ in grado di mantenere la giusta temperatura corporea anche qualche grado sotto lo zero, in teroria fino a -6°. Non si tratta chiaramente di una normale alternativa ai dormitori in cui vengono ospitati i senzatetto d’inverno, ma una soluzione a problematiche specifiche, ad esempio – come ha illustrato l’assessore al welfare Nicoletta Corvi – per gli homeless che hanno animali e che non possono accedere ai rifugi.

L’assessore ha anche spiegato che a breve verranno approntati ulteriori dieci posti letto, la cui ufficializzazione e collocazione verrà resa nota nei prossimi giorni.

La presentazione dei “rifugi portatili” è stata anche occasione per spiegare come è strutturata la rete comunale di assistenza e accoglienza per le gravi marginalità che si articola su più servizi.

Dormitori
Il dormitorio Segadelli offre 10 posti letto, disponibili dalle 20.00 alle 8.00 e aperti 365 giorni all’anno.
A questo si affianca il dormitorio femminile Sant’Anna, con 4 posti letto, aperto dalle ore 19:30 alle ore 08:00 ogni giorno dell’anno.
Nei dormitori è presente personale educativo e un operatore notturno.

Oltre ai dormitori comunali sono presenti quelli gestiti dalla Caritas diocesana, dedicati a un’utenza maschile per complessivi 18 posti. Tra questi vi è il Nido di via Grondana (8 posti), il cui funzionamento è economicamente sostenuto dal Comune di Piacenza.

Con l’arrivo dell’inverno, per il quarto anno consecutivo l’amministrazione comunale apre il dormitorio comunale invernale, in fase di aggiudicazione in questo periodo. A questo si aggiunge quello della Sacra famiglia, gestito da Caritas e sempre rivolto a uomini, per ulteriori 8 posti, disponibili fino ad aprile.

A fronte di 32 posti in dormitori – maschili e femminili- ordinariamente disponibili sul territorio comunale, da novembre ad aprile quindi l’offerta di posti letto si amplia con ulteriori posti, offerti dalla rete dei soggetti attivi a favore dei soggetti senza dimora, tra cui il Comune di Piacenza.

Nei dormitori vi è l’obbligo della doccia all’ingresso e di presentarsi non alterati da alcol o sostanze, oltre al rispetto delle regole di convivenza. Possono essere accolte persone straniere solo se in regola con il titolo di soggiorno
La finalità principale dei dormitori è offrire sollievo alla persona che dorme in strada fornendo un riparo sicuro.
L’ingresso nella struttura permette anche, quando possibile, di aiutare la persona a favorire l’autonomia e/o benessere attraverso percorsi di inclusione sociale. Attraverso colloqui educativi si cerca di capire la situazione della persona e la sua disponibilità a lavorare con i servizi nella definizione di un possibile progetto di reinserimento sociale, che può riguardare la gestione delle problematiche sanitarie, psichiatriche, di dipendenza da sostanze, di ripresa lavorativa, di riattivazione delle reti relazionali.

Gli operatori dei dormitori comunali e di Caritas Diocesana seguono le persone accolte nei dormitori con incontri periodici e strutturati, finalizzati anche a gestire le richieste di nuovi accessi nelle strutture.

Servizi di coabitazione accompagnata

Alle persone prive di un alloggio e disponibili a lavorare con i Servizi nella definizione di un progetto individualizzato di reinserimento sociale e di accompagnamento all’autonomia, si offrono anche soluzioni alloggiative in servizi di coabitazione, supportate dalla presenza di una equipe multiprofessionale che coinvolge il personale educativo e le differenti figure specialistiche coinvolte (servizio sociale comunale, Dipartimento salute mentale e dipendenze patologiche, etc).
L’approccio metodologico utilizzato considera la coabitazione molto di più di un “appartamento supportato”: è un vero e proprio “sistema”, una rete di relazioni umane all’interno di un territorio sicuro e accogliente in grado di sostenere la persona nell’acquisire autonomia, recuperare le relazioni con la comunità di riferimento, assumere un ruolo sociale.

