Bersani propone l’anti flax-tax. Confedilizia risponde: “una patrimoniale sugli immobili c’è gia”

Il piacentino Pierluigi Bersani è stato fra i protagonisti,  ieri sera, su La7, della trasmissione DiMartedì.

Bersani ha illustrato i programmi di quella che sarebbe (in caso di vittoria) “una “sinistra di governo”. L’onorevole piacentino, esponente di spicco di LEU, ha parlato innanzitutto di lavoro: “Il lavoro, quello buono, che si ottiene non con gli sgravi ma con gli investimenti – ha detto Bersani. Invece di buttare venti miliardi nel meccanismo del Jobs Act dobbiamo prendere la metà di quei soldi e fare un piano per la manutenzione del territorio, dalle strade alle scuole. Altro punto nodale affrontato da Bersani quello fiscale: “sul fisco proponiamo una rivoluzione : l’antiflax tax. La proposta di Liberi e Uguali prevede: “una tassazione a progressività, moltiplichiamo gli scaglioni fino ad arrivare come si fa in Germania, alleggerendo le fasce base e medie. Poi una riformulazione delle aliquote Iva, lotta all’evasione fiscale e per quanto riguarda i patrimoni un’imposta base patrimoniale personale con la quale chi sta sotto la media non paga niente e chi sta sopra paga in maniera progressiva”.

Una visione che non è decisamente piaciuta a Confedilizia il cui Presidente nazionale Giorgi Spaziani Testa ha subito risposto con un tweer “Piccolo memo. Sugli immobili la patrimoniale c’è già: 21 miliardi l’anno di Imu e Tasi. Ma forse non ha distrutto a sufficienza il settore, si può fare di più”.




Giardino (FI): “chi difende la democrazia non può violarne le regole”

Riceviamo e publichiamo un interveno del consigliere comunale di Forza Italia Michele Giardino sugli scontri di sabato pomeriggio fra manifestanti e forze dell’ordine.

La nostra Costituzione riconosce come inviolabili molte libertà, a cominciare da quella personale: la libertà della corrispondenza e di ogni forma di comunicazione, la libertà di circolazione, la libertà di associazione, la libertà religiosa, la libertà di manifestazione del pensiero con qualsiasi mezzo, la libertà di costituire partiti per concorrere a determinare la politica nazionale. Non ultima, la libertà di riunirsi pacificamente, senz’armi e senza preavviso, salvo che le adunanze avvengano in luogo pubblico: in questo caso deve essere data notizia alle autorità, che possono vietarle o limitarle per motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.

Cosa succede a Piacenza? Che CasaPound apre una propria sede in città e che ciò scatena la reazione delle sinistre, le quali, timorose di un ritorno del fascismo in Italia, decidono di scendere in piazza a contestare. Fin qui, però, tutto sarebbe avvenuto nell’alveo delle libertà costituzionali: CasaPound ha esercitato il diritto di organizzarsi in partito e di esprimere il proprio pensiero (ad oggi, fa testo una sentenza del Tribunale di Roma del 30 maggio 2016 che, chiudendo la controversia tra il movimento e la figlia di Ezra Pound per l’uso del cognome, statuisce che “l’associazione in quanto tale, opera in modo del tutto legittimo … né ha in alcun modo legittimato l’uso della violenza sotto il nome del poeta Pound”); le sinistre organizzano due distinte manifestazioni, una al mattino di sabato 10 febbraio e una al pomeriggio, per esercitare il legittimo diritto di protestare in strada contro il rigurgito neofascista. Quando l’ordine costituzionale viene violato? Nel momento in cui il corteo pomeridiano della sinistra antagonista (collettivo ControTendenza e Cobas), anziché sciogliersi in Sant’Antonino – piazza individuata dalle autorità di pubblica sicurezza come capolinea della manifestazione – decide di rompere il cordone dei Carabinieri a presidio del centro storico e di “conquistare” piazza Cavalli, percorrendo una serie di vie centrali sulle quali aveva il divieto di procedere. Attaccando i (pochi) Carabinieri – e assalendo brutalmente e vilmente uno di essi – i dimostranti hanno violato non solo l’ordinanza delle autorità, ma hanno aggredito l’intero impianto di garanzie costituzionali posto a tutela della civile e pacifica convivenza. Ecco il punto: chi manifesta contro presunti aggressori della democrazia, deve – in primis – rispettare le norme democratiche che pretende di difendere. Non c’è istanza politica che possa metterlo al di sopra della legge. Per questo motivo, gli autori dei tumulti di sabato pomeriggio vanno individuati e puniti. Non importa per quale causa abbiano agito in quel modo. Dovevano, come tutti, rispettare le regole. Per ora, loro non lo hanno fatto.  Michele Giardino – Consigliere comunale Forza Italia – Piacenza




