L’Erasmus del piacentino Nicolò Scaravaggi in Finlandia. “Mi aspettavo un paese molto più organizzato”

Quando si raccontano le esperienze di studio all’estero, come l’Erasmus, è normale che i toni siano entusiasti e si sottolineino gli aspetti positivi, tralasciando le eventuali criticità. Non tutto però fila sempre liscio o, per lo meno, rispecchia le aspettative che si avevano prima di partire. Lo dimostra l’esperienza di un giovane studente piacentino “finito” a cavallo del circolo polare artico, a Rovaniemi, capitale della Lapponia e paese di Babbo Natale. Una città di 60 mila abitanti (circa 8% dei quali universitari).

Nicolò Scaravaggi ha 21 anni, studia scienze politiche a Parma ed ha scelto di trascorrere un semestre nel nord della Finlandia. Le sfide difficili fanno del resto parte del suo DNA come quando, ancora giovanissimo, correva con i go-kart. Da un paio d’anni, terminate le superiori, ha deciso che voleva fare esperienze nel mondo e, supportato dai genitori, ha studiato inglese per alcuni mesi a Londra ed in America, ha viaggiato in India, ha imparato lo spagnolo nella penisola Iberica. L’ultima tappa, probabilmente la più impegnativa, la sta vivendo ora nel nord estremo dell’Europa.

Come è stato l’impatto quando sei arrivato a fine agosto?
«Non così negativo come capiterebbe invece a qualcuno che arrivasse qui a dicembre o gennaio. Però tutto è molto diverso rispetto a casa. Non sono in una capitale, in una grande città. Siamo più vicini alla dimensione di un grosso paese, in mezzo ai boschi. E’ un po’ duro viverci perché non c’è molto da fare. Inoltre la città, almeno dal mio punto di vista, è organizzata male. Le distanze sono grandi da coprire».

L’università è all’interno di Rovaniemi?
«La città è suddivisa in tre zone. Da una parte c’è il centro, dall’altra, al di là del fiume, c’è l’università. In una terza area, in mezzo ad un bosco, ci sono la maggior parte degli alloggi degli studenti e soprattutto quelli degli studenti internazionali».

Per raggiungere l’università o la città come fai e quanto tempo ci metti?
«Può sembrare incredibile ma il mezzo più utilizzato è la bicicletta. Fa sorridere ma qui, al Polo Nord, freddo, pioggia, neve … usano comunque la bicicletta».

Come fanno ad andare in bici con la neve?
«Devo ancora capirlo! Hanno le ruote chiodate ma la vedo dura soprattutto adesso che è nevicato un po’ … e c’è già ghiaccio sulle strade, anche perché qui il sale non lo buttano.  Non lo so e non lo voglio sapere. Io la bici l’ho abbandonata dopo le prime due settimane. Per me c’era davvero troppo freddo per usarla. Ho scelto di spostarmi con i pullman».

Come è il servizio?
«Pullman ce ne sono, ma non con la frequenza italiana o di una grande città. Passano un paio di bus ogni ora. Il problema è alla sera perché il servizio diventa quasi inesistente. Infatti devo lasciare l’università entro le cinque di pomeriggio, altrimenti mi tocca tornare a piedi … percorrendo parecchi chilometri».

Quindi tutta questa grande organizzazione nordica, di cui si favoleggia, ci sembra tu non l’abbia trovata?
«Dall’esperienza che sto vivendo non c’è per nulla … zero. Magari nelle grandi città, ad Helsinki, può darsi che le cose vadano meglio. Anche la telefonia e la rete wifi lasciano a desiderare».

Come! Nel paese della Nokia. Ci distruggi un mito!
«Ve lo garantisco. Il cellulare in molte zone non funziona bene … altro che il 4G a cui siamo abituati in Italia. Il wifi all’Università invece funziona bene così come quello della palestra, dove sono in questo momento. A casa, nei dormitori degli studenti, invece funziona malissimo, per non dire niente. Dipende dalle zone ma in generale siamo tutt’altro che all’avanguardia».

