A Fieracavalli fra le novità l’airbag per i cavalieri e la sella con gel per assorbire gli impatti

Dall’airbag per cavaliere, a caschi, selle e staffe sempre più hi-tech. Ma non manca nemmeno l’attenzione al benessere del cavallo, con asciugatrici per il pelo, cosmetici fitoterapici per gli zoccoli, fieno biologico e tapis roulant da quattro metri per gli allenamenti o la riabilitazione. L’innovazione corre anche nel settore equestre e in questo campo il made in Italy è protagonista alla Fieracavalli di Verona: tre padiglioni commerciali (4, 6 e 7) dove anche il cavaliere più esigente, fino a domenica 28 ottobre, può trovare le ultime novità e le anteprime del mercato di attrezzature e abbigliamento.

La sicurezza prima di tutto. Ecco quindi Equiairbag, uno zainetto di derivazione motociclistica che si gonfia in 8 millisecondi in caso di caduta dalla sella, proteggendo la colonna vertebrale del cavaliere. Restare impigliato (“instaffato” in gergo tecnico) nei finimenti e trascinato dal cavallo è un altro dei rischi che si corrono mentre si monta: un aiuto arriva dalle nuove staffe con sistema di sgancio d’emergenza su più assi, pedana basculante, aggancio a 45 gradi e cover intercambiabili per personalizzarle come con uno smartphone. Sicurezza al primo posto anche per i caschi, con un occhio al comfort e al design, grazie a interni in lana merinos e decorazioni in cristalli swarovsky. Novità anche sul fronte delle selle, tecnologiche ed ergonomiche: si regolano con una chiavetta, per essere utilizzate anche su due o più cavalli e sono sviluppate con pellicola in gel traspirante per attutire gli impatti del salto.

Da parte delle aziende ci sono molti investimenti anche nel comparto legato al benessere dell’animale. Addio quindi ai raffreddori da cavallo grazie ad una coperta gonfiabile con diffusore interno di aria calda che in 15 minuti asciuga il manto dal sudore dopo la corsa (Wiper, padiglione 6). Tra i padiglioni della fiera si possono trovare anche curiosità come la palla antistress a dimensione di cavallo (Sartore, padiglione 7), il tapis roulant da quattro metri a misura di equino con 36 programmi di allenamento e recupero e in grado di raggiungere una velocità di 36 chilometri all’ora (Horse Gym, padiglione 4). Fondamentale pure la dieta: qui tra le novità il fieno umido sottovuoto e biologico, adatto anche per gli esemplari allergici (Terre di Papena, padiglione 7). L’igiene del corpo riguarda anche i cavalli per cui è stata creata una linea di ad hoc per la cosmesi, a base di gel antibatterici, balsami all’aloe vera, prodotti alla cheratina per gli zoccoli, shampoo per i diversi tipi di manto (Unica, padiglione 6).

Sempre più moderne anche le scuderie, il legno di larice e muavé e pareti con vetrate con vita maneggio (Rinco, padiglione 7), mentre per il trasporto, i nuovi trailer hanno il tetto panoramico e speciali sospensioni per alleggerire le vibrazioni sui tendini del cavallo (Berton, padiglione 7).




Per i sindacati ridurre o cancellare Spazio 2 e Spazio 4 sarebbe “un segnale davvero pessimo”

I segretari di Cgil, Cisl e Uil intervengono sulla questione dell’ordine del giorno presentato dal consigliere Levoni da cui potrebbero derivare tagli a Pulcheria e a Spazio 2 e Spazio 4.

La risposta del Sindaco Patrizia Barbieri alle polemiche scaturite in seguito all’approvazione dell’ordine del giorno in Consiglio Comunale relativo agli stanziamenti previsti per la manifestazione “I Giorni di Pulcheria”, può essere una base di partenza per approfondire le intenzioni dell’Amministrazione sulle tematiche di genere, su cui siamo disponibili a dare un nostro contributo anche progettuale.

