FNP Cisl e Uil Pensionati: “Cau, punto dolente dell’assistenza sanitaria”

I sindacati dei pensionati intervengono sui CAU, i pronto soccorso light che a loro giudizio non stanno funzionando come avrebbero dovuto. La riforma dei servizi territoriali, voluta con il Decreto Ministeriale 77/2022 (DM 77) e concretizzata nell’istituzione dei Centri Assistenziali Unitari (CAU), doveva rappresentare uno snodo fondamentale per garantire cure primarie integrate e coordinate. Tuttavia le promesse sembrano disattese, almeno in parte.

Nonostante la Direzione Generale della AUSL possa formalmente dimostrare di rispettare le norme, emerge chiaramente che, nella sostanza, lo spirito del DM 77 viene ignorato, compromettendo l’efficienza e la qualità della medicina territoriale.

“I cittadini, in particolare pensionate e pensionati, esprimono insoddisfazione e ce lo riferiscono – affermano Aldo Baldini e Pasquale Negro di FNP Cisl e Uil Pensionati. I CAU, pur rispettando apparentemente la cornice normativa, dotandosi ad esempio di sedi adeguate, mancano spesso delle figure sanitarie necessarie a garantirne il funzionamento effettivo”. Alcuni centri risultano privi di personale specializzato, come infermieri dedicati alla continuità assistenziale o operatori socio-sanitari formati per gestire patologie complesse. In alcuni casi, persino la figura del coordinatore del CAU viene affidata a professionisti già oberati da impegni clinici, senza tempo né risorse per supervisionare le attività. La composizione stessa del personale medico presenta fragilità, sollevando interrogativi sulla continuità e qualità dell’assistenza.

Questa carenza di personale adeguatamente qualificato e dedicato, ha inevitabili ripercussioni sull’efficienza della medicina territoriale. Senza un team multidisciplinare capace di collaborare in modo sinergico, i CAU rischiano di diventare poco più che “contenitori vuoti”, incapaci di rispondere alle esigenze dei cittadini. I pazienti si ritrovano ad affrontare lunghe attese e visite frammentate. La situazione penalizza in modo particolare le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli anziani, i malati cronici e i pazienti con bisogni socio-sanitari complessi. L’assenza di figure specifiche, quali assistenti sociali o psicologi, rende difficile gestire casi che richiedono un approccio globale.

Un’altra criticità preoccupante è l’assenza di un vero triage infermieristico. I pazienti vengono gestiti secondo l’ordine di arrivo anziché in base alla priorità clinica, una modalità che espone a rischio sia i pazienti che i professionisti sanitari. Il sistema di triage telefonico del numero unico 116-117, che dovrebbe fornire un filtro preventivo, non è ancora pienamente operativo. La valutazione dei pazienti è affidata sporadicamente a infermieri senza un protocollo sistematico.

Le criticità non sono casuali: i centri rimangono sotto-organizzati e non pienamente efficienti, vanificando gli obiettivi della riforma. Persino l’uso di strumenti digitali appare inadeguato.

Per garantire il successo dei CAU e un’assistenza efficace, è necessario un cambiamento d’approccio.

Senza questi interventi urgenti, i CAU rischiano di rimanere un progetto incompiuto. “Non è possibile, sottolineano le categorie dei pensionati, che i nostri associati ci riportino di essere continuamente sollecitati a recare con sé documentazione cartacea anche se i dati si trovano in un pc della stessa sede. È tempo che la AUSL dimostri con i fatti di avere a cuore il benessere dei propri assistiti, traducendo finalmente in azioni concrete gli obiettivi del DM 77”.