La palestra dove sei è una struttura universitaria?
«No. L’Università ha degli accordi, delle agevolazioni. Ti forniscono un pass, che costa 50 euro al semestre e che ti dà accesso ad un paio di palestre. Il problema è che la palestra convenzionata aperta 24 ore su 24 è in centro città, quindi difficoltosa da raggiungere. Quella che è vicina a dove abito invece la si può frequentare solo al mattino, quando si deve studiare. Per cui mi sono iscritto ad un altro centro sportivo non legato all’università. E’ vicino a casa ed è ben attrezzato. Ci sono anche un ristorante ed un bar».

L’appartamento in cui vivi come è?
«Sinceramente?».

Niente diplomazia. Dicci la verità
«Squallido! E’ minuscolo e ci viviamo in sei. Sono stato consigliato male da una ragazza che era stata qui e mi aveva suggerito di non prendere un appartamento da solo. Mi aveva detto che con il buio ed il freddo era meglio stare con altri, per non deprimersi. Invece gli spazi sono davvero ristretti. E’ pesante stare sempre con delle persone, 24 ore su 24. L’appartamento è davvero basic. Muri bianchi … e poco altro. In più la società che ha in gestione questi alloggi li fornisce vuoti, senza niente. Quando sono arrivato, ad agosto, mi sono ritrovato un letto ed un materasso e basta. Piatti, posate, padelle … nulla di nulla. Arrivi e ti devi arredare la casa. Io sono stato fortunato perché la mia tutor mi ha aiutato portandomi in giro in macchina. Se uno non ha altrettanta fortuna … deve andare a fare acquisti a piedi o in bicicletta e tornare con pacchi e pacchetti. Diventa davvero difficoltoso».

La casa come è? Avete una camera a testa e degli spazi comuni?
«Innanzitutto una cosa curiosa. La dimensione degli appartamenti, che tu sia solo od in sei è praticamente sempre uguale. Ci sono l’appartamento singolo e quello doppio, con due stanze singole ed un bagno. Nel nostro ci sono tre stanze doppie, due bagni (di cui solo uno con la doccia) e la cucina. Dopo di che la casa è finita. Non c’è nemmeno un soggiorno!».

Quindi sei in camera con un altro ragazzo. Come è la convivenza?
«Divido la stanza con un ragazzo croato. Culturalmente siamo molto distanti. Anche questo fa parte dell’esperienza. E’ un bravo ragazzo. L’unica vera pecca … il fatto che purtroppo russa come un trattore e quindi è difficile dormire».

Dal punto di vista dell’esperienza universitaria come vanno le cose? Gli insegnamenti sono in inglese?
«Sulla carta si vantano molto dell’organizzazione ma alla prova dei fatti le cose sono diverse. Moltissime delle materie presenti sul sito dell’università vengono date come disponibili in lingua inglese. Poi quando uno si presenta in classe … scopre che non lo sono. Il secondo problema è il modo in cui è strutturata l’università.  E’ molto differente rispetto alla nostra. Personalmente credo che se uno fa l’università tutta qui … esce meno preparato rispetto a noi, in Italia».

Come mai, come è strutturata?
«La maggior parte dei corsi funziona così: si seguono sei, sette lezioni in aula. Durante queste lezioni uno deve presentare alla classe un tema da lui scelto, riguardante la materia. Dopo quella presentazione ha un mese, un mese e mezzo di tempo per sviluppare una tesina e discutere il suo argomento con circa cinquemila parole.  Poi la si invia per email al professore che la giudica. Questa è la parte principale dell’esame. Mi lascia un po’ perplesso. Tra l’altro potrebbe averla scritta chiunque».

Probabilmente è legato alla mentalità nordica ed al fatto che sono meno abituati, rispetto a noi italiani, a trovare scorciatoie, a barare …
«Sicuramente. La mia sensazione però è che qui sia tutto molto … studio individuale. Presentarsi cinque volte in classe e scrivere una tesina … è molto diverso rispetto alle nostre lezioni frontali, con tanti studenti, con il confronto, lo scambio di appunti, lo studiare assieme. Un altro tipo di esame qui è … ti vai a prendere i libri in biblioteca e te li studi … non ci sono lezioni né niente. Alla fine sostieni l’esame».

