Otto marzo. Prevenzione al femminile: fibroma uterino – visite ed esami gratuiti

L’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (Onda), in occasione dell’8 marzo, coinvolge gli ospedali che fanno parte della rete “Bollini rosa” per offrire servizi gratuiti clinico-diagnostici e informativi alla popolazione femminile.

L’obiettivo di questa iniziativa è promuovere l’attenzione in ambito ginecologico, in particolare verso i fibromi uterini che rappresentano una delle patologie ginecologiche benigne più diffuse, con una stima di circa 3 milioni di donne nel nostro Paese.
In circa la metà dei casi sono asintomatici mentre per il restante 50 per cento sono responsabili di manifestazioni anche importanti che incidono negativamente sulla qualità della vita delle donne.
L’Azienda Usl di Piacenza partecipa all’iniziativa, in collaborazione con la sezione di Piacenza della Lega italiana per la lotta contro i tumori (LILT).

Giovedì 8 marzo è in programma un pomeriggio informativo, abbinato a visite ed esami gratuiti e a counseling motivazionali sui corretti stili di vita.

La proposta è rivolta a tutte le donne piacentine e si svolge nella sala d’attesa del reparto di Ostetricia e ginecologia (ingresso 8 B del polichirurgico).
In particolare, il programma prevede un incontro aperto alla cittadinanza dalle 14.30 alle 16 sul tema: Il fibroma uterino: dalla diagnosi alla cura.
Dalle 16 alle 18 è possibile sottoporsi a una visita gratuita. Per prenotare uno dei posti disponibili, è necessario chiamare il numero 0523.302641 fino al 23 febbraio, dalle ore 9 alle 11.
Nella stessa fascia oraria sono disponibili anche incontri di counseling motivazionale sui corretti stili di vita. I volontari Lilt, appositamente formati, possono dare utili consigli per intervenire sui quattro principali fattori di rischio: fumo, alcol, alimentazione non corretta e sedentarietà.

Anche per le consulenze è necessaria una prenotazione, telefonando al numero 0523.302641 fino al 23 febbraio, dalle ore 9 alle 11.




Sgarbi in scena al Politeama con lo spettacolo “Michelangelo”

Dopo il successo dello spettacolo teatrale “Caravaggio”, dove Vittorio Sgarbi ha condotto il pubblico in un percorso trasversale fra storia dell’artista ed attualità del nostro tempo, parte una nuova esplorazione sull’universo “MICHELANGELO” martedì 6 marzo, h. 21.00 presso il Teatro Politeama di Piacenza.
La stupefacente arte di Michelangelo Buonarroti si farà palpabile nel racconto del critico Vittorio Sgarbi, contrappuntato in musica da Valentino Corvino (compositore, in scena interprete) e reso vivo dalle immagini del visual artist Tommaso Arosio. Verrà così ricomposto il Rinascimento, un periodo emblematico, imprescindibile ed unico nell’arte, e assieme all’ambizione di scoprire un Michelangelo inedito, al pubblico non resterà che farsi sorprendere.
DoppioSenso cura la messa in scena e l’allestimento ed è un progetto di Valentino Corvino e Tommaso Arosio, dedicato allo studio delle relazioni profonde esistenti tra suono e immagine. Linguaggi, tecnologie e immaginari della contemporaneità rielaborati e messi alla prova nello sviluppo di opere sceniche, performance ed installazioni.

Produzione: Promo Music, in collaborazione con Comune di Foggia
Durata: 1 ora e 45 minuti, senza intervallo
BIGLIETTI: da euro 22,00 a euro 31,00 (d.p. inclusi)
PREVENDITE: presso la cassa del teatro info tel. 0523 328672 – online sul sito del teatro www.multicinema2000.it e su www.ticketone.it




Polledri: “sono esasperato dalle lamentele di Azzali per i mancati contributi al Jazz Fest”

“La misura è colma. Sono esasperato dalle continue lamentele di Gianni Azzali nei confronti dell’Amministrazione comunale, soprattutto se queste vengono esternate, come è accaduto sabato scorso, di fronte a centinaia di persone”. L’assessore alla Cultura Massimo Polledri replica al presidente del Piacenza Jazz Club in merito alla mancata erogazione di contributi per il Jazz Fest, aggiungendo: “Considerato che, a fronte di due guance, gli schiaffi del signor Azzali all’indirizzo dell’Amministrazione comunale sono proseguiti in abbondanza anche in questi giorni, da ultimo di fronte a una platea gremita, una risposta a questo punto è doverosa”.