L’edizione di quest’anno di Pulcheria ha avuto comunque il riconoscimento di una lusinghiera presenza di pubblico che denota la vitalità dell’iniziativa e che suggerisce di non affossare frettolososamente questa esperienza culturale, patrimonio della città

Nessun cenno, invece, viene fatto circa il futuro dei centri giovanili comunali Spazio 2-Spazio 4, dopo che altri esponenti dell’Amministrazione hanno, con parole che appaiono sibilline, sostenuto di voler valutare nuove azioni per una nuova progettualità più rispondente alle istanze del mondo giovanile, parole che suonano più come una bocciatura delle esperienze fin qui condotte che una garanzia per il futuro.

Riteniamo invece che questi spazi vadano ulteriormente valorizzati come luoghi fondamentali per la prevenzione del disagio e la promozione del protagonismo giovanile, con il rilancio della positiva vocazione di Spazio 2 sui temi del lavoro, della formazione e dell’autoimprenditorialità. La continuità degli eventi culturali di Spazio 4, viste anche le scadenze previste a breve per la gestione, va inoltre mantenuta essendo un centro di aggregazione sociale che opera in una zona della città a forte rischio di esclusione sociale, capace di produrre in questi anni eventi culturali ed educativi fortemente partecipati.

Sarebbe un segnale davvero pessimo da parte dall’Amministrazione quello di ridurre, o addirittura cancellare, le attività e le iniziative che si producono in questi luoghi, un grave passo indietro culturale che si sommerebbe ad altri già visti recentemente.

E’ stato comunque un atto fortemente negativo l’approvazione di un ordine del giorno accompagnato da un linguaggio irricevibile e indegno, parole “pollai per ingrassare giovani che farebbero meglio ad andare a correre al parco della Galleana” che, da sole, avrebbero meritato il ritiro immediato della richiesta del consigliere Levoni.
Sono considerazioni queste che, oltre a dirla lunga sulla conoscenza di quello che succede di preciso in quei luoghi e sull’immagine che ha del mondo giovanile il consigliere, offendono profondamente le persone che in questi spazi lavorano e operano con professionalità supportando il servizio pubblico in attività fondamentali e che rischiano, oltretutto, ricadute pesanti anche dal punto di vista occupazionale.

Parliamo di giovani formati da percorsi accademici come educatori, formatori, impiegati che si occupano di attività di aggregazione, culturali e di formazione con un focus rivolto alle “nuove” professioni, attraverso una proposta puntualmente aggiornata alle richieste del mercato del lavoro di oggi. I corsi o le attività di formazione vengono svolti da esperti/professionisti della materia, spesso a titolo gratuito o a prezzi comunque abbordabili da parte di un’utenza di riferimento composta per lo più da giovani alla ricerca di lavoro.

Auspichiamo quindi che l’Amministrazione valuti attentamente le scelte che riguardano queste tematiche, puntando ad un’attività sempre più qualificata e coerente ai bisogni dei giovani della città e confermando queste importanti esperienze.

Segreterie Provinciali
CGIL – CISL – UIL
(G.Zilocchi – M. Molinari – F.Bighi)




Da lunedì via all’asfaltatura della Caorsana

L’assessore ai Lavori pubblici Paolo Garetti comunica che dopodomani, lunedì 30 ottobre a partire dalle ore 7 avranno inizio i lavori di ripristino della pavimentazione bituminosa lungo via Caorsana nei tratti compresi fra il Palabanca e via dell’Agricoltura.
“Saranno istituite – spiega l’assessore – limitazioni al traffico con senso unico alternato e una breve deviazione in via Tirotti. Nei sei giorni della durata dei lavori – prosegue l’assessore – potranno esservi dei rallentamenti lungo l’arteria stradale. Si è deciso di avviare questo intervento in quanto il manto stradale è particolarmente dissestato”.




Banca di Piacenza conferma il finanziamento per il Pordenone

Banca di Piacenza conferma il proprio impegno nella valorizzazione del territorio, costantemente perseguito dalla fondazione. In particolare, conferma le programmate manifestazioni per il Pordenone nel 2018 e quella su Piacenza crocevia – come già anticipato a suo tempo – per il 2019 nonché per il 2020, quale autonoma manifestazione nell’ambito di quelle previste per Piacenza capitale della cultura (Piacenza Crocevia di Storie, Crocevia di Passioni, Crocevia di Natura, Crocevia di Futuro).
Le manifestazioni di Banca di Piacenza saranno tutte finanziate dall’Istituto: non godranno di alcuna contribuzione né pubblica né parapubblica e non graveranno quindi sui contribuenti.




