Il Parco della Pertite: tra promesse disattese e richieste chiare alla politica
A quasi due decenni dalla chiusura dell’area militare della Pertite, il sogno di migliaia di cittadini piacentini di vederla trasformata in un grande parco urbano sembra sempre più lontano. È questa la denuncia di un gruppo di associazioni locali (Associazione Ambiente e Lavoro, Associazione Parco delle Mura, APS La Cura del bosco ETS, CAI Club Alpino Italiano – Piacenza, FIAB amolabici, Friday For Future – Piacenza, Italia Nostra sezione di Piacenza, Legambiente Piacenza Circolo “Emilio Politi”, Lipu Piacenza, Touring Club Italiano – Piacenza, Velolento Piacenza), che in un comunicato congiunto mette nero su bianco la delusione e le preoccupazioni per l’atteggiamento dell’amministrazione comunale nei confronti dell’area.
Secondo quanto riportato, negli ultimi anni l’obiettivo della realizzazione del parco è apparso progressivamente ostacolato da valutazioni economiche scoraggianti, proposte poco coerenti e un’apparente mancanza di chiarezza nelle strategie. Il Comune di Piacenza ha stimato cifre ingenti — tra i 50 e i 60 milioni di euro — per la demolizione degli immobili militari presenti, senza però presentare un progetto concreto che indichi quali edifici siano da recuperare e per quali scopi.
Un altro segnale d’allarme arriva dal nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG), dove la Pertite è inserita tra le aree da rigenerare anche tramite investimenti privati. Una formula che, pur mantenendo formalmente la destinazione a verde pubblico, apre la porta a possibilità di edificazione parziale, contraddicendo la visione di un parco unitario, libero e interamente pubblico.
A peggiorare il quadro, l’Assessora all’Urbanistica, nel Consiglio Comunale del 5 maggio scorso, ha parlato di una bonifica dell’area che comporterebbe il “completo scorticamento del terreno” e l’abbattimento degli alberi esistenti. Una prospettiva che ha sollevato forti critiche: le associazioni ribadiscono che in una città con gravi problemi di inquinamento atmosferico, eliminare un patrimonio arboreo già maturo sia non solo insostenibile, ma addirittura dannoso. Meglio, propongono, vietare temporaneamente l’accesso ad alcune aree e procedere con bonifiche selettive e rispettose dell’ambiente.
Preoccupano anche le condizioni capestro ipotizzate per l’acquisizione dell’area da parte del Comune: solo 7 ettari, e a condizione che Stato e Demanio si assumano oneri come recinzione e illuminazione. In pratica, una trattativa quasi impossibile.
A tutto questo si aggiunge il recente accordo siglato tra Comune e Agenzia del Demanio, il 24 aprile 2024, nell’ambito del piano “Città di Piacenza”, che prevede la valorizzazione (cioè la possibile privatizzazione) di 11 aree demaniali, tra cui la Pertite. Nella scheda pubblicata inizialmente si faceva addirittura riferimento a un impianto fotovoltaico a terra — l’“Energy Park” — poi smentito e rimosso dopo l’intervento della stessa Assessora.
Il rischio concreto, denunciano le associazioni, è che le istituzioni stiano lavorando in modo disarticolato, confuso e non sufficientemente trasparente.
Per questo motivo, le 11 realtà associative piacentine lanciano un appello deciso all’amministrazione: stralciare l’area Pertite dal piano di valorizzazione demaniale, confermare la sua destinazione integrale a parco nel PUG, avviare un tavolo tecnico-politico per definire costi e modalità di bonifica e avviare uno studio di fattibilità basato sulla conservazione del bosco esistente e dei fabbricati recuperabili.
Infine, le associazioni chiedono che il percorso sia trasparente e partecipato, coinvolgendo direttamente la cittadinanza, convinte che un parco non si imponga dall’alto, ma si costruisca insieme.
Una comunità attiva può trasformare un’area dismessa in un bene comune vivo, inclusivo e sostenibile. Il Parco della Pertite, insistono, è ancora possibile. Ma serve volontà politica, chiarezza e ascolto.
Questo il comunicato integrale
LA PERTITE CHE CI VUOLE…
Che il Parco della Pertite non rientri fra gli obiettivi prioritari di questa amministrazione risulta purtroppo evidente. Nel giro di un paio di anni, a seguito delle pressioni del Comitato della Pertite e delle associazioni ambientaliste per riuscire ad ottenere il Bosco in città, il Comune ha via via evidenziato una serie di intoppi tali da rappresentare l’obiettivo del parco come una vera e propria “missione impossibile”.
Dapprima ipotizzando una cifra incredibilmente alta (50 – 60 milioni di euro) per demolire e smaltire gli immobili presenti nell’area militare, senza avere un progetto e quindi una idea di quanti edifici e per quali funzioni sarebbe stato necessario recuperarli.
Successivamente la Pertite è stata inserita, nel Quadro Conoscitivo del PUG, fra le aree che andranno rigenerate “favorendo la concomitanza di iniziative pubbliche e dell’imprenditoria immobiliare privata”; formula decisamente poco felice e che male rappresenta la volontà di realizzare un parco pubblico. La destinazione urbanistica nelle norme del PUG rimane quella fondamentale di “verde pubblico”, ma con la precisazione che “l’area sarà trasformata a parco in tutto o in parte”.
