Lo chef Mauro Brina porta la sua esperienza nel nuovo ristorante Sant’Agostino

Archiviata l’esperienza con lo chef Luigi Taglienti, il ristorante adiacente alla Galleria Volumnia, in via Giordani a Piacenza, apre a una nuova stagione sotto la guida dello chef Mauro Brina. A dare l’annuncio è Enrica De Micheli, che presenta Sant’Agostino come nuovo luogo del gusto e della creatività, affidato a un giovane talento ricco di energia e sogni.

“È con grande felicità che accogliamo Mauro – sottolinea Enrica – certi che la sua passione e freschezza sapranno dare vita a un’avventura entusiasmante, fatta di accoglienza e dolcezza.”

Il ristorante, che occupa gli spazi dell’antica falegnameria, si propone come punto di incontro tra memoria e innovazione, dove tradizione e ricerca convivono.

“L’apertura di Sant’Agostino è per me l’inizio di un percorso che vivo con emozione e gratitudine. Non è soltanto un ristorante: è il sogno che prende forma, dove la mia idea di cucina si intreccia con arte, storia e la vita di Piacenza”, afferma Mauro Brina. “Un grazie particolare va a Enrica, che ha creduto in me e nel valore di questo progetto. La sua visione ha permesso una sintesi unica tra cucina e arte. A lei, e a tutti noi, auguro un buon inizio: che Sant’Agostino diventi ogni giorno luogo di incontro e bellezza.”

Così prende il via il percorso di Mauro Brina, che affronta questa nuova sfida accanto al socio Christian Dallavalle. La proposta è quella di unire cucina, arte e convivialità in uno spazio intriso di storia e fascino.

Classe 1990, originario di Romano di Lombardia (BG), Brina ha completato la formazione all’Alma di Gualtiero Marchesi, passando per cucine di maestri come Graziano Cominelli (“La Piazzetta”, Brescia), i ristoranti stellati “Da Vittorio” (Brusaporto) e “Da Nadia” (Franciacorta). Dopo le prime esperienze da chef, tra cui la guida di “Or Cucina d’Arte” ad Agazzano e quattro anni alla Locanda Sensi, porta avanti una filosofia basata su pochi ingredienti scelti con cura, capaci di regalare sapori pieni e consistenze nette. La sua cucina non si lascia imbrigliare dalle tradizioni, ma dialoga con la grande cucina italiana, mantenendo le radici come fonte di materie prime. Ogni piatto racchiude bontà e bellezza, in sintonia con la “Cucina Totale” di Marchesi, ispirazione costante nella sua ricerca quotidiana.