Nigeriano, arrestato a Piacenza per spaccio. Era libero ed ha commesso tre rapine a Parma

Era stato arrestato per spaccio nel settembre del 2016 ai Giardini Margherita di Piacenza un 27enne, nigeriano, in Italia con un permesso di soggiorno per motivi umanitari.
Gli agenti delle volanti lo avevano trovato con la marijuana nascosta negli slip. Condannato era però rimesso in libertà e nei suoi confronti era scattato (solo) l’obbligo di dimora nella nostra provincia, così come in quella di Parma (non rispettato).
A distanza di un anno è finito nuovamente in manette, questa volta con l’accusa di essere l’autore di ben tre rapine, due compiute ai danni di altrettante coppie di giovani al Parco Ducale di Parma ed una con vittime i camerieri di una nota pizzeria del centro di Parma, usciti per fumarsi una sigaretta.
L’uomo avrebbe agito con almeno un complice, dileguandosi in bicicletta dopo tutti i colpi. Alto un metro e ottantacinque, fisico massiccio, il nigeriano avrebbe utilizzato un coltello per minacciare le sue vittime ed in una delle due rapine nel Parco Ducale avrebbe ripetutamente colpito in volto un ragazzo (studente ucraino del locale conservatorio) procurandogli ferite guaribili in 21 giorni.
Ad individuarlo, dopo lunghe indagini (e sulla scorta delle testimonianze), i carabinieri che lo hanno notato mentre bighellonava in prossimità di un free-shop. I militari lo hanno fotografato ed hanno mostrato gli scatti alle vittime che lo hanno tutte riconosciuto. E’ stato arrestato vicino alla stazione poco prima che, in treno, lasciasse la città.




Compare sul Facsal uno striscione inneggiante la Marcia su Roma

Questa notte è comparso sul Facsal, sopra il parcheggio auto di via IV Novembre uno striscione inneggiante alla Marcia su Roma che avvenne esattamente 95 anni fa e segnò la definitiva ascesa al potere di Benito Mussolini e del partito Nazionale fascista.
Lo striscione, apparso sul Pubblico Passeggio, riporta la scritta «Il mito si incarna nella lotta, 28 10 1922»
Fra i primi commenti quello di Stefano Cugini già assessore della giunta Dosi e capogruppo PD in consiglio comunale che così ha stigmatizzato l’episodio «Questa mattina, sul Facsall, a Piacenza. Per quelli che si sdegnano perché si parla ancora di antifascismo e che bollano ‘ste robe come ragazzate. Chi sottovaluta poi piange. Questo insegna la storia!»




Alla scoperta dell’Atlas Major a Palazzo Galli

Lunedì prossimo (30 ottobre) presso la Sala Panini di Palazzo Galli, alle ore 18, la Banca di Piacenza ha organizzato un incontro dal titolo: “Atlas Major: un capolavoro cartografico a Palazzo Galli” che vedrà il relatore, ing. Gigi Rizzi, illustrare un prezioso documento cartografico, custodito a Palazzo Galli. Dono munifico alla Banca di Piacenza della Signora Annarosa Mars Torretta nel settembre 2010, esso rappresenta il vertice dell’editoria cartografica che caratterizzò la ricchezza culturale di quel Paese, l’Olanda, che nella metà del Seicento attraversò un periodo di tale floridezza nelle scienze, nelle arti e nei commerci che venne, a ragione, definito “l’età d’oro”. L’attenzione del relatore si concentrerà sull’importanza della cartografia quale scienza fondamentale del progresso umano e quale strumento di conservazione e fruizione delle conoscenze relative al mondo che ci circonda, di quella cioè che dai tempi di Claudio Tolomeo conosciamo come Geografia nel suo ultimo significato di “immagine”, “disegno” della terra. Al proposito, verrà esposto un sintetico excursus storico che, partendo dalle prime testimonianze su papiro o su terracotta dell’antichità e passando attraverso le opere di impianto tolemaico ci hanno portato al periodo di massimo progresso nella cartografia, cioè il secolo XVI, con le sue grandi e rivoluzionarie scoperte geografiche. Da qui arriviamo a quell’età particolarmente felice che vide, come detto, l’assoluta prevalenza dell’Olanda delle Sette Province sull’intera Europa, nelle scienze e nelle arti e quindi anche nella cartografia. Dal continuo confronto delle “officine” Hondius-Janssonius e Blaeu nacquero i più prestigiosi “Atlanti”, opere grandiose contese dalle clientele più facoltose del tempo. Di questi certamente il più famoso fu l’Atlas Major di Johannes Blaeu, del quale un esemplare si trova proprio a Palazzo Galli e che sarà possibile visionare alla fine dell’incontro.
Ingresso libero con precedenza per i prenotati (email relaz.esterne@bancadipiacenza.it, tf 0523-542357).




