Le note stonate del Jazz Fest 2018. Polledri vs. Azzali

Tanto rumore per nulla (o quasi)!

Quest’anno il Piacenza Jazz Fest si sta facendo sentire non per i suoi ritmi blues ma per le continue prese di posizione firmate da Comune ed organizzatori: le note (stampa) stonate dell’edizione 2018.

Una telenovela a puntate, che vede contrapposti l’assessore alla cultura Massimo Polledri ed il presidente del Piacenza Jazz Club Gianni Azzali. (Leggere per credere: Puntata 1, Puntata 2, Puntata 3, Puntata 4)

Un singolar tenzone giocato più con la sciabola verbale che con il fioretto: alle stoccate dell’uno, seguono quelle dell’altro ed il tintinnar delle lame diventa un fragore tale da coprire le note (quelle buone) del festival jazzistico che per anni ha dato lustro alla città.

Se Polledri si dice esasperato dalle continue lamentele di Gianni Azzali (per la mancanza di finanziamenti comunali al festival jazzistico) c’è effettivamente da preoccuparsi. Come neuropsichiatra ben conosce gli effetti nefasti dello stress, seppure subìto a mezzo stampa.

Azzali dal suo canto s’è evidentemente stufato di vedersele suonare, via comunicato, dall’assessore. A furia di incassare rischia di restare senza fiato, fatto grave per un sassofonista.

Magari se si incontrassero dicendosi, una volta per tutte, quello che hanno da dirsi … farebbero risparmiare inchiostro e byte a tutti.

La vicenda resta, in ogni caso, assai spinosa e, si sa, che parlare di spine, carciofi et similia a  Piacenza, di questi tempi è pericoloso.

E’ un attimo che ti sequestrino cassette e parole!

Fotomontaggio creativo e spinoso liberamente ispirato a recenti fatti di cronaca




Treni, stazioni e un’ Italia a due velocità (sui binari)

Il mantra delle ultime ore di campagna elettorale è che “l’Italia viaggia a due velocità”. Sicuramente in fatto di linee ferroviarie è così. Uno studio articolato che ha come fonti OpenStreetMap, SNCF, OpenData, Geo Names e Digitraffic illustra che il Nord Italia ha indubbiamente una copertura maggiore: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana quelle con maggiori km di linee, solo al settimo posto incontriamo la prima regione del Sud, la Campania. 2mila e 200 le stazioni complessive nel Nord, 3591 complessive.

In Emilia Romagna ci sono 1609 km di linee convenzionali, 511 km a semplice binario, 798 km a doppio binario, 397 di linee complementari, 498 di alta velocità. 264 stazioni totali (un nodo importante come Bologna Centrale). La regione più coperta è la Lombardia con 460 stazioni, compresi 4 nodi strategici come Milano Centrale, Como, Tirano e Milano Malpensa.

Qui lo studio 

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L’assessore Polledri: “i giudizi di Azzali basati sull’apertura o meno del portafoglio”

L’assessore Polledri Risponde alla nota stampa di questa mattina del presidente del Piacenza Jazz Club Gianni Azzali, inviando a sua volta un comunicato.

“Per l’ultima volta rispondo all’ennesima presa di posizione di Gianni Azzali, che accusa l’Amministrazione comunale di aver cancellato gli eventi del Jazz Fest 2018 dal proprio sito istituzionale, è doveroso chiarire che non c’è stata alcuna volontà di boicottaggio o velenosa ripicca nei confronti del Piacenza Jazz Club, tantomeno a causa del medievale oscurantismo di cui mi taccia”. Sono le parole dell’assessore alla Cultura Massimo Polledri, che precisa: “C’è un aspetto paradossale nella polemica del signor Azzali. Prima dichiara lui stesso di non aver presentato neppure la domanda di patrocinio per la sua kermesse, poi si lamenta perché i concerti non compaiono nel calendario degli eventi che il Comune evidenzia sulle proprie pagine web. Come è noto, e come qualsiasi associazione che vanta una pluriennale attività dovrebbe sapere, sul sito Internet comunale vengono pubblicati solo gli eventi organizzati direttamente dall’ente, oltre a quelli di soggetti esterni purché abbiano ricevuto il patrocinio o la collaborazione”.