Della serie … arrangiati …
Si. Ma c’è anche un problema aggiuntivo perché i libri qui non te li vendono, li prendi in prestito dalla biblioteca. Il che è assolutamente positivo. Peccato però che copie per ogni materia ce ne siano solo un paio. Quindi se due o tre persone studiano lo stesso esame, come si fa? Il libro lo puoi tenere solo due settimane. Se nessun altro lo richiede puoi rinnovare il prestito, altrimenti lo devi restituire … e non studi. E’ un sistema complicato. In più c’è il fatto degli orari con i pullman e tutto.

Ma gli altri ragazzi, quelli che si muovono in bici cosa fanno? Studiano fino a tardi in biblioteca?
L’unico momento in cui vedo il pienone, a dire il vero, è l’ora di pranzo. Intorno alle quattro l’università si svuota. Non vedo mai gente che “si spacca di studio”. In teoria l’università è aperta 24 ore su 24. Ma in inverno, con meno 20 come ci arrivi? In un ambiente del genere avrebbero, secondo me, dovuto fare stile campus americano con i dormitori vicini alle aule».

Visto che ne hai parlato … passiamo ad occuparci di cose fondamentali. Il cibo come è? Come te la cavi?
«Di giorno mangio sempre in mensa all’università. Si paga pochissimo, due euro e cinquanta e puoi prendere un piatto e la verdura. Come sempre all’estero, è un piatto unico. La quantità non è un problema. Cosa si mangia … meglio non chiederselo. Sono spesso dei “mischioni” difficili da decifrare ma nel complesso del cibo non mi lamento. Ci si adatta. Alla sera cucino a casa, cose semplici come le uova».

Cucini per conto tuo? Non mangiate assieme ai tuoi coinquilini?
«Abbiamo orari molto diversi. Il mio compagno croato ed un altro russo mangiano molto presto. Fanno una specie di merenda. Alle cinque cenano. Gli altri compagni, spagnoli, cenano a mezzanotte. Io sono la via di mezzo».

Vita sociale, divertimenti?
«La gente qui sta molto in casa. L’unica possibilità è andare in discoteca ma di nuovo o vai a piedi, o in bici o chiami un taxi. Le discoteche sono quel che sono. Meglio di niente; si fa quel che si può».

Fuori che temperatura c’è? Arriva buio presto?
«Il tramonto si anticipa di quaranta minuti a settimana. Io sono arrivato a fine agosto ed il sole sorgeva alle 6 e tramontava alle 22,30 adesso sorge quasi alle 9 e tramonta alle 17,15. A vederlo poi il sole …Da quando sono qua l’avrò intravisto sei volte. Normalmente è sempre grigio. Quanto a temperatura non mi lamento. Al momento siamo a meno due, meno tre. E’ stato più scioccante in agosto arrivare dai 35 e passa gradi italiani a cinque gradi; l’ho patito molto.  E’ stata una settimana anomala poi la temperatura si è alzata un po’. Fino ad un paio di settimane fa siamo stati intorno ai sette gradi».

Rientrerai prima di Natale?
«L’università chiude il 15 dicembre che è un venerdì ed il giorno dopo torno a casa».

Rientri felice …
«Per fortuna, … si».

Non ti chiedo nemmeno cosa ti manca di Piacenza, perché temo che la risposta sia … tutto!
«Diciamo gli amici … a volte anche un pochettino il cibo ed il sole. Il sole manca tanto. Però ci si adatta».

Sei pentito di aver scelto Rovaniemi e la Finlandia?
«Pentito no perché è sempre un’esperienza di vita. Anzi le esperienze pesanti e negative, sotto alcuni punti di vista, servono a crescere. Diciamo che mi è un po’ crollato il mito di questo paese.  Ci si rende conto di quanto spesso si critichi l’Italia ma che poi, alla fine, … non è così male».