“Vorrei innanzitutto ricordare – sottolinea Polledri – che nel 2017 l’assessorato alla Cultura della precedente Amministrazione non ha emesso alcun bando per finanziare associazioni e realtà culturali del territorio. In tale circostanza non mi sembra che il signor Azzali, pur non avendo ricevuto contributi economici, abbia mosso critiche o proteste nei confronti del Comune. Vale invece la pena di rimarcare che il Piacenza Jazz Club, presieduto dallo stesso Azzali, ha in concessione, senza essersi confrontato in sede di gara con nessun altro concorrente, il piano terra dell’edificio di proprietà comunale di via Musso 3. Come è noto – prosegue l’assessore – si tratta di uno spazio di circa 300 metri quadrati, il cui intervento di recupero e di ristrutturazione, realizzato dal 2004 e nei due anni successivi, comportò una spesa di 810mila euro. In tale contesto, sistemato e riqualificato dal Comune di Piacenza, è nato il Milestone, un circolo privato nel quale si tengono concerti, lezioni di musica e viene svolta anche un’attività di ristorazione. Il tutto gestito dal Piacenza Jazz Club, che lo ha in concessione quinquennale a un costo non paragonabile ai prezzi di mercato: il canone è oggi pari a 9 mila euro (inizialmente era persino inferiore), senza obblighi di rendicontazione dell’attività svolta. Nessun’altra associazione culturale piacentina può contare su un intervento così significativo da parte del Comune”.

“Ciò nonostante – conclude Polledri – in un momento in cui la cultura piacentina avrebbe dovuto essere unita, il signor Azzali non ha trovato di meglio che esprimere pubblicamente, in più occasioni, pesanti lamentele nei confronti dell’Amministrazione comunale. Un esercizio che ha ben poco di nobile e che certamente non può riscuotere il plauso dell’assessorato alla Cultura”.




Cinque lavoratori in nero in un ristorante della Val Tidone

Nell’ambito di un’ampia azione investigativa delle Fiamme Gialle piacentine, finalizzata al contrasto  del lavoro  nero  e  irregolare, i  militari  della  Tenenza della   Guardia   di  Finanza   di   Castel   San   Giovanni   hanno   effettuato   un intervento nei confronti di una società situata in  Val  Tidone ed operante nel settore della ristorazione.

Nel corso dell’attività ispettiva oltre  ai  due  soci, sono state identificate ulteriori  sei  persone  intente  al  lavoro,  cinque  delle  quali risultate  completamente  “in  nero”,  poiché  non vincolate  da  alcun  tipo  di rapporto  contrattuale  né  da  alcuna  comunicazione  preventiva al  centro per l’impiego.

Conseguentemente, è stata avviata la procedura per l’irrogazione della maxi-sanzione, che va da un minimo di € 1.500,00 ad un massimo di € 9.000,00, per  ogni  lavoratore “in nero”, ai  sensi  della  normativa  di  settore,  da  ultimo modificata dal D.Lgs n.151/2015.

Poiché i 5 lavoratori non riportati nelle scritture o altra documentazione obbligatoria,sono  risultati superiori al 20% del  totale  degli  occupati  presenti sul luogo di lavoro il giorno dell’intervento,  è stato interessato l’Ispettorato Nazionale del Lavoro competente al l’emissione  del  provvedimento sospensivo dell’attività previsto dall’art.14 del D.Lgs n.81/2008.

All’esito del controllo l’imprenditore ispezionato ha avviato le  procedure  di regolarizzazione  delle  posizioni  lavorative,  provvedendo  ad  assumere  tutti  e cinque i dipendenti in precedenza irregolari.

L’attività ispettiva intrapresa si inquadra nei compiti di polizia economica e finanziaria della Guardia  di  Finanza  a  tutela  sia  dei  lavoratori,  il  cui  impiego irregolare non garantisce alcun diritto lavorativo e

previdenziale, sia degli altri esercenti del settore che operano correttamente sul mercato e che si trovano a confrontarsi con una concorrenza sleale.




La riscossa di Piacenza … parte dal lesso e dagli anolini

C’era una volta il carrello dei lessi e dei bolliti. Una tradizione che verrà riproposta il prossimo 3 marzo presso il ristorante Galileo in via Galileo Galilei a Gariga di Podenzano. Sotto il motto “Lesso, lo salvi chi può” il consorzio di allevatori e macellai La Carne Che Piace proporrà anolini e bolliti misti del territorio.

«Bisogna valorizzare la tradizione della carne, in particolare del bollito, un piatto identitario che è tornato a riscuotere interesse e che è stato sdoganato dalla marginalità», dichiara il presidente del consorzio Giampaolo Maloberti, che ritiene la filiera corta una «garanzia di qualità e salubrità».

Partner dell’evento sono il “Pastificio Groppi”, che metterà a disposizione gli anolini, la cantina “Valtidone”, che servirà il vino, il macellaio di Perino “Al Masler”, che fornirà la carne bovina, il maialificio della famiglia Morini, che fornirà la carne suina, l’agenzia di comunicazione “Mpm”, che ha già realizzato quella che sarà la sorpresa della serata: sarà possibile infatti degustare gli anolini all’interno di un contenitore da street food con i colori biancorossi, «un’alternativa alla somministrazione classica, per rimarcare l’importanza dei prodotti gastronomici a chilometro zero, contro i fast food delle multinazionali, mettendo al centro il brand di Piacenza», spiega  Maloberti.