Sindacati: legittimità del decreto Poletti ennesima beffa per i pensionati

“Dopo la decisione della Consulta di ritenere legittimo il Dl Poletti riguardante la rivalutazione delle pensioni, ci tocca prendere atto della scarsa considerazione che questo nostro Paese ha per i pensionati, penalizzati ancora una volta da una sentenza che non riconosce quanto loro indegnamente e impropriamente tolto sul piano delle risorse”.
E’ un commento amaro ma nello stesso tempo risoluto quello delle segreterie confederali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil sulla sentenza della Corte Costituzionale che si è espressa sulla mancata perequazione dei trattamenti pensionistici, oggetto già di un ricorso che nel 2015 ha portato a un rimborso, il cosiddetto “bonus Poletti”. Un mini rimborso, una misura considerata troppo parziale dai ricorrenti, che lamentano penalizzazioni per sei milioni di pensionati.
Quindi la situazione attuale è di fatto penalizzante.“Si tratta di una patrimoniale sui pensionati. Ne prendiamo atto, ma siamo molto curiosi di leggere il dispositivo della sentenza della Suprema Corte, che nella nota che informa della sentenza parla di “disciplina temporanea” per la mancata perequazione delle pensioni oltre tre volte il minimo. Ecco, ci chiediamo quando finirà, e se finirà, questa situazione straordinaria che porta ancora una volta i pensionati, come i lavoratori dipendenti, ad essere i “bancomat” del Governo. Soldi andati per coprire il debito pubblico invece che per i giovani. Il giudizio negativo su questa “patrimoniale” resta”.
E’ quanto dichiarato dei Segretari Confederali dei Pensionati, Cgil-Cisl-Uil di Piacenza, dopo la deliberazione della Corte Costituzionale sul Dl Poletti. “Nella sentenza della Consulta si parla di ‘bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica’. A noi pare, invece, – continuano Spi-Fnp-Uilp – che si siano difese solo queste ultime, a scapito di quelle dei nostri pensionati che sono stati privati di un loro diritto. Per quanto ci riguarda – concludono il segretari Baldini-Ferrari-Cella – proseguiremo nella nostra battaglia per chiedere, come abbiamo fatto finora, di introdurre un nuovo meccanismo di rivalutazione delle pensioni che permetta ai pensionati di recuperare il potere d’acquisto perso in questi anni e nel bloccare ogni automatismo di innalzamento dell’età pensionabile uguale per tutti i lavori”.
Il problema del reddito dei pensionati, che in questi ultimi anni ha perso sensibilmente di valore e non è stato degnamente rivalutato, è del tutto irrisolto, spiegano i sindacati dei pensionati piacentini. Un nuovo meccanismo di rivalutazione che sostenga il potere d’acquisto dei pensionati è necessario, a partire dall’abbattimento del carico fiscale pesantissimo.