Sospettiamo che un’esperienza come la tua non la consiglieresti al tuo migliore amico.
«Decisamente no».

Carlandrea Triscornia




Come difendersi dai condòmini morosi

Sul numero di Confedilizia notizie di settembre si parla anche dei doveri dell’amministratore in materia di recupero delle spese condominiali non versate dai condòmini alla luce di quanto previsto sul tema dalla legge di riforma del condominio.
Infatti, in merito, la recente legge di riforma, oltre a prevedere a danno dei condòmini morosi la sospensione dei servizi comuni condominiali suscettibili di godimento separato, ha introdotto maggiori responsabilità ed obblighi in capo all’amministratore.
Quest’ultimo per recuperare le somme non corrisposte al condominio deve agire entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio nel quale il credito esigibile è compreso. Ciò gli consente, senza autorizzazione dell’assemblea, di ottenere un decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo, nonostante opposizione del debitore.
Nel caso in cui l’assemblea non lo sollevi dal summenzionato obbligo, la mancata riscossione dei crediti del condominio può costituire per lo stesso amministratore grave irregolarità, al punto che per questo motivo anche un solo condòmino può richiederne la revoca all’Autorità Giudiziaria, con successiva richiesta anche dei danni.
Non esiste un limite sotto il quale l’amministratore può decidere di non attivarsi per il recupero, quindi l’obbligo nei suoi confronti – in mancanza di dispensa da parte dell’assemblea – vale sia per grandi somme che per somme irrisorie.
Pertanto, per una maggiore chiarezza nei rapporti tra condòmini e amministratore e per evitare contestazioni, sarebbe utile che l’assemblea stabilisse un tetto sotto il quale l’amministratore sia dispensato dall’azione di recupero; ciò costituirebbe anche una sorta di avvertimento nei confronti dei condòmini.
Maggiori informazioni – anche sulle maggioranze necessarie per le delibere dell’assemblea – sono reperibili presso l’Associazione Proprietari Casa-Confedilizia di Piacenza (Via Del Tempio n. 29 – Piazza della Prefettura -, tel. 0523.327273 – fax 0523.309214. Uffici aperti tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00, lunedì, mercoledì e venerdì anche dalle 16.00 alle 18.00; e-mail: info@confediliziapiacenza.it; sito Internet: www.confediliziapiacenza.it).




Iniziativa benefica alla casa del “Giovane Verdi”

Il pittore Gianfranco Asveri, originario della Val d’Arda, è stato ospite d’onore di un’iniziativa benefica che si è svolta nella  Casa del Giovane Giuseppe Verdi, a Busseto, dove il maestro visse dai 10 ai 18 anni. Asveri per l’occasione ha anche donato una sua opera alla Casa del Giovane Verdi. L’artista davanti ad un numeroso pubblico, ha raccontato l’emozione di scoprire che due sue opere sono fra quelle acquistate dal Premio Nobel per la letteratura Kazuo Ishiguro, “una soddisfazione che vale come e più di un premio” ha detto.

All’Avis sono stati donati 100 volumi di rare edizioni verdiane non in commercio, della Casa Edistrice Sichel, che verranno vendute per sostenere l’associazione, la quale per l’occasione ha ricevuto anche una donazione privata.

L’incontro è stato caratterizzato dalle esecuzioni verdiane del Maestro Matteo Cavicchini, intervallate da interventi dell’esperto di cose verdiane Corrado Mingardi, che ha illustrato ai presenti particolari poco noti relativi al Cigno di Busseto. Meri Rizzi, ricercatrice verdiana e medico, è intervenuta rivelando alcune parti di una sua recente ricerca relativa ai medici che hanno curato Verdi nel corso della sua vita. Al temine dell’evento si è svolto un rinfresco con prodotti tipici.