Gli studenti della Cattolica rivelano le preferenze culturali dei piacentini

L’Università Cattolica ha condotto uno studio su un campione di 1006 persone per capire i sentimenti riguardo i beni culturali più rappresentativi della città, i prodotti tipici, le iniziative culturali e i personaggi “testimonial” di Piacenza, compresa qualche curiosità. Ne è emerso un quadro variopinto, con qualche sorpresa (vedi video intervista sotto).

Lo studio è stato condotto da alcuni studenti di Economia ed è stato presentato nella giornata di ieri nella stessa sede di Via Emilia Parmense alla presenza di un folto gruppo di studenti. Il campione ha raccolto giovani e meno giovani, residenti non solo a Piacenza ma anche fuori provincia, con una prevalenza di diplomati per il 41%.

Metà degli intervistati non sapeva che Piacenza si è candidata a diventare Capitale Italiana della Cultura.

Stupisce un dato: metà degli intervistati non sapeva che Piacenza si è candidata a diventare Capitale Italiana della Cultura. Più di un terzo non sa se Piacenza sia meritevole (38%), mentre un 39% ci crede. I piacentini si mostrano pacatamente soddisfatti dell’offerta in merito a ristoranti, alberghi, trasporto, vita notturna, scuole, musei, mostre, eventi sportivi, musicali. Su una scala da 1 a 10 nessuna delle voci presenti supera il 7. Stesso discorso per la qualità della vita, che raccoglie un 6,5 di media. Staccati Economia, (6,4), Società (6) Ambiente (5,9). 

Poche sorprese sui luoghi più rappresentativi di Piacenza, che sono Palazzo Farnese e il Duomo con il 31% e 34% delle preferenze (entrambi segnalati dai più giovani). Più staccati Palazzo Gotico, Val Trebbia e Castell’Arquato. Grazzano Visconti raccoglie il 16%, mentre luoghi come la Galleria Ricci Oddi e il Collegio Alberoni sono fanalini di coda con  il 7 e il %.

I Cavalli del Mochi la fanno da padrone sui beni culturali più rappresentativi, con oltre il 57% di preferenze. Si fa sentire l'”effetto Guercino”, secondo col 38%. Staccati il tondo di Botticelli, il Fegato Etrusco e l’Ecce Homo, che rimangono eccellenze culturali del nostro territorio.  

Da segnalare che i Cavalli di Alessandro e Ranuccio Farnese, così come il Guercino sono stati segnati in particolare da chi è residente fuori provincia, buon segnale sul risultato dell’iniziativa dello scorso anno.

Sappiamo bene come la cucina emiliana sia da sempre considerata tra le migliori del mondo, ma come la vediamo noi piacentini? Riconosciamo la nostra coppa come la più rappresentativa (quasi 1 su 2 del campione intervistato). In particolare i più giovani hanno preferito questo prodotto, per il 56%. Ipiù anziani sono andati su Pisarei, Gutturnio e Tortelli con la coda.

Le iniziative culturali preferite sono i Venerdì piacentini, ormai caposaldo della nostra estate. Dominio assoluto col 61% di preferenze. Arrancano appuntamenti musicali come l’Appennino Folk Festival e il Piacenza Jazz Fest, rispettivamente al 9 e 16%. L’ormai defunto Festival del diritto raccoglie il 36% di preferenze, soprattutto dal campione più giovane (41%), che traina anche i Venerdì piacentini (81% delle preferenze viene da questa fetta di popolazione. 

Testimonial Armani, Verdi e i Fratelli Inzaghi. Anche in questo caso i più giovani si mostrano attratti da moda e calcio, con 61% a ritenere Armani testimonial e il 34% i due ex bomber del Piacenza.