«Si smetta andare al traino di Parma! Piacenza può e deve diventare la capitale italiana della cultura alimentare. Ne ha i mezzi e le potenzialità. È arrivato il momento di fare squadra con tutte le aziende locali e le istituzioni, anche attraverso eventi come questi, in cui – al di là di grandi strategie di marketing, che spesso finiscono nel dimenticatoio – si porta concretamente la gente a tavola per assaggiare le nostre bontà».

Durante la cena, interverranno per condividere alcune riflessioni e salutare i commensali il presidente del consorzio La Carne Che Piace Giampaolo Maloberti, il giornalista Giorgio Lambri, il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri e altri sindaci della provincia




Venerdì prima serata della rassegna Piacenza Suona Jazz

Sarà il trio In Advance ad aprire l’edizione 2018 di “Piacenza Suona Jazz! la rodata ed apprezzatissima rassegna che porta il Jazz Fest in alcuni circoli e locali della città di Piacenza e provincia. Un’occasione che permette a chi ascolta di stare gomito a gomito coi musicisti e di gustare fino in fondo l’estemporaneità della loro azione creativa. Il primo tra i sette appuntamenti in programma quest’anno è quello in collaborazione con Cantiere Simone Weil che vedrà il trio  esibirsi venerdì 23 febbraio alle 21.30 presso la serra del Palazzo Ghizzoni Nasalli (ingresso da via S. Gregorio X, in pieno centro storico a Piacenza). La rassegna alla sua quarta edizione, è resa possibile grazie ai gestori dei locali coinvolti, al fondamentale sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, oltre che della Camera di Commercio di Piacenza e della Regione Emilia-Romagna.

In Advance è un progetto di Massimo Falascone ai saxofoni e cracklebox, Alessandra Novaga alla chitarra elettrica e Filippo Monico alla batteria e percussioni, un trio di musicisti attivi nel campo della musica improvvisata e di ricerca che confluiscono su questo da esperienze diverse. Alessandra Novaga è di estrazione classica ma da anni è dedita a nuovi linguaggi. Massimo Falascone e Filippo Monico sono presenti sullo scenario avant-jazz e dell’improvvisazione radicale da tempo ormai quasi indefinibile. Con tante cose in comune, quando si ritrovano a fare musica insieme, una musica aperta e generosa, per nulla al mondo rinuncerebbero al piacere di farsi cogliere, vicendevolmente, di sorpresa. Al centro di tutto, come sempre, il suono.

Massimo Falascone, l’ideatore del trio in questione, è un musicista improvvisatore e compositore di musica elettroacustica, attivo sulla scena della musica improvvisata italiana ed europea dai primi anni ‘80, ha costruito una personale tavolozza timbrica ed espressiva che oggi comprende anche il trattamento elettronico del suono. Si cimenta su vari saxofoni e live electronics. Ha scritto musica per il teatro, documentari e video-installazioni, colonne sonore per video istituzionali, collabora attivamente con artisti, danzatori, registi, poeti. Insegna, conduce workshop e lezioni-concerto su jazz e improvvisazione elettroacustica.

Per maggiori informazioni si consiglia di visitare il sito www.piacenzajazzfest.it o visitare la pagina Facebook del festival www.facebook.it/piacenzajazzfest. Per contatti si può scrivere alla mail a biglietti@piacenzajazzclub.it oppure telefonare allo 0523.579034 – 366.5373201




Più controlli sui treni in Emilia Romagna

Da oggi e per tutta la settimana ventotto agenti – provenienti anche da altre regioni e divisi in quattro squadre – si aggiungeranno ai colleghi dell’Emilia Romagna impegnati a contrastare il fenomeno dell’evasione, che comporta una diminuzione di risorse destinate al servizio ferroviario regionale.

L’attività – già avviata con successo negli scorsi mesi in tutte le regioni italiane – prevede infatti il coinvolgimento di un pool nazionale di agenti Trenitalia che ogni settimana opera in una diversa realtà regionale, in affiancamento a un pool locale che resta invece sempre attivo nel proprio territorio. Ogni squadra è formata da sette agenti, specificamente professionalizzati, che si muoveranno insieme in stazione e a bordo treno e verificheranno il possesso e la regolarità del biglietto o dell’abbonamento. La contemporanea presenza di più agenti renderà più veloci ed efficaci i controlli e servirà da deterrente per le eventuali reazioni aggressive.