Gli appartamenti comunali dedicati a questo servizio sono quello maschile, con 7 posti, e quello femminile, con 6 posti.
L’ingresso in queste strutture è concordato con l’assistente sociale di riferimento che valuta il percorso della persona e gli obiettivi da raggiungere. La finalità principale del servizio è rappresentata dal raggiungimento della piena autonomia personale e abitativa della persona accolta, attraverso obiettivi tarati su misura.
Oltre alle strutture comunali, Caritas diocesana mette a disposizione delle case accoglienza maschili, pensate sempre a supporto dell’autonomia delle persone accolte. Si tratta di Casa San Paolo, per lavoratori precari (6 posti) e la casa accoglienza di Via Venturini (6 posti), cui a breve si aggiungerà il cohousing di S. Maria di Campagna.

Dal 2025 è poi attivo il nuovo progetto Housing First, servizio comunale finanziato dal PNRR, che prevede la sperimentazione di soluzioni di residenzialità in autonomi,a accompagnate da interventi educativi per persone in condizioni di grave marginalità sociale.

In attesa del completamento della ristrutturazione dei 6 alloggi individuati in Via Gaspare Landi, Caritas diocesana ha risposto all’avviso di coprogettazione comunale con 12 soluzioni alloggiative ponte, convenzionate, in cui sperimentare l’approccio “housing first”, uno degli approcci più innovativi per intervenire nel contrasto alla grave marginalità adulta.
In concreto, le persone con anni di vita in strada o a serio rischio di perdere l’abitazione, ricevono dai servizi sociali territoriali l’opportunità di entrare in un appartamento autonomo, godendo dell’accompagnamento di una equipe di operatori sociali (“supported housing”) direttamente in casa. A Piacenza risultano accolti 2 soggetti (5 donne e 7 uomini).

Stazione di posta/centro servizi
Sempre grazie al PNRR, da agosto 2024 è attivo a Piacenza anche il Centro Servizi- Stazione di Posta, temporaneamente collocato in Via Bolzoni 30, in attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione della sede definitiva in Via Landi.
Si tratta di un Centro servizi, di titolarità comunale, per il contrasto alla povertà, aperto alla cittadinanza.
Al suo interno si svolgono attività di presidio sociale, aggancio educativo e sociale, distribuzione della posta per i residenti presso l’indirizzo fittizio comunale, mediazione culturale, counseling, orientamento al lavoro, consulenza legale, deposito bagagli, oltre all’offerta di servizi per l’igiene personale (docce, lavatrici).

Le persone e i nuclei che si trovano in una situazione di grave deprivazione e in condizioni di marginalità anche estrema e senza dimora possono trovare in un’unica sede, ben riconoscibile, una serie di servizi interconnessi e l’offerta di un percorso partecipato di accompagnamento funzionale allo stato di salute, familiare e lavorativo.
Sono una quarantina le persone che, quotidianamente, si rivolgono al Centro servizi Stazione di Posta per usufruire dei servizi offerti.

È poi presente in città la Mensa della Fraternità, operativa sia a pranzo che a cena con doppio turno di pasti, presso cui è possibile usufruire del servizio docce con cambio degli indumenti intimi e del servizio barbiere.

Vi sono poi una serie di partners, attivi a favore delle persone senza dimora e in condizione di grave marginalità sociale, che costituiscono la rete dei soggetti con cui costantemente il Comune si relaziona.
Oltre ai gestori delle strutture comunali sopra citate (Cooperativa Centro sociale Papa Giovanni XXIII, Fondazione la Ricerca, Strade blu società cooperativa sociale, Caritas Diocesana), sono operativi l’unità di strada di Croce rossa, che più volte a settimana monitora le condizioni delle persone che dormono in strada, l’Ambulatorio Arcangelo di Maggio, che svolge attività di medicina generale e legale, visite specialistiche, sostegno psicologico, orientamento ai servizi socio-sanitari agli indigenti e a chi non ha diritto alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale, la pubblica Assistenza Croce Bianca, il servizio della Medicina delle migrazioni dell’Ausl, che promuove la salute delle persone straniere attraverso medici, infermieri, psicologo e Oss, per promuovere l’orientamento sanitario e l’autonomia nei percorsi di salute, l’associazione il grande colibrì,attiva nel supporto a persone rifugiate LGBT+ , oltre a una serie di altre realtà che fungono da antenne per il monitoraggio delle situazioni più critiche.