Partono i lavori per la riqualificazione dell’ex chiesa del Carmine

Si è tenuta oggi, in Municipio, la conferenza stampa di presentazione dell’intervento di riqualificazione della ex chiesa del Carmine. Nell’occasione si è anche tenuta la consegna uffiiciale dei lavori alla ditta aggiudicataria. E’ poi seguito un sopralluogo all’area esterna del cantiere.

Laboratorio aperto
I lavori serviranno per realizzare un “Laboratorio aperto” che – come si legge nel progetto – sarà «uno spazio urbano fruibile dai cittadini e dalle imprese, che vedrà la coesistenza di servizi di informazione su ambiente, mobilità, turismo ed eventi cittadini e di spazi attrezzati con tecnologia informatica avanzata, nel segno dell’innovazione e della sostenibilità».
Si tratta di uno dei primi cantieri in Emilia-Romagna per la realizzazione dei Laboratori Aperti che nasceranno in dieci città grazie a interventi finanziati dalla Regione e dall’Unione europea con i fondi del PorFesr 2014-2020.

Finanziamenti dal fondo Dup
L’intervento di restauro conservativo verrà realizzato con i fondi DUP, mentre con i fondi Asse Urbano la struttura verrà completata con la predisposizione degli spazi e delle aree per le funzioni previste. Nella ex chiesa troveranno posto anche attività di ristorazione, negozi temporanei, sale eventi e sale mostre i grado di produrre reddito e di sostenere parte dei costi della struttura.

Il progetto
Il progetto esecutivo di restauro, riuso, strutture e miglioramento sismico è stato assegnato al raggruppamento Temporaneo di professionisti costituito da: arch. Claudio Montagni (capogruppo), ing. Stefano Podestà, Modus Srl, dott. geologo Roberto Ricci, ing. Alessia Dal Bo’, CO.ART.SNC, arch. Giovanni Merialdo.
In sintesi il progetto di restauro prevede la demolizione delle tamponature del cleristorio, la riapertura delle due porte minori, dei finestroni e degli occhi sul prospetto principale, il rifacimento della scalinata di accesso sul prospetto principale di via Borghetto, il rifacimento della pavimentazione interna, da eseguirsi in pianelle in cotto, come i lacerti ancora esistenti, il recupero degli stucchi e dell’apparato pittorico, consolidamento e restauro delle volte e dei costoloni nelle varietà di fogge e forme caratterizzanti i diversi secoli cui appartengono. Ogni fase progettuale è stata concordata con la Soprintendenza Archeologia e Belle Arti di Parma, soprattutto il progetto di riuso che ha dovuto conciliare le peculiarità della fabbrica e nuove esigenze. Gli spazi necessari alla nuova destinazione d’uso sono stati individuati mediante la realizzazione di un soppalco e la chiusura delle cappelle laterali.

I lavori
I lavori sono stati consegnati oggi ed avranno una durata di 390 giorni, mentre la piena funzionalità dell’immobile è prevista per la primavera 2019. L’importo dei lavori a seguito del ribasso offerto in sede di gara è pari ad € 4.633675,08 (IVA compresa). Complessivamente l’impegno finanziario del Comune è pari al 24% dell’importo complessivo (pari a 1 271 835,54), il restante 76% è dato da finanziamenti pubblici.

La chiesa di Santa Maria del Carmine
La chiesa di Santa Maria del Carmine, fondata a Piacenza nel 1334 dai Padri Carmelitani, sorge tra le odierne via Borghetto e piazza Casali. Il complesso nasce in forme semplici rispecchiando la tipica architettura degli ordini mendicanti. In seguito alla soppressione degli ordini nel 1805 la chiesa viene prima adibita ad ospedale e poi a magazzino mentre il vicino convento diventa prima caserma e, dal 1807, Pubblico Macello. Dal 1923 il convento diviene sede della organizzazione del Partito nazionale fascista e dagli anni ’50 ospita uffici statali fino al 2006, anno in cui l’intero complesso viene abbandonato. Nasce già in zona strategica rispetto agli altri ordini mendicanti perché viene realizzata nei pressi di “Porta Milanesa” e continua a mantenere una posizione nevralgica rispetto alla città ossia ai bordi del centro
storico e all’interno del Comparto Nord dove si concentrano scelte importanti per l’Amministrazione Comunale, ovvero il recupero delle aree militari.