Non è l’unica iniziativa adottata da Trenitalia per favorire la salita a bordo dei soli passeggeri in regola con il biglietto. Da dicembre, nella stazione di Bologna le attività di controllo vengono svolte, a terra, anche prima della partenza di alcuni dei treni più frequentati della giornata. Si tratta di corse che, dopo l’arrivo nella stazione centrale, sostano per oltre 30 minuti in attesa di ripartire per una nuova destinazione. Un tempo troppo breve per consentire il rientro in deposito ma sufficiente per un intervento accurato di pulizia a bordo, per cancellare le tracce del percorso precedente e consegnare carrozze ordinate e pulite ai passeggeri in partenza, il cui biglietto viene controllato all’atto della salita.

L’approccio di Trenitalia al fenomeno dell’evasione, educativo da un lato – con il lancio di messaggi positivi che invitano al rispetto delle regole – e di maggiore rigore e capillarità nei controlli dall’altro, va a beneficio della stragrande maggioranza dei viaggiatori che pagano il biglietto e l’abbonamento, nonché delle Regioni, cui compete l’onere di finanziare il servizio: maggiori risorse consentono di investire di più nel miglioramento del servizio. Infatti, anche con questo recupero di risorse sarà possibile proseguire il percorso di ammodernamento e potenziamento della flotta regionale già avviato da Trenitalia.

Comprare un biglietto ferroviario è sempre più facile e veloce. Solo in Emilia Romagna, oltre ai canali di vendita diretta, sono 210 le emettitrici automatiche che consentono l’acquisto di tutti i titoli di viaggio, dalla corsa semplice all’abbonamento, su ogni categoria di treno, dal Regionale alle Frecce che si aggiungono ai 5000 punti vendita autorizzati da Trenitalia alla vendita.

Non solo. I biglietti per viaggi con treni regionali, al pari di quelli per le Frecce, possono essere acquistati anche on line dal sito www.trenitalia.com o tramite l’applicazione Trenitalia direttamente da smartphone e tablet con pochi rapidi passaggi fino a cinque minuti prima della partenza. Mostrando al personale di controllo il file ricevuto, non sarà nemmeno indispensabile stamparli.




Dal 4 marzo la Salita al Pordenone: oggi la presentazione

Davanti a numerose autorità cittadine e della provincia si è svolta questa mattina nella sede della Banca di Piacenza la presentazione della Salita al Pordenone, progetto di valorizzazione della Basilica di Santa Maria di Campagna (vedi alcuni cenni storici) che ospita gli straordinari affreschi del pittore al secolo Giovanni Antonio de Sacchis. L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla Banca di Piacenza in collaborazione coi Frati Minori Osservanti e il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del MiBact. Apertura il 4 marzo e chiusura il 10 giugno.

Dal 4 marzo al 10 giugno 2018 la Salita al Pordenone in Santa Maria di Campagna“Per la nostra città è una grande occasione – ha affermato la sindaca Barbieri -, la Chiesa è stata attenzionata dal Comune e da Corrado Sforza Fogliani per farci godere lo splendore degli affreschi del Pordenone. Tengo a precisare che questo evento non beneficia di contributi del Comune ma si tratta della volontà di un privato di far emergere un’eccellenza della propria città, un regalo di cui siamo grati. Padre Bollati (guardiano del Convento, ndr) con entusiasmo si è messo a disposizione, accettando questa sfida”.

Per la prima volta si potranno ammirare stando alla loro stessa altezza gli affreschi grazie ad un camminamento che porta a una galleria circolare aperta sull’esterno della città, con vista panoramica a 360°. “La possibilità di vedere il Pordenone dall’alto è una ricchezza – considera Padre Bollati -, anche se era stata concepita per essere vista dal basso. I pellegrini, quando giungevano nella Chiesa dopo un lungo viaggio, capivano che il loro cuore si era aperto a Dio. C’è sempre stato questo desiderio da parte nostra, dall’altra parte Dio si fa riconoscere, protraendo le braccia verso l’uomo si fa sentire presente. La pittura è sempre servita per mandare messaggi di fede, e questo evento non fa eccezioni”.Salita al Pordenone in Santa Maria di Campagna a Piacenza

Il vice direttore Boselli ha illustrato i vantaggi per i correntisti durante il periodo di apertura della Salita: “Prevediamo un conto Pordenonino, che inserisce una polizza dedicata alle opere d’arte, che prevede valutazione gratuite. In secondo luogo ci saranno abbonamenti a riviste d’arte e finanziamenti per l’acquisto di opere d’arte”.

L’architetto Ponzini ha illustrato la filosofia dietro la scelta del logo, che sarà previsto anche in tutte le iniziative correlate e in tanti negozi, per una comunicazione capillare. “Dio Padre al centro, lo spettatore nella Chiesa entra in una fase mistica”.