“Spiace constatare – prosegue l’assessore – che i giudizi del signor Azzali sulle strategie e sul percorso di una città che, di certo non grazie al suo impegno, è stata tra le dieci finaliste per il titolo di Capitale italiana della Cultura, sembrino basarsi unicamente sull’apertura o meno del portafoglio. A maggior ragione se pensiamo che il Piacenza Jazz Fest, a differenza di molte altre realtà del territorio che non possono vantare altrettante forme di sostegno finanziario, conta numerosi sponsor istituzionali e privati. Poche cifre sono sufficienti per comprendere come la manifestazione non abbia bisogno della stampella comunale per reggersi in piedi”.

“Il bilancio 2016 della Fondazione di Piacenza e Vigevano – rimarca Polledri – riporta la deliberazione di 130 mila euro a favore del Piacenza Jazz Club per il Jazz Fest; erano 120 mila nel 2015 e 117 mila euro nel 2014. La Giunta regionale dell’Emilia Romagna ha stanziato 34 mila euro nel 2017 e altrettanti nel 2016, come deliberato nel Piano triennale 2016-2018 a supporto di progetti artistici e iniziative di spettacolo. Cito questi documenti, pubblici e consultabili da chiunque, perché sia chiaro che l’Amministrazione comunale non ha assestato alcun colpo letale al Piacenza Jazz Fest, che può fare comunque affidamento su consistenti e preziosi contributi di cui, peraltro, ho citato solo due esempi, anche se l’elenco dei sostenitori, sul sito della manifestazione, è ben più lungo”.

“Possono, le politiche culturali di un ente, essere valutate solo con il metro degli esborsi economici? La risposta, negativa, dovrebbe essere ovvia. O forse no – conclude l’assessore – almeno stando al tenore degli interventi di Gianni Azzali nei confronti dell’Amministrazione comunale. Un bel tacer non fu mai scritto, soprattutto per rispetto alle tante associazioni del territorio che non solo, al pari del Jazz Club, non hanno ricevuto finanziamenti pubblici, ma non possono certo contare sui vantaggi di cui gode l’organizzatore del Jazz Fest per la sua manifestazione e per l’ordinaria attività presso il circolo Milestone. Considero definitivamente chiarita e per me chiusa la questione”.

 

 




Il piacentino, lingua madre tra passato e futuro. Partecipato convegno a Palazzo Galli

La lingua dialettale tra passato e presente, e soprattutto il ruolo del dialetto per le giovani generazioni, in un’epoca in cui la globalizzazione sembra voler spegnere le forme più autentiche del nostro dire. Sono questi i temi affrontati nell’evento dedicato alla lingua madre piacentina, che ha visto presenti a Palazzo Galli numerosi esperti per il convegno organizzato dall’assessorato comunale alle Identità e Tradizioni, in collaborazione con la Banca di Piacenza.

Sono tornate alla memoria figure prestigiose, come quella di monsignor Tammi, di don Bearesi, ma anche di personaggi che hanno segnato la vita dei secoli passati, come Egidio Carella e Valente Faustini. Senza dimenticare il primo dizionario piacentino – italiano opera del Foresti nell’Ottocento. Ma è stato soprattutto il rapporto con il passato a tenere banco, in una giornata in cui le tradizioni hanno prevalso sulla tecnologia, mentre detti e proverbi delle generazioni più anziane sono tornati alla ribalta insieme ai lemmi e alla cultura dialettale.