Due motociclisti infortunati a Tradoni di Travo. Intervenuto l’elisoccorso

Due motociclisti sono rimasti infortunati nella tarda mattinata di oggi in località Tradoni di Travo.
I due, un uomo e una donna, viaggiavano bordo di moto enduro su una strada carraia quando, per cause ancora da chiarire, hanno perso il controllo dei mezzi cadendo a terra e procurandosi diversi traumi.
Sono subito stati allertati i soccorsi. Sul posto sono confluiti i tecnici della Stazione “Monte Alfeo” della Soccorso Alpino di Piacenza, i vigili del fuoco e l’ambulanza di Bobbio, mentre da Pavullo nel Frignano si è alzato in volo l’elisoccorso abilitato per recuperi in ambienti montani ed impervi. Arrivati sul posto, i soccorritori hanno stabilizzato e messo in sicurezza i due centauri; la donna ha riportato alcune contusioni non gravi ed è stata caricata sull’ambulanza mentre per l’uomo si è reso necessario il trasporto all’ospedale maggiore di Parma con l’eliambulanza.




Christian Fiazza propone un mercato settimanale alla Veggioletta

«Propongo la sperimentazione temporanea di un mercato settimanale di qualità in zona Viggioletta, nel piazzale tra via Einaudi e via Pirandello». L’input arriva dal consigliere comunale Christian Fiazza, che ha raccolto le istanze dei cittadini e dei commercianti, proponendo una soluzione pratica «per sfruttare al meglio questo parcheggio riqualificato nell’autunno del 2016, dando spazio a banchi alimentari e non, come avviene in centro storico, in zona Farnesiana e nel quartiere Besurica. Si aggiorni la mappa dei mercati della città, offrendo nuovi punti di aggregazione e commercio per i piacentini».
«Sin dalla realizzazione e dalla successiva inaugurazione del parcheggio, i residenti hanno manifestato la richiesta di poter fruire di un piccolo mercato settimanale utile per permettere agli abitanti stessi di acquistare i generi di prima necessità e di consumo senza doversi munire di autoveicoli o di altri mezzi di trasporto. Dal 1976, quando vennero aperti i Consigli Circoscrizionali sul territorio, gli abitanti della Viggioletta manifestano questo bisogno, che non è più tempo di trascurare. Si coinvolgano tutte le associazioni di categoria e si avvii un bando comunale: dare ossigeno agli ambulanti – anche in termini di spazi – significa trasformare i paesaggi urbani, creare un presidio di vendita e di socialità tra pensionati, famiglie, bambini e giovani. È ciò che sta avvenendo a Borgotrebbia, dove dai primi mesi del 2017 ha preso avvio la sperimentazione di un piccolo mercato settimanale al lunedì. Proprio stamattina è avvenuto lo spostamento dell’attività nel parcheggio adiacente a via Ricchetti, in una nuova collocazione più consona e adatta, frutto del costante e proficuo confronto tra il Comitato di residenti della frazione e le istituzioni locali. Il mercato è un’istituzione viva, rimasta inalterata nel corso degli anni, che va incentivata con tutti gli strumenti amministrativi a disposizione».




Lavori in vicolo San Martino. Viabilità modificata per un anno

Per consentire i lavori di ristrutturazione e risanamento conservativo di uno stabile all’angolo tra via Verdi e vicolo San Martino, tale intersezione resterà chiusa al traffico per un intero anno (con divieto di circolazione e di sosta su entrambi i lati), da giovedì 26 ottobre al 26 ottobre 2018.

Nei restanti tratti di vicolo San Martino non interessati dal cantiere di lavoro, verrà revocato per i soli residenti in via Verdi il senso unico di circolazione.