Corrado Sforza Fogliani ha voluto ringraziare Ferdinando Arisi, che ha concepito la manifestazione, per poi darne un quadro storico: “Piacenza nell’antichità è sempre stata un crocevia di strade, dalla via Emilia alla Via Romea, le Vie Francigene, e questa è la ragione per cui è divenuta col tempo crocevia di mercanti e poi di banchieri, ma anche di artisti”. Non resta che aspettare il 4 marzo per ammirare un’altra eccellenza piacentina.

Chi è il Pordenone

Giovanni Antonio de’ Sacchis (così si chiamava l’artista nato a Pordenone nel 1483 e morto a Ferrara nel 1539) affresca la cupola di Santa Maria di Campagna tra il 1530 e il 1535, dopo che nel 1522 aveva terminato il ciclo di affreschi dedicati alla Passione di Cristo nella cattedrale di Cremona e – siamo nel 1529 – affrescato la cappella Pallavicino a Cortemaggiore, in provincia di Piacenza. La cupola della Basilica piacentina è, a parere di Vittorio Sgarbi, “l’opera forse più importante del Pordenone, in puro stile michelangiolesco”. Il de’ Sacchis non porta però a termine il ciclo di affreschi della cupola; lesene, tamburo e pennacchi sono affidati a Bernardino Gatti, detto il Sojaro. Pordenone realizza altre importanti opere in Santa Maria di Campagna: la cappella di Santa Caterina (1530- 1532), la cappella della Natività o dei Magi (1532-1536), Sant’Agostino (1535).

La Salita si pone come obiettivo la valorizzazione di Santa Maria di Campagna come “crocevia di artisti”. Oltre ai lavori del Pordenone, infatti, sono presenti opere di Guercino, Ignazio Stern, Antonio Campi, capolavori che ispirarono Luigi Miradori, detto il Genovesino, vissuto a Piacenza tra il 1632 e il 1635. L’evento – così concepito – s’inquadra in un contesto scientifico unitario con Piacenza crocevia di pellegrini, mercanti e banchieri: un crocevia a più titoli che la Banca di Piacenza valorizzerà negli anni a venire.

Mostre collegate

Collegate all’evento Salita al Pordenone, l’Istituto di credito organizzerà a Palazzo Galli (via Mazzini, 14, Piacenza) le mostre Il Genovesino e Piacenza e I nuovi Ghittoni e i disegni della collezione Banca di Piacenza, visitabili (anche in giorni separati) acquistando il biglietto della Salita.

In contemporanea la salita al Guercino

La città di Piacenza, inoltre, offrirà in contemporanea – a piacentini e forestieri – la possibilità di salire (o risalire) all’altezza di affreschi di prim’ordine di diversi artisti (Guercino, Pordenone, Sojaro). Una contemporaneità che rappresenta un primato assoluto, finora ineguagliato nel nostro Paese e, forse, anche all’estero.

Il biglietto d’ingresso alla Salita, infatti, consentirà l’accesso a prezzo ridotto alla mostra I misteri della Cattedrale. Meraviglie nel labirinto del sapere, che comprende anche la Salita alla cupola del Guercino nel Duomo di Piacenza. Allo stesso modo, l’acquisto del biglietto per la mostra in Duomo darà diritto all’ingresso alla Salita al Pordenone a prezzo ridotto.

Al sabato navetta con Cremona

La manifestazione si estenderà – oltre che alla città di Pordenone e provincia – ai territori di Cortemaggiore, Monticelli e Cremona, custodi di tesori artistici direttamente o indirettamente collegati con il grande artista friulano. Nei rispettivi centri verranno organizzate iniziative legate al Pordenone e, da marzo a giugno, ogni sabato, la Banca di Piacenza organizzerà un servizio di bus navetta con visita guidata ai capolavori pordenoniani.

Il 19 maggio, in occasione della giornata europea Notte dei musei, la Salita al Pordenone e le altre mostre collaterali a Piacenza, le visite a Cortemaggiore, Monticelli e Cremona saranno in notturna, dalle 21 alle 24.

Salita al Pordenone – Basilica di Santa Maria di Campagna (Piazzale delle Crociate – Piacenza)

Orari – 4 marzo – 10 giugno 2018Salita al Pordenone in Santa Maria di Campagna

 

da martedì a venerdì 10 – 12.30 e 15 – 18
sabato e festivi: 10 – 18
chiuso i lunedì non festivi

Palazzo Galli (Via Mazzini 14 – Piacenza)
da martedì a sabato 15-19 – festivi 10-12.30 e 15-19 – chiuso i lunedì non festivi e il 24 e 25 marzo – Apertura speciale Notte dei Musei – 19 maggio ore 21-24

Biglietti

Il biglietto per la Salita al Pordenone della Basilica di Santa Maria di Campagna dà diritto ad ottenere un biglietto gratuito per l’ingresso alla mostra Genovesino a Piacenza e a quella I nuovi Ghittoni e i disegni della collezione Banca di Piacenza allestite a Palazzo Galli.