Video intervista a Giulia Cortellini referente per il sondaggio

 




Speciale Elezioni 2018: intervista a Tommaso Foti (FdI)

Seconda puntata dedicata da PiacenzaOnline alle prossime elezioni politiche. Il candidato alla Camera del centro-destra Tommaso Foti si racconta ai microfoni di Carlandrea Triscornia nello Speciale Elezioni. Alla fine di questo articolo trovate la video-intervista integrale, mentre – qui di seguito – sintetizziamo alcuni dei passaggi principali.

Foti lei ha 57 anni ed è entrato in politica a 20 anni, quando fu eletto consigliere comunale, con l’MSI, a Piacenza. Non è stanco di fare il politico dopo 37 anni.

«Non mi stanco perché per me la politica è una passione, Ho sempre lavorato, mentre facevo politica, mentre quando sono stato parlamentare ho interrotto il rapporto di lavoro perché ho sempre ritenuto che un impegno legislativo debba essere fatto bene e con il tempo necessario».

Come mai ha deciso di candidarsi nuovamente dopo che è già stato eletto quattro volte in Parlamento?

«Me lo ha chiesto Giorgia Meloni, probabilmente in virtù di quella che oggi sembra una caratteristica dimenticata e che è invece importante per chi fa politica: la capacità, l’esperienza oltre che la coerenza e l’onestà».

Davanti a questa voglia di novità che sembra emergere, oggi, nel paese essere un politico d’esperienza è un handicap o un vantaggio

«Essere un politico di professione è un vantaggio per la nazione perché si sa di cosa si sta parlando, evitando di prendere in giro le persone. Mi pare che il rottamatore Renzi sia finito rottamato, attorniandosi di incapaci o di affaristi di seconda generazione. Con il sistema bancario sarebbe stato meglio trattasse gente che non aveva padri, madri, sorelle, nonni, zii interessati al sistema bancario. C’è bisogno di persone che sanno decidere, oneste e competenti. Quindi sono DOC!».

Foti lei siede attualmente in Consiglio Regionale, ma in passato è stato parlamentare.  Quali sono le maggiori differenze fra i due ruoli?

«Il consiglio Regionale è molto più a portata di cittadino. Quelle che si trattano sono tematiche che immediatamente si riverberano sulla regione dove eserciti la tua funzione quindi vi è un’attività legislativa ma anche una amministrativa. In Parlamento vi è prettamente una attività legislativa che nel 95% delle leggi ha un significato per tutto il territorio nazionale, salvo alcune piccole parentesi che possono essere l’anniversario di un grande scrittore o il centenario di un grande musicista per i quali magari si fa, in quell’anno, una legge ad hoc per avere un finanziamento».

Quale è il vero rapporto fra Bologna e Piacenza? Piacenza è davvero la Cenerentola dell’Emilia Romagna e farebbe meglio andarsene in Lombardia?

«E’ innegabile che ci siano rapporti lavorativi ma non solo col territorio lombardo. Oggi il rapporto con la Regione è quello di essere dei buoni dimenticati, anche se non del tutto esclusi. Vedo un rapporto sulla sanità, sull’innovazione, sulla prevenzione idrogeologica che mi pare squilibrato nei confronti delle altre province emiliane. Non parlo del turismo perché quello è un monopolio romagnolo».

Nei giorni scorsi il confronto fra Giorga Meloni ed il direttore del Museo Egizio di Torino è stato fra i più visti sul web. Ma davvero, secondo lei, gli italiani in Italia sono discriminati?

«In settori sensibili della vita cittadina vi è indubbiamente uno squilibrio a sfavore dei cittadini italiani. Prenda il caso degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, quelli che una volta si chiamavano case popolari. Non si dovrebbe prescindere, nell’assegnazione, da un certo numero di anni di residenza sul territorio. Invece si privilegia il numero di figli, ben sapendo che le famiglie italiane hanno mediamente 1,23 figli per coppia contro il 3,5 circa degli stranieri. Vi è già uno squilibrio in partenza. Parliamoci chiaro: in regione si spendono decine e decine di milioni di euro nella sanità per gli stranieri, la maggioranza dei quali non sono profughi ma clandestini. Poi vediamo la vecchietta di Piacenza che deve pagarsi il ticket. Mi pare che ci sia un po’ di squilibrio».

Tornando all’episodio di Torino … la destra e la cultura non sempre vanno così d’accordo?