Nel corso del Consiglio Comunale del 5 maggio scorso l’Assessora Fantini ha affermato che l’area, per essere fruibile come parco, va bonificata; precisando che tale “bonifica” comporterebbe lo scorticamento del terreno, quindi l’eliminazione degli alberi oggi esistenti e la successiva ripiantumazione. Affermazione che lascia davvero di stucco per almeno due motivi: primo perché è tutto da dimostrare che un’ulteriore bonifica, così radicale, sia necessaria; secondo perché la cancellazione integrale dei servizi ecosistemici che l’attuale bosco produce in una città inquinata come Piacenza suggerirebbe, senza alcun dubbio, soluzioni alternative. Piuttosto che tagliare le piante, per esempio, sarebbe preferibile interdire l’accesso al bosco, consentendo la bonifica solo nella radura. Infatti l’ipotesi del disboscamento è semplicemente impensabile e contraddittoria, per una comunità di migliaia di cittadini che da anni chiedono il parco, proprio per conservare il patrimonio arboreo esistente.
Nella stessa seduta di Consiglio Comunale è stato anche detto che l’Amministrazione è disponibile ad acquisire una parte dell’area di soli 7 ettari a condizione che la Difesa e il Demanio si facciano carico – oltre che della bonifica – anche delle spese per la recinzione e per l’impianto di illuminazione; condizioni che – di fatto – renderebbero impossibile la trattativa.
Ultimo intoppo l’accordo “Piano Città di Piacenza”, sottoscritto dall’Agenzia del Demanio e dal Comune di Piacenza il 24 aprile 2024 per “valorizzare”, mediante il ricorso ad investimenti privati, 11 aree demaniali inclusa l’area Pertite. Il Piano di valorizzazione della Pertite pubblicato sul sito dell’Agenzia del Demanio prevedeva un impianto fotovoltaico a terra “Energy Park”. Ipotesi che è stata prontamente smentita dall’Assessora Fantini sui giornali, tanto che dalla scheda presente – ne diamo atto – è stato tolto il riferimento. Ma dall’aprile 2024 non se n’era accorto nessuno?
Il minimo che si possa dire è che gli Enti coinvolti nel dossier Pertite non comunicano a sufficienza tra loro e che le idee per raggiungere l’obiettivo del parco sono ancora molto, troppo confuse.
A fronte di questa situazione, le sottoscritte associazioni di cittadini ritengono assolutamente necessario e urgente sostenere le proposte avanzate dal Comitato Pertite all’Amministrazione Comunale :
1) chiedere, per motivi d’interesse pubblico, lo stralcio dell’area Pertite dall’elenco delle aree demaniali di Piacenza che l’Agenzia del Demanio prevede di “valorizzare”, anche mediante l’alienazione a privati e con interventi immobiliari; in quanto l’area è interamente destinata dal PSC/RUE vigente a verde pubblico;
2) confermare nel PUG in corso di adozione, la destinazione urbanistica dell’intera area Pertite esclusivamente a parco pubblico urbano, rimuovendo le ipotesi che consentirebbero la parziale edificazione dell’area mediante interventi dell’imprenditoria privata;
3) costituire un tavolo tecnico-politico fra gli Enti competenti per
definire lo stato effettivo d’inquinamento dell’area, gli interventi di bonifica necessari, i relativi costi e i soggetti a cui compete l’obbligo di accollarsi le le eventuali operazioni e spese di bonifica;
stipulare un protocollo d’intesa ai sensi delle norme in materia di federalismo demaniale che preveda la cessione gratuita integrale e non parziale dell’area Pertite al Comune;
4) predisporre uno studio di fattibilità tecnico-economica che sviluppi la proposta del Comitato Pertite di parco naturale d’interesse storico-culturale-sociale, basata sulla conservazione della vegetazione e dei fabbricati esistenti recuperabili; e che preveda la possibilità di esecuzione dei lavori mediante stralci attuativi;
5) condurre l’intero processo tecnico-amministrativo sopra descritto in modo partecipato, informando e consultando in tempo reale la cittadinanza sulle problematiche e sulle ipotesi di scelte.
Come dimostrano decine di altri esempi in Italia, un parco pubblico non è un oggetto preconfezionato, che si acquista sugli scaffali del supermercato ma è un percorso vivo, le cui mete si conquistano a tappe, in base alle esigenze della città, delle persone che lo vivono e lo amano. Il parco è, e deve essere, l’espressione di una comunità che, se attivata, può produrre miracoli insperati, ben oltre l’ordinaria amministrazione.
Chiediamo alla Sindaca e al Consiglio Comunale un cambio di rotta e un impegno in questa direzione.
Piacenza, 16/5/2025
Associazione Ambiente e Lavoro
Associazione Parco delle Mura
APS La Cura del bosco ETS
CAI Club Alpino Italiano – Piacenza
FIAB amolabici
Friday For Future – Piacenza
Italia Nostra sezione di Piacenza
Legambiente Piacenza Circolo “Emilio Politi”
Lipu Piacenza
Touring Club Italiano – Piacenza
Velolento Piacenza