Per la Salita è obbligatoria la prenotazione della fascia oraria di visita, anche per i visitatori ad ingresso gratuito. I biglietti si possono acquistare online a partire dal 24 febbraio 2018, contemporaneamente alla prenotazione, sul sito www.midaticket.it, oppure tramite il siti www.bancadipiacenza.it e www.salitaalpordenone.it, oppure presso le biglietterie di Santa Maria di Campagna e di Palazzo Galli nei giorni e negli orari delle visite.

Per le mostre di Palazzo Galli non è prevista la prenotazione. L’accesso è consentito esclusivamente esibendo il biglietto gratuito ricevuto unitamente al biglietto valido per la Salita al Pordenone, anche in giorno diverso rispetto a quello scelto per la Salita al Pordenone.

Costo

Intero: € 12
Ridotto: € 10
Gruppi organizzati (minimo 12 persone): € 10
Scuole: € 5 per ogni componente il gruppo
Ridotto speciale: € 5

Regole e divieti

L’accesso dei prenotati per la Salita al Pordenone è predisposto per gruppi limitati di persone, con partenza ogni 20 minuti circa, accompagnati dall’apposito personale.
Le persone che si presentano a Santa Maria di Campagna per la salita alla cupola senza la prenotazione, o che – per qualsiasi motivo – abbiano mancato il proprio turno di visita, dovranno attendere il primo posto libero per poter salire.
Il percorso di salita in quota include camminamenti a suo tempo esistenti nella Basilica e originariamente utilizzati per sole attività manutentive, adattati alla visita con alcuni passaggi di difficile percorrenza: i visitatori, al proposito, dovranno attenersi al rispetto delle indicazioni contenute nelle presenti norme distribuite anche all’ingresso NORME DI SICUREZZA distribuite all’ingresso e riportate più sotto.
Per le persone con disabilità e per i bambini di età inferiore ai 6 anni sono esclusivamente possibili la visita alla Basilica e l’accesso alla sala multimediale, con esclusione quindi della salita alla cupola. Gli affreschi in cupola del Pordenone potranno essere visti tramite il touch screen posto all’interno della Basilica.
La Basilica è, prima di tutto, un luogo di culto: i visitatori sono invitati ad avere un comportamento e un abbigliamento consoni in particolare per rispetto al luogo sacro è vietato mangiare e bere e disturbare le persone con un alto tono di voce.
I visitatori sono tenuti ad attenersi scrupolosamente alle norme di comportamento riguardanti la sicurezza di seguito descritte:

La salita avviene per rampe di scale di complessivi 100 scalini.

Alcuni passaggi presentano difficoltà di percorrenza e un discreto impegno fisico;
i parapetti di sicurezza degli affacci all’interno della cupola presentano un’altezza di 110 cm; nel percorso di salita sono presenti passaggi di altezza massima di 1,5 m.;
per cause connesse a condizioni atmosferiche avverse o per cause di forza maggiore le visite potranno essere sospese, anche momentaneamente;

La salita è vietata a:
persone affette da malattie cardiache
persone affette da acrofobia (vertigini)
persone affette da claustrofobia
persone con limitata capacità motoria
persone in situazione psicologica alterata
I minorenni sono ammessi solo se accompagnati da un adulto responsabile

Ai visitatori è fatto divieto di:

sporgersi e tenere le braccia all’esterno delle balaustre di protezione
lanciare oggetti di qualsiasi genere
eseguire qualsiasi manovra sugli impianti che si trovano lungo il percorso
È obbligatorio:

indossare abbigliamento comodo, calzature basse e chiuse (no tacchi);
depositare al piano terra, negli appositi armadietti, tutti gli oggetti che possono creare impedimento o ingombro (zaini, borse, etc.);
seguire con attenzione le indicazioni del personale durante la visita;
rimanere vicini agli accompagnatori preposti, seguire tutte le loro indicazioni e rispettare le norme di sicurezza;
tenere un comportamento tale da non mettere in pericolo la propria e altrui incolumità
non fuoriuscire dal percorso assegnato.




Da Settima a Ferriere, la prima festa viaggiante d’Italia

Il nome evoca grandi viaggi nella lontana America ma questa volta il “Coast to Coast” sarà fra le piacentinissime Settima – Ferriere”. Si tratta della prima festa viaggiante d’Italia, ideata e promossa dalle Pro Loco dei due paesi che porterà la musica e l’enogastronomia in alcuni dei paesi colpiti dall’alluvione nel 2015.

Ad illustrare i dettagli della manifestazione, nella sala Giunta della Provincia, sono stati il Presidente Francesco Rolleri, il Consigliere regionale Gian Luigi Molinari insieme a Oreste Guglielmetti e Stefano Scaramuzza in rappresentanza delle Proloco di Settima e Ferriere con il Cantautore Daniele Ronda.