«Mi permetto di dissentire. Se guardiamo l’inizio del novecento il futurismo non mi pare un fenomeno di sinistra; alcune rivista come Strapaese o Stracittà non erano di sinistra, così come l’arte razionalista. Mi pare che di cultura ce ne fosse tanta. Magari a desso c’è più “culturame.

Il grande investimento non solo economico ma di immagine, la giunta di centrodestra lo ha fatto con Piacenza Capitale della Cultura Italiana. La Giunta Barbieri ha creato un prodotto che ci ha collocato tra le prime 10 città finaliste di Capitale Italiana della Cultura 2020. Questo è un forte segno di attenzione verso la cultura.

Ritengo che Piacenza abbia un giacimento culturale unico nel suo genere, con pochi competitori a livello nazionale, che è la Galleria Ricci Oddi che probabilmente meriterebbe un’attenzione diversa ed anche un modo di essere proposta diverso».

Girando per Piacenza, così come per tante altre città, purtroppo, le saracinesche abbassate sono sempre di più.  Segno di una economia che fa fatica ad uscire, realmente dalla crisi.

«Non mi sembra infatti che, come dice qualcuno, il peggio sia passato e la crisi sia alle spalle. Rispetto alla chiusura dei negozi ritengo che come negli affitti delle case anche per le attività commerciali si dovrebbe passare dal metodo di tassazione attuale, vessatorio, alla cedolare secca. Questo favorirebbe da una parte chi affitta e dall’altra il proprietario. Come negli immobili tradizionali, dove si può vedere che un certo risultato è stato raggiunto. Riconosco che ci sia comunque una trasformazione del mercato attuale, con riferimento alla vendite online. Le vendite online una volta non c’erano. Il consumatore è sempre lo stesso.

Se non abbassiamo significativamente la pressione fiscale in Italia noi ammazziamo sia l’impresa commerciale sia l’industria».

Cosa ne pensa della manifestazione di Controtendenza dei giorni scorsi. Come giudica questo corteo che è poi degenerato e gli scontri con le forze dell’ordine?

«Noi eravamo in piazza. Avevamo prenotato un gazebo da tre mesi e ci è stato chiesto di toglierlo per evitare incidenti. Contrariamente a quello che alcuni hanno sostenuto, a mio giudizio, il fine di questo corteo era uno ed uno solo: aggredire la polizia. La dimostrazione più netta è che non c’è stata una vetrina rotta, un qualche cassonetto rovesciato. L’essenziale era tirare sanpietrini e sassi addosso a poliziotti e carabinieri. L’aggressione subita dal carabiniere è qualcosa di volgare, di meschino, di stomachevole. Trenta contro uno … non è civiltà, non è politica è delinquenza comune».

Video Intervista a Tommaso Foti

 




Sabato si inaugura il Piacenza Jazz Fest

Quest’anno il Piacenza Jazz Fest è stato preceduto da non poche polemiche legate al taglio di contributi operato dall’amministrazione comunale. Cosa succederà in futuro è presto per dirlo, Quel che conta ora è che il festival è ormai pronto al taglio del nastro. Largo alla musica dunque.

“Tenco. Come ti vedono gli altri”

L’inaugurazione di questa quindicesima edizione del Piacenza Jazz Fest è affidata a un progetto di grande impatto scenico e musicale. Sabato 17 febbraio alle 21.15 sul palco dello Spazio Rotative di via Benedettine, a Piacenza, si esibirà un’intera orchestra diretta dal funambolico Mauro Ottolini con le voci soliste di Karima e Vanessa Tagliabue Yorke in una serata dal titolo “Tenco. Come ti vedono gli altri”.

Il festival piacentino, organizzato dall’associazione culturale Piacenza Jazz Club, ha ottenuto per la sesta volta consecutiva il patrocinio del MiBACT e vede il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Camera di Commercio di Piacenza, della Regione Emilia-Romagna, dei Comuni di Fiorenzuola e Salsomaggiore Terme e di alcune realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio. I biglietti per questo concerto sono acquistabili nei pomeriggi feriali dalle 15.30 alle 19.30 presso la sede del Piacenza Jazz Club, il sabato mattina dalle 10.30 alle 12.30 presso il negozio Alphaville di Piacenza, oppure online sul sito www.diyticket.it o nelle ricevitorie Sisal di tutta Italia.