Ad aprire il convegno, coordinato dal professor Andrea Bergonzi, i saluti introduttivi dell’assessore all’Identità e Tradizioni Luca Zandonella e del presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani, che ha sottolineato la costante attenzione dell’istituto di credito per queste tematiche, come testimoniano il monumentale lavoro di monsignor Tammi e il dizionario dedicato al dialetto, nonchè i numerosi studi e convegni dedicati dalla Banca di Piacenza alla tradizione e alla lingua locale.

E’ quindi intervenuta Marilena Massarini, portacolori dei brani musicali che hanno fatto la storia della canzone dialettale, da “T’al dig in Piasintein” a “Scussalein Russ”. Accanto a lei alcuni insegnanti e alunni della primaria Giordani, concordi nel sottolineare che le nostre tradizioni dialettali sono memoria, storia, tempo andato ma anche un modo per leggere e comprendere il nostro presente. Lo hanno ribadito il “razdur” della Famiglia Piasinteina Danilo Anelli, il rappresentante della Filodrammatica Gari Mario Peretti, il responsabile dell’associazione culturale Traattori Marcello Savi e il presidente del Cineclub Cattivelli, Giuseppe Curallo.

“Dai vari interventi – commenta l’assessore Luca Zandonella – oltre ai ringraziamenti all’Amministrazione comunale per l’attenzione dedicata al tema, è emerso un filo conduttore incentrato, nell’ottica della salvaguardia futura della lingua locale, su tre percorsi da intraprendere: entrare nelle scuole per insegnare e far conoscere il dialetto ai ragazzi fin da giovani, usare le più recenti tecnologie informatiche per diffondere dialetto, identità e tradizioni di Piacenza (social network, sistemi di messaggistica moderni, video da caricare sul web, come già avviene in altre città) e necessità di insistere anche sul teatro, che è un ottimo strumento di contatto con il pubblico, prevedendo forti sconti per gli spettatori minorenni”.




La Piacentina e Win parteciperà all’International Horeca Meeting 2018 di Roma

Anche quest’anno la E-Win, azienda piacentina del software con una sede operativa anche a
Padova, sarà presente all’International Horeca Meeting (IHM) di Roma.
Appuntamento divenuto imperdibile per i distributori indipendenti italiani del Food&Beverage e per le aziende partner, rappresenta il principale evento a livello nazionale, con numeri di partecipazione in costante crescita.
Giunto alla sua settima edizione, accoglierà dal 23 al 25 febbraio presso il Marriott Park Hotel di Roma i principali manager delle più importanti industrie di produzione beverage e food service per il mercato dei consumi extradomestici.
Tre giorni di convegni, dibattiti, confronti,anteprime  e dimostrazioni pratiche, incontri
“B2B” tra operatori della distribuzione e dell’industria: ancora una volta, l’International
Horeca Meeting sarà il punto di riferimento dell’Horeca Community, ovvero per Hotel, Ristoranti e servizi di Catering. Un momento d’incontro unico nel suo genere che, fra
distributori, manager dell’industria, giornalisti ed influencer, vedrà la partecipazione di oltre 1200 persone.
L’amministratore delegato della azienda, il quarantanovenne piacentino Massimiliano Stella
ci parla di una azienda che, nonostante le congiunture del mercato riesce comunque a
crescere grazie soprattutto ad investimenti capaci di mantenere i suoi prodotti al passo con i tempi con applicazioni per dispositivi mobili e cloud integrati per la business intelligence.
“E-Win si presenta a questa manifestazione con il progetto DIBE, software gestionale customizzato per il mondo della distribuzione di bevande. Una soluzione affidabile e distintiva in grado di offrire, alle centinaia di grossisti che in tutta Italia l’hanno adottata, una riduzione dei costi operativi, affiancata da un servizio di assistenza in linea con le specificità di ogni cliente. DIBE ha da poco compiuto 40 anni: in un mercato globale instabile, questo è certamente un risultato straordinario ed è di per sé garanzia di un livello qualitativo altissimo. “Nell’occasione e win presenterà una livrea rinnovata con un nuovo logo e nuovi colori,
soprattutto con testimonial fuori dal comune e tutti da scoprire.
Birr e Birr@ due personaggi usciti dalla fantasia del noto pubblicitario piacentino Enrico Rocca,
ovvero un cavatappi ed un tappo di bottiglia che sono pronti ad accompagnare l’azienda nella sua comunicazione.