Contestualmente, sarà istituito il divieto di sosta con rimozione forzata nel tratto di via Verdi compreso tra l’intersezione con vicolo San Martino e il civico 23. Verrà inoltre installato un dissuasore di sosta, per permettere la volta ai mezzi operativi di cantieri che, in uscita su via Verdi, potranno percorrerla con l’ausilio di movieri in senso opposto a quello di marcia, nel tratto compreso tra vicolo San Martino e piazza Sant’Antonino.




Inquinamento. Resta il blocco per le auto diesel pre Euro 5 fino a giovedì

Continua l’emergenza inquinamento e fino a giovedì 26 permane l’allerta di secondo livello.

Il bollettino Arpae emesso oggi, lunedì 23 ottobre, conferma sino a giovedì 26, incluso, l’allerta di 2° livello e le relative misure emergenziali previste dal Piano regionale integrato per la qualità dell’aria, a seguito del superamento continuativo dei valori limite di Pm10 sul territorio provinciale.

Pertanto, resta in vigore il divieto di circolazione, dalle 8.30 alle 18.30, non solo per i veicoli a benzina pre Euro ed Euro 1, diesel pre Euro, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3, ma anche per i mezzi diesel Euro 4, oltre a ciclomotori e motocicli a due tempi pre Euro. Permane per tutti l’obbligo di spegnere il motore dei veicoli in sosta.

La fase di emergenza comporta inoltre il divieto assoluto di combustioni all’aperto di qualsiasi tipologia (falò, barbecue, fuochi d’artificio, ecc.), il divieto di spandimento di liquami zootecnici e di utilizzo di generatori domestici di calore alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianti di riscaldamento alternativo), aventi prestazioni energetiche ed emissive non in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 4 stelle. Obbligatorio, infine, ridurre di almeno un grado centigrado le temperature negli ambienti riscaldati, fino a un massimo di 19° C nelle case, uffici, luoghi di culto, commerciali o ricreativi e di 17° C nelle sedi di attività industriali e artigianali (con esclusione degli ospedali e delle case di cura, delle scuole e dei luoghi che ospitano attività sportive).

Con il prossimo bollettino, giovedì 26 ottobre, Arpae comunicherà l’eventuale rientro a una situazione di normalità, il mantenimento dell’allerta di 2° livello o l’eventuale passaggio all’emergenza di 1° livello. Per ulteriori informazioni è possibile consultare la pagina web www.comune.piacenza.it/temi/muoversi/inauto/limitazioni.

 

 




Il PD interviene su Ztl e smog: a Piacenza “servono azioni drastiche e coraggiose”

Il gruppo consigliare del Pd nel consiglio comunale di Piacenza ha diffuso un comunicato sulla questione dell’inquinamento e della Ztl.

La pianura padana soffoca sotto livelli di polveri sottili da strabuzzare gli occhi, sforare i limiti è ormai prassi quotidiana e le mascherine bianche che ci facevano sorridere sulle bocche dei turisti cinesi incontrati nelle città d’arte o visti nei servizi televisivi da Pechino sono ormai familiari anche nelle nostre strade. Roba da lasciare i polmoni a casa prima di uscire al mattino.

Bene. Davanti a questo quadro funesto, succede che a Piacenza l’amministrazione Barbieri continua imperterrita la sua opera di demolizione di tutto ciò che ricorda chi li ha preceduti e, coerente con le promesse elettorali, prima revoca l’ordinanza che incentiva la circolazione delle biciclette e poi, con un tempismo davvero raro, annuncia l’idea di ridurre l’orario della ZTL.

Apriti cielo! I cittadini cominciano a lamentare l’insensatezza dell’idea, a mostrare le prime crepe della luna di miele che all’inizio accompagna i nuovi timonieri.

Meno male, si pensa in giro: vedrai che tornano sui loro passi. D’altronde la prima pagina di Libertà, con il nove colonne sull’isola pedonale accorciata e di fianco i piccoli scolari bardati come dei sommozzatori per andare a scuola pare un sufficiente ammonimento.

E invece no. Tra il taglio di un pioppo secolare e qualche decina di multe ai ciclisti del centro storico, arriva a stretto giro il tentativo di aggiustare il tiro tenendo insieme ZTL frustrate e pedonalizzazioni spinte.