“E’ un’iniziativa originale – apre il Presidente Rolleri –  che racconta una bella storia di amicizia fra due territori, nata ad Expo e che continua ancora oggi. Hanno saputo fare squadra, ottenendo così un contributo regionale”.

Si tratta del bando regionale (L.R. 5/2016 ART. 7 C. 2) con il quale la Regione Emilia-Romagna ha messo a disposizione 250mila euro per il sostegno alle attività delle Pro Loco.

“Circa 26.500,00 euro alle pro loco della nostra provincia – spiega Gian Luigi Molinari. Sono stati premiati tre progetti presentati dalle realtà locali del territorio che hanno saputo dimostrare capacità di aggregazione e collaborazione. Le pro loco hanno un ruolo importante e sono spesso l’espressione del volontariato e dell’associazionismo che arricchiscono e valorizzano un territorio, producendo valore sociale. Ci saranno in programma altri bandi di questa natura tra Marzo e Aprile   – continua Molinari – e cercheremo di sostenere iniziative come queste”.

Il 25 Febbraio quindi, partirà da Settima alle 9.30 una festa viaggiante che toccherà le piazze di Ponte dell’Olio (ore 10.30 circa), Bettola (ore 12.00 circa), Farini (Ore 15.00) e si chiuderà a Ferriere per le 17.00 circa, portando in questi paesi degustazioni di prodotti tipici locali accompagnati da un “Concerto in Movimento” di Daniele Ronda. A disposizione di chi volesse partecipare saranno disponibili, inoltre, pullman che seguiranno la festa (per info e prenotazioni 392.2552900).

“L’unione tra le nostre Pro loco – sottolinea Oreste Guglielmetti – è nata con l’alluvione che ha colpito il nostro territorio nel 2015 e da allora si è rinforzata: non a caso questa festa farà tappa in alcuni dei Comuni maggiormente colpiti da quel disastro. Abbiamo coinvolto tutte le proloco dei paesi che ci ospiteranno, dove oltre alla musica di Ronda, si potranno degustare le tipicità locali e ci auguriamo che possa essere un’iniziativa di successo”.

Così anche Scaramuzza che si augura di poter ripetere l’iniziativa anche in futuro e di poterla esportare anche in altri territori, mentre Daniele Ronda si è detto “Orgoglioso di essere parte, fin dall’inizio, di questa amicizia fra territori e ricordo a questo proposito Terra Ubriaca”, il brano scritto dopo la tragedia i cui proventi sono andati in beneficenza. Con Settima Coast to coast, vorremmo portare aria di festa casa per casa, come se ogni paese fosse la casa di qualcuno”.




Santa Maria di Campagna ed i capolavori del Pordenone

Denso di storia è il luogo in cui sorge la basilica di Santa Maria di Campagna, tempio cinquecentesco che affonda le sue fondamenta sin nelle origini del Cristianesimo in territorio piacentino (vedi articolo sulla salita al Pordenone aperta dal 4 marzo).

Secondo quanto tramandatoci da Pier Maria Campi, in quest’area un gruppo di cristiani venne martirizzato nel 303 d.C., e i poveri resti vennero occultati in un ipogeo. Qui sorse un primo santuario detto “di Campagnola” – per il suo trovarsi fuori dalle mura della città – oggetto di una devozione crescente e stazione di preghiera per i pellegrini, anche grazie alla leggenda delle proprietà taumaturgiche dell’olio scaturito dal “pozzo dei martiri”.

Nell’XI secolo si costruì nei pressi anche una cappella dedicata a Santa Vittoria, che ne custodiva alcune reliquie: con l’aumentare del fenomeno dei pellegrinaggi il piccolo santuario, posto proprio all’ingresso occidentale della città lungo l’itinerario “francigeno”, non era più bastevole a contenere i fedeli in preghiera. Fu questo il luogo prescelto da Papa Urbano II per riunire il Concilio del 1095, dal quale venne l’impulso alle Crociate; unitamente alla devozione per i martiri del IV secolo si andava qui affermando il culto per la Vergine, alla quale il Papa dedicò in questa occasione un prefazio stabilendo, prima di ripartire, indulgenze per chi avesse pregato in Santa Vittoria in occasione di particolari festività, tra cui quelle mariane. Si rinnovarono con i papi successivi la protezione della Santa Sede e la concessione di indulgenze in nome della Vergine, raffigurata nel secondo Trecento da una statua lignea policroma, la Madonna di Campagna solennemente traslata il 24 dicembre del 1531 in una cappella del nuovo edificio eretto su progetto dell’architetto piacentino Alessio Tramello (1470 c.-1529) che già aveva dotato la città delle splendide chiese di San Sisto e San Sepolcro. La costruzione del nuovo tempio, iniziata nel 1522 e portata a compimento entro il 1528, era stata fortemente voluta dalla comunità cittadina di concerto con le autorità ecclesiastiche per sostituire l’antichissima chiesuola di S. Maria di Campagnola.