Il mondo del jazz italiano deve molto ai cantautori, specialmente a quelli della scuola genovese che con il loro approccio anticonvenzionale hanno saputo rinnovare profondamente la musica leggera italiana. Non c’è jazzista che non abbia suonato e reinterpretato a modo suo qualche brano di Bindi, di De André o di Tenco. Vista la grande passione di Ottolini per Luigi Tenco e in virtù del successo ottenuto alla prima esecuzione di questo repertorio, in occasione del 50° anniversario della sua morte proprio al Premio Tenco al teatro Ariston, ha preso corpo l’idea di un tributo non scontato né banale, alla maniera di Ottolini. Il progetto è diventato anche un disco, che si intitola “Tenco. Come ti vedono gli altri”, uscito nel luglio dello scorso anno per l’etichetta veronese Azzurra Music, con la quale il musicista collabora fin dal suo primo album del 1997.

Sul palcoscenico sarà schierata un’orchestra sinfonica di più di trenta elementi insieme a una band di altri nove, sotto la direzione e con gli arrangiamenti dello stesso Ottolini.

Le voci che canteranno i brani scelti dal repertorio di Tenco saranno quelle di due interpreti raffinate come Karima e Vanessa Tagliabue Yorke che danno corpo con le loro voci straordinarie a brani immortali quali “Ragazzo mio”, “Mi sono innamorato di te”, “Ho capito che ti amo” e “Vedrai vedrai”.

Il lavoro dell’estro di Ottolini ha dato origine a un sorprendente viaggio attraverso il songbook di Luigi Tenco, realizzato con passione, amore e dedizione, ben lontano dai manierismi e la retorica che si trovano spesso nei dischi tributo. Sono anni che Mauro Ottolini, grande compositore e musicista veneto, delizia qualunque palato fine e curioso di buoni progetti musicali con le sue formazioni e gli innumerevoli progetti che lo vedono protagonista. Grande interprete del trombone, magnifico compositore e arrangiatore, musicista eclettico e inventivo, capace di creare progetti fantasiosi a volte legati a sceneggiature quasi teatrali, Ottolini era forse la persona più adatta a questo tipo di proposta. L’idea di fondo – che è pure l’aspetto più apprezzato nel lavoro del musicista jazz – risulta la bravura nell’offrire quasi un’esistenza nuova a tutti i pezzi del cantautore genovese, valorizzandone gli elementi ancor oggi modernissimi.

Ottolini rilegge in chiave Jazz, Dixie, Blues e Rap i grandi classici di Tenco. «L’attualità di Tenco, dei suoi testi e della sua musica mi ha invaso – afferma Ottolini – alcune sue canzoni contengono già quello che Capossela, Waits, Conte e altri ancora svilupperanno».

Dopo esperienze molto diverse come la televisione, il doppiaggio, il Festival di Sanremo, il musical, Karima si è riavvicinata con grandi collaborazioni alla musica jazz che ha sempre costituito il suo grande amore. A livello internazionale con Burt Bacharach, in Italia con musicisti come Fabrizio Bosso, Dado Moroni, Riccardo Fioravanti, Stefano Bagnoli e Fabio Giachino oltre che con Mauro Ottolini in questo e altri progetti.

Vanessa Tagliabue Yorke, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Milano, è una cantante di Jazz creativa e sperimentatrice di linguaggi sonori e letterari, di intensità drammatica e duttilità vocale di grande efficacia.

Il grande Mauro Ottolini nella tarda mattinata farà visita ai bambini, ai familiari e agli operatori del reparto di pediatria dell’Ospedale “G. Saliceto” di Piacenza, inaugurando così anche le iniziative che rientrano nell’iniziativa Donatori di Musica 2018, che si inserisce tra le collaterali del Piacenza Jazz Fest in collaborazione con l’AUSL di Piacenza e l’associazione “Il Pellicano onlus”.




Scontri di sabato: indagati due organizzatori per istigazione a delinquere

Ci sono i primi due indagati in seguito agli scontri scaturiti dalla manifestazione di sabato organizzata dal collettivo Controtendenza.  Si tratta di due giovani organizzatori della manifestazione che sono stati denunciati per istigazione a delinquere e per la violazione del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Lo ha precisato la stessa questura di Piacenza. In un primo momento si era diffusa la voce che gli stessi sarebbero stati indagati  anche per l’aggressione al carabiniere. Proseguono intanto le indagini per individare tutti i responsabili del pestaggio a danni del militare; una decina sarebbero però gia stati  riconosciuti dagli inquirenti.