L’Emilia Romagna vieta l’uso dei caminetti

L’Emilia Romagna, come fece Londra nel 1956 Londra (attraverso il Clean Air Act) vieta l’uso di caminetti. E’ infatti operativa la disposizione del Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2020) che stabilisce il divieto di utilizzo di combustibili solidi (legna, etc.) per riscaldamento domestico negli impianti con efficienza energetica inferiore al 75% e nei focolari (ossia nei caminetti) aperti o che possono funzionare aperti, siti in unità immobiliari dotate di sistema multi-combustibile ubicati nei comuni della regione i cui territori sono interamente siti a quota altimetrica inferiore ai 300 metri. Questo fino al 31 marzo dell’anno prossimo.
La normativa regionale stabilisce che nei comuni che abbiano territori posti ad altitudini anche in parte superiori a 300 metri i sindaci debbano, con propria ordinanza, individuare le zone situate al di sotto di tale quota ed alle quali si applica il divieto di cui abbiamo detto. Ove i comuni non provvedano nel senso anzidetto, il divieto si applica a tutto il territorio comunale.
La normativa è stata varata per ridurre l’inquinamento e non risulta che in provincia di Piacenza qualche comune abbia adottato l’ordinanza di cui alla legge. Ne consegue che il divieto opera nell’intero territorio di tutti i comuni che abbiano anche solo una parte del proprio territorio superiore ai 300 metri.
Il PAIR2020 prevede inoltre, in applicazione del DPR 74/2013, di regolamentare le modalità di installazione, manutenzione e controllo degli impianti di combustione a biomassa legnosa destinati al riscaldamento ad uso civile, nonché di implementare un sistema informativo regionale, il “catasto degli impianti termici”, per censire la tipologia di impianti per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici presenti sul territorio regionale.
A completamento del sistema di gestione e controllo dei dispositivi suddetti, il Piano regionale prevede l’attuazione del decreto del Ministero dell’Ambiente, previsto dal decreto legislativo n. 152/2006, in materia di certificazione ambientale dei generatori di calore, in fase di approvazione.