La basilica tramelliana e la magnificenza della sua forma e del suo apparato decorativo vennero a esprimere non soltanto le istanze devozionali dei piacentini ma anche un senso civico di orgogliosa appartenenza, non venuto meno anche dopo il 1547, quando alla prima Congregazione di Fabbricieri istituita con gli Statuti del 1521 si erano sostituiti alla reggenza i Francescani Minori Osservanti, per volere del Duca Pier Luigi Farnese. Sulla croce greca della pianta centrale, consueta per la diffusissima tipologia dei santuari mariani in Italia tra XV e XVI secolo, il Tramello innestò quattro cappelle angolari, ciascuna coperta da una cupolina retta da un tiburio e sormontata da una lanterna, a replica della grande cupola d’ispirazione bramantesca posta al centro della croce. Lo spazio interno venne strutturato come una solenne articolazione di poderosi pilastri, arconi trionfali e lacunari dorati; una lapide sul pavimento presso l’altare individuò il luogo in cui si trovava l’ipogeo con i resti dei martiri del primo Cristianesimo.

L’“antichissima chiesuola” venne inglobata nella cappella a pianta quadrata sorta in area presbiteriale per accogliere la veneratissima Madonna di Campagna; anch’essa dotata di cupola e lanternino, venne poi inserita nella nuova abside durante l’ampliamento del coro (resosi necessario all’arrivo dei Francescani a metà Cinquecento), e infine distrutta nel 1791 assieme al coro stesso, per un ulteriore ampliamento su progetto dell’architetto Lotario Tomba. La decorazione interna venne concepita come un grandioso inno per immagini innalzato alla gloria della Vergine Maria, a cui presero parte tra il Cinquecento e l’Ottocento vari artisti andando a costituire una sorprendente antologia di pittura e scultura. Tra i primi pittori a prender parte all’impresa venne a dipinger la cupola maggiore il friulano Giovanni Antonio de’ Sacchis da Pordenone (1483-1539), secondo una convenzione stipulata con i Fabbricieri il 15 febbraio 1530.

Non è ancora chiaro come la scelta sia caduta proprio sul Pordenone, di cui il talento straordinario di frescante e l’arditezza di linguaggio figurativo erano comunque ben noti in ambito piacentino per il ciclo della Cappella della Concezione per i Pallavicino nella chiesa dell’Annunziata a Cortemaggiore, da poco terminato, e forse anche grazie alle spettacolari scene della Passione di Cristo dipinte nel Duomo della non lontana Cremona tra 1520 e 1521. Il tramite con il territorio cremonese potrebbe esser stato il piacentino Barnaba dal Pozzo, nel cui “bellissimo giardino”, secondo Giorgio Vasari il Pordenone avrebbe dipinto “alcuni quadri di poesia”. Il dal Pozzo si trovava infatti anch’egli a Cremona nel 1520, in qualità di luogotenente del Podestà. Anche la figura dell’umanista e nunzio apostolico Girolamo Rorario, presente in città come commissario pontificio, è stata associata alla commissione di Piacenza come un possibile tramite per il Pordenone, di cui era concittadino. Entro l’11 marzo del 1532 l’artista portò a termine gli affreschi della cupola maggiore sino al fregio e quelli della cappella di Santa Caterina, lasciando Piacenza – come attestato da un atto notarile stipulato con i Fabbricieri – per un periodo che avrebbe dovuto essere di pochi mesi.

I lavori in Santa Maria di Campagna si protrassero invece ben più a lungo, se consideriamo che nell’estate del 1535 da Venezia il Consiglio dei Dieci pregava i committenti della città padana di pazientare sino al marzo dell’anno successivo in merito ai “lavori di affrescatura” di “certa cappella de la Madonna di Campagna”, poiché il De’ Sacchis si trovava impegnato in una sala del Palazzo Ducale fino ad ottobre, e il clima poi si sarebbe fatto problematico per l’esecuzione degli affreschi. Il pittore friulano dovette in ogni caso far ritorno entro il 31 dicembre 1536, quando si ritenne di chiudere tutti i conti aperti con lui: il lavoro alla cupola non era stato completato, e i pennacchi con gli Apostoli e il tamburo con Storie della Vergine, datati al 1543, sarebbero stati assegnati a Bernardino Gatti detto il “Sojaro”. Entro il 1536 sono da ritenersi perciò eseguiti i dipinti nella Cappella Rollieri – detta anche “dei Magi” o “delle Natività”, e l’affresco sulla parete di sinistra dall’entrata, raffigurante Sant’Agostino.

Tratto da “PORDENONE in Santa Maria di Campagna”, libro strenna 2017 della BANCA DI PIACENZA a cura di Eleonora Barabaschi (stampa Tip.le.co)