L’istigazione a delinquere è un reato punito dal codice con una pena da uno a cinque anni. La pena è aumentata fino a due terzi se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici.

 




Zerocalcare alla Cooperativa Infrangibile per ControTendenza (?!) il 23 febbraio

Un appuntamento a cui molti appassionati di fumetto sarebbero ben felici di partecipare. Sulla pagina Facebook del Collettivo ControTendenza è apparsa la notizia dell’arrivo di Zerocalcare, uno degli artisti più affermati di questo genere negli ultimi anni, per un evento speciale il 23 febbraio alla Cooperativa Infrangibile di Via Alessandria.

Un incontro unico che da una scossa alla citta’ e che parla direttamente al cuore dei giovani e meno giovani attraverso la presentazione dei suoi ultimi lavori: “macerie prime” e “questa non e’ una partita a bocce”,
(uscito sull’espresso).

Un’occasione per ribadire che costruire dal basso percorsi di resistenza sociale e’ anche e soprattutto aprire spazi di incontro e messa in circolo di cultura.

Questo è quello che si legge nella presentazione dell’evento.




Il ministro Minniti: “quella di Piacenza violenza da branco selvaggio”

Il ministro dell’Interno Marco Minniti, ha fatto visita questo pomeriggio, a Bologna ai militari dell’Arma rimasti feriti nel pomeriggio di sabato durante la manifestazione indetta contro l’apertura della sede di  CasaPound. Insieme a lui il capo della polizia Franco Gabrielli ed il comandante generale dei carabinieri Giovanni Nistri.

Il ministro ha chiarito come si stia facendo di tutto per individuare il più rapidamente possibile i responsabili delle aggressioni contro le forze dell’ordine «Non avremo tregua – ha detto –  fino a quando non avremo individuato i responsabili. Solitamente per quello hanno fatto, per questo tipo di aggressioni, “si va in galera”».

«Cosa c’entrano i principi della Costituzione si è chiesto il ministro Minniti – con l’aggressione brutale a quel carabiniere a Piacenza che era solo caduto per terra? In Italia i valori dell’antifascismo e della democrazia li difendiamo in piazza, nel comportamento quotidiano, in Parlamento; non hanno nulla a che vedere con questa violenza da branco selvaggio».

«Il messaggio che ho voluto trasmettere incontrando l’intero, la squadra che ha operato a Piacenza reparto – ha affermato titolare del Viminale  – è semplicemente questo: una vicinanza molto forte delle istituzioni del nostro Paese, dello Stato che sta vicino all’Arma dei Carabinieri, in questo caso, alle forze di polizia».

Il brigadiere- caduto a terra e colpito dai manifestanti ha riportato una frattura che sarà operata nella giornata di domani. «Il brigadiere capo – ha detto il ministro dell’Interno “è pienamente in piedi, ha potuto partecipare direttamente e personalmente all’incontro insieme ai suoi colleghi. Questo non riduce né la preoccupazione né il giudizio negativo su quello che è avvenuto, però, posso dirvi che vederlo in piedi per me ha significato poter tirare un sospiro di sollievo. E penso – ha sottolineato Minniti  – che questo sospiro di sollievo lo possano tirare tutti gli italiani che guardano l’Arma dei Carabinieri e le forze di Polizia sul territorio con rispetto, ammirazione e stima».

 




Controtendenza: “nessuno di noi ha infierito sul carabiniere”

A conclusione di una giornata in cui si sono succedute decine di prese di posizione sui fatti di sabato pomeriggio e sulla degenerazione del corteo, interviene ControTendenza di Piacenza, ossia il gruppo che quella manifestazione l’aveva indetta ed organizzata. Lo fa con una nota che trovate qui di seguito.

Siamo soliti pubblicare integralmente i comunicati, tanto più se di matrice politica. In questo caso troverete però dei puntini che indicano chiaramente un omissis. Prima di prendere questa decisione ci siamo ampiamente confrontati, in redazione, ed alla fine abbiamo convenuto che le frasi rivolte da Controtendenza contro Casopound fossero nei toni e nei contenuti impubblicabili.