Il sindaco incontra le imprese “innovative”

Il sindaco Patrizia Barbieri ha incontrato ieri in Municipio una delegazione del RICT, acronimo che identifica il cluster delle aziende associate a Confindustria Piacenza che lavorano nei settori della Ricerca, Innovazione, Comunicazione e Tecnologia.

Il presidente del cluster, Stefano Guglielmetti (ISI S.r.l.), ha colto l’occasione per presentare in modo ufficiale il RICT, nato con l’obiettivo di valorizzare, sul nostro territorio, le aziende che ne fanno parte, di favorire la collaborazione tra di loro e di promuovere, in ogni sede, la cultura dell’innovazione. In questo senso il RICT, nato nel 2014, è stato precursore del concetto di “Digital Innovation Hub”, un competence center virtuale costituito da aziende il cui impegno quotidiano è quello di trasferire nuove conoscenze e tecnologie nell’industria, e nella società, 4.0.

Il sindaco Barbieri ha espresso il suo plauso al RICT “per essere riuscito ad aggregare aziende, tra loro anche possibili concorrenti, intorno ad obiettivi comuni: un caso che dovrebbe essere preso d’esempio, e citato, anche in altri contesti, quando spesso non si riesce a fare gioco di squadra”. Il sindaco ha condiviso inoltre il fatto che sul nostro territorio, oltre a quelle del settore agroalimentare e della meccanica, esistano altre eccellenze che occorre valorizzare: “Proprio in questo senso – ha affermato – va l’iniziativa degli Stati Generali della Ricerca, promossi dal Comune di Piacenza, che si terranno nel giugno prossimo”.

Il presidente Guglielmetti ha ringraziato per l’opportunità offerta e ha dato la disponibilità delle aziende del RICT a collaborare con il Comune, con i laboratori e le Università locali per portare avanti progetti innovativi che possano avere ricadute positive per il territorio. Durante l’incontro sono stati affrontati diversi temi, come la sicurezza informatica, la rete delle telecamere per il presidio del territorio, l’uso dei big data per la gestione della smart city e l’utilizzo di gestionali per semplificare le attività delle amministrazioni pubbliche.

Oltre al presidente Guglielmetti, hanno partecipato per il RICT Fabrizio Ghizzoni (SIET S.p.A.), Carla Moggi (R&M per Comunicare S.r.l.), Massimo Pancini (Agonet), Luigino Peggiani (Inside S.r.l.), Cecilia Puppo (Qoncert S.r.l.), Danilo Rebecchi (Adyda S.r.l.), Paolo Vercesi (JM Consulting S.r.l.), Claudio Oltremonti (Confindustria Piacenza).

 




Spazio 4: slitta ad aprile l’apertura dell’area. Per il PD il centrodestra è incompetente

«Il disordinato smantellamento del centrodestra sembra non stia incontrando il parere favorevole di Piacenza». Il gruppo consigliare del Partito Democratico commenta la modifica alla scadenza del bando per la gestione di Spazio 4, l’area comunale situata in via Manzoni, che fino a pochi mesi fa «aveva garantito un presidio educativo, sociale e aggregativo ai tanti giovani del quartiere», sottolineano Cugini, Piroli, Fiazza e Buscarini. Il bando, infatti, avrebbe dovuto concludersi oggi, ma una determinazione dirigenziale ne ha decretato lo slittamento all’8 marzo. Inoltre, la cauzione definitiva per chi s’aggiudicherà l’appalto, che inizialmente ammontava a 20mila euro, è diventata pari all’importo di 2mila euro.