“Io speriamo che me la cavo” é il titolo perfetto per uno scivolone amministrativo su cui insistere pare quanto meno avventato. La classica toppa peggiore del buco, che dimostra un momento di confusione, figlio di “vorrei ma non posso” che sono solo destinati ad aumentare col passare del tempo e di qualche “l’ho promesso e adesso?” di troppo. 

Sul tema ambientale, nessuna forza politica è in condizione di dare lezioni. Resta però il fatto che oggi sembrano farsi largo mere dichiarazioni d’intenti e scelte di scarso senso, che non solo non provano a migliorare l’eredità della passata amministrazione (che comunque qualcosa di dignitoso sul piatto può orgogliosamente mettere), ma vanno dritte nella direzione del peggioramento consapevole ed evitabile.

Altro che contentini ai sostenitori elettorali. Qui servono azioni drastiche e coraggiose, ma di segno clamorosamente opposto!

Mettiamo subito mano a un piano della salute rivoluzionario. Facciamoci insieme carico di scontentare qualcuno per il bene di tutti, specie i più piccoli, le generazioni a cui già lasciamo tanto schifo e che meritano più impegno da parte nostra.

Si attivi un organismo permanente di controllo con tutti i soggetti interessati perché la questione ambientale diventi davvero patrimonio condiviso, per arrivare a prendere decisioni capitali e mettere in atto un’inversione di rotta che non può più essere rimandata.

Il Partito Democratico di Piacenza, appena rinnovato nei suoi organismi e proiettato a profondi cambiamenti, conta su un gruppo di giovani che spinge per una maggiore sensibilità ambientale. Sappiamo di avere pure noi terreno da recuperare.

Per questo ci mettiamo a disposizione, con sincero spirito propositivo. Abbiamo maturato competenze e nutriamo rinnovato interesse per essere al servizio di chi vorrà e saprà ascoltare tutti i contributi, senza pregiudizio.

Finora in Consiglio comunale ci hanno snobbato, con l’arroganza di chi dopo tanti anni vuole far vedere a tutti chi comanda. Pazienza. Per temi come questi non saremo certo permalosi. Guardiamo oltre, nell’interesse diffuso dei piacentini e tendiamo ancora una volta la mano. Uno scivolone capita a tutti gli amministratori. Si abbia ora la giusta dose di umiltà per ammetterlo e si raddrizzi il tiro in modo collegiale, partendo da quel che pensano i cittadini e le associazioni che di ambiente si occupano da sempre.

Gruppo Consiliare Partito Democratico 

Comune di Piacenza 




Alla Besurica installati i cartelli di controllo di vicinato

Sono stati installati alla Besurica dieci cartelli che recitano “Zona sottoposta a controllo di vicinato”ere Besurica. Lo comunica con soddisfazione il comitato di residenti “Besurica Sicura”: «Questo tipo di segnaletica era una delle richieste avanzate all’amministrazione comunale e alla Polizia Municipale, che dopo un sopralluogo nella zona hanno provveduto al collocamento. Non si fermano qui, chiaramente, le nostre necessità in merito al tema sicurezza e quieto vivere: da tempo chiediamo le telecamere di videosorveglianza e di lettura targhe agli accessi della Besurica, nonché un aumento delle forze dell’ordine nel quartiere. Auspichiamo che la giunta ci dia risposte soddisfacenti da questo punto di vista. Invitiamo tutti residenti a contattarci – conclude la nota – per entrare a far parte del gruppo WhatsApp di controllo di vicinato, contribuendo a mantenere gli occhi vigili sulle nostre strade e giardini, a riappropriarsi dell’ambiente in cui si vive, a collaborare con le Forze dell’ordine e a sventare i furti e gli atti vandalici. Nelle scorse settimane, per esempio, grazie alla chat è stata verificata una delle nostre segnalazioni relativa alla presenza di un veicolo sospetto, successivamente sequestrato per la mancata copertura assicurativa».