Anche le parole, come le manifestazioni, a volte sfuggono di mano.  

«Sabato a Piacenza 2.000 persone sono scese in piazza determinate per esprimere la rabbia dopo il primo attentato terroristico, per mano neofascista e leghista, a Macerata.
Per dire che covi incubatori di quel tipo di violenza terrorista non sono bene accetti nella città medaglia d’oro per la Resistenza.

…..

Il corteo di sabato ha saputo esprimere un grado di partecipazione, conflitto e coesione straordinari: un corteo di migliaia di persone che è rimasto compatto, unito e determinato dall’inizio alla fine, non cedendo ai divieti imposti ingiustamente dalla questura.
Siamo stati contentissimi di vedere tantissimi giovani, che da tempo non si vedevano, ma anche tanti genitori e persone anziane, che spronavano le file davanti, come Ugo, storico partigiano che ha avuto il coraggio di mettersi in prima fila proprio mentre la questura cercava di impedire il raggiungimento di piazza Cavalli. Nelle sue parole abbiamo trovato il coraggio per non fermarci, nel suo ringraziamento dopo aver preso la piazza la conferma di essere nel giusto.
Molto triste e scandalistica la stampa che ha voluto immortalare solo due dei mille momenti che hanno caratterizzato il corteo: nessuno spazio ai nostri contenuti, alle interviste che abbiamo rilasciato, alle foto di un corteo immenso e partecipato, variegato e vitale.
Strumentale e miope equiparare le forme di violenza.
C’è chi la utilizza per opprimere e smantellare diritti, chi per OPPORVISI.
Chi per impedire il passaggio di un corteo, chi si difende per avanzare.
La RESISTENZA NON E’ VIOLENZA.
Qual è la violenza? Quella di un corteo di migliaia di persone che volevano manifestare per le vie del centro o della polizia che si è opposta in tutti i modi, arrivando a manganellare ragazzi a volto scoperto?
Tra i manifestanti 6 persone hanno riportato ferite alla testa e di queste 3 affermano di essere state colpite con manganelli impugnati al contrario.
Nessuno di noi ha infierito sul carabiniere (anzi, alcuni lo hanno aiutato a evitare il linciaggio), ma sottolineiamo che è stata una naturale conseguenza della situazione, a quel punto incontrollabile.
Non accettiamo che la situazione sia capovolta: sarebbe ipocrita e falso.
Così com’è ipocrita parlare di “antifascismo”, continuando nel frattempo a legittimare e lasciare spazio a organizzazioni neofasciste.
Per questo sabato eravamo in piazza con lo stesso spirito di Macerata: lo spirito di chi vuol dire basta al fascismo, ma basta anche al suo sdoganamento operato da media e partiti e basta a chi ha reso il terreno fertile perché le idee razziste e fasciste attecchissero e si consolidassero.
Se fra cent’anni parleranno di quest’epoca infame, fatta di lager e di CIE, fatta di precarietà e manganelli, parleranno anche di noi, che ci ribellavamo. Basta minacce, basta intimidazioni, basta provocazioni: i piacentini si sono stancati. Contro Tendenza Piacenza»




Sciopero dei poligrafici di Libertà

Una giornata di sciopero proclamata  dai poligrafici del quotidiano Libertà per dopodomani mercoledì 14 febbraio.

Come è noto la società Editoriale Libertà Spa ha deciso di esternalizzare la stampa del giornale (così come ha fatto anche la Gazzetta di Parma) affidandola ad una struttura di Mantova. La stabilimento de I Dossarelli verrebbe così chiuso con la perdita di circa dieci posti di lavoro.

“La situazione è degenerata nelle ultime settimane – si legge in una nota di Slc-Cgil e Fistel-Cisl Piacenza – i lavoratori poligrafici della Libertà sono consapevoli delle problematiche del settore, che vede il nostro quotidiano anche per il 2018 chiudere il bilancio con un utile di quasi un milione di euro”.

I sindacati esprimono preoccupazione di fronte al rifiuto della direzione aziendale di esaminare le proposte sindacali e trovare una strada meno “traumatica” per i lavoratori del centro stampa. Allo sciopero del 14 potrebbero seguirne altri, salvo aperture dell’azienda alle richieste dei poligrafici .