«Dopo la desertificazione del bando per il canile municipale, che ha visto la riconferma del gestore uscente in assenza di altri soggetti proponenti, oggi è stato nuovamente evidenziato lo scarso tatto della Giunta verso la comunità cittadina. Se da una parte l’assessore Zandonella annunciava un futuro brillante per “Spazio 4.0” (così ridenominato nel nuovo bando), dall’altra il rinvio della scadenza del bando lascia presagire la carenza di nuove realtà progettuali in gara. Spazio 4, com’era stato concepito dal centrosinistra, funzionava correttamente e coinvolgeva tanti adolescenti. Tuttavia, per una precisa scelta politica, è stato annullato. Finora, l’inquieta smania di cancellare le buone azioni amministrative del passato non si è dimostrata una scelta saggia».

«In più, l’apertura del centro è slittata dal 1° marzo al 3 aprile 2018, nonostante l’assessore avesse garantito la riattivazione di Spazio 4 proprio tra una settimana. Ci risulta che i ragazzi e le ragazze che frequentavano Spazio 4 ora siano a casa, privi di un punto di riferimento formativo a causa dell’incompetenza del centrodestra. La Giunta non avrebbe favorito – come promesso in varie occasioni – la loro interazione con gli altri centri aggregativi di Piacenza, per esempio con spazio Belleville. È triste constatare che», conclude il Pd, «oltre alla “politica del carciofo”, non ci sia una visione programmatica e stabile per la città».

Gruppo consiliare PD




Rancan (Lega) sul carcere di Piacenza: “agenti costretti a lavorare in situazione di insicurezza”

«Gli agenti di Polizia penitenziaria non possono continuare ad operare sotto organico in quelle condizioni di insicurezza più volte denunciate. Lo ribadirò fino allo sfinimento».

Lo afferma il consigliere regionale della Lega Matteo Rancan dopo l’ultimo episodio di violenza verificatosi ieri sera alla casa circondariale di Piacenza, dove un detenuto extracomunitario ha appiccato il fuoco alla cella. Il rogo sembrerebbe essere la conseguenza di un gesto autolesionistico degenerato nel volgere di poco tempo.

«Simili fatti incresciosi – accusa l’esponente del Carroccio – avvengono perché i governi non eletti che si sono avvicendati negli ultimi cinque anni snobbano la Polizia penitenziaria e le forze dell’ordine in generale. Sembra inoltre che il penitenziario piacentino stia diventando il punto di accoglienza dei detenuti più facinorosi dell’Emilia Romagna e di altre regioni: una situazione inaccettabile alla luce della grave carenza di organico che caratterizza la struttura. Ciò si aggiunge alla presenza di un Reparto di osservazione psichiatrica, attivo all’interno del carcere, che ogni giorno è fonte di seri problemi per il personale in servizio. Ecco allora che inviare a Piacenza ulteriori detenuti violenti da altre province non fa altro che aggravare il già stressante lavoro dei poliziotti. La musica – promette Rancan – cambierà a partire dal 5 marzo, quando finalmente si insedierà un governo che sarà l’espressione del voto popolare. Alla guida ci sarà una forza come la Lega, intenzionata a fare piazza pulita della delinquenza e a tutelare adeguatamente i corpi di polizia. Anche questa volta non posso esimermi dal dichiararmi sempre al fianco degli agenti».




Molestie sul lavoro, un problema per 9 milioni di donne e 4 milioni di uomini

Se ne è parlato a lungo a causa dello scandalo Weinstein, ma le molestie su luogo di lavoro continuano ad essere un fenomeno ancora “sommerso”. L’ Istat nei giorni scorsi ha cercato di approfondire la questione con uno studio ripreso da Il Sole 24 Ore, dal quale emergono dati sorprendenti e allarmanti allo stesso tempo.