Perché Piacenza, salvo miracoli, non diventerà Capitale della Cultura 2020

Per spiegare come mai Piacenza, difficilmente, potrà diventare Capitale Italiana della cultura 2020, partiamo da un’indiscrezione.
Sembra che a Roma, al Ministero dei beni culturali, non sia ancora stata nominata la commissione dei sette esperti che dovrebbero decidere (entro il 15 novembre) quali saranno le città italiane ammesse nella lista ristretta, da cui, alla fine, uscirà il nome del vincitore. Fatto tutto da confermare ma che, se fosse vero, sarebbe quantomeno curioso.
Fra gli addetti ai lavori c’è chi sostiene (ovviamente off-records) che -commissione o no – la decisione sia sempre un atto estremamente “politico”, ispirato dai piani alti di Via Del Collegio. Per questo si ritiene difficile che a vincere siano città “non allineate” con il governo. Quantomeno non sembrerebbero esservi mai stati precedenti in questo senso.
In ballo c’è un contributo di un milione di euro ma soprattutto l’enorme visibilità che la città prescelta ottiene. Spesso i budget ipotizzati superano di gran lunga i fondi messi a disposizione dal Governo ma il ritorno in termini di visibilità del territorio, le ricadute turistiche, valgono decisamente l’investimento.
I pretendenti sono una pletora di città, 31 per l’esattezza: Agrigento, Bellano, Benevento, Bitonto, Casale Monferrato, Ceglie Messapica, Cuneo, Fasano, Foligno, Gallipoli, Lanciano, Macerata, Merano, Messina, Montepulciano, Noto, Nuoro, Oristano, Parma, Piacenza, Pietrasanta, Pieve di Cadore, Prato, Ragusa, Ravello, Reggio Emilia, Scandiano, Telese Terme, Teramo, Treviso e Vibo Valentia.
La capitale della cultura 2016 è Mantova (Nord), quella del 2017 Pistoia (centro), quella del 2018 Palermo (Sud). Quindi il ritorno al nord, in Emilia, nel 2020, potrebbe anche starci. Le pretendenti nella nostra regione sono, come si diceva, quattro, tra l’altro tutte appartenenti alla stessa “Area Vasta”(una sorta di alleanza amministrativa) .
C’è innanzitutto Reggio Emilia, politicamente molto vicina a Palazzo Chigi essendo Graziano Del Rio, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, un reggiano doc, nonché ex sindaco della città. E’ però vero che Reggio ha già avuto tanto in passato, a partire dalla stazione Mediopadana dell’alta velocità.
Quanto a Parma il sindaco e la giunta non hanno veri e propri punti di riferimento politici nazionali visto che Federico Pizzarotti, dall’estate 2016, ha rotto con i Cinque Stelle e si è presentato alle elezioni comunali sostenuto da una civica. Nonostante abbia inflitto una sonora sconfitta alla sinistra cittadina, sotto sotto non dispiace all’intellighenzia nazionale del Pd. Ci sono stati ripetuti segnali che sanno tanto di corteggiamento (non rifiutato) da parte dei Dem. Ad esempio gli inviti (accettati) a svariate Feste dell’Unità, in giro per l’Italia. Parma insomma potrebbe essere la scelta giusta per conquistare, un domani, alla sinistra un uomo forte come il “Pizza”. Sarebbe anche utile per dimostrare che a vincere non sono sempre amministrazioni filo-governative.
Tralasciando la piccola Scandiano, Piacenza fra i tre capoluoghi parrebbe la più sfavorita. A governare, da giugno, è una giunta di centro-destra e quindi certamente molto distante da Roma. Volendo una mano potrebbe arrivare dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paola De Micheli, ammesso che possa e voglia spendere una parola buona verso un’amministrazione che ha sfrattato da Palazzo dei Mercanti i suoi compagni di partito.
Il cuore batte decisamente a sinistra anche per altri due “big” concittadini. Pierluigi Bersani, che peraltro è uscito dalla compagine del PD fondando Articolo 1, e Roberto Reggi che invece se ne sta bello tranquillo nel suo riconfermato ruolo di direttore del Catasto, lontano dalla politica attiva.
Per chi invece resta convinto che più delle pressioni politiche sul ministro Franceschini conti il famoso dossier … Piacenza paga il fatto di aver vissuto un delicatissimo passaggio di consegne da parte dell’amministrazione Dosi. L’attenzione della giunta, appena insediata, più che sulla cultura si è dovuta concentrare sulla vicenda dei dipendenti comunali assenteisti. A lungo si è pensato di rinunciare alla candidatura salvo poi gettarsi in una meritevole corsa contro il tempo, scritturando un mago del settore quale Paolo Verri, già direttore del Comitato Matera 2019. Reggerà il confronto con gli altri il dossier di Piacenza, preparato in quattro e quattr’otto?
Intanto chi avesse voglia di approfondire un po’ meglio le linee chiave del progetto, fin qui presentate i maniera molto generica, domani (sabato 28 ottobre 2017) ci sarà l’opportunità di ascoltare Paolo Verri alle 10.30, all’auditorium Sant’Ilario, in un incontro pubblico nel corso del quale illustrerà il dossier presentato in risposta al bando del Mibact. «L’incontro – recita un comunicato del Comune – è aperto a tutta la cittadinanza e sarà occasione per ripercorrere il cammino intrapreso congiuntamente da istituzioni, associazioni e da tutti i soggetti che hanno aderito alla stesura del dossier, nonché per condividere i prossimi passi volti a portare avanti, insieme, i principali progetti previsti di qui al 2020».
Il lato positivo infatti è che nonostante a Piacenza serva un miracolo, non solo per vincere ma anche per entrare a far parte della “lista ristretta” delle dieci città finaliste, … parafrasando lo slogan a San Remo “comunque vada potrebbe essere un successo”.
Perché, volendolo, tante delle idee ipotizzate nel dossier potrebbero comunque essere messe in campo. Dipenderà da banche, fondazioni, curia, comune etc.
Se per caso a vincere dovessero essere Parma o Reggio un po’ di gioco di squadra farebbe comodo a tutte e tre le città, concretizzando nei fatti quella Area Vasta virtuale che per ora è molto teorica e meno pratica.
Le emiliane escluse farebbero bene a stringere un patto con l’eventuale (o le eventuali) vicine finaliste, supportandone la candidatura e costruendo assieme un’offerta complessiva che porti l’Emilia occidentale, tutta, ad essere Capitale “estesa” della Cultura 2020.
E comunque a volte i miracoli accadono!