La ricerca è stata effettuata tra il 2015 e il 2016, ben prima che il tema divenisse di dominio pubblico, su un campione di 50 mila interviste su persone di età superiore ai 14 anni. 9 milioni di donne hanno subito molestie, mentre sono 4 milioni gli uomini che hanno subito tale trattamento. Va detto che comunque nel 97% dei casi al femminile e nell’ 85% dei casi al maschile il carnefice era un uomo.

In particolare viene evidenziato il rapporto tra titolo di studio delle vittime con varie tipologie di molestie: fisiche, da social network, verbali, credenziali rubate, telefonate oscene, pedinamenti e via discorrendo. Si nota che ha dichiarato di aver subito molestia fisica il 26% delle donne laureate, contro l’11% di chi possedeva la licenza media e il 17% di quella superiore. Anche i pedinamenti seguono quest’ordine, il 29% delle donne laureate dichiara di essere stata pedinata. Percentuali ancora molto inferiori per i maschi.

Le molestie sui social network, come prevedibile, raccolgono una fetta giovanissima della popolazione: il 13% delle donne dai 14 ai 24 anni.

Il problema è maggiormente diffuso nel Lazio, dove il 55% delle intervistate ha dichiarato di aver subito o una molestia o un ricatto di natura sessuale. Stesso discorso vale per la Toscana, mentre in Molise si riscontra meno il fenomeno con il 22%, che rimane comunque un dato elevato, considerata la fascia 14 – 65 anni. In Emilia Romagna il dato si ferma al 52%, al terzo posto di questa speciale classifica, di cui non è bello essere sul podio.

Qui lo studio 

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Piacenza Jazz Club: “stupore e rammarico per le parole di Polledri”

Avevamo pubblicato, martedì, un comunicato dell’assessore Massimo Polledri, in cui lo stesso si diceva “esasperato dalle lamentele di Azzali per i mancati contributi al Jazz Fest”,

Oggi, in risposta alla dichiarazione dell’Assessore alla cultura Polledri si esprime il Consiglio Direttivo dell’associazione culturale piacentina con la ota che riportiamo.

“Leggiamo con stupore e rammarico le dichiarazioni dell’Assessore alla cultura di Piacenza Polledri in risposta alle critiche sollevate nei giorni scorsi in merito alla scelta della nuova amministrazione di non appoggiare non solo la nostra ma tutte le associazioni che fanno cultura nel territorio piacentino, lasciando emergere inoltre accuse infondate nei confronti dell’Associazione culturale Piacenza Jazz Club” Così i membri del Consiglio direttivo del Piacenza Jazz Club si esprimono in merito a quanto dichiarato alla stampa nei giorni scorsi.

“Ci sentiamo di intervenire dal momento che sono diverse le inesattezze contenute nelle dichiarazioni di Polledri che ci riguardano.” Questo quanto dichiara il Direttivo.

Gli spazi che sono stati dati in concessione all’Associazione culturale Piacenza Jazz Club dalle precedenti amministrazioni, siti nella ex sede ARBOS ristrutturata ad hoc proprio perché diventasse la “Casa delle Associazioni”, dove trovano spazio anche altre realtà come l’AUSER del volontariato piacentino, sono il fulcro di tutte le numerosissime attività dell’associazione. Siamo grati della fiducia che ci è stata concessa fin dal 2006 perché evidentemente siamo stati considerati sempre una risorsa importante per il territorio e siamo sicuri di aver onorato questo patto di fiducia. Una di queste belle realtà è il Milestone, un circolo ANSPI che fa musica dal vivo di ottima qualità e attività culturali a tutto tondo con una programmazione lunga 10 mesi all’anno con più di 350 concerti finora e conta circa 1.000 soci che lo vivono lungo tutto l’arco dell’anno. Per poter accedere alla programmazione il Piacenza Jazz Club null’altro chiede se non la quota annuale per il tesseramento, di soli 20 euro all’anno che diventano 6 per gli under 30, un modo per incentivare e avvicinare alla musica e alla cultura anche le giovani generazioni. Si precisa in questa sede inoltre che presso il circolo non viene fatto alcun servizio di ristorazione, ma solo servizio bar rivolto ai Soci durante il concerto settimanale. Inoltre presso la sede del Piacenza Jazz Club si svolgono per dieci mesi all’anno i corsi di strumento e di teoria musicale della Milestone School of Music, scuola anch’essa attiva da undici anni, tra le scuole accreditate dalla Regione Emilia-Romagna da quattro anni a questa parte. Anche il Piacenza Jazz Fest, fiore all’occhiello di questo articolato sistema, quest’anno alla sua XV edizione, con la sua propaggine estiva che è Summertime in Jazz, anche grazie alla grande attenzione al sociale con concerti non solo nei teatri e nelle piazze ma anche nelle carceri, negli ospedali, nelle scuole, con le conferenze, le presentazioni di libri e film, i convegni e le masterclass, oltre a tutti i patrocini di vari enti e istituzioni, si fregia con particolare soddisfazione di quello del MIBACT da sei anni consecutivamente. Senza dimenticare la medaglia per meriti ricevuta nel 2012 dal Presidente della Repubblica

Ricordiamo volentieri, e ne approfittiamo per un caloroso ringraziamento pubblico, che tutta l’attività si regge soprattutto sulla figura dei volontari che numerosi si alternano e garantiscono l’accoglienza, la pulizia e il funzionamento dell’intera struttura. Struttura per cui l’Associazione paga un regolare contratto d’affitto, partito nel 2007 da 9.000 euro l’anno e che oggi ammonta a € 9.800 (+ 20.000 euro di deposito cauzionale). Tale immobile è e rimane di proprietà del Comune, anche se i soci ci tengono in maniera particolare a tenerlo in perfette condizioni.

Riguardo al riferimento alla polemica col Comune all’inaugurazione del Jazz Fest (a cui l’Amministrazione è stata invitata, ma non ha partecipato), sempre in risposta a quanto scritto dall’assessore Polledri, si vuole precisare che l’intenzione del direttore artistico Gianni Azzali era quella di chiarire che non è stato il Comune a non concedere il patrocinio ma è stata l’associazione che, a fronte di alcuni incontri risoltisi con un nulla di fatto, preso atto del disinteresse dell’Amministrazione per tutte le attività di una storia di cultura lunga quindici anni, ha deciso di non richiedere il patrocinio, in quanto sarebbe stato di fatto paradossale.

Come direttivo del Jazz Club chiediamo con forza che vengano coinvolte ancora le associazioni che di questo territorio sono l’anima e uno dei motori principali, anche a livello culturale. Chiediamo che venga fatta un’attività conoscitiva di realtà di cui non viene colta fino in fondo la portata e l’importanza che rappresentano, portando alti i valori espressi dal territorio anche a livello nazionale. Per quanto riguarda il Piacenza Jazz Club possiamo dire di essere orgogliosi del fatto che ieri, 21 febbraio 2018, a Roma, alla presenza del Ministro Franceschini, il nostro vicepresidente Angelo Bardini, rappresentante della neonata associazione Italian Jazz Club (in cui Pc Jazz Club è nel direttivo), con Paolo Fresu e le associazioni MIDJ (Musicisti Italiani di Jazz) e I-Jazz (associazione che riunisce i festival jazz italiani), ha firmato un protocollo d’intesa per la formazione di una Federazione del Jazz Italiano. Tale Federazione si pone l’obiettivo di promuovere lo sviluppo della cultura jazzistica nella nostra penisola. Cultura di grandi valori che il Piacenza Jazz Club fin dalla sua fondazione intende promuovere sul territorio piacentino.

Adesso il nostro desiderio è quello di lasciar parlare la musica e l’arte che si diffonderà come di consuetudine per la città e la provincia per i prossimi 40 giorni, accolti, ci auguriamo, con il solito calore e simpatia da tutti gli amanti della musica.